(Adnkronos) – Diventare un Paese sostenibile senza alternative al trasporto su gomma è una sfida ardua, ed è quella che deve affrontare l’Italia, maglia nera tra le economie avanzate europee per quanto riguarda il trasporto pubblico. Mai come in questo caso, si può dire che il Belpaese è in clamoroso ritardo rispetto ai partner europei, e non solo per collegarsi all’argomento del rapporto di Legambiente “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane”. I numeri del trasporto su ferro in Italia sono drammatici. Basti pensare che la città di Madrid, da sola, ha più chilometri di metro di tutta l’Italia. Le istituzioni si stanno impegnando per ridurre le emissioni, spesso a suon di restrizioni sui cittadini, ma per creare delle alternative efficaci al trasporto su gomma, il principale responsabile delle emissioni di CO2, si fa ancora troppo poco. Nell’ultimo anno, quasi nulla: “In Italia – denuncia Legambiente – non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano”, che corrisponde a pochi chilometri di copertura in più in una città dove lo smog si fa sentire, anche attraverso le polemiche. Per contrastare il surriscaldamento climatico, negli ultimi anni, viene richiesto un impegno crescente nella sostenibilità ambientale, con imprese e cittadini italiani costretti a fare i conti con regole sempre più restrittive, ma necessarie. Restrizioni che darebbero i propri frutti se fossero parte di una strategia. E invece, nonostante i limiti alla circolazione delle auto Euro 5 anche nei comuni limitrofi, Milano è ancora tra le città più inquinate al mondo e il Nord Italia è la zona più inquinata d’Europa.
Ma perché succede questo? Perché dal 2016 l’Italia ha registrato uno brusco stop nella implementazione dei binari per treni e trami: da allora e fino al 2023, sono stati realizzati appena 11 km di tranvie e 14,2 km di metropolitane, con una media annua rispettivamente di 1,375 km e 1,775 km. Numeri lontanissimi dal concetto di transizione ecologica e dalle altre realtà europee. Per quanto riguarda le tranvie, nel Regno Unito sono stati realizzati 5,2 km nel Regno Unito (a Edimburgo e Birmingham), 3,5 km in Germania (a Berlino, Bochum e Mannheim), 2,4 km in Spagna (a Vitoria/Gasteiz) e ben 40 km in Francia (a Parigi, Angers e Bordeaux). Il tutto nel solo 2023. Nel nostro Paese sono in esercizio 397,4 km totali di tranvie, molto lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania. Le tramvie sono un canale interessante per ridurre il trasporto su gomma perché necessitano di investimenti molto più bassi rispetto a quelli richiesti per allungare o costruire una linea di metro che resta il mezzo più veloce e più efficace all’interno delle città. Anche sotto questo profilo, Legambiente fotografa un ritardo colossale dell’Italia rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Ecco come è distribuita la dotazione di linee metropolitane nei vari Paesi europei: – Italia: 255,9 km; – Regno Unito: 680,4 km; – Germania: 656,5 km; – Spagna: 615,6 km. La dotazione di linee metropolitane delle città italiane messe assieme si ferma a 255,9 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Basti dire che il totale di km di metropolitane in Italia è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2), che mostrano numeri impressionanti e progetti di sviluppo per aumentare il numero di utenti. Analoga situazione per le ferrovie suburbane, utilizzate ogni giorno da molti pendolari, dove l’Italia conta una distribuzione totale di 740,6 km contro i 2.041,3 quelli della Germania (che aumentano grazie all’apertura di 3,1 km a Hannover nel 2023), 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 km in Spagna. Si potrebbe pensare, o sperare, che questo distacco sia motivato dalla differenza di abitanti, ma si resterebbe delusi. Il rapporto “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane” offre anche uno spaccato delle diverse città più importanti italiane con quelle degli altri Paesi europei confrontati: Nel suo report, Legambiente critica apertamente la legge di Bilancio 2024 che definisce “inadeguata a rispondere alla sfida della mobilità del futuro”. L’associazione spiega che per la prima volta dal 2017 non sono previsti fondi né per il trasporto rapido di massa, né per la ciclabilità e la mobilità dolce. Una problematica tipica del Belpaese è la mancata conclusione di opere già avviate a suon di milioni o miliardi di euro. Sul punto Legambiente ricorda come l’ultima manovra non abbia previsto fondi neanche per il rifinanziamento del fondo destinato alla copertura del caro materiali per i progetti finanziati, in via di realizzazione e neanche per il fondo di progettazione, con gravi conseguenze sui lavori. Viene anche ridotto di 35 milioni lo stanziamento previsto dalla legge di Bilancio precedente per il Fondo per le infrastrutture ad alto rendimento (Fiar) e per gli interventi di sicurezza stradale vengono allocati appena 29,3 milioni per il 2024, 30,3 per il 2025 e 26,3 per il 2026. “In questo contesto – scrive Legambiente – è impossibile immaginare di potenziare il servizio di trasporto pubblico italiano senza rifinanziare i fondi svuotati dal governo Meloni o senza incrementare la dotazione del fondo nazionale trasporti per finanziare il servizio. I finanziamenti destinati alle infrastrutture urbane in questi anni hanno preso corpo in buona parte su progetti che hanno tempi lunghi di realizzazione e che continuano ad essere in ritardo, o che hanno criticità evidenti. Ammontano a oltre 16 miliardi di euro, spalmati però su oltre 10 anni di lavori e progetti (quindi meno di 2 miliardi l’anno reali). Complessivamente sono in cantiere o finanziati 144,2 chilometri di metro tra linee nuove, prolungamenti e riconversioni, 248,5 di tranvie, 183,9 di filobus e busvie”. Con la copertura di piste ciclabili del tutto precaria e mal concepita, la conseguenza di questa grave insufficienza del trasporto pubblico italiano può essere solo una: molti utilizzano la propria auto privata per spostarsi, tanto che l’Italia è il Paese europeo con più auto rispetto agli abitanti. L’elevato utilizzo del mezzo privato si associa ad altrettanto elevati tassi di motorizzazione: 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna. Qualche numero dal rapporto di Legambiente: sono 780 le auto ogni 1.000 abitanti a Catania, 760 a Perugia, 680 a Cagliari e Reggio Calabria, alcune addirittura in aumento negli ultimi anni. Elevatissimi anche i numeri di Messina (670), Roma (640) e Torino (610). Numeri molto diversi nelle altre ricchezze europee: a Madrid il tasso di motorizzazione è di 360 veicoli ogni 1.000 abitanti, a Londra 351, a Berlino di 337 e a Parigi 250. “Tutte grandi capitali dove, al contrario, la tendenza è in deciso calo” osserva Legambiente che riporta Parigi come esempio virtuoso. Infatti, nella capitale francese dal 1990 a oggi: – l’utilizzo dell’auto privata è diminuito del 45%; – l’utilizzo del trasporto pubblico è aumentato del 30%; – l’utilizzo della bicicletta è cresciuto di 10 volte. Questa la fotografia delle varie città italiane offerte dal rapporto “Pendolaria 2024 – Speciale aree urbane” Non mancano delle note positive: come emerge dai dati raccolti da Ecosistema Urbano di Legambiente, nei capoluoghi di provincia cresce l’attenzione degli amministratori e dei tecnici per una mobilità più sostenibile, anche se le emergenze urbane sono grossomodo le stesse di 30 anni fa. Continua ad aumentare anche la ciclabilità (km di piste e infrastrutturazione) e, dopo molto tempo, crescono anche le superfici pedonali. Anche il progetto ‘Bologna città 30’ va nella direzione di rendere la città più a misura d’uomo anche se non mancano le critiche. Come più volte sottolineato su queste pagine, infatti, l’unico modo per attuare concretamente la transizione green è far conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche, convincendo anche gli scettici. Una rivoluzione che applica restrizioni alla circolazione privata senza offrire valide alternative non va in questa direzione. Per l’associazione l’unico modo per vincere la sfida della mobilità moderna è implementarla con una visione integrata, oltre che innovativa. Legambiente sottolinea come nei Piani urbani di mobilità sostenibile (Pums) avanzati sul territorio nazionale ci siano diversi spunti interessanti. I Pums, insieme ad altre forme di investimento, rappresentano la via per creare una rete di trasporto su rotaia moderna e interconnessa, includendo tram, metro, treni regionali, e mobilità dolce ed elettrica. – Introdurre treni urbani e tram adatti al trasporto di biciclette, monopattini elettrici. – Sviluppare app e tecnologie per analizzare i flussi di spostamento e rendere più facile il passaggio da un mezzo all’altro. – Adattare strade, piazze e spazi pubblici alle persone, privilegiando la bicicletta che Legambiente definisce “il mezzo che può guidare questo cambio” concettuale che mette al secondo posto le auto e al primo il trasporto sostenibile; – Creare percorsi ciclabili lungo gli assi prioritari, con protezioni e passaggi esclusivi; – Implementare ampie Low Emission Zones (“zone 30” e “zone 20” e Ultra Low Emission Zones con dossi stradali, restringimenti di carreggiata, sensi unici alternati o alterazioni della pavimentazione; – Incentivare il noleggio gratuito di biciclette elettriche e/o pieghevoli che favoriscono l’intermodalità; – Offrire incentivi alla condivisione di micro, bici, auto, van e cargo bike, anche nelle periferie e anche realizzando programmi di mobilità attiva come “bike to work” e “bike to school”. – Istituire corsi di educazione stradale che educhino i cittadini a un nuovo concetto di trasporto e di spostamenti “In questo senso – spiega Legambiente – rientra il ragionamento delle “città dei 15 