Sostenibilità, ‘La transizione raccontata da chi la fa’ il workshop di Istud Business School

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(Adnkronos) –
'La transizione ecologica (raccontata da chi la fa). Errori ed ostacoli che richiedono nuove strategie delle imprese'. Questo il tema dell'appuntamento, in programma il prossimo 21 febbraio, con l’European Colloquium 2024, organizzato da Istud Business School, in diretta streaming online. A confronto i numeri uno di alcune imprese, professionisti, docenti universitari e tecnici. Adnkronos è tra i media partner. "Su temi come il green e la sostenibilità non si può più rimanere neutrali, e il ruolo della ricerca e della diffusione culturale e scientifica diventano cruciali per incidere nel corpo vivo del dibattito del Paese – afferma Marella Caramazza, direttore generale di Istud Business School, la più antica scuola privata per la formazione manageriale – Il management è per noi una disciplina a forte orientamento sociale, che può giocare un ruolo decisivo nel generare impatto positivo a partire dalla definizione di nuovi modelli di business, dalla valutazione degli investimenti, dalla definizione di nuove metriche e comportamenti attesi". Parlando del paradigma della passione per il green, Maurizio Guandalini, autore di 'La Transizione Ecologica (raccontata da chi la fa)' (Istud Business School), dice: "Si tratta di fulminei innamoramenti. Nostalgici addii. Inframezzati da mode. Disneyane narrazioni rituali, convenienza di brand facili. Occorre uscire dai vizi e costruire una identità verde. Mi piace ricordare quel detto padano ‘voltarsi indietro per andare avanti quando il pane era polenta’. La saggezza contadina dei saperi secolari insieme alla scienza potranno fronteggiare scenari di geoeconomia e geopolitica popolati dai decisori finali della rivoluzione energetica impegnati a duellare per il controllo delle materie prime e delle risorse del sottosuolo".   Interverranno al workshop, nella prima parte 'Il futuro entra in noi molto prima che accada ovvero dalla speranza all’ecoansia', Alessandro Marangoni, Althesys Strategic Consultants, direttore scientifico dell’Irex, e Valentino Piana, University of Applied Sciences Western Switzerland Valais e direttore Economics Web Insitute. Nella seconda parte dell’evento la tavola rotonda dal titolo 'La costruzione dell’identità sostenibile delle imprese' con Roberto Grossi, vicedirettore Generale di Etica Sgr; Massimiliano Braghin, presidente e Co-Founder Infinityhub Spa; Roberto Sancinelli, presidente e amministratore delegato di Montello Spa; Riccardo Bani, presidente di Teon; Romano Stefani, responsabile Area Mercato di Dolomiti Energia Spa; Aldo Fiorini, Chief Operations Officer Marcegaglia Carbon Steel Flat Division; Fabio Golinelli, Advanced Process and Technologies Manager Abb Electrification.  Il workshop si svolgerà online, mercoledì 21 febbraio, dalle 9.30 alle 12.30 (la partecipazione è gratuita; per iscriversi: www.istud.it/transizione-ecologica-2024/). —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sequestrata la storica Biblioteca comunale di Capri

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֎L’operazione rappresenta l’epilogo di una vicenda iniziata due anni fa, allorquando la Soprintendenza, guidata dal dott. Gabriele Capone, ebbe modo di ispezionare i locali della Biblioteca comunale, constatando lo stato di degrado e abbandono in cui versavano֎

Smog, Consulcesi: “In Piemonte +22% adesioni ad ‘Aria Pulita’ con 100mila firme”

