֎Nel 2021, tutti con meno di un anno. I neonati e i bambini piccoli sono i soggetti più a rischio di morte e di cattiva salute֎
Addio alle microplastiche, dagli Stati Uniti una ricetta sostenibile
(Adnkronos) – Micro e nanoplastiche hanno raggiunto un tale grado di diffusione nell’ambiente da essere presenti nei cibi e nelle bevande che consumiamo tutti i giorni, come l’acqua, con importanti conseguenze per la salute del nostro organismo. Un gruppo di ricerca dell’Università del Missouri, negli Stati Uniti, avrebbe trovato una soluzione sostenibile a questo problema. Grazie all’azione di un solvente non inquinante, infatti, gli esperti sarebbero riusciti a rimuovere dall’acqua il 98% dei corpi estranei. La ricerca è recentemente comparsa sulle colonne di “Acs Applied Engineering Materials”. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Rifiuti elettronici, «stop all’abbandono estivo»
(Adnkronos) – No all’abbandono estivo delle piccole apparecchiature elettroniche fuori uso come asciugacapelli portatili, rasoi, ventilatori da viaggio, sigarette elettroniche e cuffie wireless.
Qualità dell’aria in picchiata nelle città italiane
(Adnkronos) – Il panorama urbano italiano è al centro di una recente analisi condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica, che mette in luce una serie di sfide e progressi nell’ambito dell’ambiente urbano.
Gas serra, trend in diminuzione ma livelli nazionali in crescita
֎Online l’ultima edizione della pubblicazione Ispra: «Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030». Determinante l’aumento costante del settore trasporti, le cui emissioni provengono per oltre il 90% dal trasporto stradale, che rispetto all’anno precedente segna un +5% e conferma un trend che non conosce pause e supera il 7% dal 1990֎
Emissioni di CO2, compagnie aeree nel mirino dell’UE
(Adnkronos) – La compensazione delle emissioni di CO2 nel settore aereo rappresenta un tema centrale tra le iniziative pro sostenibilità.
Addio PFAS: un nuovo trattamento dell’acqua cancella le sostanze chimiche per sempre
(Adnkronos) – Gli ingegneri dell’Università della Columbia Britannica hanno varcato una nuova frontiera nella purificazione dell’acqua, presentando un trattamento innovativo che cancella le temute “sostanze chimiche per sempre” (PFAS) dall’approvvigionamento idrico. Le sostanze chimiche per sempre, conosciute formalmente come PFAS (sostanze per- e polifluoroalchil), sono un gruppo di composti che conferiscono proprietà antiaderenti o repellenti alle macchie a vari prodotti. Sebbene invisibili all’occhio umano, le oltre 4.700 varianti di PFAS in circolazione si trovano probabilmente nel tuo quotidiano, infiltrandosi nell’ambiente e, di conseguenza, nell’acqua potabile. Queste sostanze possono essere presenti in abbigliamento da pioggia, pentole antiaderenti, repellenti alle macchie e persino nelle schiume antincendio. Utilizzate dall’industria sin dagli anni ’40, le PFAS sono impiegate per una vasta gamma di scopi, dall’impermeabilizzazione all’antiaderenza, dai tessuti ai cosmetici. Un elenco infinito di applicazioni che illustra quanto siano onnipresenti e potenzialmente dannose le PFAS nella nostra vita quotidiana. Le PFAS rappresentano una minaccia invisibile per la nostra salute, poiché la maggior parte delle persone entra in contatto con queste sostanze attraverso cibo, prodotti per i consumatori e acqua contaminata. I danni potenziali sono gravi e diversificati, includendo, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, disturbi del fegato, disfunzioni tiroidee, obesità e addirittura il cancro. L’esposizione continua a queste particelle nocive può portare a una serie di problemi di salute, compresi disturbi ormonali, malattie cardiovascolari e ritardi nello sviluppo. La rimozione delle PFAS dall’acqua potabile è ora possibile grazie a un innovativo materiale adsorbente sviluppato dai ricercatori dell’Università della Columbia Britannica. Questo materiale unico è in grado di intrappolare e trattenere tutte le PFAS presenti nell’approvvigionamento idrico, permettendo poi la loro distruzione attraverso tecniche speciali elettrochimiche e fotochimiche. Il cuore di questa tecnologia è un materiale a base di silice, progettato per assorbire efficacemente una vasta gamma di PFAS, garantendo così la massima purificazione dell’acqua. La bellezza di questo sistema risiede nella sua sostenibilità: il materiale adsorbente può essere rigenerato e riutilizzato, riducendo al minimo la produzione di rifiuti solidi tossici. Allo stesso tempo, ricerche condotte dall’Università dello Stato dell’Arizona stanno esplorando un approccio alternativo basato sull’uso di microrganismi per scomporre le PFAS. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Emissioni globali: le aziende più inquinanti del Pianeta
(Adnkronos) – Per poter accelerare concretamente nella riduzione delle emissioni globali servirebbe l’impegno di tutti, dai singoli cittadini alle istituzioni e, soprattutto, quello delle grandi aziende.
