Pioggia di razzi su Israele dal Libano. Hamas: “Netanyahu ostacolo a qualsiasi intesa”

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(Adnkronos) – Raffica di razzi di Hezbollah contro il nord di Israele. Secondo quanto riferito dalle Forze di difesa israeliane (Idf), i militanti libanesi hanno lanciato 70 razzi contro le Alture del Golan, in uno degli attacchi più pesanti dal 7 ottobre. Non si hanno per ora notizie di vittime. Poco dopo una nuova pioggia di razzi sullo Stato Ebraico. Secondo quanto riferito da media israeliani, infatti, dopo il primo lancio questa mattina ne sono stati sparati altri 30, per un totale di un centinaio. Gli attacchi sono avvenuti mentre le Idf confermavano di aver condotto raid in Libano contro strutture dei militanti filoiraniani. Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha ricevuto intanto una delegazione di Hamas guidata dal membro dell'ufficio politico del movimento palestinese, Khalil al-Hayya. Lo riferisce l'emittente libanese Lbci, precisando che durante il colloquio sono stati analizzati gli ultimi sviluppi a Gaza e in Cisgiordania. Le discussioni hanno inoltre riguardato i negoziati in corso per fermare l'operazione israeliana nell'enclave. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, "è un ostacolo a qualsiasi intesa". A dichiararlo ad al-Jazeera il dirigente di Hamas, Mohammad Nazzal, secondo cui i mediatori – Egitto e Qatar – sono al lavoro per cercare di tirare fuori dall'impasse i negoziati per un potenziale accordo sugli ostaggi e un cessate il fuoco temporaneo. "I negoziati non si sono fermati. Negli ultimi giorni si è arrivati a un punto morto, ma il Qatar e l'Egitto stanno lavorando duramente per proseguire", ha dichiarato. "Hamas risponde ai mediatori e sta cercando di cooperare positivamente, ma Netanyahu è un ostacolo a qualsiasi intesa – ha aggiunto -. I negoziati non si fermeranno finché Netanyahu non soddisferà le condizioni di Hamas". La sopravvivenza come primo ministro Netanyahu è "a rischio" a causa della guerra a Gaza. E' quanto si evidenzia intanto in un rapporto pubblicato dall'Ufficio del Direttore della National Intelligence americana. "La mancanza di fiducia da parte dell'opinione pubblica nella capacità di governare di Netanyahu si è approfondita e ampliata ancora di più rispetto a prima della guerra. Stiamo assistendo a grandi proteste per chiedere le sue dimissioni e lo svolgimento di nuove elezioni. Un governo diverso e più moderato è uno scenario possibile", si legge nel rapporto. Secondo il documento, rilanciato stamane dai media dello Stato ebraico, Israele deve aspettarsi di affrontare una crescente pressione internazionale a causa della situazione umanitaria a Gaza. Si afferma inoltre che Israele e Iran stanno tentando di adattare le loro azioni l'uno all'altro in modo da evitare un escalation del conflitto in piena regola tra i due Paesi. "Riteniamo che la leadership iraniana non sia stata coinvolta nella pianificazione dell'attacco del 7 ottobre e che non avesse informazioni preliminari sull'attacco", aggiunge il rapporto, secondo cui Israele dovrà affrontare la resistenza armata di Hamas per molti anni, mentre le Idf continueranno a tentare di distruggere i tunnel del movimento. E' finalmente salpata da Larnaca, dopo un rinvio di un paio di giorni dovuto a 'ragioni tecniche', la nave di Open Arms diretta a Gaza con un carico di 200 tonnellate di aiuti umanitari. Lo ha reso noto la ong World Central Kitchen, che ha raccolto gli aiuti destinati alla popolazione palestinese. Il viaggio della nave della organizzazione non governativa spagnola viene usato come 'progetto pilota' in vista dell'apertura di un corridoio marittimo umanitario annunciato nei giorni scorsi a Cipro dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Russia, blitz dei ribelli pro-Kiev a Belgorod – Video

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(Adnkronos) – Un'operazione dei ribelli russi pro-Kiev nelle regioni russe di Belgorod e Kursk, al confine con l'Ucraina. E' quanto mostrano video pubblicati da diversi account sul social X, secondo cui "tank con le bandiere della Legione Russia Libera nella notte sono entrati simultaneamente nella regione di Belgorod e in quella di Kursk dall'Ucraina". La Legione è composta da soldati russi che combattono al fianco di Kiev. Al suo fianco ci sarebbero altri due gruppi paramilitari: il Corpo Volontario Russo ed il Battaglione siberiano. Secondo alcuni account pro-Kiev, il villaggio al confine di Lozovaya Rudka sarebbe già sotto il controllo di queste "forze di liberazione", mentre si combatterebbe a Tyotkino. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Terremoto al largo delle Eolie, scossa magnitudo 4.4

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(Adnkronos) – Una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 è stata registrata dall'Ingv oggi, 12 marzo 2024, al largo delle Isole Eolie. La scossa è avvenuta alle ore 5.37 ad una profondità di 243 km e i comuni più vicini all'epicentro sono stati quelli di Santa Marina Salina e Malfa. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pioggia e maltempo, poi torna il sereno: primavera in arrivo? Le previsioni meteo di oggi

