Trump, giudice rimanda condanna su caso Stormy Daniels a dopo elezioni

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(Adnkronos) – Il giudice di Manhattan Juan Merchan ha accettato di rimandare al 26 novembre, quindi a dopo le elezioni, l'emissione della sentenza di condanna nel caso a carico contro Donald Trump per i versamenti effettuati per comperare il silenzio della pornostar Stormy Daniels, accogliendo così la richiesta dei legali del candidato repubblicano alla Casa Bianca. La sentenza era invece attesa per il 18 di questo mese. La decisione è stata presa "per evitare che possa sembrare – per quanto ingiustificato – che il procedimento sia stato interessato o cerchi di interessare le prossime elezioni presidenziali in cui l'accusato è un candidato. La Corte è una istituzione apolitica, imparziale, giusta", ha scritto.  Lo scorso maggio Trump era stato condannato per 34 capi di accusa relativi alla copertura dei pagamenti alla pornostar con cui aveva avuto, a dire di lei, una relazione. Fissata per dopo le elezioni, vale a dire per il 12 novembre, anche la decisione del giudice sull'istanza di annullamento della sentenza sulla base del pronunciamento sull'immunità della Corte suprema.  "La caccia alle streghe del procuratore distrettuale di Manhattan è stata rinviata perché tutti si sono resi conto che non c'era nessun caso, che non ho fatto nulla di sbagliato. È un attacco politico contro di me da parte della compagna Kamala Harris e della sinistra radicale allo scopo di interferire nelle elezioni", ha dichiarato Trump. "Niente di simile è mai accaduto negli Stati Uniti d'America – È roba da terzo mondo, da repubblica delle banane", ha aggiunto Trump, secondo cui "questo caso dovrebbe essere chiuso, mentre ci prepariamo per le elezioni più importanti nella storia del nostro Paese".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Francia in piazza oggi contro Macron, Barnier cerca i numeri per il governo

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Contro 'il colpo di mano' di Emmanuel Macron, che ha nominato premier Michel Barnier, 'tradendo' il messaggio del voto, oggi la Francia scende in piazza con 150 manifestazioni in tutto il paese. Le mobilitazioni sono in programma i diverse città a Marsiglia, Lilla, Nizza, Lione, Bordeaux e Strasburgo. A Parigi l'appuntamento è per domani alle 14 in piazza della Bastiglia. 
Intanto, prime consultazioni "piene di energia" per Michel Barnier, al lavoro per formare il nuovo governo francese a due mesi dalle elezioni. Il premier incaricato ha incontrato Macron e i leader di Ensemble e della Destra repubblicana, che hanno aperto a una loro partecipazione al governo, mentre la sinistra l'ha esclusa con forza e ha chiamato alla mobilitazione per oggi contro "il colpo di mano" del Presidente. I macronisti di Ensemble, come detto dal presidente del gruppo parlamentare ed ex premier Gabriel Attal, "non hanno la volontà né di bloccare né di dare un appoggio incondizionato" a Barnier. Ma cercheranno di essere "utili" al Paese, con una loro "possibile partecipazione" al governo.  
Apertura anche dalla Destra repubblicana di Laurent Wauquiez, secondo cui "quello che conta è il programma" che presenterà il premier, ma comunque "nulla è deciso". E anche 'A Droite', il partito di Eric Ciotti nato dalla scissione dei Repubblicani dopo la sua decisione di allearsi con l'estrema destra del Rassemblement national. "Decideremo in funzione del programma", ha detto Ciotti, mentre l'Rn, da cui in effetti dipende la nascita del governo, nel quale non entrerebbe ma a cui darebbe appoggio esterno. Di tutt'altro tenore le dichiarazioni che arrivano dalla sinistra, con il segretario del Partito socialista, Olivier Faure, che ha denunciato "il tradimento democratico", assicurando che "nessuno" entrerà al governo.  Barnier è a capo di un governo a rischio censura. Tanto da poter battere il record del premier con il mandato più breve della Quinta Repubblica. La minaccia non diventerà però reale se non ci sarà accordo su una bocciatura tra almeno 289 deputati dell'Assemblée Nationale sui complessivi 577. E nessuno dei tre blocchi può – da solo – riunire tutti i voti necessari ad affossare il nuovo esecutivo. Come previsto, i diversi partiti che compongono il Nuovo Fronte Popolare hanno immediatamente fatto sapere di voler censurare il governo Barnier. Lo ha fatto La France Insoumise, annunciando anche di voler destituire il presidente Macron, lo hanno fatto i Socialisti di Faure, seguiti dagli Ecologisti e dal Partito comunista francese, deciso quest'ultimo a ricorrere "a tutti i mezzi" a disposizione, "a partire dalla censura del governo". Sulla carta dunque a pronunciarsi per la sfiducia dovrebbero essere i 193 deputati del Nfp, troppo pochi per far passare la mozione. Sull'altro versante, non dovrebbero pronunciarsi a favore di una censura i deputati di Ensemble pour la République (ex-Renaissance), del Modem e di Horizons, che dovrebbero schierarsi con Macron e avallare la sua scelta. Renaissance ha annunciato di voler illustrare "nelle prossime ore" al premier le sue "priorità programmatiche". "Nessuna censura automatica ma esigenze di fondo senza assegni in bianco", ha chiarito il partito. Edouard Philippe (Horizons) ha espresso le sue calorose felicitazioni a Barnier. "Saremo in tanti ad aiutarlo", ha assicurato promettendo sostegno. Questo non toglie la possibilità di dissidenti interni alla 'macronie', soprattutto tra gli esponenti della sua ala sinistra. Potenzialmente contrari ad una censura anche Les Républicains, diventati Droite Républicaine all'Assemblea dopo la scissione con il gruppo di Eric Ciotti. Laurent Wauquiez, presidente del gruppo, definisce Barnier "uomo di grandi qualità". Tra deputati del gruppo 'presidenziale' e quelli della destra tradizionale, sono dunque almeno 213 i parlamentari che dovrebbero votare 'no' alla sfiducia.  
La domanda che si pone allora è cosa faranno gli eletti del Rassemblement National di Marine Le Pen ed i loro alleati fedeli a Ciotti. Presto per dirlo, ha annunciato di voler attendere il discorso di politica generale di Barnier. "Saremo attenti al progetto che porterà, attenti a che le aspirazioni dei nostri elettori, che rappresentano un terzo dei francesi, siano ascoltate e rispettate", ha sottolineato la capogruppo Le Pen. Ciotti, che ha rotto con una parte de Les Républicains per avvicinare la destra del Rn, ha fatto i suoi "auguri di successo repubblicano" a Michel Barnier, nella cui nomina ha però ravvisato "il simbolo della diluizione di una certa destra nel macronismo". "Serviremo l'interesse generale e censureremo tutti coloro che avranno un atteggiamento contrario allo spirito democratico", ha aggiunto. Incerto infine il voto eventuale dei deputati non iscritti. Che faranno quelli di Liot (Libertés, indépendants, outre-mer et territoires)? In tutto, per 171 schede resta l'incognita. Tante da permettere di salvare o affossare il governo, sottolinea Bfmtv ricordando che in totale sulla carta potrebbero esserci 193 'sì' alla censura, 213 'no' e 171 'indecisi'.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Venezia 81, impazza il toto-Leone: sfida tra Salles e Almodovar

