(Adnkronos) – Il Lecce batte la Fiorentina per 3-2 nel match che apre la 23esima giornata della Serie A 2023-2024. I pugliesi, sotto 2-1 al 90', ribaltano il match al fotofinish con 2 reti in un minuto e salgono a 24 punti, allontanandosi dalla zona retrocessione. I viola rimangono a quota 34 e rischiano di perdere terreno nella corsa alla Champions League. I giallorossi si impongono con un finale incredibile nella gara che iniziano nel migliore dei modi. All'11' i padroni di casa vanno vicinissimi al vantaggio con Kaba, che centra la traversa con un colpo di testa su cross di Gallo. Al 17' il Lecce sfonda. Punizione dal limite, Oudin pennella con il sinistro e insacca: 1-0. Al 26' i salentini sfiorano il raddoppio con Kristovic: girata perfetta, palo pieno. La Fiorentina si fa vedere dopo la mezz'ora con il colpo di testa di Faraoni: mira imprecisa, palla sul fondo. Il copione cambia in avvio di ripresa. I viola pareggiano al 50' con Mandragora, che batte Falcone dalla distanza con una conclusione incrociata: 1-1. Al 64', Terracciano nega il nuovo vantaggio al Lecce respingendo la conclusione di Banda. L'equilibrio salta al 67' per una follia di Falcone. Il portiere del Lecce, nel tentativo di impostare l'azione, consegna la palla a Beltran che infila in rete da 2 metri: 1-2. La Fiorentina ha a disposizione il colpo del k.o. all'87' ma Belotti, con un pallonetto, colpisce la traversa. Al 90', il pari dei padroni di casa. Nzola non riesce a liberare, Piccoli ringrazia e di testa firma il 2-2. Finita? Macché. C'è tempo per il controsorpasso all'ultima curva. Terracciano respinge la conclusione di Kristovic, la palla finisce dalle parti di Dorgu: tap-in facile facile, 3-2. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Raid Usa in Iraq e Siria, risposta a attacco contro base in Giordania
(Adnkronos) – Raid degli Stati Uniti contro obiettivi in Iraq e in Siria. Alle 22 ora italiana del 2 febbraio, le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei in Iraq e Siria contro obiettivi riconducibili ai Guardiani della rivoluzione iraniani e gruppi di milizie affiliati. Nelle azioni, che hanno colpito più di 85 obiettivi, sono stati utilizzati anche bombardieri a lungo raggio provenienti dagli Usa. Negli attacchi aerei sono state impiegate più di 125 'munizioni di precisioni'. L'elenco degli obiettivi comprende centri di comando e controllo, centri operativi e di intelligence, depositi di razzi, missili e droni, strutture logistiche e centri di approvvigionamento di munizioni per gruppi di milizie e per i Guardiani della rivoluzione che hanno favorito gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione. Sei giorni fa, un attacco con droni ha ucciso tre soldati americani in una base in Giordania. Gli Stati Uniti hanno accusato dell'attacco le milizie sostenute dall'Iran in Iraq. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giulia Cecchettin, il papà: “Mia figlia da oggi è dottoressa, è stato un atto d’amore”
(Adnkronos) – Un primo violino. Giulia Cecchettin riceve la laurea (alla memoria) in Ingegneria biomedica, il titolo che si è conquistata, che le sarebbe spettato di diritto, che non rappresenta né un omaggio né un risarcimento. All'Università di Padova, davanti alla sua famiglia e agli amici, la studentessa di 22 anni si 'riprende' quello che l'ex fidanzato Filippo Turetta le ha tolto l'11 novembre scorso, a soli cinque giorni da quel sogno, quando l'ha uccisa a coltellate, ha nascosto il suo corpo senza vita e solo dopo una settimana di fuga ha confessato il delitto. Le cerimonia nell’aula magna di Palazzo Bo è un "atto d’amore" per una "ragazza stupenda che non vedeva l'ora di indossare la sua merita corona d'alloro" dice commosso papà Gino. "Non sai quante volte ti ho immaginato sorridente, solo come tu sapevi essere, e gioire con noi per questo momento a cui tenevi tanto. Non hai potuto assaporare di persona la felicità per il meritato traguardo. La scelta della facoltà di Ingegneria mi aveva lasciato perplesso. Volevi fare Lettere, ma hai preferito una scelta con più opportunità di lavoro e l'hai seguita fino in fondo, con il massimo impegno". La morte di Giulia "Ha provocato uno squarcio nelle nostre coscienze e nella mia per primo. Ero fiducioso che avresti fatto grandi cose, ma non mi rendevo conto di che gigante tu fossi. Farò il possibile perché il tuo nome e il tuo esempio di vita possa spingere le persone a riflettere sull'importanza dell'empatia e della solidarietà che tu, nella tua semplicità, hai incarnato in modo esemplare. Mi manchi, ci manchi più dell’ossigeno" sussurra prima di lasciare la parola alla figlia Elena, capace – subito dopo il femminicidio – di trasformare un lutto privato in dolore collettivo. Oggi Elena è 'solo' una sorella. "Non sai quanto sono fiera di te, di come lo sia sempre stata. Ti ho sempre ammirato tanto, ti ho sempre visto come un piccolo genietto, sei riuscita essere una brava studentessa in Ingegneria, una facoltà che sapevo non essere la più affine a te, al tua animo romantico, eppure ce l'hai fatta e alla grande. Ora posso dirlo senza che tu dica che non è ancora vero, complimenti ingegnere". Gli applausi riempiono più volte la sala, ma non si può fingere che oggi ci sia una sedia vuota. "Hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, ma non dobbiamo mai dimenticare quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarcene perché a nessuna altra donna venga tolta la possibilità di farlo" conclude Elena.
