Trump e la morte di Soleimani, lui non dimentica: “Israele si defilò all’ultimo”

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(Adnkronos) – Proprio il giorno in cui il Wall Street Journal pubblica un'intervista a Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale del governo di Benjamin Netanyahu, in cui l'esponente dell'estrema destra israeliana attacca Joe Biden e dice che "se ci fosse Trump al potere, il comportamento degli Stati Uniti sarebbe completamente diverso", l'ex presidente americano ripete l'accusa a Israele di essersi defilato all'ultimo momento dall'operazione americana nella quale fu ucciso in Iraq il generale iraniano Qassem Soleimani nel gennaio 2020. L'occasione è un'intervista a Fox News. "Quando abbiamo preso Soleimani, sapete che Israele avrebbe dovuto essere con noi. Ma due giorni prima hanno detto che non potevano più farlo", si è lamentato Trump. Già dopo l'attacco di Hamas il 7 ottobre, l'ex presidente aveva dichiarato di "non aver mai dimenticato che Bibi Netanyahu ci ha mollato", riferendosi all'uccisione di Soleimani.  Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha confermato che Netanyahu si ritirò all'ultimo momento dall'operazione americana nella quale fu ucciso Soleimani. "L'operazione per assassinare Soleimani era in preparazione da vari mesi. All'ultimo momento Netanyahu ci ha ripensato per paura di una rappresaglia iraniana. C'era una finestra di opportunità non ripetibile e Trump decise che, se Netanyahu aveva paura di farlo, lui lo avrebbe fatto. Ed è quello che è successo", ha detto l'alto funzionario all'emittente israeliana Channel 12. "Israele ha fornito informazioni cruciali e gli Stati Uniti hanno realizzato l'assassinio", ha precisato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sos per 50 miliardi di api ingannate dal caldo

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(Adnkronos) – Le temperature ben al di sopra della norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo ingannano 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che si sono risvegliate in anticipo per la finta primavera. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di un inverno bollente dopo un 2023 che ha fatto registrare la caduta del 14% di precipitazioni in meno e una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020.  Le temperature fino a 20 gradi, da Aosta a Palermo, fanno uscire dagli alveari le api che però – sottolinea la Coldiretti – rischiano di morire di freddo se sorprese fuori dalle arnie quando le temperature si abbassano al calare del sole. Peraltro – continua la Coldiretti – la sostanziale carenza di fioriture fa consumare energie, senza che ci siano raccolti, con l’ulteriore problema della siccità e della conseguente carenza idrica. Così i produttori sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti.  
In pericolo c’è la produzione di miele dopo che il raccolto del 2023 in Italia è stimato attorno ai 15 milioni di chili, fra i più poveri del decennio schiacciato dagli eventi estremi frutto della progressiva tropicalizzazione del clima. Il ruolo delle api peraltro va ben oltre la produzione di miele, tre colture alimentari su quattro (75%) dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni.  In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. La situazione delle api nostrane rappresenta dunque un indicatore dello stato di salute dell’ambiente ma anche un campanello d’allarme delle eventuali criticità e difficoltà dell’ambiente. Il caldo fuori stagione infatti – sottolinea la Coldiretti – favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato, anche le fioriture anticipate, come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti. A preoccupare – continua la Coldiretti – è anche la siccità che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo. La mancanza di acqua provoca ripercussioni anche sui costi per le imprese aumentati anche a causa del rialzo delle quotazioni del foraggio mentre in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno ridotto anche la produzione di carciofi del 60% mentre in Sicilia e Sardegna si segnalano difficoltà allo sviluppo di frutta e ortaggi con le arance o le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua. C’è – precisa la Coldiretti – scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole, che non è certo normale nel mese di gennaio. Negli invasi della regione Sardegna il primo gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti Idrografici Regionali. Ed è preoccupante anche la situazione dei bacini della Puglia con oltre 119 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso secondo l’Anbi che evidenzia criticità anche nel centro Italia. Dall’Abruzzo dove non c’è neve al Lazio dove i laghi rimangono in condizioni critiche così come grave risulta la condizione del fiume Tevere, dall’Umbria dove il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello “vitale” alle Marche dove scendono i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera e sui monti non c’è neve ma – rileva la Coldiretti – si aggrava anche la condizione dei fiumi in Toscana secondo l’Osservatorio Anbi. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Social in ufficio, le 10 regole d’oro per i dipendenti e i rischi (che corrono)

