Pichetto: “Il portale Terra è un tassello per la programmazione efficiente della rete elettrica”

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(Adnkronos) – “La novità che comunichiamo insieme oggi conferma ancora una volta la grande concretezza di Terna nelle sfide della transizione. Continua dunque a prendere forma il Dl Energia che contiene molte norme di interesse per le imprese, penso al gas e l’electricity release, ma più in generale per lo sviluppo di tanti versanti delle rinnovabili, con semplificazioni e razionalizzazioni attese dagli operatori: un decreto molto concreto, in linea con la direzione intrapresa in questi mesi su tutti i fronti”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in occasione della presentazione di Terra, il portale digitale previsto dal Decreto Energia, che Terna metterà a disposizione di amministratori nazionali e locali, legislatori e soggetti proponenti per la consultazione di informazioni su Territorio, Reti, Rinnovabili e Accumuli. Con l’avvio del nuovo portale, “aggiungiamo un tassello tecnologico per la programmazione efficiente delle infrastrutture della rete elettrica, coordinate con lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo di energia. Sarà una marcia in più per sostenere la corsa a un Paese sempre più decarbonizzato e interconnesso, sia al suo interno che con l’estero”. “Gli obiettivi Pniec ci chiamano a un grande impegno comune per arrivare al 2030 a sviluppare oltre 130 gigawatt di potenza rinnovabile. Terna è in tale contesto un partner irrinunciabile sia per il governo che per l’intero sistema Paese, quale soggetto abilitante delle rinnovabili e propulsore della transizione – aggiunge Pichetto – Sulla base del Pniec aggiornato stimiamo investimenti in infrastrutture di rete per circa 37 miliardi di euro, più oltre 6 per sistemi di accumulo. Solo se saremo in grado di sostenere il forte afflusso di energia da rinnovabili in ogni contesto, riusciremo a raggiungere gli obiettivi prefissi”.  Da qui “il compito strategico di Terna, che credo stia perfettamente interpretando non solo il ruolo nodale che le attribuiscono la legge e il mercato, ma anche una visione strategica nell’interpretare le sfide della transizione”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Foreste e biodiversità, quanto costa creare un nuovo bosco

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(Adnkronos) – Creare in Italia un nuovo bosco considerando la progettazione, l’impianto e la manutenzione, può costare tra i 14mila e i 23mila euro ad ettaro per un progetto standard e arrivare fino a 38mila euro per un bosco progettato scientificamente e in grado di soddisfare i criteri di multifunzionalità nonché i più alti standard qualitativi internazionali rispetto ai benefici restituiti all’uomo. Lo rende noto in occasione della Giornata mondiale della biodiversità la B Corp e spin-off dell’Università di Padova, Etifor, specializzata in consulenza ambientale.  “A livello globale, le foreste occupano circa un terzo della terra ferma – spiega Alex Pra, coordinatore dei progetti forestali per Etifor – ma sono la casa di oltre l’80% delle specie terrestri del pianeta, animali e vegetali. La tutela della biodiversità, di cui l’Italia è il paese più ricco in Europa con oltre 58mila specie animali e 6.700 specie di piante vascolari, ovvero dotate di radici, fusto e foglie, passa quindi dai boschi e dal loro stato di salute, sempre più minacciato dalla degradazione o dalla distruzione degli habitat, dal cambiamento climatico e dall’introduzione di specie invasive. Investire in biodiversità in un paese che vanta 11 milioni di ettari di foreste, più di un terzo del territorio nazionale, significa investire nella tutela e nella protezione del patrimonio boschivo esistente, ma anche nella creazione di nuove foreste progettate con criteri scientifici e costruite per produrre benefici sul lungo periodo, specie nelle aree urbane e periurbane”.  Le finalità per le quali si crea un nuovo bosco sono alla base dell’intero progetto e influenzano fortemente, anche sul piano economico, le scelte da compiere. Esistono boschi con finalità produttive e boschi con finalità protettive e di conservazione. In Italia si predilige oggi dare vita a boschi con finalità multiple volte a produrre più benefici contemporaneamente, ad esempio: potenziamento, protezione o ripristino di biodiversità, produzione di legname o altre materie prime (ad esempio sughero e prodotti forestali selvatici), fissazione di carbonio, regolazione del ciclo dell’acqua, qualità del paesaggio, opportunità di ricreazione, contrasto al dissesto idrogeologico, ripristino di aree colpite da eventi ambientali estremi, assorbimento acustico e abbattimento delle temperature elevate tramite zone d’ombra. Le fasi che danno vita alla nuova foresta sono: la progettazione, affidata ad un tecnico forestale che studi il contesto, conosca gli iter progettuali, i piani vigenti sull’uso del suolo e le autorizzazioni necessarie, che sappia scegliere le specie e gli interventi più adatti in base alle finalità e che consulti gli stakeholder; la preparazione del terreno, con conseguente tracciamento dei filari e del sesto d’impianto, che prevede interventi e tempistiche di attesa molto differenti a seconda del contesto (un terreno precedentemente usato per agricoltura, ad esempio, andrà arato, lavorato con colture azotofissatrici e concimi e fatto riposare almeno un anno); l’impianto, che prevede l’acquisto di piantine forestali di circa 2 o 3 anni di età di origine genetica certificata, la messa a dimora, la pacciamatura protettiva e il materiale di tutoraggio (palo di legno per identificare le piantine quando si fanno i primi sfalci di infestanti e gli shelter, ovvero strutture tubolari che proteggono la pianta dai morsi di lepri, ungulati e altri animali selvatici), la concimazione e l’irrigazione di soccorso, nel caso l’impianto venga fatto in periodi particolarmente siccitosi. Infine: la manutenzione, fondamentale nei primi 3-5 anni, che prevede sfalci, eventuali potature e irrigazioni di soccorso e monitoraggio sul tasso di attecchimento e accrescimento con interventi di sostituzione (generalmente, il 10% circa delle nuove piante non sopravvive); la gestione responsabile di lungo periodo per garantire la permanenza e la resilienza del nuovo bosco valorizzandone prodotti e servizi per la collettività, ovvero i cosiddetti servizi ecosistemici. “Abbiamo ribattezzato questi boschi nati da approccio scientifico e multidisciplinare, in grado di innescare circoli virtuosi di benefici per l’uomo e per l’ambiente, ‘superforeste’ – conclude Alex Pra – e sono gli interventi sui quali è più opportuno investire oggi per godere appieno dei benefici sul lungo periodo. In Italia si stima che il valore economico generato sotto forma di servizi ecosistemici da un singolo ettaro sia pari, in media, a circa 2.300 euro all’anno. Va tuttavia ricordato che i costi di riforestazione sono finanziari, cioè esborsi monetari espliciti, mentre i benefici sono economici, cioè, quand’anche quantificati, non tutti sono necessariamente esplicitati e, soprattutto, internalizzati in un flusso di cassa reale”.  Essendo numerose le variabili che concorrono a determinare l’impegno economico nella creazione di un bosco, l’analisi di Etifor individua i range di prezzo per un bosco ‘standard’ (14mila-23mila euro per ettaro) e per una ‘superforesta’ (24mila-38mila euro per ettaro) utilizzando i costi standard definiti dei prezziari agro-forestali delle principali regioni che prevedono misure per l’afforestazione e la riforestazione nei loro piani di sviluppo rurale. Mediamente, va sempre considerata una variabilità del 10-20% in base alle specie introdotte e a situazioni specifiche, quali la fertilità, il contesto e le condizioni generali dei terreni prima dell’intervento. In aree urbane, ad esempio, i costi lievitano molto facilmente e in montagna, a seconda della pendenza del terreno, si può assistere ad una maggiorazione fino al 15%. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Frecciarossa fermo per 3 ore alle porte di Roma. Franceschini a bordo: “Non si respirava, qualcuno è svenuto”

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(Adnkronos) – E' stato un guasto tecnico, tra Settebagni e Orte, ad aver costretto il Frecciarossa FR 9422 a fermarsi per circa tre ore alle porte di Roma con i passeggeri a bordo. Notevoli i disagi per i passeggeri del treno Roma-Firenze, dovuti al fatto che, a quanto apprende l'AdnKronos, al momento del fermo il convoglio di Trenitalia era privo di alimentazione: niente aria condizionata, quindi, a fronte delle alte temperature di oggi, in attesa dell'arrivo del 'trasbordo', ovvero del treno che ha, poi, portato i passeggeri fino alla stazione di Roma Tiburtina. Nelle tre ore di attesa a bordo del treno, sono state messe in campo, si apprende da fonti di Trenitalia, le misure di sicurezza previste, di informazione a bordo (fornita a voce, poiché senza elettricità, oltre all'aria condizionata, non funzionavano neanche i microfoni) e di assistenza. Per i passeggeri è previsto il rimborso del viaggio. Non risultano malori a bordo, precisano fonti di Trenitalia. Ora la coda dei ritardi si sta riassorbendo e treni viaggiano con circa 40 minuti di ritardo. Rassicurazioni arrivano sul fronte dello 'svecchiamento' dei convogli oggi circolanti: il piano di rinnovo treni prevede, per quanto riguarda i Frecciarossa (oggetto della disavventura di oggi) un miliardo di investimenti per 40 Frecciarossa nuovi, che saranno in circolazione dal 2025, proprio allo scopo di andare a sostituire mano a mano i treni più vecchi con convogli più efficienti. "È stata davvero brutta. C'erano bambini, anziani, donne incinte. Qualcuno è svenuto". Dario Franceschini, parlamentare Pd, era oggi tra i passeggeri del treno. Franceschini era diretto a un'iniziativa politica "ma alla fine era troppo tardi ormai e ho dovuto rinunciare". L'ex ministro dem racconta all'Adnkronos la disavventura: "Il treno si è fermato prima a Settebagni, poi, è ripartito è poco dopo in mezzo alla campagna si è fermato definitivamente per un guasto. All'inizio è stato terrificante perché le porte erano bloccate, era caldissimo e davvero mancava il respiro. Poi hanno aperto le porte, ma per questioni di sicurezza non si poteva scendere e tutti si sono accalcati vicino alle porte per prendere un filo d'aria. C’era chi si stava sentendo male". Poi finalmente dopo più di due ore i passeggeri sono stati fatti salire su un altro treno "che ci ha riportati a Roma. Per me ormai troppo tardi per arrivare al mio impegno e sono rimasto qui a Roma. Non accuso nessuno, ma spero che certi fatti possano contribuire a migliorare gli interventi quando ci sono emergenze del genere".     —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

