La Strategia di bioeconomia è sostenibile? Territori, impatti, scenari

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Tempo di lettura: 3 minuti Il libro a cura di Margherita Ciervo, scritto facente parte della Collana diretta da Filippo Schilleci «Ricerche e studi territorialisti», ed edito da SdT Edizioni

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Ancora rivelazioni dalla Grotta Romanelli

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Tempo di lettura: 3 minuti Gli ultimi studi condotti presso il sito preistorico di Grotta Romanelli in Puglia, realizzati da Sapienza, Università di Torino, Statale di Milano e Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) […]

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Ambiente, studio: i bambini italiani soffrono di ecoansia

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(Adnkronos) –
Preoccupazione, tristezza, rabbia: sono solo alcune delle emozioni più associate dai bambini all'ansia sul futuro del pianeta. Il 95% tra bambine e bambini intervistati si dichiara preoccupato per il futuro dell’ambiente e più di uno su 3 (40%) riferisce di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo e di aver fatto fatica a dormire o mangiare a causa di questo pensiero. È quanto emerge dai risultati di un recente studio italiano, nato nel contesto del progetto educativo di Scuolattiva Onlus 'A Scuola di Acqua', realizzato da nove anni in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino e dedicato alla sensibilizzazione dei più giovani sui temi dell’idratazione e della sostenibilità ambientale.  La ricerca condotta sotto la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, e in collaborazione con Triplepact Società Benefit, ha previsto la somministrazione di una survey realizzata con metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interview) e ha coinvolto un campione di circa 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni.  Diverse ricerche internazionali hanno suggerito una suddivisione in tre categorie per comprendere come i cambiamenti climatici influenzino la salute mentale: impatti diretti, indiretti e vicari. Finora, gran parte della ricerca scientifica ha focalizzato l'attenzione sugli impatti diretti, quelli che si manifestano dopo eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti o uragani. Tuttavia, sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato alla crisi climatica globale anche senza essere direttamente o indirettamente colpite. Questo emerge chiaramente anche nello studio di ScuolAttiva: l’ecoansia nei bambini non è necessariamente correlata a esperienze realmente vissute, ma piuttosto è frutto della comunicazione e informazione sui temi del climate change che influenzano la percezione del problema da parte dei più piccoli. In altre parole, solo conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale.  Nonostante lo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono strettamente connessi all’ambiente (nel 78% dei casi) e il loro approccio al fenomeno non è passivo ma, al contrario, connotato da un forte spirito di protagonismo e di motivazione ad agire: la quasi totalità del campione si percepisce infatti direttamente responsabile della situazione (95.6%) e pensa che il proprio contributo possa fare la differenza (97.2%). Non solo, agli occhi dei bambini, la soluzione sta nella partecipazione di tutti: anche gli adulti, nei quali è riposta la fiducia del 72% dei più piccoli, devono contribuire attivamente alla salute del Pianeta. Lo studio sottolinea quindi l'importanza di promuovere l’engagement delle nuove generazioni nella tutela dell'ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici attraverso iniziative formative e di sensibilizzazione.  “Sanpellegrino, attraverso ‘A Scuola di Acqua: sete di futuro’ promuove da anni iniziative per stimolare nelle nuove generazioni comportamenti responsabili legati a un consumo corretto e consapevole di acqua e per educarli al riciclo e alla tutela ambientale. Lo studio realizzato dall’Università di Pavia aggiunge, quindi, un nuovo tassello a questa iniziativa mostrando la preoccupazione dei bambini per il futuro del Pianeta, insieme alla convinzione che il loro contributo possa fare la differenza. Siamo, infatti, convinti che i progetti di formazione ricoprano un ruolo fondamentale nel creare consapevolezza su questi temi perché, attraverso l’informazione e la formazione dei più piccoli, si possono gettare le basi per costruire un futuro più sostenibile”, osserva Fabiana Marchini, Head of Sustainability del Gruppo Sanpellegrino.  “Assistere alle conseguenze del cambiamento climatico può generare sofferenza e preoccupazioni per il futuro, insieme a senso di impotenza e frustrazione per l’incapacità di arrestare questo fenomeno o di fare la differenza. Per questo diventa sempre più necessario investire su iniziative formative e di sensibilizzazione che favoriscano l’empowerment dei cittadini e, soprattutto delle nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di eco-ansia, che non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per disturbi della salute mentale. È infatti un fattore di stress che può spingere gli individui a reagire all'ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo e le aspettative per il futuro”, sottolinea la professoressa Serena Barello, direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia coordinatore scientifico dello studio.  In sintesi, lo studio ha evidenziato un profondo legame emotivo dei più piccoli con il futuro del pianeta, contraddistinto da preoccupazione, tristezza e rabbia. Nonostante questo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono coinvolti e responsabili, credendo fermamente che il loro contributo possa fare la differenza. La ricerca sottolinea l'importanza di coinvolgere attivamente le nuove generazioni nella tutela dell'ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici.  “Il progetto A Scuola di Acqua – Sete di Futuro da sempre si propone di sensibilizzare i giovani sui temi dell'ambiente e della sostenibilità, fornendo loro strumenti per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico – sottolinea Simona Frassone, presidente di ScuolAttiva Onlus – ma come è nel nostro stile siamo sempre attenti all’emergere di nuove necessità e criticità di docenti e studenti italiani. Per questo abbiamo ritenuto imprescindibile indagare un fenomeno, l'eco-ansia, che ad oggi non è ancora così famoso ma di cui nelle aule italiane si possono già notare alcuni effetti. Abbiamo toccato con mano una profonda sensazione di disagio e paura cronici legata agli effetti del riscaldamento globale, che può influenzare la salute mentale dei bambini. Siamo molto orgogliosi di essere, insieme a Sanpellegrino, all’Università di Pavia e Triplepact, i primi in Europa a dare un contributo scientifico sul fenomeno per il target dei bambini delle scuole primarie. Da vent’anni sosteniamo l'importanza di sostenere la scuola italiana con investimenti privati in iniziative educative volte a sostenere i giovani. E questa ricerca conferma questo nostro impegno”.  E gli insegnanti? La fotografia scattata su cinquecento insegnanti ricalca specularmente i dati forniti dai ragazzi, seppur con qualche nota di maggiore pessimismo. Ad esempio, il senso di efficacia nell’affrontare in prima persona le sfide ambientali risulta forte solo in una persona su 10. Inoltre, a differenza di un’ampia maggioranza di bambini che dichiara di riporre fiducia negli adulti per la gestione della sfida climatica e ambientale, solo 2 docenti su 10 si dichiarano fiduciosi nelle istituzioni in tal senso. La maggioranza crede però convintamente nel valore delle iniziative educative tese ad aumentare la sensibilità delle persone sul valore del proprio contributo individuale per combattere le sfide ambientali. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il retaggio del girifalco per la Capitanata

