(Adnkronos) – "L'Italia non ha la forza per ingaggiare da sola una battaglia con i grandi player internazionali. Se quindi la partita Italia-Cina non si può pensare di vincerla, quella Europa-Cina invece sì, ammesso che l'Europa abbia quella tensione ideale che mette insieme la sostenibilità ambientale, economica e sociale, un modo di concepire il funzionamento della società, la lotta al cambiamento climatico e la lotta alle diseguaglianze”. Lo ha affermato Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, intervenuto al panel ‘Sostenibilità Ambientale, Economica e Sociale. I Tre Pilastri per la Crescita’, nell’ambito di LetExpo, la fiera del trasporto e della logistica sostenibili organizzata da Alis Service negli spazi di Veronafiere dal 12 al 15 marzo. "Se si adotta un certo modo di ridurre le diseguaglianze, allora è necessario partire dal presupposto che nel nostro Paese una provincia su tre ha più pensionati che popolazione attiva e la maggior parte dei pensionati è concentrata nelle aree interne – spiega – Quindi, è necessario potenziare le scuole e la sanità: se si ha la tensione sociale, i servizi pubblici alla persona vanno potenziati, soprattutto nei luoghi più poveri, nelle periferie delle grandi città, dove le diseguaglianze sono maggiori”. “È necessario che le scuole situate nelle periferie propongano il tempo ‘lungo’ – aggiunge Boccia – consentendo agli studenti di disporre di altre ore di lezione nel pomeriggio, per fare attività sportiva, teatro o musica, e rafforzare l’integrazione con attività sociali anche il sabato e la domenica – precisa – Le scuole di oggi sono dei grandi villaggi potenziali. Se vengono chiusi nei luoghi in cui c’è più povertà, significa che la tensione ideale sulla sostenibilità sociale è solo uno slogan e non corrisponde ad azioni di politica economica e sociale”. "Per quanto concerne la politica ambientale, Alis è diventato un punto fermo nel dibattito culturale nel Paese. L'intermodalità è un valore – spiega il capogruppo del Pd al Senato – ed è allora evidente che non ci si può limitare alla discussione, anche in Parlamento, che punta a risolvere tutto attraverso una tassa aggiuntiva". "È invece più appropriato affrontare il tema misurando il totale di mezzi di trasporto inquinanti che sono stati tolti dalle strade e trasferiti su rotaia. Al contempo, se le rotaie non sono adeguate, è evidente che nel Pnrr non sono da ridurre le risorse sulle rotaie, ma sono da potenziare”, ha concluso. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Logistica, Grimaldi (Alis): “Per LetExpo bilancio più che positivo, oltre 100mila presenze”
(Adnkronos) – "Il bilancio dell’edizione 2024 di LetExpo è estremamente positivo. Fin dalla prima giornata la partenza è stata importante e imponente, grazie alla partecipazione di oltre 25.000 persone. Agli oltre 400 espositori allestiti in questi giorni si aggiungono le numerose presenze istituzionali e la partecipazione di tanti giovani imprenditori. Concludiamo oggi questa edizione con oltre 100.000 presenze. Spero che chi ha partecipato a queste quattro giornate abbia avuto le risposte che cercava e soprattutto abbia avuto la possibilità di fare accordi commerciali. Auguro a tanti giovani di aver trovato il lavoro dei loro sogni e di far vedere quanto questo mondo sia straordinario". Lo ha detto Guido Grimaldi, presidente di Alis, a margine della giornata di chiusura di LetExpo2024, la fiera del trasporto e della logistica sostenibili organizzata da Alis – Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile, in collaborazione con Veronafiere. "Credo che quella odierna sia una conclusione straordinaria – prosegue Grimaldi – perché abbiamo concluso con la presenza di personalità di tutto rispetto: Bruno Vespa, ad esempio, uomo straordinario, che è stato il primo a credere nella nostra associazione. Ma non solo, ha presenziato anche il già presidente del Consiglio Matteo Renzi e il vicepremier Antonio Tajani, al quale faccio i miei complimenti". "Vorrei rivolgergli un ringraziamento sentito per quello che sta facendo con tutto il governo e con tutta la difesa, per proteggere gli uomini e le donne che oggi sono sulle navi e che fanno parte della nostra associazione della bandiera italiana e per proteggere gli interessi del Paese", ha concluso. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Economia circolare, strategie e obiettivi di Roma Capitale
(Adnkronos) – ‘Roma circolare – Per una nuova economia: Roma fa la differenza’, in programma oggi in Campidoglio una giornata di confronto sui temi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile per la città di Roma promossa dall’assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti guidato da Sabrina Alfonsi. Il presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri hanno aperto i lavori. Due i panel di discussione: nel primo: ‘L’economia circolare nelle città’, una serie di interventi aperti dall’assessora Sabrina Alfonsi. Il secondo: ‘I consorzi di filiera per Roma Capitale’ con la partecipazione dei rappresentanti dei Consorzi di filiera, che oltre ad illustrare le proprie attività hanno presentato i progetti realizzati in collaborazione con Roma Capitale. L’incontro prosegue nel pomeriggio con una discussione sulle buone pratiche con soggetti istituzionali, tra cui lo Ied e l’Istituto Fermi di Roma, e associazioni come Legambiente e Wwf. I temi trattati nel corso del convegno si incardinano nel lavoro intrapreso dall’amministrazione di Roma capitale, attraverso l’adozione del Piano per una gestione sostenibile dei rifiuti con l’obiettivo di raggiungere la chiusura del ciclo all’interno del territorio comunale, attraverso azioni basate su quattro pilastri fondamentali: riduzione della produzione di rifiuti, incremento della raccolta differenziata e del riciclo, completamento dell’impiantistica di trattamento e riduzione della produzione di emissioni di gas serra. Tra i primi obiettivi del Piano c’è l’incremento del tasso di raccolta differenziata, dal 47% attuale al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035. Un percorso di miglioramento che passa dalla realizzazione degli impianti di trattamento, biodigestori per la frazione organica e selettori per la valorizzazione delle frazioni secche (carta e multimateriale), accompagnati dall’ottimizzazione della logistica e dalla razionalizzazione del servizio di raccolta su base territoriale. Inoltre è previsto il potenziamento della rete cittadina dei centri di raccolta, che diventeranno 30 a regime rispetto ai 14 attualmente in funzione. Per quanto riguarda la riduzione nella produzione di rifiuti si punta ad un abbattimento dell’8,3% in otto anni, da 1,69 mln di tonnellate l’anno a 1,55 mln nel 2030 e 1,52 nel 2035, attraverso accordi con i settori produttivi, campagne di comunicazione, progetti per la riduzione degli sprechi alimentari e di recupero del cibo non consumato, utilizzo centri del riuso, digitalizzazione dei servizi. Lo scenario previsto