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Venezia 81 si avvia verso il gran finale: oggi, 7 settembre, ci sarà la cerimonia di premiazione ma il toto-Leone è già entrato nel vivo da qualche ora. A dominare le previsioni, basate sulle recensioni della stampa internazionale, è il film brasiliano 'Ainda estou aqui (I'm still here)' di Walter Salles, che si posiziona in testa alla classifica.  Subito dietro, a contendersi il Leone d'Oro, secondo la critica c'è 'The Room Next Door' di Pedro Almodovar, accolto da una vera e propria ovazione alla premiere (ben 17 minuti di applausi, i più lunghi di questa edizione). 
Tra i possibili outsider, 'April' di Dea Kulumbegashvili, 'Harvest' di Athina Rachel Tsangari e 'The Brutalist' di Brady Corbet che potrebbero riservare sorprese. Tra i 5 film italiani in concorso 'Vermiglio' di Maura Delpero e 'Queer' di Luca Guadagnino sembrano avere le carte in regola per ambire a qualche riconoscimento. Infine, sul fronte Coppa Volpi, si fanno strada i nomi di Daniel Craig, protagonista del film di Guadagnino, e Adrien Brody, interprete di 'The Brutalist' per la miglior interpretazione maschile, mentre tra le donne in lizza spiccano Fernanda Torres (protagonista di 'Ainda estou aqui') e l'immancabile Tilda Swinton. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sinner in finale US Open domani contro Fritz: chi è l’avversario di Jannik

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Sarà lo statunitense Taylor Fritz ad affrontare Jannik Sinner nella finale degli US Open in programma domani, domenica 8 settembre 2024, alle 14 di New York (le 20 in Italia). Fritz, testa di serie numero 12, in semifinale batte il connazionale Frances Tiafoe, testa di serie numero 20, per 4-6, 7-5, 4-6, 6-4, 6-1 in 3h18'. Fritz, 26 anni, conquista la prima finale della carriera in un torneo del Grande Slam. Un americano torna a giocare per un titolo major a 15 anni dalla finale di Wimbledon disputata da Andy Roddick nel 2009. La maratona con Tiafoe è equilibrata per 4 set. Sul 5-4 della quarta frazione, Fritz approfitta del passaggio a vuoto dell'avversario che sbaglia malamente un drop shot e poi un rovescio regalando il break e il 6-4 che cambia volto alla partita. Tiafoe esce dal match, affonda sotto 50 errori gratuiti e nel quinto set c'è solo un giocatore in campo: Fritz chiude 6-1 e vola in finale. "Per buona parte del match mi ha dominato da fondo, colpiva la palla con tale anticipo e così bene. Ho cercato di rimanere nel match e di mantenere il servizio. Mi sono detto che, se fossi riuscito a tenere, il suo livello sarebbe calato un po' ed è andata così", dice Fritz. 
Il californiano, che nel 2023 è arrivato fino al quinto posto nel ranking, in carriera ha vinto 8 titoli. Nella stagione 2024 ha trionfato in 2 tornei: ha vinto sul cemento americano di Delray Beach e poi sull'erba inglese di Eastbourne. Agli US Open ha improvvisamente alzato il proprio livello dopo un'estate non entusiasmante: ha vinto una sola partita tra i tornei di Cincinnati e di Montreal, dove è approdato dopo la sconfitta agli ottavi di finale contro Lorenzo Musetti nel torneo olimpico di Parigi 2024.  
Contro Sinner, Fritz ha giocato due volte in carriera, ottenendo una vittoria e una sconfitta. Lo statunitense si è imposto nel 2021 negli ottavi di Indian Wells, sul cemento californiano, per 6-4, 6-3. Nello stesso torneo, nel 2023, Sinner ha avuto la meglio nei quarti di finale per 6-4, 4-6, 6-4.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sinner in finale US Open, Kyrgios: “Bel match, però…”

