Alperia e Nippon Gases all’Mce Expocomfort

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(Adnkronos) – Efficientamento energetico e gas refrigeranti: due mondi che si incontrano all’Mce Expocomfort 2024 (a Fiera Milano dal 12 al 15 marzo) grazie alla collaborazione tra Alperia, provider di servizi energetici, e Nippon Gases Refrigerants, azienda specializzata nella fornitura di gas per la refrigerazione, il condizionamento e le pompe di calore, A2L, Hfc e Hfo, oltre a servizi di rigenerazione e smaltimento, servizi e soluzioni tecniche avanzate. Un progetto che unisce le innovazioni tecnologiche di Sybil con i servizi della quarta azienda di gas industriali in Europa.  Realizzato da Alperia, Sybil è un sistema di controllo per impianti di climatizzazione (Hvac – Heating, Ventilation and Air Conditioning) e per impianti di refrigerazione commerciale, in grado di garantire la loro gestione attraverso sofisticate tecniche di automazione. Anche grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, questa soluzione è in grado ad esempio di ridurre, all’occorrenza e in modo autoregolato, la temperatura degli ambienti e di ottimizzare gli orari di accensione e spegnimento dei generatori di calorie e frigorie, in linea con la reale necessità dell’edificio, permettendo una riduzione dei consumi e di emissioni di CO2.  La collaborazione nasce dalla necessità del mercato di accedere a servizi di consulenza energetica e di sviluppo di soluzioni per la fornitura di sistemi di condizionamento e refrigerazione efficienti e sostenibili. L’appuntamento è da martedì 12 al Padiglione 9P Stand N09-P10. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Roma-Bayer Leverkusen 0-2, giallorossi k.o. in andata semifinale Europa League

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(Adnkronos) –
La Roma viene sconfitta in casa per 2-0 dal Bayer Leverkusen nell'andata della semifinale di Europa League. I tedeschi, freschi campioni di Germania, si impongono all'Olimpico con i gol di Wirtz al 28' e Andrich al 73'. Il ritorno si gioca giovedì 9 maggio a Leverkusen. La formazione giallorossa allenata da De Rossi dovrà vincere in trasferta con 2 gol di scarto per portare il duello ai supplementari o con 3 reti di vantaggio per volare in finale. I campioni di Germania, allenati da Xabi Alonso, non hanno perso nemmeno una partita nella stagione 2023-2024.  
La prima azione pericolosa è targata Roma all'11' con Dybala che centra la porta con il sinistro dalla lunghissima distanza, ma Kovar non si fa sorprendere e blocca centralmente. Al 16' Tah viene superato da Lukaku nel duello fisico che trattiene e atterra il belga per evitarne la volata verso la porta. Giallo per il difensore tedesco. La squadra di De Rossi manovra e si rende pericolosa di nuovo al 19' quando El Shaarawy viene pescato dietro la linea difensiva degli ospiti, entra in area dalla sinistra e mette in mezzo un pallone che viene deviato in corner, ma era in posizione di fuorigioco. Al 21’ buona apertura di Karsdorp per Cristante che crossa basso e teso ma trova solo il corner. Dalla bandierina Dybala pesca Paredes che aggancia e serve Lukaku che di testa in avvitamento colpisce la traversa. Alla prima disattenzione la Roma rischia: Wirtz manda Frimpong in porta con un filtrante rasoterra in verticale, ma l'esterno olandese trova solo l'esterno della rete sull'uscita di Svilar. Dybala è protagonista poco dopo su punizione, ma la palla termina alta sopra la traversa. E poco dopo su un clamoroso errore difensivo giallorosso il Leverkusen passa in vantaggio: al 28' Karsdorp sbaglia il retropassaggio per Mancini, con Grimaldo che si avventa sul pallone e serve a Wirtz solo davanti alla porta per l'1-0. I giallorossi accusano il colpo e al 31' rischiano il raddoppio ancora con Frimpong che serve Wirtz che impegna Svilar. La squadra di Xabi Alonso guadagna terreno e al 34' Grimaldo mette al centro per Frimpong che ci prova di prima ma non trova la porta di poco. Momento favorevole ai tedeschi con la Roma in affanno. Al 38' Wirtz riceve palla sui venti metri e calcia a incrociare con il destro con la sfera che termina ancora al lato. Al 41’ ci prova dal limite Andrich ma Svilar si oppone in due tempi. La Roma si fa rivedere al 43': sponda di Lukaku per Pellegrini che calcia col piatto ma non trova la porta per pochissimo. Al 46’ giallorossi ancora pericolosi su corner ma Kovar sblocca la deviazione di un compagno. In pieno recupero ancora Leverkusen pericoloso in ripartenza ma Wirtz spreca. La Roma ad inizio ripresa cerca di sfruttare le palle inattive e al 49' sul cross dalla sinistra arriva Cristante che gira il pallone per Karsdorpo che manca per pochissimo l'appuntamento con la palla. Al 51' risponde il Leverkusen con Hincapié che si libera di Paredes e colpisce di testa al limite dell'area ma non trova la porta. Ancora giallorossi pericolosi al 56': Cristante svetta di testa ma non trova l’angolino opposto. Al 62’ De Rossi cambia Karsdorp, fischiato dal pubblico, ed inserisce Angelino, ma il passo dei tedeschi sembra superiore ai giallorossi. La gara si fa nervosa nel finale con diversi ammoniti soprattutto dopo il raddoppio del Leverkusen al 73': Frimpong appoggia palla a rimorchio per Stanisic che tocca per Andrich che trova un destro che si infila sotto l’incrocio per lo 0-2. De Rossi inserisce Azmoun e Baldanzi per i minuti finali con la Roma che rialza la testa e sfiora la rete con l'iraniano che davanti al portiere innescato da Pellegrini calcia debolmente. Entra nel finale anche Abraham che riesce a divorarsi al 94’ il gol dell’1-2 mandando di testa da due passi sopra la traversa.   —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ue, in vigore il nuovo Patto di stabilità: ecco cosa prevede

