(Adnkronos) – Quando ha conosciuto Alessandro Impagnatiello, l'uomo a processo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, "mi ha detto che era fidanzato, poi che si erano lasciati e che lui non voleva più stare con lei. Da dicembre del 2022 mi diceva che non stavano più insieme, che lei non abitava più a Senago. Mi ha invitato a casa sua, solo la prima volta c'erano tracce di Giulia, delle sue foto". Inizia così la testimonianza, protetta da un paravento, dell’ex collega di lavoro con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. "Ho capito che lei era ancora nella sua vita quando è stato in vacanza a Ibiza, tra marzo e aprile, ho visto delle foto. Lui ha detto che era incinta ma il bambino non era il suo, ma frutto di un incontro occasionale, che lui era lì per aiutarla perché lei voleva farsi del male, voleva uccidersi ed era bipolare", racconta, mettendo in fila gli ultimi mesi di vita di Giulia incinta al settimo mese del piccolo Thiago. "Dall’inizio ha detto che non era il padre, io ho chiesto di vedere il test perché non gli credevo, poi ci ho creduto per un po’ quando ho visto il test che mi ha fatto vedere", spiega. Quando lui le presta un tablet tutto per la giovane diventa chiaro: "Dalla cronologia ho visto che ha cercato ‘come creare un documento’. Non volevo agire subito, dopo avermi mentito la prima volta ho preferito aspettare per non essere ancora ingannata".
Nell’aula del tribunale di Milano risuona, per la prima volta, la voce di Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate dall’ex compagno. Gli audio sono conversazioni tra Giulia e l’altra donna dell’imputato che si confessano le bugie dell’ex barman. “Avevo deciso di dire tutto a Giulia, che doveva sapere. Qualche giorno prima del 27 maggio del 2023 (giorno dell’omicidio, ndr) avevo parlato con lui, ma lui nonostante le prove continuava a negare. Una sera, tra il 24 e il 25 maggio, gli ho detto che era finita, lui continuava a negare: diceva che non era il padre, che non stava con Giulia, che voleva stare con me. Ha continuato a negare, sempre. ‘Se non ci credi chiama Giulia’ mi ha detto per convincermi della verità, ma io avevo già deciso di chiamarla e il giorno dopo l’ho fatto”, il racconto, sempre più drammatico, dell’ex collega di lavoro. “Le ho spiegato chi fossi e la situazione, io sono stata incinta e nei suoi panni avrei voluto sapere chi avevo a fianco. Lei mi ha ringraziato e mi ha chiesto di vederci. All’inizio ha detto di non dire niente a lui, ma lui ha scoperto che ho parlato con lei ed era incazzato, si è arrabbiato con me perché il gioco era finito. Quando ha capito che Giulia stava venendo dove lavoravamo, lui è uscito prima nonostante entrambe gli avessimo chiesto di essere presenti” racconta la giovane che, nel gennaio – quando anche Giulia era incinta del figlio di Impagnatiello -, ha interrotto la gravidanza. Nell’incontro tra le due ragazze, poche ore prima del delitto, “Giulia mi ha detto che anche lei aveva dubbi da mesi. Le ho raccontato cosa fosse successo dal giorno che l’ho conosciuto, era sconvolta, turbata, ma le ho confermato dei dubbi” aggiunge la giovane che sottolinea che la 29enne più volte l’ha ringraziata. "Ti prego salvati, appena puoi salvati tu e il tuo bambino…", uno dei messaggi che nel pomeriggio del 27 maggio del 2023, si scambiano le due donne. A scriverlo è sempre l’ex collega dell’imputato, che prova a mettere in sicurezza la donna incinta al settimo mese. “Le ho scritto questo intendendo di salvarvi da una persona non onesta, che aveva due vite parallele” racconta nella sua testimonianza in aula. Una ‘complicità’ che porta a Giulia a chiederle “tutte le prove” delle bugie dell’ex barman, ma anche a lamentarsi di essere stata lasciata sola, di aver dovuto sistemare da sola i mobili nella stanza del bambino, tanto da chiedersi in chat: “che uomo e?”. In aula va in scena un racconto preciso della relazione tra lei e Impagnatiello con tanto di video (mostrati alla corte) della cena per il suo compleanno e la dichiarazione dell’imputato – “Sono ufficialmente fidanzato con te” – dando prova di un’altra bugia: per Giulia il compagno era a una grigliata tra amici. “Lei non era felice, il giorno che aveva preso i mobili per il bambino era da sola, erano stati mesi difficili per lei. Lei subiva la mancanza, l’assenza di Impagnatiello” racconta la giovane che ha anche offerto un tetto a Giulia per non farla tornare nell’appartamento di Senago dove la 29enne è stata uccisa a coltellate la sera del 27 maggio del 2023. Alessandro Impagnatiello alza per la prima volta lo sguardo in aula e lo fa quando sul proiettore vengono mostrate le immagini della festa per annunciare il sesso del bambino che la coppia aspettava. Pochi secondi che mostrano la casa di Senago. E l'imputato singhiozza dietro le sbarre. “Si lamentava del bruciore di stomaco, del mal di testa continuo, della spossatezza ma anch’io ne ho sofferto nelle mie tre gravidanze. Non abbiamo mai pensato altro, ora lo attribuisco ad altro”. Questo uno dei passaggi dell’intervento di Loredana Femiano, la mamma di Giulia Tramontano. Parole che sono importanti per l’accusa alla luce del tentativo, ripetuto più volte, dell’imputato di avvelenare la giovane. “Mi colpì quella vasca così sporca”, uno dei particolari che emerge dalla testimonianza. Secondo la ricostruzione della procura di Milano, l’imputato avrebbe tentato proprio lì di dare fuoco al cadavere della giovane, incinta del piccolo Thiago. "Ho avuto una buona impressione quando l’ho conosciuto, un po’ spavaldo ma non che trattasse male mia figlia. Una persona normalissima, assolutamente normalissima…”. Suonano quasi beffarde le parole della mamma di Giulia in aula, che continua: “Giulia non si trovava e io ero disperata, in lui – spiega – non ho visto nessuna disperazione”. È un Alessandro Impagnatiello “altalenante” quello che emerge nelle parole di mamma Loredana. È il 2 dicembre del 2022 quando la 29enne annuncia al telefono la gravidanza che crea problemi nella giovane coppia. "'Ho parlato con lui e lui il bambino non lo vuole' mi racconta Giulia. Forse io sono una mamma che cerca il lato buono delle cose e le dico ‘magari si è spaventato, non fasciarti la testa’. L’indomani mia figlia mi richiama e dice: ‘ne abbiamo parlato, tutto bene, stai tranquilla’. Questa calma apparente dura qualche giorno, lui si rimangia tutto: 'mi ha detto che non lo vuole più”. Un travaglio che porta Giulia a rivolgersi anche a un consultorio e a considerare l’idea di interrompere la gravidanza, un’ipotesi che per la mamma "non è un’idea condivisa, ma una resa" di fronte a un compagno che non si decide. "Tu cosa vuoi?, le chiedo. Tu una famiglia ce l’hai, sei autonoma, quello che decidi noi ci siamo", le parole della donna che dal banco dei testimoni cerca di non farsi travolgere dalle emozioni. “Alessandro mi chiamò e gli dissi: hai finito questa altalena? Lui rispose ‘Io ho paura, ho paura, io avevo altri progetti. Non posso pensare di avere un figlio, se torna al Sud io poi non posso crescere mio figlio. Ti chiedo perdono ma io il bambino lo voglio’” aggiunge la teste. A fine gennaio Giulia racconta alla madre che Impagnatiello le aveva confessato di aver un’altra relazione. “Ero stanca anch’io di soffrire per mia figlia, i figli ti fanno entrare nelle loro vite ma non ti fanno decidere al loro posto. Ero sconvolta quanto lei”. Poi lui ritratta ancora sull’altra relazione, “io ero sfinita da mamma, non oso immaginare lei…” dice ancora la testimone. "Noi un nipote lo desideravamo tantissimo e Giulia amava al vita", dice la mamma della vittima in una testimonianza emozionata ma precisa, con la donna che racconta della relazione nata tra la 29enne e l'ex barman fino alla sera di sabato 27 