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Nick Kyrgios e Jannik Sinner, nuova puntata. L'azzurro, numero 1 del tennis mondiale, si qualifica per la finale degli US Open. L'australiano, fermo da tempo per problemi fisici, prima commenta la semifinale contro Jack Draper per l'emittente Espn e poi, come di consueto, si fionda su X per discutere con gli appassionati di tennis. Il tema, da un paio di settimane, è soprattutto uno: il caso di doping che ha coinvolto Sinner e che si è chiuso con il proscioglimento dell'azzurro, che non è stato squalificato per la positività al clostebol, uno steroide anabolizzante. Sinner, come è noto, ha dimostrato che la positività è stata provocata da una contaminazione. La versione di Sinner e la sentenza di assoluzione non hanno convinto Kyrgios, che dal primo giorno invoca una squalifica di 2 anni per il numero 1 del mondo e contesta il procedimento, facendo riferimento alle vicende di altri tennisti prima sospesi e poi fermati con lunghi stop. Nella conversazione con un utente, Kyrgios scrive: "Non sono affatto amareggiato. Non si tratta di Sinner. Tra l'altro ho appena commentato il suo incontro e mi è piaciuto molto. Avrebbe potuto esserci chiunque al posto suo, io voglio solo correttezza". Sinner non ha mai replicato direttamente alle parole di Kyrgios né ai tweet del 'collega'. L'australiano fa parte dello staff di Espn a Flushing Meadows e nel corso del torneo è stato schierato anche come intervistatore in campo, subito dopo la fine dei match. L'emittente, però, non lo ha mai utilizzato per intervistare Sinner dopo i 6 match che l'azzurro ha giocato sinora agli US Open. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sinner in finale US Open 2024, come cambia ranking e quanto guadagna

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Jannik Sinner in finale agli US Open 2024. L'azzurro, con la vittoria in semifinale in 3 set contro Jack Draper, si assicura un posto in finale domenica 8 settembre. Come cambia il ranking di Sinner? Quanto guadagna il numero 1 del mondo?
 

 Sinner blinda ulteriormente la prima posizione nel ranking in vista del finale di stagione con oltre 3000 punti di vantaggio sul tedesco Alex Zverev, che sale al secondo posto davanti allo spagnolo Carlos Alcaraz e al serbo Novak Djokovic, giù dal podio. L'altoatesino, con il biglietto abbondantemente timbrato per le Atp Finals, va a caccia del sesto titolo stagionale, il 16esimo di una carriera decollata nell'ultimo anno. Sinner, primo tennista italiano a giocare la finale dell'Open degli Stati Uniti, si assicura anche un assegno decisamente cospicuo nell'ambito del montepremi record del torneo.  La qualificazione alla finale vale 1,8 milioni di dollari come riconoscimento per il percorso compiuto in 2 settimane di torneo. Manca la ciliegina sulla torta e Sinner, in caso di trionfo domenica, si metterebbe in tasca 3,6 milioni di dollari. Il miglior tennista del pianeta, dall'inizio della carriera, ha già guadagnato oltre 24 milioni di dollari di soli premi: nella peggiore delle ipotesi, domenica sera sfiorerà i 26 milioni di prize money complessivo. In caso di vittoria, si avvicinerà sensibilmente al traguardo dei 30 milioni, che rappresentano però solo una voce dell''azienda Sinner': il miglior giocatore del mondo da tempo è un volto apprezzatissimo di brand internazionali che spaziano dagli orologi al caffè passando per l'abbigliamento e la pasta. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sinner in finale US Open, Draper battuto in semifinale

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Jannik Sinner in finale agli US Open 2024. L'azzurro, numero 1 del mondo, batte in semifinale oggi 7 settembre l'inglese Jack Draper, testa di serie numero 5, per 7-5, 7-6 (7-3), 6-2 in 3h02'. Il 23enne altoatesino, per la prima volta in finale a New York e primo italiano a giocare per il titolo nello Slam americano, va a caccia del sesto trionfo dell'anno e del sedicesimo della carriera. Sinner, nella sauna di Flushing Meadows, si conferma solidissimo anche in una giornata caratterizzata da qualche passaggio a vuoto. Il miglior giocatore del mondo sbaglia più del solito (34 errori gratuiti) ma ha il merito di concedere pochissimo all'avversario-amico nei momenti chiave. Draper, arrivato in semifinale senza cedere un set, soffre il caldo e l'umidità: vomita più volte ma riesce a giocare alla pari per 2 set, tenendo botta anche quando lo scambio si allunga. L'inglese però incappa in una giornata nera al servizio (10 doppi falli) e dopo quasi 3 ore ha il serbatoio vuoto: bandiera bianca, Sinner domenica gioca per il titolo.  "Siamo molto amici con Draper, è stata una partita molto fisica, ho cercato di rimanere sempre nel match a livello mentale. Era una occasione speciale contro un avversario difficile da battere e ora sono contento di giocare la finale", dice Sinner subito dopo l'incontro. "Domenica sarà una partita difficile per me, è la seconda finale della stagione in uno Slam, continuiamo a cercare di migliorarci: ogni volta che si gioca una finale vuol dire che si è lavorato bene", aggiunge.  
L'equilibrio regna fino al settimo game. Sinner alza il ritmo, Draper va fuori giri: l'inglese sbaglia e cede il servizio. L'allungo dell'azzurro, però, non si materializza. Il numero 1 incappa in un imprevedibile passaggio a vuoto: cede la battuta a zero (4-4) e si torna in parità dopo un paio di scossoni. Nell'undicesimo game c'è il meglio e il peggio di Draper. Due ace per rimanere a galla ma soprattutto 3 doppi falli che permettono a Sinner di sfruttare la terza palla break e mettere la freccia (6-5). Stavolta l'altoatesino blinda il break e chiude il primo set: 7-5 in 57'. 
L'inglese accusa il colpo e sbanda in avvio di secondo set: Sinner si vede offrire subito 2 palle break ma non trova la soluzione vincente, Draper esce dalle sabbie mobili e evita di complicarsi subito la vita. Anche l'azzurro balbetta regalando una chance per il break con un doppio fallo e anche lui finisce per cavarsela (1-1) al termine di due laboriosi game che durano in totale 20 minuti. 
Il mancino di Sutton flirta a ripetizione con i guai: una palla break concessa nel terzo game, un'altra nel quinto. Per sua fortuna, Sinner non trova il colpo decisivo e non spacca in due il set. Draper soffre il caldo, dà di stomaco, ma non molla la presa e l'epilogo della frazione viene delegato al tie-break, che non ha storia. L'azzurro, che sembra non risentire del problema al polso rimediato dopo un rocambolesco e spettacolare punto, nel nono game, finisce per sfondare contro un avversario in riserva: archivia il 7-3 e si porta avanti 2 set a zero dopo 2h25'.  Draper prova a rimanere agganciato al match come un pugile che barcolla. Sinner tira dritto, vede il varco giusto nel sesto game e lo sfrutta: break, 4-2 e fuga fino al 6-2 che vale la vittoria e la qualificazione alla finale. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, attacco a Kursk è ‘operazione di difesa’: la strategia

