Meloni alla Camera, banchi vuoti Lega per colpa dei treni. Ironia Bonelli: “Italia piena di chiodi…”

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(Adnkronos) – Meloni parla alla Camera in vista del Consiglio Ue ma nell'emiciclo di Montecitorio i banchi della Lega sono mezzi vuoti e l'immagine non sfugge all'opposizione. ''Vedo i banchi vuoti della Lega… presidente Meloni, le esprimo la mia solidarietà per le assenze della Lega. Dicono che sono in ritardo per colpa dei treni, oggi l'Italia è piena di chiodi…'', ironizza Angelo Bonelli, deputato di Avs ricordando l'incidente ferroviario dovuto a un chiodo che in passato mandò in tilt i treni. E dalla Lega arriva in chat il richiamo ai suoi: "Tra circa venti minuti ci sarà la replica della premier. Essere tutti in aula", il messaggio – a quanto apprende l'Adnkronos – arrivato sui telefonini dei deputati leghisti poco dopo le polemiche in Aula sull'assenza dei salviniani. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Roma, dal Giubileo a Capodanno: arriva la stretta del Viminale

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(Adnkronos) – Dal Giubileo al Capodanno, arriva la stretta del Viminale su Roma. Sono infatti oltre 700 gli operatori delle forze dell'ordine di rinforzo schierati per vigilare nella zona del Vaticano e del centro storico di Roma, con un occhio particolare agli obiettivi sensibili, ma anche per contrastare l'uso di botti illegali in vista dell'ultimo dell'anno. Sono alcune delle misure previste dal ministero dell'Interno varate ieri nel corso di un comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro Matteo Piantedosi a cui hanno preso parte i vertici della sicurezza nazionale.  "Roma è un obiettivo che viene riscontrato dagli analisti su tutti i canali su cui si trasmettono messaggi ostili da parte dell'islamismo radicale'', ha detto il ministro in un'intervista al Tempo. Motivo per cui l'attenzione è a livelli altissimi. Nel vertice di ieri il focus principale ha riguardato le misure in campo per il Giubileo che richiamerà a Roma milioni di pellegrini e visitatori. Sorvegliati speciali saranno appunto siti sensibili e basiliche in Vaticano e in centro storico con i rinforzi in arrivo che si aggiungeranno ogni giorno agli operatori che già quotidianamente prestano servizio nella Capitale.  Esaminate durante il comitato anche le misure di controllo del territorio che verranno garantite in occasione delle prossime festività. Sul punto, con specifiche circolari del capo della Polizia, le autorità provinciali di pubblica sicurezza sono state invitate a predisporre i necessari servizi per assicurare la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e adottare ogni efficace misura per contrastare l’utilizzo di fuochi pirotecnici illegali. Ma l'incontro è stato anche l'occasione per analizzare l'andamento dell'anno che sta per concludersi: dal 1 gennaio al 30 novembre i delitti risultano in diminuzione dell’1,8% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente con un calo, in particolare, degli omicidi volontari (-13,1%).  Sul fronte del contrasto alla criminalità sono stati poi esaminati i risultati delle operazioni interforze ad alto impatto nelle stazioni ferroviarie e le aree a più alto rischio delle maggiori città italiane, interventi che si aggiungono alle quotidiane azioni di presidio del territorio. Sono 1.304 quelle realizzate dal 1 gennaio al 30 novembre 2024 con l’impiego complessivo di 45.113 unità delle Forze di polizia: 321.564 le persone identificate, 566 gli arrestati e 3.817 quelli denunciati, e 457 gli stranieri espulsi.  Sul fronte dell’ordine pubblico sono state 11.556 le manifestazioni di rilievo che si sono svolte negli 11 mesi del 2024, +12,1% rispetto all’anno precedente. In 299 casi si sono registrate criticità, in diminuzione del 14,8%. Sono 260 gli operatori delle Forze dell'ordine rimasti feriti, dato in aumento del 195,5% rispetto all’analogo periodo del 2023.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Salute, Girelli (Pd): “Conoscenza arma fondamentale contro stigma disturbi mentali”

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(Adnkronos) – "Giornate come questa sono di particolare importanza per superare il tema dello stigma su disturbi mentali. La difficoltà ad affrontare le cose che non si conoscono è insita nell'uomo. E l'unico modo per poterla superare è cercare di conoscere un po' meglio di che cosa si tratta. E questo è un qualcosa che sempre di più dobbiamo riuscire a trasmettere nelle sedi legislative, dove spesso e volentieri si è chiamati a normare cose che non si conoscono, ma anche nel tessuto sociale dove la reazione di timore e di paura spesso prevale rispetto al chiedersi come fare per affrontare insieme e risolvere determinate situazioni. Ed è chiaro che quando si parla di salute mentale innanzitutto andrebbe distinto quello che è un disagio psicologico da quello che è una vera e propria patologia psichiatrica". Lo ha detto Gian Antonio Girelli (Pd), membro della XII Commissione Affari sociali della Camera, intervendo al convegno 'Le neuroscienze in Italia. Passato, presente e futuro', per celebrare – oggi a Roma – 30 anni di attività di Lundbeck Italia nel nostro Paese.  "Spesso e volentieri si confondono i due livelli, disagio psicologico e patologia psichiatrica – spiega Girelli – Anzi, questo implica la poca disponibilità a farsi aiutare psicologicamente per paura di essere classificati come malati di mente, scusatemi la semplificazione, e c'è questa scarsa attenzione nel predisporre invece percorsi di presa in carico e di cura rispetto a chi ha patologie serie. Perché è inutile che ce lo dimentichiamo, veniamo da anni in cui è un settore che ha rappresentato un buco nero nel Servizio sanitario nazionale. Un po' alla volta, invece che aumentare il radicamento del servizio sui territori, noi abbiamo avuto un impoverimento degli stessi. E specie nelle aree interne e più disagiate invece che rafforzare una presa in carico immediata mancano le risposta da dare a pazienti e famiglie che si sentono sempre più soli". Da qui, " la necessità di un grande patto tra la sanità, Terzo settore, enti locali, tutte le realtà associative e il mondo del lavoro – sottolinea il deputato del Pd – perché la dimensione lavorativa è uno dei momenti di massima inclusione e anche di realizzazione della persona. Mettere in condizione chi vive in difficoltà di non essere escluso, di non essere marginalizzato, è di fondamentale importanza e implica una cultura dell'accoglienza che parte dalla conoscenza di cosa ha bisogno la persona". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Costa (Vsf): “Un 2025 ricco di iniziative per la Fondazione”