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(Adnkronos) – L'uso sempre più disinvolto e diffuso dei social ha un impatto anche sul mondo del lavoro. Sono infatti sempre più frequenti i casi di pronunce giudiziali connesse al loro inappropriato utilizzo, suscitando riflessioni cruciali sulle dinamiche aziendali. A questo tema il gruppo intersettoriale direttori del personale – Human resources directors association (Gidp – hrda) ha dedicato un incontro dal titolo 'Gestire l’uso dei social network dentro e fuori l’azienda: problematiche e limiti' che ha visto la partecipazione di Marina Verderajme, presidente nazionale Gidp/Hrda e di Alessandro Daverio e Pasquale Zumbo, avvocati dello studio legale Daverio&Florio. In mancanza di una normativa legale specifica, si stanno sviluppando ipotesi di lavoro tese a ricercare, per il tramite di regolamenti aziendali, un difficile equilibrio tra privacy dei dipendenti, loro diritto ad esprimere liberamente il pensiero e la legittima tutela degli interessi aziendali.  Questo approccio mira a disciplinare i diversi ambiti come, ad esempio il divieto, di difficile attuazione, di usare i social durante le ore lavorative o di generare commistioni tra l’immagine dell’azienda e le opinioni personali dei dipendenti, cercando di demarcare la linea di confine tra libera espressione del pensiero dei singoli lavoratori e diritto all’immagine dell’azienda. Oppure a delineare le modalità di controllo sugli strumenti di lavoro come tablet e cellulari o a impedire l'installazione di social network su dispositivi aziendali. "Il mancato rispetto – ha dichiarato Alessandro Daverio, avvocato dello Studio Daverio&Florio – di una o più di queste regole, che ciascuna azienda può introdurre, può avere conseguenze diverse a seconda della gravità dell'inadempienza. Senza dubbio, l’interesse maggiormente tutelato risulta essere quello all’immagine ed al prestigio aziendale".  "Le sanzioni più severe nel rapporto di lavoro, compreso il licenziamento, si applicano quando l’azienda percepisca o si trovi a constatare che il proprio nome è associato a comportamenti o affermazioni non in linea con valori condivisi dalla comunità e ancora di più quando vi sia un effettivo danno alla propria reputazione", prosegue Pasquale Zumbo, avvocato dello studio Daverio&Florio. Anche alla luce dei precedenti giurisprudenziali, nel corso del dibattito è emerso che le ipotesi più frequenti che possono dar luogo a provvedimenti disciplinari (compreso il licenziamento) possono essere la diffamazione ai danni dell’azienda o di suoi esponenti a mezzo social network, comportamenti extra-lavorativi che incidono sul rapporto di lavoro (ad. es. il caso di un dipendente che sui propri social network inneggia all’odio razziale) o condotte gravemente negligenti come, ad esempio, dedicare la maggior parte del tempo lavoro all’utilizzo e alla frequentazione dei social network. "Viviamo – osserva Marina Verderajme – in un’era di iperconnessione in cui i social rappresentano per molti un luogo privilegiato di relazioni e comunicazione. E' fondamentale accompagnare le persone in azienda nella consapevolezza dei rischi e delle opportunità di tali canali attraverso percorsi di formazione e codici comportamentali condivisi. Gidp è attiva in tal senso a supporto dei propri soci con l'organizzazione di seminari informativi e incontri. Con il supporto dello studio Daverio e Florio, è stato elaborato il 'Decalogo per un corretto uso dei social in azienda' che rappresenta una sintesi operativa di esperienza, giurisprudenza e buone pratiche, sia per le aziende che per i dipendenti”. 1) Documentarsi su eventuali indicazioni o codici etici che regolamentino l’uso dei social network a livello aziendale. 2.) Restare neutrali nelle comunicazioni che possono avere un impatto anche indiretto sull’immagine dell’azienda. 3) Evitare la divulgazione di informazioni (documenti, foto, contatti) che potrebbero essere sottoposti a vincoli di riservatezza e confidenzialità. 4) Distinguere chiaramente account personali da quelli professionali. 5) Usare i social network durante le ore di lavoro solo se strettamente necessario e per un tempo che sia limitato e coerente con le specifiche mansioni svolte. 6) Rappresentare fatti in modo obiettivo e rispettoso, evitando espressioni offensive. 7) Avere cura di evitare tutte le commistioni che possano far confondere il pensiero della persona che lo esprime con l’immagine dell’azienda. 8) Utilizzare i filtri per limitare l’accesso al post ad una cerchia ridotta di soggetti, tutelandone la riservatezza. 9) Utilizzare i social con la stessa attenzione che si dovrebbero adottare nelle relazioni della vita reale senza farsi prendere la mano dall’immediatezza dello strumento.  10) Sviluppare una consapevolezza critica nell'uso dei social, attraverso formazione e pratiche consapevoli. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Italia-Giappone, Meloni: “Collaborazione in espansione su tutti i fronti”

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(Adnkronos) – "Grande ammirazione per il Giappone", Paese che è "fonte di ispirazione per chi, come me, crede che il ruolo della politica sia quello di interpretare l’interesse nazionale e l’identità più profonda di un popolo, sostenendo allo stesso tempo la convivenza pacifica e l’ordine internazionale basato su regole". Lo dice Giorgia Meloni in un'intervista al quotidiano giapponese Yomiuri Shinbun in occasione della sua visita a Tokyo. La presidente del Consiglio fa riferimento al 'partenariato strategico' lanciato con il premier Kishida che oggi incontrerà e spiega: "La nostra collaborazione si sta espandendo su tutti i fronti e il mio obiettivo per i prossimi anni è sostenere questo importante rilancio. Penso in particolare al lancio di un meccanismo strutturato di consultazione politica e di sicurezza, al rafforzamento dei partenariati industriali soprattutto nei settori ad alta tecnologia e all'attuazione di progetti congiunti di ricerca scientifica". Meloni ricorda gli accordi bilaterali su previdenza sociale, vacanze-lavoro e coproduzione di film e sottolinea: "Intendo inoltre sostenere l'impulso dato alla nostra collaborazione nel settore della difesa con l'avvio del programma per lo sviluppo di un velivolo multiruolo di sesta generazione insieme al Regno Unito, incoraggiando altri progetti di comune interesse".  Nell'intervista, la premier parla anche del rapporto con la Cina: "Il memorandum 'Belt and road initiative' è stato firmato da un governo precedente, in un contesto internazionale diverso, e non ha creato i benefici sperati", per questo "ho deciso di non prorogarne la durata dopo la scadenza e di reindirizzare la collaborazione con Pechino verso strumenti più specifici e idonei a raggiungere migliori risultati economici per entrambi" ma "senza l’ampia condivisione strategica che comporta l’appartenenza alla 'Belt and road initiative'". La presidente del Consiglio ribadisce la posizione dell'Italia sull'Ucraina: "Il sostegno dell’Italia all’Ucraina è stato – e rimarrà – incrollabile", perché "si tratta anche di tutelare il nostro interesse nazionale, perché la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa". Meloni sottolinea il fatto che "l'arma più grande che abbiamo a nostra disposizione è l'unità della nostra azione" e, a proposito della questione energetica, "l’Italia ha rapidamente assicurato una chiara, e necessaria, diversificazione delle sue forniture (in precedenza largamente dipendenti dalla Russia) e del suo mix energetico, dimostrando la capacità delle nostre democrazie di gestire le situazioni di crisi e contrastare i ricatti. Se ci si aspettava che il sostegno a Kiev crollasse, di certo non è stato così". "In questi mesi il governo ha giocato un ruolo chiave a Bruxelles, facendo sentire con autorevolezza la voce dell’Italia e contribuendo al dibattito sui grandi temi", afferma la premier. "Riguardo alle migrazioni, abbiamo presentato apertamente la nostra posizione su come gestire il fenomeno migratorio in modo 'globale', privilegiando la dimensione esterna come modalità per limitare le partenze. Questo approccio è stato progressivamente condiviso dagli altri Stati membri e dalle istituzioni dell’Ue, ed è stato approvato dal Consiglio europeo. Si è trattato di una vera e propria 'svolta culturale', incentrata sulla necessità di creare partenariati globali con i Paesi di origine e di transito che riguardino non solo la migrazione ma soprattutto la creazione delle condizioni per prevenire in primo luogo le partenze", sottolinea la premier.  "Tra i passi avanti concreti più significativi che sono stati compiuti, vorrei citare il Memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia e i nuovi accordi che la Commissione Europea sta negoziando, in primis con l’Egitto, nonché le diverse iniziative dell’Ue per contrastare il traffico dei migranti, come emerge dalla conferenza internazionale dello scorso novembre e dalle nuove proposte legislative dell’Ue in materia. Mi riferisco anche ai nuovi importanti fondi per la dimensione interna ed esterna previsti dalla revisione del quadro finanziario pluriennale, adottata dal Consiglio europeo il 1° febbraio di quest'anno". Poi, a una domanda sul fatto che i partiti di destra come AfD in Germania, Rn in Francia e il Partito per la libertà in Olanda stanno guadagnando popolarità in Europa, Meloni risponde che "ogni nazione europea ha le proprie dinamiche politiche, che solo in parte possono essere attribuite a tendenze generali". "Sono tuttavia convinta, e la mia azione politica si è sempre ispirata a questa convinzione, che i popoli del nostro continente vogliono un’Europa che sappia giocare un ruolo da protagonista sulla scena globale, senza tradire o prevaricare le identità nazionali – afferma Meloni – Intendo continuare a lavorare per un’Europa che sia un colosso politico e non burocratico, cioè capace di raccogliere le sfide che richiedono l’unità tra le nazioni del continente, lasciando invece ai governi nazionali il compito di affrontare quelle politiche che possono essere attuate al meglio dalle istituzioni più vicine ai cittadini".  Per il G7 in Italia, "oltre al Summit che si terrà in Puglia dal 13 al 15 giugno, la nostra presidenza prevede un intenso calendario di incontri ed eventi istituzionali. Ospiteremo 20 incontri ministeriali, affrontando questioni di grande importanza", dice Meloni nell'intervista. I temi sul tavolo dei leader saranno il sostegno all’Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, le relazioni con i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti con un focus particolare sull'Indo-Pacifico e sull'Africa, spiega la presidente del Consiglio ricordando l'impegno per il piano Mattei. "L’Italia concentrerà inoltre gli sforzi su questioni chiave come la migrazione, il clima, la salute globale, la sicurezza energetica, la sicurezza alimentare e le sfide derivanti dall’invecchiamento della popolazione", sottolinea. Grande spazio al tavolo dei leader troverà la questione Intelligenza artificiale. Meloni ricorda l'Hiroshima AI process' e sottolinea: "Svilupperemo ulteriormente questo lavoro per garantire che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, tenendo conto dei principi etici fondamentali dell’umanità"; "intendiamo focalizzare l'attenzione dei nostri partner sull'impatto dell'IA sul mondo del lavoro, coinvolgendo non solo le aziende ma anche la società civile e i sindacati per dare risposte a quello che rappresenta un rischio concreto per i nostri lavoratori". Altro aspetto, quello delle fake news: "Le false informazioni costituiscono una parte importante della guerra ibrida, che mette a rischio la coesione delle nostre democrazie. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, contrastando gli attacchi e le interferenze esterne e, allo stesso tempo, garantendo la libertà di espressione, che è un pilastro fondante delle nostre democrazie", dice Meloni.   —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ostaggi Israele, Netanyahu-Hamas muro contro muro: accordo lontano