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La miglior difesa è l'attacco. Per questo l'Ucraina ha sferrato l'offensiva oltre il confine con la Russia, invedendo la regione di Kursk, per prevenire una spallata di Mosca nella guerra iniziata da oltre 900 giorni. Secondo il generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze armate di Kiev, prima dell'inizio dell'incursione delle forze ucraine oltre confine lo scorso 6 agosto, la Russia stava per lanciare un nuovo attacco di terra a sorpresa contro l'Ucraina proprio dalla regione di Kursk. Mosca aveva spostato decine di migliaia di unità nell'oblast, incluse alcune delle sue migliori forze d'assalto, le parole del generale in un'intervista alla Cnn. L'operazione ucraina, dopo un mese, non convince molti esperti: qual è l'obiettivo finale? A quale prezzo? Syrskyi per ora afferma che il blitz, ormai consolidato con il controllo acquisito su circa 1200 km quadrati di territorio russo, "ha ridotto la minaccia di una offensiva nemica. Ma non solo". "Abbiamo prevenuto una loro azione. Abbiamo spostato i combattimenti in territorio nemico in modo che il nemico abbia potuto provare quello che proviamo ogni giorno noi", sottolinea il generale. 
Gli obiettivi principali dell'operazione sono quelli di impedire alle forze russe di usare Kursk come base di lancio per nuove offensive in territorio ucraino, e spostare le forze di Mosca da altre aree, creare una zona di sicurezza, prevenire i raid contro i civili da oltre confine, fare prigionieri di guerra e elevare il morale delle forze ucraine e del Paese. La scelta di impiegare uomini e mezzi sul suolo russo ha rischiato di penalizzare l'Ucraina in altre zone del fronte. Nel Donetsk, in particolare, la pressione della Russia non è mai diminuita e durante il mese di agosto gli invasori hanno guadagnato terreno. Ora però, dice Syrskyi, le forze ucraine sono riuscite a creare uno stallo: negli ultimi sei giorni i reparti russi non avrebbero conquistato nemmeno un metro nella direzione di Pokrovsk, nodo logistico cruciale che consentirebbe ai russi di tagliare la logistica ucraina e di pianificare un'ulteriore un'ulteriore offensiva verso ovest. "In altre parole, la nostra strategia sta funzionando", dice Syrskyi. La situzione nell'est rimane complessa, come confermano i dati delle ultime 24 ore: "Ci sono stati 165 scontri con i russi e il nemico ha lanciato 2 attacchi missilistici (6 missili), 57 attacchi aerei (in particolare, utilizzando 61 droni kamikaze) e 472 attacchi di droni kamikaze, e ha effettuato 2776 attacchi sulle posizioni delle nostre truppe", sottolinea lo Stato maggiore ucraino.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Zelensky chiede armi ma non all’Italia: “Fa il massimo”

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L'Ucraina chiede altre armi per la guerra con la Russia, ma la richiesta non è indirizzata all'Italia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky archivia una giornata tra la base tedesca di Ramstein, dove incontra i partner occidentali, e il Forum di Cernobbio, dove interviene nel pomeriggio e dove oggi incontrerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Kiev, dice più volte, deve avere la possibilità di colpire in profondità il territorio della Russia. C'è bisogno quindi dell'ok degli alleati, che devono autorizzare l'uso delle armi al di là del confine. L'Ucraina si avvantaggerebbe delle eventuali revoche sulle restrizioni sull'utilizzo delle armi per colpire in territorio russo "solo i campi militari, non abbiamo altre idee sull'utilizzo di queste armi", dice Zelensky, sottolineando che le forze di Kiev "non hanno mai attaccato infrastrutture civili".  "Quando si parla del fatto che l'Italia o altri, non ha importanza, abbiano paura del fatto che potremmo attaccare il Cremlino", bisogna ricordare che "le armi a lungo raggio non possono raggiungere le distanze che vorremmo. La questione è veramente seria e grave: ogni mese 4mila bombe colpiscono dalla Russia il territorio ucraino e non abbiamo una soluzione per risolvere questo problema", dice il leader ucraino, che porta avanti il pressing diplomatico anche su X: "È fondamentale che tutte le armi dei pacchetti di supporto già annunciati raggiungano finalmente le brigate di combattimento". 
A fine primavera, gli Stati Uniti hanno autorizzato l'Ucraina a colpire al di là del confine per fermare l'offensiva di Mosca verso Kharkiv. Ora, con le truppe ucraine insediate nella regione russa di Kursk, il timore di Washington è che un'autorizzazione più ampia possa portare ad un'escalation.  Inoltre, afferma il segretario alla Difesa Lloyd Austin, la revoca delle restrizioni sulle armi fornite all'Ucraina "non cambierebbe" le sorti della guerra. 
A Ramstein, Austin promette l'invio di un pacchetto da 250 milioni ma allo stesso tempo sottolinea che nessuna arma specifica sarebbe un 'game-changer': la Russia ha spostato le sue 'bombe plananti' – spina nel fianco delle difese ucraine- oltre la gittata dei missili americani a lungo raggio Atacms, mentre l'Ucraina stessa ha capacità di attaccare obiettivi ben oltre la gittata del missile da crociera britannico Storm Shadow.  Il via libera non arriva, ma Zelensky incassa conferme su nuove forniture di armi. Il Regno Unito invierà altri 650 missili a corto raggio. Il Canada e la Germania hanno annunciato nuovi aiuti militari. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius fa sapere che Berlino consegnerà a Kiev altri 12 obici semoventi Panzerhaubitze 2000, per un valore complessivo di 150 milioni di euro. Le armi dovrebbero essere prodotte ex novo piuttosto che prelevate dalle scorte militari tedesche. Sei obici dovrebbero arrivare entro la fine del 2024, gli altri saranno consegnati nel 2025. Un nuovo pacchetto di aiuti alla difesa ucraina è stato annunciato anche dal Canada, che invierà a Kiev oltre 80mila mototir a razzo CRV7, insieme a 1.300 testate. Le forniture saranno consegnate nei prossimi mesi. Ottawa si è inoltre impegnata a contribuire all'addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 e a fornire i telai dismessi di circa 100 veicoli blindati M113 e Coyote.  E l'Italia? "L'Ucraina non sta chiedendo niente di più quello che il vostro Paese e altri stanno facendo", dice Zelensky, che nel suo intervento al Forum Ambrosetti a Cernobbio ringrazia l'Italia per i sistemi di difesa aerea forniti. "Qui incontrerò la premier Giorgia Meloni ed i rappresentanti delle imprese, sono fiducioso che insieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi per proteggere le vite in Ucraina", aggiunge Zelensky, dicendosi convinto che "l'Itaia ci aiuterà anche nella ricostruzione". ''Per alcuni autorevoli commentatori e politici italiani. Adesso se volete consentire a chi lo fa ogni giorno in silenzio, di lavorare, ve ne sarei grato'', chiosa su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Meloni ‘chiude’ caso Sangiuliano, ministro lascia e arriva Giuli

