Crescono le reti d’impresa (+7,4%), 9mila contratti di rete per oltre 47mila imprese

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(Adnkronos) – Crescono le reti d’impresa in Italia nel 2023: oltre 47 mila imprese distribuite su tutto il territorio nazionale (+4,8% rispetto all’anno precedente) per quasi 9 mila contratti di rete (+7,4% rispetto al 2022) in numerosi settori e filiere, con prevalenza dell’agroalimentare, delle costruzioni e del commercio. È quanto emerge dal V rapporto dell’osservatorio nazionale sulle Reti d’Impresa, a cura di InfoCamere, RetImpresa e dipartimento di management dell'università Ca' Foscari Venezia, presentato oggi presso la storica sede dell’Università di Padova a Palazzo del Bo. Dall’indagine il contratto di rete si conferma strumento particolarmente utile alle aziende di piccole dimensioni (il 75% delle imprese in rete ha meno di 10 dipendenti) per aumentare il potere contrattuale (35%), condividere spese per acquisti/forniture/tecnologie (24%) e partecipare a bandi e appalti (24%).  Uno dei principali vantaggi competitivi del contratto di rete è la possibilità, per le aziende aderenti, di beneficiare dei vantaggi della grande impresa pur non perdendo l’identità, l’autonomia e la flessibilità tipica delle pmi. Il Rapporto 2023, analizza l’universo dei contratti di rete in Italia attraverso i dati del Registro Imprese delle Camere di Commercio, e i dati della survey condotta dall’Osservatorio su un campione rappresentativo di reti attive. Rispetto al 2022, si rafforzano le micro-reti, composte da 2-3 imprese (oltre il 52% del totale) e, in generale, le reti partecipate da meno di 10 imprese (quasi l’87%). Nel tempo, i contratti di rete – oltre a coinvolgere più imprese, anche di ambiti emergenti come quello delle società benefit – sono diventati più coesi e radicati territorialmente, contribuendo alla sostenibilità delle filiere strategiche.  L’Osservatorio 2023 ne analizza anche la resilienza, misurando la capacità di prevedere, gestire e reagire alle crisi. La natura mista della rete e il numero di imprese coinvolte favoriscono una ripresa più rapida dopo una crisi aziendale: nel 66,1% dei casi avviene entro un anno. Infine, l’Osservatorio mette in luce lo stato dell’arte e le prospettive di utilizzo degli strumenti per l’organizzazione del lavoro, tra cui la codatorialità, e della leva fiscale e finanziaria nelle reti d’impresa a supporto del progetto comune.  “La rapida scomposizione e ricomposizione degli scenari economici locali e globali richiede strumenti di conoscenza sempre più puntuali e affidabili per cogliere le dinamiche del tessuto imprenditoriale ed interpretarne per tempo le esigenze”, ha detto il direttore generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi.  “Il registro delle imprese delle Camere di Commercio, gestito da InfoCamere, si conferma uno strumento fondamentale da cui partire per delineare le traiettorie di fenomeni come quello delle reti d’impresa, studiati da vicino attraverso le caratteristiche delle imprese che ne fanno parte. Un approccio che rende il lavoro dell’Osservatorio Nazionale sempre più utile a beneficio di azioni di policy a misura delle imprese e dei territori”, ha continuato.  “In questi cinque anni il ruolo dell’Osservatorio si è consolidato nell’elaborazione di analisi e policy sul fenomeno reti d’impresa, sapendo coniugare metodo scientifico e conoscenza esperienziale, come dimostrano le testimonianze del convegno di oggi", ha dichiarato Fabrizio Landi, Presidente RetImpresa.  "Il Rapporto 2023 evidenzia l’interesse a sperimentare in rete strumenti innovativi, come la codatorialità e i basket bond, che possono dare slancio all’organizzazione del lavoro e all’evoluzione finanziaria nelle piccole imprese. In questa direzione, RetImpresa sta puntando sull’open innovation e le tecnologie digitali e nei mesi scorsi abbiamo lanciato Rock – registry open contest for knotworking, il concorso per l’open collaboration che mette in gioco 20 reti e aziende capofiliera alla ricerca di pmi e startup con cui collaborare su Registry, la nostra piattaforma in blockchain", ha spiegato.  "L'edizione 2023 dell'Osservatorio offre una fotografia aggiornata sull'evoluzione dei contratti di rete, sulle imprese in rete e le loro caratteristiche, in particolare grazie alla nuova survey condotta tra settembre e novembre 2023", ha affermato Anna Cabigiosu, professoressa di gestione delle imprese e direttrice scientifica dell'osservatorio presso il dipartimento di management dell'università Ca' Foscari Venezia. "Il nuovo rapporto -ha continuato- conferma la crescita delle reti e una sempre più vasta diffusione di aggregazioni tra imprese dello stesso settore, in particolare nell'agroalimentare, e presenta il fenomeno emergente delle società benefit in rete. I principali obiettivi che perseguono le reti sono l'aumento del potere contrattuale, la condivisione degli acquisti e la partecipazione a bandi e appalti e le loro performance sono in miglioramento e positivamente correlate alla complementarità delle risorse della rete".  "Inoltre l'Osservatorio 2023 ha analizzato il tema della resilienza delle reti che hanno sofferto negli ultimi anni uno shock, ad esempio causato dall'ambiente generale esterno. Queste reti dichiarano in oltre il 65% dei casi di aver recuperato la loro normale operatività entro l'anno e di aver subito una riduzione del fatturato contenuta entro il 10%. L'Osservatorio Nazionale sulle Reti d'Impresa, scaricabile gratuitamente dal sito di Edizioni Ca' Foscari e di RetImpresa, si conferma così un punto di riferimento per lo studio e la promozione di questo modello di collaborazione, che rappresenta una leva importante per la crescita e la competitività del sistema economico italiano", ha concluso.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Albania, Rama ‘spinge’ una giornalista dopo domanda sul genero di Trump – Video