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Hamas verso il no all'accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi proposto a Parigi. Le posizioni rimangono distanti. Hamas, secondo le news che trapelano, continua a chiedere il ritiro di Israele da Gaza con garanzie sulla fine della guerra e, inoltre, punta a ottenere la liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi rispetto a quanto prospettato. A quanto ha riferito l'emittente israeliana Kan, parlando di una fonte citata dal quotidiano al-Quds, Hamas ritiene al momento che non si è arrivati all'inizio di un accordo.  Il no di Hamas non è stato formalizzato nella giornata del 4 febbraio, ritenuta una giornata chiave nel dialogo. In un primo momento, il 'verdetto' sembrava destinato ad arrivare per le 19 di domenica. In realtà, alla deadline non è arrivata nessuna indicazione ufficiale. Le due parti rimangono lontane e la mediazione continua a rimanere complessa. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, non si sposta dalla posizione già nota_ intende chiedere solide garanzie per la fine della guerra ed il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia. Un'altra fonte vicina ad Hamas dice alla tv palestinese Quds news network che le parti non sono affatto vicine ad un accordo e che il gruppo insiste per la fine della guerra come punto di partenza. Da Tel Aviv, nessuna apertura nelle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu: "L'obiettivo fondamentale è prima di tutto l'eliminazione di Hamas". Per questo, riguardo al possibile accordo per il rilascio degli ostaggi, il premier israeliano ribadisce che "non accetteremo ogni accordo, a qualsiasi prezzo". Le notizie diffuse dalla stampa riguardo alla disponibilità di rilasciare un grande numero di terroristi non corrispondo al vero. Netanyahu ribadisce le tre condizioni per arrivare all'eliminazione di Hamas: la distruzione di tutti i suoi 24 battaglioni, 17 dei quali sono stati già annientati, completare le operazioni mirate nel nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete dei tunnel, operazione "che richiede più tempo". I ministri che hanno espresso opposizione all'ipotesi di un accordo sulla liberazione degli ostaggi lo hanno fatto d'accordo con il premier, come afferma una fonte presente al consiglio dei ministri israeliano andato in scena domenica, secondo la ricostruzione del quotidiano Haaretz.  Netanyahu ha detto ai suoi ministri di escludere il rilascio di migliaia di detenuti palestinesi nell'ambito dell'accordo per la liberazione degli ostaggi che viene ora negoziato. Il punto di riferimento, ha detto, deve essere la ratio stabilita nel precedente accordo, quando furono liberati tre detenuti palestinesi per ogni ostaggio. Durante il consiglio dei ministri di domenica mattina, scrive Haaretz, Netanyahu ha anche detto che non vi sarà una totale cessazione dei combattimenti nell'ambito dell'accordo e che un cessate il fuoco permanente con il ritiro israeliano da Gaza saranno possibili solo dopo lo smantellamento del governo e le capacità militari di Hamas.  Per il consigliere americano per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan l'accordo sugli ostaggi "non è dietro l'angolo". Questo tipo di negoziati, ha detto all'emittente Abc, può procedere molto lentamente fino a quando non comincia ad avanzare molto in fretta, per questo è "difficile avere tempi precisi". Le Brigate al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno ucciso negli ultimi giorni 15 soldati israeliani. E' quanto rivendicato dal portavoce del gruppo, Abu Obeida, secondo cui i suoi miliziani hanno anche distrutto 43 veicoli militari israeliani, hanno fatto saltare in aria l'ingresso di un tunnel, dove si trovavano alcuni soldati e hanno catturato 4 droni.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, Fazio con Amadeus e Fiorello: il messaggio alla Rai – Video