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(Adnkronos) – Dopo giorni sull'ottovolante, sono arrivate le dimissioni. Gennaro Sangiuliano ha rinunciato alla poltrona di ministro della Cultura con una lettera alla premier Giorgia Meloni nel tardo pomeriggio, a distanza di qualche ora dal nuovo post di Maria Rosaria Boccia ("time to time…") che annunciava altre indiscrezioni sulla vicenda nel corso dell'intervista di ieri a 'In Onda' su La7. "Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di governo", ma le "mie dimissioni sono irrevocabili", scrive l'ex direttore del Tg2 ringraziando la leader di Fratelli d'Italia "per avermi difeso". 
Nelle ultime ore, raccontano, il pressing del governo nei confronti di Sangiuliano era diventato sempre più forte. Ieri è maturata la convinzione che la situazione fosse diventata ormai insostenibile di fronte alle continue 'rivelazioni' dell'imprenditrice campana.  Un vero e proprio stillicidio mediatico che avrebbe finito per penalizzare la credibilità e la tenuta dell'esecutivo e della stessa presidente del Consiglio. "C'era troppa carne al fuoco, così non si poteva andare avanti", dice a mezza bocca un big di Fratelli d'Italia e fedelissimo della Meloni, ricordando anche i timori legati ai risvolti giudiziari della questione (anche stavolta, come per il caso Delmastro-Donzelli, i riflettori sono puntati sull'esposto in Procura del leader dei Verdi Angelo Bonelli). "Questa storia doveva finire giorni fa, bisognava assolutamente mettere la parola fine una volta per tutte e ripartire, per senso di responsabilità e per il bene dell'intera coalizione", confida un esponente di spicco del centrodestra, preoccupato anche dalle voci su una presunta 'regia esterna' dietro le mosse della Boccia. Col passare dei giorni, dopo un'iniziale difesa di Sangiuliano, Meloni si sarebbe convinta dell'opportunità politica di chiudere al più presto la vicenda, scegliendo di stringere i tempi. E alla fine è prevalso "il buonsenso e la Realpolitik", sottolinea chi ha seguito il dossier Boccia. Da qui la decisione di non andare oggi al G7 dei Parlamenti a Verona (preferendo un video collegamento dal suo ufficio di Piazza Colonna) e di concentrarsi sulla miglior exit-strategy da adottare per Sangiuliano. Arrivata a Palazzo Chigi in mattinata, poco prima delle 17 Meloni ha lasciato la sede del governo per recarsi al Colle dove ha informato il Capo dello Stato Sergio Mattarella del passo indietro di Sangiuliano. 
Il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto delle dimissioni, accettando la proposta della premier di nominare alla guida del dicastero al collegio Romano Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi. Al termine del colloquio con Mattarella, Meloni è rientrata alla Presidenza del Consiglio per poi fare ritorno al Colle per il giuramento di Giuli alle 19. "Ringrazio sinceramente Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora", le parole di Meloni sui social, che ha assicurato: "Con Giuli proseguirà l'azione di rilancio della cultura nazionale". In serata il neo-ministro della Cultura si è presentato a Palazzo Chigi per un colloquio con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.  Nelle stesse ore, Sangiuliano esce dal Collegio Romano ed entra nell'auto di servizio senza rilasciare dichiarazioni alle telecamere che lo attendevano fuori alla sede del Mic. "In lacrime vi abbraccio tutti" il commiato dell'ex direttore del Tg2 nella chat frequentata dai ministri del governo Meloni. Dai leader alleati di Meloni arriva poi il ringraziamento al ministro dimissionario: "Sangiuliano è stato un ottimo ministro, ha fatto una scelta che gli permette di essere libero e di difendersi e dimostrare che è una persona perbene, ha tutta la nostra amicizia e solidarietà", dice il segretario di Forza Italia Antonio Tajani. "Un abbraccio e un ringraziamento a Gennaro Sangiuliano per questi due anni. Benvenuto e buon lavoro ad Alessandro Giuli", il commento del numero uno leghista Matteo Salvini.  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Nations League, Francia-Italia 1-3: rimonta azzurra e tris a Parigi

