(Adnkronos) –
Enrico Mentana chiede un segnale a La7 dopo le parole "molto sgradevoli e offensive" pronunciate da Lilli Gruber nei confronti del direttore del telegiornale, 'reo' di aver sforato con i tempi ritardando l'inizio della puntata di Otto e mezzo andata in onda il 6 maggio. "Ieri sera siamo andati un po' lunghi con il telegiornale, era una giornata cruciale, importantissima: la prospettiva di pace in Medioriente, la tragedia di Casteldaccia, vicino a Palermo, In più come ogni lunedì c'erano i nostri sondaggi e l'appuntamento con il Data Room di Milena Gabanelli. Come ogni lunedì siamo andati un po' lunghi, me ne scuso con i telespettatori. Un po' lunghi, come era prestabilito e concordato con chi dirige questa rete", dice Mentana chiudendo il tg di oggi. "Chi ci ha seguito, Lilli Gruber, perché non mi piace di far finta di non sapere nomi e cognomi, ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Io mi siedo qui da 14 anni per fare questo tg, non ho mai offeso volontariamente nessuno e tantomeno i colleghi che lavorano su questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e gradirei da parte dell'azienda per cui lavoro che non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore. Domani sera vedremo se c'è stato qualcosa, altrimenti trarrò conclusioni e dirette conseguenze", conclude.
Gruber, Mentana e il ritardo: non è la prima volta, quando Vespa e Mannoni…
—politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mentana: “Offeso da Lilli Gruber, La7 dica qualcosa o traggo conclusioni”
M5S, lettera 11 ex eletti in difesa di Grillo: “Conte si assuma responsabilità tracollo”
(Adnkronos) – "'L’ingratitudine è una mescolanza di egoismo, orgoglio e stupidità', affermava Cartesio. 'Di norma, gli uomini sono stupidi, ingrati invidiosi, bramosi degli averi altrui; abusano della propria superiorità quando sono forti e diventano delinquenti quando sono deboli'-aggiungeva Voltaire. Solo per contribuire a ripristinare la verità storica, fattuale e poi anche politica, interveniamo in merito alle evidenti divergenze tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, il fondatore del M5S, assieme a Gianroberto Casaleggio, il visionario mite e determinato, purtroppo scomparso prematuramente, ai quali molti "smemorati di Collegno", senza arte né parte, dovrebbero dimostrare rispetto e gratitudine. Questo perché il silenzio non è più un'opzione". Inizia così, con un incipit di fuoco, la lettera visionata dall'Adnkronos che 11 ex parlamentari del M5S hanno messo nero su bianco entrando a gamba tesa nello scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Tra i firmatari intervenuti in difesa del garante e cofondatore del Movimento, anche volti storici e di peso del M5S, come Nicola Morra, Elio Lannutti e Alessio Villarosa. A siglarla sono inoltre Rosa Silvana Abate, Ehm Yana Chiara, Jessica Costanzo, Emanuele Dessì, Michele Sodano, Simona Suriano, Raffaele Trano e Andrea Vallascas. "La lettera di Conte in risposta a Grillo ha profondamente colpito molti di noi per i modi – scrivono gli 11 ex -, oltre che per il contenuto. Questo grottesco "scontro" tra i due "leader" di un movimento che doveva essere "leaderless" è esattamente ciò che l'establishment desiderava: un Movimento 5 Stelle indebolito e diviso, avendo fallito il suo progetto di rivoluzione culturale, sempre più inconsapevolmente strumento del sistema. L'idea di un'assemblea costituente per rimettere in carreggiata il fu movimento ora partito riecheggia le pratiche dei vecchi partiti che si volevano pensionare. È questo il destino del M5S? Cosa si vuole “costituire”? Trasformarsi in un clone del PD adottando stesse logiche e uguali metodi della politica tradizionale che ha devastato l'Italia negli ultimi decenni sottraendo presente oltre che futuro a tutti noi? Abbiamo cercato in ogni modo di far comprendere che sostenere Draghi sarebbe stato un errore fatale per il Movimento", scrivono gli ex, chiedendo a Conte di assumersi la responsabilità "del tracollo" registrato alle ultime europee. "Ricordiamo le parole di Conte mentre tentavamo di ribadire l'essenza e la storia del M5S che per sua natura non poteva essere perno di un esecutivo di quel genere. La sua risposta fu: "Se fossi iscritto a Rousseau, voterei la fiducia a Draghi". Ognuno si prenda le proprie responsabilità – chiedono dunque gli ex eletti -. Oggi chi si scusa con gli iscritti, si dimentica di alcuni, gli espulsi, che hanno pagato un conto durissimo per aver mantenuto fede ai principi ed esclusi perché scomodamente eretici. Le scuse tardive non cancellano le responsabilità di chi ha preferito il potere al servizio, perché il Movimento con la M maiuscola era nato il 4 ottobre non per caso ma per servire gli ultimi. Come può un leader che ha guidato il Movimento dal 32,7% al 9,99% non assumersi minimamente la colpa di questo tracollo? Sembra sentirlo "Sono tutti responsabili tranne me!!!"", accusano. "Quel Movimento è stato completamente stravolto. Il cambiamento è necessario, ma lo stravolgimento senza valutarne gli effetti e rispettare identità e storia di chi sta cambiando è spesso puro caos e protagonismo narcisista. È come vincere due campionati del mondo e, alla prima sconfitta, gettare alle ortiche tutto ciò che ha portato al successo. Follia o strategia calcolata? Beppe Grillo ha sicuramente commesso errori, ma ha dato l'anima per far nascere l'unica vera innovazione capace di far tornare entusiasmo nei confronti della politica. Scaricare tutta la colpa delle difficoltà del fu movimento su Grillo è assolutamente scorretto, così come lo è affermare che il garante cercasse un incontro ristretto di pochi fidati ruffiani per cambiare le regole del movimento stesso". "Chi conosce Beppe sa – si dicono convinti Villarosa, Lannutti, Morra e gli altri – che chiedeva il solito confronto, come si è sempre fatto negli anni, con tutti, ribadiamo tutti, gli eletti a Roma, perché se sono lì in qualche misura c'entra anche lui, il Garante. La crisi di consenso non deriva dalla mancanza di cambiamento. Al contrario, il Movimento è cambiato radicalmente negli ultimi anni, tanto da assomigliare molto a ciò che doveva combattere, e questo ha generato dubbi e confusione tra gli elettori. Che hanno abbandonato quel soggetto politico, anche se fior fiore di direttori di giornali hanno incensato il professore Conte come l'unto del Signore, l'uomo della Provvidenza, il risolutore dei problemi delle persone umili e dei lavoratori silenziosi, dei giovani che dopo aver studiato debbono o emigrare per lavorare o svendersi per rimanere in un paese che privilegia non il sapere, ma il conoscere (le persone importanti, a scampo di equivoci)". "È assurdo leggere – rincarano la dose – che qualcuno si sia sentito "costretto" a votare provvedimenti dannosi proposti da Draghi. Molti dei parlamentari eletti col Movimento non hanno votato la fiducia, in presenza di un voto in rete evidentemente "orientato" anche da dichiarazioni dello stesso Conte, ora smemorato! Non si può scaricare sempre la colpa su altri smentendo se stessi. La rete conserva traccia e sbugiarda non solo il Pinocchio di Rignano, ma anche gli attori che fingono di non ricordare! Fa poi rabbia leggere nella lettera del capo politico attuale fantasie sui gruppi territoriali. È evidente a tutti che il Movimento nei territori non esiste più". "I veri attivisti, quelli che hanno sempre lavorato senza secondi fini, senza ambire alla candidatura, hanno capito che il Movimento era diventato un partito come gli altri, da "partita del cuore” tutti abbracciati affettuosamente. Serve credibilità, non nuova organizzazione. Infine, si dice: "Siamo e dovremo sempre essere radicali nel difendere i nostri principi e valori." Ma allora perché si sta cambiando continuamente il Movimento? In Italia, purtroppo, molti si fanno influenzare più dalle personalità artificiosamente create dai media e dai social che dalle idee, dalla profondità di pensiero. Questo, della mitologia farlocca di "capi" che poi scaricano sugli altri loro responsabilità, è esattamente ciò che abbiamo sempre cercato di cambiare. Il Movimento 5 Stelle non era proprietà di nessuno. Era una casa dei cittadini in cui tutti erano ospiti, non padroni. È giusto ricordare le radici, rispettare i principi che hanno reso coinvolgente quel progetto. Non sappiamo se un futuro nuovo Movimento potrà riconquistare la fiducia degli italiani e tornare ad essere quel motore di cambiamento di cui il Paese, paradossalmente, ha immediata necessità". Segue un post scriptum con una serie di domande dirette al presidente pentastellato: "Perché e da chi fu dichiarata"votabile" la “riforma Cartabia” pur di non far cadere il governo così come per tutto il resto delle porcherie votate? Come si è potuto far parte di un Governo che inviava armi in Ucraina? Come mai non è stata revocata la concessione ai Benetton per giusta causa, dopo la tragedia del ponte Morandi e le 43 vittime? Il collegio di garanzia del Senato aveva sentenziato il reintegro degli espulsi perché nessuno ne ha dato seguito? Oggi si chiede alla “base" ma perché non è stata consultata per uscire dal governo Draghi, per entrare nella giunta pugliese e in Left in Europa?", l'ultimo interrogativo degli ex. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Napoli, abusi alla scuola calcio e pedopornografia: arrestato allenatore
(Adnkronos) –
Avrebbe abusato di un suo allievo alla scuola calcio: in manette un allenatore 57enne, nella cui abitazione è stato trovato materiale pedopornografico distribuito sul web. La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’Ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Napoli, a carico dell'uomo per il reato di violenza sessuale aggravata, di detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico e di pornografia minorile. A seguito della denuncia di una donna per presunti abusi subiti dal figlio, la Squadra Mobile di Napoli, coordinata dalla Sezione violenze di genere e fasce deboli della Procura partenopea, ha svolto complesse attività d’indagine dalle quali sono emersi gravi indizi nei confronti dell'allenatore di una scuola calcio napoletana, accusato di aver commesso gli abusi sessuali ai danni di un suo allievo, minore di 14 anni, all’interno dei locali del centro sportivo frequentato dalla vittima. Durante una perquisizione sono stati sottoposti a sequestro penale tutti i dispositivi dell’indagato dall’analisi dei quali è emerso che l’indagato distribuiva, divulgava e diffondeva, cedendo a terzi, ingenti quantitativi di file di natura pedopornografica di cui era in possesso. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Inca Cgil: “In aumento neoplasie professionali, troppi lavoratori esposti a fattori cancerogeni”
(Adnkronos) – "Secondo le nostre banche dati, e anche secondo l'Inail, le malattie professionali principalmente denunciate sono quelle osteoarticolari, sono anche le più facili anche da individuare e sono le cosiddette malattie tabellate in cui è più facile avere il riconoscimento e le troviamo in tutti i settori di lavoro, sono trasversali. In particolare le troviamo dove ci sono carichi di lavoro sulle braccia e movimenti ripetitivi. Ma stanno incrementando le denunce per le neoplasie professionali, cioè per i tumori professionali. Perché? Perché purtroppo anche da questo punto di vista ci sono ancora troppi ambienti di lavoro dove le lavoratrici e i lavoratori sono esposti a fattori cancerogeni". A dirlo, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, componente del collegio di presidenza del Patronato Inca Cgil. E il patronato anche su questo tema sta operando a supporto dei lavoratori. "Stiamo lavorando per la formazione, perché molte volte ci si ammala si muore di tumore senza aver indagato dove si stava lavorando". E per Palazzoli "un'altra malattia professionale che sta emergendo, e che stiamo definendo un po' la malattia figlia del nostro tempo, è quella legata allo stress da lavoro correlato, derivante dalla nuova organizzazione del lavoro con pressioni continue, dai rapporti con il superiore. Possiamo dire dal nostro Osservatorio che anche lo stress da lavoro correlato che si sta sempre più emergendo è trasversale a molti settori. Purtroppo il percorso per il riconoscimento è complicato, noi come Inca ne abbiamo ottenuto molti ma tutti a seguito di causa legale, perchè ogni domanda amministrativa fatta all'Inail viene respinta", sottolinea. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Roma, da oggi al 20 ottobre torna ‘Romadiffusa’
(Adnkronos) – Con oltre 60.000 mila presenze, più di 100 location iconiche coinvolte e oltre 200 tra artisti, musicisti e creativi, grazie al supporto di Roma Capitale e del Municipio Roma I, torna dal 17 al 20 ottobre il festival che apre i luoghi storici della città a contenuti inediti e contemporanei. Performance itineranti per i vicoli, concerti segreti nelle piazze e nelle antiche botteghe del centro, cortili dei palazzi storici visitabili, installazioni, arte pubblica, workshop e open studios di artisti ed artigiani. Sono alcuni degli eventi previsti da oggi al 20 ottobre 2024 da 'Romadiffusa', il primo festival culturale itinerante che intende modificare la narrazione della capitale valorizzandone gli elementi più autentici con un palinsesto di contenuti inediti e contemporanei e con il coinvolgimento di realtà innovative, artisti, musicisti e giovani designer chiamati ad animare sia luoghi iconici sia location del centro storico sconosciute ai più. Il festival prevede un ricco palinsesto di eventi aperti a tutti, alcuni su prenotazione, che mescolano discipline diverse in contesti inaspettati, pubblici e privati, spaziando dalle arti visive alla letteratura, dalla musica al cibo, dai workshop di artigianato, dal teatro alla danza. Tra le aperture speciali, spiccano: un live di musica sperimentale e performance nei cortili di Sant’Ivo alla Sapienza e di Palazzo Antonelli, il concerto dei Mnnqns a Palazzo Altemps, una stand up comedy di mattina in un forno, un live di elettronica tra i volumi antichi della Biblioteca Vallicelliana, una performance in un’antica litografia, reading di poesie nelle osterie, workshop di flower design, incisione e pittura. Altri eventi particolari sono le installazioni oniriche di design firmate da Cargo Collection nella cornice di Palazzo Nardini, uno dei luoghi più interessanti dell’ansa Barocca. All’interno di uno splendido cortile rinascimentale la casa editrice di Ginevra Savelli, specializzata in edizioni d’arte, ospita la scultura “Giravolte” dell’artista Alix Boillot, realizzata dalla fusione delle monete raccolte nella fontana di Trevi come un ex-voto collettivo, composto di soli desideri. Le artiste Giulia Mangoni, Tura Oliveira e Valentina Sciarra realizzano tre opere site specific ispirate ai simboli e alla storia dei tre Rioni dell’Ansa Barocca, un progetto di arte pubblica che esplora l'identità dei luoghi attraverso il linguaggio dell’arazzo, fortemente materico e di impatto. E ancora Valentina D'Angelo, batterista e performer, entrerà letteralmente nella fontana di Campo de’ Fiori, sfidando per pochi istanti la quiete dell'acqua. Il moto dell’acqua si fonde al ritmo della batteria come in rituale ancestrale e contemporaneo allo stesso tempo. O la mostra di Patrizia Bonanzinga, celebre fotografa e matematica, che indaga il tema del viaggio: da un lato il reportage del viaggio in territori sensibili con l’intento di raccontare storie; dall’altro la relazione tra fotografia e realtà, dove le immagini sono tagliate e rimontate. Ideato e realizzato da Maddalena Salerno e Sara D’Agati, giovani founders dall’agenzia creativa Bla Studio, il progetto nasce per raccontare la capitale contemporanea, accendendo i riflettori ogni anno su una diversa area della città, trasformandola per 4 giorni, in uno spazio creativo e attivo, dove contenuti inediti e moderni, incontrano location storiche e tradizionali. “Ogni edizione costruiamo una mappatura dell’area, andando letteralmente porta a porta alla ricerca dei luoghi e delle realtà più autentiche ed interessanti”, spiegano le founders, “allo stesso tempo, lanciamo call for content e facciamo ricerca per coinvolgere artisti, musicisti, performer