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(Adnkronos) – In Piemonte cresce la preoccupazione per lo smog e la qualità dell'aria. Da giugno ad oggi, oltre 100mila persone hanno mostrato interesse per l'azione collettiva 'Aria Pulita' portata avanti dal team di legali di Consulcesi, con un aumento in meno di 2 mesi pari a circa il +22%. A fare da apripista – si legge in una nota – è la città di Torino, con oltre 65mila persone interessate all'iniziativa, seguita da Novara con poco meno di 6mila, Asti ed Alessandria con oltre 1.500, mentre Cuneo chiude la classifica delle 'top 5' con oltre 1.200 cittadini interessati. Non solo: anche dai centri più piccoli, come Biella e Vercelli, si registra un graduale ma costante aumento dell'interesse verso l'azione collettiva. Se infatti la prima si piazza subito dopo Cuneo con circa 1.170 persone che hanno consultato il sito dedicato e richiesto informazioni su come aderire, la seconda segue con oltre mille, mentre tra Alba, Tortona e Trecate si totalizzano oltre 2.500 interessi. "I cittadini – dichiara Massimo Tortorella, presidente del Gruppo Consulcesi – sono sempre più consapevoli dei gravi danni alla salute legati ad un'aria malsana e il crescente numero di persone che decidono di informarsi ed agire, anche attraverso la nostra azione collettiva Aria Pulita, ne è la conferma".  Il Piemonte è tra le regioni italiane che ospita più comuni candidabili all'azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre 950 i comuni piemontesi eleggibili per l'iniziativa legale, tra i 3.384 comuni e città italiane individuati dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia europea ha multato l'Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d'azoto (NO2). In totale sono oltre 4 milioni le persone costrette a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute, e che per questo possono richiedere un risarcimento allo Stato, aderendo all'azione collettiva Aria Pulita. Per partecipare – ricordano da Consulcesi – è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito www.aria-pulita.it. Quanto suggerito dal presidente di Consulcesi – prosegue la nota – trova conferma nei dati preliminari Arpa Piemonte relativi al 2023 di recente pubblicati, come anche nel nuovo Rapporto ASviS Territori 2023. Dalle prime rilevazioni delle centraline Arpa, per il Pm10 "in tutte le stazioni in cui è presente un analizzatore automatico le concentrazioni medie annue rilevate risultano essere inferiori o uguali a quelle dell'anno 2022 e anche dell'anno 2021. Tutte le stazioni valutate rispettano il valore limite medio annuale previsto dalla normativa pari a 40 µg/m³", riporta l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Tuttavia, facendo riferimento alla nuova soglia definita dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell'aria da raggiungere non oltre il 2030, solo 10 su 32 centraline analizzate rispetterebbero i nuovi limiti annui di Pm10, contro 22 centraline che si troverebbero invece in violazione, superando i 20 µg/m³ di media annua.  Allo stesso modo, dalle analisi preliminari emerge che solo 2 centraline su 32 monitorate in Piemonte nel 2023 hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento consentiti per ogni anno civile secondo la normativa vigente (con una media giornaliera di Pm10 superiore a 50 µg/m³). In particolare, il superamento è stato rilevato nelle due stazioni di Torino – Rebaudengo e Settimo Torinese – Vivaldi, rispettivamente con 63 e 55 giorni di sforamento. Anche in questo caso, tuttavia, la situazione appare molto meno rassicurante se si considera che l'Ue fissa la nuova soglia di sforamento a 18 giornate annuali, e l'Oms suggerisce di limitarle perfino a 3, entrambi abbassando altresì le concentrazioni giornaliere a 45 µg/m³. Alle attuali concentrazioni, dunque, oltre un terzo delle centraline piemontesi supera la nuova soglia Ue, mentre solo 8 su 32 rientrerebbero nei limiti Oms.  Anche per il Pm2.5, tra le centraline analizzate nessuna supera il limite in vigore attualmente e pari a 25 µg/m³. Tuttavia, anche in questo caso il Piemonte risulta lontano dalla nuova soglia: sarebbero infatti 19 su 23 le centraline con un valore medio annuo superiore a 10 µg/m³ (Nuova Direttiva europea, mentre l'Oms fissa la soglia a 5 µg/m³), risultando così fuorilegge, contro solo 4 che risulterebbero entro i nuovi limiti.  "Dobbiamo guardare agli obiettivi futuri come qualcosa da raggiungere oggi, quanto prima, poiché la strada è molto lunga – avverte Tortorella – I miglioramenti, lo confermano gli ultimi dati ma anche quelli dell'ultimo decennio, ci sono ma sono troppo piccoli. Molto di più si può e si deve fare per poter garantire a tutti il diritto ad un ambiente salubre". —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il canto selvatico

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֎«Il canto selvatico» è il libro più celebre di Sigurd F. Olson, uno dei principali scrittori naturalisti del Ventesimo secolo ed erede ideale di H. D. Thoreau e John Muir, che si è battuto per tutta la vita per la protezione della natura selvaggia ed è stato insignito della John Burroughs Medal, la più alta onorificenza nel campo della letteratura naturalistica e ambientale֎

