Ue, venti giorni per ‘blindare’ von der Leyen: astensione Meloni la aiuta

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Il 18 luglio a Strasburgo la legislatura 2024-29 potrà iniziare davvero. Quel giorno, come ha confermato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles, gli eurodeputati con ogni probabilità voteranno, a scrutinio segreto, sull’elezione della presidente della Commissione indicata dai leader, Ursula von der Leyen. L’astensione di Giorgia Meloni sulla candidata, e il suo voto contrario ad Antonio Costa, primo presidente del Consiglio Europeo del Sud Europa dopo due belgi e un polacco, e all’Alta Rappresentante Kaja Kallas, non appare affatto, visto da Bruxelles, come uno strappo impossibile da ricucire. L’astensione su von der Leyen lascia aperta la via per una ricomposizione in Parlamento. Von der Leyen, per essere eletta, ha bisogno di almeno 361 voti: sulla carta Ppe, S&D e Renew ne hanno 399, ma i franchi tiratori potrebbero essere una sessantina, quindi, la base deve essere allargata, probabilmente sia a destra che a sinistra. Il premier olandese Mark Rutte, liberale, veterano del Consiglio Europeo e prossimo segretario generale della Nato, ha invitato a non drammatizzare troppo, dopo i voti di Meloni e Viktor Orban: "Penso che le cose si sistemeranno – ha detto – Meloni era chiaramente irritata dal fatto di non essere stata coinvolta, cosa che non è stata possibile perché non fa parte dei tre partiti centrali. Ma è la prima ministra dell’Italia ed è altamente rispettata". Meloni, ha aggiunto Rutte, "ha le sue idee su come questo processo avrebbe dovuto essere condotto e le ha espresse con chiarezza totale. Ma gli stretti legami personali che abbiamo rimangono". Del resto, ha ricordato, "l’ultima volta, nel 2019, non abbiamo concordato all’unanimità sui top jobs", dato che Angela Merkel dovette astenersi su von der Leyen. E' un po’ diverso questa volta, ma "non è strano: succede", ha notato Rutte. Nel 2014 David Cameron e Viktor Orban votarono contro Jean-Claude Juncker, ma "nel 2019 il Regno Unito non c’era più, eppure non abbiamo votato all’unanimità" sul primo mandato di Ursula von der Leyen. Non è solo Rutte a vedere laicamente l'astensione di Meloni. Anche se "non è chiaro esattamente che cosa vuole" la presidente del Consiglio, nota Janis Emmanoulidis, vice Ceo dello European Policy Centre, think tank con sede a Bruxelles, la sua astensione su von der Leyen, in realtà "è una buona notizia, un buon risultato" per la presidente della Commissione. Perché, "se Meloni avesse votato a favore, avrebbe creato problemi a von der Leyen in Parlamento", alienandole voti a sinistra. Se invece "avesse votato contro, avrebbe inviato un segnale chiaro a Fratelli d’Italia", che conta su ben 24 eurodeputati, "rispetto al quale sarebbe stato difficile fare marcia indietro". Anche il voto contrario ad Antonio Costa e Kaja Kallas, secondo Emmanoulidis, si può comprendere, poiché "se von der Leyen dovesse fallire" e cadere nel voto al Parlamento Europeo, Meloni "potrebbe dire che lei era contraria a Kallas e Costa e che, quindi", caduta von der Leyen, "si dovrebbe riaprire l’intero pacchetto" delle cariche apicali. Per Fabian Zuleeg, Chief Executive dell’Epc, Meloni ha giocato una partita essenzialmente a fini interni. Per la premier e leader di FdI, "era molto importante dimostrare che difende l’Italia. Ma alla fine – sottolinea – non ha impedito" che le nomine passassero. Il fatto è, nota, che nell’Ue "c’è ancora una maggioranza centrista", composta da partiti che "non hanno remore a mostrare i muscoli". Tuttavia, osserva, "non sappiamo che cosa accade dietro le quinte, e sicuramente qualcosa sta succedendo". Si tratterà soprattutto, dice Zuleeg, di vedere "quale portafoglio" avrà il commissario italiano e di "quanti soldi", cioè di che bilancio, potrà disporre. Ieri il ministro degli Esteri e vicepresidente del Ppe, Antonio Tajani, ha ripetuto che l’Italia mira ad avere un vicepresidente della Commissione, con un portafoglio di peso, possibilmente economico. In ogni caso, per Zuleeg la "narrativa" secondo la quale l’Ue non ascolta i cittadini è destinata a essere ripetuta sempre di più nei prossimi mesi, specie se ci sarà una seconda presidenza di Donald Trump negli Usa. L’accordo trovato sulle nomine lascia aperta la questione dei rinnovi di metà mandato del presidente del Consiglio Europeo e della presidente del Parlamento. "Alla fine dei due anni e mezzo – ha spiegato il premier portoghese Luis Montenegro (Psd, gruppo Ppe) – ci sarà la ricandidatura" di Costa, "oppure un’altra personalità". Bisognerà vedere quale sarà la composizione del Consiglio Europeo tra due anni e mezzo: potrebbe essere molto diversa dall’attuale. Mentre il Parlamento Europeo è eletto e rimane fisso per cinque anni, il Consiglio Europeo, e soprattutto il Consiglio Ue, colegislatore dell'Unione, varia nel tempo, seguendo i cicli elettorali nazionali. Il Ppe, nota Emmanoulidis, ha "buone probabilità" di riprendersi "due grandi Paesi, la Germania e la Spagna". Tajani ha chiarito che, se Costa avrà un secondo mandato, allora anche la maltese Roberta Metsola avrà diritto al terzo mandato alla guida del Parlamento, perché "è il Ppe che ha vinto le elezioni". Per il premier portoghese, comunque, l’accordo sulle nomine ha avuto nel Consiglio Europeo una maggioranza "schiacciante" e, pur "conoscendo la diversità di opinioni" tra le forze politiche, "ci sono tutte le condizioni per essere fiduciosi" in vista del voto in Parlamento. Per il premier del Psd "ci sono le condizioni per allargare" il consenso sulle cariche apicali, e in particolare su Ursula von der Leyen, "nelle prossime settimane". Anche per Montenegro, i voti di Meloni (astenuta su von der Leyen, contraria a Kallas e Costa) e Viktor Orban (contro von der Leyen, astenuto su Kallas, a favore di Costa) non sono un dramma: "Trovare punti di contatto tra 27 Stati membri – osserva – è un compito enormemente difficile. E’ complicato mettere d’accordo i leader di 27 Paesi ed è ancora più difficile quando appartengono a famiglie politiche diverse". Non è strano, dunque, che ci siano stati voti difformi, ma "il compromesso, tra Stati e famiglie politiche, è largamente maggioritario" e "tale da poter attrarre altre famiglie politiche" nelle prossime settimane. Montenegro pensa "per esempio" ai Verdi, che si sono già detti disponibili a votare von der Leyen, anche se un allargamento formale della maggioranza a loro creerebbe seri problemi interni al Ppe (la delegazione italiana, ha chiarito ancora ieri Tajani, è decisamente contraria). Oltre alle cariche apicali, il Consiglio Europeo ieri notte ha approvato 21 pagine di conclusioni, in materia di Ucraina, Medio Oriente, sicurezza e difesa, competitività, migrazioni, Mar Nero, Moldova, Georgia, minacce ibride, riforme interne, più l’agenda strategica per il 2024-29, che si estende per ben nove pagine. In tutto il testo delle conclusioni, spicca l’assenza di riferimenti a come finanziare i tanti obiettivi comuni che l’Ue si prefigge, ad esempio nel campo della sicurezza e della difesa. Anche laddove queste esigenze facevano capolino, come al punto 26, il riferimento è stato opportunamente sfumato: il Consiglio Europeo, si legge, invita la Commissione a presentare "opzioni" per "il finanziamento pubblico e privato per rafforzare la base tecnologica e industriale e ad affrontare le deficienze di capacità". Invece di "affrontare", la bozza chiedeva di "colmare" le carenze di capacità, formulazione giudicata un po’ troppo esplicita. Il motivo è sempre lo stesso e lo ha chiarito il prossimo segretario generale della Nato e leader uscente dei Frugali, Mark Rutte: gli Stati membri dell’Ue "devono guardare collettivamente a quello che si può fare" per rafforzare la difesa europea, ma "ci sono molte opzioni". Gli Eurobond, ha sottolineato Rutte, sarebbero "un passo enorme, un momento hamiltoniano. La Germania e alcuni altri Paesi non sono a favore". Per Zuleeg, tuttavia, "se due anni fa avessimo detto alle nostre industrie militari ‘compreremo le vostre munizioni, e poi troveremo il modo’" di pagarle, "certo sarebbe stato complicato e costoso", ma, "se lo avessimo fatto, non ci troveremmo in una situazione nella quale l’Ucraina non ha abbastanza proiettili e munizioni" per difendersi dall’invasore russo. La stessa agenda strategica, come nota Emmanoulidis, non è affatto "strategica", dato che è stata fatta la "scelta consapevole" di "tenere tutti a bordo". Il risultato è che, "con l’ambizione dell’unità, si mina l’ambizione". Leggendo le nove pagine dell’agenda, si resta colpiti dall’abbondanza di obiettivi, anche assai ambiziosi: per esempio, si assicura che "costruiremo le nostre capacità in settori chiave e tecnologie chiave per il futuro, come difesa, spazio, intelligenza artificiale, tecnologie quantiche, semiconduttori, 5G e 6G, salute, biotecnologie, tecnologie per emissioni zero, mobilità, farmaceutica, chimica e materiali avanzati". Tutti, o quasi, settori in cui l’Ue ha accumulato notevoli ritardi rispetto a Usa e Cina, per recuperare i quali occorrerebbero investimenti massicci. Ma questo aspetto cruciale nell’agenda strategica non viene menzionato: la stessa von der Leyen, l’anno scorso, ha dovuto rapidamente seppellire la sua idea di istituire un fondo sovrano Ue, per la decisa contrarietà di Germania e nordici. Si attende il rapporto di Mario Draghi, che più volte ha ‘fustigato’ i dirigenti europei su questo punto chiave ("please, do something", disse ai presidenti di commissione del Parlamento, nella primavera scorsa). Ma Zuleeg dubita che i rapporti possano smuovere le capitali: "Sono sicuro che conterrà molte cose giuste – dice – ma sono molto scettico sul fatto che vedremo una qualsiasi azione concreta. Perché qualsiasi azione concreta – conclude – comporta costi politici". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