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(Adnkronos) – Sta facendo discutere in Albania un episodio che ha visto protagonista il primo ministro, Edi Rama, accusato di aver intimidito fisicamente una giornalista che gli aveva chiesto informazioni su un progetto di investimento legato al genero di Donald Trump, Jared Kushner. Parlando ai reporter che gli si erano riuniti attorno, Rama sembra spingere la giornalista Ambrozia Meta. Un video dell'incidente ha raccolto oltre 165mila visualizzazioni sul social X. Meta, che lavora per il canale televisivo albanese Syri Tv, ha accusato Rama di averla "toccata sulla guancia con la mano". "Gli ho detto: 'Non toccarmi più' – ha ricostruito la giornalista – Purtroppo il primo ministro Rama dimostra la sua consueta arroganza nei confronti dei giornalisti con il contatto fisico. Mi dispiace che il capo del governo non riesca a controllarsi quando gli viene chiesto di affrontare questioni di interesse pubblico". SafeJournalists Network, un gruppo che difende la libertà di stampa nei Balcani occidentali, ha definito le azioni di Rama "inaccettabili e allarmanti" e lo ha esortato a scusarsi. Il gruppo ha osservato che Rama ha una storia di ritorsioni contro i giornalisti critici nei confronti del governo, anche impedendogli di partecipare alle conferenze stampa. L'ex primo ministro albanese e rivale politico di Rama, Sali Berisha, ha definito il primo ministro un "misogino" e l'incidente "un atto brutale". 
Rama, dal canto suo, ha risposto alle critiche, definendo l'accusa di aver intimidito Meta un'"aberrazione" che "disprezza le vere vittime di aggressioni verso le giornaliste donne in tutto il mondo". "Non solo non c'è stato niente di simile ad un'aggressione, ma a tutte le domande è stato risposto con pazienza", ha dichiarativa in un post su X. L'Albania, che è in trattative per aderire all'Ue, è al 96mo posto su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter Senza Frontiere 2023, tra i peggiori in Europa.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Torna Sandokan sulla Rai, Can Yaman sarà la tigre della Malesia

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Torna Sandokan in tv. E a vestire i panni della tigre della Malesia sarà l'attore turco Can Yaman, 'erede' di Kabir Bedi. Cominceranno a fine aprile le riprese della serie prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. La serie, adattamento della storica saga scritta da Emilio Salgari, avrà dei set anche in Calabria, dove – nell’area industriale di Lamezia Terme, che farà da scenografia per parte delle riprese – è da poco iniziata la ricostruzione della colonia inglese di Labuan, il luogo dove Salgari ambientò i romanzi del ciclo malese. Lux 'approda' per la prima volta in questa regione, con il sostegno della Film Commission e della Regione Calabria, partner cruciali per l’operazione.  "Sandokan è un progetto di grande intrattenimento che farà sognare gli spettatori conducendoli in mondi lontani e incontaminati, raccogliendo tutta la famiglia davanti alla tv – ha dichiarato Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide – La serie ha attraversato un lungo processo di sviluppo che ci ha permesso di adattare l’iconica saga di Sandokan in una serie tv internazionale con un approccio fortemente contemporaneo”. Grande soddisfazione dalla direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati: "Torna Sandokan! La gioia dell’annuncio dell’inizio delle riprese – afferma – si unisce a quella per il ritorno di un titolo straordinario della storia della Rai in una versione totalmente rinnovata. Un grande evento che illuminerà la prossima stagione del servizio pubblico". "Si tratta di un importante progetto che la Fondazione Film Commission ha deciso di sviluppare, sia dal punto di vista industriale quanto promozionale, con un partner di primo livello nel settore dell’audiovisivo – ha aggiunto Luciano Vigna, Direttore Generale della Calabria Film Commission. – Con il backlot della Lux che ospiterà le scenografie della prestigiosa serie si inaugura una prima fase di costruzione degli Studios cinematografici nella zona industriale ex Sir di Lamezia Terme che, parallelamente, in questi giorni ha dato il via alla cantierizzazione dei teatri di posa e degli studi di post-produzione. Le riprese della serie interesseranno anche altre località della regione, lungo le coste e nelle aree interne, così da consentire una più ampia promozione dell’immagine e del paesaggio della nostra bellissima Calabria”. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Trump e la posizione sull’aborto: “Divieto nazionale dopo 15 settimane è ragionevole”

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(Adnkronos) – Donald Trump si mostra aperto a sostenere una legge che vieti a livello nazionale l'aborto dopo 15 settimane di gestazione, con un chiaro messaggio rivolto all'elettorato più conservatore. "Il numero di settimane su cui la gente si sta accordando è 15, e penso che verrà fuori qualcosa di ragionevole", ha detto in un'intervista radiofonica, specificando che annuncerà "al momento opportuno" se e quale specifico limite all'aborto sarà disposto a sostenere.  L'ex presidente è poi passato a dire che sono gli Stati che devono decidere in materia d'aborto, rivendicando che questa linea è emersa dalla sentenza con cui è stata rovesciata la Roe vs Wade dalla Corte Suprema, con il voto decisivo dei tre giudici da lui nominati. "La questione dell'aborto l'abbiamo riportata agli Stati – ha detto affermato – come concordano tutti gli esperti legali, di entrambe le parti, lo dicono da anni, non dovrebbe essere una questione federale, ma degli Stati".  Le dichiarazioni arrivano dopo che il New York Times il mese scorso aveva rivelato che parlando in privato Trump si era dichiarato favorevole ad un divieto d'aborto dopo 16 settimane, con esclusione dei casi di stupro, incesto e pericolo di vita per la donna. La campagna di Trump aveva definito la notizia una 'fake news', affermando che, una volta eletto, "il presidente si siederà con entrambe le parti e negozierà un accordo che lascerà tutti contenti". La questione dell'aborto sarà centrale nelle prossime elezioni, con Joe Biden che continua a ripetere che solo votando lui e un Congresso democratico le donne americane potranno difendere il loro diritto di scegliere.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Libri di scuola pro-Russia, ministero Istruzione avvia verifica

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(Adnkronos) – Il ministero dell'Istruzione e del Merito ha avviato "verifiche" sulla notizia di manuali 'pro Russia'. In relazione alla notizia della diffusione di libri di testo scolastici per le scuole secondarie di primo grado con un'impostazione faziosa e distorta della realtà storica, in favore della narrazione della Russia putiniana e dell'Unione Sovietica comunista nelle discipline di Storia e Geografia, il ministero dell'Istruzione e del Merito ha avviato "verifiche per appurare se i contenuti dei manuali presentano effettive criticità". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Come ‘imparare’ a essere felici