Dai rifiuti plastici alla tela di ragno, arrivano i batteri verdi

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(Adnkronos) – Un esercito di batteri verdi per salvare il mondo dall’invasione dei rifiuti plastici. È questa la ricetta degli esperti del Rensselaer Polytechnic Institute, negli Stati Uniti. Grazie a una prodigiosa opera di ingegneria genetica, gli scienziati hanno dato vita a dei batteri in grado di trasformare la plastica in seta da tela di ragno. Un materiale resistente e sostenibile che potrebbe imprimere una svolta decisiva alla lotta per la difesa dell’ambiente. Lo studio è stato recentemente pubblicato su “Microbial Cell Factories”. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Svolta green, arriva la batteria atomica per smartphone che dura 50 anni

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(Adnkronos) – Avete caricato il vostro smartphone? Bene, ora dimenticate il caricabatterie e riprendetelo tra 50 anni.  Pochi giorni fa, la startup cinese Betavolt ha presentato la prima batteria atomica per smartphone che si presenta al mondo come una svolta assoluta. La batteria ha una dimensione di 15x15x5 millimetri, una potenza di 100 microwatt, una tensione di 3 volt e può immagazzinare 3.300 megawattora. “BB100”, questo il nome che le è stato attribuito, è già in fase di produzione quantomeno per la fase pilota, e presto verrà prodotta su larga scala per poi essere immessa sul mercato. Una volta ottenuto il placet dagli enti regolatori, la previsione è il lancio di una batteria da 1W già nel 2025. 
Ma come fa a durare 50 anni?
 La batteria atomica per smartphone è una tecnologia innovativa che sfrutta il decadimento radioattivo di un isotopo del nichel per generare elettricità senza bisogno di ricarica. Durante i dieci lustri, il nichel si trasforma in un isotopo stabile di rame che, in sostanza, alimenta la batteria stessa. La batteria, fanno sapere i produttori, è sicura e resistente a temperature estreme, e potrebbe essere utilizzata per alimentare diversi dispositivi oltre gli smartphone: droni, micro-robot e anche apparecchi medici.
 La batteria sviluppata da Betavolt è modulare, ovvero composta da più moduli, cioè da più unità indipendenti che possono essere collegate tra loro per aumentare la capacità e l’autonomia della batteria stessa.  Questa caratteristica permetterebbe di utilizzare al massimo la batteria atomica, adattandola ai diversi smartphone, dispositivo che in 50 anni cambiamo dieci o più volte. La batteria atomica per smartphone potrebbe avere delle conseguenze benefiche per l’ambiente, in quanto ridurrebbe il consumo di energia elettrica e la produzione di rifiuti derivanti dalle batterie tradizionali, anche se non manco le perplessità sulla tecnologia sviluppata dalla startup cinese Betavolt. Negli ultimi anni sta aumentando la consapevolezza sugli enormi problemi ambientali e sociali connessi all’estrazione dei minerali, tra cui il litio, attualmente utilizzato nelle batterie. Le batterie al litio hanno quindi un impatto ambientale negativo sia nella fase di estrazione delle materie prime, che comporta l’uso di acqua e sostanze chimiche, sia nella fase di smaltimento, che richiede processi di riciclo complessi e costosi. Inoltre, le batterie al litio hanno una durata limitata e una bassa efficienza energetica, che le rende inadatte a sostenere la transizione verso le fonti rinnovabili. Basti pensare al calo delle performance che, per le batterie dei nostri cellulari, arriva nel giro di 2-5 anni a seconda che il nostro utilizzo sia più o meno intenso e corretto. Stando alle promesse fatte da Betavolt, invece, la batteria atomica potrebbe rappresentare una vera e propria svolta sulla durata delle batterie e ridurre le emissioni di gas serra. Questa nuova tecnologia, inoltre, potrebbe aprire nuovi scenari per quanto riguarda la mobilità elettrica, che in questi mesi sta vivendo un periodo più nero che green. Secondo alcune fonti, il consumo energetico medio per ricaricare uno smartphone è tra i 3 e i 7 watt all’ora, a seconda del modello e del tipo di batteria. Questo significa che se ricarichi il tuo cellulare per due ore al giorno, consumi tra 0,006 e 0,014 kWh