maggio scorso, giorno dell'omicidio, quando riceve un messaggio probabilmente scritto dall'imputato e che allarma il padre della giovane incinta al settimo mese. "Il giorno dopo, la domenica mattina (28 maggio, ndr) la telefonata abituale non è arrivata. Continuo a chiamarla, non dico nulla a mio marito per non allarmarlo, il telefono era fermo con un messaggio non recapitato e alle 16.30 non ce la faccio più e chiamo la madre di Alessandro", ma nessuno ha notizie di Giulia. Intorno alle 19 è lui a chiamarla: "Sono dai carabinieri, per caso sai dove è Giulia?" le parole dell'imputato. Il viaggio da Sant'Antimo (Napoli) a Milano è un viaggio di paure: "I dieci chilometri da Milano a Senago mi sembravano diecimila", poi l'incontro dove lui non appare disperato, mentre "i miei figli hanno smosso il mondo per trovarla". Le ultime domande sono a una donna che sembra aver perso tutto e "con l’inizio del processo le cose sono anche peggiorate, mi sembra di violare la sua vita ogni volta che si parla di lei e ho anche scoperto che lui ha venduto l'auto con cui ha trasportato Giulia a sua cognata: io la voglio rottamare, li mia figlia è stata messa in un sacco. Ora io e mio marito abbiamo mille difficoltà, non dormiamo, non usciamo più. Io ho perso una figlia e un nipote, ma i miei figli hanno perso la mamma perché io non lo sono più", conclude. "Le ho detto 'vieni a casa, cena con noi', ma lei ha detto ‘no devo preparare la borsa, non ti preoccupare sono tranquilla’. Ho insistito, ma non c’è stato verso". A parlare è Sabrina Paulis, mamma di Impagnatiello, che racconta le ultime parole della 29enne dopo l’incontro con ‘l’altra donna’ dell’ex barman. Una volta saputo del tradimento, “Giulia è tornata a casa a Senago con l’idea di lasciarlo, ci ha rassicurato che saremmo stati sempre i nonni” di Thiago. La decisione di tenere il bambino arriva dopo l’incertezza dell’imputato che avrebbe voluto aspettare un altro paio di anni. La sera del 27 maggio, Giulia viene uccisa. “Per me era andata a dormire alle 22, era l’ultimo accesso al telefono”. L’allarme scatta solo nel pomeriggio del giorno dopo: Giulia non risponde e l’imputato è al lavoro. “Ho detto 'devo andare a casa', ho pensato ‘non è che ha fatto una pazzia?’, un brutto gesto per il dispiacere… La chiave del box non andava: entrava ma non girava. Nel box non siamo riusciti a entrare, non ho visto segni”. Nel box giaceva il corpo della 29enne. La borsa di Giulia trovata nella casa in ordine, la caccia alle telecamere in zona, la decisione di rivolgersi ai carabinieri, la scelta di non dire dell’esistenza del box su richiesta del figlio (avrebbe avuto delle piante di marijuana, ndr), l’odore di benzina della macchina e poi quel particolare inedito che emerge tornando nella palazzina di Senago. “Ho chiesto ‘Ma sono delle goccioline di sangue quelle sulle scale?’ Alessandro mi ha risposto ‘sì è del sangue, ma magari sarà un insetto, che schifo’. Non ho mai pensato male di mio figlio”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Omicidio Tramontano, l’altra donna di Impagnatiello: “Dissi a Giulia di salvare lei e il bimbo”
Sinner pronto per Indian Wells: “Obiettivo è migliorarmi sempre”
(Adnkronos) – "Il mio obiettivo resta diventare un giocatore migliore settimana dopo settimana. Indipendentemente dai risultati, lavoriamo per questo e spero di dare il 100% sotto ogni aspetto". Queste le parole di Jannik Sinner, pronto al debutto al torneo Atp di Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione. L'azzurro debutterà contro Thanasi Kokkinakis venerdì, e arriva da imbattuto nel 2024 e con la possibilità di lasciare la California da numero 2 del mondo. "La cosa più importante rimane il lavoro: io sono ossessionato dal lavoro, se non lavoro sto male", ha detto aggiunto l'altoatesino, convinto "di avere ancora tanto da imparare e questa è la parte più divertente. Con il mio team siamo abbastanza aperti all’idea di lavorare anche durante i tornei. Abbiamo lavorato tanto dal punto di vista fisico e in campo per aggiungere ancora variazioni. Devo prepararmi ad affrontare giocatori che ora mi conoscono meglio. Sarà una bella sfida". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Merck, comprovata resilienza nell’anno di transizione 2023
(Adnkronos) – Comprovata resilienza durante l'anno di transizione 2023 per la società tedesca Merck, azienda leader nel settore scientifico e tecnologico. Un anno -spiega l'azienda, caratterizzato da condizioni di mercato difficili nei settori Life Science e materiali per semiconduttori. Il fatturato netto ha registrato un calo organico dell'1,6% a 21,0 miliardi di euro. L'Ebitda ha registrato un calo organico del 9,0% a 5,9 miliardi di euro. La forte performance delle vendite e degli utili del settore Healthcare dimostra i vantaggi del modello di business diversificato di Merck. Verrà proposto un dividendo stabile di 2,20 euro per azione. Le previsioni per l'anno fiscale 2024 stimano un ritorno alla crescita organica, con un fatturato ed Ebitda in crescita organica da lieve a moderata.
L'anno fiscale 2023 è stato caratterizzato da condizioni di mercato difficili, spiega l'azienda, con il significativo calo della domanda legata a Covid-19, come previsto, e la persistente riduzione delle scorte da parte di clienti chiave di Merck nel settore delle soluzioni di processo, oltre al rallentamento ciclico della domanda di materiali per semiconduttori. Complessivamente, le vendite nette del Gruppo sono diminuite del 5,6% (organicamente: -1,6%) a 20.993 milioni di euro. L'Ebitda è diminuito del 14,2% (organicamente: -9,0%) a 5.879 milioni di euro. "Abbiamo ottenuto risultati solidi in un anno di transizione come il 2023, nonostante le difficili condizioni di mercato, dimostrando la solidità delle nostre attività. Le nostre attività diversificate continueranno a beneficiare delle interessanti opportunità di crescita del mercato anche nel medio termine -ha sottolineato Belén Garijo, presidente del Comitato Esecutivo e Ceo di Merck-. Ora ci stiamo concentrando sul graduale ritorno alla crescita nel corso dell'anno fiscale 2024, definendo al contempo la nostra roadmap strategica per garantire a Merck una crescita redditizia e sostenibile a lungo termine". Nell'anno fiscale 2023, il fatturato netto del Gruppo è diminuito organicamente dell'1,6% rispetto all'anno precedente. Gli effetti dei cambi, dovuti principalmente all'andamento del dollaro statunitense e del renminbi cinese, hanno avuto un impatto negativo del 4,1% sulle vendite. L'ebitda è diminuito organicamente del 9,0%. I cambi hanno avuto un ulteriore impatto negativo sugli utili del 4,9%. Il margine dell'Ebitda pre è stato del 28,0%. L'utile per azione è stato di 8,49 euro. Su questa base, il Consiglio esecutivo e il Consiglio di sorveglianza proporranno all'Assemblea generale annuale del 26 aprile 2024 un dividendo di 2,20 euro per azione. Questo corrisponde al dividendo dell'anno precedente. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Microplastiche anche nelle arterie, dimostrati danni al cuore
(Adnkronos) –
