Re Carlo arriva in Australia, i repubblicani sperano sia ‘tour d’addio’

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(Adnkronos) –
Re Carlo e la Regina Camilla sono arrivati oggi a Sydney per la loro visita in Australia, accolti dal premier Anthony Albanese e dal governatore generale Sam Mostyn, il rappresentante della Corona. Il suo arrivo per il primo viaggio da monarca nel lontano, e sconfinato, Paese del Commowealth, ha riaperto il dibattito sul futuro dei legami con la monarchia, con i repubblicani dell'Australian Republic Movement che ottimisticamente sperano che sia "il tour d'addio" della Corona inglese, come riporta il Guardian. Sta facendo discutere, per esempio, il fatto che sei premier statali hanno detto di non poter partecipare al ricevimento a Canberra in onore di Carlo e Camilla, una mossa bollata come "un'offesa" da parte dei monarchici australiani. Lo stesso premier socialista Albanese in passato ha espresso un forte sostegno a posizioni repubblicane: "l'Australia deve avere un australiano come capo di Stato".  Ancora prima di atterrare a Sydney, Carlo è, involontariamente, entrato nel dibattito quando la stampa ha diffuso il testo della lettera con cui uno sei segretari ha risposto lo scorso anno ad una lettera dei repubblicani, in cui si assicurava che per il re che l'Australia diventi o meno una repubblicana è una questione che solo gli australiani possono decidere.  "Vi prego di essere sicuri che le vostre posizioni su questa questione da noi sono state valutate attentamente – recitava la lettera – sua maestà, come monarca costituzionale, agisce sotto consiglio dei suoi ministri, e che l'Australia diventi una repubblica è quindi una questione che il popolo australiano deve decidere".  La posizione di Carlo è in linea con quella della Regina Elisabetta, ha poi ricordato un portavoce di Buckhingham Palace: "Come sua madre prima di lui, sua maestà ha sempre pensato che questa è una questione del popolo australiano". Parlando alla Sydney Opera House nel marzo del 2000, pochi mesi dopo il referendum con cui si stabilì di mantenere la monarchia, la regina Elisabetta disse: "ho sempre messo in chiaro che il futuro della monarchia in Australia è una cosa su cui voi, australiani, e solo voi potete decidere con mezzi democratici e costituzionali".  Prima di partire per l'Australia, Carlo e Camilla hanno poi postato un messaggio su X lodando il Paese e il suo popolo. "Prima della nostra prima visita come re e regina, siamo ansiosi di tornare in questo bellissimo Paese per celebrare la sua straordinariamente ricca cultura e le sue comunità che la rendono così speciale", recita il post. Nella sua prima missione di sei giorni in un Paese del Commowealth, Carlo sembra comunque destinato a ricevere una calda accoglienza dagli australiani, stando agli ultimi sondaggi che danno in netta maggioranza, il 45%, i sostenitori della monarchia costituzionale rispetto al 33% che invece ha sentimenti repubblicani, con il resto di indecisi.  —internazionale/royalfamilynewswebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ecofin Budapest boicottato, attesi solo 8 ministri su 27

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(Adnkronos) – Il boicottaggio di molti Paesi Ue nei confronti della presidenza di turno ungherese è riuscito. Nel prospetto distribuito stamani nella sala stampa del centro congressi Bàlna, sulle rive del Danubio, dove si riuniscono l'Eurogruppo e l'Ecofin informale, tradizionale appuntamento di settembre per i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali, sono elencati solo otto ministri, meno di un terzo del totale.  Gli altri 19 Stati membri sono rappresentati a livello di sottosegretari o di funzionari. Gli otto Paesi presenti a livello di ministri sono Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia. Il boicottaggio è stato deciso a causa delle iniziative unilaterali in politica estera assunte dal premier ungherese Viktor Orban all'inizio della presidenza del Consiglio Ue. Oltre agli otto ministri attesi, è presente anche il padrone di casa, il ministro ungherese Mihaly Varga, che non fa parte dell'Eurogruppo. Con Varga, il conto sale a 9 ministri: il ministro ungherese, tuttavia, non ha confermato il numero dei colleghi attesi alle riunioni di oggi, quindi il conteggio non è ancora definitivo. Al boicottaggio operato dalla maggior parte degli altri Paesi membri, si aggiunge una marcata rigidità dell'organizzazione ungherese. Chi ha chiesto l'accredito stampa fuori tempo massimo, cosa abbastanza normale se le procedure vengono aperte in pieno agosto, si è visto rifiutare la 'late accreditation', che è prassi negli informali, specie in quelli che si tengono dopo la pausa estiva. E' interesse della presidenza, in genere, avere la copertura mediatica più ampia possibile degli eventi che organizza. E la presenza della stampa oggi a Budapest, vista l'assenza di numerosi ministri, è decisamente ridotta. Varga, arrivando al centro congressi Bàlna, ha detto che "ci sono le condizioni per riunioni di successo", malgrado la scarsa presenza di ministri delle Finanze Ue prevista oggi nella capitale magiara. A chi gli chiedeva se fosse deluso per la scarsa affluenza prevista di colleghi risponde: "Non sono deluso: ogni Paese prende le proprie decisioni in merito al livello di rappresentanza ed è libero di decidere quale sia la persona adatta" a rappresentarlo all'Eurogruppo e all'Ecofin informale. Varga non ha confermato il numero di ministri atteso, nove su 27 (incluso lui): "Vedremo", si è limitato a dire, senza rispondere a ulteriori domande sul punto. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Genoa-Roma 1-1, primo gol in giallorosso per Dovbyk

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Genoa e Roma pareggiano 1-1 nel lunch match della quarta giornata di Serie A, disputato allo stadio 'Luigi Ferraris' della città ligure. Al vantaggio degli ospiti con il primo gol in maglia giallorossa di Artem Dovbyk al 37' replica al 96' De Winter. In classifica i rossoblù agganciano all'ottavo posto il Milan a quota 5, mentre i capitolini ,ancora a secco di vittorie, sono dodicesimi con 3 punti come Fiorentina, Atalanta, Lecce e Bologna.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Università, nasce Bridge-Uganda, avamposto Milano Bicocca per salute globale