minuti” (in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita), e quello della sicurezza stradale (Vision Zero incidenti gravi, a cominciare dai minori), con quartieri liberi da auto, slow streets, incentivazione della ciclopedonalità e micromobilità elettrica”. Per Legambiente è, infine, “indispensabile” istituire distretti Zed (Zero Emissions Distribution), dove possono entrare solo veicoli merci elettrici (dalle cargo bike ai camion), come già fatto a Santa Monica in California e in vari comuni olandesi. Sul punto va però segnalata la scarsa diffusione delle auto elettriche in Italia e tutti i dubbi sollevati sul settore dopo il crollo registrato in Germania a fine 2023, anno in cui comunque il mercato delle auto elettriche in Italia è cresciuto del 18,87%. Nonostante i vari incentivi per passare alle auto elettriche, in Italia le auto elettriche sono solo il 4% del totale contro il 14% della media europea come evidenziato dal white paper “La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici” di Repower Italia. Tante le cause di questo ritardo a partire dalla carenza di colonnine di ricarica presenti sul territorio, ma anche la diffidenza degli italiani. D’altra parte, c’è anche un discorso di risorse economiche dato che gli italiani devono fare i conti con i salari più immobili dell’area Ocse e sono poco ottimisti sugli scenari futuri. In un contesto del genere, le risposte devono arrivare dalle istituzioni: gli sforzi richiesti ai cittadini devono essere affiancate dall’esempio e dagli investimenti pubblici nel trasporto sui binari. —sostenibilita/mobilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Madrid ha più chilometri di metro di tutta Italia, la denuncia di Legambiente
Spazio, presentato a Frascati ‘Ariane 6’, garantirà all’Europa accesso sicuro e autonomo
(Adnkronos) – Dopo l’importante traguardo raggiunto dall’Agenzia Spaziale Europea – Esa del 9 luglio scorso, quando alle 21:00 italiane è decollato con successo dalla Launch Area 4 del centro spaziale della Guyana Francese il primo Ariane 6, nella sua variante Ariane 62, la Città Metropolitana di Roma Capitale ha organizzato, presso il cortile del Museo Scuderie Aldobrandini, l’evento “Città Metropolitana di Roma Capitale tra le Stelle – Ariane 6, una Storia di Successo” durante il quale è stato presentato, appunto, l’Ariane 6, il nuovo potente veicolo di lancio europeo, realizzato dall’Esa con la partecipazione di Enti e partner industriali di tutta Europa. In un contesto in cui la vita quotidiana si basa su applicazioni basate su sistemi spaziali, dalla connettività alla navigazione e dal clima al meteo, è importante disporre della capacità di lanciare in modo indipendente. Con il lancio di Ariane 6, infatti, l'Europa non si limita a inviare un razzo nel cielo, ma afferma il proprio posto tra le nazioni che dispongono delle capacità necessarie a raggiungere e viaggiare nello spazio, per realizzare importanti ambizioni sulla scena mondiale e promuovere, così, la conoscenza dello spazio, in quanto estensione naturale della Terra e parte integrante di un insieme più ampio che risulta fondamentale per la vita quotidiana sulla Terra. Il primo razzo Ariane è stato lanciato nel 1979 dallo Spazioporto europeo della Guyana francese e Ariane 6, che succede al predecessore Ariane 5, continuerà su questa strada. Ponendo l'Europa all'avanguardia del trasporto spaziale per quasi 45 anni, Ariane rappresenta un trionfo dell'ingegneria e il risultato di una grande cooperazione europea a livello industriale e politico. Ariane 1 ha lasciato il posto alle più potenti versioni 2, 3 e 4. Ariane 5 è stato tra i principali lanciatori di carichi pesanti al mondo, in grado di portare in orbita carichi utili singoli o multipli – il carico e gli strumenti lanciati – e di inviare una serie di illustri missioni scientifiche nello spazio profondo. A spiegare l’importanza del sostegno istituzionale della Città Metropolitana di Roma Capitale a progetti di così alto valore politico per l’Unione Europea, il vicesindaco di Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna: “L'associazione Cva – Community of Ariane Cities è composta da città e da aziende che rappresentano tutta Europa e la Città Metropolitana – che contiene all'interno dei suoi confini il polo Tiburtino, Frascati e Colleferro, con oltre 4 milioni di abitanti – è l'ente italiano probabilmente più rappresentativo per le politiche spaziali. Quindi, la presenza di Città Metropolitana all'interno della Cva afferma e conferma quanto la Repubblica Italiana giochi un ruolo importante sulle politiche spaziali del mondo”. Per lo sviluppo di Ariane 6, l'Esa collabora con una rete industriale di diverse centinaia di aziende in 13 paesi europei, guidata dal contraente principale ArianeGroup. Ariane 6 lancerà un'ampia gamma di missioni nello spazio ed è disponibile in due configurazioni, a seconda della potenza necessaria per ogni volo. La versione Ariane 62 presenta due booster ausiliari a propellente solido mentre la versione di Ariane 64 ne avrà quattro. Con un'altezza di oltre 60 metri, Ariane 6 peserà quasi 900 tonnellate una volta lanciato con il carico utile completo, ovvero circa l'equivalente di un aereo e mezzo per passeggeri Airbus A380. La configurazione del primo volo di Ariane 6 sarà quella con due booster e mostrerà lo stadio superiore riaccendibile del razzo. Grazie alla capacità di riavviare lo stadio superiore fino a quattro volte e l'innovativa unità di propulsione ausiliaria, Ariane 6 è congeniale al lancio di missioni con carichi utili multipli, tra cui costellazioni orbitanti di satelliti. La stessa innovazione permette ad Ariane 6 di deorbitare il suo stadio superiore al termine della missione, al fine di ridurre al minimo i detriti spaziali. “Ariane 6 costa il 44% in meno rispetto ad Ariane 5 ed è più flessibile, così da poter essere utilizzato in orbite diverse rispetto ad Ariane 5. Questi sono i due principali miglioramenti che abbiamo apportato, in quanto sono gli aspetti più importanti della comunità industriale”, ha detto Gaele Winters, General Delegate Cva, parlando delle caratteristiche di Ariane 6. L’incontro, organizzato da Città Metropolitana di Roma Capitale a Frascati, ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti delle istituzioni, dell’Esa – l’Agenzia spaziale europea e del delegato generale della Comunità delle Città Ariane discutere delle opportunità offerte da questo lanciatore che rappresenta una sfida cruciale per l’Europa e un’opportunità straordinaria per il futuro dell’esplorazione spaziale. “Per noi è un orgoglio poter ospitare un evento storico di tale portata, Frascati è città della Scienza: ospita il polo scientifico più grande d'Europa, lo stabilimento nazionale Esrin – Centro europeo per l'osservazione della Terra dell'Esa, l’Infn – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile e il Cnr – Centro di Calcolo della Banca d'Italia. Qui c'è il patrimonio più importante, non solo nazionale, ma anche internazionale dal punto di vista scientifico”, ha affermato il sindaco di Frascati, Francesca Sbardella, spiegando l’importanza per il comune di Frascati di poter ospitare un evento storico di tale portata. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Multiversity aderisce alla Science Based Target initiative
(Adnkronos) – Multiversity conferma il proprio impegno a favore dell’ambiente aderendo alla Science Based Targets initiative (Sbti) con l’obiettivo di presentare entro il 2026 dei target a medio termine di riduzione delle proprie emissioni (Near-Term Reduction Targets). Sbti è una collaborazione globale di azione per il clima tra Carbon Disclosure Project (Cdp), il Global Compact delle Nazioni Unite (Ungc), la We Mean Business Coalition, il World Resources Institute (Wri) e il World Wide Fund for Nature (Wwf), con lo scopo di aiutare le aziende e le istituzioni finanziarie nel fissare obiettivi di riduzione delle emissioni science-based, in linea con l’Accordo di Parigi. Con il supporto di Schneider Electric, Multiversity ha calcolato la propria impronta carbonica ed è ora pronta a sviluppare un piano di attuazione per definire questi importanti traguardi climatici. “L’adesione a tale progetto rappresenta per Multiversity un passo avanti nel percorso di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Esg). Come primo Gruppo di Education in Italia, è nostra responsabilità impegnarci attivamente nella tutela dell’ambiente”, ha dichiarato Fabio Vaccarono, Ceo di Multiversity. Lo scorso dicembre, Multiversity ha ricevuto la Medaglia d’Oro da EcoVadis Sustainabilty Rating, una piattaforma internazionale di rating Esg che valuta oltre 100mila aziende in tutto il mondo, con un punteggio di 71 su 100 collocandosi tra il 5% delle migliori aziende valutate nel 2023. “L’eccellente valutazione di Morningstar Sustainalytics Esg Risk Rating nell’ottobre 2023 e la medaglia d’oro di EcoVadis confermano l’efficacia delle iniziative intraprese dal Gruppo Multiversity e il nostro impegno nella sostenibilità con l’obiettivo di portare benefici e creazione di valore di lungo periodo sia per i dipendenti e studenti che per tutta la comunità in Italia”, ha dichiarato Giovanni Marino, Cfo di Multiversity. “Oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, comunichiamo le nostre iniziative per la protezione del pianeta che culminano con l’adesione alla Sbti. Attualmente, in Italia, sono già 186 aziende che partecipano alla Sbti e Multiversity è la prima azienda nel settore ‘Education Services’ ad unirsi. Auspichiamo che sempre più imprese seguano questa strada, contribuendo collettivamente alla lotta contro il cambiamento climatico”, ha aggiunto Alice Soulie, Head of Esg e De&I di Multiversity. Per incoraggiare azioni concrete a favore dell’ambiente, gli Atenei del Gruppo Multiversity, l’Università Pegaso, l’Universitas Mercatorum e l’Università San Raffaele Roma, promuoveranno quest’anno attività di volontariato per i propri studenti. Queste attività saranno guidate dall’associazione Plastic Free, dedicata alla lotta contro l’inquinamento da plastica, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sull’importanza di favorire un futuro più sostenibile. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fratelli d’Italia, la ‘3 giorni’ a Pescara che lancia la corsa alle Europee