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(Adnkronos) – Pioggia, vento di burrasca e freddo. Ma dopo il maltempo tornerà il sereno. Ne sono convinti gli esperti, che nelle previsioni meteo sull'Italia di oggi 12 marzo promettono: manca davvero poco alla primavera, al ritorno del sole e di temperature miti e in rialzo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it non ha dubbi sul tempo previsto per il prossimi giorni e almeno fino al prossimo weekend. La perturbazione che ha interessato l’Italia nei giorni scorsi ha le ore contate e riuscirà anche oggi a influenzare negativamente il tempo sulle regioni centro-meridionali. Ma le precipitazioni risulteranno meno organizzate, anche se localmente temporalesche, e spesso alternate a schiarite. Nel contempo un ritrovato anticiclone africano avanzerà verso il Belpaese attivando così venti di Maestrale che allontaneranno definitivamente il fronte instabile. Da mercoledì quasi tutta l’Italia si troverà avvolta dalla tiepida coperta primaverile dell’anticiclone. Il sole splenderà quasi ovunque e soltanto sui rilievi meridionali potranno svilupparsi occasionali temporali pomeridiani o annuvolamenti più compatti. Il bel tempo primaverile proseguirà anche nei giorni successivi e almeno fino al weekend del 16-17 marzo, un fine settimana che dopo tanto tempo trascorrerà senza piogge, anche se ci saranno molte nubi. Ma saranno le temperature che diventeranno le protagoniste dei prossimi giorni. Innanzitutto torneranno a salire, anche se di poco, sopra la media del periodo. I valori massimi continueranno a crescere giorno dopo giorno fino a raggiungere facilmente i 16-18°C su gran parte delle città e oltre i 20°C sulle Isole Maggiori, specie in Sicilia. Di contro, il maggior rasserenamento del cielo provocherà un abbassamento dei valori notturni che, specie sulle pianure del Nord misureranno circa 3-5°C poco prima dell’alba. Questa staticità atmosferica potrebbe durare anche qualche giorno dopo il weekend, dopo di che potrebbero tornare a farci visita le perturbazioni atlantiche, ma per ora spazio alla bella primavera. Martedì 12. Al nord: soleggiato con clima mite, locali nebbie al mattino. Al centro: condizioni di bel tempo prevalente. Al sud: instabile con rovesci a carattere sparso. Mercoledì 13. Al nord: sole e clima primaverile. Al centro: soleggiato. Al sud: bel tempo su tutte le regioni. Giovedì 14. Al nord: bel tempo e clima mite. Al centro: sole prevalente. Al sud: prosegue il bel tempo. Tendenza: atmosfera sempre piuttosto stabile anche per il weekend 16-17. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Chi è Luca Nardi, il baby azzurro che ha steso Djokovic a Indian Wells

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(Adnkronos) – Vent’anni, di Pesaro. Luca Nardi è il baby azzurro che si toglie lo sfizio di battere Novak Djokovic al terzo turno del Masters 1000 di Indian Wells. Il giovane marchigiano, attualmente numero 123 del ranking Atp, si prende i riflettori sul palcoscenico del tennis mondiale e si appresta a entrare nella top 100. L’exploit californiano incendierà sul montepremi che al momento vale 45mila dollari in stagione e circa 720mila in una carriera che finora aveva un record di 3-12 nel circuito.  Nardi ha iniziato a giocare a tennis con il fratello Niccoló, più grande di 7 anni, in un circolo di Pesaro, incoraggiato da papà Dario, notaio, e dalla mamma Raffaella. A 16 anni ha deciso che il tennis sarebbe diventato una professione e si è affidato definitivamente al coach Francesco Sani, con cui ha tirato i primi colpi sin da bambino. È cresciuto con il mito di Roger Federer, mostrando un feeling particolare con le superfici veloci e soprattutto con il cemento, come ha dimostrato anche a Indian Wells. Oltre al tennis, nel curriculum spicca il debole per il padel. È appassionato di calcio e tifosissimo del Napoli. Se non fosse diventato tennista, probabilmente avrebbe intrapreso il percorso per diventare fisioterapista. A tavola, solo il sushi tiene testa alla pasta al forno di mamma. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Houthi lanciano due missili antinave, Usa rispondono con sei raid

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(Adnkronos) – Nuovi raid americani sullo Yemen in risposta ad attacchi degli Houthi. In un comunicato pubblicato su X, il Comando centrale degli Stati Uniti fa sapere che ieri mattina i militanti filoiraniani hanno lanciato due missili antinave contro un mercantile che navigava nel Mar Rosso, 'Pinocchio', di proprietà di Singapore, ma battente bandiera della Liberia. I missili hanno mancato la nave e non sono stati segnalati danni né feriti. In risposta, riferisce il Centcom, gli Stati Uniti hanno condotto "sei raid per autodifesa, distruggendo un drone marino e 18 missili antinave degli Houthi nelle aree sotto il loro controllo dello Yemen".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Impresa di Nardi a Indian Wells, battuto il numero 1 Djokovic

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(Adnkronos) – Impresa di Luca Nardi al torneo Atp Masters 1000 di Indian Wells (cemento, montepremi 9.495.555 dollari) in California. Il ventenne marchigiano, numero 123 del mondo e in tabellone come lucky loser dopo aver perso nell'ultimo turno delle qualificazioni, batte il 36enne serbo Novak Djokovic, numero 1 del mondo e prima testa di serie, con il punteggio di 6-4, 3-6, 6-4 dopo due ore e venti minuti, qualificandosi agli ottavi di finale.  Nardi affronterà mercoledì il 26enne statunitense Tommy Paul, numero 17 del mondo e del seeding. Djokovic torna a perdere una partita contro un tennista non classificato tra i primi cento del mondo dopo 16 anni, dalla sconfitta contro il sudafricano Kevin Anderson al torneo di Miami del 2008. Con questo prestigioso successo Nardi entrerà la prossima settimana tra i primi cento del mondo, comunque vada contro Paul.  "Penso sia un miracolo. Io sono un ragazzo di vent'anni numero 100 e passa al mondo che batte Novak Djokovic. E' folle". Queste le parole di Luca Nardi a caldo dopo la vittoria. "Penso che prima di stasera nessuno mi conoscesse. Spero che il pubblico si sia divertito. Sono davvero felice", aggiunge il ventenne marchigiano che per l'impresa di è ispirato a Jannik Sinner. "Ho visto tutte le sue partite all'Australian Open. Le sue imprese mi stimolano a fare sempre meglio. Non mi aspettavo di vincere oggi ma do sempre il massimo in ogni allenamento e oggi è successo. Sono davvero felice".  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Zelensky: “Avanzata Russia si è fermata”. Ma Mosca ha il triplo di munizioni