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(Adnkronos) – "Grazie alla Rai per aver concesso questa possibilità, spero sia l'inizio di una ritrovata serenità di cui abbiamo tutti voglia". E' il messaggio con cui Fabio Fazio chiude il collegamento con Amadeus e Fiorello, ospiti di Che tempo che fa sul Nove. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, Fiorello a Fazio: “Io dopo Amadeus? No, vado su Onlyfans”

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(Adnkronos) – Amadeus conduce Sanremo 2024, il quinto Festival della sua carriera, e poi si farà da parte. Fabio Fazio, in collegamento con Amadeus e Fiorello, incalza a Che tempo che fa sul Nove. "Il prossimo lo farai tu Fiorello?". "No, assolutamente. Noi apriremo una pagina su Onlyfans", la risposta. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Parigi e il referendum ‘anti-Suv’: triplicato il costo dei parcheggi

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(Adnkronos) – Il 55% dei parigini hanno votato oggi a favore della proposta di triplicare le tariffe dei parcheggi per i Suv, recandosi alle urne per esprimere la propria opinione nel referendum dal titolo 'Più o meno Suv a Parigi?'. La misura, secondo il progetto del Comune di Parigi, colpirà le auto termiche o ibride sopra le 1,6 tonnellate di peso e le auto elettriche sopra le 2 tonnellate.  La proposta della sindaca Anne Hidalgo prevede che i veicoli interessati dovranno pagare 18 euro l'ora per il parcheggio nei quartieri centrali, 12 euro l'ora per quello nei quartieri periferici. L'argomentazione della città a favore di una tassa più alta per i Suv è che i veicoli pesanti causano un aumento dell'inquinamento, occupano molto spazio pubblico e mettono a rischio la sicurezza stradale. La tassa si applicherebbe a turisti e visitatori, ma residenti, commercianti e servizi di assistenza potrebbero richiedere un'esenzione. Il cambiamento non si applicherebbe ai parcheggi privati.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Inter-Juve 1-0, Allegri: “Ripartire dopo settimana negativa”

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(Adnkronos) – "L'Inter si è presa il match point scudetto? Non lo so se se l'è preso, noi dobbiamo continuare a fare il nostro percorso. E' stata una partita difficile, lo sapevamo, contro una squadra forte". Massimiliano Allegri analizza la partita che la sua Juventus ha perso 1-0 sul campo dell'Inter. I bianconeri scivolano a -4 dai nerazzurri, che hanno anche una partita in meno. "Il primo tempo è stato bloccato, loro hanno fatto questo gol, c'è stata un'occasione di Thuram a campo aperto, la stessa che abbiamo avuto noi con Vlahovic. Loro hanno gestito di più la palla nel primo tempo, nel secondo la partita si è spaccata, ci sono state occasioni da una parte e dall'altra, è stata più divertente da vedere, poi loro hanno grande qualità, quando ripartono hanno precisione", dice Allegri a Dazn. "Noi su questo dobbiamo assolutamente migliorare, però non ho da rimproverare niente ai ragazzi, solo da complimentarmi per quello che hanno fatto. Ora bisogna mettere da parte questa settimana che è stata negativa, che nell'arco della stagione c'è sempre, bisogna ridurla a una settimana e ripartire con l'Udinese", aggiunge. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina-Russia, Zelensky: “Non finiremo nell’impero di Putin”

