Egitto, italiano arrestato per contenuti ‘che incitano alla dissolutezza’: cosa rischia

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(Adnkronos) – Sarebbe in carcere con l'accusa "di aver pubblicato clip e immagini pornografiche che incitano alla dissolutezza”, Sharif Elanain, detto El Taliani (l’italiano, ndr), 44enne con doppia cittadinanza italiana ed egiziana, fermato nel suo paese d'origine dopo il suo arrivo da Roma. L'uomo è noto da anni in Egitto per la sua attività nel settore pornografico e già in passato era stato al centro di polemiche: la sua presenza al Festival Internazionale del Cinema del Cairo nel 2016 aveva suscitato critiche, costringendo la direzione dell’evento a diramare un comunicato per smentire di averlo invitato.  Secondo l’emittente al-Arabiya Elanain si sarebbe dedicato alla pornografia dopo aver una grave crisi psicologica scatenata dalla scoperta del tradimento della sua promessa sposa. Sul sito del quotidiano egiziano ‘ElDostor’ si parla delle indagini della Procura di Giza e di una segnalazione del Dipartimento della morale del ministero dell'Interno che avrebbe "preparato un'imboscata all'interno dello scalo cairota durante l'espletamento delle procedure di ingresso” di Elanain. Secondo l’avvocato della famiglia Alessandro Russo all’origine dell’arresto potrebbero esserci contenuti pubblicati sui social dal 44enne e giudicati "immorali" dalle autorità egiziane. Russo ha denunciato all'Adnkronos i trattamenti “inumani subiti da Elanain Sharif, cittadino italiano, arrestato appena atterrato in Egitto, lo scorso 9 novembre”. 
La legge egiziana prevede la reclusione per un tempo non inferiore a due anni e non superiore a 5 anni a chiunque, con un programma informatico, tratti intenzionalmente dati personali altrui per collegarli a contenuti contrari alla morale pubblica o per visualizzarli in modo non conforme alla morale pubblica. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Russia e lancio del super missile? “Mossa per tracciare nuova linea rossa con Usa”

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(Adnkronos) – Il lancio del 'super' missile balistico a medio raggio (Irbm) 'Oreshnik' da parte della Russia, ieri, contro un impianto del comparto industrial militare ucraino a Dnipro è stato "un atto performativo". Una coreografia ben studiata per moltiplicare l'allarme senza provocarlo realmente, anche se questo non significa che debba essere considerato con leggerezza. Il test del nuovo sistema "in una situazione di combattimento", come ha detto ieri sera Vladimir Putin, indica, solamente un altro passo reversibile sulla scala dell'escalation, per quanto significativo, non un balzo, come ha riassunto l'analista di Carnegie Russia Eurasia Alexander Baunov in un tweet. "Rientra nella strategia più ampia di Mosca annebbiare il superamento di una soglia con un linguaggio che suggerisce che la soglia non è stata del tutto superata o che si può tornare indietro".  A mostrare bene il quadro, il riepilogo dei gesti a corredo del lancio. La 'soffiata' pubblicata sui media locali mercoledì di un possibile lancio di un Icbm da una base di Astrakhan, l'allerta delle ambasciata occidentali a Kiev, alcune delle quali, come Stati Uniti e Italia, hanno chiuso 24 ore come misura cautelativa, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova che ieri viene interrotta in pieno briefing con i giornalisti da una telefonata udibile a tutti in sala in cui le si dà istruzione di non parlare del missile, con il video pubblicato sul sito del Mid.  Infine, il discorso di Putin al Paese trasmesso ieri sera in tv (VIDEO) in cui il Presidente russo parla di "uno dei nuovi sistemi missilistici a cui i nostri ingegneri hanno dato il nome di 'Oreshkin', un RS-26 "dipinto di rosso", come ha ironizzato Pavel Podvig, analista all'Istituto per il disarmo dell'Onu a Ginevra. Con il Pentagono che ha spiegato che il missile sperimentato ieri è un sistema "basato" sull'RS-26 Rubezh il cui sviluppo sarebbe stato invece cessato nel 2018. Un sistema Mirv (Multiple Independently targetable Reentry Vehicles), con le ogive per le testate che si separano al rientro in atmosfera, precipitando a una velocità elevatissima. L'equivoco sul lancio di un Icbm, denunciato dagli ucraini ieri, nasce dal fatto che così era classificato l'RS-26.  Il messaggio che la Russia ha voluto far passare non riguarda più solo gli Atacms e gli Storm Shadows (che hanno una gittata di 300 chilometri anche se vengono definiti missili a lungo raggio) ma anche che la produzione in corso di missili a corto e medio raggio è una risposta ai piani Usa di dispiegare tali sistemi in Europa e nell'Asia del Pacifico, come ha affermato ieri Putin denunciando il ritiro degli Usa dall'Inf (Intermediate Range Nuclear Forces) del 2019 – motivato con la violazione del trattato da parte della Russia per il proseguimento dello sviluppo del sistema SSC-8 o 9M729 – come di un "errore". La nuova linea rossa del Cremlino è: "La Russia si è volontariamente e unilateralmente impegnata a non dispiegare missili a corto e medio raggio fino a che missili americani di questo tipo non compariranno in una qualsiasi regione del mondo".  Martedì della prossima settimana a Bruxelles è stata convocata una riunione straordinaria, ma solo a livello degli ambasciatori e dopo quattro giorni dal lancio di ieri, dei Paesi Nato estesa all'Ucraina, ha reso noto Afp. Il missile Oreshnik, ha detto Putin ieri, è in grado di essere armato con una testata nucleare. Ma i danni ieri sono stati provocati dall'impatto cinetico.  Ma "il dispiegamento di questa capacità non cambierà il corso del conflitto e neanche eserciterà deterrenza sugli alleati della Nato nel loro impegno a sostenere l'Ucraina", ha commentato un portavoce della Nato.  Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato che Mosca ha avvertito Washington del lancio con 30 minuti di anticipo, utilizzando un canale di comunicazione diretto aperto a metà degli anni Ottanta per scongiurare escalation e rischi dovute a esercitazioni nucleari e missilistiche. Una ulteriore conferma della volontà, a ora, della Russia di mantenersi sui binari del contenimento.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scamarcio a ‘Belve’, l’intervista divide il web e Porcaroli risponde con ironia

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(Adnkronos) – Ha sollevato parecchie polemiche l'intervista di Riccardo Scamarcio a Belve, il programma condotto da Francesca Fagnani. Durante la puntata di martedì 19 novembre, la conduttrice ha chiesto conto all'attore di una frase pronunciata diversi anni fa: "Il maschio è il capobranco e la femmina gli sta accanto e si occupa dei figli". Scamarcio ha cercato di rispondere con ironia, ma il risultato, almeno per il pubblico del web, è stato tutt'altro che convincente. "Però è nel gioco delle parti… che dobbiamo fare? Dobbiamo pulire casa?", ha ironizzato l'attore, aggiungendo poi di essere sempre stato con donne indipendenti e di non poter quindi essere etichettato come retrogrado. E sempre in tono scherzoso, ha tirato in ballo la sua attuale compagna, l'attrice Benedetta Porcaroli. Insomma, se l'attore pensava di mettere fine alle polemiche allora il risultato non è stato quello sperato, alimentando un acceso dibattito sul web. Da un lato, c'è chi ha difeso il tono scherzoso dell'attore, interpretandolo come un tentativo di sdrammatizzare. Dall'altro, molti hanno sottolineato come alcune tematiche meritino un approccio più serio e riflessivo. E ieri è anche arrivata la risposta ironica di Benedetta Porcaroli. L'attrice ha pubblicato sui social una foto che la ritrae insieme al compagno e Johnny Depp, accompagnata dalla didascalia: "Due rockettari e una groupie. Da oggi Modì, di Johnny Depp e con Al Pacino al cinema", facendo riferimento al film in cui Scamarcio è il protagonista. Tra i molti commenti alla foto, uno in particolare ha attirato l'attenzione: "Benni, li ha lavati i piatti oggi?". Pronta la risposta ironica dell'attrice romana: "Non mi distraete che sto stirando, please". Tuttavia, la sua battuta non è stata apprezzata da tutti e c'è chi commenta: "C'è molto poco su cui fare autoironia". Insomma, le polemiche non sembrano destinate a spegnersi facilmente. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Turismo, Airbnb all’Anci: sì a legge per limitare affitti brevi in centri città d’arte, ecco proposte

