Vattani: “Manunzio e Jobs? Nei libri nessun errore, nello smartphone di tutto”

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(Adnkronos) – "Con Manuzio è nata la lettura per diletto, il libro è andato dietro al lettore, non il contrario. Nasceva così una lettura silenziosa e individuale per piacere. Vorrei rappresentare però anche ciò che recita il motto della manifestazione, ‘Radici nel futuro’: così come Manuzio ha inventato la lettura per diletto, anche Steve Jobs, come Manuzio ha creato un bisogno. Quello dello smartphone. Entrambi hanno modificato il nostro modo di vivere, ma se nei libri di Manuzio non c'è un solo errore, nello smartphone ci trovi tutto e il contrario di tutto”. Sono le parole di Umberto Vattani, ambasciatore Italia in Germania e presidente della Venice University, durante il panel “La cultura che unisce. Da Manuzio all’ebook”, uno dei numerosi incontri della prima giornata della Buchmesse di Francoforte dove l’Italia è Ospite d’Onore.  Ed è stato proprio un italiano, il veneziano Aldo Manuzio, a cambiare la storia del libro: “Pochi sanno che intorno alla fine del 1400 e l'inizio del 1500, Aldo Manuzio iniziava a lavorare a una nuova forma di libro. Una grande personalità italiana che ha rivoluzionato il libro riducendone nettamente le dimensioni: piega il foglio in otto volte, segna sul frontespizio il nome dell'autore e pone il primo logo, l'ancora, la prudenza e il delfino, la velocità. Un modo per dire affrettati lentamente, senza fare errori”, racconta.  Gli ha fatto eco Massimo Bray, ex ministro e direttore generale Istituto Enciclopedia Italiana Treccani: “Manuzio capisce che i manoscritti bisogna conoscerli, non solo copiarli. Il fatto che abbia ridotto le dimensioni del libro contiene l'intento di divulgarli. La sua modernità sta anche nel capire quanto sia importante la distribuzione di un libro. Capisce che il libro è uno strumento democratico che non deve essere riservato solo ai colti. 'Radici nel futuro' è un titolo importante – aggiunge Bray – Come Treccani compiamo 100 anni. Abbiamo conservato nel corso di un secolo un patrimonio culturale. Il confronto con le tecnologie digitali può essere vinto e la cultura italiana può arrivare alle nuove generazioni”, conclude. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Morto Aaron Kaufman, aveva diretto con Sean Penn docufilm ‘Superpower’ su Zelensky

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(Adnkronos) – È morto a 51 anni lo sceneggiatore, regista e produttore Aaron Kaufman dopo un apparente attacco di cuore mentre si trovava a Las Vegas. La notizia della scomparsa è stata confermata a 'Variety' da Chad Verdi, il finanziatore del film 'The Irishman' e di molti progetti passati e futuri di Kaufman. Il regista originario di Long Island, che è stato a lungo partner di Robert Rodriguez nella produzione, è noto soprattutto per aver co-diretto con Sean Penn il documentario 'Superpower' (2023), nominato agli Emmy, che ripercorre l'ascesa politica del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Mentre Penn è diventato il volto del docufilm, è stato Kaufman ad essere sul posto nel febbraio 2022 quando è scoppiata la guerra con la Russia. Kaufman era stato a Kiev nelle settimane precedenti l'invasione russa ed era stato nel bunker con il leader ucraino durante i primi pericolosi giorni del conflitto (Penn sarebbe arrivato più tardi per intervistare Zelensky per il documentario). Con 'Superpower', Kaufman non aveva inizialmente deciso di dirigere un film di guerra: il documentario doveva invece seguire l'insolita traiettoria di Zelensky, da comico popolare a personaggio di spicco sulla scena mondiale dopo la vittoria alle elezioni presidenziali in Ucraina nel 2019. Durante la promozione del film al Festival di Berlino del 2023, Kaufman ha dichiarato che 'Superpower' era "un'opportunità per vedere cosa fosse questo ragazzo, per seguire un percorso e vedere quale fosse la verità". Nel 2021 invece Kaufman aveva puntato l'obiettivo sui Testimoni di Geova per l'esplosiva docuserie