(Adnkronos) –
La squadra dei ministri in quota Fratelli d'Italia al gran completo, il presidente del Senato Ignazio La Russa, parlamentari e sindaci, grandi nomi delle partecipate di Stato ma anche del mondo delle Pmi e -naturalmente- la leader Giorgia Meloni, la donna passata in una manciata di anni da underdog a guida del Paese, al timone di Palazzo Chigi. La conferenza programmatica di Fdi -'L'Italia cambia l'Europa', slogan scelto dal partito per le europee del 9 e 10 giugno- si apre venerdì 26 aprile a Pescara, per una 'tre giorni' finalizzata a mettere giù il programma che condurrà il partito di via della Scrofa alle europee. Con i riflettori puntati sulla premier, che proprio a Pescara svelerà quel che intende fare: candidarsi o meno per un seggio a Bruxelles, con l'obiettivo chiaro di calamitare voti. "Si prende fino all'ultimo minuto utile per decidere", assicurano dal suo staff, anche se ormai sono pochi i dubbi sulla sua discesa in campo. Alla conferenza stampa di presentazione della kermesse, rigorosamente in via della Scrofa, il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli cala la carta a sorpresa: domenica a chiudere la 'tre giorni' pescarese ci sarà non solo Meloni, ma tutti i leader di centrodestra "con cui si governa insieme:, Lupi, Cesa, Tajani, Salvini verranno a dare il loro contributo'', un segnale che ''contrasta le teorie farlocche che vogliono un centrodestra che litiga, mentre siamo coesi, uniti e compatti nelle stesse battaglie". Per la conferenza programmatica, afferma Donzelli spiegando il perché della scelta della cittadina abruzzese affacciata sul mare, "cinque anni fa avevamo scelto Torino, mentre lo scorso anno, prima delle politiche, la conferenza si era tenuta a Milano. A Roma facciamo tante iniziative, c’era quindi la volontà di coinvolgere il collegio del Sud, ci sembrava un bel segnale andare in una regione del Mezzogiorno dove c’è un buongoverno del centrodestra confermato dagli italiani”. A Pescara, ha aggiunto Donzelli, “elaboriamo le nostre proposte in vista delle europee” attraverso una ventina di appuntamenti di approfondimento. Con la chiusura di domenica che vedrà, oltre a Meloni e i leader di centrodestra arrivare a Pescara, anche il presidente del Senato La Russa rispondere alle domande di Bianca Berlinguer.
La 'tre giorni' si svolgerà in un teatro allestito “sul mare, con tre sale” alle spalle della centralissima nave di Cascella, punto di ritrovo della città: Sala Vienna 1683, Sala Budapest 1956, Sala Milano 1848. Venerdì la kermesse si aprirà alle ore 15, con l'inaugurazione e l'apertura della Conferenza programmatica. La prima tavola rotonda, moderata dal direttore de Il Secolo d’Italia Antonio Rapisarda, vedrà la presenza di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, Etel Sigismondi, senatore di Fratelli d’Italia e coordinatore per la Regione Abruzzo, i deputati Luca Sbardella e Guerino Testa, il sindaco di Pescara Carlo Masci e Nicola D’Ambrosio, presidente di Azione Universitaria.
Alle ore 16, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Le radici d’Europa', con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura Gianmarco Mazzi, il deputato Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, il direttore del Maxxi Alessandro Giuli. Modererà la tavola rotonda Alessandro Amorese, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento iniziative editoriali.
Alle ore 16, in Sala Vienna 1683, dibattito dal titolo 'Forte, libera e sovrana', politica estera comune e difesa della libertà europea. Interverranno Guido Crosetto, ministro della Difesa, Isabella Rauti, sottosegretario di Stato al ministero della Difesa, Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari esteri e comunitari, Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo. Modererà la tavolo rotonda Davide Desario, direttore dell'Adnkronos. Si prosegue con 'L’Europa del lavoro – Investire sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione', alle ore 18 in Sala Vienna 1683. Presenti Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Walter Rizzetto, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Lavoro, Roberto Capobianco, presidente Conflavoro Pmi, Francesco Greco, presidente nazionale del Consiglio Nazionale Forense, Luigi Sbarra, segretario Generale Cisl. Modera la tavola rotonda Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Professioni.
Alle ore 19, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Difendere i confini d’Europa. Lotta ai trafficanti di esseri umani e protezione delle frontiere esterne dell’UE. Intervengono Wanda Ferro, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Alberto Balboni, senatore Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali, Sara Kelany, deputata Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Immigrazione, Fausto Biloslavo, giornalista e reporter di guerra, Laura Lega, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione. Modera Mario Giordano. Sempre alle ore 19, ma in Sala Milano 1848, dibattito 'Dalla parte degli agricoltori – La via italiana per garantire la sovranità alimentare dell’Europa'. Introduce Patrizio La Pietra, sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, e intervengono Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Giovanni Bernardini, vicepresidente Copagri, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Cristiano Fini, presidente Cia, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Maria Grazia Lungarotti, consigliere Federvini, UIV, Museo di Torgiano, Carlo Piccinini, Alleanza Cooperative, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Paolo Tiozzo, presidente Confcooperative Fedagripesca. Modera Luca De Carlo, senatore Fratelli d’Italia e presidente Commissione Agricoltura. Sabato si riparte alle 10, in Sala Budapest 1956 con 'L’Europa libera dal fondamentalismo – La libertà religiosa alla prova del radicalismo: l’Europa a difesa delle minoranze perseguitate'. Intervengono Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Tommaso Foti, capogruppo Fratelli d’Italia Camera dei deputati, Ester Mieli, senatrice Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento pari opportunità, Augusta Montaruli, deputata Fratelli d’Italia, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente del Coreis, Sandra Sarti, presidente Aiuto alla Chiesa che Soffre – Onlus. Modera Pietro Senaldi, condirettore di Libero. Sempre alle ore 10, in Sala Vienna 1683, "Stop alla concorrenza sleale – Equità e competitività per imprese e prodotti europei". Intervengono Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze, Lucio Malan, capogruppo Fratelli d’Italia Senato della Repubblica, Guido Liris, senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP, Marco Granelli, presidente Confartigianato. Modera il giornalista Roberto Inciocchi. Alle ore 12, in Sala Milano 1848, “Superare l’austerity – Modello Italia: serietà, affidabilità e crescita per far ripartire l’economia europea". Protagonisti della tavola rotonda Ylenja Lucaselli, deputata Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Marco Osnato, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze, Marco Scurria, senatore Fdi, Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Barbara Kolm, vicepresidente della Banca Nazionale Austriaca. Modera il giornalista Andrea Bignami. Alle ore 12, in Sala Vienna 1683, “Difendere l’ambiente dalle eco-follie – Case green, auto elettriche e industria: fermare la deriva ideologica della sinistra europea". Intervengono Nicola Procaccini, co-presidente Ecr, Guido Castelli, senatore Fratelli d’Italia e Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, Mauro Rotelli, deputato Fdi e presidente della Commissione Ambiente, Antonio D’Amato, presidente e ad della Seda International Packaging Group, Giancarlo Quaranta, Commissario straordinario Acciaierie d’Italia, Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. Modera Fabio Dragoni. Contemporaneamente, in Sala Budapest 1956, si parlerà de “L’Europa delle donne – Garantire le pari opportunità per contrastare la violenza di genere". Intervengono Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, Maddalena Morgante, deputata di Fdi e responsabile dipartimento famiglia e valori non negoziabili, Valerio De Gioia, magistrato e consulente giuridico della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, l'attrice Claudia Gerini, Federica Picchi Roncali, managing Director Dominus Production Group, Marina Terragni, editorialista de Il Corriere della Sera e Presidente del GEAC. Modera la tavola rotonda la giornalista Laura Tecce e sarà presente anche lo zio di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto. Alle ore 14.30, in Sala Milano 1848, spazio a “8.000 campanili, un’unica grande storia – Assemblea degli eletti di Fratelli d’Italia". Coordina l'appuntamento Pierluigi Biondi, sindaco di L’Aquila e Responsabile dipartimento coordinamento autonomie locali. Sempre alle 14.30 di sabato, ma in Sala Budapest 1956, “Generazione Amore: le nostre proposte per l’Italia e per l’Europa – Assemblea di Gioventù Nazionale". Coordinano Chiara La Porta, deputata Fratelli d’Italia e Vicepresidente di Gioventù Nazionale, e i due vicepresidente di Gioventù Nazionale Stefano Cavedagna e Francesco Di Giuseppe.