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"Non saremo parte dell'impero di Putin". Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, a 2 anni dall'inizio della guerra con la Russia risponde alle domande del direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, analizzando lo scenario attuale del conflitto e le prospettive in un quadro fortemente legato al sostegno che Kiev riceve dai partner internazionali. "L'Italia è con noi", dice Zelensky soffermandosi in particolare sul rapporto con Roma, costruito quando a Palazzo Chigi c'era Mario Draghi e mantenuto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.   Zelensky ripensa all'inizio della guerra. "Sembra sia passata un'eternità. I primi giorni erano diversi, la gente era scioccata all'inizio dell'invasione, con gli attacchi sulle città. Ora è diverso: abbiamo cominciato a difendere la nostra terra e le nostre famiglie, non avevamo alternative. Ora il paese sa cos'è la guerra: molte famiglie hanno perso i propri cari, ci sono i feriti, molti sono al fronte. Ma non siamo soli, siamo riusciti a unire i leader mondiali", dice il presidente ucraino. "Dopo 2 anni è importante aver difeso il nostro stato, circa il 26% del territorio nazionale è ancora sotto occupazione, ma vediamo che l'esercito russo non riesce a avanzare in maniera significativa: li abbiamo fermati", afferma Zelensky. "Oggi l'Ucraina è più vicina all'Europa e ha un esercito più forte, è dotata di mezzi occidentali: siamo più esperti. Siamo un po' stanchi a volte, a volte forse arroganti. Ma non possiamo concedere alla Russia di prevalere", prosegue.  "Non ho mai pensato di mollare, sono ucraino: amo e difendo il paese, è il mio dovere. Non si può credere alla vittoria del male, noi vinceremo", dice ancora. I 50 miliardi stanziati dall'Europa "sono un aiuto molto importante. Senza, la difesa diventa impossibile. Senza questi soldi, possiamo perdere ciò che abbiamo perché la Russia non si fermerà".  E' cruciale il sostegno degli Stati Uniti. Se Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali e diventare presidente, cambierebbe il rapporto tra Washington e Kiev? "Noi tutti viviamo in una realtà in cui ogni giorno cambia qualcosa. Dobbiamo trovare le possibilità per lavorare insieme. Voglio credere e sperare che se ci saranno cambiamenti negli Usa, la linea rimanga la stessa. Nel partito repubblicano ci sono voci radicali ma anche tante persone che supportano l'Ucraina. E' il popolo degli Stati Uniti che decide: se gli Usa intendono diminuire l'assistenza all'Ucraina, allora ci sarà un nuovo assetto geopolitico. Putin sfonderà la nostra difesa e andrà avanti, non si fermerà facilmente".  L'Ucraina si aspettava risultati decisamente migliori dalla controffensiva condotta lo scorso anno. Zelensky, però, non esprime un giudizio totalmente negativo: "Non direi che la controffensiva non ha funzionato. L'operazione marina ha prodotto risultati positivi, la Russia ha perso molte navi e ha perso la prevalenza nel Mar Nero. Siamo riusciti ad aprire un corridoio per il grano. C'è uno stallo nella guerra sul terreno, è mancato qualcosa: ci sono ritardi negli equipaggiamenti e i ritardi significano errori. Combattiamo contro terroristi che hanno uno degli eserciti più potenti del mondo, non bastano le munizioni e servono mezzi moderni".  Si discute del ruolo del generale Valerii Zaluzhny, comandante delle forze armate, e dell'ipotesi di una sua rimozione. I contrasti tra il generale e Zelensky sono al centro di indiscrezioni sempre più frequenti. "E' una questione che riguarda le persone che devono guidare l'Ucraina. Un reset è necessario, un ricambio di una serie di dirigenti e non solo nel settore militare. Sto riflettendo su questo ricambio, ma non si può dire che si può ripartire dopo aver sostituito una sola persona", dice il presidente. "E' una questione che riguarda tutto il gruppo dirigente, una macchina grande e complessa. Dobbiamo spingere tutti nella stessa direzione, convinti della vittoria. Non possiamo essere scoraggiati e farci cadere le braccia, dobbiamo avere le energie giuste: le negatività vanno lasciate a casa. Non possiamo assumere atteggiamenti rinunciatari, quando parlo di ripartenza e ricambio ho in mente qualcosa di serio. Non riguarda una singola persona, ma la direzione della leadership del paese", ribadisce.  Davanti c'è un nemico che vuole distruggere Kiev: "La Russia non vuole la pace, la pace per loro significa sconfitta. Il loro compito è la distruzione completa dell'Ucraina. L'obiettivo principale di Putin è privarci dell'indipendenza, vuole che l'ucraina sia parte del suo impero. Noi abbiamo proposto una formula di pace, ho concordato con la Svizzera che lì si terrà il primo summit: analizzeremo e svilupperemo i punti del piano per arrivare ad una pace giusta, il documento sarà proposto a tutto il mondo, Russia compresa".  Il messaggio all'Europa è chiaro: "Quando la guerra arriva a casa tua, è impossibile e inammissibile abituarsi. Una parte degli ucraini si sta abituando ed è un errore ed è ingiusto nei confronti di chi è al fronte. Questo vale anche per l'Europa: il fronte può arrivare dove sei tu se non sostieni chi combatte. E quando la guerra arriverà, nessuno sarà pronto. Gli eserciti europei non sono pronti, ci saranno migliaia di persone che migreranno. Come si difenderà l'Europa? Dov'è la garanzia che la Nato agirà prontamente? Chi ne parla? Nessuno". "Ci sarà una guerra globale con tante perdite. Bisogna compiere in anticipo alcuni passi per mettere al sicuro i propri paesi e la propria gente, sostenere l'Ucraina significa fermare i russi qui da noi. Ecco cosa bisogna fare. Se non è detto che Putin verrà da voi, non è detto nemmeno che non verrà…", dice ancora. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Mondiali di calcio 2026, la finale a New York il 19 luglio. Infantino: “Partita inaugurale a Città del Messico”

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(Adnkronos) – La finalissima dei mondiali del calcio del 2026 si giocherà al Metlife Stadium di New York il 19 luglio. Lo ha annunciato oggi la Fifa. La finalina per il terzo e quarto posto si disputerà all'Hard Rock Stadium di Miami. La Fifa ha fatto anche sapere che il Canada giocherà la sua prima partita nel torneo il 12 giugno a Toronto, e nello stesso giorno esordiranno anche gli Usa al SoFi Stadium di Los Angeles.  Sarà lo stadio Azteca di Città del Messico ad ospitare la partita inaugurale della Coppa del Mondo di calcio del 2026, l'11 giugno del 2026. Lo ha annunciato oggi il presidente della Fifa Gianni Infantino in un evento, trasmesso sul sito della Fifa. Il torneo, per la prima volta allargato a 48 squadre, sarà ospitato da Messico, Stati Uniti e Canada. Il mitico Azteca diventerà così il primo stadio a ospitare la Coppa del Mondo per la terza volta dopo il 1970 e il 1986. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Inter-Juventus 1-0, autogol di Gatti: nerazzurri in fuga verso scudetto