di Vice Studios 'Crusaders' che ha svelato gli abusi dilaganti nella chiesa (il regista era cresciuto come testimone di Geova). All'inizio della sua carriera il regista newyorkese si era trasferito ad Austin, in Texas dove ha lavorato con Robert Rodriguez, producendo molti dei film di successo del regista di 'Dimension', tra cui 'Sin City – Una donna per cui uccidere', 'Machete' e 'Machete Kills'. Ha anche scritto, diretto e prodotto il thriller del 2016 'Urge', con Pierce Brosnan, distribuito da Lionsgate. Al momento della sua morte, Kaufman aveva in cantiere una serie di progetti, tra cui un documentario che racconta la vita e la carriera pionieristica della leggenda hawaiana Don Ho e altri film ambientati in Ucraina, dove continuava a recarsi. Recentemente Kaufman ha firmato come produttore del documentario 'The Jet', diretto da Jennifer Tiexiera, che segue la vita del famoso kickboxer Benny 'The Jet' Urquidez. Kaufman si è unito ai colleghi produttori John Scalise, Keanu Reeves e Fisher Stevens per la realizzazione del film. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Turetta, il padre: “Mi vergogno per le frasi dette a Filippo, temevo si suicidasse”

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"Chiedo scusa per quello che ho detto a mio figlio. Gli ho detto solo tante fesserie. Non ho mai pensato che i femminicidi fossero una cosa normale. Erano frasi senza senso. Temevo che Filippo si suicidasse". Sono le parole di Nicola Turetta, padre di Filippo che è in carcere a Montorio (Verona) con l'accusa di avere ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, in una intervista al Corriere del Veneto. Un colloquio con il figlio (avvenuto il 3 dicembre scorso ed intercettato) è stato reso noto e diffuso sui media. "Eh va beh, hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza…Quello è! Non sei un terrorista, voglio dire… Devi farti forza. Non sei l’unico… Ci sono stati parecchi altri… Però ti devi laureare", le parole del padre di Turetta nel colloquio. "C'erano stati tre suicidi a Montorio in quei giorni. Ci avevano appena riferito che anche nostro figlio era a rischio. Quegli instanti per noi erano devastanti. Non sapevamo come gestirli. Vi prego, non prendete in considerazione quelle stupide frasi. Vi supplico, siate comprensivi", dice Nicola Turetta nell'intervista pubblicata oggi. "Non ho dormito questa notte. Sto malissimo – aggiunge – Sono uscito di casa per non preoccupare ulteriormente mia moglie e l'altro mio figlio. Ora si trovano ad affrontare una gogna mediatica dopo quel colloquio pubblicato dai giornali. Io ed Elisabetta avevamo appena trovato la forza di tornare al lavoro. Abbiamo un altro figlio a cui pensare, dobbiamo cercare di andare avanti in qualche modo, anche se è difficilissimo". "Domani chi avrà il coraggio di affrontare gli sguardi e il giudizio dopo quei titoloni che mi dipingono come un mostro. Ero solo un padre disperato. Chiedo scusa, certe cose non si dicono nemmeno per scherzo, lo so. Ma in quegli istanti ho solo cercato di evitare che Filippo si suicidasse", ribadisce.  "Gli ho detto ‘ti devi laureare’, non perché mi interessasse, o perché sperassi in un futuro fuori dal carcere per lui, ma solamente per tenerlo impegnato e non fargli pensare al suicidio – spiega il padre di Filippo – È logico che non se ne farà niente di quella laurea, dovrà giustamente scontare la sua pena per quello che ha fatto". Filippo "ora si rende conto di quello che ha fatto. Siamo riusciti infatti ad affrontare l’argomento. Vuole scontare la sua pena. Non ha nessuna speranza o intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità. Non pronuncerei più quelle parole, ma era un tentativo disperato di evitare un gesto inconsueto – sottolinea Turetta continuando a chiedere scusa – Mi dispiace davvero tanto. Provo vergogna per quelle frasi, non le ho mai pensate".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Djokovic e l’incidente con la borraccia, oggi firma autografi con il caschetto in testa