Le micro e nanoplastiche sono davvero onnipresenti. Sono già state trovate in diversi organi e tessuti umani, tra cui la placenta, il latte materno, fegato e polmoni, e i tessuti cardiaci. E per la prima volta sono state identificate perfino nelle placche aterosclerotiche, depositi di grasso nelle arterie, pericolose per il cuore. Lo rivela uno studio italiano che fornisce una prova inedita della loro pericolosità. I dati raccolti mostrano infatti che le placche aterosclerotiche 'da inquinamento' sono anche più infiammate della norma, quindi più friabili ed esposte a rischio di rottura, raddoppiando il rischio di infarti, ictus e mortalità rispetto a placche aterosclerotiche che non sono infarcite di plastica. L'ampio studio, coordinato da ricercatori dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli e oggi pubblicato sul 'New England Journal of Medicine', prova come le placche aterosclerotiche contengano spesso micro e nanoplastiche a base di polietilene (Pe, rilevato nel 58,4% dei casi) o polivinilcloruro (o Pvc, individuato nel 12,5% dei casi), due dei composti plastici di maggior consumo nel mondo, utilizzati per realizzare prodotti che vanno dai contenitori ai rivestimenti, dalle pellicole plastificate a materiali per l'edilizia. L'indagine è stata condotta su 257 pazienti con oltre 65 anni sottoposti a un'endoarterectomia per stenosi carotidea asintomatica, procedura chirurgica durante cui sono state rimosse placche aterosclerotiche, poi analizzate con il microscopio elettronico così da rilevare l'eventuale presenza di micro e nanoplastiche, ovvero particelle plastiche con un diametro rispettivamente inferiore a 5 millimetri o a 1 micron (0,001 millimetri). "L'analisi ha dimostrato la presenza di particelle di Pe a livelli misurabili (circa 20 microgrammi per milligrammo di placca) nel 58,4% dei pazienti e di particelle di Pvc (in media 5 microgrammi per milligrammo di placca) nel 12,5% – sottolinea Giuseppe Paolisso, coordinatore dello studio e ordinario di Medicina interna all'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Tutti i partecipanti sono stati seguiti per circa 34 mesi e si è osservato in particolare che in coloro che avevano placche 'inquinate' dalle plastiche il rischio di infarti, ictus o di mortalità per tutte le cause era almeno raddoppiato, indipendentemente da altri fattori di rischio cardio-cerebrovascolari come età, sesso, fumo, indice di massa corporea, valori di colesterolo, pressione e glicemia o precedenti eventi cardiovascolari. I dati mostrano inoltre un incremento locale significativo di marcatori dell'infiammazione in presenza delle micro e nanoplastiche". "L'effetto pro-infiammatorio potrebbe essere uno dei motivi per cui le micro e nanoplastiche comportano una maggiore instabilità delle placche e quindi un maggior rischio che si rompano, dando luogo a trombi e provocando così infarti o ictus – spiega Raffaele Marfella, ideatore dello studio e ordinario di Medicina interna all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Dati raccolti in vitro e negli animali da esperimento hanno già mostrato che le micro e nanoplastiche possono promuovere lo stress ossidativo e l’infiammazione nelle cellule dell’endotelio che ricopre i vasi sanguigni, ma anche che possono alterare il ritmo cardiaco e contribuire allo sviluppo di fibrosi e anomalie della funzionalità del cuore: questi risultati mostrano per la prima volta nell’uomo una correlazione fra la presenza di micro e nanoplastiche e un maggior rischio cardiovascolare”. Del resto si tratta di sostanze diffusissime. Il Pe è una delle plastiche più utilizzate al mondo, tanto da costituire il 40% del volume totale della produzione mondiale di materie plastiche: è usato ampiamente per realizzare contenitori, oggetti, rivestimenti. Il Pvc è altrettanto diffuso ed è una delle materie plastiche più versatili, perché può essere modellato e stampato a caldo, ma anche sciolto per spalmare tessuti e superfici: si trova in innumerevoli prodotti, dai rivestimenti alle pellicole, dai tubi fino ai dischi in vinile. Entrambi possono dare origine a microscopiche particelle plastiche che si riversano nell’ambiente e possono poi essere assorbite. Secondo l’ultimo rapporto Future Brief della Commissione europea, in media un adulto inala o ingerisce dalle 39.000 alle 52.000 particelle plastiche l’anno, pari a 5 grammi di plastica alla settimana, l’equivalente di una carta di credito. "Il nostro studio non ha indagato l'origine delle micro e nanoplastiche, rilevate nelle placche aterosclerotiche – precisa Antonio Ceriello, dell'Irccs Multimedica di Milano -, considerata l'ampia diffusione di Pe e Pvc, attribuirne la fonte di provenienza nell'uomo è pressoché impossibile. Sono soprattutto le particelle plastiche più piccole a poter penetrare in profondità nei tessuti, ma numerosi studi ne hanno rinvenute anche di dimensioni maggiori e in quantità rilevabili in molti organi umani: si sono trovate particelle con un diametro fino a 10 micron nella placenta, fino a 15 micron nel latte materno e nelle urine, fino a 30 micron nel fegato, fino a 88 micron nei polmoni, con un diametro superiore a 0,7 micron nel sangue. Sebbene i nostri dati non stabiliscano un rapporto di causa-effetto, tuttavia suggeriscono che le micro e nanoplastiche potrebbero costituire un nuovo, importante fattore di rischio cardiovascolare – avverte – di cui tenere conto". "La qualità di questo studio – commenta il rettore dell'Università Luigi Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti – dimostra ancora una volta quanto sia cresciuta la nostra università in questi anni e che grandi potenzialità di sviluppo ha nel prossimo futuro". Lo studio italiano sui danni delle micro e nanoplastiche per il cuore è, scrive l’epidemiologo Philip J. Landrigan, fondatore e direttore del Global Public Health Program del Boston College e del Global Pollution Observatory,"una scoperta rivoluzionaria che solleva una serie di domande urgenti: l’esposizione a microplastiche e nanoplastiche può essere considerato un nuovo fattore di rischio cardiovascolare? Quali organi oltre al cuore possono essere a rischio? Come possiamo ridurre l’esposizione?". "Il primo passo è riconoscere che il basso costo e la convenienza della plastica sono ingannevoli – sottolinea – e che, di fatto, nascondono grandi danni, come il contributo della plastica agli esiti associati alla placca aterosclerotica. Dobbiamo incoraggiare i nostri pazienti a ridurre l’uso della plastica, in particolare degli articoli monouso non necessari e sostenere il Trattato globale sulla plastica delle Nazioni Unite per rendere obbligatorio un tetto globale alla produzione di plastica. Come per i cambiamenti climatici anche la risoluzione dei problemi associati alla plastica richiederà una transizione su larga scala dal carbonio fossile”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Putin parla dell’Italia: “Grande popolo, uniti alla Russia da arte e desiderio di libertà”
(Adnkronos) – L'Italia e la Russia "sono unite da molti fattori, tra cui la lotta per l'indipendenza" e "il desiderio di libertà che gli italiani hanno sempre nel cuore". Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin intervenendo al Festival mondiale della Gioventù. ''La Russia ha sempre ammirato l'arte italiana'', ha aggiunto Putin, parlando della ''grande arte di un grande popolo''. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Russia, Peskov: “Useremo armi nucleari se nostra esistenza minacciata”
(Adnkronos) – ''Se qualcosa minaccia l'esistenza della Russia useremo le armi nucleari''. Il nuovo messaggio da Mosca è firmato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che si esprime intervenendo al Festival mondiale della gioventù. La Russia e gli Stati Uniti, in quanto proprietari dei più grandi arsenali di armi nucleari, sono obbligati a garantire la stabilità strategica, ha affermato Peskov, sostenendo che ''solo i nostri due Paesi possono farlo''. ''L'Occidente sta giocando con il fuoco'', mentre discute dell'opportunità di inviare truppe della Nato in Ucraina. Ma ''se gli aerei americani sorvoleranno la Russia, l'esercito russo farà in modo che brucino e cadano''. ''E' un comportamento davvero irresponsabile'' quello del presidente francese Emmanuel Macron che ha proposto il possibile invio in territorio ucraino di truppe occidentali. Peskov ha citato in particolare ''i carri armati americani che guidano fino a un certo punto e poi bruciano perché li distruggiamo''. Il portavoce di Putin ha poi aggiunto che ''russi e americani non sono nemici, e in Russia non c’è un sentimento di antiamericanismo''. Ma ''non ci piacciono quei leader e politici americani che dicono che faranno di tutto per far fallire il nostro Paese''. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sporting-Atalanta 1-1, gol di Paulinho e Scamacca in andata ottavi Europa League