La cerimonia è "un atto dovuto" a voler usare le parole della ministra dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini, ma è anche un'occasione per ricordare che il femminicidio non è una questione di donne e ognuno di noi deve fare qualcosa: non esiste l'indifferenza, l'indifferenza è un insulto a Giulia" a cui l'Ateneo ha dedicato una panchina rossa simbolo contro la violenza sulle donne, un'aula e un premio di laurea che porta il suo nome. "Era sorridente, interessata, un 'primo violino', ovvero una di quelle studentesse che noi docenti prendiamo a riferimento per intuire la bontà delle lezioni. Aveva preparato una tesi brillante, era pronta a uno di quei giorni che si mettono fra quelli che si ricordano, non fra quelli che fanno volume, della propria vita" spiega la rettrice Daniela Mapelli. Aveva approfondito lo sviluppo di biomateriali per la ricostruzione chirurgica e la rigenerazione dei tessuti tracheali, confrontando le diverse soluzioni presenti nella recente letteratura scientifica. "Quello che più mi ha colpito di Giulia è stato il suo modo di fare estremamente corretto, il suo impegno serio e costante, il suo atteggiamento gentile e attento. Purtroppo oggi non è qui per poter ascoltare il mio apprezzamento verso il suo impegno. Penso, però, che sia importante ricordarla, soprattutto come una giovane donna molto determinata nel costruire il suo futuro" dice senza trattenere la commozione la relatrice Silvia Todoros. Un oplita, come amava definirsi, che "ce l'avrebbe fatta a raggiungere e realizzare i suoi sogni" ricorda un'amica. "La storia di Giulia ci deve insegnare che mai a nessuno devono essere strappati i sogni, a nessuno deve essere tolta la libertà di vivere ed essere se stesso e tutti dobbiamo impegnarci perché questo avvenga". Nessuno pronuncia il nome di Filippo nel giorno di Giulia, ma lui – compagno di studi – qui ha attraversato corridoi e incrociato sguardi prima di essere capace di "una violenza che fa ancora più paura perché non riusciamo a decifrarla, capirla, perché è nata in un contesto di normalità" spiega la rettrice. "Abbiamo toccato con orrore a cosa può portare il disagio che coglie un giovane uomo, un nostro studente che frequentava le nostre aule. E come professore di tanti di loro, come padre, come uomo mi riprometto di fare qualcosa per poter, nel piccolo della realtà universitaria che rappresento, essere un appoggio quando dovessero trovarsi in difficoltà” aggiunge Gaudenzio Meneghesso, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'informazione. "Tutti noi sappiamo che non basteranno i gesti simbolici, ma sappiamo quanto questi siano impregnati di valore. Partiamo da qui, quindi: dal conferire a Giulia Cecchettin il titolo che le sarebbe spettato. Non è un risarcimento: era già suo". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Incidenti E 45, camion precipita da viadotto: morto il conducente
(Adnkronos) – Un autocarro e' precipitato da un viadotto sulla E45, a Mercato Saraceno, in provincia di Forlì Cesena. Sul posto sono intervenute tre squadre e il nucleo Saf dei Vigili del fuoco. Il conducente è morto mentre sono in corso le operazioni di ricerca per escludere la presenza di altre persone coinvolte. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Superenalotto, un 5 oggi vince 128.500 euro
(Adnkronos) – Un 5 da oltre 128mila euro è stato centrato nel concorso del Superenalotto di oggi, 2 febbraio 2024. La vincita è stata ottenuta con una schedina giocata online. Prosegue invece la caccia ai premi relativi al 5+ e al 6: domani, sabato 3 febbraio 2024, ultima estrazione settimanale con le schedine che mirano ad azzeccare la combinazione vincente La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto ad una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del Superenalotto di oggi. Ecco la combinazione vincente: 2, 35, 38, 44, 68, 83. Numero Jolly: 50. Numero Superstar: 73. Centrato, invece, un '5' da 128.547 euro. La schedina vincente è stata giocata online. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 55,5 milioni. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mar Rosso, Crosetto: “All’Italia comando tattico missione Ue Aspides”
(Adnkronos) – "L'Unione Europea, nella giornata di oggi, ha chiesto all'Italia di fornire il Force Commander dell’Operazione Aspides nel Mar Rosso (l’ufficiale ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione)". Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota. "L'importanza e l'urgenza dell’Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della competenza e professionalità della Marina Militare", aggiunge. La missione Aspides nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden "spero che venga approvata dai miei colleghi ministri nel Consiglio del 19 febbraio", dice l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, intervenendo a Bruxelles alla conferenza ministeriale sull'Indo-Pacifico. "Stiamo lavorando attivamente con i nostri partner internazionali per ripristinare la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso – aggiunge – stiamo andando avanti con il lavoro per una nuova missione marittima chiamata Aspides, parola greca che significa 'scudo'. E' uno scudo puramente difensivo, solo per proteggere le navi dagli attacchi. Il nostro fine non è condurre alcun tipo di attacco, ma solo difendere. Non intendiamo condurre alcuna operazione a terra, ma solo proteggere la navigazione in mare", conclude —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