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(Adnkronos) – Novak Djokovic non perde il buonumore nonostante la grande paura di ieri sera quando è stato colpito alla testa da una borraccia di alluminio, caduta involontariamente dallo zaino di un tifoso che si era affacciato per chiedergli un autografo. Il 36enne serbo si è presentato all'allenamento di oggi con un caschetto da ciclista per firmare gli autografi ai tifosi presenti, scatenando le risate degli spettatori. Il numero uno del mondo è parso sereno e si sta allenando con due sparring partner, sotto gli occhi attenti del nuovo coach Nenad Zimonjic. Novak Djokovic è stato colpito da una borraccia ieri al Foro Italico, caduta dallo zaino di uno spettatore che si è avvicinato per farsi firmare un autografo. Il campione aveva appena battuto il francese Corentin Moutet, numero 83 del mondo, per 6-3, 6-1 al secondo turno. Da alcuni video diffusi sui social, appare chiaro che si sia trattato di un incidente: un tifoso si è sporto, presumibilmente per chiedere un autografo, e la borraccia è scivolata dal suo zaino capovolto. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Attacco Iran a Israele, “risposta Stato Ebraico possibile già oggi”

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Israele risponderà presto all'attacco iraniano, forse già oggi. E' quanto scrive il Wall Street Journal, che cita fonti americane e occidentali, che esprimono tuttavia l'auspicio che questo non avvenga, avendo sia Tel Aviv che Teheran rivendicato la vittoria nell'attacco di sabato sera, che gli permette di avere una via d'uscita dall'escalation. E' stata intanto interrotta dopo tre ore di discussioni, e dovrebbe riprendere domani, la riunione del gabinetto di guerra israeliano incentrata sulla possibile risposta dello Stato ebraico all'attacco di Teheran, ha riferito quindi l'emittente Channel 12. Il gabinetto di guerra, composto da Benjamin Netanyahu, dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dall'ex ministro della Difesa Benny Gantz e da diversi altri consulenti, si era già riunito ieri sera. Secondo fonti della Cnn, tutti sarebbero determinati a una risposta. Ma oltre a una potenziale risposta militare, si valuterebbero anche opzioni diplomatiche per isolare ulteriormente l'Iran.  Secondo le fonti Gantz spingerebbe per una risposta veloce, convinto che più si aspetta più sarà difficile raccogliere il sostegno internazionale per questo attacco, mentre a frenare sarebbe il premier Netanyahu. Fra le proposte considerate, quella di un attacco contro un sito in Iran che possa inviare un messaggio, ma senza provocare vittime.  Le autorità militari israeliane hanno intanto revocato le restrizioni imposte alla popolazione civile alla vigilia dell'attacco iraniano, in particolare sulle attività previste in ambito scolastico e sulle riunioni in luoghi pubblici e sul posto di lavoro. Fanno eccezione alcune località del paese situate nei pressi del confine con Gaza o con il Libano. Ai cittadini viene comunque chiesto di assicurarsi la possibilità – nel caso sia necessario – di raggiungere in breve tempo un rifugio in caso di emergenza.  ''Il regime islamico di oggi non è diverso dal terzo reich e l'Ayatollah non è diverso da Adolf Hitler''. Questo quanto affermato intanto da Gilad Erdan, rappresentante di Israele, durante il suo intervento nella riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. ''Dobbiamo condannare con fermezza l'Iran, e infliggergli delle sanzioni: va fermato ora non per il bene di Israele, non per quello della Regione ma per il mondo intero'', ha detto ancora sottolineando che ''il mondo deve schierarsi contro l''Iran, dobbiamo batterci e la sola opzione possibile è utilizzare tutti i mezzi che abbiamo perché paghino per questi crimini e reati orribili il giusto prezzo''. ''L'Iran viola da anni la Carta dell'Onu è il primo sponsor del terrorismo e oggi ha gettato la maschera'', ha concluso. "Israele deve rispondere delle sue azioni, dei crimini e delle atrocità commesse. Il Consiglio di sicurezza deve agire tempestivamente. Qui non