(Adnkronos) – L'Atalanta pareggia 1-1 sul campo dello Sporting Lisbona oggi nel match d'andata degli ottavi di finale di Europa League. Portoghesi in vantaggio con Paulinho al 17', pareggio bergamasco al 39' con Scamacca. Il passaggio del turno si decide nel match di ritorno in programma giovedì 14 marzo. Lo Sporting preme sin dalle prime battute e all'8' spaventa la difesa nerazzurra con Edwards. L'Atalanta si fa cogliere impreparata al 17'. Imbucata per Paulinho che si inserisce e non sbaglia: 1-0. La formazione di Gasperini ha il merito di incassare il colpo e ripartire subito. Al 24' Holm sfrutta un rimpallo, diagonale e palo. Passa una manciata di secondi e da fuori prova Scamacca: altro palo e sono 2. Al 27' è il turno di Ederson, il gol sembra fatto ma Israel si salva. Il portiere concede il bis al 31' disinnescando la conclusione di De Roon. L'1-1, sacrosanto, arriva al 39': i nerazzurri recuperano palla sull'errore della difesa portoghese, Miranchuk accende Scamacca che ringrazia e segna. I bergamaschi continuano a produrre occasioni anche nella ripres. Al 60' arriva il terzo palo, stavolta con Lookman: tunnel, dribbling, botta secca e legno. Lo Sporting batte un colpo al 62', Coates trova il tempo per il colpo di testa: il palo stavolta salva l'Atalanta. La fatica si fa sentire ma i nerazzurri non rinunciano a spingere. Al 75' Kolasinac manca il bersaglio di testa, poi è l'asse De Ketelaere-Scamacca a cercare il jolly: missione fallita, finisce 1-1. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Tim, da Cda ok a piano 2024-26
(Adnkronos) – Il gruppo Tim punta a ricavi di gruppo in crescita del 3% medio annuo nell'arco di piano (Cagr 2023-2026) da 14,4 miliardi di euro pro-forma nel 20233; per Tim Domestic ricavi in crescita del 2% medio annuo nel triennio da 10 miliardi di euro pro-forma nel 20233. Per il 2024 i ricavi di gruppo sono attesi in crescita del 3-4% e del 2-3% per Tim Domestic. E' quanto sottolinea il gruppo Tim dopo che il Cda, che si è riunito sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato all'unanimità il piano industriale 2024-26 'Free to Run' che è stato presentato dall'amministratore delegato Pietro Labriola. Il gruppo Tim punta su un ebitda organico after lease di gruppo in crescita dell'8% medio annuo nell'arco di piano (Cagr 2023-2026) da 3,5 miliardi di euro pro-forma del 2023; per Tim domestic su un ebitda organico after Lease in crescita del 9-10% medio annuo nel triennio da 1,9 miliardi di euro pro-forma del 20233. Per il 2024 su un ebitda organico after lease di gruppo in crescita dell'8-9% e del 9-10% per Tim Domestic. Tim punta su un ebitda organico after lease–Capex di gruppo in aumento da 1,3 miliardi di euro pro- forma nel 2023 a circa 2,2 miliardi di euro nel 2026; per Tim Domestic su un ebitda organico After Lease – Capex in crescita a circa 1,1 miliardi di euro da 0,6 miliardi di euro pro- forma nel 20233. Per il 2024 prevista una crescita del 15-17% a livello di Gruppo e dell'11- 12% per Tim Domestic. Il gruppo stima un Equity Free Cash Flow After Lease positivo sia in Italia sia in Brasile in orizzonte di piano. In seguito alla cessione di Netco il gruppo Tim, si legge in una nota, punta a un debito sostenibile e in ulteriore riduzione. Il piano industriale 2024-26 che è stato approvato dal Cda, infatti, prevede una riduzione dell’indebitamento di gruppo, con un rapporto debito/ebitda After Lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,85 volte dei pro-forma al 2023. "La vendita della rete fissa permetterà a Tim di muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali" sottolinea il gruppo. Il nuovo Piano, che segue il percorso di trasformazione avviato nel precedente biennio, sottolinea Tim, "individua le linee di sviluppo per Tim nel 2024-2026: nonostante un contesto macroeconomico fortemente incerto, si prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale". Il gruppo Tim, rende noto il gruppo, ha chiuso il 2023 con una perdita pari a 1,441 miliardi di euro, in dimezzamento rispetto al rosso di 2,925 miliardi di euro del 2022. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Inchiesta Perugia, Gravina indagato a Roma per autoriciclaggio
(Adnkronos) –
Il presidente della Figc Gabriele Gravina è indagato dalla procura di Roma per l’ipotesi di autoriciclaggio. Il procedimento è stato avviato dopo l’invio nel marzo del 2023 di una segnalazione da parte della Dna relativa a “presunte attività illecite”. Il presidente della Figc oggi è stato sentito dai pm della capitale su sua richiesta per chiarire la propria posizione. "In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato – avevano chiarito in una nota i legali del presidente della Figc, Leo Mercurio e Fabio Viglione – questa mattina Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima. L’audizione si è svolta questo pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma. Tale decisione è stata maturata al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. In questa vicenda, il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l’individuazione dei mandanti”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fedez, Codacons: “Pm archivia querele rapper contro di noi”
(Adnkronos) – Nuovo round nella querelle Codacons – Fedez, che stavolta segna una sconfitta per il rapper: il Pm di Roma Caterina Sgrò ha chiesto l'archiviazione di alcune querele, presentate dal rapper contro i rappresentanti del Codacons. Lo fa sapere il Codacons in una nota. Lo stesso Fedez, aggiunge l'associazione, "il prossimo 6 maggio dovrà invece comparire dinanzi al Tribunale di Roma per rispondere del reato di calunnia ai danni dell'associazione dei consumatori". "Fedez deve imparare ad accettare le critiche che gli vengono rivolte e rispettare il diritto di critica del Codacons – commenta l'associazione –. Speriamo che la decisione della Procura gli serva da lezione, anche perché non vorremmo perdere tempo con le inutili vendette e ripicche del rapper nei nostri confronti e preferiamo concentrare le nostre attività non su tali personaggi, a nostro avviso sopravvalutati, ma sui problemi reali che quotidianamente assillano i cittadini, dai prezzi alle bollette alle assicurazioni". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Inchiesta Perugia, Melillo: Gravità dei fatti estrema, difficile che Striano abbia agito da solo”