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L'Italia di Luciano Spalletti rimonta e vince 3-1 a Parigi contro la Francia nel primo match di Nations League. Dopo una partenza shock e il gol lampo subito, gli azzurri calano il tris che vale il primo successo post Europei. La squadra di Deschamps dopo appena 14 secondi passa in vantaggio grazie a Barcola dopo un clamoroso errore di Di Lorenzo. L'Italia reagisce, colpisce la traversa di Frattesi e pareggia con un capolavoro di Dimarco alla mezz'ora. Nella ripresa ci pensano lo stesso Frattesi e Raspadori a firmare il vantaggio e a chiudere i conti.  I Bleus partono subito forte e trovano il vantaggio con Barcola che ruba palla fuggendo a sinistra per poi convergere e battere di potenza Donnarumma. È il gol più rapido mai subito dagli azzurri nella loro storia, appena 14 secondi. Il record precedente, 23", era vecchio appena di tre mesi: prima gara dell’Europeo in Germania contro l’Albania, con la rete di Bajrami. C'è il rischio dell'imbarcata ma questa Italia sembra diversa, a livello tecnico e tattico. Al 6' subito occasione azzurra per il pari: Pellegrini dalla trequarti a sinistra cerca sul secondo palo Cambiaso, che dalla linea di fondo mette in mezzo per Frattesi che davanti porta tutto solo di testa colpisce a traversa, poi sulla ribattuta del legno prova a fiondarsi Retegui, ma non trova la coordinazione giusta e la palla finisce alta. L'Italia però sale di intensità e va in controllo e al 30' pareggia: Cambiaso da destra trova a sinistra Dimarco, che scambia con Tonali che dal limite restituisce palla in area all'interista con un bel colpo di tacco. Poi è bravissimo Dimarco con un gran tiro al volo a battere Maignan trovando l'angolino alto sul secondo palo, per l'1-1.  Al riposo Spalletti decide di cambiare qualcosa e inserire Raspadori al posto di Pellegrini, riportando a un assetto al 3-5-2 e al 51' l'Italia raddoppia. Frattesi si lancia in pressione su Fofana che perde palla, avanzamento di Raspadori al limite che serve al suo fianco Retegui, che a sua volta serve alla perfezione l'inserimento proprio di Frattesi che di prima in scivolata manda il pallone alle spalle di Maignan per l'1-2. La Francia cerca di riprendersi e avanza in modo un po' confusionario, con l'Italia pronta ad offendere. Al 59' azzurri vicinissimi al 3-1 con l'incornata di Frattesi ma Maignan respinge, con gli azzurri che recriminano un calcio di rigore sulla respinta per un contatto subito da Calafiori su salvataggio di Koné.  Al 64' Francia avanti con Griezmann che dalla sinistra trova in area sulla destra Dembélé, da poco entrato, ma l'attaccante svirgola da buona posizione. I Bleus spingono ma si espongono al contropiede azzurro che al 74' va ancora a segno: cambio di gioco di Cambiaso per Udogie che a sinistra avanza ed entra in area servendo l'inserimento di Raspadori, che prende in controtempo la difesa della Francia e manda in velocità il pallone alle spalle di Maignan per l'1-3 azzurro. Al 77' prova la reazione Griezmann che tenta il tiro a giro dal limite, largo di poco oltre l'incrocio. Deshamps cambia ancora e dopo gli ingressi del romanista Konè e Dembele entrano anche Marchus Thuram, Zaire Emery e Koundé. All'86' Francia ancora pericolosa: azione sulla destra di Mbappé che punta Udogie e mette palla in mezzo, ma Donnarumma tocca ma la palla e poi libera Di Lorenzo che chiude la porta, si riscatta, e regala il successo agli azzurri.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 6 settembre

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(Adnkronos) – Nessun '6' né '5+' al concorso del Superenalotto di oggi, venerdì 6 settembre 2024. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei 6 è di 72.200.000 euro. Si torna a giocare domani, sabato 7 settembre, per l'ultimo concorso settimanale.  Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.  La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.  E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.  Ecco la combinazione vincente: 2, 26, 37, 38, 69, 85, Numero Jolly 66, Superstar 10.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’addio di Sangiuliano tra gli applausi dei dipendenti – Video

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(Adnkronos) – Gennaro Sangiuliano lascia il ministero della Cultura dopo le dimissioni irrevocabili presentate alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sangiuliano, come mostra il video esclusivo dell'Adnkronos, lascia la sede di via del Collegio Romano e si allontana tra l'omaggio dei dipendenti del dicastero: decine di persone schierate come un 'picchetto d'onore' accompagnano il ministro tributandogli un applauso. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Macerata, 23enne accoltella madre e padre e poi tenta suicidio

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(Adnkronos) – Un 23enne si è scagliato contro i genitori con un coltello ferendo la mamma in modo superficiale e colpendo più volte il padre all'addome e al torace. Poi con lo stesso coltello ha tentato il suicidio ferendosi alla gola. E' accaduto intorno alle 15 a Gagliole, in provincia di Macerata. Il padre, 65 anni, e il giovane, entrambi gravi sono ricoverati all'ospedale Torrette di Ancona mentre la madre, 61 anni, è stata portata a Camerino. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Reparto operativo di Macerata e della compagnia di Camerino. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Conte e il no a Renzi, un sondaggio guida il leader M5S

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L'ipotesi campo progressista allargato a Matteo Renzi? Farebbe perdere il 2-3% dei voti e "affosserebbe definitivamente le possibilità di vittoria del centrosinistra contro la coalizione di Giorgia Meloni". E' quanto emerge da un sondaggio riservato in mano al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che l'Adnkronos ha potuto visionare.  Secondo il sondaggio "di una delle più importanti aziende di ricerca e consulenza", riferiscono fonti pentastellate, la presenza di Italia Viva nella coalizione di centrosinistra porterebbe ad una perdita (definita "determinante" ai fini dell'esito del voto) del 2-3%. Il 74% del campione intervistato ha dichiarato di preferire "un'alleanza la più coesa possibile, per definire un programma comune che sia credibile e convincente (anche al costo di escludere alcuni partiti)". Solo il 26% invece ha scelto "una coalizione più larga possibile (anche con partiti che hanno posizioni differenti) per avere più possibilità di battere il centrodestra". "Il motivo di questi trend – si argomenta – trova spiegazione nel fatto che Italia Viva è risultata essere la forza meno gradita dall'elettorato di centrosinistra", principalmente "per una questione di inaffidabilità di Matteo Renzi": il 39% del campione, infatti, teme che Renzi possa "far cadere l'eventuale governo di centrosinistra". L'incompatibilità programmatica, invece, preoccupa solo un 20% degli intervistati. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Zelensky: “Italia sta facendo di tutto per la pace”