dal Piano porterà ad una riduzione di oltre il 90% delle emissioni di CO2, rispetto allo scenario senza impianti. Questo contribuirà anche al progetto di Roma ‘Climate Neutral’, grazie al recupero di energia da rifiuti residui e alla diminuzione sostanziale di emissioni di gas climalteranti derivanti dalle attività di trasporto dei rifiuti, così come stabilito con l’aggiornamento del Piano Clima (Paesc), approvato a novembre del 2023 dall’Assemblea Capitolina su proposta della Giunta. “In un contesto mondiale nel quale assistiamo allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali non energetiche, dove l’utilizzo di materie prime vergini è triplicato negli ultimi quarant’anni, l’economia circolare rappresenta una opportunità e ci indica la strada da percorrere per il modello di sviluppo che vogliamo perseguire”, afferma l’assessora Sabrina Alfonsi nel corso del suo intervento. “Il modello circolare sostituisce il concetto di rifiuto con quello di risorsa, puntando a ridurre il consumo di materie prime e aumentando l’efficienza nell’uso dei materiali verso la massimizzazione del riutilizzo e del riciclo. Un processo che trasforma lo scarto in materia utile a un altro ciclo produttivo. Inoltre, attraverso l’adozione dei Cam (Criteri Ambientali Minimi) negli acquisti di beni e servizi e negli appalti per la realizzazione di opere pubbliche, Roma potrà assumere nei prossimi anni un ruolo fondamentale per promuovere l’offerta di nuovi prodotti e servizi innovativi e sostenibili, dando un ulteriore forte impulso per realizzare concretamente l’economia circolare. Dopo aver lavorato nei primi due anni del mandato per uscire dall’emergenza dei rifiuti e avviare le procedure per la realizzazione degli impianti strategici per il trattamento, oggi possiamo dire di essere pronti ad affrontare la sfida dell’economia circolare. Questo passa per una decisa azione di riorganizzazione complessiva e potenziamento dell’azienda Ama, che è già stata avviata, sia dal punto di vista della logistica che delle infrastrutture e dei mezzi per la raccolta. Un cambio di impostazione che farà crescere l’azienda e le farà assumere il ruolo di player del settore orientato verso l’economia circolare”, conclude l’assessora. “Roma Capitale è tra le città più attive in Italia sulla raccolta e riciclo delle bottiglie in Pet – afferma Monica Pasquarelli, responsabile installazione ecocompattatori di Coripet – La sua è una strategia efficace, perché coinvolge tutti i municipi, ossia chi è più vicino al cittadino e sa meglio individuare spazi e luoghi dove si sviluppa la maggiore aggregazione”. “L’economia circolare di cui tutti parliamo va resa concreta. Il nostro è un consorzio, volontario e senza fini di lucro, che nasce per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Sup (Single Use Plastic): arrivare entro il 2025 ad una raccolta di almeno il 77% di bottiglie in Pet post consumo e utilizzare almeno il 25% di Pet riciclato nelle nuove bottiglie. Del resto, il sistema del Consorzio Coripet – conclude – persegue un modello di riciclo bottle-to-bottle che può funzionare solo con il contributo di tutti e quindi grazie ad una sinergia completa tra cittadini, amministrazione pubblica e attività commerciali. Occorre fare in modo che le nostre macchine ecocompattatrici arrivino capillarmente in città”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
LetExpo, Renzi: “Settore fondamentale per crescita Paese”
(Adnkronos) – "Io non ho più responsabilità di governo, ma credo che questo settore sia uno dei settori fondamentali per la crescita del Paese. Quindi porto la voce dell'opposizione per dire che facciamo il tifo per le aziende, per le imprese, per le lavoratrici e per i lavoratori, in particolar modo in un momento nel quale le tensioni geopolitiche creano tanti problemi ai nostri imprenditori che però sono bravissimi". Lo ha detto Matteo Renzi a Verona per LetExpo. "Quindi io sono molto ottimista. Si è detto che la logistica ha sempre più a che fare con la geopolitica che tempo fa ha auspicato l'intervento di un mediatore europeo per dirimere un pò le situazioni che si stanno vivendo", ha aggiunto il leader di IV. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Virus del morbillo trovato nelle fogne, virologa avverte: “Molte infezioni sommerse”
(Adnkronos) –
Il virus del morbillo 'nuota' nelle fogne di Bruxelles. A scoprire il patogeno nelle acque reflue della capitale belga – e dell'Ue – è uno studio della Katholieke Universiteit di Lovanio (KU Leuven). "Abbiamo esaminato le acque reflue di Lovanio, Bruxelles-Sud e Bruxelles-Nord – spiega la virologa Elke Wollants, citata dalla Tv fiamminga Vrt – Mentre a Lovanio e Bruxelles-Sud le indagini hanno dato esito negativo, a Bruxelles-Nord abbiamo trovato il virus del morbillo in 3 campioni consecutivi". Per Wollants, responsabile di laboratorio al Rega Institute della KU Leuven, "questo indica che circolano molte più infezioni di quelle che intercettiamo". Se a Bruxelles sono noti circa 6 casi di morbillo, "l'aver rilevato il virus nelle acque reflue di una città con un milione di abitanti – avverte – significa che molte infezioni sfuggono ai radar" della diagnosi. Il team dell'ateneo di Lovanio ha cominciato a prelevare campioni di acque reflue subito dopo che, il 16 febbraio scorso, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha lanciato un alert sull'aumento dei casi di morbillo. "Nel nostro studio stabiliamo che il patogeno scoperto nelle acque reflue non è di origine vaccinale, ma deriva dall'infezione naturale", puntualizza Wollants lanciando un appello alla vaccinazione: "Invitiamo a vaccinare il più possibile i bambini", esorta la virologa. "Quello del morbillo è un virus contagioso che può portare a gravi complicazioni", ammonisce. In Belgio – riporta Vrt – solo il vaccino anti-poliomielite è obbligatorio, l'anti-morbillo no. E a Bruxelles e in Vallonia il tasso di vaccinazione è molto inferiore a quello delle Fiandre. "Nelle Fiandre la copertura è dell'89%, mentre a Bruxelles e in Vallonia il tasso di vaccinazione è del 75%. Non è quindi inconcepibile che lì possa circolare il morbillo", osserva Wollants. "Ecco perché invitiamo a vaccinare il più possibile i bambini, perché questo – insiste – è l'unico modo per proteggersi dal virus". Virus che, riportava in febbraio l'Ecdc, ha ucciso 6 persone in Romania e una in Irlanda. Un'epidemia di morbillo è in corso anche nei Paesi Bassi, a Eindhoven e dintorni, evidenzia la Tv fiamminga. Le segnalazioni al Servizio sanitario comunale parlano di 14 bambini contagiati, età media 5 anni, e di un adulto infettato. Secondo le autorità olandesi, nessuno di loro era vaccinato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fondirigenti, la transizione energetica per le pmi