e realtà creative, immaginando con loro contenuti site-specific. Infine, realizziamo una sorta di tetris tra luoghi storici ed iconici della città e contenuti contemporanei, inediti, originali”. “Roma città eterna odierna” è il claim del progetto, che nasce con lo scopo di modificare la percezione di Roma come “museo a cielo aperto” ancorata soltanto ad un passato grandioso. “Roma fa fatica ad esprimere festival e manifestazioni culturali contemporanee di livello internazionale, al pari delle altre grandi capitali europee e globali”, spiega Sara D’Agati. “Molto viene attribuito alle carenze infrastrutturali e alla complessità della città – prosegue – Noi crediamo sia dovuto, piuttosto, all'assenza di un dialogo strutturato tra il settore pubblico e quello privato, e all’incapacità delle realtà creative e dinamiche sul territorio, di fare rete tra loro per costruire progetti su scala più ampia. Noi agiamo su entrambi i fronti, da un lato portiamo i privati ad investire sul territorio, facendo da ponte tra questi e le istituzioni, dall’altro ci poniamo come contenitore all’interno del quale le realtà culturali virtuose possano emergere ed ibridarsi”. Dopo il successo delle prime due edizioni, con il patrocinio e la coprogettazione dell’assessorato alla Cultura del Municipio I Roma Centro, nella persona di Giulia Silvia Ghia, si è deciso che 'Romadiffusa' manterrà ogni anno la sua edizione flagship in ottobre in centro storico, appuntamento fisso per romani e turisti, per poi allargarsi, in primavera, agli altri quartieri e (spoiler) ad altre città. Le prossime tappe del festival vedranno infatti coinvolte Milano e Firenze. La decisione di mantenere l’edizione annuale in centro storico, preso d'assalto dai turisti e soggetto a un crescente svuotamento da parte dei residenti in favore di affitti brevi e alla proliferazione di attività commerciali anonime e standardizzate, a danno delle piccole realtà più autentiche (artigiani, piccole librerie, alimentari) risponde quindi ad una serie di esigenze: la volontà di costruire una manifestazione di respiro internazionale che non soltanto riporti i romani in centro, ma attiri un pubblico nazionale ed internazionale a Roma, interessato alle manifestazioni culturali contemporanee della città, che si fermi più a lungo generando valore. La volontà, infine, di tutelare le piccole realtà autentiche. “L’idea di ripetere ogni anno l’edizione in centro storico – spiega Maddalena Salerno – nasce per contrastare l'over tourism e lo svuotamento delle città d’arte, e mantenere vive le botteghe artigianali più autentiche, i luoghi di cultura, ma anche le nuove realtà creative e indipendenti. E’ essenziale far dialogare il pubblico e il privato per produrre cultura, ma è giusto anche tutelare l’unicità di Roma e non far sì che diventi la nuova città-vetrina al pari delle città-marketing come Milano. Roma è caotica, è respingente, è maldestra e il fatto che mantenga intatta la sua essenza è qualcosa da preservare è da tenere conto nella costruzione di un nuovo modello. Vogliamo dimostrare che anche se una città è ricca di storie, e di strati, può trovare il suo posto nella contemporaneità e lo può fare in maniera più sorprendente e scenografica di chiunque altro”. Patrocinato e supportato dal Comune di Roma e dal Municipio Roma I Centro, le istituzioni hanno riconosciuto la centralità del progetto nell’accendere i riflettori sul patrimonio culturale contemporaneo della città e sui potenti effetti dell’ibridazione tra le realtà storiche autentiche del territorio e la comunità creativa di oggi. "Abbiamo riconosciuto da subito in 'Romadiffusa' un importante strumento di innovazione sociale, di rigenerazione urbana 2.0”, spiega Lorenzo Marinone, delegato del sindaco alle Politiche Giovanili aggiungendo che "il nostro obiettivo è dare continuità a iniziative che sono in grado, come ha dimostrato 'Romadiffusa' nella precedente edizione, di interagire con la città e i suoi cittadini e suggerirne un nuovo volto e nuova fruizione. Vogliamo alimentare la spinta propulsiva di una creatività progettuale contagiosa che nasce da due giovanissime nel segno di un’intuizione Roma città odierna. Siamo per questo molto felici di esserci per il secondo anno consecutivo”. “Abbiamo creduto da subito e fortemente in questo progetto, che per il secondo anno prende il via sempre attraverso la co-progettazione,” spiega l’assessora alla Cultura, allo Sport e alle Politiche giovanili, Giulia Silvia Ghia. “Quest’anno abbiamo anche destinato dei fondi al festival. Abbiamo bisogno di riappropriarci dei luoghi come cittadini e cittadine, ridarne un senso, e questo vale soprattutto per le giovani generazioni di romani e romane – continua – Un festival diffuso per conoscere la città autentica, viva e sotto un’altra luce rispetto alla versione 'tutto solo per turisti' può dare impulso ad una diversa consapevolezza degli spazi pubblici e dunque, ad un maggior rispetto e cura da parte di tutti”. Il Festival, che si tiene periodicamente in un diverso quartiere della città, ha già catturato l’attenzione del pubblico con quasi tutti i workshop sold out a pochi giorni dall’uscita del programma, prevede un ricco palinsesto di eventi aperti a tutti, alcuni su prenotazione, che mescolano discipline diverse in contesti inaspettati, pubblici e privati, spaziando dalle arti visive alla letteratura, dalla musica al cibo, dai workshop di artigianato, dal teatro alla danza. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Buchmesse, Geronimo Stilton in visita al padiglione Italia
(Adnkronos) –
Geronimo Stilton, l’intellettuale topo-giornalista nato dalla fantasia della scrittrice Elisabetta Dami, ha fatto visita al padiglione Italia della Buchmesse 2024 per consegnare due libri a Mauro Mazza, Commissario straordinario del Governo per la Fiera del Libro di Francoforte 2024. Elisabetta Dami è tra gli autori che rappresentano l’Italia nella prestigiosa kermesse del libro tedesca, giunta alla 76esima edizione. La consegna dei libri sul palco della 'Piazza Italiana' del Padiglione Italia Ospite d’Onore custodisce un intrinseco significato. "Geronimo Stilton da 25 anni accompagna i ragazzi alla scoperta dei valori fondamentali per crescere bene, tra cui anche e soprattutto sotto la passione per la lettura e l'amore per il nostro meraviglioso Paese – spiega all'Adnkronos Elisabetta Dami – Le avventure del topo giornalista hanno conquistato milioni di giovani lettori in tutto il globo. Una storia editoriale iniziata nel 2000 che a oggi conta traduzioni in 52 lingue e oltre 185 milioni di copie vendute nel mondo. Un personaggio, quello di Geronimo Stilton, che nasce dall’esperienza di volontariato della sua creatrice in un Ospedale Pediatrico. Ancora oggi la Dami si dedica al volontariato con la Fondazione Geronimo Stilton". "Onorata di rappresentare l’Italia alla Fiera del libro di Francoforte" – aveva detto Dami all'Adnkronos lo scorso settembre ad Adnkronos presso la sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, in occasione della cerimonia di emissione del francobollo ordinario dedicato all’Italia Ospite d'Onore – Abbiamo molto da dire al mondo. Credo che i lettori italiani abbiano un grande potenziale. Spetta a noi tecnici e appassionati di libri trasmettere questo amore per la lettura e coinvolgere tutti, partendo dai bambini. Partendo da loro potremo creare una nuova generazione di forti lettori". —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Fedez, dalla Doom parte la querela a Marcell Jacobs: campione rischia processo per diffamazione
(Adnkronos) –
La società della mamma di Fedez querela Marcell Jacobs, che ora rischia di finire sotto processo per diffamazione aggravata. La Procura di Brescia, tramite il sostituto procuratore Giovanni Tedeschi, ha infatti depositato l'avviso di conclusione delle indagini sulla vicenda, e a breve potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio, come riportato del Corriere della Sera. La vicenda risale al 2021, l'anno del trionfo alle Olimpiadi nei 100 metri e nella 4×100 del velocista azzurra, quando Jacobs aveva deciso di affidare la gestione della sua immagine alla Doom Entertainment, società amministrata dalla madre di Fedez, Annamaria Berrinzaghi. Il caso scoppiò quando il campione rilasciò un'intervista al quotidiano La Stampa in cui accusò la società di non aver curato i suoi interessi nel modo migliore. Parole che hanno fatto scattare la querela da parte dei legali della società. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Al Bano: “Non ho niente né contro i fascisti né contro i comunisti’