FantaSanremo, Dargen D’Amico in testa: seguono La Sad e Bertè

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(Adnkronos) –
DArgen D'Amico sbaraglia al FantaSanremo e schizza in testa alla classifica del gioco alternativo alla gara canora. La prima serata del 74esimo Festival di Sanremo non ha deluso le attese dei 2milioni 650mila fantallenatori del FantaSanremo che in questa edizione da record hanno creato oltre 4milioni e 200mila squadre. Atmosfera delle grandi occasioni al Bar Papalina, il quartier generale del FantaSanremo, che questa settimana si è trasferito a Sanremo nei locali del Forte Santa Tecla messi a disposizione da Rai Pubblicità, con i ragazzi del team del fantasy game impegnati da un lato a passare al setaccio le esibizioni dei cantanti in gara alla ricerca di bonus e di malus, dall'altro a realizzare dirette Instagram e TikTok per aggiornare i fantallenatori sui punteggi ottenuti dai loro beniamini. Al termine delle esibizioni di tutti e 30 cantanti in gara a totalizzare più punti è stato Dargen D'Amico che ha regalato ai suoi fantallenatori ben 115 punti: 15 rispettivamente per la presenza di performer sul palco e per essere sceso in platea, 10 per il suo significativo ed emozionante appello alla pace al termine della sua esibizione, 10 per la parentesi coccolosa dell'abbraccio ad Amadeus, e altrettanti per la parentesi giocosa del batti cinque al co-conduttore Marco Mengoni (entrambe Bonus Ciobar – Una parentesi di dolcezza), 10 per aver dedicato la canzone ad un familiare, amico o parente (Bonus Generali – Partner di vita).  E ancora: 10 per essersi esibito dopo l'una e altrettanti per essere l'artista che è rimasto più a lungo sul palco (Bonus Rotoloni Regina – Sanremo non finisce mai), 10 per aver donato fiori al direttore d'orchestra (Bonus solidale ActionAid), 5 per essere stato presentato dal co-conduttore, 5 per i ringraziamenti post esibizione e infine altri 5 punti per il suo Bonus Dargen, assegnato all'artista si presenta sul palco indossando gli occhiali da sole.  Dietro Dargen D'Amico, con 85 punti, La Sad che si sono aggiudicati fra l'altro 20 punti per il Bonus Rkomi, ovvero la mitica scapezzolata e l'immensa Loredana Bertè con 75 punti, 20 dei quali per il piazzamento in top five della classifica di serata. Degne di menzione anche le prove di Mahmood con 68 punti, BigMama e Il Tre con 65 e Santi Francesi, Diodato e bnkrr44 con 55.  Fra i bonus più utilizzati dai cantanti per raccogliere punti sicuramente le “parole di ringraziamento post-esibizione” dette da tutti e 30 i partecipanti al Festivàl (+5 punti), l'abbraccio dato ad Amadeus da 20 cantanti e l'outfit total black (Bonus Perlana) scelto da 16 srtisti. Pochi i malus assegnati. Fra questi il non aver disceso nessuna delle due scalinate del palco dell'Ariston, una penalità di 5 punti combinata ad Annalisa, Loredana Bertè e Ricchi e Poveri. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Furto di energia elettrica, arrestato il commerciante tiktoker ‘Alfredo ‘o chiatt’

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(Adnkronos) – Furto di energia elettrica, ai domiciliari il commerciante tiktoker più noto sui social, "Alfredo 'o chiatt". Centinaia di migliaia di follower, più di un milione di like e la vendita di tantissimi prodotti a prezzi vantaggiosi strappando tanti sorrisi agli utenti dei social. Il 45enne Alfredo D'Ausilio è stato arrestato ieri pomeriggio per furto di energia elettrica dai carabinieri della stazione di Qualiano, in provincia di Napoli.  I militari, insieme a personale dell’Enel, hanno fatto visita al mini market del commerciante influencer, molto noto sui social, ed hanno controllato l’attività commerciale sempre al centro dei video sul web. Gli accertamenti hanno permesso di constatare la manomissione del contatore elettrico. Il connettore di limitazione, infatti, era stato tolto fornendo così energia illegalmente. Il danno – dallo scorso dicembre ad oggi – ammonterebbe a 6mila euro. Il tiktoker è in attesa di giudizio. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

G7, Pichetto: “Clima molto buono, convergenze tra Paesi”

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(Adnkronos) – “Vi sono molte convergenze e limature tra le posizioni dei diversi Paesi, che rispecchiano la realtà rispetto alle condizioni energetiche dei vari Paesi, ma il clima è molto buono”. Lo dice, a margine della sua partecipazione all’incontro ‘Bridging tradition and sustainable energy’, promosso da Italgas, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che sulle priorità del G7 aggiunge: “Siamo il Paese che è al centro del Mediterraneo e che proprio per questo soffre più di tutti il cambiamento climatico, il rischio di perdita di biodiversità che è una caratteristica forte del nostro Paese, e naturalmente anche la questione dell’inquinamento, usiamo il termine più comune ma che dà più senso. Quindi le priorità sono le variazioni da realizzare sulla decarbonizzazione: un termine che significa la riduzione in modo forte dell’emissione carbonica, che parte dal primo inquinante, il carbone, poi passa al petrolio e infine alla produzione di energia pulita, utilizzando il gas come transizione al 2050”. “Il nucleare di quarta generazione è l’indirizzo di ricerca e sperimentazione che abbiamo avuto dal Parlamento – aggiunge Pichetto Fratin – di conseguenza lo sto portando avanti. All’altra parte, rispetto alle varie ipotesi di scenario, tengo conto e riporterò nell’ambito di ciò che mi compete, quelle che sono le risultanze della piattaforma per il nucleare sostenibile”. Sul tema della sicurezza energetica il Ministro non si sbilancia: “Ci sarà il confronto durante le Ministeriali sia nella parte plenaria, sia in quella Ambiente che Energia, che sono le due settoriali, sia nelle molte bilaterali che si terranno in questi giorni, a partire da oggi”.    —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

E’ morto Roberto Bertazzoni, il re degli elettrodomestici Smeg

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(Adnkronos) – L'imprenditore Roberto Bertazzoni, protagonista dell'epopea industriale che ha portato la Smeg (Smalterie Metallurgiche Emiliane Guastalla) fondata dal padre Vittorio nel 1948 a divenire una multinazionale nel settore degli elettrodomestici, è morto all'età di 81 anni a Parma. I funerali avranno luogo martedì 2 aprile, alle ore 11.30, nel Duomo di Guastalla (Reggio Emilia), città dove era nato il 10 dicembre 1942. Lascia la moglie Maria Rita Gandolfi e il figlio Vittorio, oggi alla guida della Smeg, che conta circa 2.600 dipendenti e genera un fatturato di oltre 900 milioni di euro. Roberto Bertazzoni, nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1993, dopo la laurea in Economia e Commercio, era entrato nell'azienda di famiglia Smeg agli inizi degli anni '70 assumendo poi le cariche di presidente e amministratore delegato. Sotto la sua guida, improntata ad una formula imprenditoriale che ha coniugato l'attenzione gestionale alla qualità, all'innovazione, tecnologia a allo stile di prodotto, la Smeg ha registrato negli anni un trend di costante sviluppo economico. Roberto Bertazzoni ha fatto parte dei consigli di amministrazione di Mediobanca, Rcs Media Group e Unicredit.  Agli importanti risultati conseguiti nel settore degli elettrodomestici, Smeg ha associato, consolidandola, una significativa dimensione industriale e commerciale anche in settori quali quello della ristorazione e dell'elettromedicale. La crescente notorietà del marchio ed i positivi riscontri commerciali sul mercato interno e su quelli internazionali, sono la risultante dello sforzo costante verso quella evoluzione distintiva del prodotto che, unitamente ad una gamma particolarmente ricca, costituisce fattore di successo e capacita competitiva di Smeg.  Nel 1971, appena entrato in azienda Roberto Bertazzoni, Smeg ha iniziato a produrre forni e piani di cottura da incasso, prodotti su cui ha costruito la propria storia. Nel 1977 Bertazzoni commissiona a Franco Maria Ricci la grafica di un nuovo logo per il marchio di piccoli e grandi elettrodomestici e il designer ed editore dalla spiccata sensibilità artistica disegna una forma che richiama i bruciatori del piano cottura, le manopole rotonde di un forno e al tempo stesso suggerisce un senso di perfezione con un accenno all’infinito matematico. Nel 1979 Smeg sponsorizza la scuderia Ferrari che corre con leggendario pilota Gllles Villeneuve.  Tra il 1982 e il 1985 Smeg inizia a produrre forni professionali per bar, gastronomia e ristorazione e seguirà la produzione lavastoviglie professionali. Nel 1985 si attiva anche la divisione Smeg Instruments, dedicata al mondo ospedaliero, laboratori medicale e dentistici. Sempre nel 1985 inizia la collaborazione con l'architetto Guido Canali per la realizzazione di forni e piani di coltura. Nei 1991 prosegue la collaborazione con architetti di fama internazionale e Smeg propone piani e forni disegnati dall’architetto Mario Bellini. Nel 1995 è l'archistar Renzo piano a disegnare per Smeg una linea di elettrodomestici.​ Nel 1997 il desiderio di affrancarsi dall'anonimato dell'elettrodomestico standard porta Smeg a riproporre un frigorifero appartenente all'immaginario degli anni '50 rivisitato in chiave contemporanea, in cui colore diventa protagonista. Dagli uffici di progettazione Smeg nasce il frigorifero Fab 28 divenuto icona di stile e status symbol riconosciuto a livello internazionale. Nel 2002 Guido Canali progetta il quartiere generale Smeg per il quale riceve nel 2006 la menzione d'onore del Premio Medaglia d'oro 'Architettura italiana'. Nel 2008 si celebrano i sessant'anni dalla fondazione dell'azienda con la presentazione della linea Newson disegnata dal visionario designer Mark Newson che con questa futuristica linea estetica vince il Wallpaper Design Award l'anno successivo. Nel 2016 Smeg e Dolce&Gabbana presentano il progetto "Frigoriferi d'arte" realizzando frigoriferi unici dipinti a mano da artisti siciliani.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Trasporti, Fiorentini (Enel Italia): “Situazione da migliorare sulle stazioni di ricarica”