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(Adnkronos) – Offrire a studenti e specializzandi opportunità di tirocinio e un'esperienza unica di formazione. Nasce con questi obiettivi Bridge (Bicocca Research and Innovation for Development and Global hEalth)-Uganda, l'outpost dell'Università di Milano-Bicocca presso il Lacor Hospital, in Uganda. Il modello di cooperazione internazionale, della durata di 5 anni, è stato presentato questa mattina a Milano durante l'evento 'Salute globale: il ruolo dell'accademia', e si inserisce all'interno del progetto 'Bicocca Global Health Center' che coinvolge tutte le professionalità dell'ateneo nello sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide della salute globale attraverso un approccio multidisciplinare, promuovere la salute e il benessere nei Paesi a basso e medio reddito e plasmare, anche grazie al coinvolgimento di altri settori disciplinari dell'ateneo, la prossima generazione di professionisti sanitari a tutto tondo.  Il Lacor Hospital, che si trova nel distretto di Gulu nel nord dell'Uganda – si legge in una nota – è tra i maggiori poli sanitari non profit dell'Africa equatoriale. Sostenuto in Italia dalla Fondazione Corti, riveste un ruolo fondamentale per la regione: fornisce assistenza medica a circa 200mila persone all'anno, con oltre 30mila ricoveri, ed è un fondamentale polo di formazione in diverse discipline sanitarie, sede di tirocinio per le università locali e internazionali. La sede di Bridge-Uganda è nella palazzina delle suore missionarie comboniane, una delle strutture storiche originarie dell'ospedale, che verrà ristrutturata per offrire a docenti, ricercatori e studenti uno spazio attrezzato per le attività di studio e di ricerca scientifica previste dall'accordo quinquennale sottoscritto dalle due istituzioni. Si tratta del secondo avamposto all'estero dell'ateneo milanese, dopo il MaRhe Center nell'arcipelago delle Maldive, il centro di ricerca e formazione dedicato agli studi di biologia marina. "Siamo orgogliosi di avviare questa cooperazione con il Lacor Hospital – ha dichiarato Giovanna Iannantuoni, rettrice dell'Università Milano-Bicocca – in un progetto destinato a formare la prossima generazione di professionisti sanitari. Un aspetto chiave di questa partnership è il 'Progetto 2 Pilastri', che prevede tirocini per studenti e specializzandi dell'ateneo, offrendo loro l'opportunità di acquisire esperienza e immergersi in un contesto clinico complesso, sviluppando competenze pratiche e qualità umane essenziali. I due pilastri rappresentano i nostri obiettivi di formazione professionale (un pilastro) e di formazione umana (secondo pilastro), quest'ultimo fondamentale soprattutto per i professionisti della salute. Obiettivo principale dell'accordo è comprendere a fondo le esigenze sanitarie locali, individuare le aree in cui fornire supporto e gettare le basi per iniziative congiunte volte a potenziare la formazione e la ricerca". Il direttore scientifico del Lacor Hospital, Emmanuel Ochola, "molto emozionato" per la nascita del "nuovo avamposto dell'Università di Milano-Bicocca", ha ricordato che "per continuare a servire una popolazione poverissima e afflitta da numerose malattie il Lacor lotta quotidianamente per rendere i costi accessibili e ci riesce anche grazie ai partner che ci sostengono. In questa sfida dobbiamo ottimizzare i servizi scegliendo interventi efficaci e basati sull'evidenza. La collaborazione con Milano-Bicocca sarà centrata sul paziente, sia in ospedale che sul territorio, e speriamo possa aiutarci a fornire servizi migliori e formazione di qualità, in linea con la nostra missione".  Aggiunge Dominique Corti, Presidente di Fondazione Corti: "Quella con Milano-Bicocca è una collaborazione che nasce da reciproca stima e dal rispetto per l'identità del Lacor e delle esigenze della popolazione che serve. Che si tratti di formazione, ricerca, o capital development, ogni passo effettuato insieme risponde alle 'local ownership' delle priorità. Un modo di operare oggi riconosciuto come essenziale per lo sviluppo locale e che Fondazione Corti porta avanti da oltre trent'anni. A 65 anni dalla sua nascita – rimarca – il Lacor lotta quotidianamente per fornire assistenza sanitaria di qualità a pazienti che non possono permettersi il costo delle cure. E questo è possibile soprattutto grazie al contributo dei donatori dei Paesi ad alto reddito che riconoscono l'importanza di sostenere una realtà attiva ed efficace come il Lacor". Già da 2 anni l'ospedale era sede di tirocinio per alcuni studenti del quinto e sesto anno di Medicina, del terzo anno di Infermieristica e Ostetrica, e per gli specializzandi di Milano-Bicocca. Si prevede d'ora in poi un coinvolgimento di circa 30 tirocinanti l'anno. La realizzazione di Bridge-Uganda offrirà un centro di coordinamento per tutte le attività dell'ateneo in loco e in altri ospedali ugandesi o nei Paesi confinanti, spazi e postazioni Internet per gli utenti. Vi si svolgeranno iniziative di ricerca, alcune delle quali già in corso nei settori della pediatria e della ginecologia, dell'anatomia patologica e delle malattie infettive. Saranno interessati non solo ambiti clinici diversi, ma anche altri campi scientifici dell'università, come l'economia, la psicologia e l'informatica.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Crevani (Sanofi): “Scienza e politica unite in prevenzione diabete e celiachia”

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(Adnkronos) – "Siamo molto orgogliosi di aver contribuito e supportato la realizzazione di questo White paper che ha avuto l'obiettivo di riunire un gruppo di persone che sono fra i più importanti esperti nel campo del diabete di tipo 1, passando dalla pediatria all'endocrinologia. Oltre al comparto scientifico, anche quello politico ha tanto spinto per l'attuazione in Italia di questa legge sullo screening". Così Alessandro Crevani, General Manager Business Unit General Medicines Italy & Malta di Sanofi, alla presentazione del documento 'Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia', oggi a Roma, ricorda che "l'obiettivo del paper era di sviluppare delle raccomandazioni pratiche, che in realtà sono 16, per passare velocemente da quello che è la fase pilota propedeutica, che oggi si realizza in 4 regioni – Lombardia, Marche, Campania e Sardegna – allo screening nazionale, che noi ci auguriamo avvenga, grazie anche a queste raccomandazioni, in modo più omogeneo possibile in tutte le regioni, senza differenze".  La scelta di prevedere lo screening pediatrico delle due patologie, diabete e celiachia, "non è casuale – spiega Crevani – Entrambe possono essere identificate precocemente attraverso l'espressione di autoanticorpi, il che significa che, con un solo prelievo, è possibile intercettare più patologie. Si tratta di due condizioni con caratteristiche e impatto diverso, anche con rischi diversi, ma sono due malattie che sono portate ad avere l'espressione di autoanticorpi e, quindi, conviene testarle in un unico momento da parte del pediatra". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Nba, si ritira ‘Woj’: tifosi in crisi per l’addio di un giornalista

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(Adnkronos) – I tifosi e gli appassionati Nba sotto choc per un ritiro eccellente e imprevisto. A chiudere la carriera non è un giocatore ma un giornalista, Adrian Wojnarowski. 'Woj', per tutti i fan, si ferma a 55 anni per iniziare la carriera di general manager nella squadra del college di St. Bonaventure. Il passo di indietro di Wojnarowski lascia il segno per un motivo particolare: l'insider, che negli ultimi 7 anni ha lavorato per il network Espn, è stato per decenni il re del mercato Nba, anticipando trattative e affari di ogni squadra e di qualsiasi giocatore. Nei periodi della free agency, l'attesa per le 'Woj Bombs' – le bombe di mercato – ha scandito le giornate non solo negli Stati Uniti. Ora, dopo 37 anni di carriera, lo stop. Impossibile, scrive il giornalista nel post in cui annuncia la decisione, continuare a lavorare ad un ritmo forsennato, dedicando praticamente ogni minuto di ogni giornata a rumors, indiscrezioni, messaggi e conferme. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Salute, Padovani (Sin): “Grazie a ricerca Alzheimer fa meno paura”