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(Adnkronos) – “Si prospetta un 2025 ricco di iniziative a partire dalla Biennale della sostenibilità con un programma di eventi, attività, conferenze e mostre molto articolato che va a discutere con interlocutori internazionali quelle che sono le tematiche che la Fondazione tratta nel campo della sostenibilità e dello sviluppo territoriale a partire da quella che è codificata come resilienza climatica. Si tratta della capacità da parte di un territorio di trovare delle soluzioni di adattamento agli effetti dei mutamenti del clima. Nel caso di Venezia, in particolare, il tema dell'innalzamento del mare". Così Alessandro Costa, direttore generale della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/ Venice Sustainability Foundation – Vsf, in occasione dell’incontro con i media per fare il punto sulle attività svolte da Vsf nel 2024 e sulle progettualità future.  “Noi cerchiamo innanzitutto di avere un approccio integrato al tema della sostenibilità e della resilienza – prosegue Costa – Cerchiamo di vedere come lo sviluppo sostenibile si applichi contestualmente all'economia, alla società, all'ambiente e come innovazione nostra anche alla sostenibilità culturale che è incentrata su Venezia. Abbiamo uno spettro ampio di tematiche che monitoriamo che vanno dallo sviluppo dell'economia all'idrogeno, alla tutela dell'ambiente e all'efficienza energetica, allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Dall'innovazione come una delle chiavi di diversificazione della base economica del nostro territorio, al tema della residenzialità, dell'inclusione sociale, al tema della legalità e a quello del grande progetto di Venezia città campus, cioè della crescita e dello sviluppo di un cluster della conoscenza all'interno del nostro spazio territoriale”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2025, Bianca Guaccero in pole per ‘PrimaFestival’

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(Adnkronos) –
Bianca Guaccero, secondo quanto appreso dall'Adnkronos, è in pole position per la conduzione di 'PrimaFestival', la striscia quotidiana che va in onda nei giorni di Sanremo 2025, su Rai1, in access prime time. Il programma, giunto alla nona edizione, porta il pubblico alla scoperta delle curiosità del Festival di Sanremo, tra servizi realizzati dietro le quinte del festival e on the road girando per la città dei fiori. Non è ancora chiaro se l'attrice-conduttrice sarà accompagnata da uno o due co-conduttori.  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Brunetta (Vsf): “Venezia va salvata anche dal punto di vista economico”

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(Adnkronos) – “La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità nasce per attrarre investimenti sostenibili a Venezia. È l’unica maniera per salvare una città, salvata dalle acque grazie al Mose, ma che va salvata anche dal punto di vista economico. Per far questo occorrono investimenti nel futuro che abbiano come obiettivo l’energia, l’ambiente, la sostenibilità urbana. Abbiamo messo insieme 47 soci, le più grandi istituzioni scientifiche della città, le accademie, le università, il Cnr e le più grandi aziende e multinazionali italiane e straniere. Va salvata la città della gente, bisogna tenere e attrarre a Venezia i giovani attraverso campus universitari e laboratori”. Sono le parole di Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/ Venice Sustainability Foundation – Vsf, in occasione dell’incontro con i media per fare il punto sulle attività svolte da Vsf nel 2024 e sulle progettualità future.  “Questa è la nostra missione – conclude Brunetta – Ci stiamo riuscendo ed è un lavoro fondamentale che durerà decenni. Possiamo raccontarlo al mondo affinché il mondo lo possa riprodurre. È una grande soddisfazione avere dentro la fondazione il meglio delle industrie e delle istituzioni italiane”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Report Censis-Grünenthal, per dolore cronico oltre 6.300 euro l’anno a paziente

