Il particolato uccide i cittadini europei

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No a posticipare la riduzione degli inquinanti al 2040

֎Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), sono 253.000 i decessi nell’Unione europea (Ue) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’Oms.  Medici, epidemiologi e cittadini scrivono al Ministro dell’Ambiente sulla Direttiva per la qualità dell’aria֎

Smog, 18 città su 98 oltre i limiti giornalieri di Pm10 nel 2023

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(Adnkronos) – Nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10: Frosinone maglia nera con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. A preoccupare è soprattutto il confronto con i nuovi target al 2030: oggi risulterebbero oltre i limiti il 69% delle città per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 50% per l’NO2. E’ il bilancio del nuovo report di Legambiente ‘Mal’Aria di città 2024’, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign. “Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023 – osserva l’associazione – le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’Ue, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”.  Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città oltre i parametri nel 2022 e 31 nel 2021. In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente con 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36. “I dati evidenziano un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche ‘favorevoli’ che hanno caratterizzato il 2023, anziché a un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog”, osserva l’associazione.  Tuttavia, le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe oltre i limiti per il Pm10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc). Situazione analoga anche per il Pm2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque oltre i parametri. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti. “Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani italiani rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata dal nostro rapporto Mal’Aria di città – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità, dove le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”.  “I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di Pm10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il Pm2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell’Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Provato come le polveri sottili mettano a rischio i polmoni

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Uno studio, coordinato dal Cnr-Isac e svolto in collaborazione con l’Università «Sapienza» di Roma e le Università «Bicocca» e «La Statale» di Milano, dimostra che l’esposizione a nanoparticelle da traffico […]

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Più di 90 bimbi muoiono con meno di un anno

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Con l’aria inquinata più infezioni e mortalità

Tempo di lettura: 2 minuti I risultati di EpiCovAir ֎La distribuzione geografica dell’infezione e dei decessi per Covid-19. Le associazioni con l’inquinamento atmosferico, più forti tra i soggetti anziani, rivelano che in Italia l’incidenza di […]

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1200 morti premature per inquinamento atmosferico

Tempo di lettura: 3 minuti Uno studio dell’Agenzia europea dell’ambiente segnala che i bambini e gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili perché i loro corpi, organi e sistemi immunitari sono ancora in via di sviluppo

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Qualità dell’aria, appello di medici ai sindaci

Tempo di lettura: 3 minuti Sale a 14mila il numero di pediatri e neonatologi che si appellano di nuovo ai sindaci. «Agite subito contro l’inquinamento dell’aria». I più a rischio sono i bambini

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Qualità dell’aria, picchi di ozono in estate

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Secondo i dati Snpa 2022 è stabile il particolato mentre scende il biossido di azoto. Superamenti diffusi in alcune aree del Paese, ma nel complesso prosegue l’andamento decrescente degli inquinanti negli ultimi dieci anni. Ozono: solo 11% stazioni entro i limiti nel 2022

Il primo strumento di monitoraggio aereo

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Sentinel-4 consegnato all’Esa da Airbus. I suoi dati consentiranno ai cittadini europei di conoscere meglio l’aria che respirano

Gli stati generali della qualità dell’aria

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A Pordenone dal 14 al 16 dicembre

L’evento è aperto a tutti: cittadini, tecnici, al mondo produttivo e agli amministratori, perché le sfide ambientali devono essere affrontate con consapevolezza e cultura. È fondamentale quindi diffondere gli strumenti, gli stili di vita e le azioni per affrontare queste sfide nel modo migliore

Nella Valle del Sacco si muore di PM

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Appello dell’Associazione medici di famiglia per l’ambiente di Frosinone e Provincia

Denunciate le ripercussioni sulla salute della popolazione. Proposto un nuovo modello di rilevazione delle PM. Inviata anche una lettera ai Ministri Roberto Cingolani e Roberto Speranza. Aumentano i pazienti colpiti da malattie a cuore, polmoni e cervello. «Nella Valle del Sacco sono emersi dei quadri clinici preoccupanti: un aumento delle patologie respiratorie, cardiovascolari e cerebrali; più frequenti riacutizzazioni bronchitiche e crisi d’asma; malattie cardiovascolari ipertensive, ischemiche, aritmiche», sottolinea Teresa Petricca, specialista pneumologo

PM10, sempre allarme in Pianura Padana

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Il contributo del riscaldamento domestico

Nonostante le limitazioni anti-covid alla mobilità, si continuano ad osservare sforamenti delle concentrazioni di particolato in Pianura Padana. Uno studio, a cui ha partecipato l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr e pubblicato su Pnas, mostra come le reazioni chimiche alla base della formazione del particolato secondario non siano generate solo dalle emissioni di traffico e agricoltura

Altra conferma su inquinamento atmosferico e Covid-19

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Un’attenta analisi effettuata per verificare l’esistenza di un possibile legame tra un basso indice di qualità dell’aria e la diffusione di Covid-19 nel primo trimestre del 2020. Uno studio diretto dalla Fondazione Cmcc mette in evidenza la potenziale correlazione a breve termine tra l’esposizione a tre noti inquinanti atmosferici, PM2,5, PM10 e NO2 e i livelli d’incidenza, mortalità e letalità di Covid-19

Ma le polveri sottili non diminuiscono col confinamento

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Covid-19 e Qualità dell’aria: vantaggi e sorprese da uno studio

L’ossido di azoto è fra gli inquinanti il più sensibile allo stop del traffico, mentre le polveri sottili hanno un comportamento a volte inspiegabile e indipendente dal traffico

Inquinamento 40-50% in meno al nord

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Pianura Padana, biossido di azoto (NO2) graduale riduzione della concentrazione nelle ultime settimane. Dati elaborati da un team di esperti Snpa grazie al programma Copernicus e a rilevazioni sul territorio. Una approfondita comprensione degli effetti sulla qualità dell’aria di emissioni ridotte richiede numerosi approfondimenti, come la valutazione quantitativa delle variazioni delle emissioni e delle condizioni meteorologiche ed una accurata validazione dei dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio

Nano polveri a Venezia

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Il 9% viene dal traffico marittimo. Dal progetto Interreg Ecomobility il primo studio sull’impatto delle nanoparticelle e una app per la mobilità

A Pisa secondo Studio sulla qualità dell’aria

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Al via una nuova ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, dopo la pubblicazione sulla rivista «International journal of environmental research and public health» dei primi risultati sulla salute dei residenti nel comune di Pisa, finalizzato a valutare in particolare l’impatto dell’inceneritore urbano

Europa, l’aria inquinata miete morti

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Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria mostra come l’esposizione all’inquinamento atmosferico abbia causato nel 2016 circa 400.000 morti premature nell’Unione europea

Pessima qualità dell’aria ma le auto aumentano…

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MobilitAria 2019, presentato il Rapporto che delinea un quadro complessivo sull’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle principali 14 città e aree metropolitane italiane nel periodo 2017-2018. Torino la peggiore

Abruzzo, la Qualità dell’aria ora è on line

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Il nuovo portale con i dati delle 16 centraline regionali. Tra le novità l’indice Iqa e le previsioni degli inquinanti a tre giorni realizzate con Cetemps