E’ morto Carl Weathers: Apollo Creed di Rocky aveva 76 anni
(Adnkronos) – E' morto Carl Weathers. L'attore statunitense aveva 76 anni. Weathers, nella sua carriera, in particolare ha interpretato il ruolo di Apollo Creed nella saga dei film di Rocky con Sylvester Stallone. Apollo Creed, nel primo film Rocky, è il campione del mondo dei pesi massimi che batte il pugile italoamericano interpretato da Stallone. Nel secondo episodio della saga, Rocky II, lo sfidante batte il campione del mondo in un match che si risolve solo all'ultimo secondo del 15esimo round con il k.o. di Creed. In Rocky III, Apollo diventa l'allenatore di Rocky e lo aiuta a riconquistare il titolo dopo la sconfitta contro Clubber Lang. Infine, in Rocky IV, la morte di Apollo: il pugile perde la vita sul ring contro il sovietico Ivan Drago, che poi verrà sconfitto da Rocky. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mar Rosso, Tajani: “Aspides missione difensiva, sede in Grecia o Francia”
(Adnkronos) – "Una nave italiana" dovrebbe partecipare alla missione Aspides, nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, che sarà “una missione difensiva, non solo di accompagnamento. Per la sede vedremo: Grecia, Francia, ma può darsi che ci sia una rotazione". Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles. "Non è tanto chi avrà il comando – aggiunge – ma quello che farà. Siamo un Paese votato alle esportazioni: il 40% dell'export marittimo passa dal Canale di Suez”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Roma, sfida tra l’assessore Onorato e il kickboxer Faraoni
(Adnkronos) – Singolare sfida tra l'assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, e il campione di kickboxing Iska Mattia Faraoni in palestra, ma il ring è rimasto lontano. Il tutto ripreso in un reel su Instagram: l'assessore deve compiere almeno una flessione con il bilanciere sulla panca a spinta, 75 kg il peso stabilito. Dopo esserci riuscito, rilancia lui stesso: "almeno 80", dice. Faraoni però rilancia ancora, perché i pesi vanno equilibrati e dunque due "pizze" da 5 kg per lato, 85 kg in totale. Onorato, dopo qualche sforzo, ce la fa ancora e vince la sfida, senza previo riscaldamento. (Video)
—sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Due gemelli trovati morti in auto, orrore in autostrada
(Adnkronos) – Due gemelli di 3 anni trovati morti in un auto parcheggiata, una donna gravemente ferita saltando da un cavalcavia. E' la scena descritta dalla Abc e avvenuta sull'Interstatale 95 a Miami, in Florida. La polizia della contea di Miami-Dade è intervenuta dopo una serie di chiamate a 911 verso le 2 del mattino. Le telefonate segnalavano la presenza di un bimbo e una bimba sul sedile posteriore di un'auto ferma in uno dei punti più trafficati dell'I-95. Alcuni automobilisti hanno inutilmente provato a rianimare i bambini, dichiarati morti all'arrivo in ospedale. La causa del decesso non è stata resa nota. Una donna è rimasta gravemente ferita dopo esser saltata da un cavalcavia all'arrivo degli agenti ed è in condizioni critiche: non è chiara la relazione tra la donna e i bambini. "I nostri investigatori stanno cercando di ricostruire il tragico incidente", le parole del detective Andre Martin. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Greta Thunberg, l’attivista a processo a Londra: assolta
(Adnkronos) – Processo a Greta Thunberg, l'attivista è stata assolta dall'accusa di resistenza a un ordine della polizia. "Non colpevole" ha stabilito un tribunale britannico insieme ad altri quattro co-imputati. Erano stati accusati di non aver ottemperato agli ordini della polizia, durante una protesta per il clima a Londra. Il giudice distrettuale John Laws, riferisce la Bbc, ha stabilito che le condizioni imposte agli attivisti erano "così poco chiare da risultare illegali". Di conseguenza chi "non ha obbedito non ha commesso alcun reato". I fatti risalgono al 17 ottobre quando la 21enne Greta Thunberg fu arrestata davanti all'InterContinetal Hotel, nel lussuoso quartiere londinese di Mayfair. Gli attivisti si erano presentati davanti all'albergo e la polizia aveva intimato loro di permettere il passaggio delle persone. Ma, come ha rilevato il giudice, l'ingresso principale dell'albergo era accessibile e non sono state prodotte prove di intralcio al movimento di veicoli privati o dei servizi di emergenza da parte di una protesta "pacifica, civile e non violenta". Assieme a Greta sono stati assolti due attivisti del movimento Fossil Free London e due di Greenpeace. La protesta era diretta contro manager del settore petrolifero che partecipavano all'Energy Intelligence Forum all'interno dell'hotel. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Memo Remigi: “Le scuse a Jessica Morlacchi? Già fatte più volte, anche in privato”