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(Adnkronos) – Un quadro normativo nazionale per gli affitti brevi che permetta alle città storiche di applicare regole proporzionate e mirate, laddove vi sia una chiara necessità, e una serie di iniziative concrete per uno sviluppo sostenibile del settore turistico. Sono tra le proposte avanzate da Airbnb intervenendo nel corso della 41ma Assemblea annuale Anci a Torino, in cui è stato presentato un nuovo rapporto Nomisma sugli affitti brevi. In particolare, lo studio mostra, da un lato, come lo stock di abitazioni destinate a questo mercato non abbia eroso l’offerta abitativa a livello nazionale. Dall’altro, registra come la situazione dei centri storici delle principali città d’arte, dove la pressione turistica è significativamente più elevata e la penetrazione delle locazioni brevi superiore alla media, risulti più delicata e giustifichi la necessità di intervenire con strumenti legislativi.  L’analisi Nomisma commissionata da Airbnb sottolinea come quasi il 13% delle abitazioni italiane risulti vuoto oppure sotto utilizzato. Un dato significativamente più ampio della quota di immobili attualmente destinata agli affitti brevi (1,3%), soprattutto di quelli interamente dedicati a questa attività e affittati per oltre 120 notti l’anno (0,11%), mentre un impatto attribuibile di questi ultimi sarebbe riconducibile in prevalenza ad alcuni quartieri dei centri storici sui quali intervenire.  "Mentre le misure eccessivamente punitive adottate da città come New York o Barcellona non hanno affatto risolto i problemi abitativi locali, riconosciamo le sfide legate al sovraffollamento turistico nei quartieri storici di città come Firenze, Venezia e Roma, e sosteniamo la richiesta di un quadro normativo nazionale per gli affitti brevi basato su dati, che permetta ai sindaci di preservare i quartieri sensibili, tutelando al contempo il diritto delle famiglie di affittare occasionalmente la propria abitazione", ha dichiarato Valentina Reino, Policy Lead di Airbnb Italia. "Crediamo che un’ospitalità ‘made in Italy’ offerta in prima persona non solo arricchisca l'esperienza degli ospiti, ma costituisca un servizio anche per la comunità", ha aggiunto. Gli affitti brevi e il turismo in casa, il cui contributo all’economia Nomisma valuta in 7,9 miliardi di euro di valore della produzione nel 2023, con un sostegno a oltre 54.000 posti di lavoro, costituirebbero per Airbnb una risorsa per l’ospitalità made in Italy, che l’azienda si è offerta di sostenere avanzando in Assemblea alcune proposte. Eccole punto per punto. 1. Supporto alla registrazione nazionale. Airbnb è impegnata a sostenere l’applicazione del nuovo codice di registrazione nazionale delle strutture ricettive e delle locazioni brevi (Cin), che garantirà piena trasparenza nel settore dell’ospitalità. La piattaforma ha già informato tutti gli host italiani circa l’obbligo di registrazione presso il ministero del Turismo e dell’intenzione di rimuovere nel 2025 gli annunci sprovvisti di codice. 2.Condivisione dei dati. Airbnb supporta la condivisione dei dati al fine di consentire alle autorità di avere tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni informate sulla gestione del turismo. Oltre al City Portal, Airbnb offre la possibilità di sviluppare uno strumento di visualizzazione dei dati per le città, utile per definire in futuro regole locali sugli affitti brevi che siano proporzionate e mirate.  3. Ospitalità ‘Made in Italy’. Airbnb è pronta a bilanciare i benefici dell’hosting con le esigenze uniche delle città storiche. Gli ospiti scelgono Airbnb per vivere esperienze di soggiorno autentiche. Per questo motivo l’azienda intende supportare le città – come Firenze, Roma e Venezia – nei loro sforzi per promuovere l’ospitalità di persona. Questo include interventi per contrastare l’uso illegale di cassette portachiavi (keybox) in spazi pubblici come parchi o recinzioni, sia attraverso campagne educative sia sfruttando la rete di co-host di Airbnb presente sul territorio.  4. Buon vicinato. La grande maggioranza di host e ospiti sono vicini responsabili e si preoccupano di non creare disturbo. L’azienda ha introdotto diverse innovazioni per affrontare comportamenti inopportuni, tra cui strumenti che hanno permesso di bloccare o reindirizzare prenotazioni a rischio. La politica globale di Airbnb contro le feste vieta eventi non autorizzati. L’azienda sostiene inoltre iniziative locali di educazione, volte a informare ospiti e host su linee guida e suggerimenti per essere buoni vicini e rispettare le città e le comunità locali in tutta Italia, come la campagna Enjoy Respect Florence.  5. Un turismo a beneficio di tutti. Airbnb raccoglie e riversa tasse e contributi di soggiorno in oltre 35.000 giurisdizioni in tutto il mondo, tra cui numerose città italiane, semplificando il processo per ospiti, host e amministrazioni locali. In continuità con quanto fatto negli ultimi anni, Airbnb continua a offrire supporto ai comuni per la raccolta dell’imposta a livello locale con l’obiettivo di garantire ai Comuni e agli Enti locali entrate costanti che possano essere reinvestite per la valorizzazione dei territori. 6. Tutela del patrimonio culturale e dispersione dei flussi. Il turismo può svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare a distribuire i flussi turistici al di fuori dei centri urbani, diffondendone i benefici economici in aree rurali e contribuendo alla conservazione di dimore storiche, monumenti, edifici di pregio e paesaggi per le generazioni future. Airbnb collabora con destinazioni turistiche per promuovere e rispettare aree al di fuori delle località più note, come le Colline del Prosecco, sito patrimonio Unesco a Conegliano e Valdobbiadene. Allo stesso tempo, Airbnb sostiene l’artigianato Made in Italy e i percorsi enogastronomici per incentivare un turismo che valorizzi esperienze autentiche in tutto il Paese.  7. Attenzione all’ambiente. L’impegno di Airbnb per promuovere pratiche sostenibili prevede, tra le altre cose, la condivisione di materiali e risorse educativi, come quelli sulla gestione dei rifiuti sviluppati in collaborazione con la città di Firenze. L’azienda ha inoltre introdotto programmi per aiutare gli host a rendere le loro proprietà più efficienti, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e generare risparmi a lungo termine sui costi energetici.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