Alle 14.30, in Sala Vienna 1683, “Italianità all’estero, un patrimonio per l’Europa e per il mondo – Assemblea del Dipartimento Italiani nel mondo". Coordina l'appuntamento Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento Italiani nel mondo. Saranno presenti Giangiacomo Calovini, deputato di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione Affari esteri e comunitari, e Andrea Di Giuseppe, deputato Fratelli d’Italia eletto all’estero. Sempre sabato, alle ore 16 in Sala Milano 1848, “La sfida dell’indipendenza tecnologica – Sovranità hi-tech, autonomia strategica e materie prime: costruire una competitività europea. Intervengono: Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e Responsabile dipartimento formazione, Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche, Maria Chiara Carrozza, presidente CNR e High Level Expert Group on Horizon Europe, DG Ricerca, Commissione Europea, Flavio Cattaneo, amministratore Delegato Enel, Emma Marcegaglia, Chair B7, Giuseppe Notarnicola, presidente di STMicroelectronics. Modera l'evento Raffaele Speranzon, senatore FdI e vicecapogruppo vicario al Senato. Contemporaneamente in Sala Vienna 1683 si fa il punto sull'“L’Europa blu – Economia del mare: una rotta da condividere". Introduce Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento turismo, e intervengono Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Daniela Santanché, ministra del Turismo, Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Guido Grimaldi, presidente di ALIS, Pierroberto Folgiero, ad Fincantieri, Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo S.p.A.. Modera Francesco Giubilei, coordinatore editoriale di The Conservative, magazine online di ECR. Spazio anche alla "sfida dell’intelligenza artificiale – Opportunità e responsabilità da condividere: se ne parla alle ore 16 in Sala Budapest 1956. Sul tema, interverranno Salvatore Deidda, deputato FdI e presidente della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione, Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, Gianfranco Basti, professore ordinario di filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense, Roberto Cingolani, ad di Leonardo, Vincenzo Esposito, ad di Microsoft Italia, Francesca Rossi, IBM AI Ethics Global Leader, Valeria Sandeim, ad di Almawave. Modera Tommaso Cerno, direttore responsabile de Il Tempo.
Alle 17 in Sala Milano 1848 si parla di “L’Italia avanguardia nella lotta al crimine – Riforme della giustizia e contrasto alla criminalità: l’Italia è un modello per l’Europa". Intervengono il Guardasigilli Carlo Nordio, Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, Rosario Aitala, giudice della Corte penale internazionale, Aldo Ingangi, membro Nazionale ad interim per l’Italia EuroJust, Antonino Monteleone, giornalista. Modera l'evento Manlio Messina, deputato di Fratelli d’Italia e Vicecapogruppo vicario alla Camera. Sempre alle 17, in Sala Budapest 1956, si parla di “Salute, diritti e libertà – L’Europa dopo il Covid 19: per una sanità efficiente al servizio della persona". Intervengono il deputato di Fdi e responsabile del dipartimento sanità Matteo Rosso, Orazio Schillaci, ministro della Salute, Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al ministro della Salute, Franco Zaffini, senatore Fratelli d’Italia e Presidente Commissione Sanità, Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Francesco Borgonovo, vicedirettore della Verità e responsabile della Verità digitale. Modera il senatore di Fdi Marco Lisei. Si prosegue alle ore 18 in Sala Budapest 1956 con il “Modello Piano Mattei – La via italiana per un nuovo rapporto tra Europa ed Africa". Intervengono Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Carlo Fidanza, capo delegazione Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di ENI, Marco Minniti, già ministro degli Interni e presidente della Fondazione Med-Or, il giornalista Federico Rampini. Modera l'evento Mario Sechi, direttore responsabile di Libero. Sempre nella giornata di sabato, alle ore 18 in Sala Vienna 1683, “Obiettivo natalità -L’Europa al bivio: nella crescita demografica la chiave del futuro". Intervengono Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, Carolina Varchi, deputata Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento politiche per il mezzogiorno, Gian Carlo Blangiardo, Statistico già presidente ISTAT, Cristina Riccardi, vicepresidente Nazionale Forum delle Associazioni Familiari, Maria Rachele Ruiu, Board di ProVita&famiglia. Modera la tavola rotonda la giornalista Hoara Borselli. Domenica si riparte alle 9.30. Il primo appuntamento della giornata conclusiva è in Sala Milano 1848, con il deputato Francesco Filini, responsabile dipartimento programma, Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, e Donzelli.
Alle 10, sempre in Sala Milano 1848, il presidente Ignazio La Russa verrà intervistato da Bianca Berlinguer, mentre alle 11 sarà la volta dei leader di centrodestra: Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Alle ore 11.45, dunque, l'intervento di Meloni, mentre a seguire avranno luogo l'Assemblea Nazionale e la Direzione Nazionale, con le relazioni introduttive di Antonio Giordano, Sergio Berlato, Pietro Fiocchi, Chiara Maria Gemma, Giuseppe Milazzo, Vincenzo Sofo, Denis Nesci. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sostenibilità, Tasca (A2A): “Afflusso cittadino e climate change aspetti fondamentali”
(Adnkronos) – “Ci sono due fenomeni da considerare: in termini demografici si registra un progressivo afflusso di persone nei centri urbani, e questo accade per motivi naturali, in quanto le città sono in grado di produrre un livello di efficienza sociale ed economica che le campagne non sono in grado di sostenere. L’altro fenomeno da considerare è che, utilizzando questo sistema produttivo, stiamo progressivamente avendo problemi di cambiamento climatico, altro elemento al quale dobbiamo porre delle resistenze”. Sono le parole del presidente del Consiglio di amministrazione di A2A, Roberto Tasca, in merito al ruolo fondamentale che hanno le città nell’innovazione, in termini di maggiore sostenibilità e decarbonizzazione, intervenendo a margine della presentazione del Position Paper “Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit”, realizzato da Teha Group in collaborazione con A2A e il contributo scientifico di ASviS, svoltasi oggi nell’ambito della 50° edizione del Forum di Cernobbio, intitolata “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. Uno studio completo e dettagliato sul ruolo di catalizzatore economico e sociale delle città italiane e sulla loro rilevanza nel promuovere il processo di decarbonizzazione dell’intero sistema-Paese. Afflusso dei cittadini e climate change si possono tenere insieme attraverso gli investimenti, spiega il presidente Tasca: “E soprattutto potendo sfruttare il fatto che le città sono produttrici di efficienza: pensando, ad esempio, al riscaldamento di un condominio e alla difficoltà a riscaldare case che sono viceversa sparse in una campagna, si capisce subito quale effetto alveare si avrebbe e l’effetto conseguente che si otterrebbe dall’altro lato, ad esempio, se si riducesse il trasporto pubblico che utilizza ancora oggi i motori endotermici, spostandolo su motori elettrici avremmo una progressiva riduzione”. “Le città sono i destinatari naturali di investimenti che, come abbiamo stimato, potranno essere circa 270 miliardi di euro fino al 2050 e che consentiranno di ridurre le emissioni di poco più del 50%. Oggi si parla molto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma sviluppare l’intelligenza artificiale significa utilizzare molti data center, che produrranno anche grande calore. Noi possiamo raccogliere quel calore tramite il teleriscaldamento e indirizzarlo verso le città. In questo modo molte abitazioni diverranno automaticamente sostenibili. Questo è un fatto importante da considerare per poter avere e dare un contributo forte al pianeta”, conclude. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Da Soros oltre 1 milione di euro a Più Europa: “Contributi regolari, li rivendichiamo”
(Adnkronos) –
Con oltre un milione di euro George Soros risulta tra i principali finanziatori di Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino nel 2017 e ora guidato da Riccardo Magi. Spulciando l'elenco delle dichiarazioni congiunte sottoscritte da donatori e beneficiari e indirizzate alla presidenza della Camera dei deputati, si scopre che nel 2022 il magnate ungherese naturalizzato americano ha staccato cospicui assegni a favore di sei esponenti di Più Europa, per sostenere la campagna elettorale del loro movimento alle ultime politiche, quelle del settembre di due anni fa. Aiuti che non sempre sono andati a buon fine. Non tutti i beneficiari dei contributi economici, infatti, ce l'hanno fatta a superare la prova del voto: solo Magi e Benedetto Della Vedova sono riusciti ad approdare in Parlamento. E' stato Carlo Calenda (leader di Azione, ex alleato di Più Europa prima della rottura ad agosto di due anni fa con la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd) a dare la notizia del finanziamento del miliardario di origini ungheresi. Della Vedova confermò i soldi, spiegando di aver ricevuto oltre 300mila euro.