(Adnkronos) – "La gravità dei fatti in accertamento nell'inchiesta, è estrema". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo ascoltato in audizione in Commissione antimafia sul caso dell’inchiesta di Perugia aggiungendo anche la "complessità estrema della corretta e rigorosa gestione delle banche dati". "In generale, le condotte attribuite a Striano, impregiudicate le valutazioni possibili solo dopo il contraddittorio processuale, per estensione e sistematicità, mi paiono difficilmente compatibili con la logica della elezione individuale. E' una mia personale valutazione – ha sottolineato Melillo – ma ho una discreta esperienza anche come vittima di autentici dossieraggi abusivi". "Credo che sia una constatazione obiettiva che esiste una sorta di mercato delle informazioni riservate, si tratta di capire se sia un mercato regolato dalla casualità e da un numero infinito di attori tra loro non collegato, frutto solo della debolezza dei sistemi digitali o se invece esistano logiche più sofisticate, ampie", ha affermato. "Credo che l'indagine di Perugia, ma non è l'unica indagine, consenta di mettere qualche mattoncino per immaginare una costruzione più ampia – continua – ma è una mia impressione alla quale prego di assegnare il valore proprio fatto da una valutazione di una magistrato con 40 anni di esperienza". Al procuratore di Perugia Raffaele Cantone "fornirò ogni possibile sostegno, contributo di conoscenza e supporto", ha aggiunto Melillo sottolineando l'"assoluta necessità di un innalzamento dei sistemi di prevenzione e resilienza dagli attacchi informatici". Melillo ha ricordato che lo stesso "accesso abusivo è una minaccia interna" e che "per certi versi c'è un'iniziativa legislativa già in campo" in parlamento della quale serve un "rapido e urgente esame". Su argomenti come questi "serve coesione, sono temi che non consentono divisioni né misere speculazioni", ha concluso. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Enna, prete condannato per abusi. La vittima: “Mia storia dia coraggio ad altri”
(Adnkronos) – "Mi auguro che questa sentenza possa aprire le porte a un cambio di rotta nelle denunce, che possa dare coraggio e speranza a tante altre vittime ancora in silenzio. Io, finalmente, ho ottenuto giustizia, l'ho avuta dopo anni e nonostante diversi tentativi di condizionare l'esito del processo". A parlare con l'Adnkronos è Antonio Messina, all'indomani della sentenza di condanna a 4 anni e 6 mesi di don Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori, che lui stesso ha denunciato alla polizia nel 2020, facendo scattare l'arresto, nell'aprile del 2021, e il processo conclusosi ieri in primo grado con la condanna del prete. Una sentenza arrivata dopo otto ore di camera di consiglio. "Ieri è stata giornata lunghissima – ammette Antonio che oggi ha 30 anni e che all'epoca dei fatti ne aveva appena 16 -. Ascoltando la lettura del dispositivo ho pensato a tutti quei ragazzi che sono da soli o non hanno la forza di denunciare. So che non è facile affrontare questo percorso". Facile non lo è stato neppure per lui che a don Rugolo si era rivolto cercando risposte ai mille dubbi di un adolescente. "Mi affidai a quello che allora era un giovane seminarista – ricorda -, confidando non solo le mie perplessità sul mio possibile orientamento sessuale, ma anche la vocazione che in quegli anni sentivo forte in me". Invece di risposte e sostegno, però, arrivò altro. "Mi ritrovai a subire un approccio sessuale da questo seminarista poi diventato sacerdote, che nel tempo ha sempre fatto leva sulla mia condizione di isolamento all'interno della comunità parrocchiale". Anni vissuti con "un profondo senso di solitudine". "Gli abusi iniziarono nel 2009 e andarono avanti sino al 2013 – spiega all'Adnkronos Eleanna Parasiliti Molica, avvocato di Antonio Messina -. All'epoca il mio assistito frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista ad Enna. Don Rugolo ha approfittato della condizione di grande fragilità di un adolescente, di uno stato di profondo turbamento veicolando il messaggio che determinati comportamenti fossero corretti". "Facendo leva sulla mia vocazione – racconta oggi Antonio – giustificò gli approcci dicendo che queste cose avvenivano regolarmente anche dentro i seminari. Cercò di normalizzare tutto. Godeva di una grande fiducia nella comunità". Così anche quando Antonio, nel 2014, decise di chiedere aiuto confidandosi con il proprio parroco non ottenne credito. "Non mi credette", dice con amarezza. L'ancora di salvezza per lui, però, aveva il volto di un altro prete, don Giuseppe Fausciana. "Mi ha sostenuto in tutti questi anni, non mi ha mai abbandonato". Grazie a lui il contatto con il vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, a cui nel 2018 Antonio denuncia i fatti e che avvia un'investigatio previa sul sacerdote. Un'indagine ecclesiastica che si conclude, però, con un nulla di fatto. "L'ultimo atto fu una proposta economica, 25mila euro in contanti in cambio di una clausola di riservatezza – dice Antonio -. Hanno provato a comprare il mio silenzio. E' stato allora che ho definitivamente capito che non avrei mai potuto ottenere giustizia dalla Chiesa. Chiusi ogni rapporto con la Diocesi e denunciai tutto all'autorità giudiziaria". Arrivarono le indagini, l'arresto e il processo. Antonio, oggi un archeologo, è rimasto a vivere ad Enna. "Mi occupo di attività culturali, cerco di spendermi per la mia città, alla quale sono molto legato. Anche per questo non sono andato via, ma ammetto che all'inizio, quando l'inchiesta fu resa pubblica, non è stato semplice". Lui, però, ha deciso di uscire allo scoperto e di metterci la faccia. "Enna è una piccola comunità e volevo fermare voci e indiscrezioni. Ho pensato che non avrebbe avuto senso nascondersi e che la mia testimonianza potesse dare forza a chi si trovava nella mia stessa condizione". In tutti questi anni i momenti di scoramento sono stati tanti. Per le porte chiuse in faccia, per i "tentativi di insabbiare tutto". "Ho pensato che non avrei ottenuto giustizia, soprattutto quando ho percepito condizionamenti e pressioni ad alti livelli. Oggi per me è importante che anche la Curia di Piazza Armerina sia stata riconosciuta responsabile civilmente. E' il segno che c'è stato un sistema di coperture. Che chi sapeva ha protetto". "La sentenza di ieri ha riguardato altri due ragazzi vittime di questo sacerdote che non hanno avuto il coraggio di costituirsi parte civile nel processo – sottolinea Antonio Messina -. Ieri ho pensato a loro, mi auguro possano liberarsi di questo passato, di questo peso". Da quando Antonio ha deciso di raccontare la propria storia ha ricevuto due richieste di aiuto. "Due giovani che hanno poi denunciato all'autorità giudiziaria gli abusi commessi da due sacerdoti. Se la sentenza di ieri aiuterà altre vittime ad affrontare le proprie paure allora avremo vinto tutti quanti". Poi un appello: "Bisogna che tutti prestino attenzione a quegli ambienti in cui agiscono adulti come educatori e occorre che nessun ragazzo sia isolato. Io ho avuto accanto la mia famiglia, ci sono persone che sono da sole e sono tante. Vivono in contesti familiari in cui è meglio tacere una violenza che infangare il nome di un sacerdote e della chiesa. Vanno aiutati e supportati". A don Rugolo Antonio non vuole dire niente. "Con me e con tutte le altre vittime ha sempre usato la chiave dello stato di soggezione. In tutte le udienze ho evitato persino di incrociare il suo sguardo. Il perdono? In questo momento non c'è spazio per questo sentimento". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
David Rossi, flash mob famiglia a Montecitorio: identificati da carabinieri – Video
(Adnkronos) – Un flash mob davanti a Montecitorio per ricordare David Rossi. Carolina Orlandi, figlia dell'ex capo della Comunicazione di Mps, morto dopo essere precipitato da una finestra di Palazzo Salimbeni a Siena 11 anni fa in circostanze non ancora chiarite, ha mostrato davanti alla Camera dei deputati le foto del corpo senza vita di suo padre. Con lei Carmelo Miceli, avvocato della famiglia di David Rossi, e il giornalista Massimo Giletti. Gli organizzatori del sit-in sono stati identificati dai carabinieri di stanza in Piazza Montecitorio, che hanno chiesto la rimozione delle fotografie considerate "lesive": "Sono lesive per chi ha subito tutto questo", hanno ribattuto Orlandi e Miceli. "Il controllo non dovrebbe essere fatto su di noi ma su altro – le parole di Giletti -. La nostra non è una manifestazione, è solo una memoria". "Queste foto sono all'interno di questo Palazzo. Sono agli atti della Camera dei deputati", ha rimarcato ancora Miceli. Orlandi e gli altri si sono poi recati a Piazza Santi Apostoli, dove si tiene la manifestazione organizzata dalla famiglia di Rossi per chiedere chiarezza e giustizia sulla morte dell'ex manager. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Elezioni europee, Tajani: “Per Ppe importante dialogo con Ecr, non decidono Socialisti” – Video