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(Adnkronos) – “Se guardiamo un'ideale mappa con una dispersione delle colonnine di ricarica in Lombardia, ci sono delle aree scoperte. Da questo punto di vista, ci sono margini di miglioramento. Bisogna installare le colonnine dove servono”. Con queste parole Claudio Fiorentini, responsabile Area Nord Affari Territoriali Sostenibilità e Affari Istituzionali Italia ENEL Italia, è intervenuto al convegno organizzato dall’assessorato ai trasporti di Regione Lombardia ‘I trasporti a 360°. Un anno di sfide e un futuro di obiettivi’.  “Siamo del gruppo Enel – ha specificato Fiorentini – operiamo nell’ambito della mobilità sostenibile con il brand di Enel XWay, serviamo circa 2000 comuni e abbiamo attualmente 20 mila punti di ricarica in Italia, di cui 2360 in Lombardia, che diventeranno circa 3000 a giugno-luglio di quest'anno, perché si aggiungeranno i circa 500 punti di ricarica veloce che stiamo installando nell'ambito del Pnrr. La Regione Lombardia è la prima regione in Italia per infrastrutture di ricarica, questo è un vanto a cui bisogna dare atto anche all'assessorato che evidentemente ha facilitato questo percorso con circa 9400 di punti di ricarica”.  Per avvicinare le famiglie al mercato dell’elettrico, secondo Fiorentini, sarebbe però utile “qualche iniziativa a favore di aziende che vogliano rinnovare il proprio parco circolante”. Inoltre per Fiorentini sarebbe opportuno “ragionare con una certa pianificazione” riguardo le stazioni di ricarica per i mezzi elettrici pesanti che ad oggi in Lombardia sono 86. Infine, il responsabile Area Nord Affari Territoriali Sostenibilità e Affari Istituzionali Italia ENEL Italia, ha sottoposto alla platea la necessità di incrementare il numero di colonnine in autostrada: “In Lombardia abbiamo 421 colonnine in un raggio di tre chilometri dall'uscita dei caselli autostradali, ma soltanto 138 lungo lungo le autostrade. E anche questo è probabilmente un ambito di miglioramento rispetto a quelle che sono le esigenze e le aspettative di chi dovrà muoversi su gomma in modo sostenibile”, ha concluso.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sicurezza sul lavoro, Tecnici per la prevenzione: “Competenze al primo posto”

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(Adnkronos) – “Dopo l’ennesima drammatica perdita di vite sul luogo di lavoro, ci troviamo di fronte a una realtà che non possiamo più ignorare. Le luci si sono riaccese su un’altra tragedia che vorremmo non fosse mai accaduta, le dichiarazioni si susseguono, ma poi tutto sembra tornare alla normalità grigia, nell’immobilismo di chi promette cambiamenti che poi non si realizzano. Questa triste verità ci porta a riflettere sull’attuale stato della salute e sicurezza sul lavoro, un’utopia nella nostra società”. Sono queste le parole di Maurizio Di Giusto, Presidente della Commissione dell’albo nazionale dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro che ha così commentato gli ultimi episodi di morti sul lavoro verificatesi nel nostro Paese. La carenza di ispettori del lavoro nella vita dei dipendenti costringe troppo spesso a ripensare la salute del lavoro come a una “non priorità”. In termini di sostenibilità, questa carenza si traduce in rischi per la vita e per il futuro dei dipendenti. “Seppur l’aspetto economico abbia un ruolo importante nell’esercizio di ogni professione – ha continuato Di Giusto -, ciò su cui vogliamo esprimere in maniera ferma, decisa e chiara la nostra posizione è il tema delle competenze necessarie e imprescindibili per svolgere attività complesse quali quelle destinate alle verifiche e all’accertamento delle conformità negli ambienti di lavoro”.   L’albo dei Tecnici della prevenzione ha sottolineato in una nota stampa come, nonostante l’importanza economica, sia fondamentale concentrarsi sulle competenze necessarie per svolgere con efficacia le attività di vigilanza e controllo nei luoghi di lavoro. Un esempio sul quale hanno posto la loro attenzione è rappresentato dal recente concorso dell’Ispettorato nazionale del lavoro: 674 persone assunte con profili curriculari “non proprio in linea con le esigenze tecniche del settore. Come Commissione di albo nazionale dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro della FNO TSRM e PSTRP, abbiamo già espresso la nostra opposizione nel 2022 a tale impostazione illogica per i requisiti di accesso. Purtroppo, non siamo stati ascoltati, – incalza Di Giusto – e ora vediamo i risultati; posizioni non coperte e personale privo delle competenze necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori”. Ogni giorno, muoiono sui luoghi di lavoro, in media, tre persone. Altre, invece, sono quelle che subiscono danni fisici permanenti o risentono di malattie causate dagli ambienti di lavoro non a norma: “È inaccettabile – ha continuato Maurizio Di Giusto -. Il decreto legge “PNRR” – del 2 marzo 2024 – ha previsto un aumento di 716 Ispettori – termine riduttivo in quanto l’ispezione è solo una parte dell’accertamento – tra il 2024 e il 2026, attraverso un nuovo concorso che dovrebbe essere messo a bando il prossimo giugno. Tuttavia, non basta aumentare il numero dei controlli; è fondamentale garantire che chi li effettua abbia le competenze adeguate”.  Acquisire competenze adeguate, essere a conoscenza e in linea con i principi etici e professionali che guidano l’attività di una data categoria: “Per formare un professionista della salute e sicurezza, come un Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, occorre una formazione robusta, tre anni di specifica laurea universitaria a cui segue un percorso di laurea magistrale e percorsi di specializzazione post base – ha poi concluso Di Giusto -. Auspichiamo, in tal senso, che l’Ispettorato nazionale del lavoro si assicuri che il prossimo concorso selezioni candidati con le giuste competenze tecniche e professionali. La sicurezza sul lavoro non può essere messa a rischio per mancanza di preparazione”. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Fontana (Un. Olio Palma Sostenibile), ”Per 2050 serve +50% olio, impossibile senza quello di palma”

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(Adnkronos) – “L’olio di palma sostenibile è fondamentale perché risponde sia a un’esigenza di impatto positivo verso la sostenibilità ambientale, etica e sociale, ma anche all’esigenza di crescita delle produzioni di oli globali. Per rispondere alle sfide della riduzione della fame nel mondo e della crescita demografica prevista per il 2050, si dovrà produrre il 50% di olio in più. E questo è impossibile dal punto di vista di spazi per l’agricoltura se non si tiene conto di un utilizzo significativo dell’olio di palma, perché questo tipo di olio, pur rappresentando oggi il 35% dei volumi di oli prodotti, consuma solo il 10% dei terreni. Di qui l’impatto positivo sia verso la sostenibilità sia verso l’impegno di terreni per rispondere alle esigenze della food security.” È quanto ha dichiarato Mauro Fontana, presidente dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile a margine dell’incontro “Partnership for Impact” nell’ambito dell’European Innovation for Sustainability Summit in corso a Roma.  “Le aziende che sono già certificate e utilizzano olio di palma sostenibile – ha proseguito Fontana – dovranno sicuramente implementare gli adempimenti ma non in modo significativo, in quanto la certificazione per l’ olio certificato sostenibile hanno addirittura alcune cose che vanno oltre la richiesta di deforestazione free, perché prendono spunto anche delle richieste di garanzia sociale ed economica. Per quanto riguarda invece le aziende che oggi non usano olio di palma certificato, dovranno incrementare le loro pratiche sostenibili perché tra le varie richieste c’è anche quello di definire in modo chiaro la geolocalizzazione dei terreni delle piantagioni. Uno sforzo che, una volta effettuato, garantisce l’azienda non solo dal punto di vista della deforestazione, ma anche da un punto di vista di supply chain e di blockchain, perché avrà tutti gli elementi dall’origine a l’impiego garantiti da una solida base di dati”.  “Al fine di portare avanti tutto in modo consolidato – ha spiegato – abbiamo lanciato una nuova campagna di stampa che si basa su un concetto: “la parola sostenibile fa la differenza”. Fa la differenza verso l’ambiente, verso gli aspetti sociali e verso la biodiversità. Questa campagna è stata studiata e sviluppata dal nostro comitato scientifico insieme a diverse ong e insieme anche all’Università Cattolica di Piacenza. In tutto questo abbiamo anche sviluppato un progetto per arrivare fino ai cittadini sul food waste, perché uno dei grandi problemi di oggi è non riuscire a comunicare in modo concreto, semplice ed efficace il tema dell’importanza del food waste,e della sostenibilità. Per questo con Cittadinanzattiva abbiamo sviluppato un progetto di disseminazione di tutto quanto serve per ridurre il food waste e di quanto sia utile avere filiere sostenibili per cercare di sopperire alle problematiche ambientali odierne.”, ha concluso. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Spazio, presentato a Frascati ‘Ariane 6’, garantirà all’Europa accesso sicuro e autonomo