(Adnkronos) – Le imprese, di qualunque dimensione e settore, sono chiamate a giocare un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile: è questo il messaggio chiave che emerge dal progetto DC4ET, l’iniziativa strategica di Fondirigenti che ha affrontato il tema della doppia transizione – digitale e sostenibile – dal punto di vista delle aziende e dei loro dirigenti. Quello della transizione energetica è, infatti, un tema di grande attualità e di importanza strategica per le imprese, come dimostra la recente approvazione del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 relativo agli incentivi per gli investimenti in tecnologie digitali e verdi. Per questo, Fondirigenti ha deciso di affidare uno specifico progetto di approfondimento a Fondazione Piemonte Innova che, in collaborazione con Federmanager Torino, Unione Industriali Torino, Environment Park e Fondazione Links, ha coinvolto 20 imprese piemontesi nella sperimentazione. I manager e dirigenti nell’arco di otto mesi hanno partecipato a focus group e tavoli di lavoro, per confrontarsi su criticità, aggiornarsi su elementi normativi, condividere buone pratiche, ragionare su strumenti concreti e tecnologie digitali utili alla transizione. Il risultato è stato un vero e proprio percorso, fatto di indicazioni strategiche e strumenti concreti, per fare in modo che le imprese, in particolare le medio e piccole, possano integrare in azienda pratiche più sostenibili, imparando a gestire con maggior efficacia i consumi e il rischio legato alle oscillazioni dei mercati; ma anche, introdurre tecnologie innovative che consentono importanti risparmi energetici, per monitorare meglio i consumi e ottimizzarli; o ancora, passi concreti per facilitare la partecipazione delle aziende alle Comunità Energetiche Rinnovabili o addirittura per costituirle. Tuttavia, il modello non si limita a questo aspetto: delineando i passi necessari che le imprese devono intraprendere nel medio periodo per giungere al proprio posizionamento energetico ottimale, mette in luce il ruolo essenziale delle competenze e delle figure professionali coinvolte o richieste per compiere con successo ogni passo. Un elemento fondamentale per affrontare questa sfida in modo efficace è, infatti, il capitale umano e la creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione energetica sostenibile. “Il mondo economico e produttivo sta attraversando profonde trasformazioni in chiave digitale e sostenibile, che richiedono al management un deciso cambiamento nel modo di lavorare. Per questo con Fondirigenti abbiamo da tempo posto al centro della nostra azione la crescita delle competenze su questi temi”, spiega il direttore generale Massimo Sabatini. “Con questa iniziativa intendiamo supportare le imprese e i dirigenti, in particolare nelle pmi, verso una maggiore consapevolezza sugli aspetti che caratterizzano la transizione energetica e ambientale, contribuendo ad individuare e, potenzialmente, a trasferire le skills necessarie ad affrontare questa sfida, tenendo conto delle crescenti difficoltà nel reperire sul mercato profili manageriali adeguati. Abbiamo presentato un vero e proprio modello di intervento, che, come sempre, viene messo a disposizione delle imprese su tutto il territorio nazionale”, continua. “Sostenibilità sarà sempre di più sinonimo di competitività -dichiara Laura Morgagni, ceo di Fondazione Piemonte Innova- la transizione verso un futuro energetico sostenibile richiede un approccio olistico che vada oltre l’implementazione di tecnologie verdi. La creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione sostenibile, supportata da una formazione continua e competenze specializzate, diventa fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future. Altrettanto cruciale sarà per le imprese saper attivare in modo creativo e flessibile competenze provenienti da diversi settori e collaborazioni con altre imprese. Saper conoscere e attivare i cosiddetti ‘ecosistemi di innovazione’, di cui Fondazione Piemonte Innova è un esempio, è una vera e propria ‘meta-competenza’, che potrà fare la differenza per le imprese tra il restare o uscire dal mercato, in un contesto in cui esse saranno scelte dai clienti anche in base agli impatti generati in termini di sostenibilità ambientale e di transizione energetica”, conclude.
I risultati del progetto DC4ET e il modello ‘Digitale e competenze per la transizione energetica’ sono stati presentati in anteprima a Torino, giovedì 14 marzo alle 16, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali. Tutte le imprese interessate possono visionare il modello sul sito di Fondazione Piemonte Innova: piemonteinnova.it/portfolio-articoli/dc4et —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Emanuela Orlandi, il Papa: “Inchiesta in Vaticano faccia emergere la verità”
(Adnkronos) – Il Papa, nell’ autobiografia ‘Life. La mia storia nella Storia’ scritto con il vaticanista Mediaset Fabio Marchese Ragona (edizioni Harper Collins, in uscita il 19 marzo), parlando della sofferenza dei bambini, dà voce anche al suo dolore per la scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana di cui si sono perse le tracce dal 22 giugno 1983. E auspica che l’inchiesta vaticana possa fare arrivare alla verità. “A proposito di bambini – dice il Pontefice – in Vaticano soffriamo ancora tanto per la scomparsa, avvenuta più di quaranta anni fa, di una nostra cittadina, Emanuela Orlandi, che all’epoca aveva 15 anni. Continuo a pregare per lei e per i suoi familiari, in particolare la mamma. C’è una inchiesta aperta in Vaticano, così che si possa fare luce su questa storia ed emerga la verità". Francesco, parlando del caso Orlandi, vuole che sentano la sua "vicinanza tutte quelle famiglie che piangono la scomparsa di un proprio caro. Sono accanto a loro". "Quelle del Papa non sono solo parole, pure importanti, di solidarietà e vicinanza. Sono anche parole chiare sulla necessità che emerga la verità", commenta all'Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. Orlandi accoglie "in maniera positiva le parole" del Papa che "parla anche dell'inchiesta che lui ha voluto". Secondo il fratello di Emanuela le sue affermazioni sono "un messaggio diretto al promotore di giustizia Diddi e alla stessa Commissione di inchiesta partita ieri. E' un messaggio di spinta per quelle persone che nel tempo mi hanno detto 'non posso parlare, c'è il segreto pontificio'". Un messaggio per "chi sa ma non parla", conclude. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Covid e studio shock su origine in laboratorio: cosa dicono gli esperti