c'e nessuna guerra per procura e noi non vogliamo un'escalation del conflitto", ha detto quindi Amir-Saeid Iravani, rappresentante dell'Iran durante il suo intervento nella riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. ''Si è trattato di autodifesa come sancito della carta dell'Onu e riconosciuto anche dal diritto internazionale'', ha poi sottolineato. ''Questa azione è stata necessaria, moderata, proporzionale, con soli bersagli militari e portata avanti attentamente per minimizzare il potenziale di escalation e per evitare di nuocere ai civili''. ''E stato trascurato e ignorato il nostro diritto di rispondere alle violazioni al principio di base dello stato di diritto, ovvero l'inviolabilità della rappresentanza diplomatica e dell'integrità delle sedi diplomatiche cosa questa che e stata violata chiaramente'', ha quindi affermato Amir-Saeid Iravani, riferendosi all'attacco subito dal consolato iraniano a Damasco. ''Abbiamo chiesto di prendere misure e adottare provvedimenti per condannare anche tutto questo da parte della comunità internazionale – ha sottolineato – abbiamo fatto appello al Consiglio di sicurezza, abbiamo chiesto di denunciare fortemente queste azioni assolutamente disumane, abbiamo chiesto di consegnare alla giustizia gli artefici di crimini e reati nei confronti delle sedi diplomatiche e questo dovrebbe valere nei confronti di tutte gli stati. Ma il tentativo è fallito: il Consiglio di sicurezza non ha agito nel mantenere la sicurezza e la pace, non ha fatto nulla. E questo è un atto deplorevole. In queste circostanze l'Iran non aveva nessuna alternativa all'esercizio della legittima difesa in conformità al diritto internazionale''.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Flop Lega Regionali, Salvini a Zaia: “Priorità nostro candidato a guida Veneto”

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(Adnkronos) – Il leader della Lega Matteo Salvini assicura di guardare avanti, dopo la debacle in Emilia-Romagna e in Umbria. "Politicamente ho chiesto di aumentare lo sforzo, l'impegno e le sedi e quindi trasformare due evidenti sconfitte in due future vittorie" dice ai giornalisti che lo attendono fuori dalla Sala Salvadori della Camera. Il federale, che all'ordine del giorno aveva anche il tema dello 'Sviluppo del Gruppo Patrioti a Bruxelles', si rivela un brain-storming – a tratti serrato – sulle ragioni di una sconfitta che, assicura ai suoi Matteo Salvini, non si aspettava in Umbria.  I toni del segretario assomigliano a quelli di una lavata di testa vera e propria, con Salvini che non ha digerito il fatto che in Umbria la Lega ha eletto solo Enrico Melasecche, fermandosi al 7,7%. "Se prendi trenta voti, avrebbe detto Salvini, allora meglio correre per le comunali…". Bisognava lavorare meglio e di più, è il succo del suo intervento. Al centro della discussione con i suoi colonnelli, Matteo Salvini, porta poi anche il tema delle prossime tornate elettorali. I presenti raccontano di un Luca Zaia, collegato da remoto, che ricorda come la Lega debba tenere ben presenti i temi identitari, con un invito a concentrarsi sul voto nella sua Regione, previsto nel 2025.  Qui, sarebbe stato il senso delle parole del Doge, se perdiamo va tutto a rotoli, finisce tutto. Al governatore, Salvini ha assicurato che terrà il punto con gli alleati, che il Veneto avrà un candidato leghista in corsa per Palazzo Balbi. Ai giornalisti fuori dal federale poi dirà come la soluzione sarebbe stata il via libera al terzo mandato, ma di fronte alla bocciatura della norma bisognerà cercare altri candidati: "Io continuo a ritenere che negare la possibilità di riscegliere un bravo sindaco o un governatore è un errore". Collegato con il federale interviene un altro big della Lega, il ministro Giancarlo Giorgetti, con cui Salvini ha condiviso i temi della manovra, su cui è intervenuto inizialmente anche il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. "Abbiamo condiviso alcune necessità di miglioramento -ha spiegato il leader della Lega al termine della riunione-. "C'e' il tema sicurezza, quello dell'aumento delle pensioni e il tema flat tax, che sono i tre temi principali. Su questo stiamo lavorando". Continua pure la battaglia per la riduzione del canone Rai "vedremo se in manovra", ha fatto sapere Salvini.  