(Adnkronos) – "Io non ho niente né contro i fascisti né contro i comunisti". Al Bano Carrisi, nel corso di un talk a Expo24 a Siracusa, si esprime così nello stand del ministero dell'Agricoltura nell'ambito del G7. "Ricordiamo tutti gli anni Settanta, anni da dimenticare, da sotterrare. In quegli anni io ho deciso di fare ancora una volta l'emigrante e andai a cantare dappertutto, ricordo il grande Gianni Minà che mi diceva: 'Al Bano, ma perché vai in Spagna a cantare, quello è un paese fascista'", racconta. "Ma io non ho niente né contro i fascisti né contro i comunisti, è giusto che ognuno esprima quello che ha dentro. Una ragione ci sarà se è così. Ma io vado a fare esperienza per capire cosa è il fascismo e il comunismo", aggiunge. "Poi vedendo tutto quello che succedeva in Italia in quegli anni, io in Spagna, Sudamerica, Bulgaria mi trovavo da Dio e ho imparato il mestiere di cantante – dice Al Bano, alla presenza del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida – C'era un amore da parte di chi veniva ad ascoltare che era fantastico e che non ho mai dimenticato. Le esperienze vanno fatte sulla propria pelle, perché se te le raccontano sono buone a metà, forse a metà". Sul palco, il cantante si esprime anche su altri temi: "Che Dio ci conservi a lungo Papa Francesco, perché è un grande, un rivoluzionario, che non è mai stato attratto dal potere ma dal potere spirituale. E lo difendo", dice. Si parla di droga: "Bisogna sempre denunciare tutti quei maledetti che vendono morte, morte sicura. Io denuncio. E non finirò mai di farlo, a qualsiasi costo, perché la vita è preziosa. E dobbiamo di potere dare attraverso il nostro percorso qualcosa di buono a chi sta intorno a noi". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Negoziati a Doha, Hamas: “Qualsiasi accordo deve prevedere ritiro Israele da Gaza”
(Adnkronos) – "Qualsiasi accordo" con Israele "deve prevedere un cessate il fuoco globale, il ritiro completo da Gaza, il ritorno degli sfollati e la ricostruzione, oltre a un accordo sullo scambio di prigionieri". Ad affermarlo in una dichiarazione diffusa sui social è il membro dell'Ufficio politico di Hamas, Hossam Badran mentre sono in corso a Doha i colloqui per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco e sulla liberazione degli ostaggi. "Hamas vede i negoziati in corso a Doha riguardo al cessate il fuoco e allo scambio di prigionieri da una prospettiva strategica volta a porre fine all'aggressione contro Gaza", spiega Badran. "Hamas ritiene che qualsiasi negoziato debba basarsi su un piano chiaro per attuare quanto concordato in precedenza. L'ostacolo al raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza è la continua evasione israeliana", sottolinea ancora. Hamas non partecipa ai colloqui, ma l'organizzazione militante palestinese sarebbe stata costantemente informata sul contenuto. I colloqui nella capitale del Qatar mirano a un cessate il fuoco e al rilascio di 115 ostaggi detenuti da Hamas. Ai negoziati in Qatar partecipano, tra gli altri, il capo della Cia William Burns, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel e il capo del Mossad, David Barnea. La Casa Bianca ieri ha parlato di "inizio promettente" dei colloqui a Doha. "Oggi è un inizio promettente", ha detto ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. Mentre sono in corso i colloqui in Qatar, centinaia di parenti di ostaggi e sostenitori hanno manifestato a Tel Aviv per ottenere risultati rapidi. I partecipanti alla marcia hanno manifestato nella zona centrale della città costiera e hanno chiesto ai negoziatori israeliani: “Non tornate a casa senza un accordo”, hanno riferito i media israeliani. Intanto il ministero degli Esteri del Qatar ha riferito che il primo ministro e ministro degli Esteri Sheikh Mohamed bin Abdulrahman Al-Thani, in una telefonata con il ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani, ha discusso della situazione a Gaza e degli sforzi di mediazione. Lo riferisce 'Al Jazeera'. I due hanno anche discusso delle tensioni in Medio Oriente e hanno sottolineato la necessità di calma, ha sottolineato il ministero degli Esteri del Qatar. Mentre Hezbollah ha fatto sapere che risponderà a Israele per l'uccisione del suo comandante militare Fuad Shukr in un attacco aereo a Beirut due settimane fa. "La rappresaglia è una decisione, e questa decisione sarà attuata", ha affermato, secondo quanto riferisce 'The Times of Israel', il vice capo di Hezbollah, Naim Qassem. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Assalto alla Cgil, altri 5 a processo: fra loro no vax Franzoni e leader catanese di Forza Nuova
(Adnkronos) – Altre 5 persone a processo a Roma per l’assalto alla sede della Cgil, avvenuto nel corso della manifestazione ‘no green pass’ del 9 ottobre del 2021. Fra loro ci sono un leader no vax, Nicola Franzoni e Giuseppe Bonanno Conti, leader catanese di Forza Nuova. I due erano stati arrestati, nell’ambito dell’inchiesta affidata alla pm Gianfederica Dito, fra gennaio e aprile 2022. Per i cinque, le accuse, a vario titolo, sono quelle di devastazione, resistenza aggravata e istigazione a delinquere. Il nuovo procedimento nasce dall’unione di diversi fascicoli che riguardavano i fatti avvenuti davanti alla sede del sindacato a Roma. Secondo quanto riferito da un agente di polizia all’udienza di oggi, Franzoni intervenendo dal palco di piazza del Popolo, avrebbe incitato i manifestanti, esortandoli a ''seguire Castellino, il motivo lo capirete’’. Per l’assalto alla Cgil lo scorso dicembre sono stati condannati, fra gli altri, a otto anni e mezzo di reclusione il leader di Forza Nuova Roberto Fiore e l’ex Nar Luigi Aronica e a otto anni e 7 mesi Giuliano Castellino. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Milano, “quell’uomo come impazzito”: il racconto dei colleghi del poliziotto ferito
(Adnkronos) – “Quell’uomo lanciava come impazzito i sassi della massicciata del treno. Quando siamo arrivati sul posto, aveva già colpito una signora alla testa e poi si è accanito su di noi, centrandoci più volte”. L’Adnkronos ha raccolto le testimonianze di chi la notte scorsa era al fianco di Christian Di Martino, il vice ispettore della Polizia di Stato ferito in modo gravissimo da Hasan Hamis, marocchino irregolare di 37 anni, che aveva tentato di fermare mentre scagliava pietre contro i treni e le persone presenti alla stazione ferroviaria di Lambrate, a Milano. “Abbiamo bloccato la circolazione del treno – prosegue il racconto – mentre Christian correva dietro a quell’uomo con due agenti della Polfer”. A quel punto i dardi lanciati col taser: il marocchino che si gira all’improvviso e impugna il coltello con una lama lunga 25 centimetri. “Con quello ha affondato l’arma più volte alla schiena di Christian – proseguono gli agenti – Anche una volta a terra ha cercato di colpirci, aveva il coltello dritto ma per fortuna non c’è riuscito”. Momenti concitati alla fine dei quali il marocchino è stato quindi finalmente immobilizzato dagli agenti e arrestato. Il 35enne vice ispettore lotta invece tra la vita e la morte all’ospedale Niguarda. (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Marmolada, due anni fa la tragedia: il ricordo delle 11 vittime
(Adnkronos) – 3 luglio 2022: esattamente due anni fa sulla Marmolada la peggior tragedia nella storia recente della montagna. Alle 13.43 circa 64.000 tonnellate di acqua, ghiaccio e detriti rocciosi si sono staccate improvvisamente dal ghiacciaio dando origine ad una valanga che ha travolto gli alpinisti in scalata: 11 in tutto le vittime, mentre altri 7 sono rimasti feriti.