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"L'Italia sta facendo di tutto per arrivare alla pace in Ucraina". E' un passaggio dell'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Forum Ambrosetti a Cernobbio. La guerra con la Russia, iniziata oltre 900 giorni fa, è in una fase cruciale: da un mese le forze di Kiev hanno varcato il confine insediandosi nella regione russa di Kursk. Nel Donbass, però, l'esercito ucraino fatica a arginare il nemico. Ucraina ha prodotto i propri "missili e droni" e, come dimostra l'operazione a Kursk, sta cercando di "riportare questa guerra in Russia così che anche Putin senta la pressione di ricercare una sola cosa: la pace. L'Italia sta facendo di tutto per portare avanti la Formula di pace, per arrivare alla pace", dice Zelensky. 
"L'Ucraina non sta chiedendo niente di più quello che il vostro Paese e altri stanno facendo", dice ringraziando Roma per i sistemi di difesa aerea forniti. "Qui incontrerò la premier Giorgia Meloni ed i rappresentanti delle imprese, sono fiducioso che insieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi per proteggere le vite in Ucraina", prosegue Zelensky, dicendosi convinto che "l'Itaia ci aiuterà anche nella ricostruzione". A questo proposito conferma "una conferenza per il prossimo anno" che sarà incentrata proprio sulla ricostruzione dell'Ucraina.  "L'Ucraina vuole mettere fine a questa guerra, ma la Russia non ci lascia altra scelta di lottare e difendere le nostre vite", dice, evidenziando che "il nostro popolo vive sotto la minaccia di droni e missili ogni giorno notte", ricordando i recenti attacchi a Poltava, Kharkiv e Leopoli, costati la vita a decine di persone. "Putin sta cercando di lanciare ancora più missili per cercare di uccidere altri bambini ucraini. Noi cerchiamo di difenderci", ma la Russia "usa missili balistici che arrivano da Teheran. "Noi stiamo costruendo rifugi, scuole sotterranee in modo tale che i bambini ucraini possano continuare a studiare in piena sicurezza nonostante tutto quello che sta accadendo", aggiunge Zelensky.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

E’ morto Sergio Mendes, il re della Bossa Nova aveva 83 anni

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E' morto Sergio Mendes, il re della Bossa Nova. L'artista aveva 83 anni. Pianista, compositore, cantante e arrangiatore innovativo e influente, è stato uno dei primi artisti crossover del Brasile, figura originalissima del genere che ha reso popolare negli Stati Uniti. Mendes è morto oggi in un ospedale di Los Angeles secondo quanto riferito dal "New York Times". Non sono state rese note le cause del decesso, anche se recentemente aveva sofferto di Long Covid  Mendes "si è spento serenamente", secondo una dichiarazione della famiglia diffusa alla stampa statunitense. "Sua moglie e partner musicale da 54 anni, Gracinha Leporace Mendes, era al suo fianco, così come i suoi amorevoli figli. Mendes si è esibito per l'ultima volta nel novembre 2023 con il tutto esaurito e un entusiasmo sfrenato a Parigi, Londra e Barcellona. Negli ultimi mesi la sua salute era stata messa a dura prova dagli effetti di un lungo periodo di Covid". Con 35 album e tre Grammy, Mendes ha contribuito a rendere popolare la Bossa Nova negli anni '60 andando in tournée con Herb Alpert e Frank Sinatra. Nato l'11 Febbraio 1941 a Niteroi, in Brasile, Mendes da bambino studiò pianoforte classico. Il suo crescente amore per il jazz lo portò a iniziare a suonare nei locali notturni negli anni Cinquanta, parallelamente all'emergere della Bossa Nova. Incise con Cannonball Adderley e Herbie Mann negli anni '60, decennio in cui si trasferì negli Stati Uniti. Dopo aver pubblicato due album come "Sérgio Mendes" e "Brasil '65" che riscossero scarso successo di vendite, con il suo gruppo Brasil 65 reclutò due cantanti americane, Lani Hall e Bibi Vogel, per cantare in inglese, e ribattezzò la band Brasil '66, con la quale registrò "Sergio Mendes and Brasil '66": prodotto da Herb Alpert, l'album divenne disco di platino grazie anche al successo del singolo "Mas que Nada", che Mendes avrebbe nuovamente registrato nel 2006 con i Black Eyed Peas. 
Nel 1968 Mendes raggiunse un pubblico più vasto quando eseguì "The Look of Love" durante la trasmissione televisiva degli Academy Awards, e la versione dei Brasil '66 della canzone raggiunse la Top 10 degli Stati Uniti. Questo brano fece di Mendes una star che si sarebbe esibita per i presidenti americani Lyndon B. Johnson e Richard Nixon e all'Esposizione Universale del Giappone nel 1970. Durante gli anni '70 e '80 Mendes registrò per differenti case discografiche e tornò al successo nel 1983 con "Never Gonna Let You Go" con i vocalisti Joe Pizzulo e Leza Miller. Nel 1984 ebbe un successo con "Alibis". Dopo un lungo oblio e alterne fasi, Mendes era ritornato alla ribalta nel 2006 con l'album "Timeless", che comprende collaborazioni con artisti come The Black Eyed Peas (per il remix di "Mas que nada"), Erykah Badu, Black Thought, Chali 2na, India.Arie, John Legend, Justin Timberlake, Q-Tip, Stevie Wonder e Pharoahe Monch. Nel 2008 era tornato in auge con il singolo "Funky Bahia" (tratto dall'ultimo album "Encanto") nato anche dalla collaborazione con Will.i.am e Siedah Garrett. Nel 2009 Mendes aveva collaborato all'album di Jovanotti "Safari", partecipando come arrangiatore e pianista al brano "Punto", sesto singolo estratto dal disco. (di Paolo Martini) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sangiuliano e le dimissioni: “Solidarietà da tutti i ministri”