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(Adnkronos) – La situazione in Ucraina? "E' migliorata negli ultimi tre mesi" e la Russia "non avanza più". Parola di Volodymyr Zelensky che rassicura sulle sorti del Paese confidando nella strenua resistenza di Kiev alle forze di Mosca. Le parole del leader ucraino arrivano solo pochi giorni dopo l'ennesimo appello agli alleati con richiesta di armi per una "fornitura illimitata e di ogni tipo" di munizioni che, secondo il ministro degli esteri Kuleba, andrebbero inviate subito perché ormai "la strategia di far arrivare gli aiuti all'Ucraina goccia a goccia non funziona più". Una richiesta che, nonostante l'ottimismo di Zelensky, tradisce una forte preoccupazione e forse per un motivo ben preciso. Secondo fonti Nato, infatti, il destino di Kiev e il risultato della guerra dipenderebbe proprio dalle armi in dotazione alle due parti. Se così fosse, la Russia potrebbe presto avere la meglio: Mosca – sempre secondo l'intelligence Nato – a breve arriverà a produrre il triplo di munizioni che Usa e Paesi europei inviano al'Ucraina. "Posso darvi le ultime informazioni: la situazione è molto migliorata negli ultimi tre mesi". Questo quanto dichiarato da Zelensky in un'intervista alla tv francese Bfmtv e a Le Monde, affermando che l'avanzata russa che "è continuata nell'est del Paese oggi i nostri comandi, i nostri militari l'hanno fermata". "I russi non avanzano più, hanno perso una gran parte delle loro forze". "Fino a quanto l'Ucraina resiste, l'esercito francese può restare in Francia", le parole a commento sulle parole di Emmanuel Macron riguardo alla possibilità di un impegno delle forze occidentali in Ucraina. Il presidente ucraino si è mostrato comunque molto riconoscente per l'impegno diplomatico presidente francese che "ha compreso" il pericolo rappresentato da Vladimir Putin. "La difesa dell'Ucraina è la difesa dell'Europa e della Francia", ha concluso. La Russia intanto arriverà a breve a produrre tre volte tante munizioni di quelle che Stati Uniti e Paesi europei riescono a mettere a disposizione di Kiev. Al momento il comparto militar-industriale di Mosca, che opera 24 ore su 24, sette giorni a settimana, con turni di lavoro di 12 ore, sforna 250mila munizioni di artiglieria al mese, tre milioni l'anno, secondo una stima dell'intelligence della Nato diffusa da Cnn per cui l'economia di guerra in atto in Russia funziona ed è destinata a farlo nel breve periodo, vale a dire 18 mesi.  Lo sforzo di produzione arriverà a un picco il prossimo anno. Mentre la capacità di produzione di Stati Uniti ed Europa è di 1,2 milioni di munizioni l'anno da inviare a Kiev. I militari russi dispiegati al fronte sparano 10mila proiettili di artiglieria al giorno, gli ucraini duemila. Gli Stati Uniti hanno fissato l'obiettivo di 100mila munizioni al mese entro la fine del 2025 ma tale obiettivo è difficile da raggiungere con il pacchetto di aiuti per l'Ucraina in stallo al Congresso.  
'Armageddon in Ucraina', quando Putin pensò davvero alle armi nucleari
 "Stiamo osservando una produzione di guerra. Il risultato della guerra in Ucraina dipende dalle armi in dotazione alle due parti", spiega una fonte Nato. E le dotazioni decisive sono proprio le munizioni di artiglieria.  In Russia sono ora 3,5 milioni le persone impiegate nel settore della difesa, contro i 2-2,5 milioni prima dell'inizio della guerra. Mosca inoltre importa munizioni, dall'Iran, che lo scorso anno ha inviato almeno 300mila proiettili, e dalla Corea del Nord che ha inviato 6.700 container di munizioni. L'unica possibilità per colmare il divario sembra essere quella del Defense Production Act, che il Presidente Biden potrebbe invocare e che offre alla Casa Bianca i poteri per ordinare alle aziende di produrre equipaggiamenti in tempi veloci in sostegno della difesa nazionale.  
Una 'nuova' arma russa per devastare il fronte ucraino: la strategia di Mosca
 Una azienda tedesca aprirà una fabbrica di munizioni in Ucraina, che produrrà centinaia di migliaia di proiettili di calibro 155 mm l'anno. Un altro impianto è stato aperto, sempre dalla stessa compagnia, in Germania, per produrre 200mila munizioni l'anno. Prima del blocco al Congresso, gli Stati Uniti avevano aumentato la produzione nelle fabbriche in Pennsylvania, Iowa e Texas.  La Russia produce inoltre 115-130 missili a lungo raggio e 300-350 droni di modello iraniano al mese. E ha un arsenale con ancora 700 missili. Le forze di Mosca hanno quadruplicato il numero di droni inviati in Ucraina dallo scorso inverno. Il tallone d'achille delle forze russe sono i carri armati. Ne vengono prodotti 125 al mese. Anche se l'86 per cento dei carri prodotti nel 2023 sono riadattati. La maggior parte dei circa 5mila carri ancora nei magazzini non sembra poter essere usata altro che per fornire pezzi di ricambio.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Così soffriamo il freddo, ecco perché succede: studio svela proteina ‘sensore’

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(Adnkronos) – Si chiama GluK2 ed è un 'sensore del freddo', una proteina che permette ai mammiferi di avvertire temperature inferiori ai 60 gradi Fahrenheit (15° C). L'hanno scoperta nei topi scienziati statunitensi dell'università del Michigan, che con uno studio pubblicato su 'Nature Neuroscience' colmano una lacuna di vecchia data nella biologia sensoriale. Il lavoro, sostenuto dagli Nih americani, "apre nuove strade per capire meglio reazioni di dolore al freddo" come quelle sperimentate ad esempio dai malati di cancro in chemioterapia, e indica "un possibile bersaglio terapeutico per trattare il dolore nei pazienti in cui la sensazione di freddo è sovrastimolata", spiega Shawn Xu, autore senior della ricerca insieme al collega Bo Duan. In uno studio del 2019, Xu e colleghi avevano identificato la prima proteina sensore del freddo nel Caenorhabditis elegans, un verme molto utilizzato come modello per studi di laboratorio. Siccome nel corso dell'evoluzione il gene che la codifica si è conservato in molte specie, inclusi topi ed esseri umani, da quella ricerca gli scienziati sono partiti per svelare l''antenna' del freddo nei mammiferi. Hanno condotto esperimenti su topi privi del gene GluK2 e quindi della proteina corrispondente, osservando che non mostravano alcuna risposta al freddo più intenso.  GluK2 è localizzata principalmente a livello cerebrale, dove riceve segnali chimici che aiutano il dialogo fra i neuroni. Ma si trova anche nel sistema nervoso periferico, cioè fuori dal cervello e dal midollo spinale, e "ora sappiamo che a livello periferico questa proteina svolge una funzione completamente diversa – precisa Duan – elaborando i segnali di temperatura" e mediando così la percezione del freddo. Considerando che il gene GluK2 ha 'parenti' lungo l'albero evolutivo, risalendo fino ai batteri unicellulari che non sono dotati di cervello, l'ipotesi è che la funzione originaria della proteina fosse proprio quella di captare il freddo. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Netanyahu rivendica successi su Hamas. Difesa lancia l’allarme: “Sarà Ramadan del terrore”