(Adnkronos) – Per il Partito Popolare Europeo “il dialogo con i Conservatori è importante. I Socialisti non possono pensare di essere coloro che decidono che cosa si deve fare in Europa, non essendo il primo partito". Lo dice il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, a margine del congresso del Ppe a Bucarest. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Elezioni Usa 2024, il ritiro di Haley figlia di indiani che voleva essere prima presidente donna
(Adnkronos) – "La scorsa settimana, mia madre, immigrata di prima generazione, ha potuto votare per la figlia alla Casa Bianca, solo in America". In apertura del discorso con cui ha annunciato il suo ritiro dalla corsa presidenziale, Nikki Haley ha voluto fare riferimento all'american dream accarezzato per un anno, quello di diventare, lei figlia di immigrati indiani, la prima presidente donna degli Stati Uniti. Un sogno che si è infranto di fronte a quella che apparsa sin dalle prime battute come l'inevitabilità della nuova candidatura alla Casa Bianca di Donald Trump. L'ex governatrice della South Carolina, ed ex ambasciatrice nominata da proprio da Trump all'Onu, si è candidata alla Casa Bianca nel febbraio del 2023, dopo che in precedenza aveva detto che non sarebbe mai scesa in campo contro il suo ex boss. La 52enne repubblicana – figlia di un docente universitario immigrato dall'India insieme alla moglie, laureata in legge, prima in Canada e poi in South Carolina dove è nata Nimrata Nikki Randhawa – ha fatto invece della necessità di una nuova, più giovane leadership, il fulcro della sua campagna, proponendo anche test cognitivi per i politici che hanno più di 75 anni. Come appunto il 77enne Trump e l'81enne Joe Biden, ormai destinati ad un nuovo duello per la Casa Bianca. Partita in sordina, la campagna di Haley lo scorso autunno aveva cominciato a catalizzare maggiore interesse ed entusiasmo, anche da parte di finanziatori importanti del partito repubblicano come il miliardario Charles Koch, che da anni, insieme al fratello David ora defunto, influenza con i suoi fondi il movimento conservatore, nella speranza che la moderata Haley potesse attirare sostegno di indipendenti, minoranze e donne e costituire un'alternativa a Trump. Una scommessa che sulle prima sembra dare alcuni risultati, dal momento che praticamente subito dopo l'inzio delle primarie si ritirano tutti gli altri candidati, compreso il governatore della Florida Ron DeSantis, per tutta l'estate descritto come l'avversario più temibile di Trump, che non riesce a catalizzare consensi presentandosi unicamente come una versione 2.0 del tycoon. Haley rimane l'unica avversaria in campo, provocando molto interesse, e speranze, nei media e nei settori, ormai minoritari, del partito repubblicano che non si rassegna ad essere completamente trumpiano. Ma al momento del voto, i risultati non arrivano: Haley perde in New Hampshire, dove aveva le maggiori speranza visto l'orientamento moderato ed indipendente del suo elettorato, perde tutte le altre tornate, perde nella sua South Carolina. E subito dopo arriva il segnale dell'inizio della fine: American for Prosperity, l'organizzazione politica di Koch Petroleum Group, annuncia che non finanzierà più la sua campagna. Dieci giorni dopo, ieri, viene travolta nel Super Tuesday, sconfitta in 14 dei 15 stati dove hanno votato i repubblicani. Uniche due vittorie, il piccolo Vermont e pochi giorni prima Washington D.C., il distretto della capitale, una vittoria che da' modo a Trump ed ai suoi di attaccarla come "la regine della palude", intesa come il centro del potere, e dell'odiato deep state, che si oppone alla rivoluzione populista del Maga. Quindi si arriva al breve discorso con cui oggi Haley ha gettato la spugna, ha fatto gli auguri a Trump ma non gli ha dato l'endorsement, limitandosi ad esprimere l'auspicio che "sappia conquistarsi chi nel partito e oltre non l'ha sostenuto. Si chiude così il tentativo di Haley di diventare a prima donna candidata repubblicana alla presidenza – ma è stata la prima a vincere una tornata di primarie – e la prima donna, e prima asiatica, alla Casa Bianca. Già nel 2010 aveva rotto un piccolo tetto di cristallo, diventando, la prima donna eletta governatrice della South Carolina: nel 2017 si dimise a metà del suo secondo mandato per diventare ambasciatrice dell'Onu di Trump, incarico che lasciò a sorpresa nel 2018. La repubblicana ha frequentato la Clemson University, dove ha incontrato il marito, Michael Haley, che nel 2013 è stato inviato in Afghanistan con la Guardia Nazionale della South Carolina, mentre la moglie era governatrice. La coppia ha due figli. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dopo caso Sangiovanni e Mr Rain, Piotta: “Non fermatevi, usate la musica come cura”
(Adnkronos) – "Mentre tornavo a casa da scuola con mia nonna chiesi cosa fosse successo, mi risposero che era una cosa da grandi. Il pomeriggio arrivò la Digos a casa, mi ricordo io e mia madre chiusi in camera da letto e mio padre che diceva 'mettete un mobile dietro e se sentite sparare non aprite per nulla al mondo". A parlare con l'Adnkronos è Tommaso Zanello, in arte Piotta, che ripercorre il clima della Roma degli anni di piombo e racconta quando, il 28 maggio del 1980, fu ucciso il poliziotto Francesco Evangelista detto 'Serpico' mentre era in servizio in pattuglia con altri due colleghi davanti al liceo "Giulio Cesare" di Roma, lo stesso frequentato dal fratello Fabio. Il figlio di Serpico, Federico, era compagno di scuola di Tommaso.
Piotta, il messaggio ai giovani artisti in crisi: "La musica è l'unica salvezza" – Video
La vicenda dà il nome a 'Serpico', una delle 11 tracce del nuovo disco di Tommaso, 'Na notte infame', uscito il 1 marzo su etichetta La Grande Onda e distribuito da Altafonte e Artistfirst. L'album, il decimo in studio per Piotta, ripercorre una generazione attraverso fatti di cronaca, ricordi ed emozioni ed è incentrato sul rapporto dell'artista con il fratello Fabio, scomparso prematuramente e ispiratore di tutto il disco. "L'album nasce da un'esigenza emotiva forte, tentare di elaborare un lutto così drammatico -spiega Piotta- Per me Fabio, di dieci anni più grande, è stata una figura di riferimento, ha fatto da apripista anche culturale". Dopo la sua morte "mi sono chiuso a casa sua e ho rovistato tra i suoi scritti e i suoi libri, così e nato il disco, tanto che ho voluto firmarli con lui. E' come se fosse un dialogo a due tra noi". E se 'Serpico' è un duetto con Federico Zampaglione dei Tiromancino ("Appena l'ho sentita cantare da lui ho fatto un passo indietro, era perfetto", dice Piotta), tra le 11 tracce colpisce quella di apertura, 'Lode a Dio', dove si sentono la voce e i versi di Fabio. "Mi ritengo una persona con un lato spirituale ampiamente presente. Mi piace molto quello che diceva mio fratello: cercare l'unità e non lo scontro fra le religioni. Lui le studiava per cercare il ponte che potesse arrivare all'idea di fondo, quella che dovrebbe esserci un unico grande Dio". Tra i brani, dove l'essenza 'romana' è molto presente, c'è anche una versione originale di 'Lella…e poi', la nota cover di Edoardo De Angelis del 1971 considerata la prima canzone sul femminicidio. "E' nota ai più in un ritmo piuttosto ballabile e allegro che per me ha sempre stonato rispetto al tema che tratta -dice l'artista all'Adnkronos- L'abbiamo rielaborata in un tono più drammatico".
