Anche i falchi giocano

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Il documento video mostra un falco grillaio (Falco naumanni), recuperato dopo un ferimento ed in fase di riabilitazione in una voliera, intento a giocare con una pallina di carta. Il rapace sembra divertirsi ad afferrare, rotolarsi e lanciarsi su quella che probabilmente gli appare come una preda, in maniera molto simile alle caratteristiche di gioco dei mammiferi. È la prima volta che viene documentata l’attività di gioco da parte di questa specie ed una delle rarissime occasioni che mostrano uccelli dediti a comportamenti ludici.

È questa una chiara evidenza che non solo per l’uomo e gli altri mammiferi, ma probabilmente per molte altre specie il gioco è una parte fondamentale della vita e contribuisce alla formazione del carattere dell’individuo.

Roberto Cazzolla Gatti, Biologo ambientale ed evolutivo. Anno: 2010

Alaska ferita – Altra nave naufragata sparge greggio

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Oltre due milioni di litri di carburante contenuti nei serbatoi stanno inquinando il mare vicino alle isole Aleutine. Le proteste di Greenpeace. Ad Amantea manifestazione contro le «navi dei veleni»

Colori profondi del Mediterraneo

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Una mostra che rappresenta una selezione delle oltre 100 immagini che i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno raccolto nel corso di 50 campagne oceanografiche in 900 punti di immersione, e che sono state inserite in un volume di pregio

Studio dei materiali per rinnovabili

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Interviste a Robert V. Duncan, Vice Rettore per la Ricerca, University of Missouri, e Michael McKubre, Direttore dell’Energy Research Center – SRI International, California, entrambe realizzate durante il workshop sul progetto bilaterale Italia/Usa «Trasporto di idrogeno attraverso elettrodi per applicazioni energetiche: stato dei lavori e prospettive», che ha avuto luogo presso la sede Enea di Roma.

Le più belle foreste del mondo

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CamerooncanadaCongoGermaniaIndonesia1Indonesia2indonesiapapua-nuova-guinea1papua-nuova-guineaSiberiaOggi, 21 marzo, è la Giornata internazionale delle Foreste, proclamata lo scorso novembre dall’Assemblea generale delle Nazioni unite.

Senza le foreste non ci sarebbe vita sulla Terra. In tempi di cambiamenti climatici le foreste trattengono circa 300 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero 40 volte le emissioni di gas serra che emettiamo ogni anno a livello globale. Sono la casa di milioni di persone che vivono delle foreste, ma anche mammiferi, uccelli, rettili, insetti, alberi, fiori e pesci.

«La distruzione di una foresta in una parte del globo può avere un impatto disastroso dall’altra parte del Pianeta. Alcuni scienziati hanno recentemente dimostrato come la perdita di foreste in Amazzonia e in Africa centrale riduca notevolmente le precipitazioni nel Midwest negli Stati Uniti», spiega Chiara Campione, responsabile campagna Foreste Greenpeace Italia.

Dall’Amazzonia all’Africa Centrale, dal Canada alla Siberia, dalla Papua Nuova Guinea all’Indonesia, da Sumatra alla nostra Europa Greenpeace diffonde oggi immagini delle foreste più belle del mondo, con l’auspicio di raggiungere presto l’obiettivo Deforestazione Zero e conservare questi preziosi ecosistemi. 

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Brasile

Gestire gli idrocarburi

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Realizzato dall’Enea in collaborazione con il ministero dello Sviluppo Economico, I-Sisen è il nuovo sistema informatico italiano per il tracciamento degli idrocarburi. Attivo dal primo gennaio 2013, I-Sisen mette direttamente in contatto gli operatori petroliferi con il Ministero, per fornire dati più attendibili e utili al progresso del Paese.

Il Green act

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Il Green Act sarà una vera e propria agenda verde, per declinare in chiave innovativa e sostenibile lo sviluppo del nostro Paese nei prossimi anni. Ad annunciarlo, Chiara Braga, la responsabile Ambiente del Pd, che da alcuni mesi è impegnata nella stesura di questo documento annunciato dal governo.

Tornano i lupi nel sud-est barese

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Rinvenuta a Gioia del Colle, probabilmente si stava spostando verso l’interno per raggiungere il parco dell’Alta Murgia. Il difficile rapporto dell’uomo con questo storico predatore ma anche una cultura da recuperare e una realtà da saper gestire. Un articolo di Roberto Cazzolla Gatti, Biologo ambientale ed evolutivo. Le foto sono di Gabriele De Candia

 

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