(Adnkronos) – Il virus di Covid potrebbe essere nato in laboratorio? "Lo dico dal 2020 e prima o poi la verità verrà fuori". Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, non ha dubbi sull'ipotesi avanzata in uno studio condotto da ricercatori dell'University of New South Wales, in Australia, pubblicato su 'Risk Analysis'. Secondo gli autori, "Covid-19 potrebbe aver avuto origine in un laboratorio". Per Sars-CoV-2 è "più probabile un'origine innaturale – scrivono – rispetto a un'origine naturale". Per Gismondo hanno ragione. "Nel 2020 – ricorda – poco dopo lo scoppio della pandemia, tra tante reticenze del governo cinese e l'Organizzazione mondiale della sanità che copriva il loro silenzio, già sorgevano dubbi sul fatto che questo virus potesse essere un virus naturale, per tantissime caratteristiche" che presenta il patogeno "e soprattutto perché non si è mai trovato l'ospite intermedio né il serbatoio naturale". Non solo. La microbiologa fa riferimento anche a "un lavoro condotto da un gruppo di ricercatori indiani, apparso nel 2020 e ritirato dopo neanche una settimana, che spiegava come la sequenza del virus Sars-CoV-2 fosse del tutto innaturale, sembrando più un puzzle di pezzi di geni di altri virus, con addirittura anche un pezzetto di gene del virus Hiv e di un gene umano. Dopo il misterioso ritiro, di quello studio non si è più parlato e i ricercatori indiani sono spariti nel nulla". "Personalmente – sottolinea Gismondo – io ho continuato più volte a sostenere la teoria del virus 'scappato' dal laboratorio, anche perché il laboratorio di Wuhan", la megalopoli cinese primo epicentro della pandemia di Covid, "struttura che ho anche visitato, è un laboratorio di quarto livello" di biosicurezza, "affidato a tecnici che vi lavorano senza avere una grandissima esperienza". Un contesto dove "l'incidente biologico è dietro l'angolo. Alla fine, nel tempo – ripete l'esperta – la verità viene a galla. Anzi sta già emergendo a più riprese, perché anche altri gruppi di ricerca hanno portato prove alla tesi del virus di laboratorio. Il virus Sars-CoV-2 – è certa Gismondo – sicuramente non è un virus naturale". "Tanti studi sono stati fatti sull'origine del Sars-CoV-2: al momento darei una percentuale del 50% all'ipotesi dell'evento di laboratorio accidentale e 50% all'ipotesi dello 'spillover', il salto di specie naturale. Già in passato è accaduto un contagio dopo incidente con la malattia da virus di Marburg negli anni '60. Entrambe le due ipotesi hanno però un denominatore comune: la prevenzione. Nella prima riguardo alla sicurezza dei laboratori che va comunque rafforzata, nella seconda è chiaro che serve avere medici sentinella e una rete di sorveglianza pronta ad attivarsi. Tutte strategie di prevenzione che dopo 4 anni di pandemia conosciamo e dobbiamo saper mettere in campo". Così l'epidemiologo Massimo Ciccozzi commenta all'Adnkronos Salute i risultati dello studio shock. Una conclusione, quella del nuovo studio, che non convince invece l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Lo studio in questione non porta alcuna prova, ma utilizza un metodo in base al quale 'non si può escludere' l'origine artificiale del virus", spiega all'Adnkronos Salute. "Se mettiamo insieme tutti gli studi condotti finora sul tema, l'origine naturale del virus resta ancora la più avvalorata", conclude. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Da Madame a Pamela Anderson, tutti i vip in pausa dai social
(Adnkronos) – Alessandro De Santis, il cantante dei Santi Francesi, ha deciso da qualche mese di abbandonare Instagram e Facebook e i motivi non riguardano i complimenti al suo aspetto fisico. La decisione, puntualizza il cantante in un lungo post sulla pagine del gruppo, è legata all'incapacità di "gestire la mole di 'input' che deriva dai social". Un gesto che lo accomuna a molti altri personaggi famosi che hanno scelto nel tempo di prendersi una pausa dai social media. Tra i vip italiani che hanno fatto lo stesso, c'è Lapo Elkann: l'imprenditore italiano ha abbandonato tutte le piattaforme nel 2017, dichiarando che preferiva vivere nella “vita reale, offline, anziché in quella virtuale”. E' tornato su Twitter nel 2019, ma solo per promuovere la sua Fondazione Laps. Nel 2022 è il turno di Madame. La cantautrice italiana, infatti, ha preso una pausa di tre mesi dai social media dopo il successo a Sanremo, dichiarando: "Ho staccato. Ho fatto un viaggio in Giordania da sola, ho disinstallato le App dei social network dal telefono". Molti anche i vip internazionali. Non ha più ripreso una vita social Selena Gomez: il suo account è stato cancellato nel 2017 dopo che era stato hackerato. Il suo profilo Instagram che conta ben 429 milioni di follower è gestito da un team di esperti, mentre lei si tiene alla larga. Anche Millie Bobby Brown, l’attrice di 'Stranger Things' ha fatto un passo indietro cancellando il suo account Twitter nel 2018 dopo che la sua immagine era stata usata per alcuni meme omofobi. E nel 2022 Millie ha lasciato anche TikTok. Anche Pamela Anderson nel 2021 ha scelto di 'disintossicarsi' dalla vita virtuale a causa dei commenti sgradevoli legati al suo sesto matrimonio, preferendo dedicarsi "alla lettura e alla lettura". Tra un film e un altro, stacca la spina anche l'attore britannico, Tom Holland, famoso per essere Spiderman. Su Instagram ha definito i social media sovrastimolanti e soffocanti”, invitando alla necessità di prendersi ogni tanto una pausa dalla modalità online. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
“Sono il braccio destro di Putin”, badante russa arrestata a Napoli
(Adnkronos) – "Sono il braccio destro di Putin", badante russa maltratta anziano invalido e viene arrestata. E' successo ieri sera a Portici, in provincia di Napoli, dove i carabinieri sono intervenuti d'urgenza dopo la segnalazione di gravi maltrattamenti in famiglia in un appartamento. A chiamare il 112 è stata la figlia della vittima avvisata dal padre, un 81enne invalido al 100% costretto su una sedia a rotelle vessato dalla badante russa di 48 anni. L’uomo, dopo l’ennesimo episodio, non ce l'ha fatta più a resistere alle angherie ed è riuscito a contattare la figlia chiedendole aiuto. I carabinieri arrivati sul posto hanno sentito urlare la donna. Piatti rotti e urla nell’appartamento dove i militari hanno trovato la 48enne con la scopa tra le mani che stava raccogliendo dei cocci. In una piccola stanza sulla destra del corridoio l’uomo invalido a letto alla vista dei militari ha abbozzato un sorriso di sollievo mentre la donna, anche in presenza dei carabinieri, ha continuato a urlare e a rinfacciare all’anziano di essere vivo solo grazie a lei. La 48enne, palesemente ubriaca, prima di essere allontanata, ha lanciato all'uomo una banconota da 20 euro in segno di spregio. L’anziano ha quindi raccontato ai carabinieri ciò che era appena avvenuto: lei voleva del denaro, come spesso accadeva, ma lui si era rifiutato innescando l’ira della badante. La 48enne a quel punto avrebbe scagliato dei piatti in faccia alla vittima che per proteggersi si è ferito il polso. Non era la prima volta che l'anziano aveva dovuto subire l’ira di quella donna. Da metà del 2022 la 48enne si prendeva cura di lui ed era sempre stata violenta per colpa dell’alcol. Dagli atteggiamenti vessatori e violenti era però passata ai fatti e spesso aggrediva l’anziano che per paura non denunciava. Diverse volte avrebbe rubato denaro impossessandosi della carta bancomat dell’uomo e del numero pin che la vittima aveva scritto su un biglietto per custodirlo. Molti gli episodi raccontati ai carabinieri. Tra questi anche quella volta in cui lei aveva urinato davanti alla porta della stanza dell’uomo che si era rifiutato di aprire dopo che lo aveva preso a schiaffi e spintoni per del denaro. Inoltre, la badante aveva intimorito l’uomo dicendogli di essere il braccio destro di Putin. Ovvia bugia ma ascoltata dalle orecchie di un anziano invalido e in difficoltà. Sul posto è arrivato il 118 che ha curato l’uomo mentre la donna, poco dopo la mezzanotte, è stata trasferita in carcere. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina, Tajani: “Truppe a Kiev? Rischio terza guerra mondiale”