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(Adnkronos) – Nel pieno degli attriti con gli Usa, Benjamin Netanyahu e il suo governo tornano a parlare di vittoria più vicina rivendicando con fermezza i successi su Hamas. Nella serata di ieri, il primo ministro ha alluso infatti – ma senza confermare – alla morte di Marwan Issa, numero 3 della gerarchia dell'organizzazione a Gaza e in un video pubblicato sui social ha parlato di Israele "sulla strada della vittoria completa, abbiamo già ucciso il numero 4 di Hamas, ora tocca al numero tre, al numero due e al numero uno". "Ci sono stati successi, anche negli ultimi giorni, e ci saranno altri successi", gli ha fatto eco il ministro della Difesa Yoav Gallant. Netanyahu conferma quindi per la prima volta la responsabilità di Israele nell'uccisione di Saleh al-Arouri, il vice presidente del Politburo di Hamas, considerato il numero 4 del gruppo terroristico, morto a gennaio in un raid a Beirut. Ma non conferma l'uccisione di Issa, numero 3 nella gerarchia e vice del capo dell'ala militare di Hamas, Mohammed Deif (il numero 2), che Israele ritiene coinvolto nella preparazione dell'attacco del 7 ottobre, insieme al super ricercato numero uno Yahia Sinwar. Issa sarebbe rimasto ucciso in un raid sabato contro i tunnel che si trovano sotto il campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia.  Nato nel 1965 nel campo profughi di Bureij, dove si era rifugiata la famiglia originaria della zona di Ashkelon, membro della Fratellanza musulmana prima della nascita di Hamas, di cui ha scalato la gerarchia, fino a diventare il vice comandante delle Brigate Ezzedin al Qassam. Detenuto in un carcere israeliano per 5 anni durante la prima Intifada (1987-1993), sarebbe sopravvissuto a più tentativi di assassinio. Secondo quanto ricostruito dal "Counter extremism project" (Cep), una prima volta nel 2006 e poi nel 2012, in un raid nel quale rimase ucciso Ahmed Jaabari, l'allora leader delle Brigate. Issa avrebbe anche partecipato all'operazione che il 25 giugno del 2006 portò alla cattura del caporale Gilad Sahlit, rilasciato cinque anni dopo in cambio di 1.027 detenuti palestinesi. Nel febbraio del 2020, emerse che Israele voleva assassinare Issa – nel frattempo inserito dagli Stati Uniti nella lista degli 'Special designated global terrorists' e Sinwar, ma, appreso del piano, l'intellingence egiziana si recò a Tel Aviv per convincere gli israeliani a non portarlo a termine. Dopo l'attacco del 7 ottobre, Issa, Deif e Sinwar sono stati dichiarati da Israele i ricercati numero uno e l'8 dicembre l'Ue ha aggiunto i primi due alla lista dei terroristi. Arrivano intanto nuove accuse all'Iran da parte del ministro israeliano della Difesa. Secondo Gallant infatti, la Repubblica Islamica farebbe arrivare armi in Cisgiordania. "Dobbiamo prepararci a un aumento del terrore durante il Ramadan", ha detto il ministro in dichiarazioni riportate dal Times of Israel. "L'Iran – ha accusato – è al lavoro per aumentare la gravità degli attacchi e sta introducendo molte armi". Gallant ha parlato di armi di "alta qualità". "Ci sono stati successi, anche negli ultimi giorni, e ci saranno altri successi", ha detto Gallant in un incontro con lo Stato Maggiore delle Idf secondo dichiarazioni riportate dal Jerusalem Post. Gallant ha parlato di un'"azione" nella "giusta direzione" mentre proseguono le operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza, scattate dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele. "Dobbiamo tener conto del fatto che potrebbero esserci ulteriori sfide davanti a noi, la prima nel nord", ha aggiunto, con un chiaro riferimento al confine tra il nord di Israele e il sud del Libano. "La lotta tra i nostri governi non è necessaria, è destinata alla politica interna". E' quanto ha detto intanto, parlando di Stati Uniti e Israele, Yair Lapid, il leader dell'opposizione israeliana, intervendo con un video ad un Forum dell'American Israel Public Affair Committee, la conferenza dell'Aipac che celebra l'alleanza di ferro tra Israele e Usa, accusando in modo non tanto velato il governo di estrema destra di Netanyahu di scontrarsi con Washington per motivi di politica interna.  "Qui abbiamo persone, al più alto livello – ha aggiunto riferendosi quindi al governo israeliano – che pensano erroneamente che questo li aiuterà con la loro base politica. Questo è stupido e siete autorizzati a dirlo ad alta voce. Questo non è quello che pensano gli israeliani". Lapid ha inoltre esortato gli amici americani "non a difendere il governo, ma a difendere Israele".  Le parole di Lapid sembrano riecheggiare, riporta il Times of Israel, quelle pronunciate nei giorni scorsi da Joe Biden che ha detto che le politiche di Netanyahu su Gaza danneggiano invece di aiutare Israele.  "E' difficile difendere una politica quando non sei sicuro di capirla, quando non sei sicuro che ve ne sia una", ha detto ancora criticando il governo israeliano ma evitando però di entrare nelle questioni che maggiormente dividono Biden e Netanyahu, la minacciata offensiva a Gaza e la soluzione dei due stati. Lapid si è limitato a lodare gli Usa per il fatto "di spingere il dibattito sui day after" a Gaza. "E' essenziale", ha detto senza elaborare.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Elezioni in Abruzzo? Sconfitta non cambia la linea Schlein: “Avanti uniti”