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(Adnkronos) – In Italia il dolore cronico moderato-severo ha un costo sociale medio annuo per paziente di 6.304 euro. Di questi, 1.838 sono i costi diretti, di cui solo 646 sono a carico dei pazienti; 1.192 impattano sul Servizio sanitario e 4.466 sono i costi indiretti. Complessivamente il costo sociale annuo è di 62 miliardi di euro. Sono le cifre evidenziate da un'analisi Censis-Grünenthal, che certificano come il dolore cronico di intensità moderata o severa, oltre a generare un gravoso impatto a livello individuale clinico e psicologico, incida sulle tasche dei malati, sul servizio sanitario e anche sull'economia in senso più ampio, poiché di fatto impatta anche negativamente sui lavoratori. I dati – diffusi in una nota – indicano che il dolore cronico genera costi significativi per chi ne soffre poiché richiede una serie di prestazioni sanitarie, dai farmaci alle visite mediche specialistiche, che impongono esborsi monetari che pesano sui bilanci delle famiglie coinvolte. Infatti, il 76% delle persone a basso reddito che soffrono di dolore cronico dichiarano che le spese private impattano molto sul bilancio economico familiare, condizione simile (70,5%) tra i redditi medio bassi che si riduce al 60% e 48% rispettivamente per i redditi medio-alti e alti. Il peso delle spese affrontate di tasca propria è molto più alto per le donne (73,4%) rispetto agli uomini (57,9%); è poi più alto per gli adulti (71,2%) e i giovani (68,2%) rispetto agli anziani (57,2%). E', invece, analogo trasversalmente alle macroaree geografiche, all'ampiezza del comune di residenza e anche al titolo di studio dei malati.  Inoltre, per il 40,6% di chi lavora l'insorgenza del dolore di intensità moderata o severa come patologia cronica ha avuto conseguenze sulla propria attività. Anche in questo caso sono più penalizzate le donne lavoratrici, con il 46,1% rispetto ai lavoratori (36,3%). Nel complesso, gli effetti limitativi sul lavoro sono molteplici: il 35,4% degli intervistati ha dovuto mettersi in malattia; il 30,8% ha dovuto chiedere permessi per recarsi dal medico, per le terapie eccetera; il 27,7% ha dovuto assentarsi di più che in passato; il 25% suo malgrado ha ridotto il rendimento e ha minori opportunità di carriera; il 13,3% ha dovuto cambiare mansioni, ruolo nel lavoro; l'11,8% ha dovuto ridurre l'orario ricorrendo a forme di part time, con una riduzione della propria retribuzione. E ancora: il 5,8% ha dovuto lavorare (o lavorare di più) da casa; il 3,8% ha dovuto cambiare lavoro perché non compatibile con le problematiche legate al dolore; l'1,2% è stato licenziato. Da notare come il 41,3% ritenga che sul lavoro il suo dolore venga ritenuto una sorta di 'scusa' assentarsi, chiedere permessi, in definitiva per lavorare meno o non lavorare del tutto. Soffrire di dolore cronico severo determina anche un taglio nei redditi degli occupati che soffrono questa patologia: in media si parla di una contrazione di quasi il 17% del totale dei propri redditi, in particolare, di cui al 16,5% per gli uomini, al 17,5% per le donne; al 22,1% per i bassi redditi, al 22% per quelli medio-bassi, al 14,2% per quelli medio-alti e al 7,1% per i più alti; al 25% per i giovani, al 15,4% per gli adulti e al 4,2% gli anziani; al 16,5% per i residenti nel Nord-Ovest, al 18,1% per quelli nel Nord-Est, al 15,5% nel Centro e al 17,5% nel Sud-Isole.  Il dolore cronico agisce quindi sulla condizione economica di chi lavora generando un rialzo delle spese con costi in capo ai malati per l'acquisto di servizi e prestazioni sanitarie e altri prodotti e servizi necessari per fronteggiare le conseguenze della malattia, e una riduzione della capacità di generare reddito per sé stessi e la propria famiglia. Si riducono le proprie performance come conseguenza della contrazione delle risorse psico-fisiche e di tempo che si riesce a dedicare al lavoro, con conseguente riduzione dei propri redditi. "Da oltre 45 anni ci occupiamo di dolore in Italia – commenta Laura Premoli, General Manager di Grünenthal Italia – Con il rapporto Censis-Grünenthal abbiamo reso visibile l'invisibilità del dolore, ascoltato i bisogni delle persone e continuato a informare ed evolvere una cultura sul dolore nel nostro Paese. Cosa fare ora? Il dolore cronico rappresenta un capitolo importante, ancora non affrontato, per l'economia del nostro Paese. In primis è urgente lavorare a un percorso condiviso con i vari stakeholder e far riconoscere questa patologia e la sua cronicità. Questo consentirà di promuovere politiche organizzative integrate e di networking sul territorio e agevolare il virtuosismo della rete dei centri di terapia del dolore, ai quali ancora troppi pochi pazienti si rivolgono. E' altrettanto importante stimolare il dialogo, il confronto e la partnership pubblico-privato per affrontare insieme una problematica che ha un impatto rilevante sui costi sociali e sanitari, migliorando la salute del sistema Paese".  Tra le iniziative Grünenthal a supporto di pazienti e caregiver, il supporto a Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, per il lancio del numero verde (800 624 244), volto a facilitare la presa in carico dei pazienti. Inoltre la piattaforma digitale 'Dimensione sollievo: al centro del dolore cronico', con oltre 24mila follower, è spazio virtuale idoneo per accedere a un'informazione di qualità; condividere le esperienze di pazienti, famigliari e caregivers impegnati ad affrontare la vita di ogni giorno e fruire di servizi ad hoc quali la mappatura dei centri del dolore presenti sul territorio italiano, in costante aggiornamento, fondamentale per offrire un ulteriore orientamento e una guida. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Dybala-Galatasaray, contatto? L’agente avvistato a Istanbul

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(Adnkronos) –
Paulo Dybala si allontana dalla Roma? Forse. Dopo il rifiuto estivo alla ricca proposta araba e le grandi difficoltà incontrate dai giallorossi in questo inizio di stagione, l’argentino potrebbe decidere di partire già a gennaio. Tra le possibili destinazioni c’è il Galatasaray, in Turchia, con voci diventate nelle ultime ore sempre più insistenti. A supportare l’ipotesi, la notizia – data da Sports Digitale – che l'agente Carlos Novel (che fa parte dell'entourage della Joya) sia arrivato a Istanbul per incontrare il consiglio direttivo del Galatasaray, assistendo tra l’altro alla vittoria per 4-3 contro il Trabzonspor dal box presidenziale. Tutto documentato da foto e video, presto diventati virali sui social. Come riportato dal quotidiano turco Fanatik, inoltre, solo poche settimane fa il tecnico della squadra Okan Buruk è stato visto in Italia ed è stato fotografato a cena con George Gardi, intermediario che negli ultimi anni ha portato in Super Lig diversi calciatori come Icardi, Zaniolo e Osimhen. La situazione in casa Roma è nota. Dybala ha una clausola da 12 milioni di euro, ma il suo contratto scadrà a fine stagione e per il Galatasaray affondare adesso il colpo potrebbe portare anche a uno sconto. Non solo: un eventuale trasferimento dell’argentino in Turchia risolverebbe ai giallorossi il problema del rinnovo automatico, che scatterebbe al raggiungimento del 50% delle presenze totali nei 3 anni di contratto (al momento, mancano 8 presenze da almeno 45 minuti per l’attivazione della clausola). —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanità, esami clinici rapidi e monitoraggio efficacia terapie, al via progetto Diana