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(Adnkronos) – La riforma del Patto di stabilità entrata in vigore martedì scorso si fonda sulla proposta che la Commissione Europea ha avanzato formalmente nell’aprile del 2023, dopo aver ripetutamente sondato il terreno e aver discusso con gli Stati per molti mesi. La proposta della Commissione è stata modificata in misura significativa dal Consiglio, complicandola non poco, e in misura molto minore dal Parlamento Europeo, nel corso dei negoziati in trilogo. I testi sono frutto di un compromesso raggiunto tra il fronte dei nordici, guidati in particolare dalla Germania del ministro delle Finanze Christian Lindner, che aveva bisogno di irrigidirla per recuperare consensi nel suo elettorato (i Liberali dell’Fdp sono in caduta libera nei sondaggi), e i Paesi mediterranei, in particolare Italia e Francia, che hanno entrambi debiti pubblici cospicui.  Tecnicamente, si tratta di tre atti legislativi: un regolamento che rimpiazza il braccio preventivo del patto di stabilità, un regolamento emendato sul braccio correttivo del patto e una direttiva emendata, che definisce nei dettagli le regole di bilancio cui gli Stati membri si devono attenere per rispettare le norme Ue in materia di conti pubblici. Il compromesso raggiunto non produce comunque, si apprende a Bruxelles, un quadro regolatorio tale da consentire a tutti i Paesi Ue di effettuare gli enormi investimenti che sarebbero necessari per migliorare le capacità nel campo della difesa e per compiere la transizione verde e digitale. Gli Stati Ue ad alto debito dovranno fare scelte nella spesa, probabilmente dolorose, ma comunque meno pesanti di quelle che sarebbero state necessarie se fosse tornato in vigore il ‘vecchio’ patto di stabilità. 
Per questo l’Italia ha accettato l’accordo, sia pure senza troppo entusiasmo, come segnalato più volte dal governo. Nel negoziato, comunque, la Germania aveva il coltello dalla parte del manico perché, se non fosse stato trovato un'intesa, il primo gennaio 2024 sarebbero ritornate in vigore le vecchie regole. E per Italia e Francia sarebbe stato peggio. La riforma mira a rendere relativamente più semplice e prevedibile il quadro regolatorio Ue in materia di conti pubblici, che per convenzione viene chiamato patto di stabilità, ma che è in realtà un coacervo a più strati, che si sono sovrapposti e integrati nel tempo, come ricorda un briefing del think tank del Parlamento Europeo: tra questi, il trattato di Maastricht del 1992, il patto di stabilità e crescita del 1997 e il trattato intergovernativo del gennaio 2013, approvato dopo la crisi del 2011, che va sotto il nome di Fiscal Compact.  Il cuore del sistema è stato fissato dal protocollo 12 del Trattato sull'Ue, con i cosiddetti criteri di Maastricht: un Paese non dovrebbe avere un deficit superiore al 3% del Pil né un debito pubblico superiore al 60% del Pil (questi due parametri non vengono toccati dalla riforma). Per evitare una spesa pubblica eccessiva, il Trattato di Maastricht definiva una procedura volta a correggere le situazioni di deficit eccessivo, la procedura per deficit eccessivo, appunto (Edp in gergo). Nel 1997 è stato poi creato il braccio preventivo, per gli Stati non in procedura, il cui nocciolo è costituito dall’Mto (obiettivo di medio termine), definito in termini di saldo strutturale (vale a dire, al netto di elementi una tantum e misure straordinarie). La riforma elimina elementi del 'vecchio' quadro come l’Mto, il parametro per la riduzione del debito (in ragione di un ventesimo annuo della differenza tra il debito/Pil e il 60%) e la procedura per deviazione significativa.  
Dopo il 1997 il patto è stato modificato, in più fasi: nel 2011 il Six-Pack ha introdotto una procedura per correggere gli squilibri macroeconomici; nel 2013 il Two-Pack, con due regolamenti, ha introdotto una maggiore enfasi sul controllo del debito e della spesa. Un'altra riforma, nel 2015, sotto Jean-Claude Juncker, ha reinterpretato come la Commissione valuta gli investimenti pubblici, le riforme strutturali e le condizioni cicliche, quando giudica i bilanci degli Stati membri. Malgrado tutti questi sforzi, il rispetto delle regole nell'Unione è stato assai diseguale: secondo lo European Fiscal Board, un organo indipendente di consulenza della Commissione, la compliance in termini di numeri è stata appena del 54%. Inoltre, malgrado le riforme avessero flessibilizzato, in qualche misura, il quadro, lo hanno per contro reso molto più opaco, complicato e meno prevedibile. Questo ha creato anche un problema di comunicazione, e quindi politico: l’ex commissario all'Economia Pierre Moscovici confessò pubblicamente di provare imbarazzo a dover scendere in sala stampa a comunicare decisioni basate su regole incomprensibili ai più. L'ex premier Matteo Renzi, che da Juncker aveva ottenuto la flessibilità in cambio dei voti per il lussemburghese nella nomina in Parlamento (forte di una folta delegazione di eurodeputati), accusò la Commissione di mandare "ridicole letterine" per chiedere aggiustamenti nei conti.  Un colpo serio alla credibilità delle regole era arrivato nel 2003, quando la Commissione non sanzionò, e neppure minacciò di sanzionare, Francia e Germania, che avevano sforato le soglie. La Commissione von der Leyen, raggiunta la piena consapevolezza che le norme erano ormai inadeguate, ha lanciato nel febbraio 2020, poco prima che la pandemia di Covid-19 sconvolgesse la vita degli europei, una revisione del quadro di governance economica. Nel marzo 2020, quando Covid-19 falcidiava le popolazioni europee, a partire dall'Italia Settentrionale, il patto di stabilità è stato sospeso, attivando la clausola generale di salvaguardia, per dar modo ai Paesi di poter sostenere le proprie economie, paralizzate dalle misure necessarie a contenere il contagio.  
Fu per primo David Sassoli, il presidente del Parlamento Europeo scomparso all'inizio del 2022, a dire apertamente che il patto di stabilità non avrebbe potuto tornare in vigore così com'era. La clausola di salvaguardia è stata estesa a tutto il 2023, a causa della guerra in Ucraina, ma è stata disattivata alla fine del 2024. I Paesi membri sono riusciti poi a trovare un accordo il 20 dicembre 2023, nel corso di un Ecofin in videoconferenza, sotto la presidenza spagnola guidata dalla ministra Nadia Calvino, che poco dopo, con l’appoggio decisivo della Germania, è diventata presidente della Bei.  Il cuore della riforma, presentata dopo un lungo lavoro di consultazione e di dibattito, segue gli orientamenti annunciati dalla Commissione nel novembre 2022: la sostenibilità del debito verrebbe assicurata attraverso un monitoraggio stretto da parte della Commissione, basato su un percorso di aggiustamento fiscale specifico per ogni Paese, ancorato ad un quadro per l'analisi della sostenibilità del debito (Dsa in gergo). In particolare, la Commissione dovrebbe negoziare bilateralmente con ogni Stato membro un piano a medio termine basato su un percorso della spesa primaria netta, pluriennale, un po' sul modello dei Pnrr usati per i fondi di Next Generation Eu, con un orizzonte temporale minimo di quattro anni. I quattro anni possono essere estesi a sette, a condizione che vengano effettuati determinati investimenti e riforme, da negoziare con ogni Paese.  La possibilità di allungare temporalmente il percorso di aggiustamento è concepita come incentivo a fare investimenti e riforme, vista l'inefficacia del vecchio patto di stabilità al riguardo. Le vecchie regole hanno prodotto, o non hanno impedito, una "crescita molto, molto bassa" e un aumento dei debiti pubblici dei Paesi membri, come ha ricordato più volte il commissario Paolo Gentiloni. E hanno depresso gli investimenti, tanto che Juncker dovette inventarsi un piano ad hoc, basato sull'effetto leva, per tentare di porre rimedio alla cronica carenza di investimenti dell'area euro.  La riforma mira anche a promuovere una maggiore 'ownership', titolarità, dei piani, prevedendo un ruolo maggiore per le autorità nazionali indipendenti (Ifis in gergo). Come detto, i parametri per il deficit/Pil (3%) e debito/Pil (60%) rimangono invariati. Vengono introdotti, su richiesta della Germania, requisiti numerici orizzontali e un aggiustamento fiscale minimo pari allo 0,5% del Pil all'anno, se il Paese in questione ha un deficit superiore al 3%. Alla base dei piani nazionali sta il parametro unico della spesa netta finanziata a livello nazionale, vale a dire la spesa pubblica al netto delle misure discrezionali, esclusa la spesa per interessi e la spesa ciclica per la disoccupazione.  Questo indicatore, osservabile e misurabile, sostituisce altri parametri centrali del 'vecchio' patto di stabilità, non osservabili e soggetti a revisioni ex post anche consistenti. In particolare, il tasso di crescita della spesa primaria netta è definito al netto delle nuove misure sul fronte del gettito. In pratica, se uno Stato vuole spendere di più, può farlo, a patto che finanzi adeguatamente questa spesa aggiuntiva con misure sul gettito (cioè alzando le tasse).  La Commissione fissa una traiettoria tecnica della spesa, che assicuri una riduzione plausibile del debito, per i Paesi che 'sforano' i parametri di debito e deficit, con l'obiettivo di far sì che il debito venga messo su un percorso di riduzione plausibile, che il deficit rientri entro il 3% del Pil e che la crescita della spesa rimanga al di sotto della crescita del Pil nel medio termine. Lo Stato in questione dovrà anche assicurare che alla fine del periodo di piano il debito/Pil sia inferiore rispetto all'inizio e che lo sforzo fiscale non sia 'caricato' sugli ultimi anni del piano, per evitare che i governi 'scarichino' gli oneri sui successori.  
Il periodo di aggiustamento può andare da 4 a 7 anni: più il piano viene esteso, minore sarà il peso dell’aggiustamento annuo richiesto. Il sistema è concepito così per incentivare investimenti e riforme in linea con le priorità Ue. Ogni anno lo Stato membro deve produrre un rapporto sui progressi fatti, mentre le autorità nazionali indipendenti hanno un ruolo maggiore nel controllo.  
Deviazioni dal percorso fissato per la spesa netta sono possibili in circostanze eccezionali, grazie ad una clausola in caso di recessione severa e anche ad una clausola specifica per Paese (quest’ultima è una novità, perché il quadro precedente prevedeva solo clausole a livello Ue, non a livello di Paese). Il Parlamento Europeo, in tutto il processo, viene costantemente informato, ma non ha un ruolo nel processo di monitoraggio. La riforma del braccio preventivo del patto lascia invariati i parametri di deficit e debito, ma il superamento del 3% per il deficit/Pil non innesca automaticamente una procedura per deficit eccessivo (Edp). Per gli Stati membri con debito sopra il 60% del Pil, il rispetto del percorso fissato per la spesa netta è sufficiente ad evitare una procedura per deficit eccessivo. 
Tuttavia, per i Paesi più indebitati e che deviano dal percorso, può essere aperta una procedura per deficit eccessivo basata sul debito (Debt-Based Edp), che con il vecchio patto veniva talora ventilata, ma non è mai stata attuata. Viene attuato un percorso correttivo per la spesa netta. E, finché uno Stato soggetto a Edp non corregge la rotta, paga una multa per un importo fino allo 0,05% del Pil, ogni sei mesi, fino a una pena cumulativa pari allo 0,5% del Pil. In questo modo, le sanzioni massime vengono ridotte, ma nello stesso tempo rese più praticabili ed efficaci. Le Ifis, in tutto questo, dovrebbero validare le previsioni di bilancio, valutare le analisi di sostenibilità e l'impatto delle politiche.  
La procedura per deficit eccessivo rimane invariata, con la preparazione di un rapporto ex articolo 126.3 e la raccomandazione al Consiglio di aprire la procedura per chi sfora la soglia del 3%: questo dovrebbe accadere il prossimo 19 giugno per i Paesi al di sopra della soglia, tra cui Francia e Italia. E’ previsto che gli investimenti fatti per la transizione verde e digitale e per le altre priorità Ue, come la difesa, vengano tenuti in conto come fattori mitiganti, quando si valuta l'avvio di una procedura per deficit. Non è lo scorporo che chiedeva l'Italia, ma va nella direzione delle richieste italiane (e francesi).  Grazie alle insistenze del Parlamento, poi, viene esclusa dai principali indicatori monitorati la spesa nazionale per i programmi cofinanziati dall’Ue, per evitare che, come successo negli anni dell’austerity seguiti alla crisi finanziaria, gli Stati finiscano per tagliare anche la spesa legata ai programmi Ue, cofinanziata dall’Unione. Ora, entro il 21 giugno prossimo, la Commissione dovrebbe condividere con gli Stati membri linee guida tecniche, che includono le traiettorie di riferimento della spesa). In estate, gli Stati avranno un dialogo tecnico con la Commissione, dopodiché, entro il 20 settembre dovranno inviare a Bruxelles i piani a medio termine. La scadenza può essere prorogata di qualche settimana, in caso di bisogno, in accordo con la Commissione. 
Nell’autunno di quest’anno, poi, la Commissione presenterà le proprie valutazioni dei piani nazionali e formulerà raccomandazioni al Consiglio sugli stessi, appoggiandoli o, eventualmente, chiedendo revisioni. Il 2025 sarà il primo anno di applicazione dei piani nazionali a medio termine. Ogni anno, poi, lo Stato membro dovrà mandare a Bruxelles, entro il 30 aprile, un rapporto annuale, che conterrà anche una valutazione delle deviazioni annue e cumulative dal percorso di spesa concordato, sulla base del conto di controllo.  La segretaria al Tesoro Janet Yellen, nello scorso ottobre, era stata chiara, a Lussemburgo: "Spero che l'accordo finale, incentivando livelli di debito sostenibili, permetta anche di perseguire investimenti favorevoli alla crescita", aveva detto. Si vedrà nei prossimi anni se, con la riforma entrata in vigore due giorni fa, l'Ue sarà riuscita a seguire il consiglio della ex presidente della Federal Reserve.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Palermo: I vincitori del Premio Kalsa 2024

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(Adnkronos) – Piccoli e grandi eroi del nostro tempo. Donne e uomini che cercano di fare la storia grazie ai loro gesti. Sono loro i premiati della quarta edizione del “Premio Kalsa", che si svolgerà il prossimo 4 settembre, al Giardino dei Giusti in via Alloro a Palermo, nell'ambito dell'Alloro Fest. Il premio è organizzato dall'associazione Gruppo Folk Conca d'oro con la direzione artistica di Giovanni Apprendi. I vincitori di quest'anno, quarta edizione del Premio Kalsa, sono: il Procuratore generale di Palermo Lia Sava, il conduttore televisivo Diego Bianchi (Zoro), la giornalista Rai corrispondente da Mosca, Liana Mistretta e i Vigili del fuoco e la Guardia costiera, impegnati da 10 giorni nel naufragio del veliero britannico Bayesian affondato il 19 agosto a Porticello (Palermo).  Un premio speciale verrà dato in memoria di Franco Scafidi, erede di una storica dinastia di fotoreporter, morto di recente. Nel corso della serata, presentata dalla giornalista Elvira Terranova, si esibirà anche il noto cantautore e attore Mario Incudine. L'Alloro Fest 2024 è realizzato anche grazie agli sponsor: Comune di Palermo, città Metropolitana, Enel, Fondazione Buttitta, Fondazione Museo Pasqualino, Centro Diaconale Valdesi, Raizes Teatro, Agenzia di Viaggi Conca d'oro, Agius, Legacoop, la Braciera, Borgo dei Giusti Usef, Arpa, Lions Palermo Leoni, CTA Maria Sanfilippo.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’ortofrutta fa bene, è sostenibile ed è trendy