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(Adnkronos) – Dopo l’importante traguardo raggiunto dall’Agenzia Spaziale Europea – Esa del 9 luglio scorso, quando alle 21:00 italiane è decollato con successo dalla Launch Area 4 del centro spaziale della Guyana Francese il primo Ariane 6, nella sua variante Ariane 62, la Città Metropolitana di Roma Capitale ha organizzato, presso il cortile del Museo Scuderie Aldobrandini, l’evento “Città Metropolitana di Roma Capitale tra le Stelle – Ariane 6, una Storia di Successo” durante il quale è stato presentato, appunto, l’Ariane 6, il nuovo potente veicolo di lancio europeo, realizzato dall’Esa con la partecipazione di Enti e partner industriali di tutta Europa.  In un contesto in cui la vita quotidiana si basa su applicazioni basate su sistemi spaziali, dalla connettività alla navigazione e dal clima al meteo, è importante disporre della capacità di lanciare in modo indipendente. Con il lancio di Ariane 6, infatti, l'Europa non si limita a inviare un razzo nel cielo, ma afferma il proprio posto tra le nazioni che dispongono delle capacità necessarie a raggiungere e viaggiare nello spazio, per realizzare importanti ambizioni sulla scena mondiale e promuovere, così, la conoscenza dello spazio, in quanto estensione naturale della Terra e parte integrante di un insieme più ampio che risulta fondamentale per la vita quotidiana sulla Terra.  Il primo razzo Ariane è stato lanciato nel 1979 dallo Spazioporto europeo della Guyana francese e Ariane 6, che succede al predecessore Ariane 5, continuerà su questa strada. Ponendo l'Europa all'avanguardia del trasporto spaziale per quasi 45 anni, Ariane rappresenta un trionfo dell'ingegneria e il risultato di una grande cooperazione europea a livello industriale e politico. Ariane 1 ha lasciato il posto alle più potenti versioni 2, 3 e 4. Ariane 5 è stato tra i principali lanciatori di carichi pesanti al mondo, in grado di portare in orbita carichi utili singoli o multipli – il carico e gli strumenti lanciati – e di inviare una serie di illustri missioni scientifiche nello spazio profondo.  A spiegare l’importanza del sostegno istituzionale della Città Metropolitana di Roma Capitale a progetti di così alto valore politico per l’Unione Europea, il vicesindaco di Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna: “L'associazione Cva – Community of Ariane Cities è composta da città e da aziende che rappresentano tutta Europa e la Città Metropolitana – che contiene all'interno dei suoi confini il polo Tiburtino, Frascati e Colleferro, con oltre 4 milioni di abitanti – è l'ente italiano probabilmente più rappresentativo per le politiche spaziali. Quindi, la presenza di Città Metropolitana all'interno della Cva afferma e conferma quanto la Repubblica Italiana giochi un ruolo importante sulle politiche spaziali del mondo”. Per lo sviluppo di Ariane 6, l'Esa collabora con una rete industriale di diverse centinaia di aziende in 13 paesi europei, guidata dal contraente principale ArianeGroup. Ariane 6 lancerà un'ampia gamma di missioni nello spazio ed è disponibile in due configurazioni, a seconda della potenza necessaria per ogni volo. La versione Ariane 62 presenta due booster ausiliari a propellente solido mentre la versione di Ariane 64 ne avrà quattro. Con un'altezza di oltre 60 metri, Ariane 6 peserà quasi 900 tonnellate una volta lanciato con il carico utile completo, ovvero circa l'equivalente di un aereo e mezzo per passeggeri Airbus A380. La configurazione del primo volo di Ariane 6 sarà quella con due booster e mostrerà lo stadio superiore riaccendibile del razzo. Grazie alla capacità di riavviare lo stadio superiore fino a quattro volte e l'innovativa unità di propulsione ausiliaria, Ariane 6 è congeniale al lancio di missioni con carichi utili multipli, tra cui costellazioni orbitanti di satelliti. La stessa innovazione permette ad Ariane 6 di deorbitare il suo stadio superiore al termine della missione, al fine di ridurre al minimo i detriti spaziali.  “Ariane 6 costa il 44% in meno rispetto ad Ariane 5 ed è più flessibile, così da poter essere utilizzato in orbite diverse rispetto ad Ariane 5. Questi sono i due principali miglioramenti che abbiamo apportato, in quanto sono gli aspetti più importanti della comunità industriale”, ha detto Gaele Winters, General Delegate Cva, parlando delle caratteristiche di Ariane 6.  L’incontro, organizzato da Città Metropolitana di Roma Capitale a Frascati, ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti delle istituzioni, dell’Esa – l’Agenzia spaziale europea e del delegato generale della Comunità delle Città Ariane discutere delle opportunità offerte da questo lanciatore che rappresenta una sfida cruciale per l’Europa e un’opportunità straordinaria per il futuro dell’esplorazione spaziale.  “Per noi è un orgoglio poter ospitare un evento storico di tale portata, Frascati è città della Scienza: ospita il polo scientifico più grande d'Europa, lo stabilimento nazionale Esrin – Centro europeo per l'osservazione della Terra dell'Esa, l’Infn – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile e il Cnr – Centro di Calcolo della Banca d'Italia. Qui c'è il patrimonio più importante, non solo nazionale, ma anche internazionale dal punto di vista scientifico”, ha affermato il sindaco di Frascati, Francesca Sbardella, spiegando l’importanza per il comune di Frascati di poter ospitare un evento storico di tale portata. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Presentazione Ariane 6, Sbardella: “Orgogliosi di ospitare l’evento a Frascati, Città della Scienza’

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(Adnkronos) – “Per noi è un orgoglio poter ospitare un evento storico di tale portata, Frascati è città della Scienza: ospita il polo scientifico più grande d'Europa, lo stabilimento nazionale Esrin – Centro europeo per l'osservazione della Terra dell'Esa, l’Infn – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile e il Cnr – Centro di Calcolo della Banca d'Italia. Qui c'è il patrimonio più importante, non solo nazionale, ma anche internazionale dal punto di vista scientifico”. Così, la sindaca di Frascati Francesca Sbardella, in occasione dell’evento organizzato da Città Metropolitana di Roma, presso il cortile del Museo Scuderie Aldobrandini, intitolato 'Città Metropolitana di Roma Capitale tra le Stelle – Ariane 6, una Storia di Successo', durante il quale è stato presentato l’Ariane 6, il nuovo potente veicolo di lancio europeo, realizzato dall’Esa con la partecipazione di Enti e partner industriali di tutta Europa.  “Questo per Frascati non è solo un orgoglio e un punto di forza, ma una delle sue caratteristiche più importanti, che cerca di valorizzare in ogni occasione. L’evento di oggi è un esempio per valorizzare la scienza e la vocazione scientifica della nostra città”, aggiunge Sbardella. L’incontro ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti delle istituzioni, dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea e del delegato generale della Comunità delle Città Ariane discutere delle opportunità offerte da questo lanciatore che rappresenta una sfida cruciale per l’Europa e un’opportunità straordinaria per il futuro dell’esplorazione spaziale.  Ponendo l'Europa all'avanguardia del trasporto spaziale per quasi 45 anni, Ariane rappresenta un trionfo dell'ingegneria e il risultato di una grande cooperazione europea a livello industriale e politico. Il primo razzo Ariane è stato lanciato nel 1979 dallo Spazioporto europeo della Guyana francese e Ariane 6 continuerà in questa avventura. La lunga esperienza dell'Europa nel lancio di veicoli spaziali e satelliti è stata la forza trainante di 60 anni di cooperazione con lo spazio. Il razzo Ariane 6 dell'Esa succede al predecessore Ariane 5, per decenni il più affidabile e competitivo lanciatore sul mercato. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Napoli, esplosione ai Quartieri Spagnoli: crolla un muro al quinto piano – Video

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(Adnkronos) – Fuga di gas, esplosione e crollo ai Quartieri Spagnoli a Napoli, tanta paura ma nessun ferito. Secondo quanto si apprende, diverse squadre dei vigili del fuoco sono intervenute in Vico Tre Re a Toledo per il parziale crollo di un edificio in muratura. Dai primi accertamenti, sembra che un'esplosione abbia causato il cedimento di un muro al quinto piano di un edificio. Fortunatamente, pare non ci siano persone ferite o coinvolte, nonostante la caduta di calcinacci. La polvere ricopre alcune auto parcheggiate in zona. Sul posto sono intervenuti anche 118 e polizia municipale, insieme ai tecnici dell'Enel e della ditta del gas. A causare l'esplosione dovrebbe essere stata una fuga di gas. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Madrid ha più chilometri di metro di tutta Italia, la denuncia di Legambiente