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Che sapore ha la felicità? Per molti è una ricerca lunga una vita, che sembra non trovare mai risposta. Per altri è fatta di cose semplici, piccoli gesti che fanno sorridere. "La felicità è un'emozione, non è uno stato permanente e come tale è destinata ad avere una durata breve. Non possiamo definirla come un punto di arrivo, ma come qualcosa che accade all'interno della nostra vita, delle nostre relazioni. La nostra mente si è evoluta nel corso della storia per darci la possibilità di sopravvivere, non per essere felici. Secondo gli scienziati la felicità dipende dal nostro controllo, dalla genetica e da eventi esterni. Quindi il nostro approccio fa la differenza", spiega Costanza Fontani, psicologa e coach emotivo-comportamentale, nella Giornata mondiale della felicità, che si celebra oggi.  Possiamo imparare ad essere felici? "Gli stimoli che innescano questa emozione sono tantissimi, diversi per ognuno di noi – risponde Fontani – Lo psicologo statunitense Paul Ekman ha individuato 16 tipi di felicità. I primi sono legati ai piaceri sensoriali, altri sono ad esempio il sollievo, la fierezza nei nostri confronti o nei confronti di qualcuno verso cui abbiamo un legame, la gratitudine, la gioia. Spesso queste emozioni si esprimono con il sorriso. Quando siamo felici sorridiamo e con gli angoli della bocca all’insù vogliamo comunicare la nostra apertura e la nostra fiducia verso il mondo che ci circonda".  Ecco i consigli della dottoressa per raggiungere questo stato di positività.  
Riconoscere cosa ci rende felici. La felicità è un'emozione che abbiamo dentro di noi, dobbiamo solo riconoscerla, viverla, e capire cosa la innesca, di cosa abbiamo bisogno per stare bene. Dobbiamo interrogare noi stessi su quali sono le situazioni che ci danno benessere. Riconoscerle è il primo step per riuscire a trattenere quella sensazione a lungo, quello stato d’animo che può durare nel tempo.  
Vivere nel qui e ora. Per essere felici dobbiamo imparare a vivere nel qui e ora senza rimanere ancorati al passato. Vivere guardando indietro, infatti, non ci permette di apprezzare quello che abbiamo e che siamo diventati oggi. Anche vivere nel futuro con delle aspettative irrealistiche nei confronti di eventi che dovranno accadere e ai quali diamo un significato smisurato ci limita e non ci permette di riconoscere la felicità, ma soprattutto può generare in noi grande delusione e tristezza. 
Accettare tutte le emozioni. All'interno della nostra giornata si alternano emozioni più o meno piacevoli: dobbiamo accettarle tutte e darci la possibilità di vivere anche quelle spiacevoli. È questo il presupposto del nostro benessere emotivo.  
Essere certi di meritare la felicità. Dobbiamo riconoscere il nostro valore e avere la certezza di meritare la felicità apprezzando la nostra essenza e accettando la nostra identità. Non possiamo pensare di essere sempre felici, perché ogni volta che non ci sentiamo così pensiamo che ci sia qualcosa che non va all’interno della nostra vita e delle nostre relazioni e ci mettiamo subito in discussione. Le relazioni sono importanti per essere felici, ma devono essere di qualità, dobbiamo imparare a scegliere senza paura e a lasciare andare ciò che non ci rende felici. Lasciare andare non è facile, ma quando lo si impara si ritrova la gioia di mettere se stessi al primo posto. 
Fissare obiettivi. Avere uno scopo ben delineato nella vita, degli obiettivi ben precisi ci permette di essere più felici. Non dobbiamo avere la convinzione però di doverlo essere per forza: più la felicità diventa il nostro unico obiettivo di vita, più alimenteremo frustrazione e delusione. Secondo la filosofia giapponese il segreto della felicità è l'ikigai, lo scopo di vita, la motivazione, la personale direzione verso la felicità, tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Inoltre, avere un forte scopo ci porta ad avere una vita più longeva.  
Cercarla (e trovarla) dentro di sé. Spesso rincorriamo questo stato d’animo sentendoci frustrati per non trovarlo, non riusciamo a comprendere che quella felicità tanto ambita dipende da noi e dalla nostra capacità di vedere la realtà con altri occhi, è dentro di noi e solo lì possiamo cercarla. Dobbiamo avere il coraggio di essere felici, senza paura di osare o di rischiare, senza paura di uscire dalla nostra comfort zone. Non dobbiamo aver paura di scegliere o di prendere decisioni scomode, ci meritiamo di stare bene e di condividere la nostra quotidianità con persone che sono in linea con i nostri valori e ci danno positività. 
Riconoscere i propri obiettivi e valori. Per raggiungere la felicità è importante riconoscere i propri valori e avere la consapevolezza della propria direzione. Questo ci permetterà di affrontare i problemi che la vita ci pone con più facilità, aiutando la nostra mente a rispondere alle avversità in modo equilibrato. 
Trovare spazio per sé e per gli affetti. Ritagliarsi del tempo per noi stessi e per le cose e le persone che riteniamo importanti ci rende felici e grati nei confronti della vita. E spesso rendere felici gli altri ci rende ancor più felici e soddisfatti. Ecco perché dobbiamo includere il prossimo, abbracciarlo, consapevoli del fatto che non possiamo essere felici se coloro che sono intorno a noi vivono in difficoltà. La vera felicità parte da noi stessi, ma si costruisce insieme, chiosa Fontani. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Bufera Federcalcio in Spagna, arresti e accuse di corruzione e riciclaggio

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(Adnkronos) – La polizia spagnola ha fatto irruzione negli uffici della federcalcio (Rfef) e in altre proprietà ed ha effettuato sette arresti, come ha confermato alla Dpa la Guardia Civil. Secondo quanto riferito, l'indagine è collegata a sospetta corruzione e riciclaggio di denaro e le perquisizioni sono state ordinate da un giudice istruttore di Majadahonda che ha indagato su contratti sospetti durante il mandato di Luis Rubiales come presidente della Rfef. Sembra che includa anche l'accordo per organizzare la Supercoppa spagnola come torneo a quattro squadre in Arabia Saudita, completato da Rubiales insieme all'ex giocatore del Barcellona Gerard Pique. In tutto sono state effettuate 11 perquisizioni in diverse regioni spagnole, inclusa la Granda dove risiede Rubiales. Secondo quanto riferito, in quel momento non si trovava nel paese. Rubiales si è dimesso l'anno scorso a causa della vicenda dei bacio alla Coppa del Mondo femminile, dopo aver baciato sulle labbra la giocatrice spagnola Jenni Hermoso senza il suo consenso. Rubiales ha protestato la sua innocenza, ma è anche sotto indagine penale per l'incidente in Spagna, ed è stato bandito per tre anni dalle attività calcistiche dall'organo di governo mondiale Fifa. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Non solo Fiorello e il Tg2, tutti i fuorionda entrati nella storia