“Io e mamma non andiamo d’accordo”, ragazza ai domiciliari chiede di andare in carcere

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(Adnkronos) – Fratello e sorella in manette, lei preferisce andare in carcere perché non va d'accordo con sua madre. È successo ad Ischia e Pozzuoli, dove i carabinieri hanno dovuto far fronte anche a problemi di natura familiare. I carabinieri della compagnia di Ischia erano impegnati in un servizio straordinario di controllo del territorio. Nel porto di Casamicciola Terme, i militari del nucleo radiomobile hanno fermato una 23enne di Pozzuoli.  La ragazza, incensurata, viene perquisita e trovata in possesso di 10 panetti di hashish per un peso complessivo di un chilo. La droga era nella borsa a tracolla. Il tempo della stesura degli atti e di informare l’Autorità giudiziaria e la ragazza viene trasferita nella sua abitazione flegrea in attesa del processo. A Pozzuoli, però, i carabinieri della locale compagnia decidono di perquisire quell’appartamento perché al suo interno, oltre alla madre, c’è anche un’altra persona ed è nota alle forze dell’ordine. Si tratta di un 20enne e sta scontando la misura degli arresti domiciliari. In casa viene sequestrata una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65. L’arma, che sarà sottoposta agli accertamenti balistici per verificare un suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti, era nascosta nella macchina del caffè a cialde nel vano dove normalmente si mette la bottiglia con l’acqua. L’arrestato è in carcere.  La vicenda sembra essersi conclusa ma non passa molto tempo che i carabinieri della stazione di Pozzuoli – arrivata sera – sentono suonare il citofono della caserma. Alla porta la ragazza 23enne che con la consapevolezza di essere evasa chiede “aiuto” ai carabinieri. “Io con mamma non ci posso proprio stare, non andiamo d’accordo. Portatemi in carcere” è l'insolita richiesta. I carabinieri, informata l’autorità giudiziaria delle incompatibilità caratteriali tra madre e figlia, terranno la donna nelle camere di sicurezza fino al giorno del processo. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Gaza, uccisa star del calcio palestinese: morto Mohamed Barakat

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Il calciatore Mohammed Barakat, considerato uno dei migliori attaccanti palestinesi, è stato ucciso stamattina a Khan Younis in un bombardamento israeliano che ha colpito la sua casa. Il giocatore dell'Ahly Gaza aveva segnato 114 gol nella sua carriera. Era lo storico capitano e leggenda del club giovanile di Khan Younis e aveva giocato per molti club in Cisgiordania e in Giordania, fra i quali l'al-Wahadat. "Che enorme perdita dentro e fuori dal campo per il calcio palestinese. Ho giocato contro di lui. Era veloce e intelligente. Un capocannoniere eccezionale. Fuori dal campo era gentile e amichevole. Un amato amico di tutti", ha detto ad Al-Jazeera il difensore di Khadamat al-Maghazi, Khalid Abu-Habel. "Sono troppo arrabbiato. È un'icona del calcio. Lo sport a Gaza ha perso molto durante la guerra. Quanti ne dovremmo perdere ancora? La comunità sportiva a Gaza sta semplicemente sparendo". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

“Tifosi israeliani del Maccabi se la sono cercata”, il post choc dell’ex Br Persichetti