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(Adnkronos) – Diventare un Paese sostenibile senza alternative al trasporto su gomma è una sfida ardua, ed è quella che deve affrontare l’Italia, maglia nera tra le economie avanzate europee per quanto riguarda il trasporto pubblico. Mai come in questo caso, si può dire che il Belpaese è in clamoroso ritardo rispetto ai partner europei, e non solo per collegarsi all’argomento del rapporto di Legambiente “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane”.  I numeri del trasporto su ferro in Italia sono drammatici. Basti pensare che la città di Madrid, da sola, ha più chilometri di metro di tutta l’Italia. Le istituzioni si stanno impegnando per ridurre le emissioni, spesso a suon di restrizioni sui cittadini, ma per creare delle alternative efficaci al trasporto su gomma, il principale responsabile delle emissioni di CO2, si fa ancora troppo poco. Nell’ultimo anno, quasi nulla: “In Italia – denuncia Legambiente – non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano”, che corrisponde a pochi chilometri di copertura in più in una città dove lo smog si fa sentire, anche attraverso le polemiche. Per contrastare il surriscaldamento climatico, negli ultimi anni, viene richiesto un impegno crescente nella sostenibilità ambientale, con imprese e cittadini italiani costretti a fare i conti con regole sempre più restrittive, ma necessarie. Restrizioni che darebbero i propri frutti se fossero parte di una strategia. E invece, nonostante i limiti alla circolazione delle auto Euro 5 anche nei comuni limitrofi, Milano è ancora tra le città più inquinate al mondo e il Nord Italia è la zona più inquinata d’Europa.
Ma perché succede questo? Perché dal 2016 l’Italia ha registrato uno brusco stop nella implementazione dei binari per treni e trami: da allora e fino al 2023, sono stati realizzati appena 11 km di tranvie e 14,2 km di metropolitane, con una media annua rispettivamente di 1,375 km e 1,775 km. Numeri lontanissimi dal concetto di transizione ecologica e dalle altre realtà europee.  Per quanto riguarda le tranvie, nel Regno Unito sono stati realizzati 5,2 km nel Regno Unito (a Edimburgo e Birmingham), 3,5 km in Germania (a Berlino, Bochum e Mannheim), 2,4 km in Spagna (a Vitoria/Gasteiz) e ben 40 km in Francia (a Parigi, Angers e Bordeaux). Il tutto nel solo 2023.  Nel nostro Paese sono in esercizio 397,4 km totali di tranvie, molto lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania. Le tramvie sono un canale interessante per ridurre il trasporto su gomma perché necessitano di investimenti molto più bassi rispetto a quelli richiesti per allungare o costruire una linea di metro che resta il mezzo più veloce e più efficace all’interno delle città. Anche sotto questo profilo, Legambiente fotografa un ritardo colossale dell’Italia rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Ecco come è distribuita la dotazione di linee metropolitane nei vari Paesi europei: – Italia: 255,9 km; – Regno Unito: 680,4 km; – Germania: 656,5 km; – Spagna: 615,6 km. La dotazione di linee metropolitane delle città italiane messe assieme si ferma a 255,9 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Basti dire che il totale di km di metropolitane in Italia è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2), che mostrano numeri impressionanti e progetti di sviluppo per aumentare il numero di utenti. Analoga situazione per le ferrovie suburbane, utilizzate ogni giorno da molti pendolari, dove l’Italia conta una distribuzione totale di 740,6 km contro i 2.041,3 quelli della Germania (che aumentano grazie all’apertura di 3,1 km a Hannover nel 2023), 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 km in Spagna.  Si potrebbe pensare, o sperare, che questo distacco sia motivato dalla differenza di abitanti, ma si resterebbe delusi. Il rapporto “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane” offre anche uno spaccato delle diverse città più importanti italiane con quelle degli altri Paesi europei confrontati: Nel suo report, Legambiente critica apertamente la legge di Bilancio 2024 che definisce “inadeguata a rispondere alla sfida della mobilità del futuro”. L’associazione spiega che per la prima volta dal 2017 non sono previsti fondi né per il trasporto rapido di massa, né per la ciclabilità e la mobilità dolce. Una problematica tipica del Belpaese è la mancata conclusione di opere già avviate a suon di milioni o miliardi di euro. Sul punto Legambiente ricorda come l’ultima manovra non abbia previsto fondi neanche per il rifinanziamento del fondo destinato alla copertura del caro materiali per i progetti finanziati, in via di realizzazione e neanche per il fondo di progettazione, con gravi conseguenze sui lavori. Viene anche ridotto di 35 milioni lo stanziamento previsto dalla legge di Bilancio precedente per il Fondo per le infrastrutture ad alto rendimento (Fiar) e per gli interventi di sicurezza stradale vengono allocati appena 29,3 milioni per il 2024, 30,3 per il 2025 e 26,3 per il 2026. “In questo contesto – scrive Legambiente – è impossibile immaginare di potenziare il servizio di trasporto pubblico italiano senza rifinanziare i fondi svuotati dal governo Meloni o senza incrementare la dotazione del fondo nazionale trasporti per finanziare il servizio. I finanziamenti destinati alle infrastrutture urbane in questi anni hanno preso corpo in buona parte su progetti che hanno tempi lunghi di realizzazione e che continuano ad essere in ritardo, o che hanno criticità evidenti. Ammontano a oltre 16 miliardi di euro, spalmati però su oltre 10 anni di lavori e progetti (quindi meno di 2 miliardi l’anno reali). Complessivamente sono in cantiere o finanziati 144,2 chilometri di metro tra linee nuove, prolungamenti e riconversioni, 248,5 di tranvie, 183,9 di filobus e busvie”. Con la copertura di piste ciclabili del tutto precaria e mal concepita, la conseguenza di questa grave insufficienza del trasporto pubblico italiano può essere solo una: molti utilizzano la propria auto privata per spostarsi, tanto che l’Italia è il Paese europeo con più auto rispetto agli abitanti. L’elevato utilizzo del mezzo privato si associa ad altrettanto elevati tassi di motorizzazione: 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna.  Qualche numero dal rapporto di Legambiente: sono 780 le auto ogni 1.000 abitanti a Catania, 760 a Perugia, 680 a Cagliari e Reggio Calabria, alcune addirittura in aumento negli ultimi anni. Elevatissimi anche i numeri di Messina (670), Roma (640) e Torino (610).  Numeri molto diversi nelle altre ricchezze europee: a Madrid il tasso di motorizzazione è di 360 veicoli ogni 1.000 abitanti, a Londra 351, a Berlino di 337 e a Parigi 250. “Tutte grandi capitali dove, al contrario, la tendenza è in deciso calo” osserva Legambiente che riporta Parigi come esempio virtuoso. Infatti, nella capitale francese dal 1990 a oggi: – l’utilizzo dell’auto privata è diminuito del 45%; – l’utilizzo del trasporto pubblico è aumentato del 30%; – l’utilizzo della bicicletta è cresciuto di 10 volte.  Questa la fotografia delle varie città italiane offerte dal rapporto “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane” Non mancano delle note positive: come emerge dai dati raccolti da Ecosistema Urbano di Legambiente, nei capoluoghi di provincia cresce l’attenzione degli amministratori e dei tecnici per una mobilità più sostenibile, anche se le emergenze urbane sono grossomodo le stesse di 30 anni fa. Continua ad aumentare anche la ciclabilità (km di piste e infrastrutturazione) e, dopo molto tempo, crescono anche le superfici pedonali. Anche il progetto ‘Bologna città 30’ va nella direzione di rendere la città più a misura d’uomo anche se non mancano le critiche.  Come più volte sottolineato su queste pagine, infatti, l’unico modo per attuare concretamente la transizione green è far conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche, convincendo anche gli scettici. Una rivoluzione che applica restrizioni alla circolazione privata senza offrire valide alternative non va in questa direzione. Per l’associazione l’unico modo per vincere la sfida della mobilità moderna è implementarla con una visione integrata, oltre che innovativa. Legambiente sottolinea come nei Piani urbani di mobilità sostenibile (Pums) avanzati sul territorio nazionale ci siano diversi spunti interessanti. I Pums, insieme ad altre forme di investimento, rappresentano la via per creare una rete di trasporto su rotaia moderna e interconnessa, includendo tram, metro, treni regionali, e mobilità dolce ed elettrica. – Introdurre treni urbani e tram adatti al trasporto di biciclette, monopattini elettrici. – Sviluppare app e tecnologie per analizzare i flussi di spostamento e rendere più facile il passaggio da un mezzo all’altro.  – Adattare strade, piazze e spazi pubblici alle persone, privilegiando la bicicletta che Legambiente definisce “il mezzo che può guidare questo cambio” concettuale che mette al secondo posto le auto e al primo il trasporto sostenibile; – Creare percorsi ciclabili lungo gli assi prioritari, con protezioni e passaggi esclusivi; – Implementare ampie Low Emission Zones (“zone 30” e “zone 20” e Ultra Low Emission Zones con dossi stradali, restringimenti di carreggiata, sensi unici alternati o alterazioni della pavimentazione; – Incentivare il noleggio gratuito di biciclette elettriche e/o pieghevoli che favoriscono l’intermodalità; – Offrire incentivi alla condivisione di micro, bici, auto, van e cargo bike, anche nelle periferie e anche realizzando programmi di mobilità attiva come “bike to work” e “bike to school”. – Istituire corsi di educazione stradale che educhino i cittadini a un nuovo concetto di trasporto e di spostamenti “In questo senso – spiega Legambiente – rientra il ragionamento delle “città dei 15 minuti” (in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita), e quello della sicurezza stradale (Vision Zero incidenti gravi, a cominciare dai minori), con quartieri liberi da auto, slow streets, incentivazione della ciclopedonalità e micromobilità elettrica”.  Per Legambiente è, infine, “indispensabile” istituire distretti Zed (Zero Emissions Distribution), dove possono entrare solo veicoli merci elettrici (dalle cargo bike ai camion), come già fatto a Santa Monica in California e in vari comuni olandesi.  Sul punto va però segnalata la scarsa diffusione delle auto elettriche in Italia e tutti i dubbi sollevati sul settore dopo il crollo registrato in Germania a fine 2023, anno in cui comunque il mercato delle auto elettriche in Italia è cresciuto del 18,87%. Nonostante i vari incentivi per passare alle auto elettriche, in Italia le auto elettriche sono solo il 4% del totale contro il 14% della media europea come evidenziato dal white paper “La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici” di Repower Italia.  Tante le cause di questo ritardo a partire dalla carenza di colonnine di ricarica presenti sul territorio, ma anche la diffidenza degli italiani. D’altra parte, c’è anche un discorso di risorse economiche dato che gli italiani devono fare i conti con i salari più immobili dell’area Ocse e sono poco ottimisti sugli scenari futuri.  In un contesto del genere, le risposte devono arrivare dalle istituzioni: gli sforzi richiesti ai cittadini devono essere affiancate dall’esempio e dagli investimenti pubblici nel trasporto sui binari. —sostenibilita/mobilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Alessi (WWF):”Certificazione olio di palma sostenibile è priorità per suo basso impatto”