“Netanyahu benvenuto in Italia”, opposizione all’attacco di Salvini e governo

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(Adnkronos) – Il mandato d'arresto nei confronti del premier israeliano Netanyahu e dell'ex ministro Gallant emesso dalla Corte penale internazionale? "Sbagliato, ma va eseguito". Questo, almeno, secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto. Perché per il vicepremier Matteo Salvini, il leader dello Stato ebraico sarebbe invece "il benvenuto in Italia", così come altri esponenti israeliani. E inevitabilmente scoppia la polemica. Dal Pd a Italia Viva, arriva infatti l'accusa da un lato al leghista di delegittimare la sentenza della Cpi e dall'altro al governo di non avere una posizione chiara, ufficiale e univoca sul caso, vista anche la terza posizione espressa dal ministro e vicepremier Antonio Tajani, secondo il quale l'Italia sostiene la Cpi, "ma siamo altresì convinti che la Corte debba svolgere un ruolo giuridico e non politico. Per quanto riguarda le decisioni le prenderemo insieme ai nostri alleati", ha detto. “Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri”, le parole del vicepremier Matteo Salvini, pronunciate oggi a margine dell’assemblea nazionale di Anci e finite nel mirino dell'opposizione. “Non entro nel merito delle dinamiche internazionali – ha aggiunto -. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l’incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni, adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medioriente mi sembra irrispettoso, pericoloso perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà le democrazie e i valori occidentali”. “Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali”, ha osservato ancora Salvini. Poi il leader leghista, incalzato dai cronisti sulle differenze nelle dichiarazioni dei membri dell'esecutivo, assicura: "Sono convinto che Giorgia Meloni troverà una sintesi, ma il problema è a livello internazionale", la spiegazione a margine degli Stati Generali della Sanità della Lega, in corso a Milano. "Ringrazio Giorgia Meloni e il governo italiano che stanno cercando di portare pace ed equilibrio – ha poi aggiunto -. Conto che la vittoria di Trump sia salvifica per l’Occidente, per la pace. Alcune uscite non mi sembra che avvicinino né la pace né l’equilibrio. E anche su questo troveremo sintesi come l’abbiamo sempre trovata". I cronisti hanno poi chiesto al ministro Salvini se non gli desse fastidio che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, prendesse le distanze da lui. Il vicepremier ha ribadito che "non mi da fastidio nulla" perché "ottimista per natura". Come ampiamente prevedibile, le parole del leghista hanno scatenato le proteste dell'opposizione. "Dopo la sentenza della corte penale internazionale non sappiamo ancora quale sarà la posizione ufficiale del governo italiano sull’arresto di Netanyahu. Prima il ministro della Difesa Crosetto che dice ok all’esecuzione del mandato. Poi il vicepremier Salvini, che lo smentisce, e afferma che il capo del governo israeliano sarebbe il benvenuto nel nostro Paese", attaccano Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo del PD alla Camera dei Deputati e al Senato. "Presidente Meloni può dirci come si comporterà l’Italia? Seguirà il suo amico Orban che lo invita a Budapest? Chi è che decide della credibilità del nostro paese? Non è accettabile che in una fase così delicata per la politica internazionale il governo si esprima in modo così confuso e contraddittorio. È il momento che la premier faccia sentire la sua voce", continuano. "La Lega di Salvini annuncia il voto contrario alla nuova Commissione europea, quella in cui figura un commissario italiano come Fitto. Una posizione irresponsabile e in palese contraddizione con l’interesse nazionale che la premier Meloni dice di voler difendere, mentre invece è sempre più ostaggio delle divisioni della sua maggioranza”, afferma quindi Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Affari europei alla Camera. “Per settimane – aggiunge – Meloni ha attaccato il Partito democratico per cercare di nascondere che è il suo stesso vicepremier a sabotare gli interessi italiani alleandosi con le forze più estremiste e antieuropee, gettando discredito sul nostro Paese. Meloni esca dal silenzio e chiarisca la posizione del suo Governo: sta dalla parte dell’Europa o dei suoi alleati nazionalisti e antieuropei?”. “Matteo Salvini difende e giustifica Netanyahu, un criminale di guerra che sta infangando la tradizione democratica di Israele. Tra un po’, magari, indosserà una maglietta con il suo viso come fece con Putin. Salvini sta sempre dalla parte sbagliata. Va sempre fuori binario”, la nota del deputato del Partito Democratico Roberto Morassut. "Il conflitto israelo-palestinese non nasce il 7 ottobre ma è frutto di un secolo di violenza, di occupazione, di diritti negati, di Stati non riconosciuti. Il 7 ottobre è nei nostri occhi e l’abbiamo condannato ma questo non vuol dire legittimare e giustificare il genocidio che Netanyahu ha già compiuto nei confronti dei palestinesi", sottolinea Vittoria Baldino vicecapogruppo M5S alla Camera a L’Aria che tira su La7. Continua la pentastellata: "Parliamo di un premier che ha messo al bando Unrwa a Gaza, un’agenzia che ha dato modo a 300.000 bambini di curarsi, di non morire di poliomielite, che ha dato assistenza ai palestinesi. Dalla Corte penale internazionale su Netanyahu solo una constatazione di fatto: stiamo parlando di un criminale di guerra. Perché anche la guerra ha dei codici da rispettare codici che non sono stati rispettati da Israele. Governo Meloni attendista? Non lo era nel 2023 quando la Corte penale internazionale ha emesso mandato di arresto anche per Putin. Siamo davanti a vergognoso doppiopesismo". "Delegittimare la Corte Penale Internazionale è di una gravità inaudita: non si può acclamare quando chiede l’arresto di Putin per la guerra in Ucraina e poi bollarla come irresponsabile se chiede l’arresto di Netanyahu che è colpevole di circa 44 mila morti tra i civili e di aver raso al suolo Gaza". Così il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. "Noi pensiamo che sia irresponsabile aver chiuso gli occhi di fronte al massacro del popolo palestinese. Il vero atto di irresponsabilità è consentire a Netanyahu di continuare a massacrare il popolo palestinese, perché c'è una strategia: occupare Gaza e cacciare i palestinesi. A differenza di quanto sostiene Salvini, Netanyahu non è il benvenuto in Italia e va arrestato. Salvini non si cura minimamente del sangue, del dolore, delle vite umane perse a Gaza". "Ci aspettiamo dal governo Meloni, a differenza di quanto avvenuto finora, un atteggiamento univoco, chiaro e senza ambiguità di fronte alla decisione della Corte Penale Internazionale di emettere mandati di arresto per il premier dell’attuale governo israeliano Netanyahu e per il suo ex ministro della difesa", affermano poi in una nota congiunta Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. "Quello che tutto il mondo ha potuto vedere in questi mesi a Gaza è inequivocabile: una strage continua di decine di migliaia di civili che per il diritto internazionale è un crimine di guerra. Il Governo italiano ha il dovere di rispettare in toto il diritto internazionale e dunque anche di applicare le decisioni assunte dagli organismi chiamati a farlo rispettare. Ecco perché troviamo incredibili, anzi scandalose le parole di Salvini, che allineandosi con i peggiori politici del pianeta dimostra il proprio disprezzo per la legalità internazionale auspicandone la palese violazione". "Per questo motivo depositeremo al più presto in Parlamento una mozione per impegnare il Governo al pieno rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e quindi alla sollecita attuazione delle decisioni della Cpi". "Pur essendo convinto che il Governo israeliano e Netanyahu abbiano superato i limiti della difesa, considero sbagliato che si possa pensare di innescare un processo di pace attraverso i mandati di cattura”, ha affermato quindi Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, a Rainews24. “Credo anche non sia corretto -ha aggiunto- mettere sullo stesso piano i terroristi di Hamas e il Governo democratico come quello di Israele. Lo Stato israeliano è una democrazia che come tale va difesa dalle aggressioni subite per la sua stessa volontà di esistere. Ci sono gruppi di terroristi, organizzati attorno all’Iran, che si adoperano per cancellarla dalle cartine geografiche. È naturale che Israele lavori per difendersi. Quanto al Governo italiano, è ridicolo e irresponsabile che due ministri della stessa Repubblica come Crosetto e Tajani, dicano cose così diverse su un tema tanto delicato”. "Matteo Salvini ha dichiarato che Benjamin Netanyahu sarebbe il 'benvenuto' in Italia, ignorando deliberatamente la realtà dei fatti. È una vergogna giuridica, politica e morale. Vi è infatti un mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale contro l’attuale premier israeliano, l’ex Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il leader militare di Hamas Mohammed Deif per i crimini di guerra e crimini contro l’umanità", afferma quindi Marco Tarquinio, eurodeputato S&D.  "La CPI, il cui Statuto è stato ratificato anche dall’Italia, ha dichiarato riguardo a Netanyahu e Gallant di ritenerli responsabili di aver commesso 'il crimine di guerra della fame come metodo di guerra e i crimini contro l'umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani'. Rifiutare questa realtà significa calpestare il diritto internazionale e mancare di rispetto alle vittime innocenti in Medio Oriente". "Salvini, con le sue dichiarazioni, si allinea a Viktor Orbán, scegliendo di schierarsi dalla parte di chi è incriminato per violazione dei diritti umani e rinunciando con ostentazione a sostenere i principi democratici e lo stato di diritto. Si può e si deve trattare con chiunque per fermare massacri e costruire percorsi di pace, ma non si devono mai 'bombardare' il diritto internazionale e le istituzioni che lo presidiano. L'Italia non può permettersi di essere rappresentata da chi deliberatamente ignora giustizia e legalità internazionale". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Imbrattata facciata ministero Istruzione, manifestanti con striscione ‘Bruciamo tutto’