(Adnkronos) – "Le scuse alla Morlacchi? Già fatte, in pubblico e in privato. Quante altre volte devo farlo?". Memo Remigi, intervistato dalla AdnKronos, replica così alla cantante che in un suo post ha lamentato il fatto che l'artista – oggi durante il programma 'Bella Mà' condotto da Pierluigi Diaco su Rai2 – abbia chiesto scusa all'azienda e al pubblico ma non a lei. "L'ho fatto più volte, in più occasioni, sia pubbliche che in privato – riferisce Remigi – sia alla Morlacchi anche personalmente, sia alla Bortone, sia alla Rai, fin dall'inizio e ogni volta che ho avuto l'opportunità di farlo". Memo Remigi ricorda che "con Jessica ci siamo sentiti, perché dovevamo andare insieme a 'Domenica In' per un mio ritorno alla Rai; poi l'appuntamento è saltato e di conseguenza non ci siamo più visti e non abbiamo più toccato l'argomento. Ero disponibilissimo a rivederla a 'Domenica In' ma la conduttrice Mara Venier ha poi preferito riempire quello spazio tv invitando tanti cantanti di una certa epoca che hanno fatto la storia del 'Festival di Sanremo' e della musica leggera italiana". L'artista riferisce di "aver avuto più volte richieste da parte della Rai di rientrare in tv, ma poi la cosa non si è mai conclusa. Finalmente, dopo 15 mesi di 'segregazione', si è aperta questa porta da parte dell'azienda, soprattutto dal capo struttura Rai del Day Time che cura sia 'Domenica In' che il programma 'Bella Mà' di Pierluigi Diaco, dove sono andato ospite oggi per illustrare i miei sessanta anni di carriera. Ho richiesto scusa all'azienda e al pubblico, dovevo ancora una volta chiedere nuovamente scusa alla Morlacchi? Non ci ho pensato, ma ora basta! Ora guardiamo avanti, io ho sofferto le pene dell'inferno e ho subito traumi familiari incredibili, con i miei nipoti che si sentivano dire dai compagni di scuola che il loro nonno era quello che toccava il c… alla Morlacchi". (di Enzo Bonaiuto) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Anna Falchi e le frasi in tv su Sinner: “Ho sbagliato”
(Adnkronos) – Anna Falchi fa mea culpa dopo le parole su Jannik Sinner. La conduttrice, ospite ieri a La vita in diretta, ha criticato la decisione del tennista azzurro di disertare il Festival di Sanremo 2024 e ha affermato che Sinner sarebbe tornato in campo solo l'8 maggio. Il 22enne, quindi, avrebbe avuto tutto il tempo per recarsi al Festival. In realtà, Sinner ha già ripreso gli allenamenti e a febbraio tornerà in campo per il torneo di Rotterdam. "Mi corre l'obbligo di esternare il mio pensiero su una notizia che sta avendo spazio sulla stampa, non me lo sarei mai aspettato. A La vita in diretta si parlava di Sinner, è risultato che io abbia detto esclusivamente che lui non è simpatico o empatico perché viene dal Nord Italia… Parlo io che sono finlandese…", dice Falchi. "Lungi da me criticare Sinner – prosegue -. Ho detto semplicemente che sarebbe stato bello se fosse andato a Sanremo per essere omaggiato da tutti gli italiani. Volevo sottolineare anche quanto sia ignorante in relazione ai prossimi impegni di Sinner. Avevo cercato su google e mi era uscita la data dell'8 maggio e l'ho detta in modo sprovveduto, mi dispiace tantissimo. Non sono nessuno per criticare un grande campione, mi fa specie che la stampa abbia ripreso queste esternazioni che ho fatto sbadataggine. Viva Sinner e viva i tifosi, pazienza se mi hanno criticata: avevano ragione". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Filippo Mosca detenuto in Romania: chi è e di che cosa è accusato
(Adnkronos) – "Filippo vive in condizioni disumane da quasi un anno''. Lo dice all'Adnkronos Armida Decina, avvocato di Filippo Mosca, il 29enne detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, che ha avuto dalla famiglia l'incarico di occuparsi della richiesta di estradizione, che potrà essere presentata solo quando la sentenza sarà definitiva. ''Sto aspettando di parlare con Filippo. Da circa dieci giorni ho chiesto l'autorizzazione al direttore del carcere e, comunque, predisporrò un ricorso per la violazione dei diritti umani alla Cedu. ''C'è stata anche una palese violazione del diritto di difesa – sottolinea l'avvocato Armida Decina -, ma riguardo a questo la Cedu prevede che siano esperiti tutti i tentativi interni giurisdizionali: primo, secondo e terzo grado. In particolare – dice – nel processo sono state utilizzate delle intercettazioni che non erano autorizzate e il cui contenuto è stato completamente alterato: è stato tradotto in maniera totalmente sbagliata. Proprio per questo la difesa, un avvocato romeno che segue il caso sul posto, ha nominato un consulente di lingua romena che ha confermato che la trascrizione è sbagliata''. Il caso di Filippo, condannato in primo grado per traffico internazionale di droga e in attesa dell'appello che prenderà il via ad aprile, in questi giorni ha iniziato a prendere piede anche sui media romeni, ma al momento, spiega l'avvocato, dal governo italiano non abbiamo avuto ''nessun segnale, nessuno ci ha contattato''. Sulla vicenda il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha presentato nei giorni scorsi un'interrogazione al ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il 26 gennaio scorso, spiega Giachetti nell'interrogazione, è ''stato aggredito da un compagno di cella riportando una ferita al labbro e ustioni a una gamba e rischiando di essere accoltellato da un altro recluso''. ''Filippo M. è un ragazzo incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia'', conclude il deputato che chiede quindi al ministro degli Esteri ''cosa intenda fare tramite la propria rappresentanza diplomatica per tutelare e assistere il cittadino italiano''. Il 29enne, originario di Caltanissetta, è detenuto in Romania dall'inizio di maggio dell'anno scorso in condizioni disumane e degradanti, secondo quanto ha denunciato la madre Ornella Matraxia da Radio Leopolda, nella trasmissione "Carceri, bisogna vederle" del 26 gennaio scorso nella conversazione con Rita Bernardini. La donna ha raccontato la vicenda spiegando che il figlio è stato arrestato il 3 maggio 2023, mentre era in Romania per partecipare