Sfogliando le carte in possesso dell'Adnkronos si scopre che nel 2022 non fu solo l'allora segretario di Più Europa a incassare un contributo diretto da Soros: per l'esattezza 312mila euro (data di protocollo 30 gennaio 2023), 'come contributo di provenienza estera autocertificato dal candidato'. Stessa somma (312mila euro), infatti, fu versata anche a Magi, all'imprenditore agricolo Giordano Masini, membro della segreteria di Più Europa, e a Simona Emanuela Anna Carolina Viola. La tesoriera del partito Carla Taibi ha beneficiato di 260mila euro mentre Anna Maria Corazza Bildt (moglie dell'ex ministro svedese Carl Bildt) di 100mila euro.
Contattata dall'Adnkronos, Più Europa rivendica politicamente il finanziamento di Soros spiegando che non c'è stata nessuna contropartita, né palese né occulta, per il sostegno ai candidati alle politiche, bensì una nota, consolidata e duratura condivisione dei valori politici liberali e democratici e una comune visione europeista fondata sui diritti umani e civili e lo Stato di diritto. "Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole, pubblicati sul sito della Camera in base alla legge, che non solo confermiamo ma che rivendichiamo", assicurano all'Adnkronos in una nota congiunta il segretario nazionale Magi e il deputato Della Vedova che spiegano: "Alla base di essi c'è una consolidata e duratura condivisione" con Soros "dei valori politici liberali e democratici, oltre che una comune visione europeista. Rivendichiamo quindi il suo sostegno alle nostre battaglie, che sono comuni con lui per i diritti umani e civili, per l'antiproibizionismo e per lo Stato di diritto. E lo ringraziamo per quello che fa".
A partire da gennaio 2019, in Italia i partiti e i movimenti politici non possono ricevere finanziamenti dall'estero, ma il divieto non vale per i singoli candidati se ottengono un contributo diretto. La cosiddetta legge spazza-corrotti approvata a fine 2018 dal primo governo Conte ed entrata in vigore il 31 gennaio del 2019 ha modificato la normativa specificando che i "partiti e i movimenti politici non possono ricevere contributi da governi o enti pubblici di Stati esteri"; da "persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia" e da "persone fisiche maggiorenni non iscritte nelle liste elettorali o private del diritto di voto". Di conseguenza, a partire dalla fine di gennaio 2019 i soggetti esteri, come l'imprenditore statunitense Soros, non possono finanziare i partiti politici italiani, mentre sono regolari le dazioni di danaro fatte direttamente. Quanto a Più Europa, nella sezione 'trasparenza' del sito del partito si legge che nel 22 gennaio 2019 – pochi giorni prima dell'entrata in vigore della legge spazza-corrotti – Soros ha versato 99.789 euro alla formazione politica fondata dalla Bonino e un'altra donazione dello stesso importo è stata effettuata dalla moglie del milionario americano Tamiko Bolton, il 30 gennaio 2019. I divieti relativi ai contributi dall'estero disposti dalla legge spazza-corrotti sono entrati in vigore il giorno successivo, il 31 gennaio, e quindi questi versamenti (anch'essi rivendicati pubblicamente da Più Europa) sono regolari. Da quel momento, non risultano altri versamenti disposti da Soros o Bolton a favore di Più Europa, né nei resoconti pubblicati dal partito né su quelli consultabili sul sito della Camera. Ma esiste la somma di oltre un milione di euro versata ai sei esponenti di Più Europa sottoforma di contributo diretto di provenienza estera, tramite autocertificazione del candidato. (di Vittorio Amato e Antonio Atte) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sanremo, Fiorello fa ballare a John Travolta ‘Qua Qua Dance’ e Tarantella
(Adnkronos) –
Fiorello l'aveva detto: "Chiederò a John Travolta di fare una cosa che se accetta la sua carriera potrebbe finire in Italia". E alla fine la star americana, dopo aver fatto ad Amadeus un tutorial dei suoi balli cinematografici più iconici, da 'Saturday Night Fever' a 'Grease' a 'Pulp Fiction', esce con il conduttore del Festival di Sanremo 2024 dall'Ariston e raggiunge Fiorello davanti al suo Aristonello.
"This is devil, this is comunist, ha cantato 'Bella Ciao'", dice Fiorello a Travolta in inglese maccheronico riferendosi ad Amadeus. "Listen to me, John. Tu hai ballato tutto ma noi faremo una cosa speciale: in Italia c'è l'inno nazionale e poi questo ballo, la Qua Qua Dance", dice mostrandogli le mosse del balletto dei paperi a cui mescola un giro di tarantella. Il finale è per una coreografia a tre sulle note del 'Ballo del Qua Qua'. "Quest'uomo che ha fatto tutto nella sua vita, avrà la fine della sua carriera qui stasera", dice lo showman siciliano mentre Travolta (che riceve la traduzione nell'auricolare) ride. Un intervento molto ballato ma quasi muto quello dell'attore americano, fatta eccezione per lo scambio di battute iniziali con Giorgia, alla quale parla del suo legame con 'La Strada' di Fellini. "Quando avevo 4 anni ho visto 'La Strada' per la prima volta con mamma e papà e mi è piaciuto tantissimo. Mi sono innamorato di Giulietta Masina. Non capivo perché moriva e mio padre mi disse che era morta perché le avevano spezzato il cuore e da allora ho pensato che non avrei mai spezzato il cuore a nessuno". Travolta ironizza anche sul quinto e ultimo Sanremo di Amadeus, appena lo incontra: "Dopo 5 Sanremo che bella forma che hai". "Perché anche tu sai che questo è il mio quinto Sanremo?", dice Ama. "Certo in America non si parla d'altro. Mi dicono che ci sono le primarie in questo momento, per sapere chi sarà il prossimo conduttore", dice Travolta tra le risate della platea dell'Ariston. Nelo sketch entra anche una battuta di Amadeus sulla multa per la pubblicità ad Instagram: "Giovanna fammi una foto con Travolta che la posto sui social. I miei social sono Televideo". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sostenibilità, Alessi (WWF):”Certificazione olio di palma sostenibile è priorità per suo basso impatto”
(Adnkronos) – “La certificazione di una commodity complessa come l’olio di palma, che è stata lungamente anche causa di gravi problemi di deforestazione, è oggi la priorità. Ci serve un olio di palma che sia sostenibile e che non impatti sulle foreste. L’olio di palma è una commodity molto buona anche per le sue tantissime applicazioni ma avendo un impatto sulle foreste abbiamo bisogno che questa commodity sia prodotta in modo sostenibile.” Lo ha dichiarato Eva Alessi, Head of Sustainability di WWF Italia a margine dell’incontro “Partnership for Impact” nell’ambito dell’European Innovation for Sustainability Summit. “Boicottare l’olio di palma oggi non ha senso – ha spiegato – perché questa commodity ha un grande vantaggio: quello di essere una pianta, la palma da olio, molto efficiente che riesce a produrre in quantità di superficie molto ridotta. Quello che ci serve è un impegno da parte delle aziende a certificare oggi e ad acquistare olio di palma che provenga da una certificazione sostenibile anche da parte dei consumatori. Imparare a leggere le etichette per scegliere solo quelle aziende che hanno un olio di palma che effettivamente proviene da un percorso di certificazione sostenibile”. “Il WWF partecipa in molti processi di certificazione – ha proseguito – laddove il processo produttivo è particolarmente importante e dove è prioritario portare degli esempi virtuosi e delle modalità virtuose di produzione. Anche per quanto riguarda l’olio di palma sostenibile è stato all’interno del percorso di definizione e implementazione di quello che viene chiamato il Critical Friend, quello che supporta ma cerca sempre di tenere l’asticella molto alta di quelle che sono le richieste ambientali per una produzione che anche nel futuro rimanga sempre molto sostenibile.”, ha concluso. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Paga (Bms): “Azienda ha investito 14,5 mld nel mondo per le Car-T”