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(Adnkronos) –  Nel panorama aziendale italiano, emergono storie di innovazione, passione e impegno sociale che ispirano e guidano il cambiamento. Citrus l’Orto Italiano è una di queste realtà e Marianna Palella, la sua co-fondatrice e CEO, incarna questa visione con fervida determinazione. In questa intervista Marianna ci guida attraverso il mondo vibrante e colorato di Citrus, offrendoci uno sguardo privilegiato sull’essenza stessa di un’azienda che va ben oltre il mero commercio di frutta e verdura.
Citrus l’Orto Italiano nasce da un’idea semplice ma potente: selezionare e commercializzare prodotti ortofrutticoli di qualità per accrescere il benessere di chi li consuma. Fondato su una filiera virtuosa e il costante sostegno alla ricerca scientifica, questo progetto imprenditoriale si distingue per la sua giovinezza, il suo spirito innovativo e la sua determinazione nel ridefinire gli standard del settore ortofrutticolo. Per Marianna “la forza di Citrus risiede non solo nel cosa fa, ma anche nel come lo fa”. Nata dalla collaborazione tra due donne, madre e figlia, l’azienda rappresenta un esempio di sinergia e determinazione. Paola Pappalardo porta l’esperienza nel settore ortofrutticolo, mentre Marianna Palella aggiunge creatività e competenze di marketing e comunicazione. Insieme, mettono il cuore in ciò che fanno, trasformando sfide in opportunità e dando vita a un progetto imprenditoriale che rispecchia i valori e l’energia delle generazioni che lo hanno creato. L’azienda, con sede operativa in Romagna e cuore creativo a Milano, si distingue per la sua audacia nel proporre prodotti di nicchia, coltivati con metodi sostenibili e provenienti da varietà italiane uniche. Attraverso una comunicazione coinvolgente e istruttiva, Citrus rende la frutta e la verdura protagoniste, trasformando un settore tradizionalmente statico in un terreno fertile per l’innovazione e la crescita. Citrus – l’Orto Italiano non è solo un’azienda, ma una storia italiana avvincente che sta rivoluzionando il modo in cui concepiamo la frutta e la verdura. Con un approccio etico e responsabile, valorizza non solo i prodotti, ma anche la ricerca scientifica e l’educazione del consumatore verso una cultura alimentare più sana e consapevole. Con un focus sulla sostenibilità e la valorizzazione delle eccellenze italiane, Citrus – l’Orto Italiano si distingue come un esempio di innovazione e impegno sociale nel settore agroalimentare. Guidata con passione da Marianna Palella, Citrus incarna l’energia e la positività delle sue fondatrici, ponendo al centro dei suoi obiettivi la sostenibilità e l’etica in ogni decisione aziendale. La giovane e dinamica squadra di Citrus riflette questo approccio, dando vita a un ambiente lavorativo che valorizza l’entusiasmo e l’audacia nell’affrontare le sfide.  Per Marianna e il team di Citrus, il profitto non può essere la ragione ultima per fare impresa, ma abbraccia una visione più ampia che pone al centro il benessere della comunità e dell’ambiente. Citrus si impegna attivamente a essere una forza positiva nella risoluzione dei problemi sociali e ambientali, adottando una visione circolare che garantisce benefici per tutti gli attori coinvolti nella sua filiera. L’impegno sociale di Citrus si traduce in iniziative concrete, come il sostegno alla ricerca scientifica e la collaborazione con il FAI per la salvaguardia del patrimonio italiano. “L’azienda comprende appieno il suo ruolo all’interno della società e si impegna a fare la propria parte nella risoluzione dei problemi comuni. Ogni azione intrapresa da Citrus riflette una visione circolare, garantendo benefici per tutti gli attori coinvolti. Attraverso il supporto alla ricerca scientifica, Citrus non solo promuove una nutrizione sana e bilanciata, ma contribuisce anche economicamente a progetti di ricerca che hanno un impatto positivo sulla salute e sul benessere della società”. Inoltre, Citrus si impegna a promuovere la sostenibilità ambientale, riducendo l’impatto delle proprie attività industriali sul territorio italiano e sulla salute di tutti. L’azienda crede fermamente che le scelte individuali possano fare la differenza e contribuire ad affrontare le sfide globali. Per questo motivo, Citrus sostiene iniziative come la campagna di raccolta fondi del FAI e finanzia borse di ricerca attraverso la Fondazione Umberto Veronesi, contribuendo così al progresso scientifico e alla lotta contro le malattie. Citrus non solo si impegna a essere parte della soluzione, ma cerca anche di coinvolgere attivamente i suoi clienti e la comunità nella sua missione. Attraverso progetti come “Donne Per(il)bene” e “L’Orto dei Piccini”, l’azienda promuove la consapevolezza alimentare e sostiene la ricerca scientifica, dimostrando che fare impresa può significare fare la differenza nella vita delle persone e dell’ambiente.  La comunicazione di Citrus non si limita alla semplice promozione dei suoi prodotti, ma si propone di educare e sensibilizzare i consumatori sull’importanza di uno stile di vita sano e sostenibile. Attraverso un approccio innovativo e ironico, Citrus trasmette messaggi positivi e ottimisti, incoraggiando il consumo di frutta e verdura come parte integrante di uno stile di vita equilibrato. I colori vivaci, il gusto irresistibile e i benefici per la salute rendono la frutta e la verdura più trendy che mai. Citrus ha compreso l’importanza di mettere in evidenza questi aspetti positivi e ha adottato un approccio innovativo, ispirato ai codici visivi della moda e del design. Il risultato è una comunicazione vibrante, colorata e curata nei minimi dettagli, proprio come le confezioni dei prodotti e tutti i materiali a supporto. Non si tratta solo di immagine, ma di un impegno tangibile nel selezionare e portare sulla tavola dei consumatori i migliori prodotti, genuini e salutari. “Siamo alla costante ricerca di delizie, prodotti ortofrutticoli che uniscono gusto e benefici per la salute. Siamo stati i primi a riscoprire e riproporre il bergamotto, un agrume antico dalle straordinarie proprietà antiinfiammatorie e dal profumo inebriante. Le nostre erbe aromatiche portano il profumo del Mediterraneo in cucina e sono un ottimo sostituto del sale. La nostra collezione di legumi e cereali, coltivati nei territori vocati della Penisola, soddisfa i gusti di coloro che optano per una dieta a base vegetale. Inoltre, puntiamo sulla stagionalità come garanzia di freschezza e salubrità dei nostri prodotti, offrendo una varietà di limoni per ogni stagione”. La selezione dei prodotti e dei produttori è un processo rigoroso per Citrus. “I nostri fornitori adottano diversi metodi di coltivazione, dal residuo zero al biologico, garantendo la qualità e la freschezza dei prodotti. Inoltre, Citrus promuove la cooperazione con i giovani produttori, accogliendoli nella cooperativa agricola Le Foglie, fondata nel 2016 per riunire produttori che condividono i nostri valori e standard qualitativi”. La filosofia di Citrus include anche la riscoperta e il recupero di varietà vegetali spesso dimenticate, contribuendo così alla salvaguardia della biodiversità e del patrimonio verde del nostro Paese. “Siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti e stimolanti fornitori per offrire ai nostri clienti un’esperienza unica e autentica”. Citrus abbraccia la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature, che si tratti di aspetti ambientali, economici o sociali. “Fin dai suoi primi passi, l’azienda si è impegnata a mettere in pratica la sostenibilità in ogni aspetto del suo operato. Il progetto d’impresa si fonda su una filiera controllata, certificata ed etica”. La cooperativa agricola Le Foglie, fondata nel 2016 da Citrus, promuove un’agricoltura sociale basata sulla giusta remunerazione alla base produttiva e sulla valorizzazione dell’intera filiera. “Collaborare strettamente con gli agricoltori ci permette di condividere ogni fase del processo di produzione, garantendo così la qualità elevata dei nostri prodotti”. Citrus ha analizzato attentamente ogni fase del processo di lavorazione, compresi gli sprechi, per ridurre al minimo gli scarti. “Anche se il nostro modello genera poco scarto, abbiamo implementato un processo di economia circolare in cui gli scarti vengono riutilizzati dall’industria della trasformazione. Inoltre, abbiamo stretto una collaborazione con “Too Good to Go”, un’applicazione che combatte gli sprechi alimentari, per offrire Magic Box contenenti ottima frutta, verdura, legumi, cereali e una sorpresa, contribuendo così alla lotta agli sprechi”. “La maggior parte dei nostri imballaggi sono realizzati con mono-materiali provenienti da filiere sostenibili, garantendo il massimo della sostenibilità. Il nostro innovativo sistema di gestione del trasporto delle cassette, basato su un sistema di pooling, ha permesso di eliminare le cassette monouso di plastica, riducendo così il nostro impatto ambientale. La filiera di approvvigionamento dei nostri prodotti è altrettanto sostenibile. I prodotti sono raccolti da agricoltori selezionati che fanno parte della nostra cooperativa agricola, garantendo così la qualità e la freschezza dei prodotti. Grazie al nostro sistema di pooling, le cassette utilizzate per il trasporto vengono riutilizzate più volte, riducendo così il consumo di risorse e l’impatto ambientale”. Citrus non si limita alla mera vendita di prodotti ortofrutticoli, ma si impegna attivamente a sensibilizzare i consumatori sull’importanza di uno stile alimentare sano e consapevole. “Investiamo molto nella comunicazione per informare i consumatori sui benefici della frutta e della verdura, educandoli in modo divertente e coinvolgente. La nostra mascotte Limonene, protagonista del progetto “L’Orto dei Piccini”, trasmette ai più piccoli l’importanza di una dieta sana e di una cultura alimentare senza sprechi”. “Con ironia e freschezza, rivoluzioniamo lo storytelling nel settore ortofrutticolo, promuovendo temi importanti come la salute, la prevenzione e gli stili di vita sani con un sorriso sulle labbra. La nostra missione è promuovere l’ottimismo, la positività e il benessere attraverso la frutta e la verdura, rendendo così la sostenibilità un’esperienza piacevole e gratificante per tutti”. I numerosi premi e riconoscimenti ottenuti da Marianna e Citrus testimoniano il loro impegno e la loro dedizione nel promuovere la sostenibilità e l’innovazione nel settore ortofrutticolo. Da Forbes a Brand Awards, Citrus continua a distinguersi come leader nel suo campo, ispirando altre aziende a seguire il suo esempio di eccellenza e impegno sociale. Tra i premi e i riconoscimenti più significativi, spiccano la menzione di Marianna Palella tra i 100 under 30 italiani più influenti secondo Forbes, il premio Brand Awards 2021 nella categoria New Entry, e il Positive Business Award per il contributo all’incremento della positività. La CEO di Citrus è stata anche premiata con il Premio all’innovazione Danila Bragantini per il progetto “Uomo non fare il broccolo!”, che sostiene la salute al maschile. Citrus ha inoltre ricevuto l’Industria Felix, premio per le aziende più performanti a livello gestionale e finanziario, e la menzione tra le finaliste del GammaDonna 2021, premio all’imprenditoria femminile innovativa. L’ultimo riconoscimento arriva con il premio IèS – Impresa è Sostenibilità, istituito dall’Università LUMSA, dedicato alla memoria di Lucia Barnaba, laureata dell’ateneo che ha lasciato un segno tangibile nel territorio di Manduria (Taranto) con il suo impegno. Marianna Palella, insieme a Citrus, è stata premiata per la prima edizione di IèS, per l’impegno nel promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nei modelli di business, contribuendo a trasformare il tessuto economico verso pratiche più responsabili e rispettose del pianeta.  “Credo che se io e Lucia ci fossimo incontrate non avremo smesso di parlare delle nostre passioni comuni. Non è solo una questione di settore, di legame alla terra e al territorio. Qualcosa più ampio unisce i nostri progetti: la voglia di portare e generare valore. Con la famiglia abbiamo aperto un dialogo per provare insieme a portare avanti il sogno di Lucia e diffondere il pomodorino di Manduria”. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Londra, in centinaia contro il trasferimento dei migranti su una chiatta: almeno 45 arresti