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L'aggressione di ieri ad Amsterdam ai tifosi del Maccabi Tel Aviv? "Se la sono cercata". E' quanto sostiene in un post su Facebook l'ex Br Paolo Persichetti, spiegando di provare "disgusto profondo per la narrazione diffusa dai media mainstream italiani e le dichiarazioni delle leadership politiche sui fatti di Amsterdam", giudicata "una consapevole mistificazione di quanto è avvenuto, un doloso capovolgimento dei fatti".  L'ex terrorista che negli anni '80 militò nelle Brigate Rosse-Unione dei Comunisti, oggi ricercatore storico, stigmatizza "l'eterno vittimismo aggressivo sull'intangibilità dell'israeliano che invece è libero di professare razzismo" e sottolinea come dopo i fatti di Amsterdam sia "partita la grancassa del progrom antisemita", puntando il dito contro "un doppio standard di giudizio ha stancato il mondo". In particolare, afferma Persichetti, "il capo delle polizia locale Peter Holla ha spiegato che i tifosi del Maccabi, il club di Tel Aviv di cui sono noti i legami storici con la formazione fascista del Betar (sul 'manifesto' di oggi un articolo di Valerio Moggia ne spiega la storia di violenza legata all’ultradestra) hanno scorazzato prima del match per le vie del centro città strappando e bruciando bandiere palestinesi appese alle finestre, distruggendo un taxi che aveva una effige propalestina che evidentemente li disturbava, inneggiando alla distruzione di Gaza con slogan razzisti, antipalestinesi e arabofoni: 'Fate vincere l’Idf, fanxulo gli arabi' o ancora 'A Gaza non ci sono più scuole perché non ci sono più bambini'.  L’atteggiamento provocatorio non si è arrestato nemmeno una volta entrati nello stadio. Durante il minuto di silenzio per le vittime delle esondazioni di Valencia hanno fischiato per manifestare ostilità contro il governo spagnolo critico verso i crimini commessi dalle truppe israeliane nella invasione di Gaza. Sempre i supporter del Maccabi si erano comportati allo stesso modo ad Atene, nella precedente partita del girone Uefa, massacrando un ragazzo egiziano solo perché indossava una Kefia. Così all’uscita dallo stadio, dopo la partita, gruppi di militanti propalestinesi e ragazzi delle periferie che si erano organizzati nel frattempo, li hanno attesi, rincorsi e pestati. Non ci sarebbe molto da aggiungere, se non che se la sono cercata".  Invece, aggiunge l'ex Br, "è partita la grancassa del progrom antisemita, scomodando addirittura la 'Notte dei cristallli', l’eterno vittimismo aggressivo sull’intangibilità dell’israeliano che invece è libero di professare razzismo, essere violento, crudele e massacrare. E il paradosso è vedere i nipotini dell’ultradestra erede dei nazisti, autori dei progrom antiebraici di ieri, mostrarsi in prima fila solidali con la violenza degli holligans del Maccabi, solo perché oggi professano un razzismo di segno inverso: antiarabo, antimusulmano, antipersiano, in linea con l’ideologia dello choc delle civiltà caro alle destra occidentale. Un doppio standard di giudizio sta ha stancato il mondo". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Superenalotto, numeri combinazione vincente di oggi

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Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del Superenalotto di oggi, 5 aprile 2024. Centrati tre '5' da 43.476,99 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 86.200.000 di euro. L'ultima estrazione della settimana è in programma domani, sabato 6 aprile 2024.  La schedina più spartana nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.  Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.  Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 23, 40, 42, 60, 62, 63. Numero Jolly: 26. Numero SuperStar: 80.   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Nautica, Cecchi (Confindustria): ”Riforma titoli rende più competitivi professionisti italiani”

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(Adnkronos) – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 13 dicembre 2023, n. 227, concernente la riforma dei Titoli professionali del diporto per il personale imbarcato su imbarcazioni e navi da diporto impiegate in attività di noleggio e sulle navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche (iscritte al Registro internazionale). Il decreto, che modifica il decreto 10 maggio 2005, n. 121, riguarda innanzitutto i cosiddetti Titoli Stcw, cioè conformi alla Convenzione internazionale sugli Standard di addestramento, Certificazione e Tenuta della guardia per i marittimi, modificando i limiti di abilitazione in rapporto alla stazza delle unità, e disciplina inoltre il nuovo titolo nazionale semplificato dell’Ufficiale di navigazione del diporto di 2a classe (non Stcw). Lo sottolinea in una nota Confindustria Nautica.  Per quanto riguarda i primi, l’iter formativo dell’ Ufficiale di navigazione del diporto rimane il medesimo, rigorosamente conforme alle norme internazionali, ma la navigazione di addestramento potrà essere effettuata su navi da diporto o su imbarcazioni di lunghezza superiore ai 15 metri, adibite al noleggio o in uso privato, oltre che di navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche. Dopo il conseguimento, si può essere imbarcati in qualità di Ufficiale di coperta di grado inferiore al primo sulle navi fino a 3.000 Gt, oppure come comandante sulle navi fino a 500 Gt. Il Capitano del diporto può ora imbarcare come comandante su navi da diporto, adibite al noleggio o in uso privato, o su navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche, di stazza minore alle 3.000 Gt, oppure come primo ufficiale di coperta senza alcun limite di stazza. Seguendo l’evoluzione del mercato mondiale verso le grandi costruzioni, viene rimosso il tetto delle 3.000 Gt (Gross Ton) per il Comandante del diporto, che potrà essere imbarcato in comando senza alcun limite di stazza come avviene con i titoli mercantili. Coloro che sono già in possesso del titolo potranno rinnovare il proprio certificato anche prima del termine di scadenza al fine di conseguire l’upgrade. L’addestramento dell’Ufficiale di macchina del diporto potrà infine essere conseguito imbarcando anche su navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche e su navi e imbarcazioni da diporto in uso privato. Il periodo di navigazione per conseguire il titolo di Capitano di macchina del diporto è di 12 mesi, su navi da diporto, adibite al noleggio o in uso privato. Per il rinnovo periodico dei certificati dell’Ufficiale di navigazione del diporto e del Capitano del diporto sono considerate come equivalenti al servizio di navigazione alcune diverse occupazioni – come pilota del porto, ormeggiatore, ispettore di organismi di classifica, impiego presso i cantieri navali per l’effettuazione di prove tecniche di navigazione e trasferimenti delle unità da diporto – se svolte per almeno 24 mesi nei cinque anni di validità del certificato, prosegue Confindustria Nautica. Viene poi disciplinato l’atteso Ufficiale di navigazione del diporto di 2a classe, che può imbarcare in qualità di comandante di unità battenti bandiera italiana e in navigazione nel Mediterraneo o in acque interne, di stazza non superiore a 200 Gt. È un titolo nazionale, ha validità 10 anni e non richiede l’iscrizione alla Gente di mare. Per conseguirlo è necessario avere compiuto 18 anni di età, possedere i requisiti psicofisici necessari per la patente nautica B, essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado, conseguire il certificato di operatore Short Range (SRC), il corso antincendio di base, il primo soccorso base «First Aid», frequentare un corso di sicurezza personale per la navigazione d’altura e, infine, sostenere un esame teorico e pratico. Il decreto ministeriale con il programma sarà a breve emanato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.  Confindustria Nautica aveva già ottenuto la rotazione per i marittimi imbarcati sulle imbarcazioni e sulle navi da diporto oggetto di contratti di noleggio senza l’annotazione di imbarco e sbarco, ma con una semplice comunicazione (art. 38, comma 1 bis, Codice della nautica), l’introduzione del noleggio “alla cabina” (art. 47, comma 1, Codice della nautica) e ulteriori semplificazioni sono previste dal Regolamento di attuazione al Codice che l’Associazione auspica il Governo licenzi quanto prima.  “Ringrazio il Vice Ministro Edoardo Rixi, il Capo di Gabinetto Mit, Alfredo Storto, e il Vice Capo di Gabinetto, Teresa Di Matteo, per il lavoro di ascolto dell’Associazione nazionale di categoria del diporto e per il completamento del riassetto normativo del settore charter -commenta il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi-. Con la riforma si rendono finalmente più competitivi i professionisti italiani del settore, per quanto riguarda il Titolo semplificato, si potranno creare fino a 3.000 nuovi posti di lavoro. Molte società che operano con imbarcazioni da diporto, infatti, avevano rinunciato al servizio di noleggio (con equipaggio), per rifugiarsi nella locazione (senza equipaggio), proprio per l’assenza di figure professionali calibrate sulle esigenze specifiche delle unità minori”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Caos voli, ritardi e cancellazioni in aeroporti milanesi: ultime news

