(Adnkronos) – Al concerto del primo maggio a Roma, al Circo Massimo, Giusy Ferreri presenta la sua nuova rock band e spiega la 'svolta'. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giusy Ferreri e i Bloom: “Insieme ci sfoghiamo in libertà” – Video
Israele pronto per l’attacco a Rafah, Netanyahu: “C’è una data”
(Adnkronos) – Nessuno stop all'operazione di Israele a Rafah, la città a Sud della Striscia di Gaza da tempo nel mirino dello Stato Ebraico, convinto della presenza di terroristi sul territorio. Nonostante le pressioni internazionali, in un video il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha infatti affermato che "c'è una data" per l'ingresso delle forze israeliane a Rafah mentre ha ribadito che non ci può essere vittoria su Hamas senza l'operazione nella città meridionale. "Stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas", ha spiegato nel video, aggiungendo: "Questa vittoria richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti" nel territorio. Netanyahu ha quindi affermato di aver ricevuto un dettagliato aggiornamento sui negoziati in corso al Cairo. Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà quindi oggi alle 19, riferiscono intanto i media ebraici: la riunione, rispetto al consueto appuntamento del giovedì, è stata anticipata per discutere proprio delle trattative sugli ostaggi. Le truppe israeliane si sono ritirate dal sud di Gaza in preparazione di una possibile operazione nella città di Rafah, aveva intanto spiegato ieri il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante una visita a Gaza al Comando meridionale delle Forze di difesa israeliane, aggiungendo che "abbiamo visto esempi di tali missioni a Shifa e vedremo tali missioni nell'area di Rafah". Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud di Gaza, ad eccezione della Brigata Nahal, che rimane nel centro della Striscia, dividendo l'enclave in due e impedendo il ritorno dei civili dal sud al nord di Gaza. Il Capo di stato maggiore dell'Idf Herzi Halevi ha dichiarato in una conferenza stampa che l'operazione militare contro Hamas è lontana dall'essere conclusa, nonostante il ritiro dei soldati. "Gli alti funzionari di Hamas sono ancora nascosti. Prima o poi li troveremo", ha promesso. Intanto, secondo il ministro per la Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir, se Netanyahu ponesse fine alla guerra contro Hamas senza portare avanti l'operazione militare a Rafah, "perderebbe il suo incarico" come primo ministro. ''Se il primo ministro decidesse di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro'', il tweet di Ben-Gvir. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Regionali, Meloni riconosce sconfitta: “Buon lavoro a Proietti e De Pascale”
(Adnkronos) – "Desidero rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti della Regione Umbria, Stefania Proietti, e della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità". Così scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, commentando l'esito del voto in Umbria ed Emilia-Romagna. "Un ringraziamento sentito va a Donatella Tesei ed Elena Ugolini per l'impegno, la dedizione e la passione dimostrati in questa competizione elettorale", conclude la leader di Fdi. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Gaza, l’ultima proposta sul tavolo: un mese di tregua per 11 ostaggi
(Adnkronos) – Un mese di tregua in cambio della liberazione di 11-14 ostaggi. E' quanto prevede l'ultima proposta di accordo posta sul tavolo dei negoziati per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio dei rapiti. Lo scrive il sito di Ynet spiegando che l'ultima proposta è stata presentata ai mediatori del Qatar dal capo del Mossad David Barnea, che lunedì è tornato da Doha in Israele. In particolare, l'accordo prevede il rilascio delle donne e degli anziani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza oltre alla scarcerazione di detenuti palestinesi. Il nuovo round di colloqui si terrà questa settimana in Egitto, ha detto un funzionario israeliano al Times of Israel a condizione di anonimato. La delegazione israeliana, ha spiegato la fonte, sarà guidata dal capo del Mossad David Barnea. Si intravedono quindi nuovi spiragli per Gaza. Intanto, in missione a Doha, anche il direttore della Cia Bill Burns ha discusso una proposta di cessate il fuoco. Secondo Axios, però, si tratterebbe di uno stop di 28 giorni in cambio del rilascio di otto ostaggi israeliani tenuti da Hamas e di decine di prigionieri palestinesi. La proposta è stata discussa negli incontri che Burns ha avuto domenica con i colleghi di Israele e Qatar. Secondo il sito, nell'ambito dell'accordo, Hamas libererebbe "otto donne di tutte le età o uomini oltre i 50 anni". Intanto il Qatar lavorerà con l'Amministrazione Biden "fino all'ultimo minuto" con l'obiettivo di arrivare a un accordo, ha affermato il ministero degli Esteri di Doha a una settimana dalle elezioni presidenziali americane. "Non prevediamo alcun risultato negativo delle elezioni sul processo in sé – ha detto il portavoce, Majed al-Ansari, in dichiarazioni rilanciate da al-Jazeera – Crediamo di avere a che fare con le istituzioni e in un Paese come gli Stati Uniti le istituzioni sono impegnate nel trovare una soluzione a questa crisi". Lo stesso funzionario ha poi annunciato che l'inviato speciale degli Stati Uniti Amos Hochstein sarà in Israele la prossima settimana per portare avanti una fine negoziata degli scontri in Libano. Con questo obiettivo Hochstein incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu e altri alti funzionari israeliani. Hamas si è intanto detta pronta a discutere "nuove proposte per un accordo di cessate il fuoco" e ha "risposto alla richiesta formulata dai mediatori'' in tal senso. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, citato da al-Jazeera. Hamas, ha affermato, è quindi aperto a discutere un accordo che garantisca la fine della guerra a Gaza e il ritiro completo dell'esercito israeliano dall'enclave palestinese. "Il gruppo è aperto a qualsiasi proposta che possa porre fine all'aggressione alla Striscia di Gaza", ha aggiunto Abu Zuhri, aggiungendo la disponibilità "a qualsiasi accordo che ponga fine alle sofferenze del popolo palestinese e porti a un cessate il fuoco permanente". Il leader di Hamas ha quindi accusato "le forze israeliane di aver deliberatamente distrutto le infrastrutture mediche e le risorse della Protezione civile palestinese a Gaza". Allo stesso tempo "Hamas ha invitato i Paesi che hanno normalizzato le relazioni con Israele a interrompere immediatamente le loro relazioni bilaterali". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
“La madre surrogata ha bevuto alcol, abbiamo abortito”: la storia dagli Usa
(Adnkronos) –
Una coppia non riesce ad avere figli, si rivolge ad un'agenzia per ricorrere alla maternità surrogata. Marito e moglie scoprono che la madre surrogata ha consumato alcol, violando l'accordo, e decidono di abortire. E' la vicenda che il Mail Online racconta in un articolo, che fa riferimento all'esperienza di una coppia statunitense. Marty e Melinda Rangers, poco più che 40enni e facoltosi, si sono trasferiti ai Caraibi e, vista l'impossibilità di avere un figlio, si sono rivolti ad un'agenzia con base in California. Sono stati messi in contatto con una giovane donna che "sembrava affidabile sulla carta". La coppia e la donna hanno affrontato un percorso psicologico e una serie di esami medici. Quindi, l'iter è stato avviato con l'impianto di un embrione nell'utero della giovane.
La coppia ha pagato in totale circa 100mila dollari: 30mila all'agenzia, 65mila alla madre surrogata, 5mila in spese legali. Le parti hanno firmato un contratto "di circa 40 pagine -ha spiegato la coppia- con tutti questi paragrafi relativi a questioni a cui non si penserebbe mai. Droga e alcol sono assolutamente proibiti durante la gravidanza, così come sono proibiti viaggi all'estero. I voli interni sono possibili solo con un'autorizzazione del medico. La madre surrogata non può lasciare lo stato nell'ultimo trimestre di gestazione e non può avere un nuovo partner sessuale senza approvazione" dei futuri genitori del bambino. I signori Rangers hanno avuto contatti regolari con la madre surrogata fino a quando, dopo 3 mesi e mezzo dall'inizio della gravidanza, la signora Melina ha scoperto qualcosa navigando sul profilo Instagram della giovane, immortalata in un video mentre beveva uno shot di tequila: "E' stato uno shock per noi e quando l'abbiamo affrontata ci ha detto che stava bevendo acqua, ma qualcosa non ci ha convinto. Dopo molte riflessioni, abbiamo deciso che la soluzione migliore fosse interrompere la gravidanza a 20 settimane".
La madre surrogata, raccontano i coniugi, non ha fatto opposizione: ha abortito e ha ricevuto un indennizzo. I signori Rangers non hanno rinunciato all'idea di avere un figlio e si sono rivolti quindi ad un'altra agenzia, con regole ancora più rigide. L'iter è ripartito e la seconda madre surrogata, che ha contratto il covid al sesto mese dopo aver rifiutato il vaccino, ha dato alla luce una bambina con un parto cesareo. La coppia non si è fermata: con lo stesso metodo, due anni dopo, ha avuto un bambino. Le spese, tra le due gravidanze, hanno raggiunto i 300mila dollari. "La maternità surrogata non è alla portata di tutti", hanno concluso. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Presidenziali Iran, seggi aperti per i ballottaggi: Khamenei ha votato a Teheran
(Adnkronos) – Seggi aperti in Iran per il ballottaggio delle elezioni presidenziali tra il riformista Masoud Pezeshkian e l'ultraconservatore (paydari) Saeed Jalili. La Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, ha votato a Teheran all'apertura dei seggi alle 8 ora locale. Al primo turno della corsa alla presidenza, dopo la morte il 19 maggio di Ebrahim Raisi, Pezeshkian aveva ottenuto 10.415.991 voti, mentre Jalili 9.473.298. Il primo turno è stato segnato dal crollo dell'affluenza (39.9%), un record negativo per la Repubblica Islamica. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)