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La Natura nei luoghi di Federico II

֎Pochi spunti che mostrano quanto stimolante può essere l’incontro tra umanistica e scienze naturali, una disciplina facendo di complemento all’altra. Auspico un convegno a Foggia tra letterati, falconieri ed ornitologi֎

Verrà il futuro e avrà il volto di oggi

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Il gioco è finito

Il sogno è finito, è «svampato». In più di 40 anni ci hanno preso in giro, di promessa in promessa, non hanno messo mano a nessun cambiamento di stile di vita e come potranno farlo ora che stiamo lottando per evitare il punto di non ritorno? Ecco l’unica soluzione possibile…

Era ancora una scimmia…

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Lo studio di un femore a cui ha partecipato l’antropologo Damiano Marchi, professore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, e coordinato dal professor Roberto Macchiarelli dell’Università di Poitiers in Francia ha evidenziato come il Sahelanthropus tchadensis, considerato un ominino, in realtà non camminasse su due piedi

2. Educazione ambientale, acqua e rifiuti impongono una rieducazione

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I dissesti geologici che affliggono l’Italia passano da un riequilibrio ambientale; da un nuovo e rinnovato rispetto per la risorsa idrica e da una rieducazione sociale al concetto di rifiuto

Clima, una minaccia allo stile di vita per un italiano su due

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(Adnkronos) –
Più della metà degli italiani (51%) considera il cambiamento climatico una minaccia per il proprio stile di vita nel prossimo decennio, prima ancora di questioni come le pandemie (25%), l'immigrazione (20%) e l'intelligenza artificiale (13%). Sono i risultati di un’indagine commissionata da Finn Partners Research&Insights e condotta in tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea coinvolgendo quasi 12mila cittadini, di cui 1.603 in Italia.  Le preoccupazioni sul cambiamento climatico sono così forti che due terzi degli intervistati (66%) ritiene che gli eventi meteorologici estremi avranno un ruolo nella scelta del luogo in cui vivranno nei prossimi 20 anni. Tra questi, l'aumento delle temperature (44%), la siccità (30%) e le inondazioni (12%) sono gli eventi che preoccupano maggiormente. In effetti, la maggior parte (84%) degli intervistati sono preoccupati per gli effetti degli eventi meteorologici estremi, quali forti piogge/alluvioni o temporali violenti.  L'opinione dei cittadini dell'Ue sui risultati ottenuti dai governi nazionali nell'affrontare le questioni climatiche e ambientali è negativa, con meno di uno su cinque (17%, in Italia il 16%) che ritiene che abbiano ottenuto risultati per lo più buoni o molto buoni. Quasi la metà (46%) afferma che le misure adottate dal proprio governo nazionale in materia sono state per lo più scarse o molto scarse (in Italia, il 50%). L'Ue ha ottenuto risultati migliori, ma solo marginalmente: un quinto (20%, del campione totale e degli italiani) ritiene che i risultati siano stati buoni (rispetto al 42% che li cita come scarsi, in Italia il 45%). Nonostante la diffusa preoccupazione dei cittadini di tutti gli Stati membri dell'Ue per il clima, con un 79% (86% in Italia) che si preoccupa dell'impatto sulle prossime generazioni, esiste ancora una resistenza all'evidenza scientifica. Il 10% degli intervistati (l’8% in Italia) è dell'opinione che il cambiamento climatico causato dall’attività antropica non sia in atto e un altro 3,5% (2% in Italia) è dell'opinione che non ci sia un cambiamento climatico in atto. A livello europeo questo dato corrisponde a 60 milioni di persone che negano che l'uomo sia la causa principale del cambiamento climatico o che sostengono che non stia accadendo affatto. Contrariamente alle aspettative, gli anziani non sono più propensi a negare i cambiamenti climatici o ad attribuirli a processi naturali. Al contrario, gli intervistati più giovani sono leggermente più propensi a sostenere l'opinione che il cambiamento climatico non sia in atto (4% tra i 18-44enni) o che non sia causato dall'uomo (tra l'11-12% per queste fasce d'età).  Secondo lo studio, poi, l’88% degli italiani concorda sul fatto che il cambiamento climatico sia un problema serio, rispetto all'82% del campione complessivo; l’83% degli italiani afferma di cercare di risparmiare 'sempre' o 'spesso' energia, rispetto al 76% del campione complessivo; il 55% degli italiani afferma di riflettere 'sempre' o 'spesso' sulle proprie abitudini di acquisto evitando brand di fast fashion o concentrando gli acquisti online per avere un’unica consegna, rispetto al 51% del campione complessivo; gli italiani credono che il cambiamento climatico avrà un impatto sulle proprie vacanze poiché d’estate farà troppo caldo (75%) e d’inverno ci sarà meno neve (47%), e sull’alimentazione poiché alcuni prodotti come l’olio diventeranno molto costosi (49%). Per Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategie per la decarbonizzazione di Ecco, il Think Tank italiano per il clima, “questa ricerca mostra quanto il cambiamento climatico sia ormai una realtà per i cittadini italiani e quanto impatti sulla vita di tutti, dalla scelta del luogo in cui vivere fino alle vacanze, passando per il lavoro o gli effetti dei sempre più numerosi eventi meteorologici estremi. Emerge anche chiaramente come la risposta politica sia ritenuta insufficiente dalla metà degli intervistati. Le persone non hanno paura della transizione energetica, ma rintracciano una incapacità da parte della classe politica di governarla, massimizzandone i benefici e minimizzandone i costi: questa è la sfida a cui è chiamata la politica, a cominciare dai G7 in corso e dalle imminenti elezioni europee, senza dimenticare ovviamente politiche nazionali come il Piano Mattei o la revisione del Piano Integrato Energia e Clima”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Geoeventi in tutta Italia per salvare il nostro futuro

