Nuova tutela per la Rete Natura 2000

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Pubblicate nuove linee guida per la tutela della Rete Natura 2000 e salvaguardare meglio la biodiversità. Lipu e Wwf: «Passo avanti di grande rilievo nella tutela della biodiversità. Ora applicarle rigorosamente in tutte le regioni, per fermare il declino di specie e habitat»

Scoperti indicatori spia che prevedono il collasso di ecosistemi

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La ricerca è durata sette anni ed è la prima sperimentazione di questa portata che avviene in condizioni naturali: per testare il modello teorico e i relativi indicatori, gli studiosi hanno preso in esame le foreste di alghe dell’isola di Capraia nell’arcipelago toscano. Il lavoro pubblicato sulla rivista internazionale «Current Biology»

Stiamo perdendo 170 milioni di ettari

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«Immaginate un bosco che si estende in tutta la Germania, la Francia, la Spagna e il Portogallo spazzato via nel giro di 20 anni – dice Rod Taylor, del Wwf -. Dobbiamo scongiurare questo rischio e salvare le comunità e le culture che dipendono dalle foreste, e assicurare che le foreste continuino ad immagazzinare carbonio, filtrare la nostra acqua, il legno di fornitura e di fornire l’habitat per milioni di specie»

Europa, lasciato indisturbato solo il 4% delle foreste

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Il restante 96% è costituito da foreste con più bassi livelli di naturalità, con diverso livello di gestione antropica, dalle foreste semi-naturali a quelle artificiali. La malattia dell’olmo olandese ha dimostrato di essere altamente contagiosa e letale per tutti gli olmi europei; più di 25 milioni di alberi sono morti nel Regno Unito solo a causa di questa malattia arrivata in Europa nel 1967, a bordo di navi fatte con tronchi di olmo dal Nord America

«Non gettare via le foreste»

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Greenpeace Nordic blocca gli ingressi allo stabilimento svedese che mette in pericolo la grande foresta del Nord. In pericolo aree importanti della Grande Foresta del Nord in Svezia, Finlandia e Russia

– La posizione di Essity e Greenpeace

Piante, 46 in più autoctone e 185 aliene

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Il professore Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa fra i coordinatori del lavoro che ha aggiornato i dati del 2018. Dai dati complessivi emerge che nel nostro Paese ci sono oggi […]

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Per favore non «gestite» le foreste

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Bisogna gestire le foreste o la natura è in grado di fare da sé? Un analisi dell’impatto umano sugli ecosistemi forestali da un punto di vista olistico

Foreste? C’eravamo sbagliati! Nessuna buona notizia…

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La riforestazione non sostituisce la deforestazione. Il Global Forest Resource Assessment nel 2010 aveva compreso all’interno della definizione di «foreste» le aree coperte da piantagioni o riforestate. Da questi trend positivi si era frettolosamente concluso che nel decennio 2000-2010 il tasso di deforestazione fosse diminuito

Biodiversità, per salvarla proteggere il 44% del Pianeta

Tempo di lettura: 3 minuti È pari a 64 milioni di km2. Più di 1,3 milioni di km2 rischiano infatti di essere distrutti da interventi umani entro il 2030. La ricerca della Sapienza

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In Wikiplantbase c’è anche la Sardegna

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Il progetto di un data base collaborativo per mappare le specie botaniche fu lanciato dai ricercatori dell’Università di Pisa si è ora esteso. Attualmente, i collaboratori sono oltre 50, da ricercatori di professione nell’ambito della botanica sino a semplici appassionati di flora, e grazie al contributo di tutti sono state inserite circa 98.000 segnalazioni per la Toscana e circa 38.000 per la Sardegna

Amazzonia, la deforestazione sotto l’occhio dei satelliti italiani

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La notizia arriva da Rio de Janeiro, dove e-Geos (società partecipata da Finmeccanica-Telespazio e dall’Asi), con la brasiliana Geoambiente, si è aggiudicata la gara indetta dal Centro di gestione per la protezione dell’Amazzonia. Il contratto, valido per il 2016 e rinnovabile per un secondo anno, prevede l’acquisizione mensile dei dati satellitari provenienti dai Cosmo-SkyMed, relativi a una superficie pari a un milione di chilometri quadrati del territorio dell’Amazzonia

Fukushima, il danno alla Natura

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L’intera vita acquatica e gli ecosistemi di un vasto tratto di oceano rischiano di essere contaminati per sempre ricreando una Cernobyl sottomarina

L’obsolescenza programmata: fondamento di una società antiecologica

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Bisogna riacquisire quell’intelligenza ecologica che Daniel Goleman ha sapientemente rispolverato dalle già consolidate abitudini dei nostri nonni, la necessità di non comprare. Non acquistare. Riparare, recuperare, aggiustare finché si può. Finché resta un solo pezzo di ricambio utile, un solo oggetto migliorabile e non sostituibile

L’«Isoëtes malinverniana» riportata nella valle del Ticino

Tempo di lettura: 2 minuti È una delle piante più minacciate d’Italia ֎La rara felce acquatica di origine mesozoica esclusiva di Piemonte e Lombardia è stata reintrodotta in natura grazie ad un progetto europeo di […]

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La crescita a spese dell’ambiente – Il caso-studio del Ghana

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Sembra che per raggiungere quell’ambito trono di «Paese sviluppato», sul modello «occidentale», sia necessario passare attraverso decenni di totale svuotamento della Natura in ogni suo elemento. Il Ghana, per raggiungere questo obiettivo, ha perso in meno di 40 anni oltre il 75% della sua superficie forestale

È salva la foresta dell’Orso spirito

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Storico accordo dopo venti anni di battaglie. Sostenuto da Greenpeace, Forest Ethics, Sierra Club British Columbia e imprese forestali, sancisce la protezione di tre milioni di ettari di foresta, un territorio grande approssimativamente quanto il Belgio, nonché habitat di lupi, grizzly, uriette marmorizzate, salmoni, rane e del rarissimo orso kermode o «orso spirito», una sottospecie di orso nero che vive lungo le coste centro-settentrionali della Columbia Britannica

La Rete Ecologica: La vita e le sue infinite connessioni

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Il mantenimento della vita implica elevati costi energetici, che non potrebbero assolutamente essere sostenuti se non vi fosse una «multiapplicata» serie di relazioni tra le parti

Salviamo gli «ingegneri dell’ecosistema»

Tempo di lettura: 3 minuti ֎Così sono chiamate le ostriche del Mediterraneo in grado di filtrare ognuna fino a 200 litri di acqua di mare al giorno. Iniziato il recupero con il progetto Mer di […]

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Olio di palma: chi distrugge la foresta?

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Due anni fa la gran parte dei grandi marchi ha fatto a gara nell’impegnarsi a proteggere le foreste pluviali. Ma solo alcuni di questi ha mantenuto la propria promessa di utilizzare solo olio di palma di origine sostenibile. La maggior parte infatti non ha fatto nulla, o ha avviato progressi lenti, che ancora non sono attuati. Sembra quasi che la promessa da sola possa bastare a darsi un’immagine vera: mantenerla non è poi così importante. Il risultato è che l’industria dell’olio di palma è ancora la principale causa della distruzione di queste foreste

Il problema di Davide non si risolve abbattendo Golia…

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…ma educando i Filistei. Pensare di risolvere problemi causati dall’uomo, come il trasporto transoceanico di specie aliene, l’abbattimento venatorio dei grandi predatori, la frammentazione, la distruzione e l’inquinamento degli habitat e l’occupazione di territori un tempo selvatici, attraverso una serie di altri interventi diretti sulle conseguenze naturali è quanto di più insensato si possa proporre