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(Adnkronos) – Almeno 45 attivisti sono stati arrestai mentre cercavano di impedire il trasferimento di migranti da Londra alla Bibby Stockholm, la controversa chiatta nel Dorset usata dal governo britannico per i richiedenti asilo. Centinaia di manifestanti oggi hanno bloccato la strada intorno Best Western di Londra, da dove dovevano partire i pulmann con i migranti. All'arrivo della polizia, hanno formato una catena ed alcuni si sono seduti di fronte al veicolo e sono stati trascinati via con la forza dagli agenti.  La chiatta ha una capacità di 500 posti, da quando è stata noleggiata dal governo britannico per usarla per i migranti è stata la centro di polemiche per le condizioni di sicurezza e sanitarie, con anche un'epidemia di legionella e nei mesi scorsi la morte di un richiedente asilo albanese.  "Alloggiare migranti negli alberghi costa milioni di sterline al giorno ai contribuenti britannici – ha dichiarato il ministro dell'Interno, James Cleverly – non permetteremo ad un piccolo gruppo di studenti che si mettono in posa per i social di fare la cosa giusta per i britannici". Le proteste di oggi sono un'indicazione del tipo di resistenza che il governo britannico potrà incontrare quando incomincerà ad applicare la controversa legge per la deportazione dei migranti in Ruanda.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il fintech è sempre più donna? Storie femminili di innovazione e inclusione

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(Adnkronos) – Parlare di parità di genere nel mondo del lavoro significa avere il coraggio di affrontare nuove sfide. Anche il digitale, l’innovazione tecnologica e la finanza, infatti, sono settori in cui la disparità è elevata, ma nei quali segni di miglioramento sono in atto. Incoraggiare prospettive e contributi unici di donne, in questo settore, è essenziale per dimostrare che, rispetto al passato, l’ambito lascia spazio al cambiamento. Più opportunità e risultati d’eccellenza? Vediamo insieme la situazione. Nel 2023 il 46% delle startup mostra una moderata diversità di genere, con una percentuale di donne compresa tra il 30% e il 50%. Ciò suggerisce una crescente consapevolezza e un impegno verso la promozione di ruoli dell’ambito ricoperti da figure femminili. Sebbene l’86% dei team sia prevalentemente maschile, ci sono segnali positivi di cambiamento e inclusione nelle aziende emergenti. Un segnale positivo arriva da diverse realtà. Una di queste è Conio la fintech partecipata da Poste Italiane e Banca Generali, che ha creato il primo Bitcoin Wallet per smartphone in Italia, dove la percentuale di donne assunte è circa del 30%. La quota femminile del team è in costante aumento e, oltre a essere distribuita in tutti i dipartimenti aziendali – marketing, tech e finance, tra gli altri – ricopre cariche strategiche all’interno dell’azienda.  In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dedicata ai diritti delle donne, Conio ha deciso di dare parola a 5 donne, per celebrare il loro ruolo pionieristico nel settore fintech. Fondata nel 2015 a San Francisco, la missione di Conio è rendere Bitcoin e le valute digitali alla portata di tutti. Per questo ha sviluppato un sistema di custodia multi-signature che rende facile e sicuro custodire digital asset. Conio ha conquistato, fin dall’inizio, la fiducia di investitori istituzionali, fra cui importanti banche italiane che hanno finanziato il progetto e creato partnership. Oggi, oltre ad aver raggiunto oltre 400.000 clienti privati, offre a banche ed istituzioni finanziarie soluzioni integrate per la gestione di criptovalute e Digital Asset. Ecco il contributo di alcune protagoniste in azienda:
Beatrice, al reparto Tech, si augura che le donne “vengano incoraggiate sempre più a lavorare nel mondo tech, che essendo scientifico potrebbe beneficiare di un punto di vista più creativo, spesso associato al genere femminile. Spero che la giornata di oggi (Giornata internazionale dei diritti delle donne, ndr), sia un’occasione per tutti e non solo per le donne, per celebrare le diversità e vederle come un valore aggiunto”.  Come lei, anche la collega Roberta, al Marketing, ha sottolineato che la sfida personale è quella di avvicinare le donne al settore, soprattutto quelle che si sono sentite esclude dalla finanza tradizionale. “Le donne in questo settore – racconta Roberta -sono in costante aumento. Il settore fintech permette di vedere realtà veramente innovative, unendo alla tecnologia la creatività. Per questo penso che le donne non debbano fermarsi di fronte ai pregiudizi, ma dovrebbero cogliere con entusiasmo le innovazioni portate da questo settore”.
Elena, Business Development, seguendo la scia delle donne in azienda, racconta di aver scelto il settore della blockchain e digital asset. Un consiglio alle donne che operano nel mondo del Bitcoin? “You have to put yourself out there e non temere di metterti in gioco. Come donna, porterai empatia e prospettive uniche in questo settore, contribuendo a promuovere l’inclusione e l’innovazione”.
Ana, Finance, è più ottimista sul futuro delle donne nel settore fintech: “Sempre più centrale. Come in altri settori, il nostro contributo, grazie ad una crescente consapevolezza anche in ambito lavorativo e finanziario, permetterà al settore di crescere. A volte anche con un approccio più consapevole e meno speculativo.
Elisabetta, Design, invece, non ha dubbi sul valore aggiunto dalle donne nel settore: “Varietà e diversità sono elementi fondamentali, che arricchiscono in modo necessario ogni contesto, compreso quello lavorativo. La presenza di persone diverse per genere, come anche per interessi, caratteristiche personali, lavorative e background non può che migliorare e stimolare un ambiente che rischierebbe altrimenti di risultare più sterile. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fondazione per la Sostenibilità Digitale, Epifani: “Ancora poca consapevolezza”

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(Adnkronos) – La prima Fondazione riconosciuta di Ricerca in Italia per la sostenibilità
digitale compie tre anni. Il prossimo 18 aprile si terrà al Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università degli studi di Roma Sapienza un incontro per parlare dei progressi svolti in questo triennio e per focalizzarsi sulle sfide e gli obiettivi futuri. Abbiamo perciò chiesto al presidente Stefano
Epifani a che punto fossimo con la sostenibilità digitale nel nostro Paese.
Presidente, puoi spiegarci cos’è la “sostenibilità digitale” e a che punto siamo nel nostro Paese?
“Con il termine ‘sostenibilità digitale’ indichiamo, da una parte il modo con cui possiamo usare tecnologia come strumento utile per la sostenibilità e dall’altra parte, come impiegare i criteri di sostenibilità per orientare lo sviluppo tecnologico. I dati che rilasceremo il 18 aprile in occasione dei tre anni dalla nascita della Fondazione ci dicono che siamo a un punto peggiore di quanto normalmente si racconti. Un italiano su due di quanti vivono nei piccoli centri non ha davvero capito il concetto di “sostenibilità”: dato che scende a uno su tre nei grandi centri, e meno di uno su tre è in grado di rapportare la sua visione ideologica di sostenibilità a delle pratiche del vivere quotidiano. C’è grande confusione”.
Con un Osservatorio permanente misurate l’Indice di Sostenibilità Digitale, cioè la consapevolezza degli italiani sul tema. In quali aree del nostro Paese si evidenziano maggiori criticità?
“Con l’Indice di Sostenibilità Digitale misuriamo:  Per la prima volta possiamo dire che l’Italia, quando parliamo di sostenibilità digitale, non è divisa tra Nord e Sud come si crede, ma tra grandi e piccole
città. E questo problema riguarda da una parte la presenza d’infrastrutture e dall’altra il livello di consapevolezza sul digitale: maggiore nei grandi contesti urbanizzati rispetto ai piccoli comuni, ma insufficiente ovunque. Quello che manca è poi la consapevolezza sia rispetto al ruolo del digitale come strumento di sostenibilità che della sostenibilità come strumento utile per indirizzare la digitalizzazione”.
E le aziende sono più o meno consapevoli?
“L’Osservatorio guarda ai cittadini, tutti. Ma per le aziende, nello specifico, la Fondazione ha sviluppato, sulle tematiche Esg, una “patente di sostenibilità”, simile a quella recentemente pubblicata relativa alla parità di genere. Si tratta della prassi di Riferimento UNI/PdR 147:2023 “Sostenibilità digitale – Requisiti e indicatori per i processi d’innovazione”, che fa sì che i progetti di trasformazione digitale possano rispondere agli indicatori di sostenibilità per essere coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Riconosciuta a livello italiano e presto a livello europeo, servirà per misurare il rapporto efficienza-efficacia nell’implementazione delle tecnologie per la sostenibilità nelle attività di corporate sustainability reporting”.
Negli scorsi giorni, alla Camera dei deputati avete siglato un accordo per un percorso di formazione. L’obiettivo è supportare i parlamentari sulle tematiche della Sostenibilità digitale, cosa che già fate anche con i giornalisti tra l’altro. Si presume che, se ha motivo di esistere, è perché ci sono ancora delle lacune anche da parte dei nostri rappresentanti…
“C’è un gran bisogno di consapevolezza anche da parte dei parlamentari perché non è pratica diffusa in modo omogeneo all’interno del parlamento. C’è stato l’accordo per definire l’avvio di un percorso sviluppato da Fondazione assieme ai componenti dell’intergruppo parlamentare ‘Innovazione tecnologica’, con i quali svilupperemo momenti di formazione e informazione rivolte ai parlamentari e alle istituzioni per implementare le competenze necessarie per legiferare un tema oggettivamente complesso e in rapidissima evoluzione: si pensi al ruolo dell’AI”.
La Fondazione compie tre anni: come definisci i risultati ottenuti fino a oggi e quali sono le sfide future che vi aspettate di dover affrontare? Il “bilancio” della Fondazione sotto questo punto di vista è positivo?
“In questi tre anni, il “bilancio” ha superato le aspettative. Abbiamo sviluppato la prima prassi di riferimento a livello europeo; costruito il network più esteso e significativo di stakeholder specializzati su questi temi; realizzato un network di università ampio e diffuso. Facciamo formazione da tre anni ai giornalisti e la faremo ai parlamentari. Il tutto lavorando solo sulla volontà dei nostri soci sostenitori di svolgere attività utili al paese in un’ottica di give back, restituendo know-how e mettendosi a disposizione. La forza della Fondazione è quella di essere un ente terzo, super partes. La soddisfazione è che abbiamo intercettato la volontà da parte di molti d’impegnarsi per fare del bene al nostro Paese, utilizzando la leva della sostenibilità, dalla Rai a grandi aziende come Eni o Enel, con cui collaboriamo”.
Quali strumenti consiglieresti ai cittadini per tenersi informati su queste tematiche?
“Esistono tante iniziative di realtà diverse. Noi stiamo realizzando un corso di formazione per la sostenibilità digitale anche nei percorsi di laurea delle università. Quest’anno grazie a uno dei nostri partner, EHT, abbiamo lanciato la prima edizione del Digital Sustainability Award, con il quale premieremo in denaro e con la possibilità di affiancare un Ceo di una grande azienda, lo studente o la studentessa che riterremo meritevole sulla base di una tesi di laurea dedicata a queste tematiche. Ma la grande rivoluzione dovrebbe partire nelle scuole medie e superiori. Si dovrebbe insegnare a considerare il digitale come qualcosa con il quale convivere con l’obiettivo di governarlo, e non da utenti passivi: solo così sarà un alleato e non un nemico. Da parte nostra, ce la metteremo tutta per contribuire in tal senso”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Terna presenta il portale digitale ‘Terra’, online dal 7 giugno