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(Adnkronos) – "Grazie alla ricerca un futuro senza Alzheimer è possibile, ma per questo obiettivo dobbiamo stare con i piedi ben piantati a terra. Sicuramente la malattia fa meno paura. Inoltre, sappiamo che possiamo prevenirla. Già abbiamo evidenze di un'incidenza complessivamente ridotta, perché il controllo dei fattori di rischio riesce a spostare in là la comparsa di questa condizione correlata all'invecchiamento della popolazione". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin) e socio fondatore dell'Associazione italiana ricerca Alzheimer, a margine della conferenza stampa per il decennale di fondazione di Airalzh che si è tenuta a Roma al ministero della Salute. Tra i "tanti fattori di rischio – spiega Padovani – troviamo il colesterolo cattivo, un difetto di vista non controllato, la sordità soprattutto se non trattata. Ma poi ci sono i fattori di rischio cardiovascolare, l'igiene, in particolar modo l'igiene orale, il microbiota sollecitato da diete sbagliate, l'alcol, il fumo di sigaretta, l'inquinamento atmosferico da Pm2,5, i metalli pesanti". Di fatto "la fragilità del cervello o la vulnerabilità del cervello si esprime aumentando il rischio di ammalarsi. Quindi tutto ciò che possiamo fare per salvaguardare la salute del cervello serve anche a contrastare la malattia di Alzheimer", conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Manchester City-Inter, oggi Champions League: orario e dove vederla in tv

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(Adnkronos) – Manchester City e Inter oggi in campo nel match della prima giornata della Champions League 2024-2025. Alle 21, all'Etihad Stadium, va in scena – in diretta tv e streaming – la sfida che ripropone la finale dell'edizione 2022-2023 vinta dal City per 1-0 a Istanbul.   Il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi potrebbe rinunciare in attacco a Lautaro Martinez. L'argentino pare destinato a partire dalla panchina. Titolari Thuram e Taremi. Il City di Pep Guardiola si presenta con lo schieramento collaudato, in avanti – ovviamente – riflettori su Haaland. MANCHESTER CITY (4-3-3) – Ederson; Walker, Akanji, Ruben Dias, Gvardiol; Bernardo Silva, Rodri, De Bruyne; Doku, Haaland, Grealish. All. Guardiola.  INTER (3-5-2) – Sommer; Bisseck, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Zielinski, Carlos Augusto; Taremi, Thuram. All. Inzaghi.   La partita sarà trasmessa in diretta esclusiva da Prime Video e sarà visibile in streaming, su smart tv o attraverso la fire stick  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanità, Patriarca (Fi): “Raddoppiato stanziamento Fondo demenze, ora è 35 mln”

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(Adnkronos) – "Abbiamo più che raddoppiato lo stanziamento del Fondo per le demenze che ora è attorno ai 35 milioni di euro. Lo scorso anno era di 15 milioni. Il rifinanziamento è stata una battaglia vinta e per questo voglio ringraziare il ministro della Salute Orazio Schillaci per l'attenzione che ha avuto". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Annarita Patriarca, componente Commissione Affari sociali della Camera e co-presidente dell'Intergruppo per le Neuroscienze e l'Alzheimer, intervendo alla conferenza stampa per il decennale di fondazione di Airalzh – Associazione italiana ricerca Alzheimer, che si è tenuta al ministero della Salute. "Parlare di Alzheimer in questo momento storico significa continuare ad accendere una luce importante – sottolinea la deputata di Forza Italia – Abbiamo ottenuto l'anno scorso un risultato che è stato il compimento di una serie di attività e di azioni per tenere i riflettori accesi su questa patologia, per non dimenticare che cosa significa per i pazienti e per chi li assiste. Il Fondo per le demenze è uno strumento importante dato in mano alle Regioni. Speriamo che vengano realizzati dei progetti efficaci per dare le migliori risposte possibili a chi aspetta da questo finanziamento un aiuto per gestire una patologia che è sempre più complessa e che vede coinvolti non soltanto i pazienti, ma anche i familiari". E di viola – il colore simbolo della malattia – si illumineranno i palazzi della politica e delle istituzioni il 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer. "Lo scorso anno abbiamo iniziato con questo progetto – ricorda Patriarca – ovvero chiedere a tutti i palazzi istituzionali di illuminarsi di viola per accendere una luce sulla malattia. Il viola è il colore dell'Alzheimer, viene dal fiore non ti scordar di me che è il simbolo di questa patologia. L'anno scorso abbiamo avuto la straordinaria adesione di tutte le Regioni italiane. E quest'anno si illumineranno di viola le sedi di Camera, Senato, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, delle Regioni, dei più grandi Comuni italiani e Città metropolitane. Finora abbiamo avuto tante adesioni, tra cui quelle di città come Milano, Napoli, Bari e Palermo. E' un segnale importante, per non dimenticare, per sensibilizzare l'opinione pubblica, per far acquisire consapevolezza sulla malattia, non solo ai decisori politici". Il 21 settembre, è l'auspicio di Patriarca, "sia un momento di riflessione importante per recuperare una cultura della prevenzione in un'ottica necessaria di diagnosi precoce". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Medjugorje, dal Papa via libera al culto pubblico “ma non per incontrare i presunti veggenti”

