I principali punti che emergono dal Rapporto, suddivisi per tematiche trattate: Qualità dell’aria e salute; Qualità dell’aria e ozono troposferico; Qualità dell’aria e particolato; Qualità dell’aria e composti dell’azoto ossidati e ridotti; Qualità dell’aria e clima; Valutazione integrata della qualità dell’aria
In Toscana dal 1° gennaio nuove restrizioni
Rispetto ai valori predisposti dalle Direttive europee emanate, gran parte delle città europee si trova in situazione di non conformità e le autorità competenti devono agire per conseguire, possibilmente nei tempi previsti, il rispetto dei livelli di qualità ambientale fissati al fine di mitigare l’effetto negativo sulla salute umana e sull’ecosistema in generale
Rimbocchiamoci le maniche, la plastica è nel nostro corpo…
Il Wwf lancia la campagna «Self Tour Plastic Free»
L’Attività fai da te contro la plastica in mare, e si inaugura una nuova community. Rifiuti di plastica in mare diventano «spugne» di contaminanti, virus e batteri: danni a ambiente e salute umana
Amianto, una bomba ancora innescata
A 23 anni dalla messa al bando della pericolosa fibra, l’amianto causa ancora 4mila morti ogni anno in Italia e vede 32 milioni di tonnellate di materiale ancora presenti sul territorio. Ci vorranno almeno 85 anni prima di risanare l’ambiente. Nonostante la Legge 257 prevedesse Piani Regionali Amianto redatti entro 180 giorni dalla sua pubblicazione, ad oggi Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non hanno ancora approvato i propri
Le tecniche analitiche: un supporto alla sostenibilità ambientale (15/06/06)
All’Università Bicocca, Dipartimento Scienze dell’Ambiente e del Territorio, Piazza della Scienza, 1
Biomasse peggio del carbone
Secondo il rapporto del Dipartimento di Energia e cambiamenti climatici (Decc) del Regno Unito quando i boschi vengono abbattuti ad una velocità maggiore del tempo di rigenerazione naturale, l’energia elettrica prodotta è compresa tra 1.270 a 3.988 kg CO2 equivalenti per megawatt, ossia più di quella del carbone
Lanciato nello spazio MethaneSAT, il satellite che monitora le perdite di metano sulla Terra
(Adnkronos) – Lanciato nello spazio lo scorso 4 marzo, il satellite MethaneSAT, che monitorerà tutte le perdite di metano sul pianeta, è un chiaro esempio di come il progresso tecnologico possa aiutare la transizione green. Una tendenza fondamentale in questo contesto storico, rafforzata dal fatto che MethaneSAT è il primo satellite finanziato da un’organizzazione ambientalista, la Environmental Defense Fund (Edf). Methane Sat è stato lanciato nello spazio il 4 marzo 2024 e per realizzare il progetto è stata cruciale la partnership tra Edf e Google. L’obiettivo è quella di acquisire dati essenziali per comprendere e affrontare il problema delle emissioni di metano (CH4) nell’atmosfera, una delle principali cause del riscaldamento globale. Negli ultimi sono stati lanciati altri satelliti con un fine analogo, ma, secondo Edf e Google, MethaneSAT sarà il progetto più completo tra quelli disponibili. “Tagliare l’inquinamento da metano prodotto dalle operazioni legate ai combustibili fossili, dall’agricoltura e da altri settori – ha dichiarato Fred Krupp, presidente di Edf – è il modo più rapido per rallentare il riscaldamento globale mentre continuiamo a decarbonizzare i nostri sistemi energetici. […] Per farlo, però, è necessario disporre di dati completi su scala globale. MethaneSAT ci mostrerà una panoramica del fenomeno tracciando le emissioni fino alla loro fonte”. MethaneSAT è stato lanciato in orbita tramite un razzo SpaceX Falcon 9 e sarà operativo a un’altitudine di oltre 560 chilometri. Dotato di telecamere a infrarossi (il metano è incolore) ad alta risoluzione, il satellite effettuerà 15 orbite giornaliere intorno alla Terra, focalizzandosi principalmente sulle regioni del mondo con maggiori attività di produzione di petrolio e gas naturale. L’obiettivo principale è individuare le perdite di metano che si verificano nel corso dell’estrazione e del trasporto di questo gas. Grazie all’estrema precisione delle sue telecamere, MethaneSAT sarà in grado di individuare anche le più piccole perdite di metano nell’atmosfera e sarà in grado di valutarne l’entità. Diversamente da altri satelliti, MethaneSAT potrà quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree e identificare i grandi emettitori in luoghi finora rimasti inosservati. Questo consentirà alle aziende e alle autorità di regolamentazione di tenere traccia delle emissioni e daranno alle parti interessate, cittadini, governi, investitori e