(Adnkronos) – "I nostri militari fanno bene quello che fanno nel Mar Rosso per proteggere le nostre navi, fanno bene quello che fanno in Libano, in Africa, in Iraq. I nostri militari sono portatori di pace, garanzia e libertà. Noi non siamo in guerra con la Russia". A dichiararlo, parlando con Bruno Vespa a LetExpo, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un nuovo riferimento all'ipotesi ribadita da Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina. "Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare, noi dobbiamo aiutare l'Ucraina a difendersi, ma entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale". "Tutte le persone di buon senso non vorrebbero questo", ha aggiunto Tajani, che ha poi fatto riferimento alle parole del Papa. "Il Papa cosa ha detto: io voglio la pace. Mettetevi a un tavolo e fate la pace. Ma il Papa fa il Papa, deve dire questo. Non mi scandalizza né preoccupa". Capitolo Houthi. "I terroristi dicono bugie perché a loro fa comodo minacciare l'Italia, che in questo momento è alla guida di una missione europea a protezione del traffico commerciale", dice ancora Tajani sulla situazione nel Mar Rosso, dove non si fermano gli attacchi degli Houthi dello Yemen. "Fortemente voluta, questa missione dal governo italiano", ha proseguito, ricordando che "il comando operativo è affidato ad un contrammiraglio della nostra Marina". "Voglio ricordare soltanto – ha poi sottolineato – che siamo un Paese che ha il 40% del Pil che viene dall'export. Il 40% dei nostri prodotti che vengono esportati via mare passa attraverso Suez e il Mar Rosso. Lo Stato italiano ha il dovere di proteggere quelle imbarcazioni perché sono parte fondamentale della nostra economia. Tuteliamo l'interesse nazionale, non solo le imprese. Per questo abbiamo voluto una missione difensiva". Quanto alle polemiche sui costi Tajani ha fatto notare che "il drone è stato abbattuto a colpi di cannone e non con missili. Il comandante è stato bravo e gli artiglieri hanno usato lo strumento meno costoso per proteggere il traffico mercantile in quell'area". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Covid “può aver avuto origine in laboratorio”, il nuovo studio shock
(Adnkronos) – "Covid-19 potrebbe aver avuto origine in un laboratorio". E' la suggestione che arriva da un nuovo studio condotto da ricercatori dell'University of New South Wales, in Australia, pubblicato sulla rivista 'Risk Analysis'. Gli autori spiegano che i risultati del loro lavoro indicano come "più probabile un'origine innaturale" del virus rispetto a "un'origine naturale". Il nodo di quale sia stata la 'scintilla' della pandemia che ha tenuto sotto scacco il mondo intero negli scorsi anni è molto dibattuto da sempre. Nel tempo si sono susseguite indagini, relazioni di commissioni di esperti, pubblicazioni scientifiche mirate a sciogliere il rebus dell'ospite intermedio che, in caso di un'origine naturale, potrebbe aver portato Sars-CoV-2 fino all'uomo. Ma sono stati diversi anche i lavori di scienziati che hanno sollevato dubbi e ipotizzato manipolazioni dell'uomo sul virus e fuga dal laboratorio. Mentre la maggior parte degli studi si è concentrata su un'origine zoonotica – spiegano gli esperti – questa ricerca ha esaminato l'altra faccia della medaglia, un prologo alternativo: la probabilità di un'origine innaturale, cioè da un laboratorio. Gli scienziati hanno utilizzato quello che definiscono "uno strumento consolidato di analisi del rischio" per differenziare le epidemie naturali da quelle innaturali. Questo strumento di valutazione si chiama Grunow-Finke modificato (mGft) e gli autori lo hanno usato per studiare l'origine di Covid. Ma ancora prima, in un lavoro precedente, avevano fatto ricorso a questo sistema per valutare l'origine di un altro coronavirus: Mers-CoV in Arabia Saudita (primo autore Xin Chen, uno dei ricercatori che si è occupato anche di questo lavoro scientifico su Covid). Anche nel caso della Mers l'esito dell'analisi era stato "alta probabilità di origine innaturale". Tornando allo studio su Sars-CoV-2, "questa valutazione del rischio – puntualizzano gli autori – non può dimostrare l'origine specifica del Covid-19, ma mostra che la possibilità di un'origine di laboratorio non può essere facilmente scartata". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Roma Tre contro le mafie, 12 aule dell’ateneo intitolate alle vittime
(Adnkronos) – A pochi giorni dalla “XXIX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, organizzata anche quest’anno da don Luigi Ciotti e dall’associazione “Libera”, l’Università degli Studi Roma Tre ha deciso di intitolare 12 aule dell'ateneo ad altrettante vittime innocenti delle mafie: un gesto simbolico, una memoria incancellabile e un impegno tangibile per ricordare e onorare coloro che hanno perso la vita a causa di un crimine vile e spietato. L’iniziativa sarà illustrata lunedì 18 marzo, alle ore 15 con un evento che si terrà presso l’aula magna del rettorato dell’ateneo, in via Ostiense 133, dal titolo “Roma Tre contro le mafie”. Dopo i saluti istituzionali affidati al rettore, prof. Massimiliano Fiorucci, e al direttore generale, arch. Alberto Attanasio, e l’introduzione della professoressa Anna Lisa Tota, prorettrice Vicaria, interverranno don Luigi Ciotti, presidente Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Vincenza Rando, senatrice della Repubblica italiana e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Nando Dalla Chiesa, presidente della Società scientifica italiana di studi su mafie e antimafia (Sisma) e presidente onorario di Libera, Paolo Borrometi, condirettore dell’Agenzia giornalistica italiana, e la studentessa di Roma Tre, Vittoria Podo. Coordina l’incontro il prof. Marco Catarci, prorettore alla Terza Missione. Presentando l’evento il rettore Fiorucci commenta: “L'università oltre che luogo di ricerca e formazione è anche uno spazio di educazione alla democrazia, alla cittadinanza e alla libertà. Ma non vi è libertà senza legalità. Inoltre, è il luogo per coltivare la memoria e renderla operante. Per queste ragioni abbiamo scelto di intitolare le aule dei nostri Dipartimenti alle vittime innocenti delle mafie affinché tutta la comunità accademica possa quotidianamente impegnarsi per una società più giusta e più equa. Voglio ringraziare