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(Adnkronos) –
Via libera al culto pubblico a Medjugorje ma non per incontrare i presunti veggenti. Gli elementi raccolti permettono di riconoscere che sono presenti le condizioni per procedere alla determinazione di un 'nihil obstat'. "È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e analisti", sottolinea 'La Regina della Pace', Nota sull’esperienza spirituale legata a Medjugorje meta di pellegrinaggi da tutto il mondo con un indotto complessivo attorno agli 11 miliardi, firmata dal cardinale Víctor Manuel Fernandez, e da mons. Armando Matteo prefetto e segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede. Un testo approvato dal Papa, il 28 agosto scorso, presentato oggi in Vaticano, che riconosce la bontà dei frutti spirituali legati all’esperienza di Medjugorje, autorizzando i fedeli ad aderirvi – secondo quanto stabilito a maggio dalle nuove norme per discernere questi fenomeni – in quanto "si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi".  Va detto che la Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede approvata dal Pontefice non si pronuncia sulla soprannaturalità ma riconosce appunto gli abbondanti frutti spirituali legati alla parrocchia-santuario della Regina della Pace e formula un giudizio complessivamente positivo sui messaggi pur con alcuni chiarimenti. Complessivamente positivo il giudizio sui messaggi pur con dei chiarimenti su alcune espressioni. Si fa notare che "le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti" e che in ogni caso i doni spirituali "non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire". La dichiarazione di soprannaturalità – il parere del direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli – "potrà ancora esserci, ma non bisogna più attenderla per autorizzare culto, devozioni e pellegrinaggi, se non vi sono inganni o interessi nascosti, se i messaggi sono ortodossi e soprattutto si riscontrano tante esperienze positive".  "I frutti positivi si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede" in accordo con la tradizione della Chiesa. Si registrano "abbondanti conversioni" di persone che hanno scoperto o riscoperto la fede; il ritorno alla confessione e alla comunione sacramentale, numerose vocazioni, "molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare". "Occorre menzionare – si legge nella Nota – che tali esperienze avvengono soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari piuttosto che durante gli incontri con i “veggenti” per presenziare alle presunte apparizioni". Si riportano pure "numerosissime guarigioni". La parrocchia del piccolo paese dell’Erzegovina è luogo di adorazione, preghiera, seminari, ritiri spirituali, raduni di giovani e "sembra che a Medjugorje le persone si rechino soprattutto per rinnovare la propria fede piuttosto che in ragione di precise richieste concrete". Sono sorte anche opere di carità che si occupano di orfani, tossicodipendenti, disabili e si registra anche la presenza di gruppi di cristiani ortodossi e di musulmani. La Nota del Dicastero prosegue esaminando gli aspetti centrali dei messaggi, a partire da quello della pace intesa non soltanto come assenza di guerra ma anche in un senso spirituale, familiare e sociale: il titolo più originale che la Madonna attribuisce a sé stessa è infatti 'Regina della Pace'. Emerge con frequenza l’invito all’abbandono fiducioso in Dio che è amore: "Possiamo riconoscere un nucleo di messaggi nei quali la Madonna non pone sé stessa al centro ma si mostra pienamente orientata verso la nostra unione con Dio".  Molti messaggi invitano a riconoscere l’importanza di chiedere l’aiuto dello Spirito Santo: "La gente si sbaglia quando si rivolge unicamente ai santi per chiedere qualcosa. L’importante è pregare lo Spirito Santo perché scenda su di voi. Nei messaggi si ritrova poi "un costante invito ad abbandonare uno stile di vita mondano e un eccessivo attaccamento ai beni terreni con frequenti inviti alla conversione, che fa diventare possibile la vera pace nel mondo". La conversione sembra essere centrale nel messaggio di Medjugorje. C’è anche una "insistente esortazione a non sottovalutare la gravità del male e del peccato e a prendere molto sul serio la chiamata di Dio a lottare contro il male e contro l’influsso di Satana», indicato come origine dell’odio, della violenza, della divisione.  La seconda parte del documento sottolinea come "alcuni pochi" messaggi si allontanino dai contenuti fin qui elencati. E dunque "per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale".  Se si leggono parzialmente alcuni messaggi, possono apparire "connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi" anche se qualche errore può non essere "dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno". In alcuni casi "la Madonna sembra mostrare una qualche irritazione perché non sono state seguite alcune sue indicazioni; avverte così su segni minacciosi e sulla possibilità di non apparire più".  Ma in realtà altri messaggi offrono una giusta interpretazione: "Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti. Essi dicono: “In tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe”. Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non si converte. Perciò invito tutti alla conversione» (15.12.1983). L’insistenza diventa più problematica quando i messaggi "si riferiscono a richieste di improbabile origine soprannaturale, come quando la Madonna impartisce degli ordini circa date, posti, aspetti pratici, e prende decisioni su questioni ordinarie". Nella Nota si indicano come problematici quei messaggi che attribuiscono alla Madonna le espressioni “il mio piano”, “il mio progetto”, espressioni che "potrebbero confondere. In realtà, tutto quanto Maria compie è sempre al servizio del progetto del Signore e del suo piano divino di salvezza".  "Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale" e ricordando che nessuno è obbligato a credervi, il nulla osta – emesso dal vescovo di Mostar-Duvno in accordo con la Santa Sede – indica che i fedeli "possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico".  La Nota precisa inoltre che "la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale". E pur esistendo – com’è noto – diversi pareri "circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale".  Resta ferma la potestà di ogni vescovo diocesano di prendere decisioni prudenziali nel caso vi siano persone o gruppi che "utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato". Il Dicastero invita chi si reca a Medjugorje "ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Contratti: Damiano, “Ccnl multimanifatturiero Confimi-Confsal non è pirata”

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(Adnkronos) – "Qui non siamo di fronte a un contratto pirata ma a un contratto di diversa impostazione. Io ho studiato le norme e consiglio a tutti di farlo. Ad esempio il lavoro domenicale è più disponibile rispetto ai contratti confederali. Bene fissazione di un salario minimo tabellare". Così l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, intervenendo alla presentazione del primo contratto di lavoro multimanifatturiero Confimi-Confsal.  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Attacchi a Hezbollah, il piano di Israele con cercapersone e radio è un mistero