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(Adnkronos) – La sconfitta in Abruzzo non cambia la linea di Elly Schlein. Una linea che "è sempre la stessa dall'inizio, dalle primarie", dicono i suoi. Ovvero quel 'testardamente unitari' che però, nonostante l'ampia coalizione, non è servito ad espugnare la regione che ha nitidamente confermato il meloniano Marco Marsilio presidente. Ma per Schlein non è l'anno zero del campo progressista. Anzi, la segretaria rilancia. Si sofferma sullo "scarto" ridotto tra le due coalizioni per dire quella è la direzione. "Unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto" lo scarto che c'era all'inizio della campagna elettorale. "Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un'alternativa solida".  
Sulla Basilicata è quello che si sta cercando di fare anche in queste ore nella speranza che possa chiudersi la partita su una candidatura unitaria. Dalle parti dell'area riformista dem arriva un alert alla segretaria a far contare di più, nella partita delle candidature, il peso del Pd. Dopo il podio di primo partito in Sardegna, l'Abruzzo vede i dem in crescita con il 20% e passa (11 punti in più rispetto alle regionali del 2019) e i 5 Stelle in caduta in libera. Dall'analisi del voto oggi in Senato con Francesco Boccia si evidenzia un "buco nero" a L'Aquila. "Nessuna spocchia ma Conte riconosca la nostra centralità", dicono dalla minoranza dem.  
Schlein però si muove in maniera più 'laica' privilegiando la coalizione e la competitività della proposta messa in campo. La soluzione migliore per vincere, insomma. Sempre che la coalizione tenga. A differenza di quanto accaduto in Abruzzo con il crollo dei 5 Stelle. E c'è chi osserva tra i dem che per Conte è arrivato il momento di scegliere: vuole stare in una coalizione per vincere o coltivare il proprio orticello? Nell'attesa la minoranza chiede a Schlein di accelerare sulle liste per le europee. Nell'ottica di pensare intanto a rafforzare il Pd nel voto proporzionale. "Dobbiamo mettere in campo la squadra. La forza dei nostri amministratori in lista può portarci un paio di punti percentuali".  Per Matteo Ricci, sindaco Pd di Pesaro, sulle liste "è utile fare il prima possibile". A differenza di molti altri dirigenti dem, Ricci è perché Schlein si candidi: "Il Pd deve competere con Fdi per il ruolo di primo partito. In quest'ottica, la polarizzazione fra la nostra segretaria e la premier Giorgia Meloni, e dunque la sua candidatura, credo sia un elemento che possa aiutarci a competere al meglio", osserva mentre resta confermata, da parte dem, la volontà del confronto tv con la presidente del Consiglio.  Quanto alla costruzione dell'alternativa con le altre forze di opposizione, 5 Stelle in primis, non arrivano voci in controtendenza nel Pd nonostante la prova non brillante degli alleati. "E quale altra strada ci sarebbe? Togli un pezzo ed è pure peggio", dice un big vicino a Schlein in Transatlantico. Ma è una valutazione trasversale nel Pd. Mentre continua il lavoro sulle proposte comuni in Parlamento. Ieri c'è stata un riunione dei tecnici di tutte le forze di opposizione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sul salario minimo. Poi ci sarà Raffaele Fitto sul Pnrr in aula, le comunicazioni della premier Meloni in vista del consiglio Ue: tutti momenti in cui le opposizioni cercheranno di fare fronte comune.  
Da Romano Prodi arriva la spinta ad andare avanti nella costruzione dell'alternativa: "Per coltivare un campo largo ci vogliono tanti contadini. Debbo dire che i contadini sono aumentati, parecchio, ma non sono ancora abbastanza, quindi, il campo largo va coltivato ancora ed è importantissimo che cresca come sta crescendo". "E' una buona seminagione, poteva andare meglio, ma penso che l'Abruzzo è l'Abruzzo… Se poi vogliamo guardare dentro al campo largo, le cose nel Pd sono andate molto bene, ma non basta", sottolinea Prodi e Schlein riprenda la metafora 'agricola' del Professore. "Continueremo a seminare, sappiamo che sarà un lavoro di costruzione paziente", rimarca la segretaria dem. "A volte si vince e a volte si perde, ma noi non perdiamo né la speranza né la determinazione e rilanceremo la sfida in vista delle prossime tornate e delle elezioni europee".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, il Papa e la ‘bandiera bianca’: la risposta della Nato, la reazione di Kiev