l'associazione Libera per questa occasione di condivisione e per lo straordinario impegno che porta avanti”. Dal canto suo il direttore generale dell’ateneo, Attanasio, aggiunge: “Il ricordo delle vittime sarà un elemento centrale negli spazi delle nostre sedi: tutti i Dipartimenti hanno scelto di intitolare le principali aule delle proprie strutture. Alle studentesse e agli studenti che frequenteranno quelle aule saranno evidenti la forza e la convinzione con cui Roma Tre vuole tenere vivo questo ricordo e combattere contro tutte le mafie”. Con questo spirito, Roma Tre aderisce, dando il proprio patrocinio, alla “XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, l’iniziativa organizzata a Roma il 21 marzo 2024 da “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Don Ciotti che interverrà lunedì pomeriggio all’evento di Roma Tre sostiene che "le aule dell'università intitolate alle vittime innocenti sono un segnale importante perché attraverso questi nomi si raccoglie e si custodisce la loro memoria, per trasformarla in responsabilità ed impegno collettivo". L'importanza di questo messaggio concerne in primo luogo la commemorazione delle vittime e l’espressione di una profonda e condivisa solidarietà per i loro famigliari. Inoltre, rispondendo pienamente al suo mandato istituzionale, con questa iniziativa Roma Tre, oltre a promuovere le culture della legalità e della solidarietà, intende contribuire al consolidarsi delle memorie pubbliche in relazione ai crimini delle mafie e vuole educare le giovani generazioni, presenti e future, affinché imparino ad opporsi con fermezza a tutte le forme di criminalità organizzata e a lavorare congiuntamente per costruire una società più giusta. Le mafie rappresentano una minaccia per la democrazia e per la convivenza civile. Combatterle è un dovere morale e civile che l'Università Roma Tre fa proprio ponendosi al fianco di coloro che lottano ogni giorno per contrastare questo fenomeno. “Roma Tre contro le mafie” è un progetto che va oltre i confini dell'Università e della propria comunità accademica: è un invito rivolto a tutte e tutti, affinché ci si possa unire nella lotta contro le mafie e nella costruzione di un futuro migliore. Insieme possiamo fare davvero la differenza e Roma Tre intende dare il proprio contributo iniziando dalle proprie aule. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
As Roma, dipendente licenziata per video hard rubato: indaga la Procura Figc
(Adnkronos) – La Procura della Figc apre un procedimento in merito ai comportamenti di alcuni tesserati della Roma che hanno portato al licenziamento di una donna e un uomo uniti da una relazione, a cui un calciatore della squadra Primavera aveva rubato un video hard, poi condiviso con compagni e staff del club giallorosso. Già in corso gli interrogatori e le acquisizioni degli atti. "I chiarimenti chiesti alla As Roma non sono arrivati, per cui questa mattina ho depositato un’interrogazione parlamentare alla ministra Calderone e al ministro Abodi perché, se la ricostruzione giornalistica del video sottratto e diffuso dal cellulare di una dipendente, che ha causato paradossalmente il licenziamento della vittima e nessuna conseguenza per l’autore di quel gesto, fosse confermata, questo non sarebbe 'uno scandalo a luci rosse', ma una vera e propria violenza”, dice il responsabile Sport e deputato del Pd Mauro Berruto. “Un giovane calciatore della primavera della Roma chiede in prestito a una dipendente della As Roma il cellulare per fare una telefonata. Lei glielo presta. Lui non fa solo una telefonata, ma spulcia foto e video e ne diffonde uno con lei e il fidanzato in atteggiamenti intimi. La società che fa? Licenzia la dipendente. Ma non vi pare il mondo al contrario questo. Lo trovo un fatto gravissimo che lede ancora una volta la libertà e i diritti ad una donna", le parole del deputato democratico Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera. "Assurdo che a farlo sia una società guidata da una donna, ma in ogni caso una società prestigiosa come la Roma. Attendiamo chiarimenti e auspichiamo un sano ripensamento e diamo tutto il nostro sostegno alla dipendente, emblema oggi più che mai che l'8 marzo ha ancora senso e un senso di lotta perché queste assurdità non si verifichino mai più”, conclude. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Meghan torna su Instagram e lancia un brand: boom di follower
(Adnkronos) –
Meghan Markle ha lanciato un nuovo marchio di lifestyle su Instagram, segnando il ritorno sul social della duchessa di Sussex da cui mancava dal 2020. I primi 9 post, che insieme compongono semplicemente il nome della nuova attività commerciale, hanno contato in poche ore oltre 200mila follower, anche se non si sa ancora bene cosa American Riviera Orchard venderà. Probabilmente si tratterà di oggettistica legata al mondo della cucina, dai libri di ricette agli accessori. Per ora si vedono soltanto lo stemma e il logo dorati del marchio, che secondo gli osservatori reali rispecchierebbero la calligrafia della moglie di Harry. Nella domanda di registrazione del marchio – scrive il Guardian – l'ambito di attività si estende a libri di cucina, stoviglie, biancheria, una gamma di creme spalmabili e conserve tra cui gelatine, marmellate e burro di arachidi, oltre a segnaposto da tavolo specificati come "non di metalli preziosi". Una seconda domanda di registrazione internazionale comprende articoli di cancelleria, tessuti, borse a tracolla, attrezzatura per lo yoga e una gamma di articoli per animali domestici come guinzagli, collari, tappetini per l'alimentazione e becchime per uccelli. Oltre all'account Instagram, il marchio ha anche lanciato un sito web composto dal logo dell'azienda e da un link per iscriversi a una lista d'attesa. Si è ipotizzato che Meghan voglia lanciarsi in un tipo di attività stile Martha Stewart o Gwyneth Paltrow. Da quando lei e Harry si sono dimessi da 'membri senior' della casa reale nel 2020, la coppia ha avviato una serie di iniziative mediatiche di alto profilo, tra cui un accordo quinquennale con Netflix del valore di 100 milioni di dollari, un contratto Spotify da 20 milioni di dollari terminato a metà del 2023 e il libro di memorie di Harry del 2023, 'Spare'. Ma American Riviera Orchard sarebbe la prima attività commerciale con la quale Meghan venderebbe beni fisici. Meghan e Harry si impegnano anche in opere di beneficenza attraverso la Archewell Foundation, che si occupa di sicurezza digitale. Un marchio di lifestyle rappresenterebbe un ritorno al passato per Meghan, che in precedenza intervistava amici famosi, condivideva ricette e scriveva di viaggi, bellezza e cibo su The Tig, un sito web di lifestyle che aveva chiuso prima di sposare Harry. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dengue, Vaia: “Nessun allarme, test in aeroporto per chi arriva da Paesi a rischio” – Video