Delle 11 vittime, 8 erano veneti. “Quel 3 luglio fu un’operazione di soccorso difficilissima, sotto il rischio di altri crolli, e il personale di varie organizzazioni del Veneto e della Provincia autonoma di Trento si è impegnato fianco a fianco oltre ogni limite, dimostrando che non c’è confine amministrativo che divida la coesione dello spirito di solidarietà – il ricordo del governatore veneto Luca Zaia – Tutti coloro che prestano soccorso nelle zone di montagna sono uomini e donne straordinari che con immenso coraggio conducono operazioni straordinarie, salvando tante vite ogni anno. Nella frenesia dei soccorsi, si è stagliato immediatamente, forte, il dolore per le undici vittime, di cui otto veneti: Filippo Bari, Tommaso Carollo, Paolo Dani, Nicolò Zavatta, Davide Miotti, Erika Campagnaro, Gianmarco Gallina e Manuela Piran. A distanza di due anni, rivivo il dolore condiviso in quelle ore con i familiari e gli amici degli scomparsi insieme all’ammirazione per il lavoro e lo spirito di abnegazione dimostrato da tutti i soccorritori” le parole del presidente della Regione. "È un ricordo doloroso quello che il 3 luglio porta con sé: due anni ci separano infatti dalla tragedia della Marmolada, una delle pagine più tristi della storia della montagna. La memoria di quei drammatici momenti, del grande lavoro dei soccorritori, delle delicate operazioni messe in campo rimarrà sempre presente. Il nostro cuore e la nostra mente sono oggi rivolti a chi ha perso la vita e alle loro famiglie, a cui esprimo la mia piena vicinanza", dichiara il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Lo scorso anno un team di ricercatori internazionale coordinato da Aldino Bondesan dell’Università di Padova ha pubblicato lo studio The climate-driven disaster of the Marmolada Glacier (Italy) sulla rivista 'Geomorphology', ripresa anche negli highlighs di 'Nature', che costituisce il primo lavoro che indaga le possibili cause e i meccanismi del collasso. La valanga di ghiaccio e detriti si è arrestata in un canalone dopo aver percorso circa 2,3 km lungo il pendio – ricostruisce l'ateneo in una nota – Il crollo è avvenuto nella parte alta del versante settentrionale della Marmolada alla quota di 3213 m e ha interessato un lembo sommitale del ghiacciaio, nei pressi di Punta Rocca. Questo piccolo ghiacciaio residuale era parte integrante dell’ampia fronte glaciale fino a circa un decennio fa, e oggi, a causa della frammentazione causata dall'arretramento, è rimasto isolato e racchiuso entro una nicchia sul versante esposto a settentrione appena al di sotto della cresta. L'evento è stato documentato da diversi video registrati da escursionisti che si trovavano sul posto, che hanno aiutato nell’analisi delle cause del collasso.
L'energia sismica rilasciata dall'evento è stata paragonabile a un terremoto di magnitudo pari a 0,6. "Un'analisi dettagliata delle immagini satellitari e aeree stereoscopiche, scattate prima e dopo l'evento, ci ha consentito di analizzare le modalità di collasso – spiega Bondesan – Il distacco è stato in gran parte causato da un cedimento lungo un crepaccio mediano, in parte occupato da un enorme volume di acqua di disgelo generato dalle temperature altamente anomale della tarda primavera e dell'inizio dell'estate.
Al momento dell’evento erano stati raggiunti in quota i 10.7 C. La fitta rete di crepacci insieme alla morfologia e alle proprietà della superficie rocciosa basale hanno predisposto questo settore glaciale al collasso, la cui causa scatenante è da individuarsi nella pressione sovrastante causata dall'eccesso di acqua di fusione". "Sono stati individuati due meccanismi concomitanti che hanno provocato l'instabilità con conseguente crollo improvviso del ghiacciaio: l’acqua infiltrata all’interno di un crepaccio del ghiacciaio ha causato da sotto una pressione tale da sollevare lo strato di ghiaccio; quando l’acqua è penetrata all’interno dei sedimenti basali si è verificata una spinta al galleggiamento, essendo il ghiaccio meno denso dell’acqua", conclude Bondesan. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Posizioni no vax e complotti, l’allarme degli esperti sulla nomina di Kennedy Jr alla Salute Usa
(Adnkronos) – Robert F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento Governativo della Salute Usa. Questa la scelta di Donald Trump, impegnato a costruire in tempi record la squadra della nuova amministrazione repubblicana. Su posizioni no vax, l'erede della dinastia Kennedy durante la pandemia ha messo in discussione l'efficacia e la sicurezza dei vaccini dando credito e diffondendo teorie cospirazioniste mentre, dopo il voto in Usa, ha annunciato la volontà di rivedere le linee guida della sanità e ha indicato proprio nei vaccini una priorità dell'agenda. Una scelta che ha sollevato un polverone negli Stati Uniti, quella di Trump, ma che fa discutere anche in Italia con esperti, virologi e infettivologi che lanciano l'allarme sulle posizioni antiscientifiche. "Allacciate le cinture", il commento su X del virologo Roberto Burioni, che nei commenti al tweet aggiunge: "Red Ronnie a confronto di questo è Pasteur". "Kennedy ha un passato a favore di posizioni antiscientifiche e no-vax. Non riconosce il valore delle riviste scientifiche, in particolare indicizzate. E' contrario ai clinical trials ed ai farmaci sia di sintesi chimica che biologici. E' favorevole alla medicina naturale e alla omeopatia. Saranno anni bui per medici e scienziati di oltreoceano. Watson, Crick e Einstein si staranno ribaltando…". Così, su X, commenta l'infettivologo Matteo Bassetti. "Trump ha nominato Segretario alla Salute Robert Kennedy Jr, noto complottista no-vax e 'divulgatore' delle più strampalate teorie antiscientifiche. La salute degli americani e l'integrità della scienza sono indubbiamente in 'buone mani'. Il 'palmares' antiscientifico di Kennedy è molto ricco: la relazione tra vaccini nei bambini e autismo, i farmaci che hanno come effetti avversi la probabilità di sparatorie di massa, l'identità di genere correlata all’inquinamento delle acque, i tumori causati dal wi-fi. Non crede che l’Hiv provochi l’Aids ed è un sostenitore dell’omeopatia e delle cure naturali", il commento all'Adnkronos Salute di Nino Cartabellotta, presidente delle Fondazione Gimbe. "C'è una grande preoccupazione, l'idea che la sanità americana possa essere gestita da una persona che si è dichiarata no-vax non lascia ben sperare. Un recente articolo su 'The Lancet' ha ricordato che negli ultimi 50 anni le vaccinazioni hanno salvato la vita a 156mln di persone nel mondo. Solo questo dato dovrebbe fare riflettere, secondo le idee di Kennedy Jr. queste persone sarebbero morte". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. "Temo anche per la ricerca americana che è stata sempre all'avanguardia e lungimirante anche nel lavoro con l'industria – aggiunge – e vive anche di investimenti statali. I vaccini non sono usati solo nella prevenzione delle malattie infettive, ma oggi hanno un uso contro i tumori e contro le allergie. Se le scelte di Kennedy Jr. saranno sulla stessa linea delle sue idee, per la ricerca scientifica americana – conclude – vedo un futuro quando mai complicato". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina-Russia, aiuti a Kiev nel limbo: Ramstein ultima chance per Zelensky
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Volodymyr Zelensky e l'Ucraina al bivio. Kiev, da oltre 950 giorni in guerra con la Russia, ha a disposizione una delle ultime chance per sperare in una svolta, uscire dal limbo e ottenere un sostegno concreto per l'attuazione del suo 'Piano per la Vittoria'. Nella base tedesca di Ramstein, venerdì 11 ottobre, va in scena un summit cruciale: Zelensky avrà una nuova chance per presentare il suo Piano davanti agli alleati e convincerli della necessità di un ulteriore salto di qualità nell'assistenza a Kiev. L'Ucraina resta fortemente dipendente dagli Usa dal punto di vista degli armamenti militari, ma questo sostegno – a meno di un mese dalle elezioni per la Casa Bianca – resta incerto, mentre l'attenzione sulla guerra va via via scemando, sostituita dalla nuova escalation in Medio Oriente. La visita di Zelensky a Washington non ha avuto gli effetti sperati per il governo ucraino. Il presidente Joe Biden – che rinvia la partenza per la Germania a causa dell'emergenza legata all'uragano Milton – non ha cambiato idea sul divieto di usare i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in territorio russo. Zelensky, inoltre, si è trovato intrappolato in un fuoco politico incrociato ed è stato criticato o snobbato da esponenti repubblicani. L'incontro con il candidato del Gop alla Casa Bianca, Donald Trump – il primo dall'inizio della guerra – c'è stato, ma si è svolto in tutta fretta e dopo che inizialmente il tycoon aveva espresso l'intenzione di non incontrare il presidente ucraino. "Nessuno ha intenzione di abbandonare l'Ucraina, ma l'Ucraina non è sicuramente tra le prime tre questioni principali per gli Stati Uniti in questo momento", ha affermato Mykola Davydiuk, un esperto politico di Kiev. Ecco perché l'incontro dell'Ukraine Defense Contact Group a Ramstein, al quale parteciperà anche la premier Giorgia Meloni, assume un'importanza fondamentale per Zelensky in quanto, secondo un diplomatico occidentale, potrebbe permettere all'Ucraina di raccogliere nuove forme di aiuti. A cominciare dal rafforzamento delle sue difese aeree, un tasto su sui il leader ucraino continua a battere. "È importante che i grandi Paesi che dispongono delle armi necessarie siano davvero grandi nel proteggere la vita, non tenendo queste armi da qualche parte nei magazzini o nei depositi", ha dichiarato Zelensky su Telegram. Il presidente, in un altro post, ha specificato che "non si tratta solo di ciò che abbiamo già realizzato o di ciò che stiamo producendo attualmente, ma anche di proposte per i nostri partner: investire nella produzione ucraina, principalmente nella realizzazione di droni e sistemi di guerra elettronica. Anche questo fa parte del nostro pacchetto per il prossimo incontro 'Ramstein' ".
Secondo Zelensky, la determinazione degli alleati e il rafforzamento dell'Ucraina sono ciò che può fermare l'aggressione russa. Nella base tedesca, tuttavia, i Paesi della Nato – secondo sempre il diplomatico occidentale – potrebbero anche fare nuovi passi avanti riguardo le garanzie sulla futura adesione dell'Ucraina all'Alleanza, anche se probabilmente ancora al di sotto del livello richiesto dall'ex Repubblica sovietica. L'iter per portare Kiev nella Nato è stato al centro di ipotesi negli ultimi giorni: il Financial Times ha prospettato uno scenario, escluso a stretto giro da Zelensky, in cui l'avvicinamento dell'Ucraina alla Nato si accompagni alla cessione di territori alla Russia. Al momento, il timore principale per i funzionari ucraini è che le imminenti elezioni presidenziali Usa, e una nuova Amministrazione indipendentemente dal loro esito, possano mettere in dubbio la futura assistenza alla sicurezza dell'Ucraina. Il team di Zelensky ha cercato di convincere Biden a sostenere il 'Piano per la Vittoria', anche per garantirsi il sostegno di Washington al di là di chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma ora è improbabile che il presidente intraprenda qualsiasi azione che possa risultare impopolare e mettere a repentaglio la campagna di Kamala Harris. Intanto Anton Grushetskyi, direttore del Kyiv International Institute of Sociology, sostiene che sebbene Zelensky e il suo governo continuino ripetutamente a escludere di cedere porzioni di territorio alla Russia, che ora occupa più del 20% del Paese, tra la popolazione continui a rafforzarsi l'idea fare compromessi temporanei sull'integrità territoriale in cambio dell'adesione alla Nato o di garanzie di sicurezza da parte degli alleati. Il sentimento pubblico in Ucraina, infatti, è cambiato nell'ultimo anno. I cittadini lontani dal fronte hanno dovuto fare i conti con blackout continui a causa del bombardamento della rete elettrica da parte di Mosca. La Russia ha ripreso l'iniziativa lungo il fronte, mentre l'esercito ucraino si sta affrettando a rimpinguare i suoi reparti con una campagna di mobilitazione.