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(Adnkronos) – Errori, battute o reazioni autentiche. La storia della televisione italiana è costellata di fuorionda, più o meno gravi o imbarazzanti. La gaffe su Fiorello e la figlia del conduttore del Tg2, Piergiorgio Giacovazzo – sul quale la Rai ha avviato un procedimento disciplinare – è quindi solo l'ultima della lista e ce ne sono alcune che hanno persino scosso la politica italiana. Ecco una veloce carrellata delle gaffe più clamorose, molte delle quali scovate dal tg satirico 'Striscia la Notizia' che ne ha fatto un proprio marchio di fabbrica: in oltre tre decenni, ne ha trasmessi circa 700.   Partiamo dal 1994. Durante la trasmissione di Raitre 'Milano, Italia', Achille Occhetto, leader del Partito Democratico della Sinistra, si lasciò sfuggire un commento irriverente su Michele Santoro e il suo programma 'Il Rosso e il Nero': “"Anche il Rosso e il Nero (trasmissione di Michele Santoro considerata spudoratamente vicina al partito di Occhetto) sbaglia, mi sono rotto i cog…ni". Nello stesso anno fece scalpore Gigi Marzullo che, durante il suo programma 'Mezzogiorno e dintorni con…', rivolse avances alla giornalista televisiva, Ilaria Moscato.   Il '94 regalò anche la madre di tutti gli inciuci politici. Rocco Buttiglione, segretario del Partito Popolare, propose ad Antonio Tajani (all’epoca portavoce di Forza Italia) un’inaspettata alleanza politica. Questo fuorionda, che coinvolgeva due schieramenti opposti, provocò un terremoto politico e portò, nel dicembre dello stesso anno, alla caduta del primo governo Berlusconi.  L'anno dopo, su Italia 1, l'ex ministro di Grazia e Giustizia, Alfredo Biondi (Fi) va a ruota libera con Vittorio Sgarbi e ha una 'buona parola' per tutti: da Indro Montanelli a Silvio Berlusconi che viene definito "Uno che non è una cima". Nel 1997 è la volta di Franco Frattini e Pierluigi Borghini (Forza Italia) che pensando di non essere ascoltati dicono cosa pensano davvero dei candidati del loro partito politico e degli alleati: "Cialtroni, pronti a tradire da domani".  Dieci anni dopo tiene banco il Flavio Insinna furioso ad 'Affari tuoi', accusato da 'Striscia la notizia' di insultare con frasi ingiuriose i concorrenti del suo show. Un 'dietro le quinte' eclatante è quello recente di Andrea Giambruno che ha portato alla rottura con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni.  
Di pochi mesi fa è invece l'off di Bianca Berlinguer alla fine della registrazione di 'Prima di domani' su Retequattro. La giornalista si sfoga sul lavoro della redazione ("Non c'era un pezzo decente'') e minaccia: "Questi sono i miei ultimi 3 giorni, fino a venerdì, poi è finita". 

 
Ma il vero re del fuorionda della televisione italiana è Emilio Fede: da direttore del Tg4 ha fatto la storia con i suoi rimproveri a collaboratori, inviati e tecnici. Tra i momenti più memorabili, la sua esclamazione: "Che figura di merda".  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Clima, svelati in Artico nuovi meccanismi del black carbon

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(Adnkronos) – Nuovo passo avanti negli studi sul clima e sul riscaldamento climatico grazie all'identificazione in Artico di meccanismi che controllano le concentrazioni di black carbon. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università di Stoccolma e l’Eth di Zurigo, ha identificato i meccanismi che controllano il trasporto in Artico del black carbon, un inquinante atmosferico che contribuisce al riscaldamento climatico, stabilendo anche la variabilità delle sue concentrazioni nelle diverse stagioni polari. I ricercatori ritengono che il lavoro, pubblicato come highlight su Atmospheric Chemistry and Physics, ponga le basi per una più approfondita comprensione dell’impatto di questo composto sul clima regionale e globale.   Il black carbon è un inquinante atmosferico capace di contribuire al riscaldamento climatico, ed è presente anche in Artico, regione polare in cui la concentrazione di black carbon dipende da diversi meccanismi che ne controllano il trasporto dalle medie latitudini, cioè dalle regioni dove è situata la maggior parte delle sorgenti. Finora sconosciuti, oggi questi meccanismi sono stati svelati dai ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) che, in collaborazione con l’Università di Stoccolma e l’Eth di Zurigo, hanno misurato per oltre quattro anni, in modo continuativo la concentrazione di black carbon in Artico, studiando come la sua concentrazione cambia nel tempo. Stefania Gilardoni, ricercatrice Cnr-Isp e autrice del lavoro, spiega che "questo composto, prodotto dalle attività umane e dagli incendi alle medie e basse latitudini, può sopravvivere a lungo in atmosfera e raggiungere la regione artica dove contribuisce al riscaldamento dell’atmosfera e alla fusione accelerata di neve e ghiaccio". "Attualmente – aggiunge – i modelli in uso non riescono a riprodurre la variabilità temporale del black carbon in Artico, rendendo difficile la capacità di predirne gli impatti sul riscaldamento climatico a scala regionale e globale".  La ricerca, finanziata dal Programma di Ricerche in Artico (Pra) del Ministero dell’università e della ricerca, e realizzata grazie al supporto dello Svalbard Integrated Observing System (Sios) network, ha utilizzato una modello di machine learning, ovvero una tecnica di intelligenza artificiale che ha contribuito ad analizzare le misure raccolte presso l’osservatorio atmosferico di Gruvebadet, nelle isole Svalbard. Mauro Mazzola, coautore dello studio e ricercatore Cnr-Isp,riferisce che i ricercatori hanno "misurato la concentrazione atmosferica di black carbon in modo continuativo, ovvero sia durante il giorno che la notte polare, a partire dal 2018, per oltre quattro anni, osservando che le concentrazioni di black carbon mostrano una forte variabilità stagionale, con valori maggiori tra dicembre e aprile". "Abbiamo scoperto – prosegue Mazzola – che questa variabilità dipende dalla frequenza e intensità delle piogge, che sono maggiori tra maggio e novembre, periodo in cui le concentrazioni di black carbon sono minori, dato che le piogge rimuovono efficacemente questo composto dall’atmosfera prima che questo possa raggiungere le regioni polari". All’interno di una stessa stagione, i ricercatori hanno inoltre rilevato differenze nella concentrazione di black carbon che dipendono dalla temperatura e dai fenomeni meteorologici.  "Nella stagione fredda (novembre – aprile) le concentrazioni maggiori di black carbon si osservano quando le temperature sono più basse e corrispondono al trasporto di masse d’aria fredda dal nord Europa e dalla Siberia"precisa Gilardoni. "Mentre, durante la stagione calda (maggio – ottobre) le concentrazioni maggiori di black carbon si registrano in corrispondenza di venti che trasportano aria inquinata dalle regioni più calde alle medie latitudini" aggiunge ancora.  Gli autori del lavoro ritengono che questo studio dimostri "l’elevato valore scientifico dell’osservatorio atmosferico di Gruvebadet, dove la ricerca italiana è impegnata da più di dieci anni, perché rappresentativo dei processi atmosferici che avvengono in una scala spaziale cha va da centinaia a migliaia di chilometri". "Inoltre, i risultati raccolti – assicurano gli scienziati – forniranno nuovi dati ai modelli climatici e di trasporto utili per capire come i cambiamenti dei fenomeni meteorologici e della circolazione atmosferica, innescati dai cambiamenti climatici, avranno un impatto sulla concentrazione di black carbon in Artico sul clima regionale e globale".  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Biden e le ‘super scarpe’ per non cadere, le sneakers del presidente