Perché le emissioni delle auto ibride plug-in sono maggiori del previsto?
(Adnkronos) – Le auto ibride plug-in inquinano più di quanto previsto. Nel panorama attuale della mobilità sostenibile, le auto ibride plug-in (Phev) rappresentano una soluzione di compromesso tra i veicoli a combustione interna e quelli puramente elettrici.
I fondi del caffè per proteggere l’ambiente
(Adnkronos) – Uno scarto come i fondi del caffè potrebbe essere un’arma in più contro l’inquinamento delle acque. Secondo uno studio dell’Università tecnologica federale del Paranà, i fondi del caffè esausti, con l’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, hanno un’efficacia del 70 per cento nel rimuovere il bentazone. Si tratta di uno degli erbicidi più usati in agricoltura, di cui l’EPA (l’agenzia Usa per la protezione dell’ambiente) ha segnalato livelli potenzialmente dannosi per la salute umana nelle acque di falda. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Qualità dell’aria migliora in Italia nel 2023
(Adnkronos) – La qualità dell’aria migliora in Italia nel 2023. Rispettati nel 2023 i valori limite annuali del particolato atmosferico Pm10 in tutti i punti di misura, come anche quelli del Pm2,5 (311 su 312), con una riduzione media per quest’ultimo di circa il 13% rispetto alla media del decennio 2013-2022. Anche il valore limite giornaliero del Pm10 è stato rispettato nell’89% delle stazioni di monitoraggio, con eccezioni concentrate soprattutto nell’area Nord est del bacino padano (47 superamenti su 63), in porzione della conca a nord del Vesuvio e in provincia di Frosinone. Sono i dati del ‘Rapporto Qualità dell’aria in Italia 2023’ presentato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente Snpa, costituito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome, a Torino presso la sede di Arpa Piemonte. Secondo il report, risulta nei limiti in quasi tutte le stazioni di monitoraggio (98%) il valore annuale del biossido di azoto, che nel 2023 segna una riduzione del 19% rispetto al decennio 2013-2022. I superamenti si verificano in stazioni influenzate da alti flussi di traffico stradale: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Il 2023 è stato l’anno migliore da quando sono disponibili dati di Pm10 e Pm2,5 (metà degli anni ’90, dal 2007 con la rete completa), sia in termini di superamenti della soglia giornaliera del Pm10 sia nei valori medi annuali. “L’andamento dei valori del particolato è fortemente legato alle condizioni meteorologiche, che hanno influenzato in positivo i risultati del 2023, mentre la riduzione delle emissioni incide soprattutto nel medio e lungo periodo. Preoccupa l’aumento dei periodi di stagnazione atmosferica invernale (inversione termica a bassa quota, alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente) in alcune delle aree del paese solitamente più critiche, situazione che si è verificata con particolare rilevanza nei primi mesi del 2024”, spiega Snpa. In prospettiva, “i monitoraggi dovranno tener conto anche degli effetti delle estremizzazioni atmosferiche causate dal cambiamento climatico. Osservato speciale è l’ozono, inquinante presente specialmente in estate. Nel 2023 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana è stato rispettato solo in 49 stazioni su 344, pari al 14%. Caldo estremo e assenza di precipitazioni favoriscono i superamenti della soglia”. “Il quadro sostanzialmente positivo dei dati relativi al 2023 conferma un trend in generale miglioramento che deve stimolare a proseguire nelle azioni di risanamento anche alla luce degli obiettivi a cui tendere nel lungo termine per la nuova direttiva dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria in via di definizione – conclude Snpa – In particolare, il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale sarà chiamato a rafforzare le proprie capacità analitiche per monitorare la composizione chimica del particolato atmosferico in quanto i recenti studi dell’Oms hanno evidenziato che gli effetti sulla salute non dipendono solo dalle concentrazioni di polveri sottili ma anche dalla loro composizione”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Italia sotto accusa dell’Ue per la qualità dell’aria