La sorprendente incursione nella regione russa di Kursk durante l'estate ha dato una spinta a livello morale ed è suonata come una dichiarazione agli alleati che l'Ucraina è ancora in grado di ottenere guadagni sul campo di battaglia. Ma quell'offensiva si è in gran parte fermata, mentre le forze di Kiev continuano a perdere terreno nell'est. Con la guerra che sembra sempre più in una situazione di stallo, anche il sostegno dei partner occidentali dell'Ucraina è stato più moderato. "Nel 2023 c'erano grandi speranze, ma nel 2024 ci sono molte delusioni e non è chiaro cosa accadrà in futuro: questo è un dato di fatto", ha affermato il deputato all'opposizione, Oleksiy Goncharenko. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina-Russia, Trump e il dialogo in salita: le condizioni di Putin
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Vladimir Putin non ha intenzione di fare alcuna concessione a Donald Trump. La Russia non cambia linea: vuole dettare le condizioni per la conclusione della guerra con l'Ucraina. E' il quadro che l'Institute for the study of war (Isw), think tank che monitora il conflitto quotidianamente, elabora in un momento cruciale nello scacchiere internazionale. Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, si insedierà a gennaio e appena arrivato alla Casa Bianca cercherà di dare seguito agli annunci fatti in campagna elettorale: lavorerà per favorire un rapido accordo tra Mosca e Kiev. Secondo il Wall Street Journal, i consiglieri di Trump avrebbero tracciato un perimetro del piano da sviluppare per arrivare alla pace: una zona demilitarizzata lungo la linea del fronte, con forze internazionali ma non americane presenti, e l'Ucraina fuori dalla Nato per almeno 20 anni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sempre rifiutato l'ipotesi di sacrifici territoriali, ma a Kiev – evidenziano media Usa – la posizione potrebbe mutare parzialmente se un'eventuale intesa prevedesse garanzie di sicurezza blindate per il paese. In realtà, secondo l'Isw, tali ragionamenti non tengono conto di un elemento chiave: la posizione della Russia e quella del suo presidente Vladimir Putin non pare cambiata rispetto all'inizio del conflitto e l'obiettivo ultimo di Mosca rimane sempre lo stesso, "la completa resa dell'Ucraina". "Il Cremlino -osserva il think tank- sembra poco disposto a fare concessioni alla nuova amministrazione Trump, così come non è stato disposto a farne all'attuale amministrazione", si legge nel rapporto. "Il Cremlino sembra poco disposto a fare concessioni alla nuova amministrazione Trump, così come non è stato disposto a farne all'attuale amministrazione", si legge nel rapporto. Putin si è congratulato con Trump per l'elezione e nelle dichiarazioni pubbliche ha manifestato una generica disponibilità a riprendere il dialogo con Washington. Mosca ha smentito il contatto diretto tra i due presidenti che, secondo il Washington Post, sarebbe avvenuto con una telefonata giovedì 7 novembre. Nelle ultime ore, le posizioni russe sono state illustrate dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dalla sua portavoce Maria Zakharova. Per Lavrov, l'avvento di Trump non modificherà la situazione e l'ipotesi di congelare il conflitto va scartata. Per Zakharova, c'è solo un modo per arrivare alla pace: "Serve lo stop all'assistenza militare che l'Occidente fornisce all'Ucraina". Apparentemente, quindi, lo spazio per dialogare è poco. A completare il quadro, le parole di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino: non ci sono stati contatti con la nuova amministrazione americana, gli eventuali piani di Trump in relazione all'Ucraina al momento sono ignoti. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Parigi 2024, Boldrini: “Polemica surreale della destra ha condizionato Carini”
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La polemica creata dalla destra ha condizionato Angela Carini, che si è ritirata oggi alle Olimpiadi di Parigi 2024 abbandonando il match di boxe contro l'algerina Imane Khelif. E' l'opinione di Laura Boldrini, esponente del Pd, dopo il caso che oggi ha monopolizzato l'attenzione ai Giochi. Carini si è ritirata dopo pochi secondi, rifiutando di combattere contro Khelif: l'atleta africana è stata ammessa alle competizioni femminili dal Cio dopo l'esclusione ai Mondiali di boxe 2023 per livelli alti di testosterone. "'Angela voleva combattere. Infatti è salita sul ring. Ma certo è possibile che tutta questa polemica l'abbia condizionata'. Sono le parole che l'allenatore di Carini, Renzini, ha pronunciato dopo il mancato incontro di oggi alle Olimpiadi di Parigi e riportate da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera", dice Boldrini. "Era tanta e tale la foga di scatenare i peggiori istinti, di fomentare l'odio verso la comunità LGBTQIA+ attaccando un'atleta perché non rientra nei loro canoni, che non si sono minimamente preoccupati delle conseguenze che tutto questo avrebbe avuto sull'azzurra che dicevano di voler tutelare -prosegue-. E' il Comitato Olimpico a decidere quali sono gli standard da rispettare, lo fa su basi scientifiche frutto di studi di decenni. E il Coni ha confermato quanto stabilito dal Coi (Cio, ndr). Tutta questa polemica è davvero surreale e incredibile". "Ma in quale paese può accadere una cosa del genere? A che titolo e con quali competenze la seconda carica dello Stato, mezzo governo e perfino la Presidente del Consiglio, spalleggiati dai movimenti anti-scelta, pensano di poter decidere chi può e chi non può gareggiare alle Olimpiadi?", dice ancora Boldrini. "Imparassero da Angela Carini che al Corriere ha dichiarato: 'Io non sono nessuno per giudicare Imane. La verità è che non sappiamo nulla della mia avversaria, tranne una cosa: che lei non ha nessuna colpa. È una ragazza che è qui per fare le Olimpiadi, come me. Chi sono io per giudicarla?'", conclude Boldrini. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Coppa del Mondo di Nuoto in acque libere, il francese Olivier e la brasiliana Cunha vincono la 10 km a Golfo Aranci
(Adnkronos) – Dopo il grande successo dello scorso anno, la Coppa del Mondo di Nuoto in acque libere è tornata in Sardegna per la sua seconda edizione. Nella favolosa location di Golfo Aranci, nel cuore della Costa Smeralda, è andata in scena la seconda tappa della World Cup 2024 di Nuoto in Acque libere. La giornata di gare si apre con la dieci chilometri maschile e il successo del francese Marc Antoine Olivier, che si allena nel gruppo dei fondisti del centro federale di Ostia, con Fabrizio Antonelli. Arrivo in solitaria, dopo un poderoso allungo a mille metri dalla fine, per il transalpino e vicecampione iridato di Doha 2024 che tocca in 1h50'03"; alle sue spalle il connazionale Logan Fontain e Kristof Rasovzky. Quinto l’italiano Andrea Filadelli, ottavo Verani. Più indietro Gregorio Paltrinieri, che ha pagato molto la temperatura fredda delle acque sarde. Non è partito, invece, Domenico Acerenza per un affaticamento muscolare alla spalla. Nella 10km femminile il successo è andato alla brasiliana Ana Marcela Cunha, trentaduenne campionessa olimpica, davanti a Viviane Jungblut. Terza, la tedesca Leonie Beck, che lo scorso anno vinse la tappa di Golfo Aranci, a un secondo e mezzo dall’oro. L’italiana Taddeucci ha chiuso la sua gara generosa all’ottavo posto. Per il secondo anno consecutivo, l’evento ha portato in Sardegna il meglio del nuoto mondiale, grazie allo straordinario lavoro del Comitato Organizzatore e della Federazione Italiana Nuoto e alla sinergia indispensabile creata con la Regione Sardegna e il Comune di Golfo Aranci. La partecipazione è stata incredibile, oltre 250 persone tra atleti e staff per 24 delegazioni da cinque diversi continenti, dal Brasile, all’Australia, agli Stati Uniti e la Cina. Il programma prevede nella mattinata di domani la staffetta 4×1500, con gli azzurri che saranno ancora protagonisti. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Caltanissetta, anziano trovato morto in casa con profonde ferite alla testa: è giallo
(Adnkronos) – E' giallo a Caltanissetta sulla morte di un uomo anziano trovato morto nella sua abitazione con profonde ferite alla testa. Ignazio Polizzi, che aveva 77 anni, viveva nel centro storico con il fratello e una sorella malata. Gli inquirenti hanno ascoltato il fratello che avrebbe fornito versioni contrastanti. Le indagini sono coordinate dal pm Leo Scorza. La Procura ha disposto il sequestro della salma che ora è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Al momento non si conosce la causa di morte, ma non si esclude l'omicidio. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 24 ottobre