(Adnkronos) – "Solo per lo sviluppo delle terapie cellulari Car-T Bristol Myers Squibb fino ad oggi ha investito circa 14 miliardi e mezzo di dollari in tutto il mondo. Oggi presentiamo le due Car-T di nuova generazione, 'ide-cel' e 'liso-cel' per il trattamento del mieloma multiplo e dei linfomi a cellule B a dimostrazione che Bms sta continuando a trasformare lo scenario terapeutico in ematologia, sviluppando farmaci che offrano un cambio di paradigma". Così all’Adnkronos Salute Cosimo Paga, Direttore Medico Bristol Myers Squibb in occasione della presentazione – oggi a Roma – di due nuove terapie cellulari in pazienti ematologici pretrattati, Car-T che hanno ottenuto dall’Aifa il via libera alla rimborsabilità. "Le Car-T concettualmente sono l'evoluzione dell'immunoterapia che la mia azienda sta già studiando da parecchi anni, partendo dai tumori solidi – spiega Paga – L'immunoterapia ha come fondamento quello di stimolare il sistema immunitario della persona a combattere la malattia tumorale. Nel caso delle Car-T, invece, l’immunoterapia è personalizzata: vengono prese le cellule del singolo paziente per essere 'ingegnerizzate' così da farle funzionare contro l'antigene specifico presente nella malattia del paziente. Quindi parliamo di immunoterapia target per definizione". I "risultati che abbiamo avuto sono molto interessanti, siamo già ora in grado di soddisfare tutte le richieste che dovrebbero arrivare". E siccome si tratta di un "processo tecnologico complesso, inizialmente c'è stata un problema di disponibilità e di slot relativamente alla richiesta ma noi oggi siamo già in grado di soddisfare tutte le richieste – assicura Paga – e stiamo lavorando anche per migliorare la produzione, prevedendo che la richiesta aumenterà nel prossimo futuro". Per questo motivo "abbiamo stipulato un accordo globale con Cellares, per migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di produzione delle terapie Car-T. L’accordo con Cellares è il passo più recente a sostegno della nostra strategia globale per sbloccare il pieno potenziale delle Car-T e fornire trattamenti trasformativi al maggior numero di pazienti, il più rapidamente possibile" conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Rai, “Meloni tentata da privatizzazione”: cosa dice Il Foglio
(Adnkronos) – "Nell’agenda politica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c’è un colpo a sorpresa che potrebbe cogliere alla sprovvista tanto l’opposizione quanto la maggioranza. Un colpo a sorpresa, e clamoroso, che riguarda una tentazione esplicita che la premier sta accarezzando da alcuni giorni e che potrebbe diventare uno degli argomenti della prossima legge di Stabilità. Tre parole: privatizzare la Rai". Lo scrive il Foglio, in prima pagina in un articolo del direttore Claudio Cerasa, in cui si sottolinea come "nonostante una certa dimestichezza con il vocabolario del sovranismo, diciamo così, il verbo privatizzare, negli ultimi mesi, è stato evocato da Giorgia Meloni in diverse partite", dalla "cessione del 4 per cento di Eni (già avvenuta)" a quella "di una quota che potrebbe arrivare fino al 29 per cento di Poste (percorso avviato lo scorso 25 gennaio)" ma anche "attraverso la privatizzazione di Mps (prevista entro la fine del 2024), attraverso la privatizzazione delle Ferrovie dello stato (sarà interessante capire se il nuovo amministratore delegato, Stefano Antonio Donnarumma, deciderà di accelerare o rallentare il percorso) e attraverso la cessione di una quota di Rai Way (nel gruppo che gestisce le torri di trasmissione, il cui 65 per cento è nelle mani del gruppo Rai, lo stato non scenderà sotto il 30 per cento)". Per Cerasa, tuttavia, "non ci vuole molto a capire che, nel caso della Rai, l’evocazione improvvisa dello scenario della privatizzazione è qualcosa di più di un semplice ragionamento di natura contabile e assomiglierebbe invece a una svolta insieme politica e culturale". "Mentre gli avversari di Meloni accusano la premier di voler monopolizzare il servizio pubblico trasformandolo in una discarica del melonismo – continua Cerasa – la premier, con una mossa di questo genere, cambierebbe la narrazione, come si dice, e imboccherebbe una traiettoria opposta: non mettere più politica in Rai ma, al contrario, mettere un po’ di Rai sul mercato, per togliere un po’ di politica". Nel pezzo del Foglio si riconosce come "la formula su cui ragiona Meloni è ancora vaga, con qualcuno la premier si è spinta a dire che la privatizzazione ideale coincide con il 50 per cento della Rai". "Ma – si sottolinea – più che la formula ciò che conta è il ragionamento che potrebbe spiazzare anche i suoi alleati, alcuni dei quali, come Forza Italia, e come la famiglia Berlusconi, ovviamente, potrebbero essere preoccupati dall’idea di avere una Rai in futuro maggiormente desiderosa di competere con Mediaset sul mercato pubblicitario". Cerasa segnala come "c’è poi però anche la consapevolezza che andare nella direzione di una robusta privatizzazione della Rai è una strada inevitabile per tutti coloro che hanno un minimo di contezza su un tema delicato, drammatico, che è l’indebitamento accumulato negli anni dalla Rai. L’ultimo bilancio approvato dalla Rai vede un indebitamento netto pari a 568 milioni di euro. Una cifra in calo rispetto ai 660,5 milioni di euro del 2022 ma una cifra che resta comunque mostruosa e che giustificherebbe un ricorso al mercato". "L’evocazione della privatizzazione della Rai – ricorda Cerasa – è un topos, un elemento ricorrente, di ogni governo, ed è almeno dal 1995, dai tempi del referendum proposto dai Radicali e dalla Lega nord per aprire la Rai ai privati, che le forze politiche, a un certo punto della loro vita, si trovano di fronte alla domanda delle domande: che fare in Rai? La tradizione vuole che la richiesta di privatizzare la Rai, 'di togliere la politica dalla Rai', avvenga regolarmente quando i partiti in questione si trovano all’opposizione, e quando cioè, oltre a non poter lottizzare, non hanno il potere di fare quello che suggeriscono di fare". "TeleMeloni – aggiunge – non è lo specchio della violenza preponderante del melonismo ma è lo specchio di quello che fanno tutti i leader politici che arrivano al governo: usare la Rai per proiettare i propri colori politici, per piazzare i propri amici, per far emergere i giornalisti più vicini alle proprie scuderie, nulla di nuovo, purtroppo". Cerasa ricrda come mercoledì prossimo i presidenti di Camera e Senato cercheranno di fissare una data per eleggere i 4 membri Rai del cda eletti dal Parlamento, in scadenza. A questo punto "chissà se quando si ritroverà a muovere le pedine della Rai del futuro Meloni darà seguito alla sua idea: togliere un po’ di politica da Viale Mazzini e mettere un po’ di Rai sul mercato. L’idea c’è. Le dita incrociate, le nostre, pure". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ventiduenne della Guinea trovato morto nel centro migranti di Ponte Galeria
(Adnkronos) – Un 22enne originario della Guinea è stato trovato morto questa mattina nel centro per migranti di Ponte Galeria, in via Cesare Chiodi a Roma. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato San Paolo. Stando alle prime ricostruzioni si tratterebbe di un suicidio. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Atp Montecarlo, oggi in campo Berrettini e Musetti: orario e dove vederli in tv
(Adnkronos) – Italia in campo oggi, martedì 9 aprile, all'Atp Masters 1000 di Montecarlo. Il primo azzurro a scendere in campo sulla terra rossa sarà Matteo Berrettini. Il romano, uscito vincitore dal torneo di Marrakech, affronterà il serbo Miomir Kecmanovic. La partita si giocherà non prima delle 12:30 e sarà trasmesso in esclusiva tv da Sky Sport sui canali Sky Sport Uno (201) e Sky Sport Tennis (203). Sarà inoltre possibile seguire il match in streaming su Sky Go e Now . L'altro azzurro impegnato oggi a Montecarlo è Lorenzo Musetti che affronterà il francese Arthur Fils. Il match è in programma nel pomeriggio, non prima delle 15.30 (è il quarto incontro della giornata sul Campo dei Principi a partire dalle 11) e sarà trasmesso in diretta sui canali di Sky (Sky Sport Uno e Sky Sport Tennis) e in streaming su SkyGo e Now. "Matteo è un ragazzo che ha qualità eccezionali sotto il profilo umano ed è su quello che ha fatto leva in quei momenti così difficili. Il fatto di essere tornato alla vittoria dopo poche settimane dalla ripresa dell'attività si spiega con le qualità eccezionali, oltre a tutto il lavoro svolto con il suo nuovo team. C'è una parte di grande impegno e dedizione, ma ci sono anche le sue qualità innate che gli permettono di raggiungere dei risultati quasi incredibili dopo tanto tempo di lontananza dal campo", ha detto Stefano Massari, mental coach di Matteo Berrettini, a 'Radio Anch'Io Sport'. "Negli ultimi due anni ha avuto una serie di problemi notevoli dal punto di vista fisico. Quando i problemi fisici tendono a ripetersi, si innesca un timore particolare di farsi male, si va in campo più timorosi. Ci si domanda anche quanto si possa resistere in questa situazione di stress fisico. Si innescano una serie di domande che impattano non solo sull'umore ma anche sulla serenità dell'atleta", ha proseguito Massari. "L'ascesa di Sinner ha condizionato negativamente Berrettini? Non credo, tra di loro c'è un rapporto molto buono, di grande stima. Matteo in questi ultimi 22 mesi ha dovuto occuparsi più di se stesso che non della popolarità di Jannik. Credo gli abbia fatto piacere il suo successo". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Energia: transizione efficiente e nuove soluzioni per futuro, evento a Roma