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(Adnkronos) – Imbrattata oggi a Roma la facciata del ministero dell'Istruzione e del Merito a Trastevere. Nella mattinata di oggi alcuni giovani del collettivo 'Bruciamo tutto' hanno lanciato palloncini pieni di colori a tempera. I ragazzi, dopo il lancio, si sono seduti a terra con uno striscione 'Bruciamo tutto'. Immediato l'intervento dei carabinieri che hanno portato via i manifestanti. Il collettivo 'Bruciamo Tutto' è noto per le sue proteste con imbrattamenti di monumenti come lo scorso giugno la scalinata di piazza di Spagna.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Saronno City Hub, al via i lavori con la riqualificazione dell’Officina

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(Adnkronos) – Sono iniziati i lavori di riqualificazione dell’Officina-Edificio quattro all’interno del polo logistico manutentivo di FERROVIENORD a Saronno. Si tratta del primo intervento previsto all’interno del progetto “Saronno City Hub” promosso da FERROVIENORD e finanziato da Regione Lombardia con oltre 45 milioni di euro nell’ambito del Contratto di Programma. I lavori sono eseguiti dall’A.T.I. (Associazione Temporanea di Imprese) CLF S.p.A. e ACV S.r.l. La riqualificazione dell'edificio 4 avrà una durata di circa 8 mesi e un importo di 3,6 milioni di euro. “Saronno City Hub” prevede la realizzazione di un nuovo Polo Infrastrutturale Tecnologico – Manutentivo, con la riqualificazione, razionalizzazione e riorganizzazione degli edifici e degli spazi utilizzati per le attività ferroviarie, oltre che la riqualificazione e il restyling della stazione di Saronno Centro e di alcune aree limitrofe con una serie di interventi per migliorare le condizioni di sicurezza e di accessibilità per i viaggiatori e potenziare i vari sistemi di comunicazione (percorsi pedonali, piste ciclabili, attraversamenti ferroviari, parcheggi, ecc).  L’Officina-Edificio quattro è una costruzione risalente a fine ‘800 che presenta alcune caratteristiche tipiche dell’architettura industriale del periodo con copertura a shed, struttura portante in cemento armato e grandi superficie finestrate. Attualmente ospita un’area dedicata alla manutenzione dei veicoli ferroviari con binari su fossa d’ispezione, campate con pilastri centrali e pavimenti in cemento. Accanto vi sono due aree adiacenti dalle caratteristiche similari ma prive di binari dedicati alla logistica meccanica e altri locali utilizzati come magazzino. Esternamente è presente un’area destinata al deposito rifiuti. La parte restante dell’edificio è invece suddivisa su due piani dedicati a uffici e aule di formazione. L’intervento di riqualificazione mira a un recupero conservativo dello stabile cercando di preservare per quanto possibile le strutture esistenti. Internamente è prevista la modifica di alcune partizioni interne per riorganizzare gli spazi dedicati alle diverse funzioni. Verranno inoltre rifatti gli impianti elettrico meccanico e antincendio, adeguandosi alla normativa esistente. Esternamente, verrà ripristinato l’intonaco ammalorato, ritinteggiate le facciate, sostituiti i serramenti, rifatta la copertura, compresi shed e l’impermeabilizzazione. Sarà integralmente rifatta l’area esterna dedicata al deposito rifiuti razionalizzando gli spazi e compartimentando le aree. Il progetto di Saronno si sviluppa nel contesto di Fili, il grande programma di riqualificazione urbana ed extraurbana, promosso da Regione Lombardia, FNM, FERROVIENORD e Trenord. Controllata al 100% da FNM, FERROVIENORD gestisce in Lombardia 331 chilometri di rete e 124 stazioni dislocate su cinque linee nelle province di Milano, Brescia, Como, Monza e Brianza, Novara e Varese. Sulla rete FERROVIENORD circolano 900 treni e viaggiano 200.000 passeggeri al giorno. Accanto all’attività finalizzata alla circolazione dei treni, FERROVIENORD si occupa della gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria della rete, del suo adeguamento, dell’attivazione di nuovi impianti e dell’assistenza ai lavori di potenziamento.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Putin lancia l’Oreshnik, cosa sappiamo del nuovo missile “indistruttibile” dello zar

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(Adnkronos) – La Russia ha lanciato un nuovo tipo di missile balistico a raggio intermedio (Irbm) contro Dnipro, nell'Ucraina orientale, la mattina del 21 novembre. Inizialmente, l'aeronautica militare ucraina aveva riferito che l'attacco era stato effettuato con un missile balistico intercontinentale (Icbm), anche se in seguito alcuni funzionari occidentali hanno messo in dubbio tale affermazione. A sciogliere il dilemma è intervenuto in serata il presidente russo Vladimir Putin, chiarendo in un discorso televisivo che l'attacco era un test di un "nuovo missile" balistico, chiamato 'Oreshnik'. "In condizioni di combattimento, è stato effettuato un test di uno degli ultimi sistemi missilistici russi a raggio intermedio. In questo caso, con una versione ipersonica non nucleare di un missile balistico che attacca i bersagli a una velocità di 10 Mach 10, ovvero 2,5-3 km al secondo", ha aggiunto.  I missili ipersonici viaggiano a velocità di almeno Mach 5 (cinque volte la velocità del suono) e possono compiere manovre in volo, il che li rende più difficili da tracciare e intercettare. "I moderni sistemi di difesa aerea non possono intercettare tali missili. È impossibile. Ad oggi dunque non esiste alcun mezzo per contrastare un'arma del genere", si è vantato il presidente.  La Russia utilizza regolarmente missili balistici ravvicinati e a corto raggio negli attacchi aerei contro l'Ucraina, ma gli Irbm e gli Icbm sono molto più grandi, possono essere equipaggiati con carichi nucleari e sono progettati per colpire obiettivi a distanze molto maggiori. I missili balistici sono alimentati da razzi e vengono lanciati in alto nell'atmosfera prima di scendere verso il bersaglio. Sono guidati solo durante le fasi iniziali del lancio, quindi possono essere meno precisi dei missili da crociera, ma hanno il vantaggio di raggiungere velocità incredibilmente elevate – a volte più di 3.200 chilometri all'ora – mentre si avvicinano ai loro obiettivi. Inoltre, i missili balistici hanno un raggio d'azione molto lungo: da circa 1.000 chilometri a 3.000-5.500 chilometri nel caso degli Irbm. Finora la Russia ha utilizzato diversi modelli di missili balistici a corto raggio, tra cui l'Iskander e il Kinzhal. A causa della loro elevata velocità, solo alcuni sistemi di difesa aerea sono in grado di abbatterli, tra cui il sistema statunitense Patriot.  
Si sa poco del missile 'Oreshnyk' a cui fa riferimento Putin, ma secondo l'esperto militare Yan Matveev potrebbe trattarsi di una versione modificata del Rubezh, con una gittata fino a 6.000 chilometri e possa trasportare quattro testate, ciascuna con un carico utile stimato di 0,3 megatoni. La sua gittata significa che "può minacciare praticamente tutta l'Europa, ma non gli Stati Uniti", ha dichiarato al canale Telegram russo Ostorozhno Novosti l'esperto di armi Pavel Podvig, direttore del Russian Nuclear Forces Project. Igor Korotchenko, direttore della rivista moscovita National Defense, ha dichiarato all'agenzia di stampa statale Tass che, in base alle riprese video dell'attacco, l'Oreshnik è dotato di numerose testate guidate in modo indipendente. In questo caso si trattava di armi convenzionali, ma secondo gli esperti militari potrebbero anche trasportare testate nucleari.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