(Adnkronos) – Nessun '6' al concorso di oggi giovedì 24 ottobre del SuperEnalotto. Alla prossima estrazione il jackpot a disposizione del '6' sarà di 22,1 milioni di euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Questa la combinazione vincente di oggi: 7-21-23-28-29-31. Numero Jolly: 20. SuperStar: 66. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Cos’è la #nospendchallenge e perché fa bene all’ambiente (e non solo)
(Adnkronos) –
Spendere poco, o niente. Un obiettivo che può diventare un imperativo non solo in caso di grave avarizia o di minimalismo estremo, ma anche per necessità – il costo della vita in tutto il mondo, anche quello ricco, è diventato un problema – oppure, più nobilmente, per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. In un mondo, virtuale e non, dominato da sfide di ogni tipo, comprese le più sciocche, la no-spend-challenge, ovvero l’impegno preso con se stessi di non comprare nulla che non sia strettamente necessario, si rivela tutt’altro che frivola. La #nospendchallenge è molto semplice, in teoria. Meno in pratica, ma non impossibile. Si tratta di decidere di non comprare nulla che non sia davvero indispensabile per un periodo che può andare da una settimana a un mese o un anno, a scelta. Dalla sfida sono escluse spese quali mutuo, bollette, cibo, medicinali necessari e acquisti che servono (ad esempio, anche un paio di scarpe se va a sostituirne uno vecchio, magari rotto). I guru consigliano di definire a monte quali siano le cose a cui proprio non si vuole o può rinunciare, e lasciar perdere tutto il resto. Quindi ‘No’ all’acquisto di: • libri, se ne abbiamo già altri 50 che giacciono in attesa di essere letti (approfittare invece delle biblioteche) • vestiti e accessori (piuttosto rivisitare il proprio armadio con abbinamenti nuovi) • pranzi o cene fuori • junk food • creme e cremine in quantità • bevande che non siano acqua • elettronica • media in streaming • prodotti per la pulizia • complementi d’arredo • qualsiasi altra cosa. È soprattutto il perché ci si dovrebbe imbarcare in quella che sembrerebbe una scomoda privazione, a dare significato alla sfida. Che infatti non viene portata avanti da persone indigenti (in quel caso si chiama sopravvivenza) ma da persone motivate da altro. Su tutto, dalla difficoltà nella gestione del denaro e dal voler vivere in modo più sostenibile. Non è un caso dunque che sia in particolare la Generazione Z – quella dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012 – ad aver abbracciato la challenge. Una fascia d’età particolarmente sensibile ai temi ambientali e spesso incapace di amministrare al meglio le proprie finanze. Quanto al primo punto, la sovraproduzione degli ultimi decenni, stimolata anche dal fast fashion, da status symbol stereotipati e ben radicati nella società ma verso cui i giovani sono sempre più insofferenti, insieme ai costi ecologici dei trasporti e del circo di resi e riacquisti, ha fatto sì che il prezzo ambientale sia ormai fuori controllo. E per una generazione attenta al Pianeta come la Gen Z, agire in prima persona viene praticamente da sé. Per citare la fashion industry, che secondo Greenpeace Germania è la quarta causa di pressione ambientale, la produzione di abbigliamento dal 2000 al 2014 è duplicata: in media ogni persona compra ogni anno il 60% in più di capi, per usarli poi meno di 6 mesi. Perciò, secondo le previsioni, il numero di abiti prodotti oltrepasserà i 200 miliardi nel 2030. Risultato: nel Mondo, ogni secondo un camion di vestiti viene incenerito o gettato in discarica. Non si può poi non pensare allo shopping online, cresciuto vertiginosamente dopo pandemia e lockdown. In questo caso sono da considerare i costi ambientali degli imballaggi, molto superiori a quelli della semplice busta con la quale usciamo dai negozi fisici, e le emissioni generate dal trasporto dei prodotti, aggravate dall’andirivieni di acquisti e resi che stanno rendendo la situazione un vero girone dantesco. Inoltre, molto spesso il dover risistemare, ri-eticchettare, stoccare e rendere di nuovo vendibile l’oggetto rendono più conveniente farlo finire direttamente in discarica. Il reso diventa rifiuto. In sostanza, uno spreco di risorse a 360 gradi. Si parla di numeri importanti: secondo una ricerca effettuata da Deloitte, l’acquisto online genera resi cinque volte di più rispetto al negozio fisico; si stima circa il 40% di restituzioni per l’online contro il 7% nei negozi fisici. Tanto che il 2024 potrebbe essere l’anno dell’addio ai resi gratuiti. E se, secondo alcune ricerche, l’e-commerce genererebbe invece meno gas serra rispetto allo shopping nel punto vendita, in entrambi i casi i costi ambientali degli acquisti sono molto elevati. Figuriamoci se l’acquisto in questione è superfluo, e dunque evitabile. Spendere quasi nulla se non per ciò che davvero serve significa spezzare il circolo vizioso dell’acquisto compulsivo, che per definizione viene fatto senza un reale motivo se non quello di ricevere la scarica di dopamina – l’’ormone della felicità’ – data dalla novità. Un benessere di brevissima durata che spinge a cercarne ancora, proseguendo con gli acquisti. In pratica, lo stesso meccanismo delle dipendenze. Aderendo alla ‘no spend challenge’ invece magicamente scopri di avere in casa vestiti, cibo, libri e quant’altro in abbondanza, prima di ritrovarti davvero nella necessità di doverne ricomprare. La sfida ti inchioda davanti al classico paradosso del dire, di fronte all’armadio straripante di borse, pantaloni e vestiti: “Non ho niente da mettermi”. Credendoci pure. Ma se guardi meglio, non sono certo gli outfit, né il resto, a mancare. La challenge dunque aguzza la creatività ed è il primo passo per una vera economia circolare a km zero, quella dentro casa propria, inseguendo l’arte del riciclo. Il risultato è anche che si diventa più consapevoli di se stessi e delle proprie reali necessità, e al contempo si esce dalle stritolanti logiche del consumismo. “È liberatorio non prendere nemmeno in considerazione l’idea di entrare nei negozi o navigare online per acquistare cose”, dicono i Gen Z. Ed ecco perché per molti giovani la interpretano come una sfida “anti-consumismo”. Una visione del mondo confermata dalla tendenza di Millennials e Gen Z a non voler barattare benessere e tempo libero con i soldi. E che proprio per questo sono sempre meno interessati alla carriera, se ciò significa ‘non avere una vita’ o dover sacrificare le proprie passioni e le proprie relazioni. La pandemia ha sicuramente fatto esplodere un magma che già ribolliva sotterraneamente e di cui le persone non erano nemmeno consapevoli, stritolate nella quotidiana ‘ruota del criceto’. Quiet quitting (l’’Abbandono silenzioso’, un po’ il tirare i remi in barca) e Great Resignation (le ‘Grandi dimissioni’) ne sono la prova, non solo per i più giovani. Per quanto riguarda il secondo aspetto, la gestione del denaro, anche in questo caso la #nospendchallenge rivela la sua utilità. Intanto, secondo un’indagine di Esdebitami Retake e Nomisma, solo 1 ragazzo su 5 della Gen Z pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di comprare qualcosa. Non solo, ma i giovani sono considerati, insieme a donne e nuovi italiani, come i soggetti più fragili rispetto all’educazione finanziaria e assicurativa. Secondo l’Osservatorio Edufin Index, l’Italia è ancora insufficiente in tali materie (con 56 punti su 100, 60 la sufficienza), e il 10% dei concittadini in questo campo è addirittura in una situazione di analfabetismo, con una fortissima disuguaglianza di genere. I giovani tra 18 e 34 anni, se da una parte hanno un’alta propensione a informarsi, in quanto costantemente connessi al mondo digitale, dall’altra non mostrano particolare interesse verso questi temi e sono poco coinvolti nella gestione finanziaria familiare. La non spend challenge, portando a riflettere su ogni acquisto e dunque anche in qualche modo a programmare come usare i propri soldi, è un aiuto per prendere consapevolezza anche in questo campo. E imparare a gestirsi. In definitiva, la #nospendchallenge dimostra che, in fondo, si può vivere con molto meno, e molto bene. L’ambiente ringrazia, il portafoglio pure e probabilmente anche la salute mentale. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)