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(Adnkronos) –
Si chiama ‘TE.R.R.A.’ il portale digitale introdotto dalla legge 11/2024 (decreto energia) che Terna ha presentato oggi e che metterà a disposizione di amministratori nazionali e locali, legislatori e soggetti proponenti la consultazione di informazioni strategiche e rilevanti su territorio, reti, rinnovabili e accumuli. Il portale abiliterà una programmazione territoriale efficiente e sostenibile per l’ambiente.  Il percorso di transizione energetica richiede un impegno comune a livello nazionale per raggiungere gli sfidanti obiettivi di decarbonizzazione tracciati in Italia dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che prevedono oltre 70 GW di nuove rinnovabili: a tal fine, il decreto Energia ha affidato a Terna il compito di realizzare un nuovo portale digitale che sarà online il prossimo 7 giugno. Il portale Terra nasce con l’obiettivo di favorire la massima trasparenza su dati e informazioni, promuovere azioni di razionalizzazione e ottimizzazione nella pianificazione delle infrastrutture elettriche e, in ultimo, supportare gli stakeholder coinvolti anche attraverso continui rapporti di monitoraggio e avanzamento sulla rete e sul sistema elettrico forniti da Terna. Una volta online, nella piattaforma sarà già presente un enorme patrimonio informativo sullo stato delle richieste di connessione (circa 6.600 tra impianti rinnovabili, sistemi di accumulo e utenti di consumo con soluzione di connessione accettata dai proponenti) e sulla localizzazione geografica di circa 40.000 impianti in esercizio, a conferma di un lavoro costante per la qualità del dato e per la digitalizzazione di processi e sistemi. Anche attraverso mappe multilayer navigabili sarà possibile osservare gli interventi di sviluppo necessari, quelli pianificati e le linee elettriche esistenti, l’anagrafica degli impianti già in esercizio e lo stato di avanzamento per le nuove iniziative di connessione.
Ad avere accesso, riservato e profilato, ai contenuti e alle informazioni saranno i principali attori del sistema elettrico: il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il ministero della Cultura, Arera, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, sviluppatori di impianti di produzione, accumulo e consumo. La digitalizzazione favorirà uno scambio tra professionalità del controllo e della conduzione della rete di trasmissione abbattendo ogni barriera geografica, per un’integrazione ancora maggiore con tutti gli attori del sistema. L’evoluzione digitale è uno dei pilastri del piano Industriale 2024-2028 di Terna: circa 2 miliardi di euro dei complessivi 16,5 sono destinati a iniziative di innovazione tecnologica e digitale, per una rete sempre più sicura e resiliente. La nuova piattaforma digitale integrata, parte della visione aziendale improntata sullo sviluppo della Twin Transition, favorirà una programmazione territoriale sempre più coordinata ed efficace e un’ulteriore accelerazione dei processi autorizzativi: passaggi indispensabili per la rete del presente e del futuro.
Terra stato presentato oggi da Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale di Terna, alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del direttore Divisione Energia di Arera, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, Massimo Ricci, presso il rinnovato Centro Nazionale di Controllo di Terna. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Imprese, Top Utility 2024 premia la Comunicazione di Gruppo Cap

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(Adnkronos) – Gruppo Cap è la miglior utility nella comunicazione. Il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano ha ottenuto oggi il premio Top Utility Comunicazione, conferito all’azienda “che ha dimostrato la capacità di comunicare verso l’esterno in maniera sempre aggiornata, completa e integrata, con una presenza web user friendly e al contempo esaustiva, prestando attenzione verso tutti gli stakeholder”.  Gruppo Cap, oltre alla sezione Comunicazione, ha ricevuto la nomination per le categorie Top Utility Assoluto.  “Siamo un punto di riferimento importante per i cittadini del nostro territorio, che devono contare sulla nostra efficienza per essere sicuri di usufruire di acqua di alta qualità, quindi buona, controllata e sicura – commenta Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap – Per questo è per noi essenziale dialogare con tutti i nostri utenti, informarli costantemente su come miglioriamo il servizio ma anche facendo divulgazione sui temi che più ci stanno a cuore: la qualità e la sicurezza dell’acqua del rubinetto, la transizione green, la sostenibilità, l’economia circolare, l’inclusività, la parità di genere. Abbiamo lavorato molto per promuovere questi temi, sviluppando progetti originali capaci di coinvolgere sia coloro che lavorano nella nostra azienda, sia i partner industriali e gli stakeholder, sia in generale la popolazione che ogni giorno serviamo”. Il premio è stato assegnato da Althesys in occasione della conferenza ‘Le utility, governare la complessità’, organizzata per presentare la XII Edizione del rapporto Top Utility Analysis. La selezione delle aziende nominate e premiate è basata sull’analisi delle performance e dei parametri compiuta dal team di ricerca di Althesys, guidato dall’economista Alessandro Marangoni. Per la categoria Comunicazione, insieme a Gruppo Cap i candidati erano Aimag, Cva, Enel ed Estra.  Sempre presente nelle nomination del premio Top Utility, in occasione del decennale della manifestazione, Cap ha anche ricevuto il Top Utility Ten Years, destinato all’azienda che ha collezionato più premi nel corso dei dieci anni di Top Utility distinguendosi nel corso degli anni in particolare nei settori della Sostenibilità, della Ricerca e Innovazione e, come anche quest’anno, nella Comunicazione.  Oltre all’attività istituzionale, nel corso dell’ultimo anno Cap ha investito in progetti di divulgazione scientifica e ambientale, per raccontare in modo originale e coinvolgente la crisi climatica in atto a un pubblico ampio e diversificato. Ha realizzato progetti di educazione ambientale dedicati ai bambini e ai ragazzi della Città metropolitana di Milano, dalle scuole d’infanzia alle primarie fino alle secondarie di primo e di secondo grado, sviluppando una piattaforma digitale interattiva ricca di contenuti multimediali, dai film alle animazioni fino agli strumenti didattici. Ancora, ha realizzato una campagna di Employer Branding dedicata ai giovani nei settori della progettazione, dell’ingegneria e dell’economia circolare da inserire in un ambiente di lavoro equo, accogliente e inclusivo. E proprio sui temi dell’inclusività e della parità di genere Cap ha realizzato una serie di importanti iniziative sia all’interno dell’azienda sia presso i propri partner industriali. Non sono mancate anche le iniziative che hanno utilizzato un linguaggio leggero e divertente per trattare temi importanti, come per esempio il progetto AcquaSound, una serie di playlist su Spotify pensate per promuovere un uso consapevole della risorsa idrica in ogni occasione. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Eiis, cooperazione essenziale per sfide globali legate a clima, salute e alimentazione