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Molti ritardi e voli cancellati negli aeroporti del milanese, ma gli scali hanno retto al crash informatico globale di oggi. "L'operatività dei nostri aeroporti si sta svolgendo senza significative interruzioni", assicura Sea. La società che gestisce Linate e Malpensa consiglia però ai passeggeri di "contattare la propria compagnia per verificare l'operatività dei voli", dal momento che "alcune compagnie aeree sono state coinvolte dal blackout informatico". Ci sono diversi voli che stanno continuando ad accumulare ritardo e c'è sconforto tra i passeggeri che aspettano da ore. "Il mio volo da Linate a Roma Fiumicino – racconta un passeggero all'Adnkronos – era programmato per le 20. Successivamente è stato posticipato alle 22 e alle 21.45 ci hanno detto che sarebbe partito alle 23.40. C'è disagio anche perché nello scalo i negozi e le lounge sono chiusi. Sono rimasti soltanto i distributori automatici e cibi confezionati". "Le informazioni che ci vengono comunicate sono relative. Anche gli operatori non sanno bene come comportarsi. Gli aerei ci sono ma il personale di terra non ci sa dire quando si riuscirà a decollare", spiega ancora. "Le qualità delle informazioni ai viaggiatori è di basso livello anche rispetto al codice del viaggiatore", spiega il passeggero del volo. "Siamo tanti in questa situazione. C'è anche molta rassegnazione", osserva. Nel city airport di Linate Ita Airways ha cancellato oggi 26 voli, una ventina invece – a quanto si apprende – i collegamenti di varie compagnie annullati a Malpensa. Per domani non sono state annunciate cancellazioni, ma non è escluso che il traffico aereo subisca ancora le ripercussioni del crash informatico di oggi. Ha retto al down anche l'aeroporto , dove sin dalla mattina Sacbo ha attivato il sistema di gestione locale (Local Dcs), una sorta di software di 'backup' che in occasione dei blocchi, permette di gestire direttamente i voli e le fasi di check-in e di imbarco. E così è stato evitato il caos. Nel pomeriggio e in serata qualche ripercussione del crash informatico c'è stata però anche a Bergamo, per effetto dei ritardi accumulati e delle cancellazioni subite dai voli in arrivo nello scalo, che non sono potuti quindi ri-decollare da Orio. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Amazon, multa di 10 milioni dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta

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(Adnkronos) – L’Antitrust ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro in solido a due società del gruppo Amazon, le aziende lussemburghesi Amazon Services Europe S.à r.l. e Amazon EU S.à r.l. "Grazie all’attività istruttoria, l’Antitrust ha accertato che Amazon attua una pratica commerciale scorretta consistente nella pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti offerti sul sito https://www.amazon.it. In particolare, nella pagina web dove sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato, viene pre-impostata l’opzione “acquisto periodico” anziché “acquisto singolo”, sia per prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace". E' quanto spiega l'Antitrust in una nota. "In questo modo, viene limitata in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori" in quanto "La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente induce a comprare periodicamente un prodotto – anche senza effettivo bisogno – limitando così la facoltà di scelta". Inoltre, sottolinea l'Autorità, "la condotta attuata dal gruppo è stata ritenuta in contrasto con il canone di diligenza professionale perché un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a costruire le interfacce online, relative ai processi di acquisto, in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli". In avvio di istruttoria era stata contestata anche la pre-selezione della consegna veloce a pagamento. Rispetto a questa condotta, l’Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Vittorio Emanuele di Savoia, parla Birgit Hamer: “La sua morte un sollievo”

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(Adnkronos) – "Liberazione e sollievo". Quando stamane ha appreso la notizia della morte di Vittorio Emanuele di Savoia, Birgit Hamer ha provato esattamente questo. Intervistata dall'Adnkronos, la sorella di Dirk Hamer – il ragazzo tedesco ferito a morte da un proiettile sull'isola di Cavallo, in Corsica, il 17 agosto 1978 – torna sulla spinosa vicenda giudiziaria che ha visto protagonista l'erede di Umberto II di Savoia, accusato in un primo momento di omicidio volontario e poi prosciolto dalla Camera d'accusa parigina che lo condannò a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco. Una sentenza che Birgit Hamer bolla come "una farsa", una "pagliacciata". Per la sorella di Dirk Hamer la dipartita di Vittorio Emanuele rappresenta "la fine di un incubo": "In questi anni ho pianto così tanto per mio fratello, ho avuto una vita interiore così disastrosa per via di questa storia, che ho cominciato a fare una 'maratona' di perdono. Oggi non provo più niente nei confronti di questa persona. Oggi mi sento libera". "Sarebbe ipocrita – rimarca Birgit – dire che sono triste. Lo stesso vale per mia sorella, che respira già meglio. Ora Vittorio Emanuele si trova davanti al Giudice Supremo. E lì non si può mentire".  La morte di Dirk ha segnato per sempre la vita di Birgit e della sua famiglia, che si è battuta per cercare la verità: "E' stata una storia di grande impotenza per me. Una tragedia greca. Anzi – prosegue Birgit Hamer – un giornalista una volta usò l'espressione 'tragedia shakespeariana'. Non ti liberi più di un dolore così. Una cosa è il perdono, un'altra cosa è la ricerca della giustizia. Hanno voluto creare una bolla di bugie attorno a questa storia e io non lo accetto". "E' atroce il modo in cui si sono presi gioco di noi", prosegue la sorella di Hamer, citando la conversazione del 21 giugno 2006, captata da una microspia durante la sua detenzione nel carcere di Potenza, in cui Vittorio Emanuele ammetteva di aver sparato il colpo alla gamba, vantandosi di essere uscito vittorioso dalla vicenda. "Ho deciso di scrivere il mio libro per testimoniare la verità. Non mi sono mai arresa, perché non si può uccidere la verità".  Nel 2023 ha debuttato su Netflix 'Il Principe', la docu-serie sull'omicidio Hamer: "Un eccellente lavoro quello di Beatrice Borromeo – spiega Birgit Hamer – e sono contenta sia uscito quando quella persona era ancora in vita". Quando le viene chiesto se intende dire qualcosa ai parenti di Vittorio Emanuele, Birgit risponde: "Non me la sento di dire nulla a questa famiglia, mi dispiace che questa figura abbia rovinato la vita non solo alla nostra famiglia ma anche alla sua. Mi auguro che si sia pentito prima di morire. Noi non abbiamo mai sentito una sola parola di dispiacere o di pentimento da parte sua. Niente". (di Antonio Atte) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Nausea e vomito per il 66% delle donne in gravidanza, studio italiano indaga l’impatto