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L'Inter batte la Juventus per 1-0 nel big match in calendario oggi 4 febbraio per la 23esima giornata della Serie A 2023-2024. I nerazzurri si impongono con l'autogol di Gatti e prendono il largo in classifica. La capolista ha 57 punti e ora ha 4 lunghezze di vantaggio sui bianconeri. La formazione allenata da Inzaghi deve anche recuperare una partita e potenzialmente può volare a +7 rispetto alla squadra guidata da Allegri.  Inzaghi non rinuncia alla coppia d'attacco Lautaro Martinez-Thuram, con Dimarco e Darmian sulle fasce e Calhanoglu in cabina di regia. Acerbi con Bastoni e Pavard davanti a Sommer. Allegri, invece, in attacco sceglie la coppia Vlahovic-Yildiz con Kostic e Cambiaso sulle corsie esterne. Rientra Rabiot a centrocampo. Match equilibrato e intenso, con l'Inter che nella prima parte tiene maggiormente il possesso del pallone, anche se sono poche le conclusioni a rete. Al 18' Dimarco da posizione defilata, servito da Pavard, calcia al volo ma il pallone termina sull'esterno della rete. Al 19' rimessa laterale lunga di Darmian, con Thuram che prolunga di testa, per Lautaro la cui conclusione è murata da Cambiaso. La Juve non trova la via per cercare la rete e al 25' ancora Inter pericolosa. Sul cross rasoterra di Dimarco, Thuram perde l'attimo per il tiro ma è decisiva la chiusura in scivolata di Bremer. Il break bianconero arriva al 31' con un inserimento di McKennie che smista per Vlahovic in area ma il serbo sbaglia il controllo e Pavard lo ferma. Al 37' l'Inter passa in vantaggio: cross di Barella in area, ci prova Pavard in sforbiciata, palla che va verso Thuram ma è Gatti a deviare di petto nella propria porta, per l'1-0. Ad inizio ripresa la musica non cambia con i nerazzurri che continuano a spingere. Al 56' Barella allarga verso sinistra per Dimarco che incrocia il tiro ma non inquadra la porta. Un minuto dopo ancora pericolosa la squadra di Inzaghi. Al 57' Calhanoglu raccoglie una corta respinta di Bremer e conclude verso la porta colpendo il palo esterno. E' sempre Inter in pressing e Gatti salva su Lautaro Martinez. Juve pericolosa al 60' con un tiro-cross di Kostic, ma Mkhitaryan allontana la minaccia e l'Inter riparte in contropiede con Thuram che prova a servire Dimarco al centro dell'area anziché calciare verso lo specchio. Gara ora più aperta con la Juve che cerca con insistenza il pari e l'Inter che prova a chiuderla. Al 63' va Yildiz dalla bandierina, sponda di Bremer per Vlahovic che in rovesciata conclude di poco alto. Sono continui i ribaltamenti di fronte con Calhanoglu che prova dal limite ma il tiro termina alto. Dopo un'altra occasione per Lautaro non sfruttata, la Juve va vicina al pari: al 67' ci prova Gatti dal limite con un tiro potente che esce di poco alla destra di Sommer. Sull'ennesimo cambio di fronte, occasione monumentale al 69' per l'Inter con Dimarco che pennella in area per Barella, colpo al volo di destro ma è prodigiosa la risposta di Szczesny che salva la Juve. La squadra di Allegri spinge con insistenza alla ricerca del pari ma si espone alle ripartenze dell'Inter. All'87' arriva un'altra occasione clamorosa per i nerazzurri, con due nuovi entrati, Dumfries che mette al centro per Arnautovic che solo in area batte a colpo sicuro ma trova uno Szczesny superlativo che devia con la mano di richiamo. Nei 5' di recupero concessi dall'arbitro Maresca, la Juve prova a salire per gli assalti finali ma non trova il gol, l'Inter fa decollare la fuga scudetto.
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Sanremo 2024, Fiorello a Fazio: “Sei un uomo Rai pagato da altri”

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(Adnkronos) – "Io sono superstizioso. Avrei mai potuto saltare questo collegamento?" Amadeus, in collegamento con 'Che Tempo Che Fa', spiega così perché ha accettato l'invito di Fabio Fazio. Accanto a lui, un posatissimo Rosario Fiorello: "I vertici Rai mi hanno detto che devo parlare poco, il dg Rossi e Roberto Sergio non vogliono che io esageri. Comunque, il fatto che tu ci abbia invitato dimostra che tu sei un uomo Rai, pagato da altri. E questo alla Rai piace molto".  Amadeus commenta: "Lui è molto aziendalista". I due si collegano mentre è in corso il big match Inter-Juve. La loro Inter è in vantaggio, "ma non bisogna rilassarsi". Dietro di loro campeggia la maglia di Thuram con il numero 9.  Quando Fazio annuncia: "Adesso abbiamo la pubblicità". "Avete bisogno anche della pubblicità?", chiede Fiorello.  Al ritorno in studio, si parla anche del divieto per il vincitore di Sanremo di andare ospite domenica prossima di Fazio: "è colpa di Milo Infante", dice Fiorello. Poi Fazio mostra le foto 'regali' di Amadeus per 'Vanity Fair'. "Questo è il principe cerca moglie", dice Fiorello.  "Il prossimo non ci sarà, me l'ha promesso", dice Fiorello. E Fazio incalza: "Lo farai tu Fiorello?" "No, assolutamente. Noi apriremo una pagina su Onlyfans", dice Fiorello. "Facciamo il quinto intanto", interviene Amadeus. "È il nostro festival", dice Amadeus riferendosi a Fiorello. "Io farò il dopofestival, poi ogni tanto interverrò", dice Fiorello. "Ma mai sul palco fino a sabato", ribadisce Amadeus.  Fazio apre l'argomento della durata delle serate di Sanremo. Amadeus ammette: il festival finirà "non prima delle 2". "Tu andrai in onda dopo?", chiede Fazio a Fiorello. "Io sono abituato ad andare in onda alle 6 del mattino", risponde lo showman siciliano. La trasmissione viene interrotta dagli hacker 'appannati' di 'Viva Rai2': "ci mandato i vertici Rai, vi racconteremo delle barzellette orribili così lo share calerà".  Fiorello scherza sul fatto che tutti gli ospiti del festival chiedono il permesso di andare da Fazio, anche John Travolta e Russell Crowe. Gli Amarello si abbracciano al momento dei saluti: "Peccato che sei lì, se eri qua abbracciavamo anche te", si congeda Amadeus. "Grazie alla Rai – dice Fazio dopo aver fatto gli auguri al festival – per aver concesso questa possibilità e speriamo sia l'inizio di una nuova serenità di cui abbiamo tutti voglia".   —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Giacomo Losi, è morto lo storico capitano della Roma