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(Adnkronos) – Arrendersi alla Russia non porterebbe la pace in Ucraina. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, accogliendo a Bruxelles il primo ministro svedese Ulf Kristersson, ha risposto a papa Francesco, pur senza mai nominarlo, dopo che il pontefice, secondo le anticipazioni di un’intervista rilasciata alla Radio Televisione Svizzera, ha parlato, riferendosi a Kiev, del “coraggio” di chi alza “bandiera bianca” e negozia, per evitare conseguenze peggiori, in futuro, per il proprio popolo.  "Il sostegno della Nato all'Ucraina – ha scandito Stoltenberg – salva vite e deve continuare. Il presidente Vladimir Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe mettervi fine oggi, ma l'Ucraina non ha questa opzione. Arrendersi non è pace. Dobbiamo continuare a rafforzare Kiev, per dimostrare a Putin che non otterrà quello che vuole sul campo di battaglia. Deve sedersi e negoziare una soluzione per cui l'Ucraina venga riconosciuta e prevalga come nazione sovrana e indipendente".  
Le parole di papa Francesco, fin dall’inizio una delle pochissime voci autorevoli ‘fuori dal coro’ per quanto riguarda la guerra in Ucraina, sono state accolte freddamente anche dalla Commissione Europea, schierata da febbraio 2022 sulla linea del presidente Volodymyr Zelensky. La possibilità di arrivare alla pace in Ucraina, ha detto il portavoce per gli Affari Esteri Peter Stano, "si trova nelle mani di un uomo solo, che risponde al nome di Vladimir Putin, che ha iniziato questa guerra e che la porta avanti ogni giorno. Noi siamo sicuramente a favore della pace, di una pace giusta, di una pace che sia formulata alle condizioni della vittima di questa guerra, che è l'Ucraina”. Anche la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock (Verdi), da Berlino ha criticato le parole del Pontefice: “Davvero non lo capisco”, ha affermato via social. Stoltenberg ha accolto ieri al quartier generale della Nato il primo ministro svedese Ulf Kristersson, dopo che la Svezia è diventata formalmente il 32esimo paese membro dell’Alleanza atlantica, venuto meno il veto prima della Turchia e poi dell’Ungheria di Viktor Orban, l’ultima a ratificare. L’ingresso del Paese scandinavo si aggiunge a quello della Finlandia, entrambi determinati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha cambiato in profondità l’assetto della sicurezza europea. Stoccolma, ha sottolineato il segretario generale, porta nell’Alleanza “capacità all’avanguardia, forze armate e un’industria della difesa di prima classe e spende più del 2% del Pil per la difesa”, un obiettivo che non tutti i Paesi dell’Alleanza hanno raggiunto.  “Dopo oltre duecento anni di neutralità, vi unite all’alleanza militare più forte e più di successo della storia”, ha rimarcato il politico norvegese. La Svezia non partecipa attivamente ad un conflitto dall’epoca delle guerre napoleoniche, anche se durante la Seconda Guerra Mondiale consentì il passaggio di truppe del Terzo Reich sul proprio territorio. Ha partecipato però a numerose missioni di peacekeeping nel mondo. Stoltenberg ha notato che, quando è divenuto segretario generale dell’Alleanza, non si sarebbe mai aspettato che Finlandia e Svezia sarebbero entrate nella Nato sotto il suo mandato (ripetutamente rinnovato).  Kristersson ha comunque escluso che il suo Paese possa ospitare sul suo territorio testate nucleari dell’Alleanza: “Diciamo chiaramente che non vediamo alcuna necessità che la Svezia ospiti basi permanenti o armi nucleari sul proprio territorio in tempo di pace. E’ una decisione della Svezia, che viene pienamente rispettata”, ha affermato il primo ministro. Stoltenberg, dal canto suo, ha confermato che “non c’è alcun piano per espandere il numero di Paesi alleati della Nato dotati di armi nucleari”. E’ noto che la deterrenza dell’Alleanza atlantica nei confronti dell’Urss prima e della Russia poi, dando per scontata una superiorità numerica dell’esercito russo, era ed è basata principalmente sulle armi atomiche tattiche dispiegate nel territorio dell’Alleanza: in caso di attacco di terra, verrebbero usate contro il territorio russo, possibilità che esercita un forte deterrente nei confronti di eventuali attacchi.  “Naturalmente – ha spiegato il segretario generale – valutiamo costantemente la nostra postura per quanto riguarda le forze convenzionali. Ma non ci sono piani, per esempio, per avere un battaglione in Svezia, come quelli che abbiamo nei Paesi Baltici”. Ma “ovviamente – ha aggiunto Stoltenberg – con Finlandia e Svezia nell’Alleanza, la geografica cambia, perché ora abbiamo due importanti alleati anche sul versante occidentale del Mar Baltico”, che con l’ingresso di Helsinki e Stoccolma è diventato, per la maggior parte, un ‘lago Nato’. “Ci stiamo esercitando e preparando per proteggere Finlandia e Svezia, ma anche per proteggere ed aiutare in modo più efficiente tutte le regioni baltiche. Ma non c’è alcun piano per avere basi permanenti” in territorio svedese. Intanto il nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, è stato convocato ieri al ministero degli Esteri di Kiev dopo le parole di Papa Francesco. E' quanto si legge in una nota pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri di Kiev. L'Ucraina, è stato riferito al nunzio secondo la nota, è "delusa dalle parole del Pontefice riguardo la 'bandiera bianca' e la necessità di 'mostrare coraggio e negoziare'". Secondo il ministero degli Esteri di Kiev, come riporta anche Interfax-Ukraine, "invece di appelli che legittimano il diritto del forte e lo incoraggiano a non rispettare ulteriormente le norme del diritto internazionale, il Pontefice dovrebbe dare un segnale alla comunità internazionale sulla necessità di un'immediata unione delle forze per garantire la vittoria del bene sul male, così come rivolgere appelli all'aggressore e non alla vittima". Il ministero degli Esteri di Kiev sottolinea come l'Ucraina, "come nessun altro, si batta per la pace" e cita la Carta delle Nazioni Unite e la Formula di pace proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lazio-Udinese 1-2, gol di Lucca e Zarraga: colpo dei friulani

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(Adnkronos) – L'Udinese vince per 2-1 sul campo della Lazio oggi nel match valido come posticipo della 28esima giornata della Serie A 2023-2024. Il successo consente ai friulani di salire a 27 punti e di lasciare la zona retrocessione della classifica. La Lazio, ferma a 40, perde ulteriore terreno rispetto alle posizioni europee della graduatoria.  La formazione allenata da Sarri colleziona occasioni in avvio, sfiorando il gol a ripetizione. Al 4', Zaccagni centra il palo con un destro a giro dal limite. Al 10', Luis Alberto prova il rasoterra: palla larga di pochissimo. La pressione dei biancocelesti è costante, al 28' ancora Zaccagni al tiro: assist di Felipe Anderson, conclusione imprecisa da ottima posizione. L'Udinese, dopo oltre mezz'ora in trincea, mette la testa fuori dal guscio al 37'. Provedel deve impegnarsi per murare il tentativo di Kamara. La sfida si infiamma all'inizio della ripresa. L'Udinese passa al 47' . Kamara tira, Lucca interviene sulla traiettoria e devia battendo Provedel: 0-1. Nel giro di 2 minuti la Lazio pareggia: Zaccagni scappa e crossa, Giannetti interviene in maniera scoordinata e spedisce il pallone alle spalle di Okoli, autorete e 1-1. Altri due giri di orologio e l'Udinese rimette la testa avanti. Thauvin dosa l'assist, Zarraga trova il piatto vincente: palla all'angolino, 1-2. La Lazio avrebbe tutto il tempo per raddrizzare il match ma fatica a creare occasioni nitide. Okoli deve esibirsi solo in un paio di interventi ordinari, la vittoria è in cassaforte. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Vacchi: “Io influencer evasore? Pagato più di 400 milioni in ultimi 10 anni”