‘Spellbound’ su Netflix, Massimo Ranieri tra le voci: “Per i miei sogni serve armadio a 6 ante” – Video

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(Adnkronos) – "Quando torno a casa non dormo perché penso a cosa vorrei domani quando sarò giovane. Penso a quello che vorrei fare perché ho ancora il desiderio di dare e di scoprire cose nuove". A dirlo all'Adnkronos è Massimo Ranieri che, dopo 'Il gobbo di Notre Dame', torna al doppiaggio con 'Spellbound – L'incantesimo'. Nel film Netflix e Skydance Animation, da oggi in streaming, presta la sua voce a due personaggi "completamente opposti tra di loro", Bolinar e Flink. Diretto da Vicky Jenson (già alla regia di 'Shrek'), il film animato narra le avventure di Ellian, la tenace figlia dei sovrani di Lumbria, che deve intraprendere una pericolosa missione per salvare la famiglia e il regno dopo che un misterioso incantesimo trasforma i suoi genitori in mostri. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Londra, evacuato terminal aeroporto Gatwick per “incidente di sicurezza”

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(Adnkronos) – E' stato evacuato a seguito di un "incidente di sicurezza" il terminal South dell'aeroporto di Londra Gatwick. Lo ha indicato la Bbc, precisando che gli aerei in arrivo possono atterrare presso lo scalo, mentre il terminal North è normalmente operativo.  L'aereoporto ha informato che l'evacuazione è una misura precauzionale mentre si indaga su quanto accaduto nel terminal South. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Libano, razzi contro base Unifil: feriti 4 militari italiani

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(Adnkronos) – Quattro militari italiani sono rimasti feriti oggi 22 novembre nel quartier generale della missione Unifil in Libano, colpito da diversi razzi, presumibilmente di Hezbollah. A quanto apprende l'Adnkronos i quattro non sarebbero feriti gravemente. Martedì scorso altri otto razzi avevano centrato la base di Shama, coinvolgendo cinque militari della forza multinazionale Onu. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rugby, Alperia top sponsor e official green energy partner della Fir

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(Adnkronos) –
La Federazione Italiana Rugby (Fir) e Alperia hanno presentato la loro partnership all’Allianz Stadium di Torino dove, sabato 23 novembre, si disputerà il test-match conclusivo delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series tra la Nazionale Italiana Rugby Maschile e la Nuova Zelanda. L’accordo presentato dal Presidente federale Andrea Duodo e dal Ceo di Alperia S.p.A. Louis Amort vede il più grande provider di servizi energetici dell’Alto Adige e una delle maggiori aziende italiane nel settore della green energy entrare nel panel dei partner FIR come top sponsor delle Nazionali Seniores per la stagione 2024/25, portando il logo di Alperia sul materiale di allenamento di Azzurre, Azzurri e Azzurrini U20. Le Nazionali Fir verranno così supportate da una realtà in espansione sul territorio nazionale e che rivede nei valori del rugby molti dei propri valori aziendali, ampliando l’impegno che vede da tre anni Alperia S.p.A. affiancare il Comitato Regionale Veneto della FIR attraverso delle iniziative pensate per i piccoli della palla ovale, condividendo il terreno comune dei valori educativi. Una collaborazione che andrà ben oltre la presenza sui kit da allenamento, ma che vedrà Alperia impegnata anche nel ruolo di official green energy partner della FIR, fornendo alla Cittadella del Rugby di Parma e ai Comitati Regionali energia da fonti rinnovabili in un’ottica di promozione della sostenibilità. 
Il Presidente federale Andrea Duodo ha dichiarato: “Garantire la piena sostenibilità della nostra Federazione e del nostro movimento è stato da subito uno degli impegni principali che abbiamo assunto come Consiglio Federale ci siamo impegnati ad applicare. La collaborazione con Alperia ci consente di garantire coerenza a questa nostra visione, lavorando con un brand di primissimo piano nel panorama delle energie rinnovabili. Siamo entusiasti di accogliere Alperia nel panel dei nostri top sponsor e di poterlo fare alla vigilia del test-match contro gli All Blacks, che conclude con uno straordinario evento di promozione del nostro sport la finestra internazionale delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series”. 
Louis Amort, CEO di Alperia, ha detto: “Siamo orgogliosi di annunciare questa nuova partnership con la Federazione Italiana Rugby, una collaborazione che nasce dalla profonda sintonia tra i valori fondanti della nostra azienda e quelli del rugby. Abbiamo scelto di affiancare la FIR perché crediamo fermamente che lo sport, e in particolare il rugby, incarni ideali che rappresentano anche la nostra identità: la sostenibilità, intesa come impegno a costruire un futuro solido e rispettoso delle persone e dell’ambiente; il rispetto reciproco, che in campo si esprime nel confronto leale e fuori dal campo guida il nostro lavoro quotidiano; e infine la forza del gruppo, il cuore pulsante del rugby, che ci ispira a collaborare e a crescere insieme, come una squadra, verso obiettivi comuni”. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sace, al via il progetto Africa Champion Program