di elettricità al giorno, che corrispondono a una spesa annua tra 0,5 e 1 euro, considerando un costo dell’energia di 0,23 euro per kWh. In questa condizione il caricabatterie consuma da 3 a 7 watt all’ora; quindi, se uno smartphone richiede due ore di carica il consumo totale sarà da 6 a 14 watt all’ora. Tuttavia, il consumo potrebbe essere superiore per due motivi: il primo è legato alla progressiva riduzione dell’efficienza della batteria dei telefoni, infatti non è raro che dopo qualche anno sia necessario ricaricare il cellulare anche due o più volte al giorno; in secondo luogo, spesso si ricarica il telefono di notte, lasciandolo per ore attaccato alla presa e comportando un ulteriore (e inutile) consumo energetico (consuma circa 0,25 watt all’ora). Insomma, il consumo di energia per ricaricare le batterie al litio è molto ridotto se preso in assoluto, ma fa la differenza se moltiplicato su scala mondiale. Utilizzando una batteria atomica per smartphone, come BB100, si potrebbe eliminare il consumo di energia elettrica per la ricarica. Il risparmio energetico derivante dall’uso di una batteria atomica per smartphone è quindi pari al consumo di energia elettrica di una batteria al litio, moltiplicato per il numero di anni di utilizzo. L’impatto ambientale della ricarica dello smartphone dipende anche dalle emissioni di CO2 associate alla produzione di energia elettrica. Come è noto, l’utilizzo energetico e, quindi, il consumo di CO2 dipende da tantissimi fattori specifici che variano da batteria a batteria. Ipotizzando che si utilizzi una batteria da 3000 mAh e un caricabatterie da 27 W che viene ricaricata una volta al giorno si consumano circa 54 Wh di energia elettrica. Moltiplicando per il fattore di emissione di CO2 per kWh in Italia, che è di circa 0,35 kg2, si ottiene che ricaricare questa batteria produce circa 0,019 kg di CO2 al giorno, circa 6,94 kg di CO2 in un anno. Sottolineiamo, ancora una volta, che si tratta di stime molto variabili, utili solo come punto di riferimento. Ipotizzando dunque un tale consumo di CO2, la possibilità di ricaricare la batteria atomica una volta ogni 50 anni (e non una volta al giorno), in questo arco di tempo ciascuno generebbe 347 kg di CO2 in meno. Ancora una volta numeri che diventano esorbitanti se moltiplicati su scala mondiale.  Non mancano tuttavia i dubbi sulla nuova batteria atomica progettata da Betavolt. La batteria atomica progettata dalla startup cinese può rappresentare una svolta sotto il profilo delle emissioni, ma molti sono i nodi da sciogliere in merito alla sicurezza e al riciclo delle batterie atomiche. Secondo Betavolt, la batteria atomica per smartphone è sicura e non emette radiazioni nocive, in quanto il nichel utilizzato ha una bassa attività radioattiva e la batteria è schermata da uno strato di grafene. Tuttavia, non ci sono ancora studi indipendenti che confermino questa affermazione, e alcuni esperti hanno espresso dubbi e preoccupazioni sulla possibilità di incidenti o sabotaggi che potrebbero rilasciare materiale radioattivo nell’ambiente. Inoltre, non è chiaro come verranno smaltite o riciclate le batterie atomiche una volta esaurite, e quali saranno le normative e le responsabilità in materia. In conclusione, la batteria atomica per smartphone è una tecnologia innovativa che potrebbe avere delle conseguenze benefiche per l’ambiente, in quanto ridurrebbe il consumo di energia elettrica e le emissioni di CO2 derivanti dalla ricarica delle batterie tradizionali. Bisogna però procedere con cautela perché ci sono dei rischi e delle incertezze legati alla sicurezza e al riciclo delle batterie atomiche, che richiedono ulteriori studi e regolamentazioni. Va ricordato che la modularità della BB100 dovrà essere una caratteristica cruciale per riutilizzare la batteria in altri dispositivi. Qualora tutti gli studi diano riscontri positivi, potremo dire che una persona avrà vissuto molto a lungo se avrà caricato due volte la batteria del suo cellulare. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rome Climate Talks, 5 film sull’ambiente

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֎Una rassegna cinematografica al Goethe-Institut con prime visioni, registi e registe in sala e dibattiti. Cinque appuntamenti dal 6 febbraio al 9 aprile 2024 per raccontare la crisi del cambiamento climatico sul grande schermo. Prevista anche la partecipazione del premio Oscar Volker Schlöndorff con il suo ultimo documentario, Der Waldmacher֎