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Le sneakers di Joe Biden irrompono nella campagna delle elezioni Usa 2024. Le scarpe da ginnastica che il presidente degli Stati Uniti usa negli ultimi tempi sono diventati un argomento di discussione. Biden, che in passato è stato protagonista di cadute ripetute, da qualche tempo calza le Hoka Transport, un modello particolarmente comodo prodotto dal brand – nato in Francia e ora con base in America – molto apprezzato da chi fa attività sportiva e in particolare si dedica alla corsa. Il dettaglio, fashion e funzionale, non è sfuggito al Republican National Committee (RNC), il comitato nazionale repubblicano, che ha cavalcato il tema per mettere in discussione la stabilità e le capacità motorie del presidente, che a novembre sarà sfidato da Donald Trump. Biden, secondo il RNC, in sostanza sarebbe stato costretto dai suoi collaboratori a usare le scarpe 'speciali': le Hoka Transport ridurrebbero il rischio di cadute per il presidente incline ad inciampare. Le scarpe, che costano 150 dollari e si allacciano con un comodo sistema che evita nodi e fiocchi, sono finite nel mirino dei principali network, che hanno spedito cronisti nei negozi per provare le calzature. Dalla Fox alla Cbs, il verdetto pare sostanzialmente unanime: le scarpe scelte dal presidente sono molto comode e la suola larga garantisce notevole stabilità.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

In India il blitz-show contro i pirati somali, “Marcos pari alle migliori forze speciali”

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(Adnkronos) – Una dimostrazione di forza. Uno show nelle acque del Corno d'Africa che ha spinto gli analisti a considerare i marine indiani, i Marcos, alla pari delle migliori unità speciali del mondo, comprese quelle britanniche e statunitensi. Il blitz in questione, di cui si è occupata la Cnn e durato quasi due giorni, si è concluso con il salvataggio al largo della Somalia dei 17 membri dell'equipaggio della nave Mv Ruen, senza causare vittime, e con il fermo di 35 pirati. L'operazione ha avuto come protagonista l'imbarcazione commerciale che i pirati somali erano riusciti a dirottare a dicembre dello scorso anno, la prima finita in loro possesso dal 2017. Navi da guerra spagnole, giapponesi e indiane avevano rintracciato circa tre mesi fa la portarinfuse bulgara battente bandiera di Malta mentre veniva portata nelle acque territoriali somale. Ma quando la settimana scorsa la Mv Ruen, sotto il controllo dei pirati, ha lasciato le coste del Paese africano con l'intento di attaccare altre navi in alto mare, la Marina indiana si è mossa per intercettarla. Il cacciatorpediniere Ins Kolkata, che opera nell'area per garantire la sicurezza marittima, ha utilizzato un drone per avere conferma che la portarinfuse fosse gestita da pirati armati, che hanno sparato sul velivolo senza pilota, distruggendolo, e poi sulla stessa nave da guerra. A quel punto la Ins Kolkata ha risposto al fuoco, bloccando la navigazione della Mv Ruen. Intanto un gruppo di marine era stato paracadutato a bordo dopo un volo di 10 ore dall'India. A quel punto la dimostrazione di forza indiana si è rivelata troppo per i pirati, costringendoli alla resa. Secondo una nota della Marina indiana, nell'operazione sono stati coinvolti un cacciatorpediniere, una nave pattuglia, un C-17 dell'Aeronautica che ha volato per 2.400 chilometri con a bordo i Marcos, un drone navale, un drone da ricognizione e un jet di sorveglianza P-8.  "Il successo dell'operazione caratterizza la Marina indiana come una forza di prim'ordine in termini di addestramento, comando e controllo", ha commentato l'esperto del Council on Foreign Relations International Affairs, John Bradford. "Ciò che rende impressionante questa operazione è il modo in cui il rischio sia stato ridotto al minimo, utilizzando una forza coordinata che include l'uso di una nave da guerra, droni, velivoli ad ala fissa e rotante e marine", ha aggiunto. Anche l'analista Carl Schuster, ex capitano della Marina degli Stati Uniti, ha sostenuto che il blitz abbia evidenziato la professionalità della Marina indiana, confermando l'alto livello di capacità dei Marcos appreso dalle loro controparti statunitensi e britanniche. "I quasi otto mesi di addestramento dei Marcos sono modellati sul modello della Sas britannica. Nonostante un processo di selezione molto intenso, solo circa il 10-15% di coloro che accedono alla formazione vengono promossi", ha affermato. La Marina indiana potrebbe presto essere chiamata a rispondere di nuovo in un'area ad elevato rischio di sicurezza. Gli analisti, infatti, temono che la precaria situazione nel Mar Rosso, dovuta agli attacchi dei ribelli Houthi con base in Yemen, possa impegnare le forze internazionali e fornire un'opportunità per i pirati somali nel vicino Corno d'Africa, rappresentando una nuova minaccia per l'economia globale. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Russia lavora a un blocco di Paesi anti-Occidente