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(Adnkronos) – Il nesso tra clima, alimentazione e salute assieme alle opportunità e alle innovazioni legate alla cooperazione tra settori e professionalità diverse sono state al centro della prima giornata dell’European Innovation for Sustainability Summit (https://www.eiis-summit.com/), evento che prosegue e si conclude questo sabato a Palazzo Orsini Taverna a Roma. Organizzato e ospitato dall’European Institute of Innovation for Sustainability (Eiis), in collaborazione con il Fondo Internazionale dello Sviluppo Agricolo (Ifad) delle Nazioni Unite e con il supporto istituzionale del Parlamento Europeo, il Summit riunisce in questa terza edizione oltre 80 rappresentanti di rilievo di istituzioni politiche, scientifiche e accademiche, di aziende, di organizzazioni della società civile e dello sport giunti a Roma da tutto il Mondo. "Il messaggio che arriva da questo Summit è molto chiaro: la collaborazione è la chiave per avere successo", ha detto il Direttore Generale di Eiis, Andrea Geremicca. "È necessaria la cooperazione di tutti perché nessuno può prosperare in una società che altrimenti rischia di fallire". "L'Ifad utilizza il proprio bilancio per co-finanziare progetti e stringere partnership con il settore privato”, ha affermato nel suo intervento introduttivo Alvaro Lario, il Presidente dell’Ifad. “L'Ifad si impegna oggi più che mai a scendere in campo direttamente e a co-investire con il settore privato”. L’Istituto e l’agenzia dell’Onu hanno anche annunciato la firma di un memorandum di intesa che prevede la cooperazione in attività formative volte a promuovere e sostenere l’evoluzione delle capacità organizzative e delle competenze in materia di innovazione, sviluppo rurale e sostenibilità. Il Summit in corso a Palazzo Taverna prevede presentazioni, tavole rotonde, workshop e un'area espositiva di prodotti e servizi innovativi e sostenibili. I visitatori (circa 3mila nell’arco dei due giorni) contribuiranno alla scelta della migliore soluzione che sarà premiata al termine del Summit. Nelle passate edizioni il premio è andato a Novartis, EnelX, Save the Children e Ferrero. In apertura dei lavori è stato affrontato in un confronto a tutto campo il tema "Partnership for Impact". Il Presidente di Eiis Carlo Alberto Pratesi ha moderato il dibattito sulle diverse forme di cooperazione tra settori, associazioni e imprese che ha visto la partecipazione di Alessandra Prampolini, Direttrice Generale di Wwf Italia; Annamaria Barrile, Direttrice Generale di Confagricoltura; gli Amministratori Delegati di Illycaffè, Cristina Scocchia, e di Mutti, Francesco Mutti, che si sono confrontati con Marco Botta (General Manager di Ferrero Hazelnut Company), Mario Piccialuti (Direttore Generale di Unione Italiana Food), Albino Russo (Direttore Generale Ancc-Coop), Renato Roca (Country Manager di Findus Italy Nomad Food), Silvia Bagliani (Vice President e Managing Director del Gruppo Mondelēz International in Italia), Simona Fontana (Direttore Generale del Conai).  "La sostenibilità è un impegno e questo impegno deve essere riconosciuto agli agricoltori,” ha sottolineato l’Ad di illycaffé Scocchia parlando della filiera globale del caffè. "I rapporti all’interno della filiera devono essere forti”, ha detto l’Ad di Mutti, aggiungendo che questa è una condizione indispensabile assieme a partnership atte a perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Per parte sua Rocca di Findus ha dichiarato che l’obiettivo del gruppo è raggiungere “nel prossimo biennio” il 100 per cento del pescato da pesca sostenibile e certificata come tale. Bagliani di Mondelēz ha sottolineato il “valore fondamentale dell’innovazione nell’ambito della sostenibilità” e in tutti i programmi collegati, come il patto della filiera che il gruppo ha sviluppato a partire dal 2008. Anche per il riciclo la collaborazione di tutti è fondamentale, ha detto Fontana di Conai per la quale “non c’è sostenibilità se non c’è responsabilità” dei consumatori come delle aziende. “Lavoriamo molto con gli istituti di ricerca per aver maggiore conoscenza scientifica e trasmetterla a chi opera sul territorio”, ha detto Botta di Ferrero Hazelnut Company. “Queste attività sono volte a preservare la qualità perché la grande sfida delle filiere è quella di far fronte ai cambiamenti climatici che mettono a rischio la qualità”. E’ seguito un approfondimento dedicato al tema "The Impact of EU" con il Direttore delle Relazioni esterne del Corepla, Andrea Campelli, e il Direttore dell'Ufficio di rappresentanza del Parlamento Europeo, Carlo Corazza. Nello spazio successivo, dedicato a "Education for Sustainable Behaviour”, sono intervenuti lo chef stellato Bruno Barbieri, Vincenzo Piscopo (Chief Commercial and Digital Officer di Banijay Italy Holding) e la Direttrice Generale di Cineca, Alessandra Poggiani. Nel panel dedicato a "Finanza e Sostenibilità" (relatori Advit Nath, Director e Controller di Ifad, Francesco Starace, partner di Eqt Group, i Direttori Finanziari di Barilla, Giangaddo Prati, e di Benetton, Iacopo Martini). La mattinata si è chiusa con uno spazio sul tema "Sport for Impact" che ha visto la partecipazione del Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, e di Michele Uva, Director, Social & Environmental Sustainability della Uefa. E’ seguito un confronto sul tema "Innovation for Development, Country Strategies and Policy Making" con la partecipazione dell'Ambasciatore dell'Egitto in Italia Hisham Badr, del rappresentante permanente della Nigeria presso le agenzie Onu di Roma, Yaya O. Olaniran, e del Presidente di Vision, Abubaker Almansori. La presenza delle banche multilaterali al Summit si è caratterizzata con un Keynote Speech della Vice Presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Gelsomina Vigliotti che ha sottolineato il ruolo chiave giocato dal Gruppo Bei per promuovere l’innovazione e sostenere la crescita dei prossimi campioni tecnologici in Europa e nel Mondo. Il suo intervento ha preceduto una sessione sul tema "Financing and Scaling up Innovation", dedicata alle sfide legate alla sostenibilità che affrontano ogni giorno le banche multilaterali, le Nazioni Unite e le istituzioni Ue. Sul tema si sono confrontati il Direttore Digital for Operations della Asian Development Bank, Ozzeir Khan; Mara Balestrini, Digital Transformation Lead Specialist della Inter-American Development Bank; il Vice Presidente di Eiis, Diego Raiteri, la Global Head of Innovation di Ifad, Gladys Morales; Regina Schmidt, Head di SDG2 Acceleration; Gianpiero Menza, Senior Manager di the Alliance/Cgiar e Christoph Aubrecht, Programme Coordinator per la Global Development Assistance dell'Agenzia Spaziale Europea. L'ultimo panel è stato dedicato al tema “Innovazione per lo Sviluppo Sostenibile” con gli interventi di Bianca Maria Martinelli, Public Policy Director di Amazon Italia, Chris Heemskerk, Fondatore e AD di The Innovation Alliance, la coordinatrice per l'intelligenza artificiale di Google nell'area EMEA, Giorgia Abeltino, la responsabile Innovation and Patient Journey di Novartis Italia, Giulia Conti, di Mauro Giancaspro (Director Technology, Innovation & Digital Spoke di Anas) e Roberto Basso, Direttore External Affairs e Sostenibilità di Wind Tre. La prima giornata del Summit è terminata con un Keynote Speech di Jeffrey Sachs, docente della Columbia University, e le considerazioni conclusive di Beth Bechdol, Vice Direttore General della Food and Agricolture Organization, l’’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la sicurezza alimentare. Questo sabato ( https://www.eiis-summit.com/agenda-11-may ) i lavori del Summit si apriranno con un intervento su "Scaling a Sustainable Future" di Daniel Katz, Fondatore e Presidente del board della Rainforest Alliance. Seguirà un policy dialogue sul tema "The Climate, Health and Nutrition Nexus" che vedrà confrontarsi Jo Puri, Associate Vice Presidente di Ifad, la Chief Information Officer e Director General of Innovation, Digital and Technology della Asian Development Bank (ADB), Stephanie King-Chung Hung, Massimiliano Di Domenico (Vice President MEU Corporate & Government Affairs di Mondelēz International), Flaminia Catteruccia , Director del PhD Program in Biological Sciences in Public Health, Immunology and Infectious Diseases presso la T.H. Chan School of Public Health di Harvard. Nella seconda sessione del mattino dialogheranno invece sul tema "Business e Diritti Umani" – con la moderazione dell'attore Alan Cappelli Goetz, ambasciatore della Commissione Europea per il Patto sul Clima – Daniela Fatarella, Direttore Generale di Save the Children Italia, Fabio Zardini, Country Manager per l'Italia di Patagonia, la Responsabile Sostenibilità di Enel, Giulia Genuardi, Laura Iucci che è Senior PSP Officer di UNHCR, e Phyllis Kong, Social Sustainability Manager di Ferrero. Nel pomeriggio gli ultimi due panel del Summit: uno su "Partnership for Impact" che vedrà la partecipazione dell'Impact Director di McDonald’s Italia, Delia Ciccarelli, della responsabile Sostenibilità di WWF Italia, Eva Alessi, di Luca Ruini (Health, Safety, Environment & Energy Vice –President del gruppo Barilla) e di Mauro Fontana, Presidente dell'Unione Olio di Palma Sostenibile. L'altro sarà dedicato al tema “Comunicazione Responsabile” e vedrà confrontarsi Francesca Mortari (Director di YouTube Southern Europe), Francesco Giorgino (Docente di Comunicazione e Marketing presso la Luiss Guido Carli), il social media strategist Luca La Mesa, il Direttore della Comunicazione di Ferrovie dello Stato, Luca Torchia, e Matteo Ward, co-fondatore di Wråd. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

‘Isola dei Famosi’, stasera la finalissima tra prove e televoti flash

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(Adnkronos) – Oggi, 6 giugno 2024, in prima serata su Canale 5 appuntamento con la finale de 'L’Isola dei Famosi', il programma prodotto da Mediaset in collaborazione con Banijay Italia. A commentare la puntata, con la padrona di casa Vladimir Luxuria, Sonia Bruganelli e Dario Maltese. Inviata in Honduras Elenoire Casalegno. L’ultima puntata del reality sarà costellata di prove e televoti flash che i naufraghi dovranno superare per coronare il sogno di vincere la 18esima edizione dell''Isola' e aggiudicarsi il montepremi di 100mila euro in gettoni d’oro (la metà della cifra sarà devoluta in beneficenza). 
Uno tra Edoardo Franco e Aras Senol dovrà abbandonare subito Cayo Cochinos a un passo dal traguardo. A deciderlo il voto dei telespettatori espresso attraverso quattro canali: App Mediaset Infinity, Sito Web, Smart Tv, SMS. Artur Dainese, Edoardo Stoppa, Alvina Verecondi Scortecci e i due concorrenti al televoto non si aspettano che ci sia un finalista 'segreto'. Lo scopriranno solo con il ritorno di Samuel Peron in Playa.  
I naufraghi riceveranno, inoltre, una sorpresa da parte dei loro cari: dopo mesi di lontananza potranno finalmente riabbracciarli sulle spiagge dell’Honduras. La regia è affidata a Roberto Cenci. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

A ‘Speciale Tg1’ gli scatti di Umberto Pizzi e Rino Barillari

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(Adnkronos) – L’Italia della dolce vita fatta di attrici e attori famosi, reali, nobili, politici a spasso nelle vie e tra i locali più celebri del centro di Roma, raccontata dalla voce e dalle immagini di due grandi fotoreporter: Umberto Pizzi e Rino Barillari, detto anche "il king dei paparazzi". 'Scatti di cronaca' di Daniele Valentini, in onda domani, domenica 3 marzo, alle 23.40 su Rai 1 per 'Speciale Tg1', racconta una storia fatta di lunghi appostamenti e fidati informatori per carpire l’attimo fuggente: un bacio, una trasgressione da mettere in pagina sui giornali.  Foto rubate, seguite spesso da una fuga rocambolesca e qualche volta da un pugno o da una macchina fotografica scassata. Elisabeth Taylor e Richard Burton, Onassis, Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Gianni Agnelli, Lady D., Peter O’Toole, Claudia Schiffer sono solo alcuni dei personaggi ritratti da vicino dai due fotografi e, per ognuno, i due fotoreporter hanno aneddoti e indiscrezioni da svelare. Poi la fine della dolce vita e l’arrivo degli anni di piombo, delle stragi. L’obiettivo dei Pizzi e Barillari si rivolge verso i fatti di cronaca nera, primo fra tutti il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro. Le notti romane sono cambiate enormemente, i telefoni cellulari raccontano ormai tutti i segreti, ma Rino Barillari e Umberto Pizzi sono sempre lì, dopo milioni di scatti, pronti a fermare ancora una volta l’immagine che fa notizia, lo scatto di cronaca. Il montaggio del documentario è di Germano Satiri e le ricerche negli archivi Rai sono di Giulia Trentini. La colonna sonora è costruita con musiche e canzoni dedicate al mondo della fotografia. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Abbandono di vetro in strada, lo fa 1 italiano su 4: i dati