al festival di musica Mamaia. Ha ricevuto una condanna in primo grado a otto anni e sei mesi di carcere. La madre ha espresso la sua angoscia ''sia per come si è svolta finora la vicenda processuale sia, soprattutto, per le modalità dell'esecuzione penale in carcere''. Quanto alle condizioni in cui è detenuto Filippo nell'interrogazione, il deputato riferisce quanto raccontato dalla mamma del giovane spiegando che ''l'istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza'' è uno dei peggiori in Europa, più volte oggetto di condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell'uomo per trattamenti inumani e degradanti. ''Appena fatto l'ingresso in istituto – si legge nell'interrogazione – Filippo M. è stato messo in isolamento Covid per 21 giorni in una stanza, invasa dai topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti; successivamente il ragazzo è stato spostato in una cella di circa 35 mq, dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta a settimana, raramente con l'acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy; anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero: a Filippo M. è stato anche vietato di poter ricevere una coperta; l'alimentazione fornita dall'istituto consiste in una sgradevole poltiglia, servita con il mestolo''. (di Giorgia Sodaro) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Sanremo 2024, da Pillon ad Adinolfi è polemica su spot omosex. Arcigay: “Medioevo”
(Adnkronos) – Un altare, un uomo e una donna in attesa del fatidico sì, una ragazza che irrompe in Chiesa e si porta via la sposa sotto la pioggia prima che il matrimonio abbia luogo, salendo con lei su un autobus verso una nuova vita. E' la trama dello spot Pupa per Sanremo 2024, pubblicato in anteprima dal sito 'Affari Italiani' e la cui uscita è prevista per la prossima settimana. Trenta secondi sui quali infuria già una violenta polemica. "Questo spot rientra nello schema della normalizzazione a tutti i costi delle relazioni omosessuali -tuona infatti con l'Adnkronos il senatore della Lega Simone Pillon- Se a noi adulti lascia indifferenti, è invece un potente strumento di indottrinamento per i ragazzini". Tutto questo "ossessivo lasciare messaggi in questi termini porta ad una sorta di propaganda sapientemente orchestrata che ha la finalità di portare avanti quello che è un vero e proprio contagio sociale -aggiunge Pillon- Le conseguenze sono quelle che vediamo con l'aumento della disforia di genere, la confusione di orientamento sessuale nei ragazzini e a farne le spese sono loro. Se andiamo avanti cosi dovremo mettere l'avviso 'questo spot nuoce gravemente all'orientamento sessuale dei giovani". Sanremo "è seguito dai giovani -scandisce il senatore leghista- sono anni che fanno un indottrinamento, è diventato un festival lgbtq. Che si continui così lo trovo veramente stucchevole". A strettissimo giro arriva la replica di Natascia Maesi, presidente nazionale Arcigay, che interpellata dall'Adnkronos, risponde secca: "Se Pillon grida allo scandalo di fronte ad uno spot che racconta la fuga di due donne che scelgono di amarsi sfidando le convenzioni sociali e il destino di un matrimonio eterosessuale imposto o non desiderato, è perché crede di vivere ancora nel Medioevo, in un mondo che non c’è più. Che gli piaccia o no, le lesbiche esistono e mettono su famiglia". E ciò che "nuoce gravemente alla salute dei giovani non è la normalizzazione dell’omosessualità che da loro è già stata sdoganata, ma la mancanza di programmi di educazione all’affettività e al consenso nelle scuole. Sono proprio i giovani a chiederci di essere informati, consapevoli e quindi tutelati dalla violenza che nasce dal pregiudizio. E a loro che dobbiamo dare risposte serie e credibili, invece di riproporre la solita la caccia alle streghe", aggiunge la presidente dell'Arcigay. Alla presidente dell'Arcigay si aggiunge Alessia Crocini, presidente Famiglie Arcobaleno, che all'Adnkronos replica così alla polemica di Pillon: "La polemica che definisce scioccante lo spot di Pupa per Sanremo è infondata, sterile e inutile. Lo spot non ha nulla di scioccante, è un richiamo fedele al film "Il Laureato", viene solamente sostituita la figura maschile con una femminile. E' ridicolo che in Italia e in Europa nel 2024 si possa ancora pensare che uno spot possa cambiare o condizionare l'orientamento sessuale o l'identità di genere di un bambino o di una bambina. Vale la pena ricordare che quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale hanno riconosciuto il matrimonio egualitario, a breve anche la Grecia lo approverà. Solo i paesi dell'est e l'Italia non lo hanno fatto". Nel dibattito interviene anche Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, che spiega all'Adnkronos: "Non ho interesse a giudicare le logiche di marketing di un brand. Ma voglio sottolineare agli uffici che stanno ormai ripetutamente seguendo i diktat lgbtq, che sono meccanismi commercialmente dannosi. Si continua a voler massacrare l'idea più cara che c'è alla radice dell'essere italiani, cioè l'idea di famiglia". Se "si prende la struttura della società italiana, cosa che dovrebbe fare chi fa pubblicità, si accorgeranno che nonostante l'evidente crisi del matrimonio, e del matrimonio in Chiesa, continuano a sposarsi ogni anno circa 350mila persone, uomini e donne -scandisce Adinolfi- Nello stesso anno l'unione gay, voluta per legge, unisce circa 2mila coppie". L'idea dunque di scegliere questo tema