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(Adnkronos) – La nausea e il vomito colpiscono in totale il 66% delle donne durante la gravidanza in Italia, un dato che evidenzia la rilevanza numerica di questo disturbo; solo il 25% delle donne con nausea e vomito ha ricevuto un trattamento per contrastare i sintomi. Sono i dati che emergono dallo studio PURITY che rappresenta, a oggi, il primo e unico studio multicentrico che ha indagato in modo approfondito la prevalenza della nausea e del vomito in gravidanza (NVP) nelle donne italiane e il suo impatto sulla qualità di vita, sull’attività lavorativa e sulla vita personale, in un campione ampio e rappresentativo delle gestanti italiane. Questi disturbi – riporta una nota – sono sempre stati vissuti, nell’immaginario collettivo, come tipici delle prime fasi della gravidanza e in quanto tali, destinati a scomparire con l'evolvere dell’epoca gestazionale. Gli studi più recenti su questa tematica hanno invece dimostrato che non è così.  "Nella maggior parte dei casi la NVP si manifesta in maniera moderata, anche se la durata dei sintomi può superare il primo trimestre di gravidanza. Sebbene il disturbo più frequente sia la nausea, vi è un'alta percentuale, circa il 37% dei casi, in cui alla nausea si associa anche il vomito – commenta Romolo Di Iorio, professore associato di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Roma Sapienza – In una casistica più rara, circa il 4%, ritroviamo inoltre donne in stato interessante in cui la NVP può peggiorare e diventare iperemesi gravidica, una condizione patologica che può portare anche al ricovero e che nei casi più gravi comporta rischi significativi sia per la donna che per il bambino".  Nel nostro Paese la NVP è stata spesso sottovalutata e sottotrattata – si legge – PURITY è nato proprio per colmare tale vuoto conoscitivo ed ha coinvolto un campione omogeneo di 528 pazienti gravide afferenti a tre strutture ospedaliere italiane: l’Ospedale dei Bambini ‘Vittore Buzzi’ di Milano, il Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Alle donne intervistate è stato somministrato un questionario in due fasi: nella prima, tra la diciottesima e la ventiduesima settimana di gravidanza, si valutava la prevalenza e la gravità della NVP, l’insorgenza e la durata dei sintomi, il loro trattamento e l’impatto sulla qualità della vita; la seconda fase, entro 14 giorni dopo il parto, ha esaminato invece la correlazione tra i sintomi della NVP in gravidanza e gli esiti neonatali, nonché lo stato di salute post-parto delle donne.  "Ci siamo posti come obiettivo non solo quello di esaminare la gravità del disturbo e le possibili terapie, ma anche gli aspetti legati alla qualità di vita della gestante. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo inserito domande specifiche che hanno evidenziato come le donne richiedano una maggiore attenzione al problema, che in quanto tale deve essere riconosciuto e curato – spiega Irene Cetin, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell'Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Ostetricia del Policlinico di Milano – In questo senso il professionista sanitario svolge un ruolo fondamentale per dare sollievo e fornire un aiuto concreto alla donna. È nostro compito, infatti, rendere consapevole la donna che è possibile vivere questa fase della vita in tutti i suoi aspetti senza sacrificare il rapporto di coppia, né dover rinunciare alla propria vita sociale o lavorativa. In situazioni difficili o invalidanti si può infatti ricorrere ad una terapia efficace e sicura che permetta di vivere a pieno i nove mesi della gravidanza, senza più limitazioni".   Lo studio ha evidenziato che, in alcuni casi, la NVP può portare le donne a star male al punto da obbligarle a smettere di lavorare o, in casi estremi, a pensare di interrompere la gravidanza; questo porta il fenomeno a essere considerato di grande impatto anche nell’opinione pubblica, che invece lo ha sempre sottovalutato e associato a una condizione quasi normale della gravidanza. Inoltre, sulla base di una scala, utilizzata a livello internazionale, che ha valutato la gravità del disturbo (PUQE – Pregnancy-Unique Quantification of Emesis and Nausea), è emerso che 348 donne su 528 hanno sofferto di nausea e vomito in gravidanza nelle prime 22 settimane. Nello specifico, i sintomi si sono presentati in forma lieve in 118 donne, pari al 34% dei casi, moderata in 217 donne (62%) e grave in 13 pari al 4%. L’indagine evidenzia che solo il 25% delle donne coinvolte ha ricevuto un trattamento (farmacologico o non farmacologico) per contrastare i sintomi. Tra queste, la maggior parte delle intervistate, pari al 67,7%, ha dichiarato di aver utilizzato l’associazione di Doxilamina 10 mg e Piridossina 10 mg. "Oltre a questi dati, uno dei risultati più importanti e statisticamente significativi raccolti nella seconda fase dello studio è stato quello riferito al tempo gestazionale: infatti le donne che presentano nausea e vomito in gravidanza – conclude Cetin – hanno avuto in media un tempo gestazionale più corto; quindi, hanno avuto un parto pretermine, in quanto non sono arrivate alla quarantesima settimana".  Sposando lo stesso razionale dello Studio PURITY, la SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, ha avviato uno studio prospettico osservazionale multicentrico denominato “PURITY Extended”, con l’obiettivo di determinare la dimensione della NVP su un campione più ampio e la sua evoluzione nel corso dei tre trimestri della gravidanza. Questo studio ha visto il coinvolgimento di 1.300 gestanti afferenti a 100 strutture ospedaliere italiane dislocate su tutto il territorio nazionale. In questa nuova indagine sono state valutate in particolare l’incidenza e l’evoluzione della NVP durante il primo, il secondo e il terzo trimestre della gravidanza su un campione molto ampio, prendendo in considerazione anche le differenze geografiche e socioeconomiche e l’atteggiamento comunemente assunto dai ginecologi nella gestione di tale disturbo, oltre alle possibili conseguenze della NVP sulla gravidanza (es. diabete gestazionale, ipertensione/preeclampsia) e sul bambino (es. iposviluppo fetale, modalità del parto e peso alla nascita).  “La SIGO ha ritenuto necessario colmare un vuoto esistente nella letteratura scientifica italiana avviando lo studio PURITY Extended” – commenta Nicola Colacurci, già professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e Past President di Sigo – Attualmente, infatti, l’impatto di nausea e vomito in gravidanza risulta essere ancora sottostimato, sia perché le donne potrebbero evidenziare la presenza di tale problematica solo quando i disturbi impattano negativamente sulla qualità della loro vita, sia per la modalità di ricerca dei disturbi da parte dei ginecologi. Ad oggi abbiamo intervistato oltre 500 donne gravide e prevediamo di avere i primi dati dello studio nel mese di ottobre”.  A tale proposito, Mario Mangrella, direttore Medico Scientifico e degli Affari Regolatori di Italfarmaco, afferma che l’azienda “ha una missione chiara: migliorare la vita dei pazienti e il loro benessere attraverso prodotti innovativi e ricerche scientifiche di grande valore qualitativo che generano nuove e moderne evidenze. Il nostro impegno si manifesta concretamente nell'area terapeutica ginecologica – sottolinea – dove l'azienda si dedica allo sviluppo di soluzioni innovative e complete, mirate a migliorare la salute e il benessere delle donne in tutte le fasi della loro vita. Italfarmaco rappresenta oggi una delle principali realtà italiane focalizzate in questa importante area terapeutica. Lo Studio PURITY – aggiunge Mangrella – promosso da Italfarmaco, è il primo e unico studio clinico in Italia nel suo genere, costituisce un esempio significativo di questo impegno: siamo orgogliosi di averlo promosso e di aver così contribuito a generare nuove e solide evidenze scientifiche. Sostenere le donne durante la gravidanza è essenziale, poiché questo periodo cruciale può influenzare profondamente la vita familiare, sociale e professionale. Per questo” l’azienda “ritiene fondamentale il ruolo dell'alimentazione materna nei diversi momenti della vita della donna e negli stadi della gravidanza e del puerperio, poiché essa è decisiva per la crescita e lo sviluppo fetale e può influire sul futuro stato di salute del bambino. La nausea e il vomito in gravidanza (NVP) possono compromettere gravemente l’alimentazione materna e l’introito di componenti, quali vitamine e oligoelementi, essenziali per il corretto progresso della gestazione e per la salute e la crescita del bambino. Anche per questo – conclude – è particolarmente importante identificare precocemente la NVP e saperla gestire con i trattamenti appropriati. Siamo perciò particolarmente orgogliosi di aver introdotto in Italia l’associazione precostituita di Doxilamina 10 mg e Piridossina 10 mg, il primo trattamento farmacologico specificamente sviluppato e autorizzato per curare la nausea e il vomito in gravidanza”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Frosinone, omicidio a Villa Latina: 42enne ucciso a coltellate dopo una lite