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(Adnkronos) – Con un evento questa mattina a Roma Sace lancia l’Africa Champion Program con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il supporto della struttura di missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme ad attori istituzionali come l’Agenzia ICE, CDP, SIMEST, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Câmara de Comércio Moçambique-Itália. Si tratta – si sottolinea in una nota – di un percorso formativo dedicato alle imprese italiane che desiderano acquisire competenze per operare nelle geografie incluse nel Piano Mattei, che mira a creare relazioni commerciali e valorizzare le eccellenze italiane. Il percorso formativo del programma prenderà ufficialmente il via nel 2025.  Alessandra Ricci, a.d. di SACE, ha salutato una platea di imprese presenti sia sul posto che in collegamento e ha approfondito le nuove opportunità commerciali tra il sistema imprenditoriale italiano e quello africano, grazie alla collaborazione sinergica tra gli attori del Sistema Paese. E’ intervenuto infatti l’Ambasciatore Fabrizio Saggio, Coordinatore della Struttura di Missione Piano Mattei e Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri e Fabrizio Lobasso, Vice Direttore Generale per la promozione del Sistema Paese, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace ha quindi esplorato le sfide e le opportunità per le imprese italiane. Mariangela Siciliano, Head of Education & Connects Solutions di Sace, ha introdotto il Progetto ‘Africa Champion Program’ e infine sono stati illustrati gli strumenti e le soluzioni a beneficio del Sistema Paese attraverso gli interventi di Alessandro Cugno, Direttore Ufficio Formazione alle Imprese Agenzia ICE; Letizia Pizzi, Direttore Generale, Confindustria Assafrica & Mediterraneo; Laurent Franciosi, Responsabile Sviluppo Mercati Internazionali, Cassa Depositi e Prestiti; Marco Cantalamessa, Direttore Strategia e Innovazione Sostenibile di Simest e Simone Santi, Presidente della Câmara de Comércio Moçambique-Itália. Il progetto Africa Champion Program: Focus Piano Mattei si articola in due fasi: 1) Percorso formativo: suddiviso in 3 moduli con approfondimenti verticali su Costa D’Avorio, Egitto, Marocco, Mozambico, Tunisia, Kenya e su tre settori chiave: energia, infrastrutture e agroalimentare; 2) Business Matching: una seconda fase dedicata alla creazione di opportunità commerciali mediante sessioni di business matching, tra imprese italiane e controparti africane, anche nell’ambito del programma di Push Strategy di Sace. Qui maggiori info sul programma. La ricetta di Sace per realizzare gli obiettivi del Piano Mattei – si legge ancora – "continua a evolversi con nuove iniziative in grado di aprire nuovi spazi di business: Africa Champion Program è solo l’inizio di una serie di opportunità di confronto e condivisione di visioni e strumenti concreti a supporto delle imprese italiane che sono interessate ad approcciare il mercato africano o che sono già presenti e intendono potenziare la loro presenza nell’area geografica". Sul fronte economico pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese. L’interscambio tra Italia e Africa ha già mostrato notevoli potenzialità nel corso del 2024 raggiungendo 60 miliardi di euro, come mostrano i dati Istat raccolti dall’Ufficio Studi di Sace. Le previsioni di Sace sul 2025 sono positive: è previsto infatti un incremento del 7,7% nel Nord Africa e dell’8,5% nell’Africa Subsahariana, considerando rispettivamente 14 miliardi e 6,5 miliardi di export italiano registrati nel 2023. In questo contesto, il nuovo approccio di Sace per l’Africa ha visto una crescente esposizione verso il continente: dal 2022 Sace – che è presente nel continente a Johannesburg, Il Cairo e a dicembre inaugurerà la nuova sede a Rabat – ha deliberato 5 miliardi di operazioni in Africa di cui 1,2 miliardi nel 2024, data di inizio del Piano Mattei. Alla tradizionale offerta export credit, in collaborazione con la Struttura di Missione del Piano Mattei Sace ha aggiunto l’operatività Push per rafforzare il ruolo delle imprese italiane in Africa, individuando geografie ad alto potenziale come Costa d’Avorio, Senegal e la prima operazione di Push Strategy in Benin, concedendo una garanzia a copertura di un finanziamento di 120 milioni di Euro destinato al Ministero delle Finanze del Benin. Inoltre Sace ha garantito il primo finanziamento da 100 milioni di euro alla banca multilaterale di sviluppo Trade Development Bank (TDB) per favorire la crescita sostenibile e l'integrazione regionale africana, aumentando le opportunità di export per le imprese italiane. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ricci (Sace): “Crescente esposizione verso Africa, opportunità per nostre pmi”

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(Adnkronos) – “Il nuovo approccio di Sace per l’Africa ha visto una crescente esposizione verso il continente. Dal 2022 Sace ha deliberato 1,2 miliardi di operazioni nel 2024, data di inizio del Piano Mattei”. Lo sottolinea l’Ad, Alessandra Ricci, in occasione della presentazione dell’Africa Champion Program. "L’Africa – aggiunge – guarda al futuro con lo slancio di una regione, che dopo anni non facili, mira ad essere la prossima protagonista della crescita globale". L'ad osserva come "pur con le consuete profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi da mercati di interesse per le nostre imprese" e questa "è una grande opportunità per le nostre pmi”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Email a valanga? Sul lavoro anche la posta elettronica è fonte di stress

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(Adnkronos) – Anche le email sono fonte di stress sul lavoro. Attraverso una ricerca, Babbel fa luce sull'email anxiety, l’impatto della posta elettronica sul benessere mentale e sul comportamento delle persone. Il 18% dei lavoratori statunitensi ha attualmente più di 1.000 e-mail di lavoro non lette nella propria casella di posta in arrivo (e 1 su 100 ne ha più di 50.000); 6 intervistati su 10 hanno ammesso che il volume di e-mail ricevute è un fattore che contribuisce ad incrementare i propri livelli di stress. Il 28% ritiene, inoltre, che almeno un’e-mail che hanno inviato sul posto di lavoro abbia avuto un impatto negativo sulla propria carriera. Le e-mail rappresentano una componente ormai fondamentale della vita lavorativa: permettono di raggiungere i destinatari in modo rapido e formale e, proprio per questo, costituiscono uno dei principali mezzi di comunicazione professionale. Alla luce di questa centralità nel mondo del lavoro, Babbel, ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue, presenta i risultati di una ricerca commissionata all’istituto OnePoll e condotta negli Stati Uniti sull’impatto della posta elettronica e del suo linguaggio sulla vita lavorativa, sul benessere mentale e sul comportamento delle persone.  Uno dei primi dati che emerge dalla ricerca è che per 6 statunitensi su 10 l’elevato volume di e-mail lavorative ricevute aumenta il proprio livello di stress. Forse proprio per questo il 39% dei rispondenti spera, tra 5 anni, di ricevere meno e-mail; al contrario, il 25% si auspica di riceverne di più, il che potrebbe riflettere una maggiore predilezione verso le e-mail rispetto ad altri mezzi di comunicazione, come ad esempio le telefonate.  A contribuire all'e-mail 'anxiety', nota anche come 'apnea da e-mail', è poi la tendenza a procrastinare l’apertura delle mail: 1 statunitense su 100 ha attualmente più di 50.000 e-mail non lette nella casella di posta elettronica di lavoro, il 18% dei rispondenti ne ha più di 1.000 ed il 6% oltre 5.000. La Gen Z registra la maggior difficoltà a tenere sotto controllo le e-mail, con oltre un terzo (36%) degli impiegati appartenenti a questa generazione che ha circa 1.000 e-mail non lette.  
La natura formale e 'irrecuperabile' delle e-mail, se paragonata ad altri strumenti di messaggistica (che beneficiano di una funzione 'cancella per tutti' in caso di ripensamenti), spiega poi perché il 28% degli intervistati afferma che le email abbiano avuto un impatto negativo sulla propria carriera, con quasi 9 persone su 10 (88%) che sostengono di essersi pentiti del contenuto di un’e-mail di lavoro subito dopo aver premuto il tasto di invio. Questo sentimento di rimpianto è un’esperienza comune anche presso la Gen Z, vissuta dal 21% degli impiegati tra i 18 e i 24 anni.  Le e-mail vengono considerate ancora una forma di comunicazione formale, in particolare rispetto al linguaggio quotidiano. Il fenomeno del cosiddetto 'tono da telefono' (tendenzialmente molto gentile e quasi ossequioso) si è infatti trasferito alle comunicazioni digitali: ne è la prova che l’85% degli intervistati ha ammesso che lo stile e il linguaggio usato per scrivere le e-mail differiscono da quello quotidiano (il 17% lo considera persino 'molto diverso' dalla sua normale fraseologia).  Inoltre, quasi la metà (48%) dei rispondenti giudica gli errori di battitura nelle e-mail lavorative più severamente rispetto ad altre piattaforme professionali. Se si considerano poi i messaggi automatici come 'out of office' e le firme, un terzo (33%) dei rispondenti ha provato irritazione almeno una volta nella propria vita lavorativa a leggere un messaggio automatico di ferie 'out of office' (perché eccessivamente divertente o perché suscitava invidia), percentuale che sale al 48% per la Gen Z e scende al 19% per i Baby Boomer. Infine, quasi 1 persona su 8 (79%) ammette di aver giudicato una persona dalla sua firma via e-mail.  Con l’entrata delle nuove generazioni nel mondo del lavoro, il 'galateo' delle e-mail sta tuttavia subendo un significativo cambiamento. A riprova di ciò, più di 1 rispondente su 2 ritiene appropriato l’uso di emoji nelle e-mail aziendali, contro un 29% che lo ritiene invece inopportuno. Esteban Touma, esperto culturale e linguistico di Babbel, commenta: “Si parla spesso del ruolo dei social media e di altri strumenti digitali nel plasmare il nostro comportamento e nell’ influire sul nostro benessere mentale, ma si trascura l’impatto delle e-mail, un mezzo di comunicazione più consolidato. La nostra ricerca ha evidenziato che le e-mail sono una delle principali fonti di stress sul posto di lavoro e che la loro natura formale e permanente è in contrasto con quasi tutti gli altri mezzi di comunicazione professionale attualmente in uso, con conseguenze potenzialmente determinanti per la carriera. Nel corso degli ultimi 20 anni, gli atteggiamenti nei confronti delle e-mail sul posto di lavoro – e le regole per la loro composizione ed interpretazione – si sono progressivamente radicati. Tuttavia, man mano che le nuove generazioni, cresciute con i social media, diventano professionisti, i confini tra la comunicazione online più informale, come l’invio di messaggi scherzosi e pieni di emoji tra amici, e le e-mail sul posto di lavoro si fanno sempre più labili. Questo è naturale, perché il linguaggio e la comunicazione sono in continua evoluzione, plasmati dai progressi tecnologici e sociali”.   —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Agroalimentare, Lazzari (Bper): “Segmento agri-tech propenso ad investimenti”