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Due i Geoventi organizzati dall’Ordine dei geologi della Puglia. «Anche quest’anno l’Ordine dei geologi della Puglia è presente all’appuntamento della Settimana del pianeta Terra con la consapevolezza del ruolo divulgativo e comunicativo che ha questo evento per le Geoscienze»

Ultima spiaggia: l’economia circolare

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Tutti i nodi sono chiari. La strada che si vuole intraprendere è quella di copiare la natura con l’economia circolare, ma già c’è un affollamento di «specialisti» che sgomita per entrare e dividere l’ultima torta. E la partita è tutta all’interno della gestione produttiva. Pubblicato l’ultimo numero del Trimestrale «Villaggio Globale» che offre un panorama di idee e di problematiche

Goethe, non solo grande letterato…

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Fu anche un grande e raffinato scienziato. Non si fermava all’analisi o all’esame di un particolare ma guardava l’insieme ed alcuni suoi lavori sono avveniristici. Piano B ripropone le sue «Meditazioni sulla Natura»

Life Seposso ad Ischia

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Ischia rappresenta la terza tappa del progetto, che per l’occasione presenta per la prima volta i dati raccolti nel corso delle 22 campagne di monitoraggio, del trapianto effettuato in dieci anni di osservazione, e questo dopo le tappe di Civitavecchia e Augusta-Priolo

Vulcani ed evoluzione di ominidi nella Rift Valley

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֎Una ricerca condotta dall’Università di Firenze e dall’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr di Firenze, in collaborazione con varie università internazionali, ha messo in evidenza come l’attività vulcanica della Rift Valley non sia avvenuta in modo continuo bensì «a scatti»֎

I ghiacciai, testimoni della crisi climatica

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La mostra dei lavori di Fabiano Ventura raccoglie gli scatti dal 2009 al 2021, insieme ad un team di registi e ricercatori. Sono i lavori condotti in 8 spedizioni sui maggiori ghiacciai montani della Terra. L’Esposizione dal 17 giugno al 18 novembre 2022 a Forte di Bard, Valle d’Aosta

Il «nuovo» vglobale.it

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«Villaggio Globale» compie quest’anno 21 anni. Ha un database ricco di contributi scientifici di alto livello, scritti da docenti, professori, ricercatori e professionisti. Il nuovo portale mette in chiaro questa ricchezza di interventi e li rende facilmente fruibili: dal Trimestrale, agli Ebook, al Web

La biodiversità nell’invisibile

Tempo di lettura: 2 minuti Un Manuale amichevole sulla vita in millesimi di millimetro. Con il progressivo intensificarsi degli accenti sulla biodiversità e, da ultimo, con l'evidenza delle drammatiche carenze nella cultura generale emerse a […]

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Natura, etica e morale: cinque riflessioni

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Il viaggio nell’etica o lo sconfinamento sono all’ordine del giorno: giudicare l’uso della mascherina a scuola come strumento da lager fa proprio questo passaggio ma operando una sterzata a U per cui l’uso raccomandato per la salvaguardia della propria e altrui salute viene consegnata al giudizio di restrizione della libertà, invocato a prescindere dalla salute globale e sfruttato per l’esercizio del potere sulle convinzioni di massa!

Si fa presto a dire… Biodiversità

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Tempo di lettura: 2 minuti Secondo uno studio italo-finlandese curato da ricercatori del Cnr e del Finnish Museum of Natural History, l’interesse mediatico verso il tema della conservazione della natura spinge, in molti casi, a […]

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Senza il «sistema» biodiversità non c’è vita

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La vita di tutti gli esseri viventi è un fenomeno sistemico

I cambiamenti radicali dei processi dell’ecosistema determinano l’estinzione di un considerevole numero di specie viventi, a causa della distruzione del loro habitat naturale, minacciando, così, l’integrità del sistema terrestre nel suo insieme

Recuperare sul Gargano i luoghi della biodiversità

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Una storia che si svolge in un piccolo triangolo di terra e in un arco temporale lunghissimo; una storia che riguarda cedri e limoni, i primi pomi citrini che abbia mai conosciuto l’Europa prorompendo con la scoperta di un arancio amaro prima e poi dolce, che non pochi grattacapi ha provocato per le scienze naturali, soprattutto la botanica

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