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(Adnkronos) – “La certificazione di una commodity complessa come l’olio di palma, che è stata lungamente anche causa di gravi problemi di deforestazione, è oggi la priorità. Ci serve un olio di palma che sia sostenibile e che non impatti sulle foreste. L’olio di palma è una commodity molto buona anche per le sue tantissime applicazioni ma avendo un impatto sulle foreste abbiamo bisogno che questa commodity sia prodotta in modo sostenibile.” Lo ha dichiarato Eva Alessi, Head of Sustainability di WWF Italia a margine dell’incontro “Partnership for Impact” nell’ambito dell’European Innovation for Sustainability Summit. “Boicottare l’olio di palma oggi non ha senso – ha spiegato – perché questa commodity ha un grande vantaggio: quello di essere una pianta, la palma da olio, molto efficiente che riesce a produrre in quantità di superficie molto ridotta. Quello che ci serve è un impegno da parte delle aziende a certificare oggi e ad acquistare olio di palma che provenga da una certificazione sostenibile anche da parte dei consumatori. Imparare a leggere le etichette per scegliere solo quelle aziende che hanno un olio di palma che effettivamente proviene da un percorso di certificazione sostenibile”.  “Il WWF partecipa in molti processi di certificazione – ha proseguito – laddove il processo produttivo è particolarmente importante e dove è prioritario portare degli esempi virtuosi e delle modalità virtuose di produzione. Anche per quanto riguarda l’olio di palma sostenibile è stato all’interno del percorso di definizione e implementazione di quello che viene chiamato il Critical Friend, quello che supporta ma cerca sempre di tenere l’asticella molto alta di quelle che sono le richieste ambientali per una produzione che anche nel futuro rimanga sempre molto sostenibile.”, ha concluso. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Paga (Bms): “Azienda ha investito 14,5 mld nel mondo per le Car-T”

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(Adnkronos) – "Solo per lo sviluppo delle terapie cellulari Car-T Bristol Myers Squibb fino ad oggi ha investito circa 14 miliardi e mezzo di dollari in tutto il mondo. Oggi presentiamo le due Car-T di nuova generazione, 'ide-cel' e 'liso-cel' per il trattamento del mieloma multiplo e dei linfomi a cellule B a dimostrazione che Bms sta continuando a trasformare lo scenario terapeutico in ematologia, sviluppando farmaci che offrano un cambio di paradigma". Così all’Adnkronos Salute Cosimo Paga, Direttore Medico Bristol Myers Squibb in occasione della presentazione – oggi a Roma – di due nuove terapie cellulari in pazienti ematologici pretrattati, Car-T che hanno ottenuto dall’Aifa il via libera alla rimborsabilità.  "Le Car-T concettualmente sono l'evoluzione dell'immunoterapia che la mia azienda sta già studiando da parecchi anni, partendo dai tumori solidi – spiega Paga – L'immunoterapia ha come fondamento quello di stimolare il sistema immunitario della persona a combattere la malattia tumorale. Nel caso delle Car-T, invece, l’immunoterapia è personalizzata: vengono prese le cellule del singolo paziente per essere 'ingegnerizzate' così da farle funzionare contro l'antigene specifico presente nella malattia del paziente. Quindi parliamo di immunoterapia target per definizione". I "risultati che abbiamo avuto sono molto interessanti, siamo già ora in grado di soddisfare tutte le richieste che dovrebbero arrivare".  E siccome si tratta di un "processo tecnologico complesso, inizialmente c'è stata un problema di disponibilità e di slot relativamente alla richiesta ma noi oggi siamo già in grado di soddisfare tutte le richieste – assicura Paga – e stiamo lavorando anche per migliorare la produzione, prevedendo che la richiesta aumenterà nel prossimo futuro". Per questo motivo "abbiamo stipulato un accordo globale con Cellares, per migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di produzione delle terapie Car-T. L’accordo con Cellares è il passo più recente a sostegno della nostra strategia globale per sbloccare il pieno potenziale delle Car-T e fornire trattamenti trasformativi al maggior numero di pazienti, il più rapidamente possibile" conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Multiversity aderisce alla Science Based Target initiative

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(Adnkronos) – Multiversity conferma il proprio impegno a favore dell’ambiente aderendo alla Science Based Targets initiative (Sbti) con l’obiettivo di presentare entro il 2026 dei target a medio termine di riduzione delle proprie emissioni (Near-Term Reduction Targets). Sbti è una collaborazione globale di azione per il clima tra Carbon Disclosure Project (Cdp), il Global Compact delle Nazioni Unite (Ungc), la We Mean Business Coalition, il World Resources Institute (Wri) e il World Wide Fund for Nature (Wwf), con lo scopo di aiutare le aziende e le istituzioni finanziarie nel fissare obiettivi di riduzione delle emissioni science-based, in linea con l’Accordo di Parigi. Con il supporto di Schneider Electric, Multiversity ha calcolato la propria impronta carbonica ed è ora pronta a sviluppare un piano di attuazione per definire questi importanti traguardi climatici. “L’adesione a tale progetto rappresenta per Multiversity un passo avanti nel percorso di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Esg). Come primo Gruppo di Education in Italia, è nostra responsabilità impegnarci attivamente nella tutela dell’ambiente”, ha dichiarato Fabio Vaccarono, Ceo di Multiversity.  Lo scorso dicembre, Multiversity ha ricevuto la Medaglia d’Oro da EcoVadis Sustainabilty Rating, una piattaforma internazionale di rating Esg che valuta oltre 100mila aziende in tutto il mondo, con un punteggio di 71 su 100 collocandosi tra il 5% delle migliori aziende valutate nel 2023.  “L’eccellente valutazione di Morningstar Sustainalytics Esg Risk Rating nell’ottobre 2023 e la medaglia d’oro di EcoVadis confermano l’efficacia delle iniziative intraprese dal Gruppo Multiversity e il nostro impegno nella sostenibilità con l’obiettivo di portare benefici e creazione di valore di lungo periodo sia per i dipendenti e studenti che per tutta la comunità in Italia”, ha dichiarato Giovanni Marino, Cfo di Multiversity. “Oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, comunichiamo le nostre iniziative per la protezione del pianeta che culminano con l’adesione alla Sbti. Attualmente, in Italia, sono già 186 aziende che partecipano alla Sbti e Multiversity è la prima azienda nel settore ‘Education Services’ ad unirsi. Auspichiamo che sempre più imprese seguano questa strada, contribuendo collettivamente alla lotta contro il cambiamento climatico”, ha aggiunto Alice Soulie, Head of Esg e De&I di Multiversity.  Per incoraggiare azioni concrete a favore dell’ambiente, gli Atenei del Gruppo Multiversity, l’Università Pegaso, l’Universitas Mercatorum e l’Università San Raffaele Roma, promuoveranno quest’anno attività di volontariato per i propri studenti. Queste attività saranno guidate dall’associazione Plastic Free, dedicata alla lotta contro l’inquinamento da plastica, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sull’importanza di favorire un futuro più sostenibile. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, Fiorello e Amadeus inaugurano Aristonello all’alba