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Gennaro Sangiuliano, dopo le dimissioni da ministro della Cultura, è tornato nel suo ufficio al ministero. Il suo cellulare non smette di squillare. "Ho ricevuto le telefonate di tutti i ministri che mi hanno espresso la loro solidarietà e amicizia", dice all'Adnkronos il ministro dimissionario. ''Oltre a quasi tutti ministri e al costante contatto con la premier Giorgia Meloni, dall'opposizione mi ha chiamato Giuseppe Conte per esprimermi solidarietà umana. Meloni mi ha detto che resterà il buon lavoro e non mancheranno occasioni riscatto", dice. Tra i tanti messaggi ricevuto, "mi ha colpito molto il toccante messaggio di Tomaso Montanari".  "Gennaro Sangiuliano è stato un ottimo ministro, ha fatto una scelta che gli permette di essere libero e di difendersi e dimostrare che è una persona perbene, ha tutta la nostra amicizia e solidarietà", dice Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepremier e segretario di Forza Italia, a margine della festa di Forza Italia Giovani, in corso di svolgimento a Bellaria-Igea Marina. "Il nuovo ministro, con il quale io ho collaborato a lungo in questo periodo, perché era alla guida del Maxxi e abbiamo collaborato per la ricostruzione della cattedrale di Odessa, è un uomo di cultura e di qualità. Farà sicuramente bene", conclude Tajani. ''Comprendo la scelta di Gennaro Sangiuliano, che conosco da decenni e che è per me un amico. Questa vicenda e gli errori che ha commesso non cancellano il valore culturale di una persona che riuscirà nel prosieguo del suo percorso a dimostrare che le qualità e i pregi sono superiori agli errori umani che possono capitare in una vita'', dice all'Adnkronos il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Un abbraccio forte all'amico Genny. Hai fatto un lavoro importante come Ministro della Cultura, un lavoro che rimarrà, il tweet del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara su X. "Un abbraccio e un ringraziamento a Gennaro Sangiuliano per questi due anni. Benvenuto e buon lavoro ad Alessandro Giuli", dice il vicepremier e ministro Matteo Salvini. "La mia solidarietà a Gennaro Sangiuliano. Grazie per quanto fatto in un settore da sempre in mano alla sinistra. Dare spazio a una visione diversa è un grande merito che nessuno potrà disconoscere, dando nuova energia a un settore, quello culturale, che è linfa vitale per il turismo italiano. A lui il mio abbraccio, certa che saprà dimostrare la sua trasparenza e correttezza", dice in una nota è il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. "Al tempo stesso -sottolinea il ministro-, auguro buon lavoro al neoministro Alessandro Giuli, cui spetta l’importante compito di proseguire l’eccellente operato di Sangiuliano".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Unicredit, fonti: nuovo piano per 1.000 uscite volontarie con fondo solidarietà

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(Adnkronos) – Nuovo piano di uscite volontarie per il personale di Unicredit: il gruppo guidato da Andrea Orcel, come riferiscono all’Adnkronos fonti bancarie, sta predisponendo un pacchetto di 1.000 esodi incentivati: 320 sono già individuati poiché si tratta di domande presentate nel corso dei precedenti piani di esodo e in eccedenza rispetto agli accordi; i restanti 680 esodi saranno effettuati entro il 2030. La manovra sul personale di Unicredit interessa complessivamente 1.600 addetti, considerando che sono contemplate 600 riconversioni, grazie alla formazione professionale, nelle sedi di Milano, Torino, Bologna, Roma e Palermo.  Ancora da definire, invece, il numero di assunzioni che, come di consueto, vengono concordate con i sindacati, per compensare la riduzione degli organici e favorire il ricambio generazionale: si dovrebbe andare nella direzione del rapporto di un ingresso per ogni due prepensionamenti volontari (da gestire col fondo di solidarietà). Le assunzioni saranno realizzate, invece, grazie al Fondo per l’occupazione che eroga agevolazioni per i contratti agli under 35. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Alessandro Giuli, dal giornalismo al Maxxi: il nuovo ministro della Cultura

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(Adnkronos) – Appassionato di vini pregiati, collezionista di sigari di cui è un grande cultore ed estimatore. Sono alcuni dettagli della personalità di Alessandro Giuli, il nuovo ministro della Cultura designato dal governo Meloni dopo le dimissioni rassegnate da Gennaro Sangiuliano. Giuli, nato a Roma il 27 settembre 1975, lascia l'incarico di presidente della Fondazione Maxxi di Roma, conferitogli proprio da Sangiuliano il 23 novembre 2022. Dopo qualche anno di studi in Filosofia alla Sapienza di Roma, Giuli ha cominciato come cronista scrivendo inizialmente per quotidiani locali e poi passando al 'Foglio'. Nel 2004 diventa giornalista professionista, e sempre nella stessa testata diventa nel 2008 vicedirettore e poi condirettore fino al 2017. Come giornalista, ha collaborato con l'Inkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell'Umbria. Poi la carriera televisiva, che lo vede fra 2019 e 2020 ospite fisso della trasmissione 'Patriae', condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2, e nel 2020 affiancare Francesca Fagnani in 'Seconda linea', sempre su Rai 2. Il neoministro della Cultura del governo italiano è anche autore di diversi libri, tra cui 'Il passo delle oche. L'identità irrisolta dei postfascisti', edito da Einaudi, e 'Gramsci è vivo', edito da Rizzoli. E' sposato con Valeria Falcioni, una collega giornalista con cui ha avuto due figli, nati nel 2016 e nel 2019. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)