(Adnkronos) – Un’occasione per stimolare un confronto sui temi della transizione energetica, con l’obiettivo di identificare potenzialità di sviluppo, nuove strategie e policy per favorire il percorso di crescita sostenibile, in linea con gli ambiziosi target europei e nazionali. Il convegno “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”, promosso da Engie a Roma l’8 maggio a Roma, nell’ambito del quale saranno presentati i risultati dello studio “Roadmap to 2030: scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione” che Engie ha realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. L’evento vedrà confrontarsi esponenti delle istituzioni, della Pubblica amministrazione e del mondo delle imprese. Tra gli ospiti interverranno il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il Presidente di Arera, Stefano Besseghini e il Presidente del GSE, Paolo Arrigoni. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
E’ morto Carl Weathers: Apollo Creed di Rocky aveva 76 anni
(Adnkronos) – E' morto Carl Weathers. L'attore statunitense aveva 76 anni. Weathers, nella sua carriera, in particolare ha interpretato il ruolo di Apollo Creed nella saga dei film di Rocky con Sylvester Stallone. Apollo Creed, nel primo film Rocky, è il campione del mondo dei pesi massimi che batte il pugile italoamericano interpretato da Stallone. Nel secondo episodio della saga, Rocky II, lo sfidante batte il campione del mondo in un match che si risolve solo all'ultimo secondo del 15esimo round con il k.o. di Creed. In Rocky III, Apollo diventa l'allenatore di Rocky e lo aiuta a riconquistare il titolo dopo la sconfitta contro Clubber Lang. Infine, in Rocky IV, la morte di Apollo: il pugile perde la vita sul ring contro il sovietico Ivan Drago, che poi verrà sconfitto da Rocky. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Parigi e il referendum ‘anti-Suv’: triplicato il costo dei parcheggi
(Adnkronos) – Il 55% dei parigini hanno votato oggi a favore della proposta di triplicare le tariffe dei parcheggi per i Suv, recandosi alle urne per esprimere la propria opinione nel referendum dal titolo 'Più o meno Suv a Parigi?'. La misura, secondo il progetto del Comune di Parigi, colpirà le auto termiche o ibride sopra le 1,6 tonnellate di peso e le auto elettriche sopra le 2 tonnellate. La proposta della sindaca Anne Hidalgo prevede che i veicoli interessati dovranno pagare 18 euro l'ora per il parcheggio nei quartieri centrali, 12 euro l'ora per quello nei quartieri periferici. L'argomentazione della città a favore di una tassa più alta per i Suv è che i veicoli pesanti causano un aumento dell'inquinamento, occupano molto spazio pubblico e mettono a rischio la sicurezza stradale. La tassa si applicherebbe a turisti e visitatori, ma residenti, commercianti e servizi di assistenza potrebbero richiedere un'esenzione. Il cambiamento non si applicherebbe ai parcheggi privati. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Cancro, in Italia “avanti con test su vaccino melanoma e dati in 3 anni”
(Adnkronos) – "C'è molta attesa" per i risultati che emergeranno dai test in corso sul vaccino a mRna personalizzato contro il melanoma, cioè costruito su misura per il tumore del singolo paziente. Anche il Regno Unito sta trattando i suoi primi pazienti. "La notizia riportata in Uk" racconta "del processo di uno studio di fase 3 che adesso sta cominciando nei vari Paesi. Noi in Italia abbiamo iniziato a dicembre 2023, lo studio sta andando avanti. Nel nostro Paese ci sono 5 centri coinvolti, l'arruolamento procede e sta andando molto bene. Molti pazienti stanno partecipando e quindi contiamo di avere i risultati nel giro di 3 anni". A prospettarlo all'Adnkronos Salute è l'oncologo dell'Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento che si occupa di tumori cutanei, immunoterapia oncologica sperimentale e terapie innovative. "La tabella di marcia viene rispettata – fa il punto l'esperto – e probabilmente l'arruolamento si può chiudere anche prima. Il processo verrà ulteriormente velocizzato adesso con l'aggiunta del Regno Unito, perché così avremo più pazienti e questo significa senz'altro una velocità maggiore" nella raccolta dei dati. "In Italia credo siano già stati arruolati una cinquantina di pazienti, siamo avanti e ci sono tanti altri che sono in screening, in attesa di verificare se possono entrare nello studio. La performance del nostro Paese è importante" su questo fronte. Entrando nel merito del vaccino, "si aspetta questa ulteriore novità" nel mondo dell'oncologia, ragiona lo specialista. "I dati dello studio di fase 2 sono molto promettenti e quindi c'è molta attesa. E se lo studio dovesse essere positivo, da un lato cambia lo standard del trattamento adiuvante" per il melanoma, "ma si apre anche la porta a ulteriori sperimentazioni per altri tipi di tumori. Già ce ne sono alcune in corso, anche queste importanti. Quindi vedremo. E' un approccio sicuramente molto interessante quello di personalizzare l'attività del sistema immunitario". Questo di Moderna, "che al momento ha un processo di sviluppo più avanzato, sarebbe il primo vaccino terapeutico" se i dati positivi saranno confermati. "La sua caratteristica", spiega Ascierto, "è che il vaccino viene prodotto direttamente dal tumore del paziente. Il campione tumorale, dopo che è stato tolto e analizzato, viene mandato in un laboratorio centralizzato che estrae tutto il Dna. Il tumore ha tante proteine mutate, diverse da quelle normali. E a ogni proteina mutata corrisponde un gene mutato. Quindi dal Dna del campione tumorale un algoritmo seleziona i neoantigeni, ovvero i geni di quelle proteine mutate tipici del tumore. L'algoritmo ne seleziona 34 fra quelli più immunogenici, cioè capaci di attivare maggiormente la difesa immunitaria. Viene poi prodotto l'Rna messaggero di questi 34 antigeni che diventa il vaccino. Un processo dunque personalizzato". E' il percorso seguito anche per i pazienti italiani che sono stati presi in carico dai centri coinvolti nel trial internazionale in corso. "Noi non sappiamo chi ha fatto il vaccino e chi il placebo, perché lo studio di fase 3 prevede l'arruolamento di 1.000 pazienti che fanno il vaccino e l'immunoterapia e 500 che fanno placebo e immunoterapia". Il medico 71enne Alfredo "è stato il primo paziente italiano trattato, sapremo al termine in che modalità". Che prospettive si aprono ora? "Per il melanoma, se si conferma il dato di fase 2" reso noto da Moderna e Msd, "cioè una riduzione del rischio di recidiva del 44% e addirittura del 76% per la comparsa di metastasi a distanza, è chiaro che sarà un ulteriore passo in avanti" per il futuro del trattamento e le prospettive di questi pazienti, ragiona l'oncologo. "Al tempo stesso – continua – questo dato incoraggerà ulteriori studi clinici nel setting adiuvante, cioè dopo intervento chirurgico in collaborazione con l'immunoterapia classica, con l'obiettivo di poter avere risultati migliori anche per altri tumori". Una svolta quella che si prospetta con i vaccini sperimentali anticancro allo studio? "Di svolte ne stiamo vedendo diverse – puntualizza Ascierto – Se dovessi definire questo vaccino lo definirei 'immunoterapia 4.0', perché abbiamo gli inibitori dei checkpoint, abbiamo le Car-T, abbiamo i Til (linfociti infiltranti il tumore)". E il quarto 'pilastro' potrebbero dunque diventare i vaccini su misura. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Serenissima Ristorazione: nel 2023 fatturato a oltre 535 mln, +17%