per Sanremo, per Adinolfi non è una scelta felice: "Andare nel programma a massima diffusione nazional-popolare che ha ascolti sopra i 10 milioni pensando che sia commercialmente vantaggioso, è proprio un errore di marketing -affonda il leader del Popolo della Famiglia- Poi se vuole fare l'errore lo faccia, segue una moda, ma è tramontato tutto, anche piuttosto miseriamente". Dunque "il mio consiglio ai brand è di studiare un po' meglio come è fatta la società italiana, e cosa sia il festival di Sanremo, che per quanto infiocchettato con cantanti alternativi alla fine nell'immaginario collettivo resta Al Bano e Romina e i Coma Cose dell'anno scorso, che alla fine si sposano". Il consiglio dunque è di avere "un minimo di rispetto per questi 29 milioni di italiani uniti in matrimonio. Senza fare crociate, richiamo al corretto approccio di marketing rispetto a un'Italia che rimane collegata a un'idea di famiglia, che non è costituzionale ma naturale". Nel dibattito intervengono anche i pubblicitari, che tentano di smorzare le polemiche. "Non capisco la ragione che possa stimolare una polemica, tanto menoun'incitazione all’omosessualità – commenta Marianna Ghirlanda, presidente di IAA International Advertising Association – Mi occupo di comunicazione da 25 anni e posso dire con certezza che questo è uno spot bello, delicato e che comunica un messaggio positivo di libertà. Oltretutto non vedo nemmeno un bacio o un atteggiamento che possa disturbare sensibilità particolari". "Sembra che i nostri politici, non tutti per carità non generalizziamo – interviene Andrea Crocioni direttore di TouchPoint, storica testata di riferimento nel mondo della pubblicità – abbiano trovato nuova linfa nel farsi pubblicità attraverso la pubblicità stessa. Cosa che evidentemente funziona visto l’attivismo di alcuni nell’accaparrarsi i riflettori mediatici anche su questo versante. Vero che in Italia siamo tutti ‘allenatori della nazionale’ però credo – continua l’esperto di pubblicità – che sarebbe meglio se i politici facessero i politici concentrandosi semmai sui problemi reali della gente, lasciando ai pubblicitari fare i pubblicitari". (di Ilaria Floris) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Memo Remigi, Jessica Morlacchi attacca: “Scuse a Rai ma non a me”
(Adnkronos) –
Jessica Morlacchi non ci sta. E sui social si sfoga contro il ritorno in tv di Memo Remigi. Sulle storie di Instagram, Morlacchi, evidentemente seccata, ha pubblicato un cartello a caratteri cubitali dove scrive: "Chiede scusa all'azienda, al pubblico, ma non a me. Mah". Il cantante e autore di tanti brani famosi è tornato oggi per la prima volta in Rai, nel programma di Pierluigi Diaco 'Bella Ma' su Rai2, dopo l'allontanamento dal servizio pubblico avvenuto nell'ottobre del 2022 proprio per una molestia a Jessica Morlacchi (le riprese mostrarono Remigi che faceva scendere la mano sul fondoschiena della cantante) durante la trasmissione di Rai1 'Oggi è un altro giorno', ci cui entrambi erano ospiti fissi. Oggi Remigi, ospiti di Diaco ha detto: "Ci tenevo a ribadire le mie scuse all'azienda e soprattutto al pubblico: sono convinto che nella vita tutti sbagliamo e io in sessanta anni di carriera sbagli ne ho fatti diversi, più o meno gravi. Quello che ho fatto è stato un gesto di grande incoscienza, che mi è costato molto", ha aggiunto, senza però mai nominare Jessica Morlacchi. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Innovatec ha completato il finanziamento del restauro della Casa del Podestà a Lonato del Garda
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Il Gruppo Innovatec, società quotata all’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, attraverso la sua controllata Haiki+, ha recentemente completato il finanziamento del restauro della Casa del Podestà di Lonato del Garda, con un importante contributo che ha permesso il totale recupero della sala più importante della Casa del Podestà: la Galleria. Questo impegno ha reso possibile la conservazione e la valorizzazione di una parte fondamentale del patrimonio storico e artistico dell'area, un museo la cui grande rilevanza è riconosciuta dalla Regione Lombardia. Grazie al restauro è stato possibile scoprire il vero autore di tre strappi da affresco monumentali: non Floriano Ferramola (come tradizionalmente si credeva), ma il celebre pittore bresciano Girolamo Romanino, risalenti al 1509 circa, rivelando un importante capitolo della storia dell'arte, non solo locale. Gli interventi conservativi, coordinati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, sono stati eseguiti con cura e precisione. L'affidamento a professionisti del settore, tra cui Luisa Marchetti per gli affreschi e Carla Valzelli con Annalisa Belloni per le decorazioni delle pareti, ha garantito la riscoperta e la preservazione di straordinari reperti artistici. I lavori di restauro avviati grazie al significativo contributo di Haiki+ hanno consentito anche il recupero e messa in sicurezza delle preziose facciate policrome della Casa del Podestà e del portale di ingresso, struttura in stile rinascimentale le cui superfici erano originariamente colorate con vistose tonalità di colore, purtroppo impoverite a causa della lunga esposizione agli agenti atmosferici. L’edificio denominato “Casa del Podestà” perché sede originaria del podestà veneto di Lonato, durante il periodo di governo della Serenissima Repubblica di Venezia, è dichiarato “Monumento nazionale” dal 1912.