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(Adnkronos) – Potrebbero volerci anni prima che venga raccontata la storia completa di come sono state orchestrate le esplosioni coordinate di migliaia di cercapersone e walkie-talkie usati da Hezbollah. I dubbi su cosa li abbia fatti esplodere restano e, anche senza che Israele ammetta pubblicamente la responsabilità, è chiaro che l'attacco deve essere stato pianificato con cura. Lo scrive il Guardian, che ha intervistato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica alla Surrey University, secondo cui, per trasformare in piccole bombe questi dispositivi "non ci sarebbe bisogno di molto esplosivo: la loro vicinanza al corpo umano causa lesioni anche se si tratta di pochi grammi". 
La prima ondata di esplosioni, verificatasi martedì alle 15.30 circa ora locale, sembra essere stata innescata da un messaggio speciale della leadership di Hezbollah, il che implica, ha sostenuto Woodward, una specifica modifica del software incorporato nei cercapersone. Ciò significa che avrebbe innescato un'esplosione quando fosse stato inviato il messaggio appropriato. Potrebbe dunque essere stata un'impostazione predefinita sui cercapersone, esplosi dopo un segnale acustico, che ha dato ai possessori il tempo necessario per avvicinare il dispositivo al volto, motivo per cui i dottori libanesi hanno riferito di aver curato ferite multiple a mani e occhi dopo l'esplosione.  Dodici persone sono state uccise e circa 2.800 ferite nelle esplosioni di martedì, e 14 sono morte in una seconda ondata di esplosioni che è seguita ieri, quando i walkie-talkie hanno iniziato a esplodere. Ciò suggerisce che gli attacchi equivalevano a un tentativo concertato di interrompere le comunicazioni di Hezbollah, il tipo di attività che potrebbe essere un preludio a un bombardamento del Libano meridionale o ad altri attacchi militari convenzionali.  
Sabotare i cercapersone non è un'impresa da poco – prosegue il giornale britannico citando Oleg Brodt, direttore dei Cyber Labs della Ben-Gurion University – Potrebbe anche aver richiesto la collaborazione dei produttori o che il Mossad (o chiunque abbia eseguito gli attacchi in Libano) abbia prodotto da sé i cercapersone manipolati. Si tratta, ovviamente, soltanto di speculazioni, al momento.  I cercapersone recavano il logo di un produttore taiwanese, Gold Apollo. Il suo fondatore, Hsu Ching-Kuang, ha affermato che la sua azienda aveva subappaltato la fabbricazione del modello Ar-924 coinvolto nell'attacco alla poco conosciuta Bac Consulting Kft con sede a Budapest, un accordo che, a suo dire, era stato stipulato tre anni fa. 
Da qui la pista diventa strana. Bac Consulting è stata registrata in Ungheria nel 2022 e ha fornito un indirizzo di Budapest sul suo sito web, lo stesso indirizzo utilizzato da numerose aziende. Il suo amministratore delegato è Cristiana Bársony-Arcidiacono, secondo il suo profilo su LinkedIn, ed è descritta come laureata alla London School of Economics e madrelingua sia ungherese che italiana.  Il Guardian racconta di aver chiamato la Bársony-Arcidiacono e che questa, dopo aver chiesto come la giornalista avesse ottenuto il numero, ha riattaccato. Tuttavia, ha confermato alla Nbc che la sua azienda lavorava con Gold Apollo. Alla domanda sui cercapersone e sulle esplosioni, la Bársony-Arcidiacono ha detto: "Non produco i cercapersone. Sono solo l'intermediario. Penso che abbiate sbagliato". In seguito, anche i funzionari ungheresi hanno affermato che i cercapersone non erano stati prodotti nel paese.  
La fabbricazione dei letali cercapersone con trappole esplosive è solo metà della storia, tuttavia – sottolinea il giornale – chiunque li abbia costruiti aveva una buona conoscenza dell'intelligence all'interno di Hezbollah. Sapevano che Hezbollah aveva ordinato circa 5.000 cercapersone, dopo che il leader del gruppo, Sayyed Hassan Nasrallah, aveva messo in guardia a febbraio contro l'uso dei telefoni cellulari . "Il tuo telefono è il loro agente", aveva avvertito all'epoca il capo di Hezbollah, senza prevedere che i nemici del suo gruppo sarebbero stati pronti a piazzare degli esplosivi nei cercapersone. Gli aggressor
i sapevano anche chi avrebbe fornito i dispositivi sabotati a Hezbollah e avevano un modo per assicurarsi di poter controllare la loro consegna al gruppo militante, così come la loro fabbricazione o compromissione. "La portata, la distruzione e la precisione dell'attacco suggeriscono un'operazione sofisticata in preparazione da mesi", ha affermato Emile Hokayem dell'International Institute for Strategic Studies. Sebbene Israele non abbia rivendicato la responsabilità dell'attacco, pochi dubitano che le sue forze di sicurezza siano dietro allo sforzo, straordinario perché ha coinvolto migliaia di dispositivi anziché un singolo telefono con trappola esplosiva del tipo usato per assassinare il leader di Hamas Yahya Ayyash nel 1996. Yoav Gallant, ministro della Difesa del Paese, ha chiamato Lloyd Austin, il suo omologo statunitense, "diversi minuti" prima che i cercapersone iniziassero a esplodere per comunicargli che un'operazione in Libano stava per iniziare, secondo il sito web Axios. Non sono stati condivisi dettagli specifici e il dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti non erano stati preavvisati del piano di attacco, sebbene la telefonata di Gallant si avvicini a un riconoscimento di responsabilità. Ma per quanto sofisticata sia stata la pianificazione, la realtà è che molti civili sono rimasti feriti quando i cercapersone sono esplosi. Un video ha ripreso un cercapersone che esplodeva in un mercato; altri hanno mostrato adulti e bambini in ospedale con gravi ferite traumatiche penetranti alla testa, al corpo e agli arti. Human Rights Watch, un gruppo di monitoraggio, ha affermato che la legge sui diritti umani "proibisce l'uso di trappole esplosive, proprio per evitare di mettere i civili in grave pericolo".  Sembra che Israele abbia voluto intensificare il suo attacco al gruppo militante, due giorni dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha dichiarato che consentire a 60.000 sfollati di tornare sani e salvi alle loro case nel nord del paese era ora un obiettivo di guerra.  Hokayem ha sostenuto che l’operazione del cercapersone, seguita ora dall’attacco con il walkie-talkie, “rappresenta un colpo umiliante e un grave fallimento della sicurezza operativa per Hezbollah”, già scosso dall’assassinio tramite attacco aereo del suo comandante militare di punta a luglio. "Il gran numero di vittime e la loro distribuzione nel Paese hanno avuto un profondo impatto sulla società libanese e su Hezbollah", ha concluso. Ma è anche probabile che si rischino ritorsioni e un'intensificazione delle ostilità, poiché entrambe le parti sono sull'orlo della guerra. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Agnelli (Confimi): “Ccnl multimanifatturiero riforma i rapporti sindacali’

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(Adnkronos) – "Fin dalla nostra fondazione 12 anni fa il nostro obiettivo era riformare i rapporti sindacali. E uno dei modi a cui abbiamo pensato fin dal principio era quello di unificare un certo numero di contratti manifatturieri. Ci siamo riusciti, abbiamo impiegato purtroppo 12 anni, perché il mondo del sindacato è un mondo molto difficile. E lo abbiamo fatto con Confsal, un interlocutore che era interessato al nostro progetto, progetto naturalmente che non era interessante per altri sindacati". Così Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria, con Adnkronos/Labitalia, a margine della presentazione del primo contratto nazionale di lavoro multimanifatturiero siglato con Confsal.  Il nuovo contratto multimanifatturiero per Agnelli può rappresentare "un aiuto per le associazioni, le aziende e anche i consulenti del lavoro che devono fare magari buste paga diverse con diversi contratti. E' un discorso di massima comodità, di risparmio. Il risparmio lo vediamo nel costo della gestione di 17 contratti contro uno", sottolinea. E Agnelli ricorda che nel nuovo modello contrattuale "c'è il concetto del salario minimo a 9 euro tabellare, abbiamo inserito la possibilità della presenza di un dipendente nel cda delle aziende spa con più di 100 dipendenti", sottolinea. E non finiscono qui le novità. "C'è la settimana corta, pagata come lunga, e questo per il sindacato è stata una questione molto interessante, ma anche per gli imprenditori, per un rapporto migliore con il dipendente.In pratica si lavora 36 ore nella settimana, pagate 40 dall'azienda. La distribuzione delle 36 ore nella settimana dopo lo si fa azienda per azienda, accordo per accordo, questo fa parte della trattativa. Una cosa penso più comune è fare 9 ore al giorno per 4 giorni, poi sei libero un giorno per fare le tue cose, il sabato e la domenica sei libero per vivere la tua vita", spiega ancora.  "Dopo tanti mal di pancia, ci sarà un avvicinamento di molte categorie al nostro contratto, perché è un contratto di stile di classe europea, cioè avanzato".   —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 19 settembre

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(Adnkronos) – Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del SuperEnalotto di oggi 19 settembre 2024. Il jackpot a disposizione del prossimo concorso sale a 77,7 milioni. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. La combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 3, 13, 44, 45, 56, 61. Numero Jolly: 33. Numero Superstar: 34.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

M5S, Conte: “Grillo è il papà ma non può esercitare parental control col telecomando”