(Adnkronos) – La Commissione Europea ha inviato una lettera formale di messa in mora all’Italia, evidenziando la persistente mancata conformità del Paese alla sentenza della Corte di Giustizia del 10 novembre 2020, degli standard imposti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria. La decisione, comunicata dall’esecutivo dell’Unione Europea, sottolinea che l’Italia continua a non rispettare gli obblighi stabiliti dalla direttiva europea. La direttiva in questione impone il rispetto di precisi limiti riguardanti la concentrazione di determinati inquinanti atmosferici, con particolare attenzione al PM10. In caso di superamento di tali limiti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure immediate per ridurre al minimo il periodo di superamento delle soglie consentite. Nonostante l’Italia abbia introdotto alcune misure a partire dal 2020, al 2022 ben 24 zone del Paese hanno ancora registrato superamenti dei limiti giornalieri, con una zona che ha addirittura superato i limiti annuali consentiti. Questo persistente quadro di inadempienza ha spinto la Commissione Europea a prendere provvedimenti, inviando una lettera formale di messa in mora al governo italiano. In caso di mancata risposta adeguata da parte delle autorità italiane, l’Italia rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia Europea, con la conseguente possibilità di sanzioni finanziarie. Si tratta di una situazione che richiede un’azione rapida e decisa da parte delle istituzioni italiane, al fine di garantire il pieno rispetto degli standard ambientali europei e tutelare la salute dei cittadini. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Lanciato nello spazio MethaneSAT, il satellite che monitora le perdite di metano sulla Terra
(Adnkronos) – Lanciato nello spazio lo scorso 4 marzo, il satellite MethaneSAT, che monitorerà tutte le perdite di metano sul pianeta, è un chiaro esempio di come il progresso tecnologico possa aiutare la transizione green. Una tendenza fondamentale in questo contesto storico, rafforzata dal fatto che MethaneSAT è il primo satellite finanziato da un’organizzazione ambientalista, la Environmental Defense Fund (Edf). Methane Sat è stato lanciato nello spazio il 4 marzo 2024 e per realizzare il progetto è stata cruciale la partnership tra Edf e Google. L’obiettivo è quella di acquisire dati essenziali per comprendere e affrontare il problema delle emissioni di metano (CH4) nell’atmosfera, una delle principali cause del riscaldamento globale. Negli ultimi sono stati lanciati altri satelliti con un fine analogo, ma, secondo Edf e Google, MethaneSAT sarà il progetto più completo tra quelli disponibili. “Tagliare l’inquinamento da metano prodotto dalle operazioni legate ai combustibili fossili, dall’agricoltura e da altri settori – ha dichiarato Fred Krupp, presidente di Edf – è il modo più rapido per rallentare il riscaldamento globale mentre continuiamo a decarbonizzare i nostri sistemi energetici. […] Per farlo, però, è necessario disporre di dati completi su scala globale. MethaneSAT ci mostrerà una panoramica del fenomeno tracciando le emissioni fino alla loro fonte”. MethaneSAT è stato lanciato in orbita tramite un razzo SpaceX Falcon 9 e sarà operativo a un’altitudine di oltre 560 chilometri. Dotato di telecamere a infrarossi (il metano è incolore) ad alta risoluzione, il satellite effettuerà 15 orbite giornaliere intorno alla Terra, focalizzandosi principalmente sulle regioni del mondo con maggiori attività di produzione di petrolio e gas naturale. L’obiettivo principale è individuare le perdite di metano che si verificano nel corso dell’estrazione e del trasporto di questo gas. Grazie all’estrema precisione delle sue telecamere, MethaneSAT sarà in grado di individuare anche le più piccole perdite di metano nell’atmosfera e sarà in grado di valutarne l’entità. Diversamente da altri satelliti, MethaneSAT potrà quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree e identificare i grandi emettitori in luoghi finora rimasti inosservati. Questo consentirà alle aziende e alle autorità di regolamentazione di tenere traccia delle emissioni e daranno alle parti interessate, cittadini, governi, investitori e importatori di gas, un accesso gratuito e quasi in tempo reale ai dati. Le istituzioni potranno quindi monitorare subito i risultati ottenuti con gli obiettivi e gli obblighi in materia di emissioni. Queste caratteristiche inaugurano una nuova era per il settore, in linea con le crescenti richieste di trasparenza da parte di enti, consumatori e investitori. I dati interattivi sulle emissioni saranno disponibili a chiunque direttamente dal sito www.MethaneSAT.org e su Google Earth Engine, una delle principali piattaforme di dati geospaziali utilizzata da oltre 100.000 esperti e analisti. “L’aspetto unico di MethaneSAT è la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione e su vaste