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(Adnkronos) – Un uomo di 42 anni è morto dopo essere stato accoltellato al culmine di una lite questa sera a Villa Latina, in provincia di Frosinone. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per ricostruire l’accaduto e un uomo sarebbe stato portato in caserma.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sostenibilità, Luglini (Leonardo): “Nostro piano guidato dai dati, fondamentale coinvolgere fornitori

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(Adnkronos) – "In occasione della definizione dell'ultimo piano industriale e strategico 2024-28 è stato definito anche un piano di sostenibilità, presentato a marzo a tutta la platea degli stakeholders. Noi abbiamo un approccio alla sostenibilità guidato dai dati, nell'ottica del principio 'se puoi misurarlo puoi gestirlo'. Ma questo significa avere a che fare con circa 250 indicatori di prestazione, e oltre 8 mila dati che sono la base numerica dei nostri obiettivi di sostenibilità". Lo ha sottolineato Raffaella Luglini, Chief Sustainability Officer di Leonardo nel suo intervento al convegno 'Come rendere concreta la Sostenibilità' in corso al Palazzo dell'Informazione a Roma.  La Cso del gruppo ha ricordato come il Piano si basi su alcuni capisaldi come 'planet', 'people', 'prosperity' e 'governance'. Ma in questo processo – ha aggiunto – "è fondamentale accompagnare anche la catena di fornitura verso gli obiettivi di sostenibilità. Molti dei nostri fornitori sono piccole e medie aziende, cruciali o di prossimità, e questo per noi significa entro il 2028-30 accompagnare più di 500 piccoli e medi fornitori ad avere obiettivi di decarbonizzazione". —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Demografia, Billari (Bocconi): “E’ lente per guardare al futuro”

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(Adnkronos) – "La demografia è come il meccanismo di un orologio: si muove con la lancetta dei secondi, che può provocare ansia, ma si muove anche con la lancetta delle ore, quindi è pericoloso vederla solo come lenta. Sessant’anni fa abbiamo avuto il picco del baby boom. E’ un aspetto che emerge oggi ed è una conseguenza del passato. Ad oggi, infatti, se i nati sono 379mila, i diciottenni tra alcuni anni non potranno essere un milione. Nell’orologio c’è un meccanismo che si chiama ‘corona’, che sposta la lancetta delle ore ed è il ruolo della politica e dell’economia. Se è importante il lungo periodo dobbiamo sederci e ragionare in modo bipartisan: è necessario che il consenso vada al di là del dibattito annuale e della semplificazione destra/sinistra. I cambiamenti nella popolazione possono avere tempi lenti. Per ragionare sui prossimi cinque anni, la natalità non è il parametro da valutare”. Lo ha sottolineato Francesco Billari, rettore dell’università Bocconi, durante il talk ‘Guardare al futuro dell’Europa attraverso la lente della demografia’, nel terzo giorno di lavori del StatisticAll, in corso a Treviso. Un confronto che ha avuto come obiettivo il considerare le trasformazioni profonde che stanno plasmando il continente in termini di popolazione, struttura per età, flussi migratori e dinamiche familiari e che che avranno impatti significativi sull'Europa dei prossimi decenni. Billari sottolinea il legame fra demografia e innovazione: “Storicamente molte innovazioni sono state frutto dell’ingegno di giovani. Ora per la prima volta nella nostra storia siamo in presenza di più generazioni". "In Italia siamo il terzo paese al mondo con over65 – sottolinea – Pertanto, a causa dell’invecchiamento e dello spopolamento, la demografia è parte della mancanza di innovazione. Se l’Italia è leader mondiale dell’invecchiamento della popolazione, deve essere anche leader mondiale nel dare risposte a questo segmento di popolazione”.  Un altro aspetto toccato da Billari nel corso del talk è il rapporto tra demografia e sostenibilità: “Il concetto di sostenibilità nasce dalla demografia, per garantire un pianeta e delle società che servano le generazioni future. In qualche modo la demografia è madre della sostenibilità, ma il concetto odierno, discusso anche in ambito europeo, a volte è troppo restrittivo – continua – Ad oggi si parla di ambiente, ambienti sociali e configurazione di norme, ma quando si parla di sostenibilità è necessario capire cosa succede nelle aree che si stanno spopolando. La governance ha bisogno che le imprese riescano ad aggredire questi temi e che la società sia pronta a queste sfide senza precedenti”. Infine, Billari conclude illustrando la sua visione dell’Europa con le lenti della demografia: “E’ un continente in decrescita, forse lenta o forse no. Sulle politiche migratorie, che è una parte cruciale, l’Europa non ha ancora deciso. Abbiamo un continente anagraficamente anziano e una posizione geografica che ci ha assicurato, però, millenni di cultura, all’incrocio del mediterraneo, tra nord e sud, tra est e ovest, poi dobbiamo decidere noi se guardare solo la lancetta dei secondi – dell’orologio demografico – e farci prendere dall’ansia. La società deve lavorare per più generazioni e gli anziani non vanno demonizzati: il sistema deve funzionare tanto per gli anziani quanto per i bambini. Se si pensa che l’Europa funzioni per più generazioni, forse la gente tornerà a fare più figli. E’ necessario avere una politica migratoria più adeguata”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Listeria in insalata iceberg in busta, richiamati lotti di 19 marchi

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(Adnkronos) – Listeria nell'insalata 'iceberg' in busta. Il ministero della Salute ha richiamato alcuni lotti di 19 marchi per "rischio microbiologico", legato al batterio che provoca la malattia infettiva listeriosi. I marchi coinvolti sono: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh e Foglia Verde Eurospin. Per tutti "si invita a riconsegnare il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato", si legge nel richiamo. Per individuare i singoli lotti per cui è previsto il richiamo è possibile consultare il sito del ministero della Salute (Guarda). Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo ampiamente diffuso nell'ambiente, nel suolo, nell'acqua e nella vegetazione. "La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45 gradi centigradi), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti", ricorda sul suo sito l'Istituto superiore di sanità. La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, "dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (è in genere autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all'insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Nelle forme sistemiche l'incubazione può protrarsi anche fino a 70 giorni", conclude l'Iss.   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Germania, esponente dell’AfD accoltellato a Mannheim: arrestato aggressore