(Adnkronos) – "Non c'è assolutamente nessun allarme in Italia sulla Dengue. Mettiamo in campo la prevenzione per evitare che la zanzara vettore della Dengue attecchisca in Italia. Stiamo lavorando per sperimentare test anti-Dengue ai viaggiatori in arrivo in aeroporti italiani da Paesi a rischio, su base volontaria e gratuita". Lo ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, a margine della presentazione a Roma della Giornata del Fiocchetto lilla, tornando sulla seconda circolare Dengue firmata ieri. "Stiamo anche pensando a messaggi video da poter lanciare con l'aiuto delle compagnie aeree direttamente sui voli", ha aggiunto. "Dobbiamo far sì che la prevenzione, il buon senso, la precauzione siano messe al primo posto rispetto alla Dengue – ha aggiunto Vaia – Noi dobbiamo fare in modo che il virus responsabile della malattia, trasmesso attraverso la zanzara Aedes aegypti – che non c'è in Italia – non attecchisca nel nostro Paese. Quindi, dopo la prima circolare che alzava l'allerta, abbiamo fatto una seconda circolare che è dispositiva. Ovvero i nostri operatori degli Usmaf-Sans – che sono i nostri terminali in porti e aeroporti – verifichino all'interno delle navi e degli aerei che provengono dai Paesi dove la Dengue è presente che sia stata fatta la profilassi necessaria, e se non fossero state predisposte tutte le misure le disporranno i nostri operatori delle Usmaf-Sans". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Talpa procura di Roma, De Vivo condannato a 5 anni per corruzione in atti giudiziari
(Adnkronos) – Il gup di Roma ha condannato a 5 anni, in rito abbreviato, Jacopo De Vivo, arrestato nel febbraio 2023 insieme alla compagna, la praticante avvocato Camilla Marianera, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. De Vivo e Marianera, il cui processo è in corso con rito ordinario, sono accusati di avere venduto in cambio di ‘mazzette’, notizie coperte dal segreto istruttorio. De Vivo, in carcere da oltre un anno, sconterà il resto della condanna ai domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo il parere favorevole espresso dalla procura. Per lui la pm titolare dell’inchiesta Giulia Guccione aveva chiesto una condanna a 6 anni. Il giudice ha inoltre stabilito risarcimenti da stabilire in sede civile, a favore della Presidenza del Consiglio e del ministero della Giustizia che sono costituiti parti civili. Secondo l’atto d’accusa dei pm, dal 2021 al dicembre scorso, i due ''erogavano utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e addetto all’ufficio intercettazioni, perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti nel rilevare l’esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto, l’esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta’’. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Europa League, sorteggi quarti di finale: derby Milan-Roma e Liverpool-Atalanta
(Adnkronos) – Milan-Roma nei quarti di finale di Europa League. Lo ha stabilito il sorteggio effettuato a Nyon. Le gare di andata si giocano l'11 aprile, il ritorno il 18 aprile. L'Atalanta affronterà il Liverpool, con l'andata a Anfield. Le altre sfide sono Bayer Leverkusen-West Ham e Benfica-Marsiglia. In semifinale, la vincente di Benfica-Marsiglia affronterà la vincente di Liverpool-Atalanta. Chi passa il turno tra Milan e Roma, invece, in semifinale incontrerà una tra Bayer Leverkusen e West Ham. Milan-Roma Liverpool-Atalanta Bayer Leverkusen-West Ham Benfica-Marsiglia. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Caso Moro, esce libro: “Quel 9 maggio Cossiga e Paolo VI in attesa della liberazione, poi lo choc”
(Adnkronos) – C'è ancora chi preferisce non esporsi, tornando però a raccontare cose che riaffiorano nel tempo. Ci sono ancora -quel che più conta- tante zone d'ombra, troppe, per quello che è il delitto politico più clamoroso della storia della Repubblica. E alla fine, a 46 anni dall'omicidio di Aldo Moro, si continua a riflettere, a cercare di capire, a scartare fake news e quindi a scrivere. Come fa nel suo libro la giornalista e scrittrice Stefania Limiti ("Quel che resta del caso Moro", edizioni Interlinea, pp. 155, in uscita domani, 16 marzo) costruendo la sua narrazione nel dialogo tra chi fu testimone di quei giorni e la realtà geopolitica di fine anni '70, che vedeva l'Italia come la faglia più pericolosa dell'ecosistema nato dopo Yalta, tra interessi atlantisti e piduisti, e presunti rischi di vittoria politica dei comunisti italiani, troppo lontani anche da Mosca e quindi fuori controllo. Il volume ha il merito di riaccendere i fari, senza ricorrere ad azzardate ipotesi e dietrologie, sulla drammatica vicenda che inizia il 16 marzo del 1978 a Via Fani, con la strage dei 5 uomini della scorta e il rapimento di Moro, e tutto quello che poi implode, per fattori esterni e ancora poco noti, all'interno di una serie di trattative per la liberazione dell'uomo simbolo del compromesso storico, che tutti volevano salvare (e forse potevano in tanti) e nessuno riuscì a far uscire vivo dalla 'prigione del popolo'. Se si guarda all'epilogo, al 9 maggio, quella storia, con la 'S' maiuscola, che la famiglia Moro evocherà come unico tribunale della verità per far chiarezza "sulla vita e sulla morte di Aldo Moro", sta per prendere una strada diversa. Quella che un regista come Marco Bellocchio, nel suo 'Buongiorno notte' sceglie di percorrere, con un Moro libero e confuso per le strade di Roma, dopo 55 giorni. Eppure, stando al racconto di Limiti -ecco la testimonianza della fonte coperta "ma di primo piano nella democrazia cristiana del tempo", come sottolinea la stessa autrice all'AdnKronos- quella possibilità che avrebbe cambiato la Storia -certo del Paese ma anche di quell'uomo- fu a un passo dal divenire realtà, proprio la mattina del 9 maggio. Moro stava infatti per essere liberato. "9 maggio 1978, ore 7,45: sappiamo che Cossiga entra alla buvette di Montecitorio ed è soddisfatto. Assicura un testimone che era lì: "Andavo sempre verso quell'ora proprio perché si poteva incontrarlo facilmente, erano minuti preziosi per parlarsi – è la testimonianza raccolta dall'autrice- . Credo che avesse convocato Signorile al Viminale nelle ore successive, come è noto, proprio perché avrebbe dato ai socialisti, al di là del loro effettivo ruolo, la responsabilità dell'esito positivo del sequestro. Sì, Cossiga era davvero contento durante quel caffè, naturalmente non mi disse nulla…". Ha gioco facile, l'autrice a mettere in fila orari e avvenimenti noti con quanto apprende dalla fonte scudocrociata, che innanzi tutto offre una chiave di lettura nuova dell'incontro tra Cossiga e Signorile, su cui anche ultimamente si è tornati a parlare, per retrodatare clamorosamente la notizia di Moro rivenuto morto a Via Caetani, ben prima della telefonata del brigatista Morucci al professor Franco Tritto. Ora si aggiunge un tassello non da poco: Cossiga pare dunque voler coinvolgere il vicesegretario socialista per trovare un modo 'accettabile' per dare all'opinione pubblica e forse anche ai tanti nemici di Moro