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(Adnkronos) – Sveglia alle 5 e taglio del nastro per inaugurare l'Aristonello a Sanremo. Fiorello e Amadeus all'alba, nella puntata di Viva Rai2 che di fatto avvia la settimana del Festival di Sanremo 2024, aprono ufficialmente il glass che ospiterà Fiorello e il suo gruppo. Amadeus impreziosisce la trasmissione di oggi con una successiva apparizione nelle improbabili vesti di un rocker, con chiodo e finta chioma ribelle. "Verrò in sala con questa parrucca, te la porterò e farai l'annuncio serio di un cantante", la proposta di Fiorello che Amadeus è 'costretto' ad accettare. Inevitabile parlare del collegamento andato in scena ieri con Fazio Fazio a Che tempo che fa sul Nove. Fiorello ironizza sul futuro di Amadeus nell'emittente del gruppo Discovery: "Il Nove ha comprato Sanremo. Ha comprato tutta la città". Nel glass, con Amadeus ospite al tavolo, Fiorello accoglie anche Alessia Marcuzzi, la sua co-conduttrice per la settimana in cui animerà la notte post-festival. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fratelli d’Italia, la ‘3 giorni’ a Pescara che lancia la corsa alle Europee

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(Adnkronos) –
La squadra dei ministri in quota Fratelli d'Italia al gran completo, il presidente del Senato Ignazio La Russa, parlamentari e sindaci, grandi nomi delle partecipate di Stato ma anche del mondo delle Pmi e -naturalmente- la leader Giorgia Meloni, la donna passata in una manciata di anni da underdog a guida del Paese, al timone di Palazzo Chigi. La conferenza programmatica di Fdi -'L'Italia cambia l'Europa', slogan scelto dal partito per le europee del 9 e 10 giugno- si apre venerdì 26 aprile a Pescara, per una 'tre giorni' finalizzata a mettere giù il programma che condurrà il partito di via della Scrofa alle europee. Con i riflettori puntati sulla premier, che proprio a Pescara svelerà quel che intende fare: candidarsi o meno per un seggio a Bruxelles, con l'obiettivo chiaro di calamitare voti. "Si prende fino all'ultimo minuto utile per decidere", assicurano dal suo staff, anche se ormai sono pochi i dubbi sulla sua discesa in campo. Alla conferenza stampa di presentazione della kermesse, rigorosamente in via della Scrofa, il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli cala la carta a sorpresa: domenica a chiudere la 'tre giorni' pescarese ci sarà non solo Meloni, ma tutti i leader di centrodestra "con cui si governa insieme:, Lupi, Cesa, Tajani, Salvini verranno a dare il loro contributo'', un segnale che ''contrasta le teorie farlocche che vogliono un centrodestra che litiga, mentre siamo coesi, uniti e compatti nelle stesse battaglie".  Per la conferenza programmatica, afferma Donzelli spiegando il perché della scelta della cittadina abruzzese affacciata sul mare, "cinque anni fa avevamo scelto Torino, mentre lo scorso anno, prima delle politiche, la conferenza si era tenuta a Milano. A Roma facciamo tante iniziative, c’era quindi la volontà di coinvolgere il collegio del Sud, ci sembrava un bel segnale andare in una regione del Mezzogiorno dove c’è un buongoverno del centrodestra confermato dagli italiani”. A Pescara, ha aggiunto Donzelli, “elaboriamo le nostre proposte in vista delle europee” attraverso una ventina di appuntamenti di approfondimento. Con la chiusura di domenica che vedrà, oltre a Meloni e i leader di centrodestra arrivare a Pescara, anche il presidente del Senato La Russa rispondere alle domande di Bianca Berlinguer. 
La 'tre giorni' si svolgerà in un teatro allestito “sul mare, con tre sale” alle spalle della centralissima nave di Cascella, punto di ritrovo della città: Sala Vienna 1683, Sala Budapest 1956, Sala Milano 1848. Venerdì la kermesse si aprirà alle ore 15, con l'inaugurazione e l'apertura della Conferenza programmatica. La prima tavola rotonda, moderata dal direttore de Il Secolo d’Italia Antonio Rapisarda, vedrà la presenza di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, Etel Sigismondi, senatore di Fratelli d’Italia e coordinatore per la Regione Abruzzo, i deputati Luca Sbardella e Guerino Testa, il sindaco di Pescara Carlo Masci e Nicola D’Ambrosio, presidente di Azione Universitaria. 
Alle ore 16, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Le radici d’Europa', con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura Gianmarco Mazzi, il deputato Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, il direttore del Maxxi Alessandro Giuli. Modererà la tavola rotonda Alessandro Amorese, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento iniziative editoriali. 
Alle ore 16, in Sala Vienna 1683, dibattito dal titolo 'Forte, libera e sovrana', politica estera comune e difesa della libertà europea. Interverranno Guido Crosetto, ministro della Difesa, Isabella Rauti, sottosegretario di Stato al ministero della Difesa, Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari esteri e comunitari, Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo. Modererà la tavolo rotonda Davide Desario, direttore dell'Adnkronos.  Si prosegue con 'L’Europa del lavoro – Investire sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione', alle ore 18 in Sala Vienna 1683. Presenti Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Walter Rizzetto, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Lavoro, Roberto Capobianco, presidente Conflavoro Pmi, Francesco Greco, presidente nazionale del Consiglio Nazionale Forense, Luigi Sbarra, segretario Generale Cisl. Modera la tavola rotonda Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Professioni. 
Alle ore 19, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Difendere i confini d’Europa. Lotta ai trafficanti di esseri umani e protezione delle frontiere esterne dell’UE. Intervengono Wanda Ferro, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Alberto Balboni, senatore Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali, Sara Kelany, deputata Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Immigrazione, Fausto Biloslavo, giornalista e reporter di guerra, Laura Lega, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione. Modera Mario Giordano. Sempre alle ore 19, ma in Sala Milano 1848, dibattito 'Dalla parte degli agricoltori – La via italiana per garantire la sovranità alimentare dell’Europa'. Introduce Patrizio La Pietra, sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, e intervengono Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Giovanni Bernardini, vicepresidente Copagri, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Cristiano Fini, presidente Cia, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Maria Grazia Lungarotti, consigliere Federvini, UIV, Museo di Torgiano, Carlo Piccinini, Alleanza Cooperative, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Paolo Tiozzo, presidente Confcooperative Fedagripesca. Modera Luca De Carlo, senatore Fratelli d’Italia e presidente Commissione Agricoltura.  Sabato si riparte alle 10, in Sala Budapest 1956 con 'L’Europa libera dal fondamentalismo – La libertà religiosa alla prova del radicalismo: l’Europa a difesa delle minoranze perseguitate'. Intervengono Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Tommaso Foti, capogruppo Fratelli d’Italia Camera dei deputati, Ester Mieli, senatrice Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento pari opportunità, Augusta Montaruli, deputata Fratelli d’Italia, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente del Coreis, Sandra Sarti, presidente Aiuto alla Chiesa che Soffre – Onlus. Modera Pietro Senaldi, condirettore di Libero. Sempre alle ore 10, in Sala Vienna 1683, "Stop alla concorrenza sleale – Equità e competitività per imprese e prodotti europei". Intervengono Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze, Lucio Malan, capogruppo Fratelli d’Italia Senato della Repubblica, Guido Liris, senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP, Marco Granelli, presidente Confartigianato. Modera il giornalista Roberto Inciocchi.  Alle ore 12, in Sala Milano 1848, “Superare l’austerity – Modello Italia: serietà, affidabilità e crescita per far ripartire l’economia europea". Protagonisti della tavola rotonda Ylenja Lucaselli, deputata Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Marco Osnato, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze, Marco Scurria, senatore Fdi, Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Barbara Kolm, vicepresidente della Banca Nazionale Austriaca. Modera il giornalista Andrea Bignami. Alle ore 12, in Sala Vienna 1683, “Difendere l’ambiente dalle eco-follie – Case green, auto elettriche e industria: fermare la deriva ideologica della sinistra europea". Intervengono Nicola Procaccini, co-presidente Ecr, Guido Castelli, senatore Fratelli d’Italia e Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, Mauro Rotelli, deputato Fdi e presidente della Commissione Ambiente, Antonio D’Amato, presidente e ad della Seda International Packaging Group, Giancarlo Quaranta, Commissario straordinario Acciaierie d’Italia, Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. Modera Fabio Dragoni.  Contemporaneamente, in Sala Budapest 1956, si parlerà de “L’Europa delle donne – Garantire le pari opportunità per contrastare la violenza di genere". Intervengono Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, Maddalena Morgante, deputata di Fdi e responsabile dipartimento famiglia e valori non negoziabili, Valerio De Gioia, magistrato e consulente giuridico della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, l'attrice Claudia Gerini, Federica Picchi Roncali, managing Director Dominus Production Group, Marina Terragni, editorialista de Il Corriere della Sera e Presidente del GEAC. Modera la tavola rotonda la giornalista Laura Tecce e sarà presente anche lo zio di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto.  Alle ore 14.30, in Sala Milano 1848, spazio a “8.000 campanili, un’unica grande storia – Assemblea degli eletti di Fratelli d’Italia". Coordina l'appuntamento Pierluigi Biondi, sindaco di L’Aquila e Responsabile dipartimento coordinamento autonomie locali. Sempre alle 14.30 di sabato, ma in Sala Budapest 1956, “Generazione Amore: le nostre proposte per l’Italia e per l’Europa – Assemblea di Gioventù Nazionale". Coordinano Chiara La Porta, deputata Fratelli d’Italia e Vicepresidente di Gioventù Nazionale, e i due vicepresidente di Gioventù Nazionale Stefano Cavedagna e Francesco Di Giuseppe. 
Alle 14.30, in Sala Vienna 1683, “Italianità all’estero, un patrimonio per l’Europa e per il mondo – Assemblea del Dipartimento Italiani nel mondo". Coordina l'appuntamento Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento Italiani nel mondo. Saranno presenti Giangiacomo Calovini, deputato di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione Affari esteri e comunitari, e Andrea Di Giuseppe, deputato Fratelli d’Italia eletto all’estero. Sempre sabato, alle ore 16 in Sala Milano 1848, “La sfida dell’indipendenza tecnologica – Sovranità hi-tech, autonomia strategica e materie prime: costruire una competitività europea. Intervengono: Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e Responsabile dipartimento formazione, Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche, Maria Chiara Carrozza, presidente CNR e High Level Expert Group on Horizon Europe, DG Ricerca, Commissione Europea, Flavio Cattaneo, amministratore Delegato Enel, Emma Marcegaglia, Chair B7, Giuseppe Notarnicola, presidente di STMicroelectronics. Modera l'evento Raffaele Speranzon, senatore FdI e vicecapogruppo vicario al Senato. Contemporaneamente in Sala Vienna 1683 si fa il punto sull'“L’Europa blu – Economia del mare: una rotta da condividere". Introduce Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento turismo, e intervengono Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Daniela Santanché, ministra del Turismo, Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Guido Grimaldi, presidente di ALIS, Pierroberto Folgiero, ad Fincantieri, Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo S.p.A.. Modera Francesco Giubilei, coordinatore editoriale di The Conservative, magazine online di ECR.  Spazio anche alla "sfida dell’intelligenza artificiale – Opportunità e responsabilità da condividere: se ne parla alle ore 16 in Sala Budapest 1956. Sul tema, interverranno Salvatore Deidda, deputato FdI e presidente della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione, Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, Gianfranco Basti, professore ordinario di filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense, Roberto Cingolani, ad di Leonardo, Vincenzo Esposito, ad di Microsoft Italia, Francesca Rossi, IBM AI Ethics Global Leader, Valeria Sandeim, ad di Almawave. Modera Tommaso Cerno, direttore responsabile de Il Tempo. 
Alle 17 in Sala Milano 1848 si parla di “L’Italia avanguardia nella lotta al crimine – Riforme della giustizia e contrasto alla criminalità: l’Italia è un modello per l’Europa". Intervengono il Guardasigilli Carlo Nordio, Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, Rosario Aitala, giudice della Corte penale internazionale, Aldo Ingangi, membro Nazionale ad interim per l’Italia EuroJust, Antonino Monteleone, giornalista. Modera l'evento Manlio Messina, deputato di Fratelli d’Italia e Vicecapogruppo vicario alla Camera. Sempre alle 17, in Sala Budapest 1956, si parla di “Salute, diritti e libertà – L’Europa dopo il Covid 19: per una sanità efficiente al servizio della persona". Intervengono il deputato di Fdi e responsabile del dipartimento sanità Matteo Rosso, Orazio Schillaci, ministro della Salute, Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al ministro della Salute, Franco Zaffini, senatore Fratelli d’Italia e Presidente Commissione Sanità, Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Francesco Borgonovo, vicedirettore della Verità e responsabile della Verità digitale. Modera il senatore di Fdi Marco Lisei. Si prosegue alle ore 18 in Sala Budapest 1956 con il “Modello Piano Mattei – La via italiana per un nuovo rapporto tra Europa ed Africa". Intervengono Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Carlo Fidanza, capo delegazione Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di ENI, Marco Minniti, già ministro degli Interni e presidente della Fondazione Med-Or, il giornalista Federico Rampini. Modera l'evento Mario Sechi, direttore responsabile di Libero. Sempre nella giornata di sabato, alle ore 18 in Sala Vienna 1683, “Obiettivo natalità -L’Europa al bivio: nella crescita demografica la chiave del futuro". Intervengono Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, Carolina Varchi, deputata Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento politiche per il mezzogiorno, Gian Carlo Blangiardo, Statistico già presidente ISTAT, Cristina Riccardi, vicepresidente Nazionale Forum delle Associazioni Familiari, Maria Rachele Ruiu, Board di ProVita&famiglia. Modera la tavola rotonda la giornalista Hoara Borselli.  Domenica si riparte alle 9.30. Il primo appuntamento della giornata conclusiva è in Sala Milano 1848, con il deputato Francesco Filini, responsabile dipartimento programma, Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, e Donzelli.  
Alle 10, sempre in Sala Milano 1848, il presidente Ignazio La Russa verrà intervistato da Bianca Berlinguer, mentre alle 11 sarà la volta dei leader di centrodestra: Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Alle ore 11.45, dunque, l'intervento di Meloni, mentre a seguire avranno luogo l'Assemblea Nazionale e la Direzione Nazionale, con le relazioni introduttive di Antonio Giordano, Sergio Berlato, Pietro Fiocchi, Chiara Maria Gemma, Giuseppe Milazzo, Vincenzo Sofo, Denis Nesci. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rai, “Meloni tentata da privatizzazione”: cosa dice Il Foglio

