Nei tempi remoti, il rapporto uomo-ambiente era in equilibrio, c’era il tempo che si dava alla natura di riparare i danni. Ora il rapporto è invertito, e da qui l’ingegnerizzazione si sostituisce alla natura
Siracusa prima città smart
La città si candida tra le città intelligenti internazionali, grazie a un progetto che, con un portale web e totem multimediali, permette una navigazione nei beni archeologici utilizzando tecnologie 2.0. Un innovativo sistema integrato di stazioni consente inoltre di analizzare i parametri del «metabolismo urbano»
In Basilicata macachi e uomini insieme 700mila anni fa
Un nuovo studio internazionale che ha visto la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma, ha documentato per la prima volta la coesistenza di uomini e bertucce nel sito archeo-paleontologico di Notarchirico. I risultati del lavoro, pubblicati su «Journal of Human Evolution», forniscono ulteriori dati sulla paleoecologia del primate, oggi diffuso in Nord Africa e reintrodotto a Gibilterra, e che nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo
La fondazione delle città: da Uruk a New York
Quello che spesso si dimentica è che la storia geologica di un territorio è di frequente una guida importante per progettare, pianificare il futuro sviluppo delle città. La conoscenza accurata delle condizioni sottostanti il territorio che dovrà essere usato per lo sviluppo della città è a maggior ragione indispensabile oggi, dal momento che le aree attualmente utilizzabili per le costruzioni sono di solito quelle meno idonee dal punto di vista geologico. Infatti i fondatori della città scelsero spesso il sito più idoneo anche dal punto di vista della presenza o abbondanza delle risorse geologiche locali e della minore pericolosità geologica
Sos per la cava Pontrelli di Altamura
È in grave stato di abbandono
֎Appello da Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia. Per valorizzare i geositi della regione Puglia servono leggi e finanziamenti֎
Un museo di scienze naturali aiuta la biodiversità
֎Al Nord rischiano di scomparire, al Sud non sono mai nati. La lodevole esperienza di un piccolo museo naturalistico sul Parco nazionale del Pollino. Eppure il sud Italia, è caratterizzato da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo, sia per numero totale di specie animali e vegetali, sia per l’alto numero di specie endemiche֎
Greenwashing, ok del Parlamento Ue alla Direttiva Green Claims: cosa prevede
(Adnkronos) – Con la direttiva Green Claims, l’Ue fa un ulteriore passo verso un’informazione trasparente e veritiera nell’ambito delle comunicazioni sostenibili. Il voto favorevole dell’Europarlamento alla Direttiva Green Claims (“Dichiarazioni ambientali”) contro il greenwashing è avvenuto martedì 12 marzo con un ampio margine di consenso (467 favorevoli, 65 contrari e 74 astensioni). La nuova posizione mira a porre fine alla diffusione di dichiarazioni ecologiche fuorvianti e a promuovere pratiche di sostenibilità autentiche. Con questo voto, l’Europarlamento invia un chiaro segnale alle imprese affinché assumano un approccio più responsabile e trasparente nei confronti dei consumatori, in modo che la transizione verso un’economia verde e sostenibile non sia solo di facciata. La proposta presentata un anno fa dalla Commissione Europea ha messo in luce un problema diffuso: la presenza di dichiarazioni green fuorvianti da parte di molti operatori economici. Ecco cosa prevedono le nuove norme approvate dall’Europarlamento: – Nessuna etichetta senza prova: sicuramente la novità più impattante del testo. Le scritte come “biodegradabile”, “meno inquinante” o “a risparmio idrico” non saranno più ammesse a meno che le aziende non possano fornire prove scientifiche e verificate da enti terzi indipendenti circa la loro veridicità. Non solo: le aziende dovranno fornire queste prove prima di poter commercializzare i propri prodotti con le relative “dichiarazioni green”; – Tempi certi: le autorità nazionali avranno 30 giorni per valutare le dichiarazioni ambientali e le relative prove, con la possibilità di procedure semplificate per i casi più semplici; – Limiti al “carbon neutral”: le