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(Adnkronos) – "Il segmento sull'innovazione è molto attivo e propenso agli investimenti. Le attuali normative e agevolazioni stanno inducendo agli investimenti in agri-tech, in risparmio energetico, in attenzione al tema idrico. C’è molto fermento e Bper Banca è molto presente ad accompagnare tutte queste soluzioni”. Lo afferma Marco Lazzari, responsabile dell’ufficio Sales Agri, servizio Agri banking di Bper Banca, intervenuto al convegno, organizzato a Pavia, ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il nostro futuro’, promosso da Bper in collaborazione con il settimanale “il Ticino”. L’incontro, terza tappa del roadshow di Bper, ha visto la partecipazione di istituzioni, imprenditori e associazioni di categoria riunite in un confronto sui temi dell'agroalimentare, un settore strategico da sostenere: “L'agroalimentare pesa il 10% degli impieghi del nostro istituto di Bper banca – riprende il responsabile dell’ufficio Sales Agri – Oltre ad avere un outlook positivo sul settore, ha anche un peso specifico molto importante. Peraltro è un settore molto attenzionato anche dal Pnrr: è un'opportunità da non farsi scappare”, le sue parole. La sostenibilità è uno temi chiave dell’incontro organizzato a Pavia: “Il mondo agro industriale è caratterizzato da grandi buyer, da consorzi, da cooperative o da associazioni di produttori che chiaramente hanno sotto una filiera di fornitori molto lunga e importante – spiega Lazzari di Bper – Le recenti normative porteranno le filiere a doversi specializzare nel tema della sostenibilità e il capo filiera dovrà rendicontare la sostenibilità di tutta la propria catena del valore. Tutti i fornitori, tutti i conferenti dovranno investire per avere le carte in regola e restare nella filiera. Partendo dall'alto – conclude – vogliamo arrivare fino in fondo e portare il nostro sostegno”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Amazon, Cuneo (sindaco Fara Sabina): “Con polo logistica grande impatto su sviluppo del territorio”

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(Adnkronos) – "Lo sviluppo nel nostro territorio è stato di grande impatto soprattutto grazie al polo della logistica di Passo Corese (frazione di Fara in Sabina), nato nel 2017 con l'insediamento di Amazon. L'azienda è stata la prima a insediarsi nel nostro territorio, creando forte aggregazione e sviluppo per tutti coloro che hanno seguito le orme di Amazon, che quindi ha fatto da traino per tutte le attività commerciali, soprattutto in logistica, insediatisi nel nostro territorio per imitare l'esempio virtuoso di Amazon". Lo afferma Roberta Cuneo, sindaca di Fara in Sabina. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italia, sfida alla Germania nei quarti di Nations League

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(Adnkronos) – Sono stati sorteggiati gli accoppiamenti dei quarti di finale del gruppo A della Nations League. Avversario ostico per l'Italia di Luciano Spalletti, qualificatasi come seconda del proprio girone, che ha pescato la Germania di Julian Nagelsmann.  Gli altri accoppiamenti vedranno sfidarsi Olanda-Spagna, Danimarca-Portogallo e Croazia-Francia. In caso di passaggio alle semifinali gli azzurri sfideranno la vincente della sfida tra Danimarca e Portogallo. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Samsung presenta Morning Stars Citadel