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(Adnkronos) – Un'innovazione che promette di rivoluzionare la diagnostica medica. Si chiama Diana (Diagnostica intelligente per analisi non invasiva avanzata) ed è il risultato della collaborazione tra Antares Vision Group, multinazionale italiana leader nella tracciabilità e nel controllo qualità, e Isinnova, Pmi bresciana che abilita e rende accessibile l'innovazione tecnologica, con il supporto strategico del Centro nazionale di ricerca 'Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna' finanziato dal Pnrr. Diana – riporta una nota – è una cabina che combina tecnologie avanzate non invasive e che rappresenta un passo concreto verso la medicina personalizzata, orientata a migliorare la qualità delle cure e la vita dei pazienti. L'obiettivo è accelerare e semplificare la diagnosi, monitorare in tempo reale l'efficacia delle terapie e supportare lo sviluppo di farmaci su misura per il paziente, offrendo una piattaforma diagnostica in grado di effettuare più di 60 esami non invasivi in soli 15 minuti. Gli esami, che includono test su attività elettrica-encefalica, attività cardiaca, composizione sanguinea, composizione corporea, attività elettrica-muscolare e capacità polmonare, consentono di ottenere un quadro completo e personalizzato dello stato di salute del paziente, riducendo tempi e costi delle analisi tradizionali. "Per la realizzazione di questo progetto abbiamo utilizzato tecnologie già note o in fase sperimentale e le abbiamo unite, compattandole nella realizzazione di Diana, grazie al lavoro del nostro team di esperti – affermano Cristian Fracassi e Marco Silvestri di Isinnova, rispettivamente Ceo e responsabile del progetto Diana – L'obiettivo della cabina, di cui vorremmo creare più versioni a seconda delle varie branche d'impiego, non è quello di sostituirsi al medico, ma velocizzare il lavoro dei professionisti della sanità". "Le potenzialità di Diana, abbinate ai protocolli di terapia genica, possono aiutarci a monitorare in tempo reale l'efficacia dei farmaci con tecnologia Rna che come Centro nazionale di ricerca stiamo sviluppando – dichiara Rosario Rizzuto, presidente Fondazione Centro nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna – Supportare una tecnologia come quella di Diana significa accorciare i tempi di ricerca, semplificare i passaggi diagnostici, ma soprattutto trovare delle cure sempre più precise e sostenibili". Per Alberto Albertini, Innovation Center Director di Antares Vision Group, "Diana rappresenta un cambio di paradigma e apre la strada a una medicina sempre più rapida, efficiente e soprattutto personalizzata, centrata sul paziente. Questo grazie alla tecnologia, che rende possibile l'applicazione concreta della ricerca scientifica a beneficio della salute di tutti. La collaborazione tra i tre attori coinvolti nel progetto, inoltre, dimostra come la sinergia tra enti di ricerca, aziende e università possa tradursi in soluzioni concrete per il progresso medico e tecnologico". Il primo prototipo di Diana, denominato Diana-Atmp, sarà pronto a metà 2025 e verrà utilizzato presso il Centro nazionale Rna & Genetherapy per monitorare pazienti sottoposti a terapie geniche e farmacologiche avanzate. Fondamentale – riferisce la nota – sarà il contributo di Diana nella fase di raccolta dati, velocizzando il processo di acquisizione e integrazione delle informazioni in tempi ravvicinati, ad alta qualità, anche in contesti sanitari remoti rispetto ai grandi centri di ricerca medica. La tecnologia consentirà di combinare diverse fonti in un unico sistema integrato, semplificando l'accesso e l’analisi dei dati per i medici. Questo approccio, insieme alla possibilità di personalizzare i piani di trattamento in base alle caratteristiche specifiche di ogni paziente, permetterà di offrire cure più mirate ed efficaci, oltre a creare un archivio più completo per lo studio di determinate malattie. Antares Vision Group collabora con Isinnova nell'industrializzazione di soluzioni innovative e dal 2022 ha rilevato una quota pari al 15% del capitale sociale della Pmi bresciana. La multinazionale italiana, inoltre, è partner tecnologico di eccellenza nell'ambito dei progetti di ricerca e innovazione finanziati dall'Unione europea e nel 2023 ha siglato con il Cnr 'Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna', un accordo in qualità di fondatore che prevede l'impegno nel mettere a disposizione le proprie soluzioni in ambito digital healthcare, smart digital innovation, piattaforme software, sistemi digital twin, tecnologie di tracciabilità e serializzazione, di origine e certificazione dei farmaci e dei prodotti, di ispezione qualità con computer vision, sensori IoT e analisi dei dati, anche grazie all'intelligenza artificiale. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ricerca, Padovani (Sin): “Neuralink Musk nuova frontiera tutta da esplorare”