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(Adnkronos) – "L’unica cosa che mi preme chiarire è che l’altro giorno quando ho visto sui giornali 'Vacchi evasore' mi è venuto da sorridere, credo che senza il mio nome la notizia avrebbe avuto un risalto diverso. Questo credo sia un po’ una strumentalizzazione ma va bene, quando sei una persona pubblica devi capire che ci sono i pro e i contro nell’esserlo. Fino e nella misura in cui viene rispettata la verità". Commenta così, per la prima volta in tv, l'imprenditore Gianluca Vacchi, collegato oggi in diretta a Pomeriggio Cinque, il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5, che lo ha intervistato dopo le uscite stampa che lo vedono protagonista di una presunta attività di evasione fiscale legata alla sua attività di influencer.  E spiega ancora: "Allora, che io venga definito un evasore è singolare perché se si considerano le imposte che direttamente o indirettamente io ho pagato negli ultimi 10 anni sono più di 400 milioni di euro".  Il 9 marzo scorso la Guardia di Finanza ha annunciato di aver recuperato 11 milioni di euro prodotti da evasione fiscale per attività di influencer marketing attraverso i social network e, soprattutto, tramite l'inserimento di contenuti su popolari siti d'intrattenimento per adulti. Tra i nomi degli influencer coinvolti ci sono anche l'imprenditore Gianluca Vacchi e il content creator Luis Sal. A mettere a segno l'operazione è stato il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna. Le operazioni, fanno sapere le Fiamme gialle, sono avvenute attraverso l'approfondimento di due differenti contesti operativi. Il primo ha riguardato 4 influencer, seguiti da 50 milioni di follower in totale. Il secondo contesto ha invece riguardato 5 digital creator (tutti sconosciuti al fisco) molto attivi nella pubblicazione di prestazioni a pagamento sul web. In linea di massima, spiegano le Fiamme gialle, gli influencer si sono dimostrati ampiamente collaborativi, aderendo prontamente ai rilievi mossi e versando all'Erario gli importi dovuti; solo in qualche caso, si sono riservati di effettuare approfondimenti ulteriori prima di proseguire la procedura avanti agli uffici finanziari. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Trump, la frase shock: “Hitler ha fatto anche cose buone”

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(Adnkronos) – La sua passione per gli uomini forti di oggi è nota: Viktor Orban, appena incontrato a Mar-a-Lago, è "fantastico", Xi Jinping "brillante", Kim Jong Un "un tipo a posto". Ma le parole più allarmanti Donald Trump le avrebbe pronunciate su Adolf Hitler, "ha fatto alcune cose buone", secondo quanto rivela il giornalista della Cnn Jim Sciutto, sulla base delle dichiarazione raccolte da ex consiglieri del tycoon intervistati per il suo libro 'The Return of Great Powers'.  "Pensava che Putin fosse un tipo a posto e anche Kim, che noi avessimo messo la Nordcorea in un angolo", ha dichiarato il generale a riposo John Kelly, che è stato capo dello staff del presidente Trump, scrive in un articolo pubblicato sul sito della Cnn Sciuto. "Per lui eravamo noi a provocare questi tipi, 'se non avessimo la Nato, allora Putin non farebbe queste cose'", ha aggiunto Kelly ricordando le parole di Trump, che lui e altri consiglieri descrivono come un uomo che costantemente loda gli autocrati, anche quelli che si oppongono agli interessi Usa.  Le dichiarazioni più inquietanti sono quelle che Trump avrebbe fatto sul dittatore nazista, sempre secondo quello che ha raccontato Kelly: "Mi disse 'Beh, ma Hitler ha fatto delle buone cose' e io gli ho detto 'si quali?' e lui ha risposto 'ha ricostruito l'economia', ma cosa ha fatto con l'economia ricostruita, la rivolta contro il suo stesso popolo e il mondo".  L'ex generale ricorda anche di aver detto a Trump: "Signore, non può mai dire nulla di buono su di lui". "E' difficile credere che non tenesse in conto l'Olocausto, difficile capire che non tenesse in conto i 400mila soldati americani che hanno perso la vita – continua Kelly ricordando quanto rimase sconvolto dalle parole di Trump -, ma credo che anche il quel caso di trattasse dell'ammirazione per l'uomo forte". Kelly ricorda, infatti, come Trump abbia espresso ammirazione per il modo cui Hitler imponeva la "lealtà" ai suoi più alti ufficiali, lamentandosi che lui non poteva contare su questa.  Non è la prima volta che emergono rivelazioni riguardo all'ammirazione di Trump per Hitler e nel 2021 un portavoce dell'ex presidente le ha smentite. Ora il portavoce della campagna di Trump Steven Cheung non è entrato nel merito delle rivelazioni limitandosi ad attaccare Kelly e John Bolton. "La mia teoria sul perché ami i dittatori così tanto è il fatto che è quello che lui è – conclude Kelly – ogni presidente che si insedia è scioccato nel vedere quanto poco potere ha senza il Congresso, che è una cosa buona: è la separazione dei poteri".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Roma, tampona l’auto dell’ex e vuole soldi dei danni: fermato

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(Adnkronos) – Ha incrociato in auto la ex insieme al nuovo fidanzato, è iniziata una lite e ha tamponato con la sua vettura quella sulla quale viaggiava la coppia. E' accaduto nella zona di Primavalle, a Roma, e la discussione è proseguita quando, dopo l'urto, l'uomo, 36enne, è sceso dalla macchina e ha dato un pugno al nuovo fidanzato della ragazza. Poi, sotto minaccia, ha preteso di essere risarcito del danno alla vettura, che aveva lui stesso provocato, per 1.500 euro.  A quel punto il nuovo fidanzato della giovane, sotto la minaccia di non parlare dell'accaduto, è andato addirittura a prelevare i soldi al bancomat per dare la somma al 36enne. Nel frattempo però la ragazza aveva chiamato il 112 e quindi le indagini della polizia sul caso sono partite. Sono state svolte anche delle perquisizioni e alla fine l'uomo si è presentato al commissariato e si è costituito. E' stato fermato per estorsione, l'arresto convalidato ed è stata disposta la custodia in carcere. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Malore improvviso per Loredana Bertè, cantante ricoverata