Verso una reale parità di genere nel mondo del lavoro

Tempo di lettura: 9 minuti ֎Nel mondo sono ancora tante le disparità di genere e tantissime le sopraffazioni verso le donne. In Europa si vanno facendo sforzi sempre maggiori che stanno annullando le sperequazioni di […]

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 Il contributo di Giorgio Nebbia alla ricerca e alla divulgazione dell’ecologia scientifica

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֎Gli atti del convegno scaricabili liberamente. Giorgio Nebbia, nella sua infaticabile attività di divulgatore, è stato molto vicino a noi di «Villaggio Globale» ed ha collaborato con il Trimestrale sin dal suo primo numero֎

Boom delle fonti rinnovabili

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(Adnkronos) – Il settore delle energie rinnovabili sta vivendo un notevole boom, aprendo la strada per un progresso significativo verso gli obiettivi climatici globali. Questa accelerazione offre concrete prospettive per raggiungere l'ambizioso obiettivo di triplicare la capacità globale di generare elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, come fissato durante la recente conferenza sui cambiamenti climatici COP28. I dati presentati nel rapporto annuale sul mercato delle rinnovabili dell'Agenzia Internazionale dell'Energia rivelano che la capacità complessiva di energia rinnovabile dei sistemi energetici globali è cresciuta del 50% nel corso del 2023, raggiungendo quasi 510 gigawatt (GW). Di particolare rilievo è il contributo del solare fotovoltaico, che costituisce tre quarti dell'incremento complessivo. La Cina ha giocato un ruolo chiave in questa espansione, registrando una crescita straordinaria nel 2023. Il paese ha attivato una quantità di impianti fotovoltaici equivalente a tutta la capacità mondiale del 2022. Questo evidenzia il ruolo cruciale che nazioni leader come la Cina stanno svolgendo nell'accelerare la transizione verso fonti energetiche sostenibili. Proiezioni basate sulle attuali politiche e condizioni di mercato indicano che la capacità globale di energia rinnovabile potrebbe raggiungere i 7.300 GW tra il 2023 e il 2028, coprendo il periodo delle previsioni. Solare fotovoltaico ed eolico rappresentano il 95% di questa espansione, suggerendo che le energie rinnovabili supereranno il carbone come principale fonte di produzione di energia elettrica su scala globale già all'inizio del 2025. Questi sviluppi rappresentano un passo significativo verso un futuro energetico più sostenibile e un impegno concreto nel contrastare i cambiamenti climatici. La comunità internazionale, attraverso la COP28, ha ora un obiettivo più vicino e raggiungibile nel suo sforzo collettivo di creare un mondo più verde e resiliente. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Energie rinnovabili in crescita del 50% nel 2023

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(Adnkronos) – Decisa accelerazione nel 2023 delle energie rinnovabili con un 50% di produzione in più a livello globale rispetto all’anno precedente, pari a 510 gigawatt, secondo quanto riportato dal Report Renewables 2023 pubblicato da IEA, International Energy Agency. Una crescita mai registrata negli ultimi venti anni, che rappresenta un passo importante verso gli obiettivi fissati per il 2030. La crescita è trainata dalla spinta verso l’energia solare fotovoltaica della Cina che nell’ultimo anno ha commissionato una quantità pari a quella complessivamente raggiunta nel mondo nel 2022. Oltre alla Cina, Brasile, USA ed Unione Europea hanno toccato i massimi storici di aumento di energia rinnovabile. Se questa tendenza di crescita dovesse proseguire la capacità globale di energia rinnovabile dovrebbe raggiungere 7.300 gigawatt entro il 2028. Tra le forme di energia rinnovabile, solare ed eolico rappresentano la quasi totalità (95%) delle possibilità di espansione. Secondo le stime, entro il 2025 le energie rinnovabili dovrebbero diventare la principale fonte di produzione di energia elettrica globale superando le fonti fossili.  Il nuovo rapporto dell’IEA, dunque, mostra segnali positivi, ma ciò potrebbe non bastare a raggiungere i target fissati per il 2030, ribaditi alla recente Cop28 di Dubai, che indicano di triplicare la quota di rinnovabili del 2022, per toccare quota 11 mila gigawatt. Lo sforzo ulteriore che serve per triplicare le energie rinnovabili entro il 2030 varia in maniera considerevole a seconda del contesto economico e tecnologico del singolo Paese. A tale proposito, Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA, ha dichiarato: “La sfida cruciale è il rapido aumento dei finanziamenti e della diffusione delle rinnovabili nelle economie emergenti e in via di sviluppo”. Con riferimento all’analisi delle tecnologie a disposizione dei Paesi, il Report IEA stima che la diffusione di energia solare ed eolica offshore dovrebbe raddoppiare entro il 2028 rispetto agli ultimi cinque anni nell’Unione Europea, USA, India e Brasile. Tra i fattori che attualmente stanno agevolando certe tipologie di energie rinnovabili, c’è quello relativo al prezzo dei moduli fotovoltaici, diminuito di circa il 50% su base annua, con ripercussioni positive sui costi complessivi. Al contrario, l’eolico non si trova in un momento positivo, fatta eccezione per la Cina, specie per i ritardi dovuti alle autorizzazioni amministrative per gli impianti e alle interruzioni nella catena di approvvigionamento.  Lato idrogeno da fonti rinnovabili, IEA stima che allo stato attuale solo il 7% della capacità complessiva prevista nei progetti annunciati sarà operativo entro il 2030. Anche in questo caso uno dei freni maggiori allo sviluppo di questa tipologia di energia green è la mancanza di politiche coerenti a sostegno degli investitori. In tema di biocarburanti, che potrebbero mostrare tutto il loro potenziale in settori le cui emissioni sono difficili da abbattere, come il trasporto aereo, le stime per i prossimi cinque anni indicano che Paesi come Brasile e India catalizzeranno il 70% della domanda complessiva. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ad Ustica un villaggio fortificato di oltre 3000 anni fa