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Un'alleanza sempre più forte con Cina, Iran e Corea del Nord. Con l'obiettivo di creare una coalizione che sia in grado di controbilanciare quella dell'Occidente. E' questo a cui sta lavorando la Russia, sempre più isolata e colpita dalle sanzioni per l'aggressione lanciata più di due anni fa contro l'Ucraina. I piani russi sono stati analizzati dall'Isw, l'Institute for the Study of War, che ha notato come negli ultimi mesi Mosca stia premendo sull'acceleratore e promuovendo incontri bilaterali con lo scopo di stringere legami sempre più forti con Pechino, Teheran e Pyongyang. "Il Cremlino ha sfruttato la guerra in Ucraina per perseguire le relazioni bilaterali e creare una coalizione di stati per controbilanciare l'Occidente", ha affermato l'Isw, sottolineando come questo sia ''stato a lungo un aspetto centrale della politica estera della Russia''. Come esempio, il think tank che ha sede negli Stati Uniti cita l'incontro nelle scorse ore a Mosca tra il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko e il rappresentante speciale cinese per gli affari della penisola coreana Liu Xiaoming. I due hanno parlato con una sola voce per accusare gli Stati Uniti e i loro alleati di ''pensare in blocco'', in stile Guerra Fredda, e di minacciare l'Asia nord-orientale. Ma la relazione bilaterale politica e diplomatica sempre più forte con la Cina che la Russia sta portando avanti, sfruttando allo stesso tempo le sue relazioni bilaterali con Iran e Corea del Nord, rappresenta proprio il tipo di ''pensiero in blocco'' di cui Liu e Rudenko hanno accusato gli Stati Uniti e i suoi alleati. In particolare, negli ultimi mesi la Russia ha costruito una collaborazione stretta con la Corea del Nord, dalla quale ha ricevuto missili balistici e munizioni di artiglieria da utilizzare nella guerra contro le forze armate ucraine. In cambio, Mosca avrebbe offerto a Pyongyang una cooperazione tecnologica e altro supporto non meglio specificato, spiega il rapporto di Isw. Il che, sottolinea, ha preoccupato la Corea del Sud che teme per la sicurezza nella penisola. Altri elementi che provano il lavoro che la Russia sta portando avanti per creare una coalizione anti-Occidente è l'incontro tra l'ambasciatore russo in Cina Igor Morgulov e Fu Hua, capo dell'agenzia di stampa cinese Xinhua. In agenda la cooperazione bilaterale nella sfera dei media, a sottolineare che la battaglia si gioca anche sul piano mediatico. Solo ieri, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha poi avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin per discutere della cooperazione bilaterale. In questa occasione Raisi ha espresso la sua volontà di aiutare la Russia a stabilizzare la regione del Caucaso meridionale, con un riferimento agli sviluppi in corso in Armenia e in Azerbaigian. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Allevi e la malattia: “E’ stato un viaggio all’inferno”

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(Adnkronos) – "Pronti per un piccolo viaggio nell'inferno?", chiede Giovanni Allevi, poco dopo essere stato accolto da un'ovazione di 6mila studenti riuniti al Forum di Assago per celebrare la Giornata mondiale della felicità, partecipando all'evento motivazionale gratuito 'Happiness on Tour. Vite – Storie di Felicità', promosso dalla Fondazione della felicità presieduta da Walter Rolfo. Una proposta, quella del musicista, che sembra stridere con il tema della giornata. Ma la meta d'arrivo del viaggio farà capire che non è così. E a imprimere una svolta saranno "13 globuli bianchi" che all'artista delle note hanno regalato "una botta di felicità, come essere investiti da un camion di felicità", sono le parole che usa. Un picco al quale seguirà quella che lui definisce una "fascia costante e compatta di gratitudine, indipendentemente da ciò che sarebbe accaduto. Questa fascia la chiamiamo: profonda gioia di vivere".  "Ecco – spiegherà al termine Allevi, con voce rotta dall'emozione – vi ho portato in dono, in offerta, la mia vita, la mia sofferenza e la mia felicità. E spero che possiate farne tesoro". L'inizio del viaggio da lui raccontato è una carrellata di immagini scintillanti: Allevi che gira il mondo, che suona davanti a distese di persone, che stringe la mano al Papa, sorride, fa conferenze stampa e interviste. "Quella che avete visto – dice ai ragazzi – era la mia vita fino a 2 anni fa. Poi una malattia terribile ha spazzato via tutto. Tanto che oggi mi chiedo: magari è venuta apposta? Nel giorno della felicità voglio fare un esperimento e raccontarvi l'ultimo giorno della mia vita recente in cui sono stato immensamente felice, ma prima devo raccontarvi alcune fasi di tipo medico, di avvicinamento a quel giorno".   I ragazzi lo applaudono, lo incitano. Allevi continua: "Un giorno mi dicono che devo fare una decina di punture sulla pancia. E io penso che non ne ho voglia, che è difficile con la neuropatia e il dolore alle mani. Poi ci rifletto e mi dico: va bene. Lo faccio con risolutezza, non rassegnazione. La parola resilienza non mi è mai piaciuta, mi fa pensare a un'accettazione passiva, io invece ho uno spirito combattivo. Dalle pagine di un libro uscito poco tempo fa, 'Imperium' di Giovanni Brizzi, apprendo che nell'antica Roma le persone destinate al comando dovevano avere tre doti: auctoritas, dignitas e gratia. Le prime due le immaginavo, ma ciò che davvero mi ha sorpreso è la grazia. Grazia nel parlare, nei gesti, nei movimenti, nelle intenzioni. Bellissimo. E ho fatto mie queste parole durante la malattia. Io non sono destinato al comando, sono una persona delicatissima e non riesco a dire agli altri cosa devono fare, come insegnante di scuola media ero un disastro. Ma nella malattia ho dovuto assumere il comando più importante: il dominio su me stesso e sulle mie paure e ansie, ho dovuto mantenere lo sguardo dritto sui fiori mentre camminavo sull'inferno e regalare un sorriso anche quando soffrivo".  Durante questo percorso i dottori spiegano al paziente che esistono delle sostanze chiamate "fattori di crescita', servono a stimolare il midollo a produrre staminali. "Cosa sono le staminali? Una meraviglia – dice Allevi – Sono il futuro della medicina. Tutti noi siamo in grado di produrle, o possiamo indurne la produzione con quelle punture sulla pancia. E te ne accorgi, perché senti un dolore pazzesco. Ma io di quel dolore dovevo essere contento perché significava che stava funzionando. Poi le cellule bisogna raccoglierle e mi portano in uno stanzone pieno di letti separati da teli. Mi tirano via il sangue. Il sangue entra in una macchina che lo centrifuga, separa le staminali. Si chiama aferesi e potrebbe non funzionare. C'era un telo e io non la vedevo, ma vicino a me c'era una bambina, avrà avuto 7 anni e piangeva. Dio, perché permetti queste cose? Io ho dato, lei è una bimba. Ma andiamo avanti. La mia sacchetta di staminali va in emoteca e inizia una fase apparentemente distruttiva, non potete capire il dolore. Il midollo deve essere distrutto" e "la scienza ha inventato la chemio per farlo". Una flebo di 20 minuti, "nel pomeriggio mi addormento e mi sveglio il giorno dopo. Sul tavolo la cena del giorno prima e la colazione del mattino. Divento immunodepresso, senza difese verso l'esterno, potrei morire per un raffreddore", continua l'artista. I medici ora sono bardati. In una decina di giorni l'effetto collaterale classico, la perdita dei capelli, per Allevi arriva con "un bruciore. Sono caduti tutti insieme, come una parrucca che mi toglievo. Mi sono ritrovato calvo, imbottito di oppioidi che mi davano la sensazione di avere la febbre a 39, dimagrito. Lì ho capito che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento. Cosa mi ha dato forza? Il non voler dare un dolore ai miei familiari e poi la cultura – spiega – In quei giorni ho visto conferenze di filosofia, di letteratura classica, ho scoperto che la fragilità umana è una costante dell'umanità e mi sono sentito meno solo". A quel punto, prosegue il racconto, "arriva la fase geniale. Portano in stanza la sacchetta di staminali, è arancione – descrive Allevi – Me l'hanno infusa nel braccio sinistro. Le staminali entrano nel corpo e dicono: c'è da ricostruire un midollo. E magari producono globuli bianchi buoni e forti in grado di attaccare anche le cellule cancerogene. Inizia un'attesa snervante. L'infermiera Tiziana fa il prelievo, i medici dicono che non si vede niente. L'attesa, dicono i giapponesi, è disciplina, fa parte dell'arte del vivere. Poi una mattina un giovane dottore entra con veemenza, senza tuta, guanti, mascherina. Agita dei fogli, mi dice: 'Maestro, ha 13 globuli bianchi'. Con senso di umorismo gli rispondo che forse sono un po' pochini. In realtà erano 13 globuli bianchi per millimetro cubo, la bilancia iniziava a pendere di nuovo verso la vita. Vengo investito da una felicità allo stato puro. Non una sensazione effimera, mi è venuto addosso un treno, un grattacielo. Semplicemente perché ero vivo, non per un concerto o per il numero di follower. Ho provato un profondo senso di gratitudine per il talento dei medici, l'affetto degli infermieri, per il cibo lasciato sul tavolo, il rosso dell'alba che è diverso dal rosso tramonto". Dopo quel picco di felicità, conclude Allevi, è tornata la normalità, gli eventi che si susseguono quasi con noia. "Ma quel picco è rimasto alto" ed è iniziata quella che descrive come "una fascia compatta. La gioia di vivere".   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Meloni: “Ragazzi, vi vedo nervosi”. E l’opposizione protesta – Video