Nel contesto di questo ambizioso progetto, il Gruppo Innovatec ha contribuito inoltre alla pubblicazione "Uomini d’arme e Stemmi", un’opera realizzata anche grazie al supporto del Ministero della Cultura e che rappresenta un'indagine approfondita sulla storia e la simbologia degli stemmi presenti nella Casa del Podestà, offrendo la possibilità di ammirare i dettagli e la ricchezza delle tradizioni araldiche locali. La pubblicazione si propone di esplorare l'importanza storica degli stemmi delle più importanti casate bresciane che hanno garantito un podestà a Lonato tra il XV e il XVI secolo, nonché di analizzare il contesto storico e sociale in cui essi sono stati realizzati. La pubblicazione offre una prospettiva unica che collega la storia degli stemmi al concetto moderno di sostenibilità, evidenziando l'importanza di preservare le radici storiche mentre si abbracciano nuove sfide. "Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo per restituire alla collettività importanti monumenti artistici. Attraverso questo progetto, abbiamo voluto non solo conservare il passato, ma anche creare un ponte tra la tradizione e la sostenibilità – ha commentato Flavio Raimondo, Amministratore Delegato di Haiki+ – La pubblicazione 'Uomini d’arme e Stemmi', inoltre, è un'autentica celebrazione della storia e della simbologia che permea la Casa del Podestà. Il nostro obiettivo è continuare a promuovere la collaborazione tra imprese e cultura con particolare attenzione ai territori dove operiamo, dimostrando un impegno tangibile nella preservazione del patrimonio artistico e storico per le generazioni future".
Giovanna Nocivelli, Direttore della Fondazione Ugo Da Como, ha dichiarato: "La collaborazione con le società del Gruppo Innovatec ha reso possibile un intervento di restauro di grande rilevanza per la Casa del Podestà. La pubblicazione 'Uomini d’arme e Stemmi' è una testimonianza preziosa della profonda connessione tra storia, cultura e sostenibilità, che racconta il valore intrinseco del nostro patrimonio". La pubblicazione, inserita nella collana "I Quaderni della Fondazione", è arricchita da approfondimenti storici, fotografie dettagliate degli stemmi restaurati e contributi degli studiosi coinvolti nel processo di ricerca. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Ucraina, Putin: “Armi Russia migliori di quelle Nato”
(Adnkronos) – Le armi più recenti prodotti dall'industria della difesa della Russia sono migliori rispetto a quelle della Nato. A due anni dall'inizio della guerra in Ucraina, Putin rivendica la presunta superiorità dell'industria bellica russa nei confronti di armi ed equipaggiamenti prodotti dai paesi occidentali che sostengono Kiev. "Naturalmente, se confrontiamo le armi moderne della Nato con le armi dell'ultimo periodo sovietico, quest'ultime sono inferiori in alcune qualità, tra l'altro, non sempre. Ma se parliamo delle nostre nuove armi, sono chiaramente meglio. È un fatto ovvio", dice Putin intervenendo a Tula al forum 'Tutto per la vittoria'. L'industria della difesa russa ha mostrato buoni ritmi e qualità, aggiunge il presidente, sottolineando che l'anno scorso la Russia ha esportato equipaggiamenti militari "per un valore di miliardi di dollari" e che i sistemi missilistici Pantsir sono particolarmente apprezzati dagli acquirenti stranieri. Intanto, la strategia di Putin è sotto i riflettori dell'Institute for the Study of war (Isw), think tank americano che monitora quotidianamente il conflitto. Il presidente russo prepara piani per integrare pienamente in Russia i territori occupati in Ucraina, in una ulteriore indicazione che Mosca ha avviato piani a lungo termine per queste aree "e non prevede concessioni territoriali". Il leader del Cremlino, riferisce l'Isw, ha dichiarato di voler mettere i territori occupate alla pari con la Russia in non meglio specificate "aree chiave" entro il 2030. Inoltre Putin ha esortato le banche russe "a non temere le sanzioni occidentali e aumentare la loro attività nelle aree occupate". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Al Bano: “Protesta agricoltori sacrosanta”
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La protesta dei trattori "è sacrosanta". Parola del contadino Albano Carrisi, in arte Al Bano. "Il contadino che c'è in me non l'ho mandato mai in pensione", dice, ospite di 'Un giorno da pecora' su Rai Radio1, il cantante che ha Cellino San Marco ha una grande azienda agricola di cui continua ad occuparsi direttamente quando può. "Mi piace anche l'onestà e l'unità di questa protesta", aggiunge Al Bano sottolineando di essere proprietario di "6 trattori". Andrebbe anche lei a protestare col trattore? "Ti giuro che ci ho pensato ma non vorrei che si pensasse male, io sono contadino fino all'ultimo capello. E ne vado orgoglioso. E però meno male che c'è il cantante che ha sempre salvato il contadino" economicamente. "Il contadino soffriva e