aziende non potranno fare dichiarazioni ecologiche basate esclusivamente sugli schemi di compensazione delle emissioni di anidride carbonica. Le imprese potranno utilizzare tali schemi solo dopo aver ridotto al minimo le proprie emissioni. In particolare, i crediti di carbonio degli schemi dovranno essere certificati, come già stabilito dal Carbon Removals Certification Framework; – Sostanze pericolose: le dichiarazioni verdi sui prodotti contenenti sostanze pericolose saranno permesse temporaneamente, ma la Commissione valuterà se debbano essere vietate del tutto. Sotto il profilo sanzionatorio, le aziende che utilizzano dichiarazioni ambientali non verificate potrebbero essere soggette a multe fino al 4% del fatturato annuale o all’esclusione da appalti pubblici o sussidi per un anno. La direttiva Green Claims prevede che le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo al di sotto dei 2 milioni di euro) siano esentate dalle nuove norme, mentre le Pmi (meno di 250 dipendenti e fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro o bilancio inferiore ai 43 milioni di euro) avranno un anno in più per adeguarsi. Come riporta economiacircolare.com, già dal 2014 almeno il 75% dei beni sul mercato conteneva dichiarazioni green. Tuttavia, secondo la Commissione Ue, nel 2020 almeno il 53,3% delle informazioni su ambiente e clima presenti in etichetta su un campione esteso di prodotti era ingannevole, il 40% completamente prive di fondamento. Tipica fattispecie di greenwashing. Nel 2022, sono stati identificati 18 casi di greenwashing che hanno coinvolto importanti brand internazionali. L’uso di affermazioni ambientali da parte delle aziende per promuovere un’immagine di sostenibilità che non corrisponde alla realtà è cresciuto di pari passo con la maggiore sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità dei prodotti e servizi acquistati. Le dichiarazioni di greenwashing più frequenti riguardano l’uso improprio di termini come “sostenibile”, “eco-friendly”, “verde”, o l’abuso di certificazioni ambientali poco chiare o ingannevoli. Queste affermazioni possono variare dalla presunta neutralità carbonica di un’azienda, all’utilizzo di materiali riciclati o biologici nei loro prodotti, fino a promesse di contributi alla riduzione dell’inquinamento o alla conservazione della biodiversità, che in realtà non trovano riscontro nelle pratiche aziendali. La consapevolezza dei consumatori riguardo al greenwashing è in crescita, grazie all’aumento dell’attenzione mediatica e alla diffusione di informazioni tramite organizzazioni ambientaliste e piattaforme di divulgazione. Questo ha portato a una maggiore vigilanza da parte dei consumatori, che si mostrano sempre più critici e informati riguardo alle affermazioni ambientali delle aziende. La crescente consapevolezza dei consumatori può anche generare un effetto paradossale: il green hushing, quando le aziende non comunicano il proprio impegno sostenibile per paura di cadere nel…greenwashing. Le aziende possono “optare” per il green hushing per il timore di essere criticati o accusati di greenwashing se le azioni sostenibili non sono sufficienti o coerenti con il settore di appartenenza; l’incertezza sull’efficacia e sulla misurabilità delle proprie politiche ambientali; la scarsa consapevolezza o importanza attribuita al tema della sostenibilità, considerato come un costo e non come un investimento; la volontà di mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, evitando di rivelare le proprie strategie e i propri risultati. Eppure, il green hushing è una (non) scelta che non fa bene a nessuno: le aziende perdono l’opportunità di migliorare la reputazione e la fiducia dei consumatori, mentre le buone pratiche e i benefici che la sostenibilità può portare in termini di efficienza, risparmio, qualità e differenziazione restano celati. È innegabile, infatti, che le politiche responsabili adottati da aziende più o meno grandi, spesso diventino un modello da seguire per le altre imprese del settore, contribuendo così a creare uno standard migliore per la sostenibilità. Il focus della Direttiva Green Claim è, chiaramente, la