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(Adnkronos) – "Grillo dice che non è il padrone del Movimento 5 Stelle ma il papà. Certo, è il fondatore del Movimento, ha avuto quest'opera meritoria di lancio del Movimento… Però il papà non può pensare di avere un telecomando in mano e di esercitare il parental control decidendo cosa dobbiamo vedere, perché siamo una comunità di adulti". Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del M5S, parlando dello scontro con Beppe Grillo a '4 di sera' su Rete 4. "Spero che la questione finisca qui – ha aggiunto – Se continueranno le pec da parte di Grillo o le diffide formali, vuol dire che risponderanno gli avvocati. Io non rispondo più. Ho già detto che questo processo è irreversibile e nessuno lo può fermare. Scissioni non ne vedo: una scissione si fa quando non c'è un'occasione di discussione". Il presidente M5S ha parlato anche dell'ondata di maltempo che ha colpito l'Emilia Romagna. "Dobbiamo evitare – ha sottolineato – quello che è successo in passato, con la presidente Meloni in stivali pronta a intervenire a favore di telecamere ma poi i ristori non sono ancora arrivati ed è passato tantissimo tempo". "Ho sentito il ministro Musumeci scaricare le responsabilità sulle autorità regionali o addirittura rimpallare responsabilità con un altro ministero del governo. Questa è una cosa che non va fatta. Se durante la pandemia di Covid avessi fatto la stessa cosa, il Paese sarebbe collassato. Bisogna lavorare a tutti i livelli: governo, regioni e comuni". ha scandito Conte. Poi su Open Arms: "Non auguro la condanna a nessuno, nemmeno a un avversario politico. Ma le mie posizioni sul caso Open Arms, attraverso le lettere scritte, sono state chiare. Dire 'io difendo i confini nazionali' è un concetto fondamentale. Ma qui non erano confini terrestri, erano confini marittimi. E se ci sono persone in condizioni critiche bisogna intervenire". "Eravamo a cavallo di Ferragosto. Su quella nave c'erano anche minori. Spettava a Salvini consentire l'attracco. Salvini aveva già la prospettiva di uscire dal governo, quindi assunse un tono muscolare", ha aggiunto Conte ricordando le fasi critiche della vicenda Open Arms. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Cercapersone e walkie talkie esplosi, Libano nel panico: la reazione della popolazione

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(Adnkronos) – Una psicosi collettiva sta dilagando in Libano dopo le due ondate di attacchi contro Hezbollah con walkie talkie e cercapersone esplosivi che hanno causato decine di morti e migliaia di feriti. L'operazione non rivendicata, ma che in molti hanno attribuito al Mossad, ha anche provocato danni gravissimi agli occhi di molti sopravvissuti, tra cui l'ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani. Gli ospedali sono saturi e il Paese – già da tempo alle prese con una devastante crisi economica e politica – è in preda al panico. I civili sono terrorizzati dal fatto che dispositivi di uso quotidiano possano esplodere in qualsiasi momento. E le voci girano ormai senza alcun freno causando ancora più caos. "Si dice che potrebbero esplodere i pannelli solari, le batterie, i frigoriferi, qualsiasi cosa", ha scritto il giornalista Hassan Harfoush sul Daily Mail. "Ho persino detto ai miei genitori di prendere un estintore, nel caso in cui qualcosa esplodesse in casa", ha aggiunto Harfoush che ha descritto le scene dell'orrore – con corpi e volti dilaniati – a cui si è assistito negli ultimi giorni. I libanesi, scrive la stampa locale, hanno iniziato ad adottare misure drastiche per proteggersi, spegnendo i cellulari, gettando via i dispositivi elettronici e strappando le batterie dai walkie-talkie per il timore che possano essere stati manomessi con esplosivi. In alcuni casi, le persone hanno staccato gli elettrodomestici, persino spento i router wi-fi. Intanto una fonte dell'intelligence statunitense ha rivelato ad Abc News che l'operazione per fabbricare i device esplosi era stata pianificata da almeno 15 anni, coinvolgendo società fittizie. Una delle principali conseguenze a lungo termine di quanto accaduto sarà che Hezbollah "ora dovrà condurre una caccia alle streghe all'interno dell'organizzazione", ha commentato a Sky News il ricercatore su terrorismo e politica mediorientale, Magnus Norell, evidenziando come la "vittoria tattica per Israele" sia stata "l'interruzione dei sistemi di comunicazione di Hezbollah in un colpo solo". Ma i nervi dei libanesi sono messi a dura prova anche dal rischio concreto che le esplosioni dei walkie talkie e dei cercapersone siano, come molti osservatori sostengono, il preludio a un'operazione militare su larga scala dello Stato ebraico contro Hezbollah. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha parlato di una "nuova fase" della guerra, il cui baricentro si sposterà inevitabilmente da Gaza verso il confine nord con il Libano. Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel suo atteso intervento ieri ha definito l'operazione di Israele "un'operazione di guerra".  La tensione è altissima. Aerei militari israeliani hanno sorvolato Beirut, a bassa quota e a velocità superiori di quella del suono, mentre Nasrallah teneva il suo discorso. Negli stessi minuti Hezbollah ha colpito almeno quattro nel nord dello Stato ebraico. Nella notte, poi, c'è stato uno dei più intensi attacchi israeliani nel sud del Libano dal 7 ottobre. L'agenzia libanese Nna sostiene che siano stati condotti 52 raid e le Idf hanno comunicato di aver colpito 100 lanciatori di razzi.  L'escalation sembra davvero un passo, ma nella comunità internazionale si ritiene ci sia ancora una finestra di opportunità per risolvere la crisi pacificamente. "Abbiamo parlato a lungo di ciò che accade in Medio Oriente, con grande preoccupazione, ma anche convinti che ci possa ancora essere lo spazio per iniziative diplomatiche'', ha dichiarato ieri sera a Parigi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine della riunione del formato Quint – con i rappresentanti di Usa, Germania, Francia e Gb – incentrata sulla crisi in Medio Oriente. "Una strada diplomatica esiste", ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, rivolgendosi ai libanesi e sottolineando che "la guerra non è inevitabile". Mosca, invece, ha messo in guardia dagli "effetti catastrofici" dell'attacco che ha falcidiato Hezbollah, dicendosi "profondamente preoccupata dai pericolosi sviluppi" in Libano. "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Dall'Iran – che non dimentica anche l'uccisione a luglio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh – è arrivata invece l'ennesima minaccia di rappresaglia contro Israele, stavolta attraverso il potente capo dei Guardiani della Rivoluzione. Israele riceverà una "risposta terribile" per i suoi attacchi contro Hezbollah, ha tuonato Hossein Salami, denunciando "il crimine atroce commesso dal regime sionista a causa della sua disperazione e dei suoi fallimenti". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Manageritalia, educazione finanziaria per le famiglie e la crescita del Paese