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(Adnkronos) – "Ragazzi, vi vedo particolarmente nervosi…". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni 'richiama' le opposizioni in Aula alla Camera, ma le sue parole vengono seguite da lamentele ancor più evidenti dagli scranni del Pd, del M5S e di Avs. "Non posso chiamarvi 'ragazzi'? Vabbè, giovani onorevoli. Nemmeno questo? Evidente che non vi sono particolarmente simpatica…", dice Meloni.  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Russia, Medvedev: “Truppe Francia in Ucraina? Manderemo indietro tante bare”

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La Russia cavalca la fake news secondo cui la Francia starebbe per inviare 2000 soldati in Ucraina. A prendere la parola, dopo la netta smentita di Parigi, è Dmitry Medvedev. Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, più volte sotto i riflettori per dichiarazioni sopra le righe, non si smentisce nemmeno stavolta. "Sarebbe bello se gli irrequieti francesi mandassero un paio di reggimenti a Banderaland. E' molto difficile nascondere un tale numero di militari e, quindi, il problema della loro distruzione sistematica non sarà il compito più difficile, ma sarà un compito estremamente importante'', dice su Telegram. ''Ma quanto sarebbe vantaggioso! – prosegue Medvedev – Con così tante bare che verranno consegnate alla Francia da un Paese straniero e lontano, sarà impossibile nascondere la morte di massa di personale militare professionista''. Affermando che ''la loro distruzione sarà compito prioritario e glorioso per le nostre Forze armate'', Medvedev aggiunge che ''per i galli della leadership francese sarà come una ghigliottina: verranno fatti a pezzi da parenti arrabbiati e malvagi rappresentanti dell'opposizione, ai quali è stato detto che la Francia non è in guerra con la Russia. E sarà una bella lezione per gli altri idioti inquieti d'Europa". "La Francia si prepara a mandare 2000 soldati in Ucraina" ha annunciato ieri Mosca, con una news smentita immediatamente da Parigi, in un botta e risposta che ha contribuito ad alzare ulteriormente la tensione sull'asse con la Nato. A chiamare in causa la Francia è stato Sergei Naryshkin, direttore dell'intelligence straniera (Svr) della Russia: "La Francia si prepara a mandare 2000 uomini in Ucraina", ha detto, come riferito dall'agenzia Tass. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Trump contro il principe Harry: “Va espulso se ha fatto uso di droghe”

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(Adnkronos) – Se fosse dimostrato che ha mentito sul consumo di droga, al principe Harry dovrebbe essere ritirato il visto per restare negli Stati Uniti. Lo ha detto Donald Trump in un'intervista a GbNews rilasciata al politico populista e leader della Brexit Nigel Farage, aggiungendo che al duca di Sussex non dovrebbe essere concesso un trattamento preferenziale.  Il figlio di re Carlo ha ammesso nel suo libro di memorie 'Spare' di aver usato diverse droghe, dalla cannabis ai funghi allucinogeni. Dettagli che hanno portato alle critiche sul permesso di stabilirsi con la sua famiglia in California nel 2020. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Kate Middleton, “tentata intrusione nella cartella clinica in ospedale”

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(Adnkronos) – Un impiegato della London Clinic ha tentato di accedere alla cartella clinica privata della principessa di Galles mentre era in cura. Lo scrive il Mirror, aggiungendo che l'ospedale privato nel centro di Londra, dove Kate Middleton è stata ricoverata a gennaio per un intervento di chirurgia addominale, ha avviato un'indagine. L’organismo di vigilanza sulla privacy e sulla protezione dei dati del Regno Unito ha dichiarato di aver ricevuto una segnalazione di violazione. Un portavoce dell’Information Commissioner’s Office ha confermato "di aver ricevuto una segnalazione di violazione e stiamo valutando le informazioni fornite”. In una dichiarazione al Mirror, la London Clinic ha affermato: “Crediamo fermamente che tutti i nostri pazienti, indipendentemente dal loro status, meritino totale privacy e riservatezza riguardo alle loro informazioni mediche”. I dettagli sulle condizioni e sull'intervento chirurgico della principessa non sono stati divulgati. Kensington Palace in precedenza aveva dichiarato che non era correlato al cancro e che desiderava che le sue informazioni mediche personali rimanessero private. "Non siamo a conoscenza di alcun deferimento alla Polizia Metropolitana in questo momento", ha fatto sapere a Sky News dal canto suo il Metropolitan Police Service, parlando della richiesta di esaminare i rapporti della London Clinic. Il ministro della Sanità inglese Maria Caulfield aveva riferito che alla polizia era stato "chiesto di verificare" se il personale dell'ospedale privato avesse tentato di entrare in possesso dei documenti riservati di Kate Middleton. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Scuola, le autrici del dossier: “Libri filorussi devono spaventare genitori italiani, non ucraini”