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(Adnkronos) – Un politico locale dell'estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) è stato accoltellato nella città tedesca occidentale di Mannheim, secondo quanto appreso da fonti della sicurezza. L'uomo, candidato alle elezioni locali, è stato ferito ieri sera intorno alle 22:45. L'autore dell'aggressione è stato arrestato, ha riferito la Dpa oggi.  La polizia di Mannheim ha confermato solo che c'è stata un'operazione di polizia, ma ha detto che avrebbe fornito informazioni in mattinata. Secondo l'associazione distrettuale dell'AfD, l'incidente è avvenuto vicino alla piazza del mercato nella zona di Rheinau.  Il candidato, che ha riportato solo tagli ma è ancora in ospedale, è stato accoltellato dopo aver contestato una persona che stava rubando un manifesto elettorale. L'AfD ha dichiarato che tre persone sono state coinvolte nell'incidente e due sono fuggite. Secono il partito di estrema destra, l'attacco è stato commesso da estremisti di sinistra, informazione che non è stata confermata ufficialmente. “Siamo scioccati e costernati”, ha dichiarato Markus Frohnmaier, presidente dell'AfD.  L'incidente arriva poco dopo la morte di un agente di polizia tedesco accoltellato durante un raduno anti-Islam nella stessa città la settimana scorsa. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Costanzo (Humanitas): “Psoriasi sotto controllo se trattata entro primi 2 anni”

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(Adnkronos) – "Già dalla comparsa della prima placca siamo in grado di fare la diagnosi di psoriasi e intervenire. Tuttavia, il problema è che i pazienti con questa malattia recidivante e cronica iniziano ad essere curati dopo 12 anni dai primi sintomi. La conseguenza è che la patologia si cronicizza. I dati mostrano che se trattiamo la malattia entro primi due anni abbiamo una probabilità di controllarla molto alta, dopo scende molto". Lo ha detto Antonio Costanzo, direttore dell'Uoc di Dermatologia presso Irccs Istituto Clinico Humanitas Rozzano di Milano, intervenendo alla conferenza stampa a Roma sull'approvazione della rimborsabilità per il farmaco deucravacitinib. "Curare prima aiuta anche a prevenire le comorbidità come l'artrite e le complicanze cardiovascolari, perché la psoriasi – sottolinea Costanza – è un fattore di rischio per infarto indipendente da colesterolo, fumo o obesità". Inoltre "può essere associata ad altre patologie come l'artrite e la sindrome metabolica – spiega all'Adnkronos Salute – che impattano a loro volta sulla qualità della vita dei pazienti".  In Italia "la psoriasi colpisce circa il 3% della popolazione, quindi è una malattia piuttosto frequente – fa notare l'esperto – Finalmente abbiamo una novità terapeutica, deucravacitinib, una piccola molecola che può essere assunta per bocca una volta al giorno e che va ad interferire proprio con i meccanismi che portano allo sviluppo delle placche. Come? Va a legarsi a una proteina che sta dentro le cellule e che ha il compito di segnalare l'infiammazione. Quindi bloccando questa proteina blocca il segnale dell'infiammazione nella pelle dei nostri pazienti. In questo modo, nel corso delle settimane il paziente vede migliorare la propria pelle e in concomitanza anche la propria qualità della vita. Spariscono prurito e chiazze visibili". Questa molecola "approvata e anche rimborsata in Italia tramite il Servizio sanitario nazionale è stata testata in studi clinici contro un'altra molecola che ha funzionato di meno. Deucravacitinib induce la guarigione delle placche psoriasiche in più del 60% dei nostri pazienti. Quindi si pone per quei pazienti che hanno una malattia moderata severa al fallimento, alla controindicazione delle terapie convenzionali come la ciclosporina e il metotrexate e su una larga fetta di pazienti affetti da questa malattia". Finora "i dati che abbiamo ci dicono che finché si assume deucravacitinib la psoriasi rimane sotto controllo. Una volta sospesa la terapia la psoriasi può tornare perché è una malattia cronica su base genetica, torna però in maniera molto lenta. Quindi c'è sempre il tempo di ricominciare la terapia. L'indicazione al momento è quella di assumerla a vita" conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

E’ morta Rita Granata, la ragazza investita a Fuorigrotta mentre scendeva dal taxi

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(Adnkronos) – Non ce l'ha fatta Rita Granata, la 27enne napoletana investita da un'auto domenica notte in via Leopardi, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli mentre scendeva da un taxi. La giovane era rimasta gravemente ferita, dopo essere stata sbalzata ad alcune decine di metri di distanza dal luogo dell'impatto. La notizia sta facendo il giro dei social da alcune ore, dove sono comparsi diversi messaggi di familiari e amici della ragazza. Subito soccorsa, era stata ricoverata in condizioni disperate all'ospedale San Paolo di Napoli, dove era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico.  Purtroppo, le sue condizioni sono precipitate ed è deceduta nella mattinata di oggi, dopo tre giorni di agonia. L'automobilista 24enne che aveva investito la 27enne si era dato inizialmente alla fuga, per poi tornare mezz'ora dopo sul luogo dell'incidente, dove era stato identificato e ascoltato dagli agenti della polizia municipale. Rita Granata era laureata all'Università L'Orientale di Napoli in Relazioni internazionali ed era supervisore e partner di ricerca per il Centro Studi d'Europa. Nella stessa notte, sempre a Napoli, in un altro incidente aveva perso la vita la 21enne Rita Romano: l'automobilista pirata, un 29enne, è finito in carcere per omicidio stradale aggravato dalla fuga.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Gaza, tre britannici tra i 7 operatori Wck uccisi. Manifestanti sotto casa di Netanyahu: “Dimissioni”