(Adnkronos) – L’Assemblea dei Soci di Serenissima Ristorazione, una tra le realtà di maggior rilievo nella ristorazione collettiva italiana, ha approvato il bilancio di esercizio 2023, evidenziando risultati solidi in tutti i principali indicatori. Il fatturato consolidato ha raggiunto 535.683.607 euro, con un incremento del 17% rispetto al 2022, l'EBITDA ha toccato 31.627.041 euro, con una crescita del 25.5% su base annua. L'utile netto si è attestato a 13.010.624 euro – il lordo è di 18.674.565 euro-, segnando un aumento del 28.26% rispetto all'anno precedente ed il patrimonio netto ammonta a 125.535.052 euro con un miglioramento del 10%. Viene quindi confermata la solidità patrimoniale del Gruppo che, grazie all'adozione di strategie di investimento mirate, ha rafforzato la solidità finanziaria complessiva. E' quanto comunica l'azienda. "Il 2023 è stato un anno di notevoli progressi per il nostro Gruppo. Gli investimenti strategici che abbiamo messo in atto testimoniano il nostro impegno a lungo termine verso l'innovazione, la sostenibilità e l'espansione in nuovi settori” afferma Tommaso Putin
vicepresidente di Serenissima Ristorazione aggiungendo che “Questi risultati non sarebbero stati possibili senza il duro lavoro e la dedizione di tutta la nostra squadra. Più di 11 mila collaboratori e collaboratrici impegnati quotidianamente nel fornire servizi di alta qualità per il benessere delle persone”. La solidità del Gruppo è testimoniata anche dal premio che Industria
Felix ha rilasciato – analizzando i dati di bilancio 2022 – alla capogruppo Serenissima Ristorazione come Migliore impresa del settore ristorazione per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Veneto, ricevendo in aggiunta una menzione speciale – la Pergamena “Green” – per la redazione del Bilancio di Sostenibilità e per l’impegno attivo nella lotta al cambiamento climatico attraverso iniziative concrete. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Concerto primo maggio, Massini: “Se dici antifascista ti identifica la digos”
(Adnkronos) – "Ogni volta che qualcuno muore sul lavoro è una catastrofe, è uno sfascio, un massacro. Io, allora, oggi sono 'antisfascista' perché se oggi dici antifascista ti identifica la digos". Così Stefano Massini durante la sua performance insieme a Paolo Jannacci sul palco del concerto del primo maggio di Roma. "Chi muore sul lavoro muore più volte: la prima volta quando vieni stritolato e bruciato dalle fiamme, la seconda quando ti dicono che la colpa era la tua, la terza quando non frega un cazzo a nessuno e la quarta quando saprai di essere morto invano e da uomo diventi fotografia", afferma lo scrittore che grida: "Mai più". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Energia, Iaccarino (Enel): “Transizione delle reti richiede 60 mld in investimenti”
(Adnkronos) – Negli ultimi tre anni Enel ha visto crescere gli allacci di pannelli solari alla rete da 50.000 a 370.000, oltre 1000 al giorno. Così Fabrizio Iaccarino, Head of Institutional Affairs per l'Italia di Enel. La sfida è rendere la rete capace di gestire il carico aggiuntivo: il settore richiede 60 miliardi di investimenti, spiega dal palco di Comolake. "Il tema fondamentale è la capacità della rete di gestire l’intermittenza delle rinnovabili" assieme all'aumento di domanda di energia elettrica per via della crescente elettrificazione dei consumi, dice Iaccarino. Si prevede un utilizzo dell'intelligenza artificiale applicata per efficientare l'interazione tra produttori e consumatori/produttori, aggiunge. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Foibe, Mattarella: “Si formò muro di silenzio e oblio. Negare è un affronto alle vittime”
(Adnkronos) – "Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani massacrati nelle foibe". Ma "i tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno del Ricordo, "dedicato alla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra". Il Presidente ha quindi ripercorso la storia di quegli anni ricordato che "il nostro Paese, per responsabilità del fascismo, aveva contribuito a scatenare una guerra mondiale devastante e fratricida; e fu grazie anche al contributo dei civili e dei militari alla lotta di Liberazione e all’autorevolezza della nuova dirigenza democratica, che all’Italia fu risparmiata la sorte dell’alleato tedesco, il cui territorio e la cui popolazione vennero drammaticamente divisi in due. Questo, tuttavia – ha sottolineato Mattarella -, non evitò che le legittime istanze di tutela della popolazione italiana residente nelle zone del confine orientale fossero osteggiate, frustrate e negate. Il nostro 'muro di Berlino' – certamente ben minore per dimensioni ma con grande intensità delle sofferenze provocate – passava per il confine orientale, per la cortina di ferro che separava in due Gorizia, allontanando e smembrando territori, famiglie, affetti, consuetudini, appartenenze". "Il nuovo assetto internazionale, venutosi a creare con la divisione in blocchi ideologici contrapposti, secondo la logica di Yalta, fece sì che passassero in secondo piano le sofferenze degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Furono loro a pagare il prezzo più alto delle conseguenze seguite alla guerra sciaguratamente scatenata con le condizioni del Trattato di pace che ne derivò. Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla loro sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali". "Le loro sofferenze – ha ricordato il Capo dello Stato – non furono, per un lungo periodo, riconosciute. Un inaccettabile stravolgimento della verità che spingeva a trasformare tutte le vittime di quelle stragi e i profughi dell’esodo forzato, in colpevoli -accusati indistintamente di complicità e connivenze con la dittatura- e a rimuovere, fin quasi a espellerla, la drammatica vicenda di quegli italiani dal tessuto e dalla storia nazionale". "La ferocia che si scatenò contro gli italiani in quelle zone -ha proseguito il Presidente della Repubblica- non può essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o giustizia sommaria contro i fascisti occupanti; il cui dominio era stato – sappiamo – intollerante e crudele per le popolazioni slave, le cui istanze autonomistiche e di tutela linguistica e culturale erano state per lunghi anni negate e represse". "Le sparizioni nelle foibe o dopo l’internamento nei campi di prigionia, le uccisioni, le torture commesse contro gli italiani in quelle zone, infatti, colpirono funzionari e militari, sacerdoti, intellettuali, impiegati e semplici cittadini che non avevano nulla da spartire con la dittatura di Mussolini. E persino partigiani e antifascisti, la cui unica colpa -ha rimarcato Mattarella- era quella di essere italiani, di battersi o anche soltanto di aspirare a un futuro di democrazia e di libertà per loro e per i loro figli, di ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista". Quindi dal Capo dello Stato arriva un richiamo sulla situazione attuale: "Pagine buie della storia, anche d’Europa, sembrano volersi riproporre. Disponiamo di un forte antidoto e dobbiamo consolidarlo e svilupparlo sempre di più. La costruzione dell’Unione europea, pur con i suoi ritardi e le sue carenze, ha rappresentato il ripudio della barbarie provocata da tutti i totalitarismi del Novecento e la concreta e valida direzione di marcia per guardare al futuro con fiducia e speranza". "In questo quadro -ha aggiunto Mattarella- nelle splendide terre di cui parliamo, oggi, grazie alla comune appartenenza all’Unione europea, non esistono più barriere o frontiere, ma strade e ponti. La diversità non genera più risentimento o sospetto, ma produce amicizia e progresso. Con Slovenia e Croazia coltiviamo e condividiamo, in Europa e nel mondo, i valori della democrazia, della libertà, dei diritti. E lavoriamo insieme per la pace, lo sviluppo, la prosperità dei nostri popoli, amici e fratelli. I giovani lo sanno e lo vivono". "Gorizia, la città simbolo della divisione, è oggi associata -grazie a una generosa intuizione della Slovenia- a Nova Gorica: due città, due Stati, una sola capitale della cultura europea 2025. Occorre adesso lavorare alacremente, a livello europeo, perché anche gli altri Paesi dei Balcani Occidentali candidati all’ingresso nell’Unione -ha quindi ribadito Mattarella- possano compiere le procedure di adesione senza indugi o ritardi. Si tratta anche di una risposta concreta ai pericoli del possibile riaccendersi, nella regione, di sopiti conflitti di natura etnica o religiosa, che rischiano di riportare la storia, a tempi che non vogliamo rivivere mai più". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)