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(Adnkronos) – "Nel campo delle neuroscienze possiamo agire certamente attraverso una prevenzione e nello sviluppo di farmaci e di nuovi trattamenti. Non tutti i trattamenti però sono farmacologici. Sicuramente Elon Musk con Neuralink", il primo impianto nel cervello umano di un chip di Neuralink, la compagnia di Musk che si occupa di interfacce cervello-computer, "ha aperto una nuova frontiera, un confine tutto esplorare, e credo che nei prossimi anni vi saranno fortissime novità in questo ambito". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Società italiana di neurologia (Sin), Alessandro Padovani, in occasione del convegno 'Le neuroscienze in Italia. Passato, presente e futuro', per celebrare – oggi a Roma – 30 anni di attività di Lundbeck Italia nel nostro Paese.  Tra le "tantissime sfide del futuro" che attendono la neurologia, "la prima è sicuramente un'alleanza con tutti gli scienziati che si occupano di cervello – ricorda Padovani – dalla psichiatria alla neurologia, passando per la neuropsichiatria infantile e delle età avanzate, quindi la geriatria, la farmacologia fino alla biologia. Obiettivo: creare una vera e propria comunità dedicata alla salute del cervello". La seconda sfida, prosegue il presidente Sin, "è far comprendere alla comunità e alla cittadinanza che l'approccio 'One health' non è uno slogan fino a se stesso e che non c'è un cervello in salute se c'è un corpo malato e viceversa: non si può avere un corpo sano se il cervello non funziona adeguatamente". Inoltre, "dobbiamo sforzarci di comprendere che l'ambiente dipende da noi" e presenta il conto, "se noi non lo rispettiamo. Ci sono diverse evidenze che le malattie del corpo, della mente così come del cervello sono fortemente condizionate dall'ambiente. Pensiamo solamente al Covid. Quindi le sfide sono quelle di comprendere come tutto è unito, ma come nello stesso tempo dobbiamo arrivare a identificare per ogni condizione ogni malattia quali sono i veri meccanismi ed agire su questi", conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ambiente, La Pietra (Masaf): “Agricoltore primo custode”

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(Adnkronos) – “Sono qui per ribadire quanto sia importante l'agricoltura e tutto il sistema agricolo all'interno anche delle aree protette. Dobbiamo trovare il modo di far sì che all'interno delle aree protette si possa continuare a fare tutte quelle attività agricole e di allevamento che permettano al territorio di essere curato, perché l'agricoltore è il primo custode dell'ambiente, dove non c'è agricoltura c'è dissesto. Se riusciamo a coniugare queste due cose si può sicuramente avere un beneficio sia per i territori, soprattutto quelli interni, per l'agricoltura ma anche per l'ambiente”. Così Patrizio La Pietra, sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, durante gli 'Stati Generali delle Aree protette italiane', un confronto con i protagonisti del sistema delle aree naturali protette, presso la Biblioteca Nazionale di Roma. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rocca: “Per gestione Aree Protette stanziati oltre 10 mln per prossimo triennio”

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(Adnkronos) – "Serve è una vera e propria rivoluzione culturale, dobbiamo valorizzazione le aree protette e la biodiversità, nel Lazio è stato fatto storicamente un bel lavoro tra le aree e dobbiamo continuare così. A volte alcune comunità vivono l'area protetta o il parco quasi come un nemico o un ostacolo alla crescita; dobbiamo parlare con le nostre comunità e far comprendere l'importanza di avere tutta questa biodiversità, un ambiente straordinario con 30mila specie animali, 3.500 specie vegetali, una ricchezza. Dobbiamo lavorare di più sul tema culturale, sull'importanza della protezione e fare in modo di accompagnare la crescita dei nostri territori con la protezione della biodiversità”. Queste le parole di Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, alla due giorni di confronto 'Stati Generali delle Aree protette italiane' organizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in collaborazione con Federparchi-Europarc Italia.  “Oltre al tema culturale è ovvio che le risorse economiche sono fondamentali, anche per eventuali compensazioni alle comunità o altro. Per la gestione delle Aree Protette, abbiamo stanziato oltre 10 milioni di euro per il prossimo triennio e quindi abbiamo incrementato le risorse, 500mila euro in più rispetto all'anno precedente che a sua volta superava gli stanziamenti della giunta Zingaretti. Abbiamo messo 2 milioni di euro per investimenti in conto capitale, quasi 200mila euro per la salvaguardia delle specie più a rischio”, aggiunge Rocca. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ambiente, Santini (Federparchi): “Serve sistema integrato per raggiungere obiettivi Ue”

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(Adnkronos) – "Gli Stati generali delle aree protette sono un appuntamento importante in questa fase. La proposta centrale di Federparchi è quella di creare un sistema integrato delle aree protette, che significa mettere insieme parchi nazionali, parchi regionali, aree marine protette, sotto un’unica regia e una visione comune per il raggiungimento degli obiettivi che l’Europa ci ha chiesto, ossia arrivare ad avere, entro il 2030, il trenta per cento di territorio protetto sia a mare che a terra". Così Luca Santini, presidente Federparchi, agli Stati Generali delle Aree protette in svolgimento a Roma. "L’obiettivo è sicuramente raggiungibile, ma per fare questo occorre anche modificare la legge quadro istitutiva delle aree protette, la 394 del 1991 che ormai ha 33 anni di età", dice.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Roma, Alfonsi: “Città deve vincere la sfida della sostenibilità”