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(Adnkronos) – Ci sono tre cittadini britannici tra i sette operatori umanitari uccisi nel raid israeliano contro un convoglio di aiuti della Ong World Center Kitchen a Gaza. Le altre quattro vittime – riferisce la Bbc che pubblica i nomi dei volontari inglesi John Chapman, James Henderson e James Kirby – provenivano da Polonia, Australia, Canada e Stati Uniti.  Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha telefonato al premier israeliano Netanyahu al quale ha detto di "essere rimasto sconvolto dall'uccisione di operatori umanitari, tra cui tre cittadini britannici, in un attacco aereo a Gaza ieri e ha chiesto un'indagine indipendente approfondita e trasparente su quanto accaduto", ha reso noto Downing Street. "Il primo ministro (Sunak, ndr) ha detto che troppi operatori umanitari e civili hanno perso la vita a Gaza e che la situazione è sempre più intollerabile". Usa "indignati" ''Siamo rimasti indignati nell’apprendere di un attacco dell'Idf che ha ucciso diversi operatori umanitari civili della World Central Kitchen, che ha lavorato incessantemente per fornire cibo a coloro che soffrono la fame a Gaza e, francamente, in tutto il mondo'', ha detto il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in una conferenza stampa. ''Inviamo le nostre più sentite condoglianze alle loro famiglie e ai loro cari'', ha aggiunto. In merito all'indagine sull'incidente, Kirby ha detto che ''ci auguriamo che tali risultati vengano resi pubblici e che venga assunta un'adeguata responsabilità".  A far salire la tensione tra Usa e Israele c'è anche l'attacco sferrato contro il consolato iraniano in Siria. Il Pentagono, ha spiegato la portavoce Sabrina Singh, ha contattato l'Iran il giorno dopo il raid aereo contro il consolato di Teheran a Damasco e ha chiarito che non è coinvolto nell'attacco. "Abbiamo spiegato molto chiaramente all'Iran, attraverso canali privati, che non siamo responsabili dell'attacco avvenuto a Damasco". Singh ha aggiunto che, ''data la forte tensione nella regione, volevamo rendere molto chiaro, anche attraverso canali privati, che gli Stati Uniti non erano coinvolti nell’attacco a Damasco''. Secondo gli Stati Uniti, è Israele ad avere la responsabilità dell'attacco. Ma, allo stesso tempo, la portavoce ha detto che ''non siamo stati informati dagli israeliani del loro attacco o dell'obiettivo previsto del loro attacco a Damasco". Intanto in Israele monta la protesta contro il governo. Nella serata di martedì migliaia di manifestanti sono riusciti a superare i cordoni di sicurezza posti dalla polizia israeliana e hanno raggiunto l'ingresso della casa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad Aza Road, a Gerusalemme. Lo riferiscono i media israeliani che condividono i video della marcia. Sventolando bandiere israeliane e tenendo alte le torce, i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del premier, nuove elezioni e un accordo che possa riportare in patria gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. In testa ai manifestanti ci sono proprio i familiari degli ostaggi. E centinaia di manifestanti hanno protestando, per il terzo giorno consecutivo anche davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano a Gerusalemme, chiedendo il rilascio immediato degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, le dimissioni di Netanyahu e le elezioni generali. Durante la marcia sono stati alzati cartelli con la scritta "riportateli a casa" e "fermate la guerra". Intanto l'Autorità nazionale palestinese ha inviato al segretario generale delle Nazioni Unite una lettera che rinnova la sua richiesta di adesione alle Nazioni Unite. E' quanto riferisce la stessa Autorità in post su 'X'. "Oggi, lo Stato di Palestina, e su istruzioni della leadership palestinese, ha inviato una lettera al segretario generale chiedendo di riconsiderare la domanda di adesione", sottolinea l'Autorità. Nella lettera allegata al post, il rappresentante palestinese Riyad Mansour fa riferimento alla domanda iniziale del settembre 2011 e chiede una nuova valutazione questo mese.  Nel settembre 2011, l'Autorità Palestinese, ricorda la 'Cnn', non è riuscita a ottenere il riconoscimento delle Nazioni Unite come Stato membro indipendente. Un anno dopo, l'Onu ha deciso che lo status dell'Autorità palestinese di "entità osservatore non membro" sarebbe stato cambiato in "stato osservatore non membro". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tumore comprimeva cuore e polmone, salvato con intervento robotico

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(Adnkronos) – Aveva una massa tumorale sopra il cuore che occupava anche gran parte del torace di destra un 51enne salvato da un intervento eseguito alle Molinette della Città della Salute di Torino con tecnica mini invisiva robotica utilizzando un accesso innovativo finora mai utilizzato in Italia, con tre piccole incisioni di pochi millimetri a livello addominale. Il paziente lamentava da mesi un peso a livello del cuore ed una costante mancanza di fiato. Le indagini avevano dimostrato una massa tumorale di 10 x 10 centimetri che comprimeva il cuore, l’aorta ed il polmone di destra. La neoformazione aveva origine dal timo, una ghiandola che si trova sopra il cuore.  “Mediante un accesso sotto lo sterno – spiega Paraskevas Lyberis, che ha condotto l’intervento – e due piccole incisioni sotto le coste di circa 8 mm, una a destra ed una a sinistra, l’équipe chirurgica ha potuto asportare la voluminosa massa tumorale. La sfida era quella di riuscire ad asportare per intero la lesione senza dover effettuare alcun taglio maggiore sul torace. L’incisione a livello addominale sopra il diaframma è ancora meno invasiva e meno dolorosa rispetto all’accesso standard a livello toracico, che viene impiegato negli interventi robotici toracici, e permette di asportare masse toraciche anche di notevoli dimensioni senza utilizzare grandi incisioni toraciche. Ciò implica pertanto un miglior controllo del dolore nel post-operatorio ed un tempo di ricovero ancora più breve, nell’ambito di 1-2 giorni”. “La possibilità di eseguire un elevato numero di interventi per via robotica – conclude Paraskevas Lyberis ci permette di impiegare tecniche chirurgiche sempre più all’avanguardia e nuovi accessi volti a garantire un sempre minor dolore, unito alla capacità di asportare masse tumorali anche di grandi dimensioni in completa sicurezza e con grande precisione, senza danneggiare organi vitali, quali i polmoni o il cuore”.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Anguille a rischio estinzione, gli chef le tolgono dai menù

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(Adnkronos) – Le anguille sono a rischio estinzione, il 95% è già scomparso, tanto da essere classificate nella lista rossa dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), e i più grandi chef del mondo hanno lanciato da dicembre un appello per bandirle dai menù. ''L’allarme sul futuro dell’anguilla – si legge in un articolo sul 'Sole24ore' – è stato lanciato dalla Ong Ethic Ocean ed è stato raccolto dai componenti del World Culinary Council di Relais & Châteaux bandendo l’anguilla dai loro menù e invitano gli altri colleghi a fare lo stesso, sollecitando anche le autorità ad ascoltare gli appelli degli scienziati che chiedono di sospendere la pesca dell’anguilla europea''.  ''In realtà le autorità si sono mosse da tempo per salvaguardare questa specie, almeno in area europea. Per stare in acque più vicine a noi, la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo ha realizzato una ricerca in nove Paesi (tra i quali, l’Italia) per la conservazione della specie e preservare il patrimonio della pesca artigianale. Un Piano gestionale nazionale, poi, prevede la chiusura della pesca di anguilla in molte regioni, la riduzione della pesca in molti bacini e una nuova normativa per il prelievo e l’uso di ceche nelle acque italiane, ma non basta. Secondo Federparchi, nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni e dai settori della pesca e dell’acquacoltura, l’anguilla permane in “Pericolo critico”, anche perché non è possibile ancora riprodurla in cattività e la strada per la creazione e lo svezzamento di giovani anguille in cattività è tuttora lunga e complessa. Solo in Italia, secondo gli ultimi dati e relativi al 2021, se ne catturano 50 tonnellate tra anguilla gialla e argentina destinate alla vendita, ed è in vigore il divieto di pesca da gennaio a giugno. Nel 2023 la situazione si è aggravata, tanto che alcune regioni hanno posto il fermo per tutto l’anno''.  ''A fine 2024 si concluderà anche il progetto europeo Lifeel, il primo di conservazione dell’anguilla europea, finalizzato a mantenere e incrementare lo stock naturale di Anguilla anguilla. Il progetto intende contribuire a contrastare le grandi minacce che affliggono la specie. L’area geografica comprende due stati – Italia e Grecia – in particolare per l’Italia quella del bacino idrografico del Fiume Po e del Delta del Po. ''Oltre a individuare i soggetti più adatti alla riproduzione e migrazione per definirne le caratteristiche – spiega Massimiliano Costa, direttore Parco Regionale Delta del Po Emilia-Romagna – il progetto punta a ottenere la riproduzione in cattività. Assieme alle università di Bologna, Tokio e Amsterdam siamo in dirittura di arrivo con questo obiettivo''.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)