dentro e fuori della Dc, la notizia della liberazione del suo vecchio maestro, senza derogare dalla linea della fermezza, apparentemente unica stella polare di democristiani e comunisti. E' libero grazie a una trattativa che ha visto al centro i socialisti, poteva essere l'escamotage accettato da tutti. Stesso ottimismo pareva nutrirlo il Vaticano. Già l'8 maggio "la cerchia dei più stretti assistenti di Paolo VI venne messa in allarme perché avrebbe potuto ricevere una telefonata in cui si annunciava l'accettazione della proposta da parte delle Br e l'avvio delle procedure per la liberazione dell'ostaggio", scrive ancora Limiti, riportando la testimonianza di don Cesare Curioni, l'uomo della trattativa portata avanti dalla santa Sede. Nel libro si apprende pure come lo stesso Fanfani, dopo la telefonata ultimatum di Mario Moretti del 30 aprile, in cui il capo delle Br chiede un segnale immediato della Dc per evitare l'epilogo sanguinario, fosse ormai pronto a metterci la faccia. "Fanfani -racconta alla Limiti Beppe Pisanu, nel 1978 capo della segreteria politica di Benigno Zaccagnini- non aveva ancora parlato quando arrivò la notizia della morte di Moro". Qualcuno decise che le parole dell'altro cavallo di razza dello scudocrociato, avrebbero messo nei guai chi invece voleva la fine di Moro. Ucciderlo dopo il via libera alla trattativa di Fanfani sarebbe stato un colpo mortale per gli avversari di Moro, brigatisti e non, e quindi non si diede il tempo a Fanfani di intervenire. Per arrivare a presentare questo nuovo pezzo della vicenda la ricostruzione della Limiti, già autrice di 'Doppio livello, come si costruisce la destabilizzazione in Italia', lascia spazio più volte alle parole di Moro, ma non soltanto a quelle tristemente note del cosiddetto 'Memoriale' o quelle scritte nelle decine di lettere indirizzate a amici e politici durante i 55 giorni. Trovano posto infatti nel volume brani significativi degli interventi del Moro politico e non ancora prigioniero dei brigatisti. Che a ben vedere, sin dagli anni '60, dalla prima apertura ai socialisti, non sono riflessioni e timori così diversi da quelli che ribadirà poco prima di morire. "La Dc ha perduto la forza di essere se stessa e di farsi rispettare, non ha nessuna voglia di cambiare strada, non intende imparare niente dai fatti, c'è una congiura della mediocrità e dell'incultura", dice Moro nel '71, non nascondendo il suo timore per l'avanzata della Destra alle ultime elezioni. Il leader democristiano non ci gira intorno, chiede al partito "di uscire dal suo cinismo, dalla sua mediocrità, dalla sua paura, dal suo elettoralismo deteriore" e di essere "invece capace di offrire una parola di franchezza e di chiarezza, una prospettiva di più sostanziale libertà". Accuse che ripeterà anche quando sarà nelle mani dei suoi carcerieri, non risparmiando critiche ai vari Andreotti e Zaccagnini. (di Francesco Saita) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Elezioni Basilicata, fonti: “Voci ritiro Lacerenza prive di fondamento”
(Adnkronos) – Le voci sul ritiro di Domenico Lacerenza come candidato civico del campo largo di centrosinistra alle elezioni in Basilicata sono "prive di fondamento". E' quanto affermano fonti Pd, aggiungendo che "in merito all'articolo di Repubblica dal titolo 'Domenico Lacerenza verso il ritiro' si apprende che lo stesso primario del dipartimento di oculistica di Potenza considera prive di fondamento le voci di un suo ritiro".
Anche dal fronte M5S viene escluso un passo indietro di Lacerenza. Chi ha parlato con il leader Giuseppe Conte racconta che -di fronte ai rumors di un possibile ritiro dalla corsa- l'ex premier ha escluso la possibilità: "assolutamente no", avrebbe rassicurato i suoi. Subito dopo la sua designazione, Lacerenza si era attivato per avviare "il confronto con le forze politiche lucane moderate e progressiste con l'obiettivo prioritario di trasformare la piattaforma di idee e posizioni su cui c'è stata da subito convergenza in un programma compiuto". "È un passaggio importante per rendere concreto l'impegno per i lucani e per il quale è indispensabile che ci sia la massima coesione delle forze politiche anche a livello locale", ha affermato in una nota. Ma nel corso della giornata è salita la tensione con Carlo Calenda, secondo il quale un veto dei 5 Stelle avrebbe tagliato fuori Azione della coalizione di centrosinistra. “I 5 Stelle hanno escluso Azione. Ne abbiamo preso atto, fine. Non c'è nessun problema", ha affermato. Al di là della ricostruzione di Calenda, l'esito è che comunque al momento Azione non solo è fuori, ma potrebbe addirittura convergere sul presidente uscente del centrodestra, Vito Bardi. Un esito che allarma parte del Pd lucano. Sulla questione è intervenuto oggi Stefano Bonaccini. "Escludere a priori qualcuna delle opposizioni che ha dato disponibilità sarebbe un errore". Ma, aggiunge il presidente dell'Emilia Romagna e presidente del Pd a 'L'aria che tira', "sarebbe un errore anche che una forza politica come Azione, che si sta lamentando per non essere coinvolta, non escluda di stare con la destra… Dire sono disposto a stare con il centrosinistra e contemporaneamente con il centrodestra…". Bonaccini chiede dunque uno "sforzo di unità". "Prima di individuare i responsabili si devono usare le prossime ore per chiedere uno sforzo di unità. "Non è detto che si debbano mettere per forza insieme tutti, ma in una stagione in cui la destra ha il vento a favore sarebbe bene che chi è alternativo alla destra in Parlamento e spesso nei territori" stia insieme, ha spiegato il presidente del Pd. "Chiedo a tutti uno sforzo di responsabilità per cercare di ripartire e trovare le ragioni di restare uniti", ha aggiunto. Il messaggio del Pd nazionale attraverso la coppia Davide Baruffi e Igor Taruffi, incaricati da Elly Schlein di gestire la partita candidature, è stato chiaro: proviamo ad allargare la coalizione ma non si può rimettere in discussione il candidato. Ossia Domenico Lacerenza. Questa la cornice, si riferisce all'Adnkronos, dentro cui stamattina si è svolta una riunione da remoto del Pd lucano con i due responsabili della segreteria Schlein. Tanti gli interventi, compreso quello di Roberto Speranza, racconta chi ha partecipato. "In molti -si riferisce- abbiamo evidenziato le problematicità della candidatura di Lacerenza ma la linea del nazionale è chiara e nessuno vuole passare per quello che ha fatto saltare anche questo nome… ". Insomma, perplessità ma ci si adegua all'indicazione del Pd nazionale su Lacerenza.
Quanto alla volontà di allargare, recuperando Azione e Marcello Pittella, le possibilità sono remote. Anzi, "stanno a zero", dicono dal territorio. L'unico modo per riaprire la partita sarebbe quello di superare la candidatura Lacerenza. "Se Pittella va a destra, non lo segue nessuno. Se invece fa un'operazione terza, allora in qualche singolo potrebbe nascere la tentazione". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)