Piotta: "Ero alle elementari quando uccisero 'Serpico', lo racconto in una canzone" – Video
E' un Piotta molto più maturo, che dal Supercafone' ha fatto moltissima strada soprattutto interiormente. E che alla generazione di giovanissimi artisti che sempre più spesso si ferma travolta dal malessere, da Sangiovanni a Mr Rain, dice una cosa molto importante: "Tutti abbiamo dei problemi psicologici, il lutto ne è uno. Io ho sempre provato a curarli con la mia medicina migliore, che non è chimica, è la musica. Forse loro quando sentono l'istinto di lasciare vogliono abdicare alla discografia, che è una grande mondezza perché mercifica una cosa altissima, la musica, che nasce da prima dell'essere umano, ha un'altezza straordinaria e tende ad armonizzare. Puoi dissociarti dalla discografia, ma se allontani la musica forse allontani la tua ultima forma di salvezza". Chi è Tommaso Zanello, il Piotta, oggi? "Il Tommaso di oggi è molto simile al Tommaso adolescente timido di una volta -spiega l'artista romano- Con 'Supercafone', 'Er Piotta', eccetera, è come se avessi messo una maschera che mi permetteva di andare sul palco senza portare il vero me: crescendo, la mia parte più intima ha bussato forte e in questo disco esplode in tutta la sua potenza. Le cose possono dirsi sottovoce ma qui ho trovato la forza. E come qualcuno m'ha scritto… 'm'hai spaccato er core'". (di Ilaria Floris) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Balotelli ci ricasca e lancia petardo in spogliatoio – Video
(Adnkronos) – Mario Balotelli e i fuochi d'artificio, il feeling resiste. L'attaccante italiano dell'Adana Demirspor, in spogliatoio, prova a movimentare la situazione lanciando un petardo, come mostra il video pubblicato su Instagram. Non proprio una novità assoluta per il bomber. Nel 2011, quando militava al Manchester City, Supermario fu protagonista di un episodio in casa. Secondo i tabloid, Fece esplodere un petardo che finì per provocare un incendio. Balotelli chiarì che a combinare il guaio fu un amico. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Israele: “Violenze sessuali Hamas su donne, bambini e uomini erano premeditate”
(Adnkronos) – "Togliti i pantaloni" è uno degli ordini scritti in un glossario arabo-ebraico stilato da Hamas e rinvenuto il 2 novembre scorso nel corso delle indagini sui fatti del 7 ottobre. Non c'è solo il rapporto di Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, che due giorni fa ha dichiarato che gli ostaggi tenuti a Gaza da Hamas dal 7 ottobre sono stati probabilmente soggetti a "violenze sessuali, tra cui stupro, torture sessuali, trattamenti crudeli, inumani e degradanti". Le prove di questi atti sono "abbondantissime, inequivocabili e, attraverso social media e report della stampa internazionale, alla portata di chiunque", sottolinea un comunicato del governo israeliano. Il fatto che i terroristi fossero dotati di un glossario con espressioni in ebraico legate a soprusi sessuali dimostrerebbe la natura premeditata e pianificata degli "efferati crimini sessuali perpetrati e negati da Hamas", che hanno avuto come vittime donne, bambini e anche uomini. “Molti cadaveri di sesso maschile sono stati trovati con i genitali evirati e con manifesti segni di violenza sessuale”. Elementi contenuti nel rapporto 'Grido silenzioso' diffuso da Israele il 21 febbraio scorso. A testimonianza di quanto affermato, le autorità israeliane citano fotografie e video, analisi mediche, resoconti di testimoni oculari, inchieste giornalistiche e confessioni di terroristi. Tutti che riguardano sevizie, stupri e mutilazioni a danni di cittadini e residenti israeliani, a partire dal 7 ottobre.
Israele lamenta “il silenzio assordante” di molti organismi internazionali: Un Women ha emesso dichiarazioni generiche senza condannare esplicitamente Hamas, mentre il Comitato Cedaw (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women) ha fatto appelli vaghi alla "dimensione di genere del conflitto". Solo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha riconosciuto l'orrore delle violenze, definendole possibili crimini di guerra e contro l'umanità. Gli ostaggi tenuti a Gaza da Hamas sono stati probabilmente soggetti a "violenze sessuali, tra cui stupro, torture sessuali, trattamenti crudeli, inumani e degradanti", sostiene nel rapporto la rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, aggiungendo che il suo ufficio ritiene che tale trattamento potrebbe essere ancora in corso. Presentando lunedì scorso un rapporto sui crimini sessuali commessi da Hamas il 7 ottobre, Patten ha affermato che ci sono "informazioni chiare e convincenti" secondo cui gli ostaggi portati a Gaza sono stati violentati e ci sono "fondati motivi" per credere che gli ostaggi ancora subiscano ancora abusi. Patten dice ancora che ci sono "fondati motivi" per ritenere che "stupri di gruppo" siano avvenuti durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre in "almeno tre luoghi", incluso il sito del festival musicale Supernova, il Kibbutz Re'im e la Route 232. Le prove, afferma, indicano che la maggior parte delle vittime in questione sono state "prima sottoposte a stupro e poi uccise". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Post su Balzerani, fonti Mur: parole Di Cesare pericolose e inconciliabili con insegnamento
(Adnkronos) – Il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, in merito alle dichiarazioni della professoressa Donatella Di Cesare sulla scomparsa dell'ex Br Barbara Balzerani, ha avuto più contatti telefonici con la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni. Il ministro, riferiscono fonti del Mur, ha condiviso lo sconcerto espresso dalla rettrice anche alla luce della storia dell'Ateneo romano che ha pagato un prezzo molto alto durante la tristissima stagione del terrorismo e ha giudicato pericolose le parole della professoressa Di Cesare e inconciliabili con la responsabilità dell’insegnamento. ''Ho appena finito la lezione, non ho visto nulla. Le leggerò ma quello che avevo da dire l'ho detto e non ho più nulla da aggiungere''. Il commento all'Adnkronos della docente di filosofia teoretica Donatella Di Cesare, finita nella bufera per il post sulla scomparsa della Br Barbara Balzerani. "Presenterò un'interrogazione parlamentare al ministro Bernini per chiedere se il ruolo della professoressa Di Cesare sia compatibile con l'insegnamento alla luce della pubblicazione di un suo post, vigliaccamente cancellato, in cui esprimeva cordoglio per la morte della brigatista, mai pentita, Barbara Balzerani". Lo ha annunciato il vicepresidente vicario del gruppo al Senato di Fratelli d'Italia, Raffaele Speranzon. "Rabbrividisco nel pensare che oggi possa essere in Aula a La Sapienza di Roma, a porsi come educatrice di giovani, proprio lei che rivolgendosi alla Balzerani ha scritto 'la tua rivoluzione è anche la mia', e accommiatandosi con un malinconico addio. Una vicenda resa ancora più grave dalla protervia che la Di Cesare ha dimostrato dopo le polemiche nate a margine del suo post, come confermano le interviste, scritte e televisive, in cui ha parlato di 'sconcerto' e di 'stupore' per le reazioni suscitate. Gioverebbe ricordare che per molto meno colleghi della Di Cesare sono stati sospesi o addirittura hanno perso la cattedra", ha rimarcato Speranzon, aggiungendo: "Mi attendo, quindi, che La Sapienza che ha annoverato tra le sue fila professori come Aldo Moro, Ezio Tarantelli e Vittorio Bachelet che hanno pagato con la morte il prezzo di quella folle rivoluzione, che la Di Cesare ha scritto di essere anche la sua, intervenga in maniera esemplare". "Ieri, la rettrice Polimeni ha espresso 'sconcerto' ricordando 'l'altissimo tributo di sangue pagato dall'Università Sapienza nella stagione del terrorismo' e condannando 'ogni forma di violenza' e prendendo le 'distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza'. Bene, ma non basta. L'Università La Sapienza non può archiviare così quanto accaduto, ma servono decisioni inequivocabili che diano il segno che non ci può essere alcun cedimento o benevolenza verso chi si fa portatore di idee o valori che non rispettano i principi democratici espressi dalla Costituzione e che tanti lutti e sofferenze hanno prodotto", ha concluso l'esponente di Fdi. In un post pubblicato su X la docente commemorando la brigatista morta aveva