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(Adnkronos) – Giacomo Losi, storico capitano della Roma, è morto oggi 4 febbraio 2024. Aveva 88 anni. A dare la notizia è stato il nipote ed ex direttore Rai, Massimo Liofredi, che a nome della famiglia ha ricordato le gesta dello zio, 'Er core de Roma', terzo giocatore con più presenze nella prima squadra dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi. "Zio Giacomo stasera è andato in cielo", ha ricordato Massimo Liofredi, "E' rimasto attaccato fino all'ultimo alla maglia giallorossa, per cui aveva un amore smisurato e che continuava a seguire in ogni occasione. Per tanti anni è stato il giocatore più rappresentativo della As Roma, battuto in fotofinish dai grandi Francesco Totti e Daniele De Rossi”. Losi lascia la moglie Luciana Renzi e il figlio Roberto e i nipoti. Nato a Soncino (Cremona) il 10 settembre del 1935, Losi debuttò come calciatore a 14 anni con la squadra locale della Soncinese nel ruolo di mezz'ala. Nel 1951 venne acquistato dalla Cremonese per 500mila lire. A Cremona disputò due stagioni conquistando la serie C e soprattutto mettendosi in evidenza nel ruolo di terzino, tanto che nel 1953 venne acquistato dalla Roma per 8 milioni di lire. Ha esordito in Serie A a Roma contro l'Inter il 20 marzo 1955. A partire dalla stagione 1955-1956 divenne titolare della squadra e lo restò quasi sempre sino a fine carriera. Giocò nella Roma fino al 1969, collezionando 386 presenze totali, di cui 299 da capitano, senza mai subire nessun provvedimento disciplinare (fu ammonito solamente nell'ultima partita disputata). Nella stagione 1968-1969, con l'arrivo di Helenio Herrera sulla panchina romanista, venne messo in disparte dopo le prime 8 giornate e per questo lasciò la Roma a fine stagione per disputare la sua ultima annata da calciatore nella Tevere Roma, in Serie D. Con la Roma ha vinto due Coppe Italia (nel 1963-1964 e nel 1968-1969), e la Coppa delle Fiere nel 1960-1961. In campionato il miglior piazzamento è stato il secondo posto nel 1954-1955. Il 20 settembre 2012 è stato tra i primi 11 giocatori a essere inserito nella hall of fame ufficiale romanista. Losi ha giocato anche in Nazionale (11 le presenze totali), debuttando il 13 marzo del 1960 nell'amichevole persa 3-1 contro la Spagna a Barcellona. Fu quindi schierato in tutte le partite della squadra azzurra sino ai Mondiali del Cile del 1962, indossando anche la fascia di capitano allo Stadio Heysel di Bruxelles, nella partita Belgio-Italia del 13 maggio 1962, nella quale esordì il diciottenne Gianni Rivera. Come allenatore è stato tecnico in Serie D per la Tevere Roma (1970 – 1971). E' stato poi allenatore ad Avellino, Turris, Lecce, Salernitana, Alessandria, Bari (con cui ottenne una promozione in Serie B nel 1976-1977), Banco di Roma, Piacenza, Casarano, Nocerina e Juve Stabia. A Roma è stato a lungo responsabile della scuola calcio Nuova Valle Aurelia (nel quartiere di Valle Aurelia) e ha allenato anche la nazionale Attori. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sgarbi: “Ringrazio Meloni, lettera di dimissioni entro oggi poi deciderà lei”

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(Adnkronos) – La lettera di dimissioni "sto finendo di scriverla ed entro oggi la invio alla Meloni ringraziandola per essere stata estremamente sensibile e rispettosa, perché ha detto 'aspetto che l'Antitrust prenda una posizione'". E' quanto ha detto Vittorio Sgarbi, ospite di Zona Bianca su Retequattro. "La posizione presa è avversa a me, io adesso faccio ricorso al Tar e devo valutare se il tempo del ricorso mi consente di continuare ad essere sottosegretario, lo deciderà lei. Non l'ho sentita ma la decisione è soltanto sua". "Perché ho deciso di dimettermi? Perché se l'Antitrust mi dice che io non devo essere Sgarbi, io preferisco essere Sgarbi. Io sono Sgarbi, punto. E' perché sono Sgarbi che mi hanno chiamato al governo. Ma se quella cosa per cui mi hanno chiamato è ritenuta incompatibile, vado per conto mio e continuo ad essere Sgarbi". Solo venerdì scorso Sgarbi ha annunciato di voler dare le dimissioni da sottosegretario alla Cultura. "Comunico ai giornalisti, che se lo potevano aspettare, che mi dimetto da sottosegretario con effetto immediato. Scriverò una lettera alla Meloni" ha detto dal palco dell'evento 'La ripartenza – liberi di pensare', organizzato da Nicola Porro. "L'Antitrust – ha spiegato – ha mandato una molto complessa e confusa lettera, dicendo che, avendo accolto due lettere anonime che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, io non posso fare una conferenza da Porro”. Il ministro Gennaro Sangiuliano "non l'ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della torre Garisenda". "Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all'Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime". Nella sua indicazione "l'Antitrust dice 'dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto', le ha inviate il ministro. "Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime", ha sottolineato Sgarbi. "Sangiuliano ha compreso la lettera anonima, ha ritenuto che fosse degna e ha avuto ragione, mi compiaccio con lui. Lui rimane ministro e io solo Sgarbi". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, Zelensky a Tg1: “Guerra può arrivare da voi, nessuno sarà pronto”

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(Adnkronos) – "La guerra può arrivare da voi perché abbiamo a che fare con Putin. E quando arriverà nessuno sarà pronto, gli eserciti europei non sono pronti, sarà uno choc, dov'è la garanzia che la Nato reagirà prontamente? chi ne parla? nessuno". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'intervista esclusiva al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, rispondendo alla domanda su cosa si sente di dire a chi, in Italia e in altri Paesi europei, dice di essere stanco di mandare armi all'Ucraina. La guerra con la Russia è in corso da 2 anni. "L'Ucraina di oggi è diversa, più vicina all'Europa. Oggi l'Ucraina ha un esercito più forte, è dotata di mezzi occidentali, siamo più esperti – aggiunge il presidente ucraino -. A volte siamo un po' stanchi, a volte forse arroganti, ma non possiamo concedere alla Russia la possibilità di prevalere grazie ai suoi strumenti".  Zelensky, interpellato sui rapporto con l'Italia, evidenzia di avere un atteggiamento "molto positivo" di fronte all'ex premier Mario Draghi e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Mario ci ha aiutato molto per la candidatura all'Ue", "Meloni è una persona molto seria e molto forte", ha "influenzato la decisione di aprire i negoziati di adesione all'Ue. L'Italia è dalla nostra parte".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Atalanta-Lazio 3-1, nerazzurri soli al quarto posto