Infine si fa il punto sui prossimi congressi regionali della Lega, a partire da quello della Lega lombarda, che si terrà il 15 dicembre, con la sfida tra l'attuale capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo e il leader dei giovani, Luca Toccalini. Con Salvini che però spinge per un candidato unitario. Restano fuori dal tavolo leghista di oggi i 'Gazebo sulla Giustizia del 14 e 15 dicembre' e la questione del gruppo dei patrioti in Ue, che erano all'ordine del giorno.  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Incidente sull’A9, scontro tra due auto a Fino Mornasco: grave 12enne

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(Adnkronos) – Uno scontro tra due auto sulla A9 Milano Como nel tratto Lomazzo Nord – Fino Mornasco ha causato l'arresto cardiocircolatorio di un bambino di 12 anni a bordo di una delle auto. E' stato ospedalizzato al Papa Giovanni di Bergamo e sono in corso manovre di rianimazione. Gli altri feriti sono una donna di 39 anni, con trauma all'addome e invita all'ospedale di Legnano e una donna di 56 anni con trauma l'addome, alla schiena e all'arto superiore. Trauma all'arto superiore anche per il conducente di una delle due auto un maschio di 52 anni inviato all'ospedale San'anna di Como. Apparentemente illesa una ragazzina di 16 anni.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Alcaraz ‘smentisce’ Sinner: “A Riad per soldi? Ovvio”

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(Adnkronos) – Il Six Kings Slam, il torneo esibizione andato in scena a Riad tra i migliori tennisti del pianeta, continua a far discutere. In Arabia è stato infatti garantito il più alto montepremi di sempre, con il vincitore, ovvero Sinner, che si è intascato ben sei milioni di euro, mentre gli altri partecipanti ne hanno presi 1,5 solamente per accettare l'invito. Nei giorni scorsi avevano fatto quindi discutere le parole proprio di Sinner, che affermava di non essere andato in Arabia per soldi ma per confrontarsi con i migliori tennisti del pianeta. Di ben altro avviso è Carlos Alcaraz, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del torneo di Parigi-Bercy e sconfitto proprio dall'azzurro nella finale di Riad: "Se dicessi che ci sono andato solo per divertimento o per giocare dimenticandomi dei soldi, mentirei".  "È ovvio che c'entravano anche i soldi. Tutti lavorano anche per quello, questa è la vita", ha continuato lo spagnolo, "amo giocare a tennis e la maggior parte del tempo non penso ai soldi, gioco per amore o per divertimento. Ma bisogna anche essere realisti, bisogna anche ammettere che si vuole fare soldi, tutto qui. A Riad è stato distribuito il premio in denaro più alto della storia, e questa mi sembra un'ottima motivazione per andare lì a giocare, o almeno lo è per me".  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Stress da rientro per 1 su 3: come affrontare la routine dopo pausa estiva

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Il rientro dalle vacanze genera uno stress che colpisce, secondo i dati Istat, circa il 35% della popolazione, con maggior incidenza tra i 25 e i 45 anni e coloro che svolgono attività lavorative ad alto contenuto intellettuale. Per superare la cosiddetta sindrome da rientro, o 'back-to-work blues', ed esseri pronti a inaugurare un nuovo anno lavorativo con entusiasmo e voglia di fare, Stefania Cupperi, psicologa che collabora con Elty di DaVinci Salute suggerisce 5 semplici comportamenti per riprendere i ritmi abituali.  