scritto: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna" "Ho pubblicato questo post subito dopo aver saputo della morte della Balzerani, questa bufera che si è sollevata mi ha sconcertato", ha affermato all'Adnkronos Donatella Di Cesare. "Non ho mai condiviso i metodi violenti, tutto quello che ho fatto o scritto, e il mio stesso insegnamento, dimostrano la mia più assoluta lontananza. Ritengo sia importante, sempre, il confronto aperto, democratico: nulla si risolve con la violenza". Nel post "ho ricordato quella trasformazione radicale che molti di noi volevano negli anni '70, un mondo diverso senza ingiustizie e senza guerre". Del resto, "ho molta difficoltà a stigmatizzare gli anni '70 come anni di piombo perché c'è stato in Italia molto altro – continua – Ma nulla si risolve con le armi e con la violenza e l'ho detto più volte, anche intervenendo contro la guerra. Ho ricordato quel cambiamento che molti volevano, semplicemente questo. Se lo ho poi cancellato è perché ho visto che non solo veniva frainteso ma veniva anche utilizzato per scatenare una polemica: mi inquieta se ci sono esponenti politici o di partiti che vanno in cerca di pretesti per colpire alcune persone in particolare o quelli che la pensano diversamente". A chi contesta la mancata distanza dai metodi usati dalla Balzerani e dagli altri brigatisti in nome di quella agognata trasformazione radicale, Di Cesare risponde: "Ho usato la parola 'vie', sinonimo di metodi", proprio per questo motivo. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
7 e 8 marzo Milano capitale della filantropia internazionale con 120 delegati europei
(Adnkronos) –
Il 7 e l’8 marzo Milano ospita la conferenza 'Breaking bad (habits) – How can foundations move from silos to shaping future innovation ecosystems?' del Research Forum 2024, forum di ricerca a cui aderiscono le più importanti organizzazioni filantropiche europee. La due giorni sarà ospitata negli spazi della Cariplo Factory, in via Bergognone. A promuoverla è Philea, l’ente con sede a Bruxelles, a cui aderiscono le fondazioni del continente. Tra queste Fondazione Cariplo che è stato partner di Philea in queste settimane nella costruzione e definizione del programma a cui prenderanno parte più di 120 persone, in rappresentanza delle organizzazioni filantropiche europee. Milano per due giorni diventa quindi 'capitale' della filantropia internazionale e luogo di laboratorio, pensiero e confronto su questioni di stretta attualità. I dati oggi dicono che in Europa ci sono 186mila public benefit foundation che erogano ogni anno 54 miliardi di euro per progetti per la collettività, e possono contare su patrimoni che complessivamente ammontano a 647miliardi di euro. Come fare in modo che questo impegno complessivo sia sempre più organico e coordinato verso i problemi emergenti? Il dibattito attorno a questo quesito è uno degli obiettivi del Research Forum 2024, di Milano. Poiché le società si evolvono a una velocità sempre maggiore e le sfide che devono affrontare sono sempre più complesse, è diventato imperativo superare le classiche logiche di silos e promuovere connessioni interdisciplinari in modo da supportare lo sviluppo di veri e propri ecosistemi di innovazione. Questi ultimi possono infatti rappresentare dei punti di snodo importanti per le società favorendo cambiamenti equi ed inclusivi in linea con i bisogni più attuali. Come la filantropia può supportare questo tipo di innovazione e contribuire cosi a rispondere al meglio ai bisogni più urgenti delle nostre società? Dato il loro ruolo unico nella società civile, le fondazioni e la filantropia in generale possono rappresentare un soggetto importante nella promozione di ecosistemi di innovazione aperti e inclusivi in grado di comprendere e contribuire a rispondere ai principali bisogni emergenti. Il mondo che ci circonda è in continua evoluzione e lo stesso vale per le pratiche filantropiche. Questo cambiamento apre percorsi per esplorare nuove modalità di sostegno all’ innovazione, con particolare attenzione all’innovazione sociale e alla creatività. La conferenza includerà anche una serie di visite in loco caratterizzate da un percorso legato al genio di Leonardo: dal Cenacolo fino al codice conservato al Castello Sforzesco.
Dal 2012 il Forum della Ricerca organizza con cadenza annuale/biennale conferenze europee per le fondazioni. Fino al 2024, gli argomenti erano fortemente legati alle questioni relative al finanziamento della ricerca. È la prima volta che l'argomento si concentra principalmente sul lato innovativo dello spettro di ricerca e sviluppo. I 120 delegati si confronteranno, ponendo interrogativi del tipo: Quali sono le 'cattive abitudini' che dobbiamo abbandonare? Quali sono le caratteristiche chiave per una filantropia in grado di supportare l’innovazione? Cosa si sta già facendo oggi, dalla ricerca e sviluppo al mercato, in tutto lo spettro dei capitali, nonché in termini di partnership? Domande a cui verranno date risposte a partire da una panoramica con dati aggiornati nel campo della filantropia in Europa (cifre chiave, spesa annuale, campi di investimento) nonché alcuni approfondimenti su come le fondazioni sostengono l'innovazione in Europa; ma si porranno anche il quesito di come estendere il lavoro delle fondazioni oltre un quadro puramente eurocentrico cogliendo esperienze e spunti da quei paesi a basso reddito e che in realtà sono estremamente innovativi.
Sfide globali, soluzioni locali e investimenti basati sul territorio. L’innovazione ha bisogno di essere diffusa, e conosciamo gli ostacoli sia alla filantropia transfrontaliera che al mercato unico europeo: come possono le fondazioni superare la tensione tra investimenti locali e la necessità di scalare l’innovazione?. Sarà uno dei temi cardine a cui richiama anche il presidente di Fondazione Cariplo e, recentemente – di Acri, l’associazione che in Italia raggruppa le 86 fondazioni di origine bancaria: "Momenti come questi -spiega Giovanni Azzone- sono importantissimi, perché mettono a confronto le esperienze delle fondazioni filantropiche con uno sguardo che allarga i confini, una delle linee del mandato appena inaugurato da Fondazione Cariplo. Abbiamo di fronte sfide globali. Se pensiamo ai cambiamenti climatici, i trend demografici, l’immigrazione". "Per non parlare delle crisi umanitarie, le guerre che hanno conseguenze planetarie -aggiunge-. Le fondazioni non possono e non devono limitarsi quindi ad uno sguardo locale, ma porsi all’interno di un ecosistema che punti a collaborazioni internazionali. Abbiamo gli stessi problemi, per quali qualcuno ha già sperimentato soluzioni o fallimenti. Dobbiamo partire da essi e attivare nuove collaborazioni. Alla base di tutto c’è lo studio dei fenomeni suffragato da dati. Solo conoscendo i rpobelmi si possono prendere decisioni". "Quello proposto dal Research Forum 2024 -avverte Delphine Moralis, Ceo di Philea- è un tema interessante, portato nel momento opportuno: stiamo esaminando alcuni dei risultati del cambiamento dell'Ue nella politica dell'innovazione e un cambiamento nel ruolo della filantropia: con le fondazioni che assumono nuovi ruoli (non solo le tradizionali erogazioni di sovvenzioni) e configurano nuove partnership. La pandemia è stata la madre dell’innovazione. Abbiamo bisogno di condividere dati ed esperienze. Noi di Philea crediamo nei dati e raccogliamo dati sulla filantropia europea e vorremmo evidenziare la necessità di colmare questa lacuna di conoscenze. Molte questioni stanno emergendo nel campo della filantropia e illustrano il ruolo chiave che la filantropia può avere nel portare avanti l'innovazione orientata allo scopo: avere un occhio per l'impatto sociale; e ancora assunzione di rischi e investimenti di capitale paziente. La filantropia può davvero giocare un ruolo importante in futuro". Obiettivo al termine della due giorni: fornire al settore raccomandazioni su come superare le attuali lacune nel sostegno all'innovazione, rafforzare il sostegno filantropico all'innovazione, promuovere potenziali incentivi per migliorare la collaborazione tra fondazioni e con altre parti interessate. Il programma dell'iniziativa è consultabile all'indirizzo: https://philea.eu/events/research-forum-breaking-bad-habits-how-can-foundations-move-from-siloes-to-shaping-future-innovation-ecosystems/
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