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(Adnkronos) – Come diffondere una migliore cultura finanziaria e favorire una maggiore conoscenza nella gestione del proprio portafoglio azionario tutelando le finanze familiari e salvaguardandole dall’inflazione e dalla perdita del potere d’acquisto. Sono queste alcune delle tematiche affrontate 'Dal cigno nero al rinoceronte grigio – L’educazione finanziaria per prevenire le minacce che mettono a repentaglio i nostri risparmi', l’incontro organizzato oggi, da Manageritalia Executive Professional, in occasione della seconda edizione della Roma Future Week 2024.  “L'educazione finanziaria è essenziale ed imprescindibile – ha sottolineato Donatello Aspromonte vicepresidente Manageritalia Executive Professional – per consentire alle famiglie e alle imprese di prendere decisioni consapevoli riguardo agli investimenti e alla pianificazione del futuro, in modo da garantire una maggiore stabilità economica e sociale. Per la nostra missione associativa non potevamo non avere un vertical, ossia un’area dedicata ai manager e ai consulenti di questo di questo importante settore, che lanciamo proprio oggi”. L’incontro, infatti, è stata anche l’occasione per presentare la nascita dell’area dell’associazione espressamente dedicata ai Wealth Manager i professionisti della gestione finanziaria che vogliono valorizzare e diffondere la cultura della moderna consulenza finanziaria presso le Istituzioni, le ebusiness community nonché difendere il ruolo e le funzioni del consulente finanziario e patrimoniale anche attraverso la certificazione delle competenze e delle esperienze a garanzia delle tante aziende e realtà private e pubbliche che oggi richiedono sempre più personale e competenze qualificate. Oggi in Italia, secondo i dati dell’ultimo rapporto Edufin, le conoscenze finanziarie percepite dalle famiglie rimangono molto basse. Nell’ultimo anno è aumentata la familiarità con i concetti di inflazione (73,8%) e di tasso di interesse semplice (46,5%). Diminuisce la conoscenza dei concetti di diversificazione del rischio (54,6%), relazione tra rischio e rendimento (46,6%) e tasso di interesse composto vero sconosciuto per le famiglie italiane (lo conosce solo il 38,1%). Il mutuo è l’argomento maggiormente conosciuto (79,3%) ma meno della metà dei decisori economici delle famiglie (44,3%) conosce i concetti di base della finanza. Numeri che dimostrano, ancora una volta, come sia necessaria la diffusione di una più amplia cultura finanziaria per aiutare i cittadini verso scelte consapevoli magari supportati da professionisti del settore. “Nel Paese manca una diffusa educazione finanziaria e assicurativa non solo nelle nuove generazione ma soprattutto tra i lavoratori e molti professionisti, solo un italiano su sette ha competenze di base su queste tematiche” cosi Renato Loiero, consigliere economico Presidenza del Consiglio dei Ministri che prosegue: “Dobbiamo favorire il dialogo con aziende e imprese private per portare l’educazione finanziaria sul posto di lavoro per tutelare soprattutto quella fascia di italiani, tra i 40 e 60 anni, oggi maggiormente esposta al rischio di truffe sui propri risparmi”. “Avere i professionisti della gestione del patrimonio – conclude Loiero – all’interno di Manageritalia, aiuta il Governo e gli organi decisori a fare sinergia con chi nel concreto conosce come si fa educazione finanziaria all’interno delle aziende e nei luoghi di lavoro”. “Come parlamentare abbiamo il dovere di attivarci per favorire l’inserimento dell’educazione finanziaria all’interno dei percorsi scolastici e formativi. Di certo non basta formulare leggi, piattaforme o trovare i finanziamenti necessari ad hoc, bisogna in primis, trovare gli insegnanti e i professionisti capaci di divulgare questa nuova cultura a tutela dei nostri risparmi” così il deputato Luigi Marattin che prosegue: “La nascita di questo nuovo vertical dedicato ai professionisti agli educatori finanziari non può che essere accolta con positività, perché consente di avere un nuovo soggetto con cui interloquire, confrontarsi nonché accogliere proposte dai chi, per professione gestisce i risparmi degli italiani”. “I consulenti e i professionisti che operano negli ambiti chiave della nostra economia, sono manager che hanno l’obbligo di assicurare serietà professionale, deontologia e competenze specifiche – spiega Carlo Romanelli, Presidente Manageritalia Executive Professional – ecco perché abbiamo attenzione a professionalità come quelle richieste dall’educazione finanziaria che sarà oggetto di uno specifico vertical come risposta alle esigenze dell'attuale al mercato del lavoro.” I cigni neri in finanza indicano eventi di grande impatto, ma altamente improbabili. L’unico modo per affrontarli è quello di lavorare perché i sistemi (economici, aziendali e le società) siano antifragili: solidi, ma flessibili, in grado di rafforzarsi in seguito alle scosse politico-economiche. I rinoceronti grigi, al contrario, sono eventi molto probabili e ad alto impatto: ecco perché meritano la massima attenzione e priorità. 
L’incontro voluto per diffondere una nuova cultura finanziaria oltre ad una maggiore comprensione del panorama economico e politico nazionale ha messo a confronto manager, imprese, istituzioni territoriali, mondo accademico e del lavoro tra cui Carlo Romanelli, presidente Manageritalia executive professional, i parlamentari Renato Loiero, consigliere economico Presidenza del Consiglio dei Ministri e Luigi Marattin, componente Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, oltre a Elena Cardella, head of GFI Product strategist team in Amundi – Carlo Melchiorri, docente di Statistical Data Analysis Università degli Studi Guglielmo Marconi – Rita Palumbo, vicepresidente Manageritalia Executive Professional – Filippo Salone, responsabile Advocacy Fondazione Prioritalia, delegato consulta ASviS – Paola Soccorso, consigliere presso Uffi¬cio Studi Economici CONSOB moderati da Jonathan Figoli, responsabile  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Quinta malattia: aumentano casi in Europa, boom negli Usa