Per prima cosa, "concedersi un periodo di adattamento": non è necessario tornare immediatamente alla frenesia quotidiana. Cercare di pianificare il rientro in modo da avere uno o due giorni per riorganizzarsi, riprendendo gradualmente i ritmi – riporta una nota – Ritagliarsi dei momenti di pausa un po’ più lunghi è fondamentale così da consentire a corpo e mente di riabituarsi ai ritmi lavorativi, decisamente differenti da quelli delle ferie e organizzare il lavoro con intelligenza senza caricarsi subito di troppi impegni. Creare una lista di priorità e affrontare i compiti uno alla volta, può aiutare a prevenire il senso di sopraffazione dalla mole di lavoro accumulata.  Come secondo step "mantenere uno stile di vita sano": integrare nella propria routine qualche elemento che ci ha fatto sentire bene durante le vacanze, come una passeggiata serale, la lettura di un buon libro o la preparazione di un piatto speciale. Piccoli gesti possono aiutare a mantenere una connessione con il senso di benessere sperimentato in ferie. Praticare attività fisica dicendo addio alla sedentarietà e curare il nostro sonno ri-abituandosi al solito ritmo sonno sveglia. Al terzo posto "coltivare le relazioni": restare in contatto con le persone conosciute in vacanza e ritrovare quelle che abbiamo lasciato in città. Stare in compagnia di amici e persone care – si legge – può aiutare a superare lo stress da rientro così come coltivare la gratitudine focalizzandosi sugli aspetti positivi della quotidianità e delle vacanze appena trascorse. La gratitudine può aiutare a ridurre lo stress, migliorando l’umore. Quindi "prendersi cura di sé" attraverso pratiche come lo yoga, meditazione o anche semplicemente un po' di tempo dedicato a un hobby possono fare una grande differenza. Inoltre essere pazienti con sé stessi è fondamentale soprattutto i primi giorni quando si è un po’ fuori forma. Accettare queste sensazioni senza giudicarle e senza pretendere troppo da noi stessi è un passo importante per superare questa fase in modo sereno. Infine "avvalersi di supporto psicologico" nel caso i sintomi di ansia e depressione al rientro dalle vacanze estive non ci consentano di vivere serenamente. "Il rientro dalle vacanze – conclude Cupperi – non deve essere visto come una brusca fine del divertimento ma piuttosto come un'opportunità per portare nella nostra vita quotidiana ciò che ci ha fatto stare bene". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lo ‘sciopero gentile’ degli stabilimenti con gli ombrelloni chiusi. I consumatori: “Una sceneggiata, nessun disagio”

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Ombrelloni chiusi in tutta Italia, ma solo per due ore, le meno frequentate in spiaggia, e così i disagi per i clienti praticamente non ci sono stati.  La partecipazione allo sciopero degli imprenditori balneari che ha superato "ogni aspettativa", secondo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente Fiba-Confesercenti. "I nostri clienti – hanno spiegato – hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro". "Anche i turisti stranieri – aggiungono – sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30.000 imprese balneari italiane e il lavoro di 100.000 addetti diretti che superano il milione con l’indotto”. Eppure per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, lo sciopero è stato "una sceneggiata" che si è chiusa "a tarallucci e vino, o forse dovremmo dire a pane e pomodoro, considerato che alcuni gestori hanno optato per fare banchetti e brindisi con i loro clienti". Molti stabilimenti infatti, hanno spiegato anche Capacchione e Rustignoli, hanno offerto "caffè e cornetto per compensare del piccolo disagio". "Tutto – hanno aggiunto – si è svolto in completa sicurezza e senza problemi di nessun genere. Nel corso della mobilitazione nazionale, poi, tutti gli altri molteplici servizi offerti dagli stabilimenti balneari, ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, sono stati garantiti. I clienti lo hanno definito lo 'sciopero gentile'". "Evidentemente – ha ribattuto Dona – i nostri avvertimenti di possibili azioni di risarcimento del danno in caso di disservizi, ha indotto molti a più miti consigli, invogliandoli o non aderire affatto allo sciopero o, ancor meglio, a trasformarlo in un'azione dimostrativa, non solo annullando i possibili disagi ai loro clienti, ma addirittura traducendoli in una azione a vantaggio dei consumatori". A confermarlo anche gli utenti dei social che hanno commentato le foto e i video delle file di ombrelloni che i gestori hanno condiviso in rete: "Ma chi va in spiagga dalle 7.30 alle 9.30?", "Se fate la foto domani alla stessa ora non si nota la differenza". "Siamo assolutamente decisi – hanno dichiarato i presidenti di Sib e Fiba – a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Salvini: “Se ho ricevuto avance da un uomo? Qualcosina, in passato”