aree, tracciando anche le fonti più piccole e diffuse che rappresentano la maggior parte delle emissioni in molte regioni”, ha spiegato Steven Hamburg, scienziato capo di Edf e responsabile del progetto. Attualmente, molte aziende del settore energetico adottano pratiche che comportano la dispersione di metano nell’ambiente. Questo perché sono solite bruciare il metano che fuoriesce dai giacimenti in lavorazione (producendo quindi anidride carbonica, il gas serra più inquinante) o disperderlo nell’ambiente. Come detto, MethanSat monitora anche le perdite che avvengono durante il trasporto, che in alcune zone come l’Asia centrale sono particolarmente frequenti a seguito di grandi incidenti: secondo i dati più aggiornati, un’esplosione avvenuta in un pozzo di esplorazione petrolifera nel sud-ovest del Kazakistan ha causato la dispersione nell’atmosfera di 127mila tonnellate di metano in soli sei mesi. Solo i sabotaggi dei gasdotti Nord Stream del 2022 ne avevano disperso di più da una sola fonte non naturale (230mila tonnellate di metano). Nonostante il metano resti nell’atmosfera solo 12 anni, ha un potenziale di riscaldamento globale circa 25 volte superiore a quello della CO2. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il metano contribuisce per il 30% all’aumento della temperatura media terrestre rispetto all’epoca preindustriale. È possibile ridurre di molto le emissioni di CH4 perché sono principalmente di origine antropica, con circa tre quinti provenienti da attività umane come l’allevamento intensivo e l’estrazione dei combustibili fossili. In termini di perdite da discariche, sono state rilevate dai satelliti più di 1.200 perdite di gas serra prodotti dalle discariche in varie parti del mondo. Per quanto riguarda l’estrazione di combustibili fossili, è stato calcolato che se tutte le perdite fossero state catturate e vendute nel 2021, ci sarebbero stati 180 miliardi di metri cubi di metano in più per i mercati del gas. Un dato che evidenzia il potenziale di riduzione delle emissioni di metano attraverso il miglioramento delle pratiche di estrazione e trasporto dei combustibili fossili. Va inoltre considerato che secondo un report della International Energy Agency (Iea), le emissioni globali di metano provenienti dal settore energetico sono circa il 70% maggiori rispetto a quanto riportato ufficialmente. Nel corso dell’ultimo decennio, le emissioni di metano si sono leggermente ridotte in Italia (-6,8%), con una diminuzione più significativa nel settore dell’industria (-48,7%) e dell’energia (-24,5%). Il calo è comunque inferiore rispetto a quello di altri gas serra. Tra il 1990 e il 2020 le emissioni totali sono diminuite in Italia del 26,5% tra 1990 e 2020, mentre la riduzione è stata decisamente più contenuta nel caso del metano: -13,4%. Diversa invece la situazione europea, dove in media il calo si attesta sul 36% (32% per i gas serra nel loro complesso). Le emissioni di metano in rapporto alla popolazione, come riporta Openpolis, sono comunque più contenute in Italia rispetto alla media europea, con 2.869 tonnellate ogni 10mila persone contro 3.325. Tra le tecnologie avanzate utilizzate da MethaneSAT, l’intelligenza artificiale ha un ruolo cruciale per creare una mappa globale delle perdite di metano. Questa mappa consentirà di quantificare le emissioni e di identificarne la fonte, fornendo così informazioni cruciali per adottare misure mirate di mitigazione. Più nello specifico, il satellite realizzato da Edf fornirà il primo quadro globale dettagliato delle emissioni di metano elaborando dati riguardo la loro localizzazione, entità, aumento, diminuzione e responsabili in tutto il mondo. Un esempio che dimostra come l’Intelligenza artificiale può migliorare le performance Esg e sostenere la transizione ecologica. Combinando la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione spaziale su vaste aree, MethaneSAT sarà in grado di rilevare anche le piccole emissioni che altri satelliti oggi non catturano ma che in molte regioni arrivano a rappresentare fino all’80% delle emissioni in molte regioni. “Capire come affrontare le emissioni di metano è una delle maggiori sfide climatiche che ci troviamo ad affrontare oggi. Siamo entusiasti di condividere le informazioni concrete che sono urgentemente necessarie per ottenere un impatto reale. Questo lavoro è possibile grazie ai nostri partner di Edf” ha scritto Google sui propri canali ufficiali annunciando la partnership con l’organizzazione ambientalista. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)