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(Adnkronos) – Dichiara di farlo almeno un italiano su quattro, ma più di sei su 10 provano indignazione. Questo è il quadro emerso da una ricerca del birrificio Ichnusa, commissionata ad AstraRicerche, per fotografare opinioni e contraddizioni sul territorio nazionale, in merito all’abbandono delle bottiglie di vetro in strada. L’occasione è una campagna di sensibilizzazione dell’azienda volta ad arginare il fenomeno a partire dai comportamenti individuali.  Se sei su 10 si indignano, tre su 10 provano tristezza e due su 10 si sentono impotenti difronte al fenomeno. Ma scopriamo insieme cosa è emerso dalla ricerca.  Il fenomeno, nel nostro Paese, sembra avere due volti differenti. Da una parte, sei italiani su 10 ritengono che la raccolta del vetro venga fatta in alta percentuale, con cura e qualità. Dall’altra parte, uno su due (53%) percepisce come diffuso l’abbandono di rifiuti e materiali di vetro come le bottiglie in strada o negli spazi pubblici nella zona in cui vive, fenomeno che, per due italiani su tre (67%) è una priorità grave o importante. L’indagine restituisce anche una percezione dell’identikit dei “colpevoli”. Per circa due italiani su tre, a sporcare sono per lo più i giovani 18-34 anni, principalmente uomini (anche se per il 28% non c’è gender gap in questa mancanza di rispetto), residenti in zona o nel territorio circostante. Quali le cause? Le prime quattro cause che emergono con forza dal report sono:  Dura condanna per chi sporca. Ma la situazione cambia quando si chiede se è mai capitato di aver gettato una bottiglia in terra. Dalla ricerca, infatti, si scopre che lo ha fatto circa uno italiano su quattro (meno di uno su cinque in Sardegna). Uno su 10 ha confessato di aver commesso il fatto una o più volte solo nell’ultimo anno. Ma si affretta ad attribuirne la causa sempre a motivi esterni: lo ha fatto in prossimità del negozio/locale dove avevano acquistato la bottiglia. E c’è anche chi (circa il 20%) afferma candidamente di averla lasciata dove capitava per nessun motivo in particolare. L’abbandono di vetro in strada non contribuisce al riciclo e a un corretto smaltimento. Il sentiment emerso dalla ricerca, però, è che c’è chi è pronto a prendersi la propria responsabilità. Sono 6 su 10 gli italiani che affermando che se vedono una bottiglia abbandonata la raccolgono anche se non è la loro e cercano un cestino dove buttarla. Poco meno del 4% chiamerebbe il comune o l’azienda municipale della raccolta dei rifiuti.  Per otto italiani su 10 le campagne di informazione sull’impatto del vetro abbandonato sono tra le azioni più efficaci per ridurre l’abbandono di vetro nell’ambiente. Ben vengano quindi iniziative di informazione e sensibilizzazione come quella che Ichnusa si appresta a lanciare in Sardegna in vista dell’estate: positivo o molto positivo per quasi nove italiani su 10 il giudizio verso la campagna di comunicazione ‘Il nostro impegno’, che esorta i consumatori a smaltire correttamente le bottiglie di vetro e a non abbandonarle, unita ad azioni di pulizia dei dipendenti del birrificio con Legambiente.  La Regione Sardegna, sull’abbandono del vetro in strada, ha una sensibilità maggiore. Sembra, infatti, che i cittadini sardi, vivendo in un territorio dagli ecosistemi unici e fragili, risentano particolarmente del fenomeno e lo vivano come più impattante per la biodiversità. Complice è anche un turismo stagionale di massa, fenomeno noto come ‘Overtourism’ che colpisce diverse zone italiano nel periodo estivo, dove il consumo di bevande rinfrescanti in vetro, alcoliche o meno, è tendenzialmente maggiore. Tra i motivi giudicati fondamentali per cui non bisognerebbe mai abbandonare il vetro nell’ambiente, il rispetto che si deve alla propria terra (48% in Italia e 56% in Sardegna), il fatto che è un danno per le generazioni future (43% in Italia, 48 sull’Isola), deturpa il paesaggio (51% per i sardi, 41% nel resto del paese) e peggiora immagine e reputazione del territorio, dove la Sardegna supera di 12 punti percentuali (52% a 40%) la media nazionale. La campagna di sensibilizzazione, quindi, prenderà piede proprio dall’isola, dove il fenomeno assume un’importanza maggiore. Infatti, per il 74% dei sardi si tratta di un
problema ‘grave e importante’, contro il 58% della media nazionale. Al pari dei comportamenti che possono provocare incendi o spreco idrico. Cosa differenzia la Sardegna dal resto d’Italia? I sardi sono più propensi a ripulire: il 68% di loro raccoglie le bottiglie abbandonate, contro una media italiana del 62%. Tuttavia, l’abbandono del vetro rimane un problema significativo in Sardegna, soprattutto durante l’estate. Per il 53% dei sardi, infatti, il fenomeno aumenta in maniera considerevole nei mesi estivi, con un ulteriore 19% che lo considera un problema grave per l’isola in questo periodo. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Neutralità al 2050: l’impegno di Eni per la decarbonizzazione

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(Adnkronos) – La neutralità carbonica entro il 2050: è questo l’obiettivo che si è data Eni, delineando un percorso virtuoso che passa attraverso un processo di trasformazione industriale. L’impegno del Gruppo per la decarbonizzazione viene sintetizzato in un approfondimento di SostenibileOggi.  Un obiettivo che coinvolge l’intera azienda e prevede una serie di obiettivi intermedi: il primo di questi è l’azzeramento delle emissioni nette note come Scope 1 e 2 del business Upstream entro il 2030. Per Scope 1 si intendono le emissioni nette determinate dagli impianti produttivi di Eni, per Scope 2 si fa riferimento alle emissioni indirette di gas a effetto serra derivanti dall’energia acquistata o acquisita, come l’elettricità, il vapore, il calore o il raffreddamento, generati fuori sede e consumati dall’azienda. Il secondo obiettivo intermedio è quello di azzerare le emissioni di tutte le altre linee di business entro il 2035; l’ultimo obiettivo, infine, riguarda l’eliminazione in toto delle emissioni GHG Scope 1, 2 e delle emissioni Scope 3, generate da operazioni di business da fonti che non sono direttamente possedute o controllate da un’organizzazione.  Nei piani di Eni, nel periodo 2024-2027 sarà investito il 30% delle risorse in attività low e zero carbon, mentre la quota di spesa dedicata al settore oil & gas – sarà ridotta nel medio-lungo termine, con la graduale eliminazione degli investimenti in attività o prodotti ad alta intensità carbonica. Insomma, molto si farà in termini di decarbonizzazione, ma altrettanto è già stato realizzato: attraverso importanti investimenti mirati in ricerca e sviluppo, Eni ha ridotto rispetto al 2018 del 40% le emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream e del 30% quelle dell’intero Gruppo. Senza dimenticare, inoltre, il rilevante impegno sostenuto per la riduzione delle emissioni di metano, in calo del 20% per il business Upstream rispetto all’anno precedente, che ha permesso ad Eni di ottenere il riconoscimento di “Gold Standard” nel quadro del programma Oil & Gas Methane Partnership 2.0 promosso dallo United Nations Environment Programme (UNEP). (L’articolo completo su SostenibileOggi.it)  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Enel, intesa con sindacati: 2.000 ingressi in 3 anni

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(Adnkronos) – Accordo raggiunto tra Enel e Organizzazioni Sindacali Elettriche Filctem Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec. Il dialogo tra azienda e sindacati, si legge in una nota diffusa dal gruppo, ha permesso di superare la vertenza avviata nei mesi scorsi e di individuare un percorso condiviso che mette al centro le persone, le reti e la transizione energetica. L’intesa raggiunta, spiega la nota, "conferma l’attuale organizzazione delle attività e avvia un approfondimento tecnico su nuovi modelli operativi per individuare le migliori soluzioni in ottica di flessibilità, efficienza e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il confronto tra le parti ha portato a soluzioni condivise che contribuiranno alla crescita economica del territorio e allo sviluppo del sistema Paese, favorendo l’elettrificazione dei consumi".  "Azienda e organizzazioni sindacali – si legge ancora – intendono in particolare lavorare insieme per continuare a valorizzare gli asset strategici come la rete di distribuzione italiana, fondamentale per la transizione energetica e al centro del Piano Industriale di Enel con investimenti per 12,2 miliardi. Proprio per sostenere l’implementazione del Piano Strategico, Enel e le organizzazioni sindacali hanno concordato fino a 2.000 nuovi ingressi nell’ambito della rete negli anni 2024-2026. Enel e sindacati concordano che la continuità geografica della rete elettrica e l’esperienza del Gruppo Enel e delle sue persone nella gestione di una infrastruttura così cruciale e complessa rappresentano elementi da valorizzare e preservare a beneficio del Paese, dei cittadini e delle imprese". Infine, Enel e sindacati "si impegnano ad attivare iniziative congiunte al fine di sostenere, ad ogni livello istituzionale, le attività finalizzate alla transizione energetica equa, sicura e sostenibile, anche mediante la proroga delle concessioni in scadenza. In quest’ottica, ritengono fondamentale assicurare e preservare l’unità della rete di distribuzione Enel in ambito nazionale, promuovendo tutte le azioni utili a garantirne la stabilità nel lungo periodo e la continuità geografica", conclude la nota di Enel. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, le mascotte di Milano-Cortina 2026 arrivano a Casa Coca-Cola