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Da dove nasce la ricerca sui libri delle medie scritti secondo la propaganda russa? Dal lavoro (e dalla tenacia) di Tetyana Bezruchenko, cittadina italiana di origine ucraine e fondatrice del centro culturale Wikiraine, la cui figlia studiava su uno dei libri "incriminati", e ha chiesto alla madre perché la storia dell’Ucraina, che lei ben conosceva, fosse raccontata in modo così strano. Bezruchenko ha iniziato a raccogliere altri libri, grazie anche all’aiuto di Maryana Trofymova, il cui fratellino studiava su altri volumi altrettanto distorti.  “Mi lasci subito dire una cosa”, esordisce Bezruchenko al telefono con l’Adnkronos. “So che il caso è diventato di rilevanza nazionale e che se ne stanno interessando storici e istituzioni. Ma non vorrei che questo fosse rappresentato come un problema delle comunità di origine ucraina o dei Paesi baltici che vivono in Italia. Il modo in cui la storia viene insegnata ai nostri ragazzi deve essere una preoccupazione per tutti i genitori. Non è giusto leggere su un libro, in grassetto, ‘Putin non vuole ritrovarsi accerchiato’ quando si parla dei Paesi dell’Est Europa che liberamente hanno deciso di aderire alla Nato. E poche righe dopo si parla di ‘guerra civile’ come se in Donbas non ci fosse stato un intervento delle milizie di Putin per preparare l’invasione su larga scala. Servirebbe una mobilitazione dei genitori di tutta Italia, per chiedere conto a insegnanti e dirigenti scolastici dei testi che vengono adottati”. In effetti dalla pubblicazione dell’articolo di ieri, all’AdnKronos sono giunte altre segnalazioni di libri che sembrano disegnati per cancellare le identità dei Paesi sfuggiti all’occupazione sovietica e da oltre trent’anni tornati (felicemente) indipendenti. Ad esempio ‘Aral’ (editrice Lattes), pubblicato nel 2022, propone agli studenti un gioco, ‘organizzare un viaggio in Russia’ e li sfida a calcolare le distanze tra una serie di città: tra Mosca e San Pietroburgo, ecco spuntare Tallin (capitale della Lettonia), Riga (capitale della Lettonia), e poi Kiev, Odessa, Leopoli, Charkiv, ovvero le principali città ucraine. Un gioco che serve a capire le distanze geografiche diventa una sottile arma di indottrinamento.  “Queste cose hanno un effetto per tutta la vita, e io l’ho provato sulla mia pelle, sono cresciuta nell’Unione Sovietica, cresciuta come ‘carne da cannone’ senza dubitare se hai ragione o meno, perché hai assorbito dalla primissima infanzia una convinzione: hai il diritto di invadere, stuprare, uccidere, violare le leggi ovunque nel mondo perché sei buono, sei ‘russo’. Quando mi sono trasferita in Italia, avevo 30 anni, e mi è capitato di leggere ‘chi ha inventato la radio’, per me la risposta era solo una: Aleksandr Popov! Perché questo ci veniva insegnato a scuola ed è stato imposto per decenni. Invece poi ho scoperto che si trattava di Guglielmo Marconi, e che lo stesso Popov aveva scritto al collega italiano chiamandolo ‘il padre della telegrafia senza fili’. Ma una volta che ai ragazzi viene raccontata una versione della storia, se la porteranno dietro per tutta la vita, e se magari faranno gli insegnanti tenderanno a scegliere libri di testo che rispecchiano la loro formazione. In un circolo vizioso che è difficile da spezzare”, prosegue Bezruchenko al telefono con l’AdnKronos.  “Abbiamo tutti visto nelle scorse settimane i viaggi di studenti italiani a Sochi, organizzati e pagati dalla Federazione Russa. Le frasi dello street artist Jorit hanno fatto rumore, ma nessuno si è interrogato…" —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Chalamet come Travolta, è il re del box office

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Timothée Chalamet è il nuovo re del box office. Il giovane attore franco-americano a soli 28 anni raggiunge così un famoso record che durava addirittura dagli anni '70. Chalamet, infatti, è diventato il primo attore dopo John Travolta ad avere due film primi in classifica nell’arco di otto mesi, ovvero 'Wonka' e 'Dune: Parte 2'. L'unico attore a realizzare questa impresa è stato, appunto, Travolta oltre quattro decenni fa, con 'La febbre del sabato sera' e 'Grease', usciti – anche loro – a otto mesi di distanza tra il 1977 e il 1978. E John Travolta su Instagram si congratula: “Congratulazioni Timothée! È fantastico avere qualcuno con cui condividere il mio record del box office. Cordiali saluti, JT”. 'Wonka' è il terzo adattamento live-action del romanzo per bambini di Roald Dahl e vede Timothée Chalamet interpretare l’iconico venditore di cioccolato, Willy Wonka. Il film ha incassato un totale di 218 milioni di dollari a livello nazionale e 630 milioni di dollari in tutto il mondo.  Nel frattempo, 'Dune 2' è arrivato a quota 500 milioni di dollari a livello globale in appena tre settimane e ha già superato il totale di Dune 2021. E Timothée Chalamet non si ferma. Il suo prossimo film sarà 'A Complete Unknown', un biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold incentrato sui primi anni di carriera a New York del cantautore premio Nobel. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Meloni a opposizioni: “Ragazzi vi vedo nervosi”. Clima rovente alla Camera

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(Adnkronos) – "Ragazzi, vi vedo particolarmente nervosi…". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni 'richiama' le opposizioni in Aula alla Camera, ma le sue parole generano ancor più irritazione, perché dai banchi del Pd e del M5S, ma anche di Avs, si sollevano lamentele per quel 'raga'', usato più volte dalla premier in sede di replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "Non posso chiamarvi 'ragazzi'? Vabbè, giovani onorevoli. Nemmeno questo? Evidente che non vi sono particolarmente simpatica…", dice Meloni.  Interviene il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che cerca di placare gli animi invitando la premier a terminare le comunicazioni, ma la premier insiste: "Noi romani ogni tanto lo diciamo 'ragazzi'… Vi chiedo scusa comunque. I romani 'sono meglio di questo'? Vabbe', mi scuso anche con i romani", dice la premier visibilmente indispettita. Così Meloni riprende la replica rivolgendosi ai deputati con un formale "onorevoli colleghi", salvo poi scivolare in più riprese nel confidenziale "raga'". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)