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(Adnkronos) – Samsung torna alla Milan Games Week & Cartoomics 2024, dal 22 al 24 novembre, con un'esperienza ancora più immersiva: la Morning Stars Citadel, uno stand di 430 mq con 31 postazioni gaming nel Padiglione 15 di Fiera Milano (Rho), progettato per offrire ai fan un'esperienza di gioco senza precedenti. In collaborazione con DIVE e i Morning Stars, il team eSports di Samsung, il brand dà vita a un vero e proprio hub per gli appassionati di videogiochi, con la possibilità di incontrare i pro player del team, sfidarsi sui titoli più famosi e testare le più recenti tecnologie Samsung, che da sempre risponde alle variegate esigenze e interessi dei gamer. Lo stand offre un ricco calendario di attività con la partecipazione di numerosi content creator. Sabato mattina lo streamer Dario Moccia e la cosplayer e twitcher Kasumi saranno protagonisti sul palco di un talk show esclusivo per conoscere i fan e scoprire il mondo dei videogiochi, in un momento speciale di chiacchiere e gioco. Il programma, inoltre, include tornei 5 vs 5 di Valorant e League of Legends con le streamer Shioriboh e Sober, sfide di FC25 commentate dai creator KingGM e Guitaronion, e sessioni di gioco Extreme Black Ops6 in modalità Zombie con il content creator Berri. Lo stesso Berri e KingGM offriranno sessioni di coaching e consigli su come migliorare il proprio gameplay nel format "Level Up with Samsung Morning Stars", mentre le streamer e content creator Sober, Juptears e Hitomi si sfidano in una Valorant Team Challenge. Oltre a diversi meet & greet con i diversi gamers, completano il programma le sessioni di mobile gaming con le creator Gioffy e Mona Schon e una sfida a Fortnite con la "strana coppia" formata da Xiuder e Gioffy. A questo link è disponibile il calendario completo delle attività. “Il mondo del gaming è in continua evoluzione e Samsung è sempre in prima linea per offrire soluzioni all'avanguardia. La variegata gamma di dispositivi Samsung risponde alle diverse esigenze di ogni tipologia di gamer, offrendo prestazioni elevate, qualità d'immagine eccezionale e un'esperienza di gioco senza precedenti” ha dichiarato Emanuele De Longhi, Head of Corporate Marketing di Samsung Electronics Italia. “Siamo entusiasti di tornare alla Milan Games Week & Cartoomics 2024 con la Morning Stars Citadel e offrire, insieme ai nostri partner, un'esperienza senza precedenti con tornei, coaching e sfide sui titoli più amati”. La molteplicità di attività previste testimonia come il mondo del gaming sia un ecosistema dinamico, un vero e proprio fenomeno culturale che va ben oltre il semplice intrattenimento. Secondo il recente Trend Radar "Gli italiani e il gaming" presentato da Samsung la scorsa settimana, il gaming rappresenta per un italiano su due un momento di svago individuale, ma anche un'occasione di condivisione e socialità. Inoltre, il gaming mobile è in crescita grazie alla sua accessibilità e immediatezza (quasi la metà degli intervistati, il 44%, gioca su mobile almeno una volta a settimana), pur convivendo con PC e console che restano un punto di riferimento per gli appassionati (il 24% dei rispondenti gioca su PC, mentre il 23% preferisce le console fisse).  I visitatori della Morning Stars Citadel potranno incontrare i top player e i content creator del settore in tre aree dedicate, progettate per far immergere appassionati e curiosi nell’universo Samsung. L'area Mobile Gaming è dedicata ai dispositivi top di gamma Samsung, come la serie Galaxy S24, progettata per offrire prestazioni elevate e un'esperienza di gioco on the go di livello superiore. I visitatori possono provare Galaxy S24 Ultra, con il suo potente processore Snapdragon® 8 Gen 3 Mobile Platform per Galaxy e una batteria a lunga durata per sessioni di gioco prolungate. Ma si potrà giocare anche con Galaxy Z Fold6, il dispositivo pieghevole che offre un’esperienza di gioco migliorata, grazie allo schermo da 7,6 pollici con grafica realistica supportata dal Ray Tracing e all’ampia camera di vapore che consente di giocare più a lungo, pur mantenendo intatte le prestazioni. Inoltre, a completare l’area Mobile Gaming sarà presente anche Galaxy Tab S10 Ultra, che grazie display immersivo da 14,6 pollici, sfruttando l’avanzato sistema di raffreddamento, che impedisce al dispositivo di surriscaldarsi anche durante lunghe sessioni di gioco, rappresenta la soluzione ottimale per competere su titoli quali Brawl Stars, Fortnite, League of Legends: Wild Rift e molti altri.  L'area PC & Console Gaming è pensata per i giocatori più esigenti. In quest'area, i visitatori possono sperimentare le prestazioni visive dei monitor Samsung Odyssey, tra cui Odyssey G4 da 27" che offre un'esperienza di gioco fluida e reattiva, ideale per i titoli competitivi. La tecnologia AMD FreeSync Premium riduce al minimo tearing e stuttering, garantendo un gameplay privo di interruzioni. Sempre in quest’area è possibile testare le prestazioni dell'SSD 990 PRO, che minimizza i tempi di caricamento e assicura prestazioni di gioco ottimali. L'area dedicata al Sim Racing, con simulatori e monitor curvi Odyssey G9, offre un'esperienza di guida realistica e coinvolgente grazie a una definizione impeccabile e al refresh rate di 240Hz. L'area TV Gaming offre un'esperienza di gioco senza precedenti grazie alla tecnologia Neo QLED. I visitatori possono immergersi nei loro giochi preferiti con i TV Neo QLED, che combinano la tecnologia Quantum Matrix con i Mini LED per una qualità d'immagine spettacolare, caratterizzata da neri profondi, contrasti elevati e colori brillanti. Inoltre, grazie al Samsung Gaming Hub integrato, è possibile accedere a migliaia di giochi in cloud gaming. L'esperienza sonora è ottimizzata dalla presenza delle Soundbar della Serie Q e dalla tecnologia Q-Symphony, che crea un audio avvolgente e perfettamente sincronizzato con il TV. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

“Da Russia a Corea del Nord petrolio in cambio di soldati, ecco le prove”: cosa rivelano le immagini satellitari

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(Adnkronos) – Più di un milione di barili di petrolio da marzo. Così, si stima, Mosca 'ripagherebbe' la Corea del Nord e Kim Jong-un per gli armamenti e le truppe inviate da Pyongyang in Russia per sostenere la campagna militare in Ucraina. A parlare è l'analisi di immagini satellitari, condivise con la Bbc, condotta da Open Source Centre, basato nel Regno Unito. E, dicono alla rete britannica il ministro degli Esteri britannico David Lammy ed esperti, il petrolio serve come metodo di pagamento per armi e truppe nordcoreane arrivate in Russia, con il conflitto in Ucraina che va avanti da oltre mille giorni, innescato dall'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio 2022. "Per continuare a combattere in Ucraina, la Russia – rileva Lammy – è diventata sempre più dipendente dalla Corea del Nord per le truppe e le armi in cambio di petrolio". Con "un impatto diretto sulla sicurezza nella penisola coreana, in Europa e nell'Indo-Pacifico". Le immagini satellitari mostrano più di una decina di petroliere nordcoreane che arrivano al porto russo di Vostochny per un totale di 43 'viaggi' negli ultimi otto mesi, tutti 'in incognita'. Alcune immagini sembrano immortalare le petroliere scariche all'arrivo e quasi a pieno carico alla partenza, al 90% della capacità secondo lo studio del pescaggio. Inoltre, evidenzia la Bbc, più della metà dei 'viaggi' tracciati da Open Source Centre è stata effettuata da imbarcazioni sanzionate. No comment dal ministero degli Esteri russo. Il primo trasferimento di petrolio documentato da Open Source Centre in un nuovo rapporto risale al 7 marzo scorso, sette mesi dopo – evidenzia la Bbc – le prime notizie sull'invio di armi in Russia da parte di Pyongyang, che nel frattempo ha dispiegato nella Federazione migliaia di truppe. L'ultimo trasferimento registrato risale al 5 novembre. "Il flusso costante di petrolio dà alla Corea del Nord un livello di stabilità che non ha avuto da quando sono state introdotte le sanzioni", osserva Joe Byrne di Open Source Centre, che parla di "navi che appaiono silenziosamente, quasi ogni settimana", di un "flusso abbastanza costante da marzo". E, "questi trasferimenti stanno alimentando la macchina da guerra di Putin", commenta con la Bbc Hugh Griffiths, che dal 2014 ha guidato per cinque anni il gruppo Onu responsabile per il monitoraggio delle sanzioni alla Corea del Nord. "Petrolio in cambio di missili, petrolio in cambio di artiglieria e ora petrolio in cambio di soldati", sintetizza. Si tratta di trasferimenti che violano le sanzioni Onu (la Russia è membro permanente del Consiglio di Sicurezza), che impediscono la vendita di petrolio alla Corea del Nord, se non in piccole quantità. A Pyongyang non è consentito acquistare l'oro nero sul mercato. Dal 2017 può ricevere, hanno stabilito le Nazioni Unite, un massimo di 500.000 barili di petrolio raffinato all'anno, a fronte di un consumo di nove milioni di barili.  Proprio a marzo, tre settimane dopo il primo trasferimento documentato, la Russia ha usato il veto al Consiglio di Sicurezza per far saltare il gruppo di esperti e di fatto il monitoraggio delle sanzioni Onu a Pyongyang. "Stavamo monitorando alcune delle navi e delle compagnie coinvolte, ma il nostro lavoro è stato interrotto, forse dopo che avevano già superato il limite dei 500.000 barili", ha confermato Ashley Hess, che lavorava nel panel. Ma in ballo non c'è solo il petrolio. "Pensavo non fosse nell'interesse della Russia condividere tecnologia militare, ma forse i calcoli sono cambiati – dice Andrei Lankov, esperto di relazioni Mosca-Pyongyang alla Kookmin University di Seul – I russi hanno bisogno di queste truppe e questo dà più potere alla Corea del Nord".  Come osserva Go Myong-hyun dell'Istituto sudcoreano per la strategia di sicurezza nazionale, "ora Kim riceve il petrolio direttamente (non più con rischiosi e costosi trasferimenti in mare aperto), probabilmente di qualità superiore ed è possibile gratuitamente come contropartita per la fornitura di munizioni". E, dice, "un milione di barili non sono nulla per un grande produttore come la Russia, ma è un quantitativo considerevole per la Corea del Nord". Quindi, l'allarme. "Se mandi la tua gente a morire in una guerra straniera – conclude Go – un milione di barili di petrolio non è una ricompensa sufficiente". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)