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(Adnkronos) –
Malore improvviso per Loredana Bertè, che è stata costretta a rinviare la data del suo spettacolo teatrale previsto per stasera al Teatro Brancaccio di Roma ed è stata costretta al ricovero. "Siamo veramente costernati ma a causa di un improvviso dolore addominale che ha richiesto accertamenti in una struttura, stasera Loredana Bertè non potrà andare in scena. Vi daremo notizie a breve", si legge sul profilo Instagram dell'artista. "Era già a Roma da ieri e non vedeva l’ora di andare sul palco in questa città che ha un pubblico meraviglioso. Abbiamo già riprogrammato la data sempre al Teatro Brancaccio il 15 maggio 2024", si legge nel post. I biglietti acquistati saranno validi per la nuova data. Chi sarà impossibilitato potrà richiedere il rimborso del biglietto entro e non oltre il 22 marzo 2024 presso la prevendita dove è stato acquistato. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Oscar, Gabriele Salvatores: “Dispiacere per Garrone ma ha perso ai rigori dopo grande partita”

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(Adnkronos) – Sulla mancata statuetta di Matteo Garrone agli Oscar "mi sento di dire a Matteo Garrone che ha vinto già arrivando lì. E' come arrivare ai calci di rigore dopo una bellissima partita, il film è bellissimo". A dirlo all'Adnkronos, in un'intervista all'indomani della cerimonia di premiazione degli Oscar, è il regista premio Oscar Gabriele Salvatores, che commenta i risultati partendo proprio dalla delusione per il collega rimasto a bocca asciutta. "Il discorso è che lì è un po' una lotteria – spiega Salvatores, che vinse il premio come Miglior film straniero (allora si chiamava così) nel 1992 con 'Mediterraneo'-. Io mi ricordo che l'anno di 'Mediterraneo' c'era 'Lanterne Rosse' che meritava, era un bellissimo film e a me piaceva molto, eppure vincemmo noi". Una modestia che hanno solo i grandi quella del regista, che su Garrone sottolinea: "Matteo è uno dei più grandi registi he abbiamo, mi piace moltissimo. Mi dispiace dunque, ma so che è una persona molto intelligente e non se la prenderà. Sa cosa è importante".  E sul film che ha vinto la statuetta come miglior film internazionale, 'La zona di interesse', osserva: "A me personalmente il film è piaciuto molto. Non si può dunque dire che non lo meritasse, era un bel film". Secondo Salvatores, Garrone ha scontato probabilmente un po' la tematica trattata, agli occhi degli americani non così pregnante come in Italia: "Non so perché gli americani abbiano preferito 'La zona di interesse', sicuramente vale il tema universale che c'è dentro il film (il dramma dell'Olocausto, ndr), forse il film di Garrone paga un po' il fatto che negli Usa il discorso immigrazione è sentito meno che da noi. Detto questo, il film di Matteo meritava allo stesso modo. La mancata statuetta non un'ingiustizia dunque, ma dispiace".  Sul film che ha vinto invece l'Oscar e ha ricevuto ben 13 nomination, 'Oppenheimer', il maestro del cinema italiano osserva: "'Oppenheimer' è un grandissimo film, io amo molto Christopher Nolan e trovo tutto molto meritato. Mi dispiace per Scorsese, del quale ho amato molto 'Killers of the flowers moon', ma capisco il perché abbia vinto un film come 'Oppenheimer'". Salvatores, nel frattempo, lavora alacremente ad un suo film in prossima uscita: "Ho appena finito di montare 'Napoli-New York', ora è agli effetti speciali -rivela all'Adnkronos- E' una sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli, gli effetti speciali saranno ultimati verso luglio. Sono abbastanza complicati, abbiamo dovuto ricostruire interamente la New York degli anni Quaranta. E' un film di cui sono molto contento, ora capiremo quando farlo uscire, senz'altro sarà per la prossima stagione". (di Ilaria Floris) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Taranto, auto contro un palo: muore a 19 anni

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(Adnkronos) – Non ce l'ha fatta la 19enne finita vittima con altre tre amiche di un incidente in via Mediterraneo l'8 marzo. La giovane si è spenta all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Da subito la situazione era apparsa grave ai sanitari: la ragazza era in coma con una grave compromissione dei parametri emodinamici e metabolici.  "Nonostante i supporti vitali, portati a livello massimale – ha detto il direttore generale Gregorio Colacicco -, stamattina una insufficienza multiorgano con arresto cardiocircolatorio irreversibile ha reso inutile ogni intervento dei sanitari". "A nome mio e dell’intera Asl Taranto, esprimo grande cordoglio per la morte di questa giovane" ha proseguito. "Una vita piena di sogni e speranze ancora da realizzare è stata spezzata a causa di un terribile incidente stradale, una giovane è stata strappata all’affetto della sua famiglia e dei suoi amici e a loro esprimiamo la nostra vicinanza in questo momento di grande dolore". C'erano quattro giovani nella vettura, una Fiat Cinquecento, finita contro un palo. Tutte e quattro sono state soccorse dal 118 e trasportate al Santissima Annunziata: oltre alla ragazza morta la cui situazione era apparsa subito molto critica, due sono ancora ricoverate in ospedale in condizioni stabili, mentre la quarta è stata dimessa.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Terremoto oggi Napoli, scossa magnitudo 3 zona Vesuvio

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(Adnkronos) – Terremoto a Napoli oggi. Una scossa di magnitudo 3 è stata registrata nella zona del Vesuvio alle 19.08 dell'11 marzo, come evidenzia l'Ingv sul proprio sito. L'epicentro è stato localizzato nelle vicinanze del Parco Nazionale del Vesuvio, come rileva l'Osservatorio Vesuviano. La scossa sarebbe stata avvertita in un raggio di quasi 20 km. In alcune località la popolazione si è riversata per strada. Non si registrano per ora danni a persone o cose.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)