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(Adnkronos) – Se ho ricevuto avance da un uomo? "Eh… qualcosina, in passato qualche simpatia mi era stata trapelata, non ricambiata". Lo rivela il segretario della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, ospite a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. Il leader della Lega rivela anche un episodio del passato relativo alla patente: "Gli unici punti che mi tolsero vent'anni fa furono per l'utilizzo del cellulare alla guida… Erano 5 punti se non ricordo male". Sull'attualità, con il voto per le europee, Salvini risponde: "Saremo la sorpresa positiva di queste elezioni, ne sono convinto. Prenderemo più consensi di quello che i sondaggi hanno raccontato. Stanno celebrando il funerale della Lega di Salvini da anni, ma saremo in buona salute". Se prenderemo più del 10%? "Più delle politiche. Più di Forza Italia? Penso proprio di sì". "Ho perso 4 chili in questa campagna elettorale, mentre gli altri mangiano io parlo – dice il leader della Lega – Non mi sono candidato perché ho un sacco di roba da fare. Abbiamo fatto la scelta di candidare il generale Vannacci in tutta Italia come indipendente, penso che prenderà tanti, tanti voti. Se prenderà più voti della Meloni? No, ma penso salirà sul podio dei più votati". Poi sottolinea: "La mia competizione non è con Forza Italia che è nel centrodestra, io voglio raggiungere in prospettiva i 5 Stelle. Tempo al tempo, penso che i 5 Stelle scenderanno e la Lega salirà". Tajani dice che siamo marginali in Ue? "Lui dice quello che è giusto che dica da leader di Fi. Il gruppo della Lega potrà essere determinante per la prima volta. E' la prima volta nella storia del Parlamento Ue che potrà esserci una maggioranza di centrodestra, se il centrodestra deciderà di includere tutti compresi la Lega, la Le Pen, gli austriaci, gli olandesi".  Il Ppe ci tratta come impresentabili? "Sbagliando. Se qualcuno di centrodestra preferisce Macron, che per me è uno dei personaggi più pericolosi in circolazione in questo momento, secondo me Macron ci porta dritti dritti verso la terza guerra mondiale…", afferma Salvini. "Macron è pericoloso – ribadisce – Se Tajani preferisse Macron alla Le Pen, sarebbe un problema. Noi offriamo al centrodestra la possibilità di essere unito, compatto e vincente". Quanto agli Usa, "ieri ho parlato brevissimamente con Donald Trump, ero con un americano che lo conosce. Mi era arrivata una mail in cui ci ringraziava del sostegno, la stavamo verificando e ci siamo sentiti. Vincerà le elezioni, buona notizia per la pace nel mondo…".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Milano-Cortina, ma anche Bormio e Livigno: Italia prepara i Giochi più diffusi di sempre

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(Adnkronos) –
Milano Cortina, ma non solo. Il binomio che racchiude la fusione tra metropoli e montagna, scelta vincente dell'Italia per le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, ha altri territori tutti da scoprire. Immersi tra il candore della neve e panorami mozzafiato. Le due location principali dei Giochi saranno affiancate, tra 470 giorni, da luoghi iconici che permetteranno alla rassegna di coprire nel complesso 22.000 chilometri quadrati. Una cosa mai vista. È questo il punto di partenza, che tratteggia in parte uno dei leitmotiv di Milano Cortina 2026: l'inclusività. I prossimi Giochi invernali coinvolgeranno tre regioni, la Lombardia, il Veneto e il Trentino-Alto Adige, per una