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(Adnkronos) – Coca-Cola, Partner della 74esima edizione del Festival di Sanremo, oggi ha accolto le Mascotte ufficiali dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026 in Casa Coca-Cola, uno spazio conviviale dove il brand offre agli ospiti un rinfrescante momento di pausa e omaggia il connubio con una delle eccellenze del nostro Paese: la pizza, icona della tradizione italiana. Il 74° Festival di Sanremo ha preso il via martedì 6 febbraio e terrà compagnia a milioni di telespettatori fino alla serata finale di sabato 10 febbraio. Nella serata di ieri, mercoledì 7 febbraio, sono state annunciate per la prima volta sul palco più importante d’Italia le Mascotte dei Milano Cortina 2026. Saranno Tina e Milo, due vivacissimi ermellini con la loro attitudine ingegnosa e propositiva, a raccontare al mondo l’energia, l’entusiasmo e il calore dello spirito italiano contemporaneo. Tina, la Mascotte dal manto chiaro rappresenterà i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Milo, il fratello dal manto bruno, sarà invece il testimonial dei prossimi Giochi Paralimpici Invernali. I loro nomi sono i diminutivi di quelli delle due località protagoniste: Tina da Cortina, Milo da Milano. Tina creativa e concreta è una gran curiosona. Milo, resiliente e sognatore, ha un vero e proprio debole per la pizza, ama giocare sulla neve e nel tempo libero realizza strumenti musicali di pura fantasia. Nulla può fermare Milo che pur essendo nato senza una zampa ha imparato a camminare con la propria coda. Nella giornata di oggi, le due Mascotte sono arrivate in Casa Coca-Cola. Ad accompagnarle Valentina Marchei – atleta Olimpica di pattinaggio di figura sul ghiaccio, oggi Head of Ambassador Programme per Fondazione Milano Cortina 2026 – e Luca Santandrea, General Manager Olympic and Paralympic Games Milano Cortina 2026. “È con orgoglio che accogliamo in Casa Coca-Cola le Mascotte ufficiali dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici invernali, in uno spazio nato anche per celebrare il profondo legame che ci unisce all’Italia dal 1927 e per omaggiare una delle eccellenze del nostro Paese, la pizza”, afferma Luca Santandrea, General Manager Olympic and Paralympic Games Milano Cortina 2026. "Questa partnership per noi ha un significato che va ben oltre lo sport perché i Giochi sono una opportunità per creare un’ulteriore connessione con il Paese e per dare il nostro contributo per lasciare un’eredità positiva". Il legame tra Coca-Cola e lo sport nasce da lontano: onestà, inclusione e aggregazione, ma anche ottimismo e condivisione di una passione sono tra i principi cardine di Coca-Cola, che hanno portato l’azienda a supportare da sempre il mondo dello sport. Dal 1928 The Coca-Cola Company è sponsor del Movimento Olimpico quando ad Amsterdam accompagnò per la prima volta gli atleti in gara. Un impegno di cui l’azienda è profondamente fiera, tanto da rinnovarlo fino al 2032 come partner più longevo nella storia delle Olimpiadi. Con orgoglio Coca-Cola ha sostenuto il Comitato Olimpico in occasione di Cortina nel 1956, di Roma nel 1960 e di Torino nel 2006. Con la stessa passione con cui ha avuto l’onore di affiancare i Giochi Olimpici nelle precedenti edizioni svoltesi in Italia, l’azienda sarà accanto a tutti gli atleti e appassionati durante i Giochi Olimpici e Paralimpici di MilanoCortina 2026, pronti a dare il proprio contributo per lasciare un’eredità tangibile e di lungo termine alle comunità e fare sì che questa diventi un’ulteriore occasione di crescita per chi come Coca-Cola opera in questo Paese. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fiorello: “72% italiani si sente antifascista, l’altro 28% manda curriculum alla Rai”

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(Adnkronos) – Il buongiorno di 'VivaRai2!' arriva anche oggi, 25 aprile. Fiorello, Biggio, Casciari e tutta la banda hanno aperto la giornata con la consueta, immancabile dose di buonumore. La puntata è stata inaugurata da un messaggio speciale letto da Fiorello per celebrare la Festa della Liberazione. La festa "di chi ci ha liberato, di chi ha conquistato la libertà – il monologo dello showman – Festa di chi difende la libertà, di chi la rispetta, di chi è libero e di chi sa che la libertà è anche un dovere, il dovere di onorare questo privilegio". Proprio dal tema del 25 aprile si parte con l'ironia del giorno: "Un'indagine ha rivelato che il 72% degli italiani si sente antifascista. Il restante 28% sapete cosa fa? Manda il curriculum alla Rai!". Le polemiche in tv, infatti, non finiscono mai: "Il caso Scurati con Bortone e Corsini che non saranno ascoltati, il caso Zanchini, Amadeus che va via… insomma, noi non vi stiamo più dietro, ogni giorno ce n'è una. Occhio a Carlo Conti, a 'I migliori anni' potrebbe evocare il ventennio…", scherza Fiorello. Si parla anche di Edi Rama, primo ministro albanese che "ha chiamato la Rai per dire che Report ce l'ha con la Meloni. Pare che ora Ranucci dovrà leggere il monologo di Scurati in albanese", sdrammatizza lo showman. Al centro dell'attenzione anche il 'regalone' fatto da Banca Intesa ai deputati: "Paga interessi del 5,6%. Cioè, leggo: il 5,6% è 28 volte quello che paga ai semplici cittadini! Intesa sì, ma con i deputati! In realtà, attenzione, non tutti i deputati hanno accettato questa cosa". Fiorello mostra così la lista di tutti coloro che non hanno accettato: una serie di fogli bianchi, senza alcun nome. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giorgia Meloni vittima di un video-truffa sul web: deepfake sfrutta corpo e voce del premier (VIDEO)

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(Adnkronos) – Non è la prima volta che l’immagine di un personaggio famoso viene usata per truffe online o per promuovere fasulli piani di investimento. A guardare le pubblicità-spam sui social network Fabio Fazio, Alessia Marcuzzi, Francesca Fagnani e Paola Cortellesi nei mesi scorsi sono stati denunciati dalla Banca d’Italia, cacciati dalla tv “per le frasi che hanno pronunciato”, oppure non sapevano di avere il microfono aperto mentre facevano rivelazioni-bomba sul sistema finanziario internazionale. Naturalmente è tutto falso e i fotomontaggi con i vip esistono da vari anni, sebbene nell’ultimo periodo siano diventati ancora più pervasivi.  La novità delle ultime settimane sono però alcuni deepfake, cioè video in cui si prende il corpo e la voce di qualcuno per fargli dire e fare quello che si vuole, con un livello di cura e precisione impressionanti. Oggi sui reel di Facebook è apparsa Giorgia Meloni, con la sua voce e con un labiale “credibile”, che invita gli utenti a investire 250 euro per ricevere rendimenti da decine di migliaia di euro senza fare nulla, “assicurando la sicurezza e l’efficacia di ogni vostro passo” (GUARDA IL VIDEO). Un video, visionato dall’AdnKronos, di oltre un minuto e mezzo, prodotto e montato in modo professionale, in cui appaiono anche le app di mobile banking delle principali banche italiane (tra cui Unicredit, Ubi Banca, Banco Bpm) che non saranno sicuramente felici di vedere i loro loghi usati per “certificare” una truffa sul web.  Mentre fino a pochi mesi fa questi filmati erano accompagnati da voci robotiche e grafiche poco credibili, il deepfake con le sembianze, il tono di voce e persino l’inflessione romanesca della presidente del Consiglio assume tutta un’altra rilevanza. Promosso da una pagina Facebook dal nome rassicurante, “Ricerca scientifica” e con un messaggio in sovraimpressione pensato per convincere potenziali investitori (“la notizia ha indignato gli uomini d’affari e semplificato la vita ai cittadini comuni”), il video ha il potenziale di far cadere in inganno più di un utente. Aprendo la strada, ovviamente, a un uso “politico” dei deepfake che ha già fatto capolino nella campagna per le presidenziali americane e che potrebbe inquinare il voto delle elezioni europee che si terranno l’8 e 9 giugno. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

G7, quando i vertici funzionano: il cambio di passo dell’Enel in Brasile

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(Adnkronos) – Il comunicato finale in linea con le attese e un buon risultato complessivo di immagine sul piano politico hanno consentito alla premier Giorgia Meloni di archiviare il G7 di Borgo Egnazia come "un successo, senza timore di smentita". Al di là delle analisi di parte, in senso elogiativo o riduttivo rispetto agli stessi contenuti, c'è un altro elemento che riaccende l'attenzione su quanto è stato prodotto in Puglia. E' il fattore economico e industriale, che raramente incide in maniera significativa sui bilanci delle riunioni dei Sette grandi. Riuscire a tenere insieme i due piani, quello politico e quello industriale, è una chiave che può portare a valorizzare le posizioni italiane, cercando sviluppi concreti sui dossier che hanno più bisogno della condivisione internazionale. In questo senso, quella di sabato scorso è stata una giornata importante su più fronti. Uno, in particolare, chiama in causa i rapporti tra Italia e Brasile e la concessione dell'Enel nel Paese sudamericano. In ballo ci sono investimenti per miliardi di euro e una prospettiva di ulteriore crescita.  Due i passaggi chiave del confronto tra le parti che sblocca definitivamente un'impasse che sarebbe potuta diventare pericolosa. Prima un bilaterale tra il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Presidente brasiliano Luis Inacio Lula; poi un altro incontro, richiesto dalla delegazione brasiliana e focalizzato sul piano industriale, di investimenti e assunzioni da parte Enel in Brasile, tra l’AD di Enel Flavio Cattaneo, il Direttore Relazioni esterne di Enel Nicolò Mardegan, il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e il Ministro per le Miniere e l’Energia brasiliano Alexandre Silveira.  Quello che emerge è un quadro molto diverso rispetto a quello che si era delineato nei mesi successivi al ritorno di Lula alla presidenza. Il Governo brasiliano ha trovato nel confronto di sabato piena convergenza con il nuovo management di Enel, per il quale il Brasile è uno dei Paesi più importanti nell’ambito della propria strategia di crescita. Una maggiore attenzione dimostrata dagli ingenti investimenti che il Gruppo ha indirizzato verso il Brasile nel Piano Strategico presentato ai mercati lo scorso novembre che, con circa 3,7 miliardi di dollari, segna un cambio di passo e un aumento del 45% rispetto ai circa 2,5 miliardi di dollari previsti nel Piano Strategico della precedente gestione. Nelle reti, in particolare, l’aumento dei capex in Brasile, rispetto al passato, è pari al 75% (2,9 miliardi di dollari nel periodo 2024-26 rispetto a 1,6 miliardi di dollari precedentemente previsti nel Piano 2023-25). Proprio la tenuta e i problemi riscontrati sulla rete erano stati gli elementi che aveva portato il governo brasiliano a mettere in discussione il rinnovo della concessione a Enel. A seguito degli eventi climatici estremi che nel 2023 hanno causato interruzioni al servizio elettrico in alcune zone delle proprie aree di concessione, l’Azienda guidata da Cattaneo ha stabilito di intervenire con decisione attraverso un piano che prevede, oltre alla significativa crescita degli investimenti in qualità e resilienza, anche un importante aumento della propria forza lavoro nel Paese, un piano condiviso con le principali autorità brasiliane nel corso di numerosi incontri istituzionali nei mesi passati.  Un cambio di passo che ha portato alla stretta di mano, tutt'altro che simbolica, fra Lula e Cattaneo. Il presidente brasiliano sì è detto disponibile a rinnovare i contratti di concessione con l'azienda italiana e il ministro delle Miniere e dell'Energia, Alexandre Silveira, ha annunciato in questo senso la presentazione di una proposta formale al presidente la prossima settimana. Enel distribuisce energia a Sau Paulo e anche negli stati di Ceará, Goias e Rio de Janeiro, ed è presente nel Paese con le centrali Enel Green Power Cachoeira, Volta Grande ed Enel Generación Fortaleza.  Altro pilastro della strategia economica del vertice, è stato il sostegno al Piano Mattei per l'Africa. Al tavolo coordinato dalla premier Giorgia Meloni sono intervenuti: il Presidente USA Joe Biden; il primo ministro Giapponese Fumio Kishida; Claudio Descalzi (AD di Eni); Flavio Cattaneo (Ad di Enel), il CEO di Microsoft Satya Nadella, il numero uno di Blackrock Larry Fink, Dario Scannapieco (AD di CDP), Alessandra Ricci (AD di SACE), Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, Justin Trudeau Primo Ministro Canada, Ajay Banga Presidente Banca Mondiale, Akinwumi Adesina Presidente dell'African Development Bank e infine Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz. (Di Fabio Insenga) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)