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L'Atalanta batte la Lazio per 3-1 nel match in calendario oggi 4 febbraio per la 23esima giornata della Serie A 2023-2024. I bergamaschi salgono a 39 punti e mantengono il quarto posto solitario mentre i biancocelesti rimangono a quota 34 e perdono terreno rispetto alla zona Champions League della classifica. L'Atalanta apre le marcature con Pasalic e dilaga con la doppietta di De Ketelaere. Nel finale la Lazio accorcia le distanze con il rigore di Immobile.  Gasperini per il big match contro la squadra di Sarri sceglie un attacco leggero con Miranchuk, De Ketelaere e Pasalic, lasciando Scamacca e Muriel in panchina. Difesa a tre con Scalvini, Djimsiti e Kolasinac. Dall'altra parte invece Sarri opta per Castellanos di punta al posto di Immobile, con Felipe Anderson e Isaksen. Ancora fuori Zaccagni. In mezzo al campo giocano Luis Alberto, Guendouzi e Rovella. L'Atalanta parte subito forte, al 15' Miranchuk su punizione serve in area che Kolasinac schiaccia di testa ma trova solo Provedel. Passa un minuto e i padroni di casa vanno in rete: cross in area di De Ketelaere, sponda di testa di Scalvini per Pasalic che controlla di petto da due passi in girata con il destro fa 1-0. La Lazio prova a reagire, cerca spazi non non li trova. Al 27' ci prova su punizione dal limite Luis Alberto a giro ma la palla termina di poco sopra la traversa. I biancocelesti si scoprono e i nerazzurri provano ad affondare: al 36' ancora un cross, questa volta di Scalvini in area, per De Ketelaere che prova a spiazzarla di testa ma finisce sopra la traversa. Al 43' l'Atalanta passa ancora con De Ketelaere che realizza il calcio di rigore assegnato per un tocco di braccio di Marusic in area. Biancocelesti in confusione e Atalanta vicina al tris. Al 45' Holm di testa in inserimento scheggia la traversa. La Lazio prova a reagire nella ripresa e al 52' in contropiede arriva al tiro Castellanos, ma la palla deviata finisce sui piedi di Isaksen che calcia di prima ma manda alto sopra la traversa. La squadra di Gasperini non arresta la sua voglia di segnare. Al 56' sul cross di Ruggeri dalla sinistra, Ederson prova a staccare di testa ma manda alla sinistra di Provedel. Al 61' De Ketelaere serve Pasalic sulla sinistra con il croato che mette al centro dell'area per Miranchuk che di prima calcia in porta ma trova pronto Provedel. Al 70' schema su punizione per l'Atalanta con De Roon che serve al limite Scamacca, appena entrato, ma la conclusione dell'attaccante è alta. La Lazio prova ad alzare il baricentro, ma non trova spazi e al 76' i nerazzurri calano il tris: azione solitaria del solito De Ketelaere entra in area, punta Pellegrini e calcia sul primo palo battendo ancora Provedel per il 3-0.
 Sarri manda in campo Immobile e Pedro, con la Lazio avanti a testa bassa per ridurre lo svantaggio. Lo spagnolo chiede un rigore all'80' ma Guida non lo concede. All'83' però il penalty arriva per un fallo di Djimsiti su Immobile. E' lo stesso attaccante ad andare sul dischetto e spiazzare Carnesecchi per il 3-1. La Lazio prova ad insistere in avanti con Immobile che di testa sfiora la doppietta al 90', ma l'Atalanta poi chiude bene gli spazi e porta a casa una importante vittoria contro una diretta concorrente per un posto Champions.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, fuochi d’artificio e il festival prende il largo

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(Adnkronos) – Un lungo spettacolo di fuochi d'artificio e lo slogan del festival che si illumina a caratteri cubitali sulla fiancata dell'enorme imbarcazione. Così la Costa Smeralda, il 'palco galleggiante' del festival di Sanremo, ha salutato stasera, in rada a Sanremo, l'inizio della settimana festivaliera.  Da martedì, ogni sera, Sanremo 2024 si collegherà con il palco della nave dove si esibiranno alcuni degli ospiti del festival: Tedua nella serata inaugurale e in quella finale, Bon Sinclair mercoledì, Bresh giovedì, Gigi D’Agostino venerdì.  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sanremo 2024, Al Bano: “Protesta dei trattori meriterebbe la ribalta del festival”

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(Adnkronos) – "Portare la protesta dei trattori a Sanremo 2024 sarebbe un colpo mediatico formidabile. E se fossi uno con un grande pelo sullo stomaco ci andrei pure io con un trattore". A parlare così, intervistato dall'Adnkronos, è Al Bano che da giorni spende parole di sostegno per la protesta degli agricoltori.  "Ma non voglio strumentalizzare il mio doppio ruolo di cantante e di contadino e nemmeno accendere micce. Però il festival di Sanremo, che si svolge in una terra dove molti vivono di coltivazione della terra, di floricoltura, potrebbe dedicare attenzione a questa protesta sacrosanta. Sarebbe una bella cosa", aggiunge. "Non sarebbe la prima volta – sottolinea – che il festival porta sul palco una protesta legittima. Mi ricordo quando nel Sanremo del 1984 Pippo Baudo invitò sul palco gli operai dell'Italsider di Genova: i lavoratori stavano manifestando di fronte all'Ariston contro il piano di licenziamenti previsto dall'azienda ed il presentatore fece leggere le loro rivendicazioni in diretta tv. Fu un momento di grande civiltà. Il festival ha sempre avuto anche dei momenti attenti al sociale e quest'anno la protesta degli agricoltori meriterebbe quei riflettori", aggiunge Albano Carrisi, che nella sua tenuta di Cellino San Marco ha una florida azienda agricola di cui, appena può, si occupa in prima persona. "Io sono in una condizione privilegiata perché spesso il cantante sovvenziona il contadino, sennò per le condizioni in cui gli agricoltori sono costretti ad operare avrei fatto la fame o quasi, come mi è successo negli anni della mia infanzia", conclude. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Vittorio Emanuele di Savoia, sabato i funerali nel duomo di Torino

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(Adnkronos) – I funerali di Vittorio Emanuele di Savoia si terranno sabato 10 febbraio nel Duomo di Torino". L'orario della cerimonia sarà alle 15. Lo comunica in una nota la Casa Savoia in cui si spiega che "l'accesso al Duomo per la Santa Messa esequiale sarà possibile soltanto con biglietto di invito". "Dopo il rito funebre, Sua Altezza Reale il Principe Vittorio Emanuele sarà tumulato in forma strettamente privata nella Cripta Reale nella Basilica di Superga, luogo di sepoltura della tradizione sabauda. Nella giornata di venerdì 9 Febbraio, a partire dalle ore 12.30 e fino alle ore 21 – si legge ancora – quanti vorranno rendere l'estremo saluto a Sua Altezza Reale, potranno farlo presso la Chiesa di Sant'Uberto, all'interno del complesso della Reggia di Venaria Reale". "Sua Altezza Reale il Principe Emanuele Filiberto, Duca di Savoia e Principe di Venezia, a nome di Casa Savoia, ringrazia tutti coloro che, in queste ore, stanno manifestando il proprio cordoglio" si legge nella nota. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)