importatori di gas, un accesso gratuito e quasi in tempo reale ai dati. Le istituzioni potranno quindi monitorare subito i risultati ottenuti con gli obiettivi e gli obblighi in materia di emissioni. Queste caratteristiche inaugurano una nuova era per il settore, in linea con le crescenti richieste di trasparenza da parte di enti, consumatori e investitori. I dati interattivi sulle emissioni saranno disponibili a chiunque direttamente dal sito www.MethaneSAT.org e su Google Earth Engine, una delle principali piattaforme di dati geospaziali utilizzata da oltre 100.000 esperti e analisti. “L’aspetto unico di MethaneSAT è la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione e su vaste aree, tracciando anche le fonti più piccole e diffuse che rappresentano la maggior parte delle emissioni in molte regioni”, ha spiegato Steven Hamburg, scienziato capo di Edf e responsabile del progetto. Attualmente, molte aziende del settore energetico adottano pratiche che comportano la dispersione di metano nell’ambiente. Questo perché sono solite bruciare il metano che fuoriesce dai giacimenti in lavorazione (producendo quindi anidride carbonica, il gas serra più inquinante) o disperderlo nell’ambiente. Come detto, MethanSat monitora anche le perdite che avvengono durante il trasporto, che in alcune zone come l’Asia centrale sono particolarmente frequenti a seguito di grandi incidenti: secondo i dati più aggiornati, un’esplosione avvenuta in un pozzo di esplorazione petrolifera nel sud-ovest del Kazakistan ha causato la dispersione nell’atmosfera di 127mila tonnellate di metano in soli sei mesi. Solo i sabotaggi dei gasdotti Nord Stream del 2022 ne avevano disperso di più da una sola fonte non naturale (230mila tonnellate di metano). Nonostante il metano resti nell’atmosfera solo 12 anni, ha un potenziale di riscaldamento globale circa 25 volte superiore a quello della CO2. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il metano contribuisce per il 30% all’aumento della temperatura media terrestre rispetto all’epoca preindustriale. È possibile ridurre di molto le emissioni di CH4 perché sono principalmente di origine antropica, con circa tre quinti provenienti da attività umane come l’allevamento intensivo e l’estrazione dei combustibili fossili. In termini di perdite da discariche, sono state rilevate dai satelliti più di 1.200 perdite di gas serra prodotti dalle discariche in varie parti del mondo. Per quanto riguarda l’estrazione di combustibili fossili, è stato calcolato che se tutte le perdite fossero state catturate e vendute nel 2021, ci sarebbero stati 180 miliardi di metri cubi di metano in più per i mercati del gas. Un dato che evidenzia il potenziale di riduzione delle emissioni di metano attraverso il miglioramento delle pratiche di estrazione e trasporto dei combustibili fossili. Va inoltre considerato che secondo un report della International Energy Agency (Iea), le emissioni globali di metano provenienti dal settore energetico sono circa il 70% maggiori rispetto a quanto riportato ufficialmente. Nel corso dell’ultimo decennio, le emissioni di metano si sono leggermente ridotte in Italia (-6,8%), con una diminuzione più significativa nel settore dell’industria (-48,7%) e dell’energia (-24,5%). Il calo è comunque inferiore rispetto a quello di altri gas serra. Tra il 1990 e il 2020 le emissioni totali sono diminuite in Italia del 26,5% tra 1990 e 2020, mentre la riduzione è stata decisamente più contenuta nel caso del metano: -13,4%. Diversa invece la situazione europea, dove in media il calo si attesta sul 36% (32% per i gas serra nel loro complesso). Le emissioni di metano in rapporto alla popolazione, come riporta Openpolis, sono comunque più contenute in Italia rispetto alla media europea, con 2.869 tonnellate ogni 10mila persone contro 3.325. Tra le tecnologie avanzate utilizzate da MethaneSAT, l’intelligenza artificiale ha un ruolo cruciale per creare una mappa globale delle perdite di metano. Questa mappa consentirà di quantificare le emissioni e di identificarne la fonte, fornendo così informazioni cruciali per adottare misure mirate di mitigazione. Più nello specifico, il satellite realizzato da Edf fornirà il primo quadro globale dettagliato delle emissioni di metano elaborando dati riguardo la loro localizzazione, entità, aumento, diminuzione e responsabili in tutto il mondo. Un esempio che dimostra come l’Intelligenza artificiale può migliorare le performance Esg e sostenere la transizione ecologica. Combinando la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione spaziale su vaste aree, MethaneSAT sarà in grado di rilevare anche le piccole emissioni che altri satelliti oggi non catturano ma che in molte regioni arrivano a rappresentare fino all’80% delle emissioni in molte regioni. “Capire come affrontare le emissioni di metano è una delle maggiori sfide climatiche che ci troviamo ad affrontare oggi. Siamo entusiasti di condividere le informazioni concrete che sono urgentemente necessarie per ottenere un impatto reale. Questo lavoro è possibile grazie ai nostri partner di Edf” ha scritto Google sui propri canali ufficiali annunciando la partnership con l’organizzazione ambientalista. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Qualità dell’aria – Domani la Toscana a piedi
Iniziativa promossa dalla Regione insieme con i Comuni che hanno sottoscritto l’Accordo 2007-2010 per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti e la prevenzione di fenomeni di inquinamento atmosferico
Veicoli elettrici sì ma attenti alla produzione
I mezzi elettrici, data la tecnologia ad oggi disponibile, rappresentano la risposta per la diminuzione dei gas serra e degli agenti inquinanti in atmosfera, grazie alla loro prerogativa di essere ad emissioni zero durante il loro uso
Respiriamo peggio di 25 anni fa
Gli attacchi d’asma sono passati dal 3,4% al 7,2%, per la rinite allergica si è saliti dal 16,2% al 37,4%, l’espettorato ha superato il 19% rispetto all’8,7% del 1985 e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) ha raggiunto il 6,8% contro il 2,1% iniziale. Uno studio lungo 25 anni, portato avanti dall’Ifc-Cnr di Pisa e pubblicato su «Respiratory Medicine», ha evidenziato la presenza dei disturbi respiratori negli ultimi 25 anni. Confermata l’importanza di fattori di rischio quali fumo e ambiente urbano
I prossimi convegni sulla qualità dell’aria
A Lecce, Hotel Tiziano
Dal 19 al 20 aprile 2007
In Algarve (Portogallo)
Dal 23 al 25 Aprile 2007
– Setac Europe- 17th meeting annuale
A Porto (Portogallo)
Dal 20 al 24 maggio
– X Congresso nazionale di Chimica dell’ambiente e dei beni culturali
Ad Acaya, Vernole (Lecce)
Dall’11 al 15 Giugno
– 2nd Accent Symposium: Atmospheric composition change. Causes and Consequences?Local to Global
Ad Urbino
Dal 23 al 27 Luglio
– Eac – European aerosol conference 2007
A Salisburgo (Austria)
Dal 9 al 14 Settembre .
Ancora alti i livelli di inquinamento da mercurio
Una causa dell’aumento anche i cambiamenti climatici. Preoccupanti le percentuali in fiumi e laghi d’Europa. È una fonte importante di inquinamento in Europa, nonostante l’Unione europea ne abbia vietato o limitato l’uso in molti prodotti e processi industriali
A Pescara PM sotto controllo
I valori registrati dalle stazioni fisse risultano tutti al di sotto del limite medio giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo. Tale trend è in linea con la media stagionale
Contro lo smog del Veneto le misure di alcuni capoluoghi
Provvedimenti antismog per Mestre , Padova, Verona. Il direttore generale dell’Arpav, Andrea Drago, sostiene che occorre «proibire l’accesso in città ai mezzi diesel, riconvertire tutti i mezzi pubblici a metano e fermare le automobili non catalizzate»
Perché le emissioni delle auto ibride plug-in sono maggiori del previsto?
(Adnkronos) – Le auto ibride plug-in inquinano più di quanto previsto. Nel panorama attuale della mobilità sostenibile, le auto ibride plug-in (Phev) rappresentano una soluzione di compromesso tra i veicoli a combustione interna e quelli puramente elettrici.
Qualità dell’aria, picchi di ozono in estate
Secondo i dati Snpa 2022 è stabile il particolato mentre scende il biossido di azoto. Superamenti diffusi in alcune aree del Paese, ma nel complesso prosegue l’andamento decrescente degli inquinanti negli ultimi dieci anni. Ozono: solo 11% stazioni entro i limiti nel 2022
Particolato – In Puglia problematica l’estate
«Il PM10 è un indicatore imperfetto per misurare la qualità dell’aria, poiché il dato risulta troppo grossolano e, dunque, fuorviante; per i prossimi studi si dovrà far riferimento sempre più alle tipologie di particolato più fine»
Quella radioattività veniva dall’Est
Una zona compresa tra l’Ucraina e le regioni russe del Volga e degli Urali. È lo studio coordinato dall’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr, ora Istituto di scienze polari. Ha confermato la sorgente della nube radioattiva rilevata in Europa nell’autunno 2017, confermando i dati di altri istituti di ricerca europei. Il risultato è stato raggiunto con un modello statistico open source che potrebbe essere usato in real time