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(Adnkronos) – “Le infrastrutture verdi sono uno dei quattro pilastri del piano di adattamento climatico e quindi stiamo investendo moltissimo su questo perché Roma deve vincere la sfida della sostenibilità. Noi siamo tra le nove città italiane e le 100 città europee che devono provare a raggiungere la neutralità climatica al 2030 e senza il verde, le aree naturali protette e i boschi, questo non sarà possibile". Così Sabrina Alfonsi, Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, in occasione degli 'Stati Generali delle Aree protette italiane' nella sede della Biblioteca Nazionale di Roma. Un confronto con i protagonisti del sistema delle aree naturali protette.  "Per questo motivo ci stiamo impegnando per esempio con i fondi del Pnrr sulla riforestazione urbana. Nasceranno 18 nuovi boschi all'interno delle nostre aree protette. Abbiamo le aree regionali ma abbiamo anche tutte le aree che vengono gestite dal Comune ma tutelate dall'ente Roma Natura, un ente di tutela che è solo e specificatamente per Roma, un ente con cui stiamo cercando di collaborare anche su interventi importanti, uno tra tutti, quello del parco di Monte Mario che ha subito l'incendio quest'estate e dove in questi giorni hanno fatto l'idrosemina – spiega – Oppure la pineta di Castelfusano che poi guarda ovviamente al Parco delle dune, luoghi dove maggiormente possiamo lavorare sulla biodiversità. Abbiamo anche il parco naturale marino delle Secche di Tor Paterno che costeggia la Tenuta del Presidente, con cui collaboriamo costantemente. Uno degli interventi di Pnrr sarà proprio nella Tenuta. In tutti questi settori ci deve essere la stessa identica visione e soprattutto l'intento di tutte le istituzioni, perché le competenze sono troppe e quindi si rischia di non poter fare degli interventi perché non c'è la collaborazione tra enti”. Per quanto riguarda gli impianti di economia circolare e l'impianto del termovalorizzatore, Alfonsi spiega che “siamo nei tempi: in primavera la prima pietra, mentre il primo carico di rifiuti da Roma sulla ferrovia arriverà a Santa Palomba nel 2027. Roma, insieme agli altri impianti che chiuderanno nel 2026, finalmente troverà una dimensione di autonomia rispetto al proprio tema dei rifiuti e dall'emergenza passeremo all'economia circolare”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Malavasi (Pd): “Patologie psichiatrica e neurologica ancora stigmatizzate o negate”

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(Adnkronos) – "Le tante forme di disagio mentale e psichico, di cui oggi sentiamo parlare quotidianamente, hanno aumentato le fragilità, le solitudini già tra gli adolescenti. Sono temi che hanno bisogno sicuramente di più attenzione da parte della politica. E' vero che questo governo ha attivato un tavolo di confronto su tali temi ma è evidente che servono comunque atti concreti per incidere meglio. La difficoltà oggi è quella di darsi delle priorità, visto che le risorse sono sempre limitate, quindi lo dico perché non è una questione di polemica politica ma è una questione di priorità e di scelte che vanno comunque fatte anche nella lotta contro lo stigma sociale. Le patologie psichiatrica e neurologica nel nostro Paese vengono stigmatizzate o negate. Ecco, dobbiamo lavorare per cercare di scardinare stigma e pregiudizi anche attraverso iniziative e attività di informazione nelle scuole perché il pregiudizio è un motivo di esclusione che diventa discriminazione anche tra adolescenti". Lo ha detto Ilenia Malavasi (Pd), membro della Commissione Affari sociali della Camera, intervendo al convegno 'Le neuroscienze in Italia. Passato, presente e futuro', per celebrare – oggi a Roma – 30 anni di attività di Lundbeck Italia nel nostro Paese. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Siria, scoperta un’altra fossa comune: “Qui i resti di 100mila corpi”

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(Adnkronos) – Una fossa comune che potrebbe contenere i resti di oltre 100mila corpi è stata rinvenuta a 40 chilometri a nord di Damasco, nella località di al-Qutayfah. Lo riporta l'emittente al-Jazeera citando la stima fatta sul posto da Mouaz Moustafa, capo dell'organizzazione non governativa Syrian Emergency Task Force con sede negli Stati Uniti. Questa fossa comune
si aggiunge ad altre 12 trovate a sud della Siria. In una di queste, scrive al-Jazeera, 22 corpi, tra cui quelli di donne e bambini, presentavano segni di torture e di un'esecuzione. "Queste fosse comuni custodiscono i segreti di 54 anni di dispotismo, torture e dittatura – ha detto Vall -. Questo è solo l'inizio". Il deposto Bashar al-Assad e suo padre Hafez, che era stato presidente della Siria fino alla sua morte nel 2000, sono accusati di aver ucciso centinaia di migliaia di persone con esecuzioni extragiudiziali. Ugur Umit Ungor, professore di studi sul genocidio all'Università di Amsterdam, ha dichiarato ad al Jazeera che la scoperta della "fossa comune centralizzata" ad al-Qutayfah è "una prova della macchina di morte del regime di Assad". Il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) Mohammed al-Jawlani ha annunciato intanto l'intenzione di sciogliere i gruppi armati presenti in Siria e di farli confluire nell'esercito statale. ''I combattenti sono pronti a fare parte del ministero della Difesa e saranno soggetti alla legge'', ha dichiarato al-Jawlani nel corso di un incontro con la comunità drusa. Lo riporta Hts in una nota, spiegando che al-Jawlani ha anche proposto un ''patto sociale'' che a suo avviso è necessario per favorire la coesistenza di diversi gruppi etnici in Siria e garantire la ''giustizia sociale''. Oltre a Hayat Tahrir al-Sham e alle fazioni armate alleate, una moltitudine di gruppi armati sono attivi in Siria. Tra loro le milizie curde e i combattenti sostenuti dalla Turchia, che sono in conflitto tra di loro nel nord della Siria. ''Abbiamo bisogno della mentalità dello Stato, non della mentalità dell'opposizione'', ha dichiarato al-Jawlani. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Siria, timori Usa sulla Turchia. E i curdi ‘supplicano’ Trump