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(Adnkronos) – Mamme e papà si accorgono della sua presenza quando le guance dei loro bambini diventano all'improvviso rossastre. E' questa eruzione cutanea uno dei sintomi più caratteristici del parvovirus B19, meglio noto come quinta malattia, infezione che nei bambini e negli adulti sani è relativamente lieve o anche asintomatica, ma in alcuni gruppi di persone, come immunodepressi o affetti da patologie ematologiche tipo anemia falciforme, e nelle donne in gravidanza, può essere più grave. Dopo un crollo ai tempi della pandemia, gli esperti segnalano un'impennata: i casi sono in aumento in Europa, e negli Usa si rileva un vero boom. A fare il punto un focus dedicato alla malattia infettiva sulla rivista scientifica 'Jama' online.  I numeri raccolti dai Cdc (Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie) rendono l'idea, vengono definiti "impressionanti": considerando tutte le fasce d'età, la quota di persone con anticorpi IgM contro il parvovirus B19, segno di infezione recente, è aumentata da meno del 3% nel 2022-2024 al 10% nel giugno 2024. Tra i bimbi di 5-9 anni, la percentuale è addirittura balzata dal 15% nel 2022-2024 al 40% nel giugno 2024. E tra i campioni di plasma raccolti, la quota con un'elevata concentrazione di Dna del parvovirus è aumentata dall'1,5% di dicembre 2023 al 19,9% di giugno 2024.  L'infezione si trasmette principalmente tramite goccioline emesse con tosse o starnuti da una persona infetta. La crescita dei casi registrata negli Usa ha spinto i Cdc a emettere di recente un avviso sanitario al riguardo, anche perché non esiste un vaccino o una terapia antivirale per l'infezione.  Dato l'aumento di quest'anno, "gli operatori sanitari devono davvero stare in guardia" sull'infezione da parvovirus B19 tra i pazienti ad alto rischio, è il monito lanciato su 'Jama Medical News' da Alfonso Hernandez-Romieu, funzionario medico del Centro nazionale per l'immunizzazione e le malattie respiratorie dei Cdc. Probabilmente, è l'analisi degli esperti, non è una coincidenza che le infezioni da parvovirus B19 siano sembrate diminuire durante i primi anni della pandemia di Covid, quando Dad e distanziamento introdotti per fermare Sars-CoV-2 hanno ridotto al minimo i contatti tra i bambini. Nel 2018-2019, i livelli più alti di test positivi, che erano quelli rilevati tra i bambini dai 3 ai 5 anni, erano dal 2% al 5%, osserva Hernandez-Romieu. Nel 2021-2022, in pandemia, i tassi di quella fascia d'età sono scesi a meno dell'1%. Ma ora sembra che il parvovirus B19 stia recuperando il tempo perduto "seguendo lo stesso schema di tanti altri patogeni" come il virus respiratorio sinciziale (Rsv), evidenzia Alasdair Munro, National Institute for Health and Care Research del Regno Unito. La ridotta esposizione durante la pandemia ha portato a una ridotta immunità della popolazione, consentendo "una notevole ripresa", ha spiegato Munro. Nonostante un notevole aumento delle infezioni da parvovirus B19 a livello locale, precisa però l'esperto, "non abbiamo notato alcun aumento della gravità delle infezioni o un cambiamento nella natura delle complicazioni", ha affermato Munro. Per la maggior parte delle persone, è solo qualcosa che fa starnutire. Secondo i Cdc, non tutti i contagiati sviluppano sintomi. Tra le persone sane, chi si ammala invece in genere sviluppa sintomi in 2 fasi: la prima inizia circa una settimana dopo l'infezione e dura circa 5 giorni, con febbre, malessere, dolori muscolari. Ed è in questo lasso di tempo che il parvovirus B19 è più contagioso (complici cariche virali più alte e tosse e starnuti).  Una settimana o dieci giorni dopo questa fase, inizia la seconda, quando i bambini spesso sviluppano l'eruzione cutanea rosso vivo sul viso, da cui deriva il soprannome 'malattia della guancia schiaffeggiata'. A quel punto, però, quando è ormai chiaro che si è trattato di quinta malattia, i pazienti non sono più contagiosi. Il rossore sulle guance potrebbe essere seguito da 1 a 4 giorni dopo da un'eruzione cutanea in altre parti del corpo o dolore alle articolazioni. La maggior parte delle persone necessita solo di trattamenti per alleviare i sintomi. Nelle persone a rischio, l'infezione può portare a complicazioni più gravi, anche se in una piccola percentuale di casi, perché il parvovirus B19 infetta i precursori dei globuli rossi nel midollo osseo, il che può causare anemia, soprattutto nelle persone immunodepresse o con disturbi emolitici cronici, osserva Hernandez-Romieu.  Se le donne incinte trasmettono l'infezione al feto, la maggior parte dei casi si risolve senza problemi, ma possono verificarsi complicazioni (anemia fetale o altro) circa nel 5-10%, secondo i Cdc. Il parvovirus B19 in gravidanza non è stato associato come le infezioni da Zika e Oropouche a malformazioni congenite, informa Laura Riley, direttrice del Dipartimento di ostetricia e ginecologia alla Weill Cornell Medicine. È tra l'altro probabile che la maggior parte delle donne incinte che scoprono di essere state esposte al parvovirus B19 non contraggano l'infezione. Questo perché, secondo i Cdc, c'è una certa immunità nella popolazione: all'età di 40 anni oltre il 70% degli adulti presenta anticorpi rilevabili. "La buona notizia è che molti ne hanno sofferto da bambini" e non l'avranno più, dice Riley suggerendo alle donne incinte che scoprono di essere state esposte al parvovirus B19 o presentano sintomi di informare il medico, tenendo presente che anche se hanno l'infezione e trasmettono il virus al feto "non significa che andrà tutto male", ma solo che saranno monitorate. In conclusione, suggerisce Hernandez-Romieu, sebbene questa infezione causi solo sintomi lievi, se non nulli, nei bambini e negli adulti sani, i medici dovrebbero avvertire i pazienti ad alto rischio del recente aumento dei casi e discutere misure per ridurre al minimo il rischio seguendo le linee guida previste per la prevenzione delle infezioni virali respiratorie. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Trump: “Se perdo contro Harris non mi ricandido più”

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(Adnkronos) – Donald Trump promette che non si ricandiderà nelle elezioni del 2028 nel caso di nuova sconfitta a novembre contro Kamala Harris nel voto per la Casa Bianca. "Non non credo, non la vedo proprio", ha risposto durante un'intervista a chi gli chiedeva se vedeva la possibilità di una sua nuova candidatura alla presidenza degli Stati Uniti Bianca tra quattro anni, quando avrebbe 82 anni. Trump oggi ha incontrato nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida l'emiro del Qatar, Tamim Al Thani, e il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Than come ha reso noto l'ex presidente stesso con un post su Truth Social. "L'emiro si è dimostrato un leader grande e potente del suo Paese avanzando a tutti i livelli a velocità record – ha scritto Trump – è qualcuno che vuole con forza la pace in Medio Oriente e nel mondo. Abbiamo avuto un grande rapporto quando ero alla Casa Bianca e sarà ancora più forte la prossima volta".  Intanto, a circa 40 giorni dal voto, arrivano quotidianamente sondaggi sull'orientamento degli elettori. Harris al 50% dei sostegni contro il 47% di Trump, secondo il nuovo Poll of Polls della Cnn, una media di cinque diversi sondaggi realizzati dopo il dibattito del 10 settembre. Si tratta sempre di un vantaggio di tre punti, da testa a testa, ma la democratica ha allargato la forbice rispetto all'ultimo Poll of Polls in cui, prima del dibattito, aveva appena un punto di vantaggio.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tragedia Vago di Lavagno, morte cerebrale del 15enne: donati gli organi

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(Adnkronos) – Si sono concluse le sei ore di osservazione previste dalla norma e la seconda riunione della specifica Commissione ospedaliera ha confermato la morte cerebrale del 15enne di Vago di Lavagno (Verona), colpito da un proiettile in testa sparato dalla madre che poi si è tolta la vita. Sono quindi state "sospese tutte le terapie e dei supporti per le funzioni vitali", spiega una nota dell'ospedale Borgo Trento di Verona.  Il padre del ragazzo ha espresso la volontà di donare gli organi del figlio ed è quindi stata data l’autorizzazione all’espianto. Arrivato all’ospedale di Borgo Trento venerdì pomeriggio in condizioni cliniche già gravissime e ricoverato nel reparto di Neurorianimazione diretto dal professor Leonardo Gottin, al ragazzo era stato diagnosticato il danno cerebrale irreversibile dopo due giorni in terapia di supporto massimale. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)