il cantante sovvenzionava", spiega. Sui motivi delle proteste, Al Bano è assolutamente d'accordo: "Lo Stato deve aprire gli occhi davanti a questa drammatica realtà", dice. "Questa gente che emette tutti questi strali", dice parlando delle norme restrittive contro cui si è alzata la protesta, "è gente che della campagna non sa un cacchio, ma niente. Vogliono salvare la loro poltrona e si inventano queste cose qua per andare contro coloro che la terra la amano, la curano e danno da mangiare ogni giorno a tutta Italia". È più colpa della politica europea o italiana? "Secondo me, iniziano gli europei per andare a finire con gli italiani, che dovrebbero dare una mano in questa grave situazione". "Io non ne parlo tanto per parlarne, ne parlo perché la vivo e so che se non ci fosse il cantante il contadino Albano poteva fare la fame, come sempre l'ha fatta fino all'età di 17 anni. Poi me ne scappai perché la voglia di cantare era più forte di quella di lavorare nei campi". Sulla protesta dei trattori prevista per la prossima settimana a Roma, Al Bano dice: "Mi piacerebbe esserci. Mentalmente ci sarò senz'altro. Se sarò libero, sarò anche tra loro, una passeggiata la farò, perché anche io vivo anche di campagna". "Al di là del trattore, ci andrei anche in bicicletta. Io sono nato in un'epoca in cui i trattori non c'erano, c'erano i muli. Ma il primo assegno di una casa discografica lo diedi a mio padre che fece il salto di qualità comprando un trattore", dice concludendo con la dedica alla protesta dei trattori di una sua canzone, "13 storie di oggi", che presentò a Sanremo 1971 e che recita: "Il bracciante taglia il grano, poi il pane non ce l'ha". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Più ristoranti orientali che pizzerie, in Italia spopola il cibo asiatico
(Adnkronos) – Non tramonta l'appeal della cucina asiatica in Italia. Almeno a giudicare dai dati sulle nuove apertura di ristoranti, dai più classici cinesi e giapponesi, agli indiani e vietnamiti, ma anche thailandesi e coreani. Secondo l’ultimo Osservatorio sulle nuove aperture condotto da TheFork (il brand di Tripadvisor che rappresenta la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa e Australia) e Format Research, relativo al periodo ottobre 2022-settembre 2023, il 17% delle nuove imprese della ristorazione è proprio di cucina asiatica. Un dato che pone questo tipo di attività sul podio: seconda solo alla cucina italiana, che rappresenta il 55% delle nuove aperture, ma un gradino sopra rispetto alle pizzerie, che coprono il 15%. Del resto, anche i dati Fipe annoverano più di 50mila imprese con titolari stranieri attive nel mercato della ristorazione, pari quasi al 13% del totale di quelle registrate, includendo verosimilmente le cucine etniche presenti in Italia. Se si considerano unicamente i ristoranti prenotabili su TheFork, quelli orientali rappresentano a oggi il 5% dell'offerta, vale a dire circa un migliaio di ristoranti. Principalmente si trovano nelle grandi città (141 a Milano, 127 a Roma, 56 a Torino), ma non mancano anche in centri di medie dimensioni tra cui Firenze e Bologna. Sono 250 le città italiane in cui è presente almeno un ristorante con cucina orientale. Per quanto riguarda le prenotazioni di ristoranti orientali su TheFork, risultano mediamente stabili, nonostante un lieve calo registrato a gennaio di quest’anno rispetto a gennaio 2023. A incidere sui 'click' per questo tipo di cene è anche la stagionalità: quella orientale è una tipologia di cucina solitamente preferita nelle stagioni più fredde, mentre decresce in primavera ed estate. “La cucina orientale è ben rappresentata su TheFork e registra un alto gradimento dei nostri utenti. Se è vero che in Italia prevalgono ancora stabilmente le cucine regionali e più in generale quella mediterranea, la cucina orientale si posiziona al primo posto tra le cucine internazionali. Da notare anche una visibile crescita nella qualità dei ristoranti orientali: ben 10 di questi si sono conquistati un posto nella Top 100 nazionale di TheFork”, commenta Carlo Carollo, Country Manager di TheFork Italy. Proprio in questi giorni, la app numero uno per scoprire e prenotare ristoranti online ha rinnovato la sua Top 100, che diventa una 'classifica dinamica' dei 100 migliori ristoranti d’Italia e si aggiornerà ogni mese sulla base della media di valutazioni, recensioni e volumi di prenotazione dei sei mesi precedenti. Non solo: oltre alla classifica nazionale, da ora l’app offre anche classifiche locali delle principali città italiane. Ebbene, nella rilevazione appena chiusa su gennaio, tra i primi 15 ristoranti classificati, al sesto posto c'è il giapponese Tetsu di Ascoli Piceno. Una citazione che, nella 'filosofia' TheFork, vuole essere un piccolo suggerimento sui ristoranti capaci di regalare un'esperienza, nella vita quotidiana oppure in viaggio —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)