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(Adnkronos) – La Turchia e le milizie alleate rafforzano il dispiegamento di unità al confine con la Siria e nuovi sviluppi potrebbero essere imminenti. A confermarlo sono fonti ufficiali statunitensi. I curdi si rivolgono a Donald Trump e gli chiedono di mantenere la promessa che "gli Stati Uniti non li abbandoneranno", che "tuteleranno la dignità e la sicurezza di coloro che sono stati alleati fedeli nella battaglia per pace e sicurezza". Tutto mentre, scrive il Wall Street Journal, scatta l'allarme con il timore che la Turchia, alleato degli Usa e membro della Nato, prepari un'incursione su vasta scala nel territorio controllato dai curdi siriani, sostenuti dagli Usa.  Oggi i riflettori sono accesi su Ankara per i colloqui – sulla Siria del dopo-Assad e sul Medio Oriente in generale – tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il leader turco Recep Tayyip Erdogan.  Il confine tra Turchia e Siria è lungo 900 chilometri, mentre in Siria restano circa 900 truppe Usa. Il dispiegamento – con il rafforzamento di forze dopo la fine del regime Assad in Siria – riguarda combattenti di milizie e commando turchi, anche unità di artiglieria, concentrati in gran numero nei pressi di Kobane, città a maggioranza curda in Siria, sul confine nord con la Turchia. Negli anni passati è stata la città simbolo della resistenza curda all'Is. Secondo uno degli ufficiali citati dal giornale, un'operazione turca oltreconfine potrebbe essere imminente. 
I 'movimenti' sembrano analoghi a quelli che la Turchia decise prima dell'invasione del 2019 nel nordest della Siria, quando l'allora presidente Donald Trump decise per un ritiro parziale delle truppe Usa dalla regione e poi contribuì alla mediazione per un cessate il fuoco in cambio della rinuncia da parte dei curdi di chilometri di terre al confine a favore dei turchi. Un altro ufficiale americano parla di "pressing per la moderazione". Ilham Ahmed, funzionario dell'amministrazione curdo siriana, ha confermato i timori direttamente a Trump, che il 20 gennaio torna alla Casa Bianca, spiegando che appare probabile un'operazione militare turca e sollecitando pressioni su Erdogan affinché non invii truppe oltre il confine. L'obiettivo della Turchia, che dal 2011 ha accolto tre milioni di rifugiati siriani e che ha sempre sostenuto in questi anni l'opposizione armata al regime di Assad, è "stabilire un controllo di fatto sulla nostra terra prima che lei si insedi – ha scritto Ahmed in una missiva a Trump che il Wsj è riuscito a vedere – Se la Turchia procedesse con l'invasione, le conseguenze sarebbero catastrofiche". "Dal confine – ha aggiunto – possiamo vedere i turchi che ammassano forze e la nostra popolazione civile vive nel timore costante di morte e distruzione imminente". E, ha avvertito, un'invasione turca potrebbe provocare più di 200.000 sfollati tra i civili curdi solo a Kobane. La scorsa settimana era in Turchia il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. E sabato Ankara ha riaperto la sua ambasciata a Damasco. Con la fine dell'era Assad in Siria sono ripresi scontri tra i curdi siriani e i gruppi sostenuti dalla Turchia e si sono intensificate le operazioni turche contro le Forze democratiche siriane (Fds o Sdf), a guida curda, che sono state sostenute dagli Usa ma che Ankara vede come un'estensione del Pkk considerato organizzazione terroristica. Ieri, secondo un portavoce delle Fds, sono falliti colloqui tra curdi siriani e milizie sostenute dalla Turchia a Kobane e ora le Fds notano "significativi rafforzamenti militari" a est e a ovest della città. E Ahmed, scrive il Wsj, ha sollecitato Trump affinché sfrutti "il suo approccio unico alla diplomazia" per convincere Erdogan a fermare qualsiasi operazione pianificata. Sempre ieri il tycoon ha affermato che "la Turchia ha fatto una presa di potere ostile, senza perdite di vite umane". Nel dopo-Assad, osservava nei giorni scorsi Asli Aydintasbas della Brookings Institution, citata dal New York Times, "quello che è incontestabile è che l'influenza della Turchia crescerà solo, sia a livello politico che economico". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Omicidio nel Barese, fermati due giovani fratelli e la moglie della vittima

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(Adnkronos) –
Due fratelli, di 22 e 18 anni,
sono stati fermati per l'omicidio di Nicola Manzi, 50 anni, avvenuto nella città di Corato, in provincia di Bari, ieri verso le 19. Una sparatoria in strada in cui è anche rimasto gravemente ferito il fratello 41enne di Manzi, già sottoposto a un delicato intervento chirurgico in un ospedale del capoluogo pugliese. I due giovani fermati, entrambi con precedenti di Polizia, rispondono di omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo e sono stati portati nel carcere di Trani. La Procura di Trani ha disposto il decreto di fermo, con le ipotesi di reato di tentato omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo, anche nei confronti della moglie della vittima, B.M., 48 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Procura e dai carabinieri della Compagnia di Molfetta, la donna, dopo aver raccolto la pistola del marito ucciso, ha partecipato attivamente alla sparatoria inseguendo i presunti autori del delitto ed esplodendo alcuni colpi di pistola.  Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Molfetta, poi supportati dal Nucleo Investigativo e Sezioni Investigazioni Scientifiche del Comando provinciale di Bari, oltre che gli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Corato. Le indagini hanno utilizzato le immagini degli impianti di videosorveglianza della Polizia locale, grazie alle quali sono state presto identificate tutte le persone coinvolte nella sparatoria. Quindi il pubblico ministero questa notte ha interrogato alcune persone informate sui fatti assistito dalla polizia giudiziaria dell'Arma. Le immagini hanno supportato gli investigatori nella ricostruzione integrale della dinamica. Di scarsa utilità si sono rivelate invece le testimonianze e gli interrogatori, raccolti nell'immediatezza. Nel corso del sopralluogo in via Nicola Salvi, luogo della sparatoria, svolto dalla sezione scientifica dell'Arma, sono stati repertati numerosi bossoli di diverso calibro, esplosi dalle armi utilizzate che però non sono state trovate sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate. Il gip del tribunale valuterà adesso la sussistenza dei presupposti del fermo e della misura cautelare personale. Sul movente, nella fase iniziale delle indagini, si ipotizza una vendetta o un regolamento di conti, senza escludere il coinvolgimento di ambienti della malavita locale.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Morta Marisa Paredes, la musa di Pedro Almodovar aveva 78 anni