protezione dei consumatori, perché mira a fornire informazioni più accurate e affidabili per permettere agli utenti di effettuare scelte consapevoli. Il provvedimento, però, non mira solo a proteggere i consumatori da affermazioni ingannevoli, ma anche a realizzare una competizione leale tra le imprese che adottano effettivamente pratiche sostenibili. Con l’evolversi del contesto normativo e sociale, adottare pratiche ambientali trasparenti e verificabili non solo è in linea con le richieste dell’Ue, ma potenzia anche la fiducia dei consumatori nell’autenticità delle dichiarazioni di sostenibilità. L’iter della Direttiva Green Claim non è ancora concluso, ma il voto dello scorso 12 marzo sarà legalmente vincolante anche per la prossima legislatura. Dopo l’elezione degli eurodeputati del 6-9 giugno, i nuovi rappresentanti riprenderanno il testo da questo punto per passare al trilogo con Consiglio e Commissione, dopo che anche i rappresentanti dei governi nazionali avranno approvato la propria posizione negoziale presso il Consiglio. Nel frattempo, il relatore della commissione Ambiente dell’europarlamento Cyrus Engerer (S&D) ha evidenziato la natura del provvedimento: “La nostra posizione – ha spiegato a margine del voto – pone fine alla proliferazione di dichiarazioni ecologiche fuorvianti che hanno ingannato i consumatori per troppo tempo. Faremo in modo che le aziende dispongano degli strumenti giusti per adottare pratiche di sostenibilità autentiche. I consumatori europei vogliono fare scelte sostenibili. Tutti coloro che offrono prodotti o servizi devono garantire che le loro dichiarazioni siano verificate scientificamente”. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giornata Mondiale della Biodiversità, “essere parte del piano” per il futuro del pianeta
(Adnkronos) – Il 22 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità, proclamata dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza e la comprensione delle questioni legate alla biodiversità. Originariamente celebrata il 29 dicembre, la data è stata spostata al 22 maggio nel 2000 per commemorare l'adozione del testo della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) del 22 maggio 1992, evitando così sovrapposizioni con le festività di fine anno. Il tema scelto per il 2024 è “Be Part of the Plan” (Essere Parte del Piano), un invito rivolto a tutti gli attori globali per fermare e invertire la perdita di biodiversità sostenendo l'implementazione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. Questo quadro strategico offre opportunità di cooperazione e partnership tra governi, comunità indigene, ONG, legislatori, aziende e individui, sottolineando che ognuno ha un ruolo fondamentale da svolgere per la salvaguardia della biodiversità. Quest'anno, la celebrazione della Giornata Mondiale della Biodiversità coinciderà con due importanti incontri delle commissioni sussidiarie della CBD che si terranno a Nairobi: il ventiseiesimo meeting del Subsidiary Body on Scientific, Technical and Technological Advice (SBSTTA) e il quarto meeting del Subsidiary Body on Implementation (SBI). Questi incontri rappresentano un'opportunità cruciale per aumentare la visibilità della Giornata Mondiale della Biodiversità e preparare il terreno per la sedicesima Conferenza delle Parti della CBD (COP 16), che si terrà in Colombia dal 21 ottobre al 1° novembre 2024. Il 19 dicembre 2023, in occasione del primo anniversario dell'adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, il Segretariato della CBD ha lanciato la campagna “The Biodiversity Plan”. Questa iniziativa mira a comunicare e promuovere i 4 obiettivi e i 23 target del framework, cruciali per un approccio globale e integrato che traduca gli accordi in azioni concrete. Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework è un piano ambizioso progettato per arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2050. Questo framework, adottato durante la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (COP 15), si basa su quattro obiettivi principali e ventitré target specifici da raggiungere entro il 2030. Alcuni dei principali target includono: Questi obiettivi e target mirano a creare un futuro in cui l'umanità possa vivere in armonia con la natura, promuovendo la conservazione, l'uso sostenibile e la condivisione equa dei benefici derivanti dalla biodiversità. La biodiversità rappresenta la varietà della vita sulla Terra, inclusi animali, piante, funghi e microorganismi, oltre alle interazioni che li legano, essenziali per la nostra sopravvivenza. Include la diversità tra specie, tra gli ecosistemi e la diversità genetica all'interno delle specie. Questa varietà assicura il funzionamento degli ecosistemi, da cui dipendiamo per cibo, aria, acqua, energia e materie prime. La conservazione della biodiversità è una priorità globale che richiede l'implementazione di strumenti e iniziative efficaci per proteggere la varietà della vita sul nostro pianeta. Ecco alcune delle principali strategie e programmi in atto: Questi strumenti e iniziative rappresentano pilastri fondamentali nella conservazione della biodiversità, garantendo un approccio integrato e basato su dati scientifici per la gestione sostenibile delle risorse naturali e la protezione degli ecosistemi. Governamenti, comunità locali, organizzazioni non governative, aziende e individui sono tutti invitati a partecipare attivamente alla protezione della biodiversità. Ogni azione conta per raggiungere gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. La Giornata Mondiale della Biodiversità è un'opportunità per rinnovare il nostro impegno a favore della natura e per promuovere collaborazioni volte a proteggere e restaurare il nostro prezioso patrimonio naturale. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
10mila anni fa a Panama una popolazione sconosciuta
Un gruppo internazionale e interdisciplinare di ricercatori, coordinato dal prof. Alessandro Achilli dell’Università di Pavia, è riuscito ad ottenere per la prima volta genomi antichi dall’Istmo di Panama, che confrontati con i genomi delle popolazioni attuali hanno messo in evidenza le particolarità genetiche dell’area Istmo-Colombiana fornendo anche una nuova interpretazione di alcune sepolture pre-Ispaniche rinvenute a Panama City
Acne, quelle ferite lasciate nell’anima
Un lavoro originale che tocca gli aspetti cruciali dell’80% degli adolescenti. La via crucis delle diete, il bisogno di avere un’amica sincera e l’arma formidabile dell’autoironia
Si è interrotto il cammino dell’uomo verso la felicità
Quella felicità individuale che potrebbe essere alla base di livelli superiori di equilibrio interiore e collettivo, che appare paradossalmente indietreggiare a confronto con i colossali progressi della produzione di ricchezza materiale, ad ogni livello sociale, di ricchezza economica e culturale
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La Fisica ponte per la pace
«Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile», l’ultimo libro di Pietro Greco che sarà presentato da Laterza a Bari. L’evento rappresenta il quarto momento della rassegna «Pace, Disarmo & Geopolitica», rassegna organizzata dal Centro «G. Nardulli» e dall’Uspid. L’Autore sarà presente insieme a Guido Pasquariello, dell’Istituto sui sistemi intelligenti per l’automazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Issia-Cnr)
Olio di palma, stiamo distruggendo le foreste pluviali
A partire dal 1990, l’Indonesia ha perso 31 milioni di ettari di foresta pluviale, una superficie paragonabile all’estensione della Germania, per questo Greenpeace chiede a banca Hsbc di non finanziare la distruzione delle foreste indonesiane
«Effetto serra, effetto guerra»
La comunità scientifica non esita a definire la situazione cui assistiamo come «sesta estinzione di massa» nella storia del pianeta, sottolineando che la rapidità di sparizione delle specie è maggiore di quella documentata nei cinque grandi cicli di estinzione planetaria del passato… La situazione è ormai così grave che si sta alterando anche la chimica dell’oceano, con un forte impatto sulla vita marina e il funzionamento degli ecosistemi marini. L’oceano ha già assorbito oltre l’80 per cento del calore aggiunto al sistema climatico e circa il 33 per cento dell’anidride carbonica