diffusione da record in termini di suolo. A mettere in cornice le Olimpiadi ci saranno anche Bormio, Livigno, la Val di Fiemme e la sempreverde Anterselva, casa delle gare di biathlon. A poco più di un anno di distanza dal grande evento, l'Adnkronos ha osservato da vicino il "work in progress", con lente d'ingrandimento su Bormio e Livigno. Le altre host venue della Lombardia piazzate sulla mappa dei Giochi. Nel corso delle Olimpiadi invernali del 2026, gli occhi del mondo sportivo saranno puntati anche sui venti affilati di Bormio, gemma della Valtellina. Una località incastonata nel cuore delle Alpi, a 1225 metri d'altitudine. Perfetta per accogliere alcune delle più attese gare a cinque cerchi, durante Milano Cortina 2026 Bormio ospiterà in primis le gare di sci alpino, che si divideranno in discipline veloci (discesa libera e super-G), tecniche (slalom, slalom gigante) e miste (combinata alpina). La grande novità sarà lo sci alpinismo, per la prima volta alle Olimpiadi: si assegneranno qui le medaglie per le gare sprint (maschile e femminile) e la staffetta mista. La poesia sta tutta nella mitica pista Stelvio, capace di scaldare il cuore degli appassionati già in tante mitiche tappe di Coppa del Mondo. Con un percorso di 3.186 metri, un dislivello di 987 metri e una pendenza massima del 63%. Qui sarà di casa la discesa libera maschile, che – con le dovute differenze di contesto – è un po' come la finale dei 100 metri. La gara della vita, che trasforma gli atleti in eroi capaci di oltrepassare i confini del tempo. A Bormio tutto si sta muovendo in ottica green e i lavori procedono senza sosta. Grande attenzione è per la Ski Arena, su cui ad oggi sono concentrati gli sforzi maggiori. Poi c'è il tema della viabilità, con potenziamento di ciclabili, parcheggi in ingresso al paese e la realizzazione di una passerella sul Frodolfo per migliorare i collegamenti ciclopedonali. Il Pentagono, il centro sportivo locale, diventerà un'arena multifunzionale che avrà la modernità come stella polare. "Per noi, essere parte di un evento del genere è un qualcosa di mai visto" ha spiegato Samantha Antonioli, assessore a Bormio con delega in materie di sport, turismo, Olimpiadi e grandi eventi. "Parliamo di un paese che conta poco più di 4mila abitanti, proprio per questo è una sfida avvincente in termini di crescita. Le Olimpiadi saranno orientate al rispetto dell'ambiente ed è bello far parte del gioco. Stiamo cercando di fare il massimo per arrivare al meglio al grande appuntamento". Sulle nevi di Livigno, a 1.816 metri di altitudine, si assegneranno 26 medaglie. Il "Piccolo Tibet", altro gioiello delle Alpi a due passi dalla Svizzera, sarà teatro – con i suoi due versanti – delle competizioni di freestyle e snowboard. Il Livigno Snowpark, in allestimento presso la ski-area Mottolino, vedrà battagliare i fuoriclasse di half pipe, slopestyle, big air, snowboard cross, ski cross e parallel giant slalom. Nella zona di Carosello 3000, fari puntati invece sul Livigno Aerials & Moguls Park. Un fiore all'occhiello dei luoghi olimpici, che vedrà le sfide nelle discipline di moguls (freestyle) e aerials (salti). Verranno fuori da qui tante cartoline dei Giochi. La curiosità è che, sempre in scia al concetto di sostenibilità, Livigno non vedrà la costruzione di un villaggio olimpico. Tante strutture già presenti sul territorio saranno in questo senso riadattate, sistemate e messe a norma per ospitare gli atleti delle varie nazionali. "Vogliamo portare lo spirito olimpico in montagna e l'entusiasmo non ci manca" ha spiegato all'Adnkronos il sindaco di Livigno Remo Galli. "Il cronoprogramma procede bene, rincorriamo un po' sulla viabilità ma su alcuni punti siamo anche in anticipo. Ci teniamo a far bene per l'Italia e siamo ottimisti. Organizzare Olimpiadi così diffuse è sfidante, ma tutti insieme stiamo realizzando l'impresa. È bello coinvolgere tante zone e unire più persone". Eccolo, il manifesto dello spirito olimpico. (di Michele Antonelli) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)