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(Adnkronos) – E' morta oggi, a 78 anni, l'attrice spagnola Marisa Paredes, musa del regista Pedro Almodóvar, grazie al quale ha raggiunto la notorietà internazionale. Il decesso è avvenuto all'ospedale Fundación Jiménez Díaz di Madrid, in seguito alla complicazione di un problema coronarico. L'annuncio della scomparsa è stato con un post sui social dall'Accademia del Cinema spagnolo.  Considerata uno dei migliori esempi di eleganza naturale del nuovo cinema spagnolo, nel 2000 era stata presidente della giuria del Festival di Berlino e nello stesso anno divenne presidente dell'Accademia del Cinema spagnolo; è stata insignita in patria del Premio nazionale del Cinema nel 1996, della Medaglia d'Oro al Merito delle Belle Arti nel 2007 e del Goya d'Onore nel 2018. Nata a Madrid il 3 aprile 1946 in una famiglia di modesta estrazione sociale, Marisa Parades non terminò gli studi e lavorò come apprendista presso una sarta. La passione per la recitazione la spinse, all'inizio degli anni Sessanta, a intraprendere giovanissima la carriera teatrale e, nel corso degli anni, a portare sulle scene opere d Ibsen, Shakespeare, Čechov e Camus. Parallelamente cominciò anche l'attività televisiva e cinematografica comparendo sul grande schermo in ruoli secondari a partire dal film 'Il diabolico dottor Satana' (1961) di Jesús Franco.  Nel decennio successivo ha ottenuto ancora parti di secondo piano fino a quando è stata scritturata da Almodóvar, allora all'inizio della carriera, per 'L'indiscreto fascino del peccato' (1983), dove impersona suor Estiercól, una religiosa drogata e allucinata che vive nel convento delle 'redentrici umiliate'. Successivamente ha interpretato numerosi film, prima di mettersi in luce nel ruolo di una celebre cantante pop in 'Tacchi a spillo' (1991) di Almodóvar. È stata poi la maestra di cerimonie in 'Golem – Lo spirito dell'esilio' (1992) di Amos Gitai, prima che Almodóvar le ritagliasse in 'Il fiore del mio segreto' (1995) uno dei personaggi femminili più intensi, complessi e dolorosi del suo cinema, quello di un'affermata scrittrice di romanzi rosa in crisi sentimentale con il marito. Per questa interpretazione aveva vinto un Premio Goya.  Riconosciuta ormai a livello internazionale all'età di quasi 50 anni, Parades ha cominciato a essere chiamata anche da cineasti non spagnoli. Ha così interpretato la madre del giovane stupratore in 'Cronaca di un amore violato' (1995) di Giacomo Battiato prima di essere diretta dal cileno in 'Tre vite e una sola morte' (1996), dal messicano Arturo Ripstein in 'Profundo carmesí' (1996) e in 'Nessuno scrive al colonnello' (1999) e da Roberto Benigni in 'La vita è bella' (1997), dove interpreta la madre di Dora (Nicoletta Braschi). Ha poi nuovamente collaborato con Almodóvar in 'Tutto su mia madre' (1999) nel ruolo della popolare attrice teatrale che recita sul palcoscenico 'Un tram che si chiama desiderio', e in seguito in 'Parla con lei' (2002) e 'La pelle che abito' (2011). Successivamente ha recitato in 'La spina del diavolo' (2001) di Guillermo del Toro, 'Reinas – Il matrimonio che mancava' (2005) di Manuel Gómez Pereira, 'Specchio magico' (2005) di Manoel de Oliveira, 'L'uomo che ama' (2008) di Maria Sole Tognazzi, 'Latin Lover' (2015) di Cristina Comencini (2015) e 'Nonostante tutto' (2019) di Gabriela Tagliavini.  Tra i numerosi messaggi di cordoglio, anche quello del premier spagnolo Pedro Sanchez che si è detto "desolato" per la scomparsa di "una delle attrici più importanti che ha dato il nostro Paese". "La sua presenza nel cinema e nel teatro e il suo impegno per la democrazia saranno un esempio perle generazioni a venire", ha aggiunto Sanchez in un messaggio su X, chiuso con un 'grazie, Marisa'. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Schillaci: “Neuroscienze elemento cardine nostra salute”

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(Adnkronos) – "Le neuroscienze, un ambito della medicina che ha contribuito in modo significativo alla conoscenza e alla cura del cervello, sono elemento cardine della nostra salute. Questo incontro rappresenta un’opportunità per riflettere sull'evoluzione scientifica e clinica degli ultimi decenni. L’avanzamento della scienza in questo settore ha permesso di trasformare molte prospettive terapeutiche, restituendo speranza e possibilità a chi convive con disturbi neurologici o psichiatrici. Promuovere una visione condivisa sulla salute del cervello significa investire nella prevenzione, nella diagnosi precoce e in percorsi di cura sempre più personalizzati e innovativi. In questa prospettiva, il dialogo tra tutti gli attori coinvolti – Istituzioni, comunità scientifica, aziende e cittadini – è indispensabile per costruire una sanità che risponda in modo efficace alle nuove esigenze della popolazione, valorizzando le risorse e le competenze disponibili". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci in un messaggio inviato in occasione dell'evento 'Le neuroscienze in Italia. Passato, presente e futuro' per celebrare – oggi a Roma – 30 anni di attività di Lundbeck Italia nel nostro Paese.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)