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(Adnkronos) – "Nell’agenda politica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c’è un colpo a sorpresa che potrebbe cogliere alla sprovvista tanto l’opposizione quanto la maggioranza. Un colpo a sorpresa, e clamoroso, che riguarda una tentazione esplicita che la premier sta accarezzando da alcuni giorni e che potrebbe diventare uno degli argomenti della prossima legge di Stabilità. Tre parole: privatizzare la Rai". Lo scrive il Foglio, in prima pagina in un articolo del direttore Claudio Cerasa, in cui si sottolinea come "nonostante una certa dimestichezza con il vocabolario del sovranismo, diciamo così, il verbo privatizzare, negli ultimi mesi, è stato evocato da Giorgia Meloni in diverse partite", dalla "cessione del 4 per cento di Eni (già avvenuta)" a quella "di una quota che potrebbe arrivare fino al 29 per cento di Poste (percorso avviato lo scorso 25 gennaio)" ma anche "attraverso la privatizzazione di Mps (prevista entro la fine del 2024), attraverso la privatizzazione delle Ferrovie dello stato (sarà interessante capire se il nuovo amministratore delegato, Stefano Antonio Donnarumma, deciderà di accelerare o rallentare il percorso) e attraverso la cessione di una quota di Rai Way (nel gruppo che gestisce le torri di trasmissione, il cui 65 per cento è nelle mani del gruppo Rai, lo stato non scenderà sotto il 30 per cento)". Per Cerasa, tuttavia, "non ci vuole molto a capire che, nel caso della Rai, l’evocazione improvvisa dello scenario della privatizzazione è qualcosa di più di un semplice ragionamento di natura contabile e assomiglierebbe invece a una svolta insieme politica e culturale". "Mentre gli avversari di Meloni accusano la premier di voler monopolizzare il servizio pubblico trasformandolo in una discarica del melonismo – continua Cerasa – la premier, con una mossa di questo genere, cambierebbe la narrazione, come si dice, e imboccherebbe una traiettoria opposta: non mettere più politica in Rai ma, al contrario, mettere un po’ di Rai sul mercato, per togliere un po’ di politica". Nel pezzo del Foglio si riconosce come "la formula su cui ragiona Meloni è ancora vaga, con qualcuno la premier si è spinta a dire che la privatizzazione ideale coincide con il 50 per cento della Rai". "Ma – si sottolinea – più che la formula ciò che conta è il ragionamento che potrebbe spiazzare anche i suoi alleati, alcuni dei quali, come Forza Italia, e come la famiglia Berlusconi, ovviamente, potrebbero essere preoccupati dall’idea di avere una Rai in futuro maggiormente desiderosa di competere con Mediaset sul mercato pubblicitario". Cerasa segnala come "c’è poi però anche la consapevolezza che andare nella direzione di una robusta privatizzazione della Rai è una strada inevitabile per tutti coloro che hanno un minimo di contezza su un tema delicato, drammatico, che è l’indebitamento accumulato negli anni dalla Rai. L’ultimo bilancio approvato dalla Rai vede un indebitamento netto pari a 568 milioni di euro. Una cifra in calo rispetto ai 660,5 milioni di euro del 2022 ma una cifra che resta comunque mostruosa e che giustificherebbe un ricorso al mercato". "L’evocazione della privatizzazione della Rai – ricorda Cerasa – è un topos, un elemento ricorrente, di ogni governo, ed è almeno dal 1995, dai tempi del referendum proposto dai Radicali e dalla Lega nord per aprire la Rai ai privati, che le forze politiche, a un certo punto della loro vita, si trovano di fronte alla domanda delle domande: che fare in Rai? La tradizione vuole che la richiesta di privatizzare la Rai, 'di togliere la politica dalla Rai', avvenga regolarmente quando i partiti in questione si trovano all’opposizione, e quando cioè, oltre a non poter lottizzare, non hanno il potere di fare quello che suggeriscono di fare". "TeleMeloni – aggiunge – non è lo specchio della violenza preponderante del melonismo ma è lo specchio di quello che fanno tutti i leader politici che arrivano al governo: usare la Rai per proiettare i propri colori politici, per piazzare i propri amici, per far emergere i giornalisti più vicini alle proprie scuderie, nulla di nuovo, purtroppo". Cerasa ricrda come mercoledì prossimo i presidenti di Camera e Senato cercheranno di fissare una data per eleggere i 4 membri Rai del cda eletti dal Parlamento, in scadenza. A questo punto "chissà se quando si ritroverà a muovere le pedine della Rai del futuro Meloni darà seguito alla sua idea: togliere un po’ di politica da Viale Mazzini e mettere un po’ di Rai sul mercato. L’idea c’è. Le dita incrociate, le nostre, pure". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)