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Tempo di lettura: 4 minuti ֎Scoperta nel Villaggio dei Faraglioni. Un nuovo affascinante capitolo della storia del Mediterraneo accresce l’interesse per un insediamento archeologico che, nel corso di decenni di studi e scavi, ha restituito un ricco […]

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Così si protegge il patrimonio storico-artistico

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Tempo di lettura: 10 minuti ֎È urgente attivare corrette politiche di prevenzione del rischio sismico, atte a proteggere dal terremoto, molto più di quanto si sia sinora fatto, non solo le moderne strutture civili e […]

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Il legno prima di tutto

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֎Ormai ci sono pochi dubbi, il legno è stato compagno dell’uomo sin dai primi albori della comparsa degli umani sulla Terra. E comprende, nelle applicazioni pratiche, tutte le altre materie utilizzate dai primi uomini֎

L’ecosistema in noi…

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Tempo di lettura: 2 minuti ֎L'ultimo lavoro di Francesco Boer e Andrea Pilloni edito da Piano B. Il libro prende spunto da una semplice domanda: che cos’è un ecosistema? La più classica delle risposte è […]

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I Fulani sparpagliati dalla desertificazione sahariana

Tempo di lettura: 3 minuti Nel DNA la testimonianza di antichi pastori ֎Uno studio, condotto da un team internazionale coordinato da Sapienza Università di Roma e dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale […]

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Che c’era prima di Machu Picchu

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Tempo di lettura: 3 minuti Da un letto di un torrente venne trasformato in cava, poi in piazza, fino a diventare il capolavoro dell’architettura Inca che tutto il mondo conosce. È quanto scoperto, mediante tecniche […]

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57 anni fa l’alluvione di Firenze… sembra un loop temporale

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Un diario ricorda quei giorni che sembrano oggi

֎In Italia un ripetersi angoscioso di lutti e danni, di promesse e tradimenti, di ricordi e celebrazioni. Il diario di Francesco Sannicandro, nostro collaboratore, che si trovava presso la Scuola di Guerra Aerea, alle Cascine di Firenze֎

Corruzione, le catene che limitano lo sviluppo sostenibile

Tempo di lettura: 13 minuti ֎L’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 è intitolato «Pace, giustizia e istituzioni solide» ed è centrato anche sulla necessità di «Ridurre sostanzialmente la corruzione e la concussione in tutte le loro forme». […]

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Il sicomoro e il pino del Pollino vittime della stupidità

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Distruggere il simbolo ne esalta il valore

֎Domani saranno trent’anni che il pino loricato, simbolo del Parco nazionale del Pollino, è stato bruciato. Ma gli alberi abbattuti non smettono di raccontarci. Il ricordo fatto da Annibale Formica che ha vissuto in prima persona il dolore per quel falò֎