Limiti più stringenti e risarcimento per i cittadini, ok del Parlamento Ue alla direttiva sulla qualità dell’aria

0
Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) – L’Ue prepara una nuova stretta contro l’inquinamento dell’aria e prevede la possibilità per i cittadini di essere risarciti dallo Stato in caso di danni alla salute. Il Parlamento ha infatti adottato in via definitiva un accordo politico provvisorio con i governi europei su nuove misure per migliorare la qualità dell’aria nell’Ue con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni.  La direttiva prevede una stretta sull’emissione degli agenti più pericolosi per la salute umana come il Pm 2.5, il Pm 10, l’ossido di azoto e l’anidride solforosa, da rispettare entro il 2030. In presenza di determinate condizioni e di un impegno concreto, i Paesi potranno chiedere una deroga di dieci anni per rispettare i nuovi limiti entro il 2040.  Nel testo adottato dal Parlamento Ue, si legge che: “Il piano d’azione per l’inquinamento zero definisce una visione per il 2050, in cui l’inquinamento atmosferico è ridotto a livelli non più considerati nocivi per la salute e per gli ecosistemi naturali. A tal fine, si dovrebbe perseguire un approccio graduale alla definizione delle norme attuali e future dell’Unione in materia di qualità dell’aria, stabilendo standard di qualità dell’aria per il 2030 e oltre e puntando a raggiungere l’allineamento con i più recenti orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria al più tardi entro il 2050, sulla base di un meccanismo di revisione periodica per tenere conto dei più recenti dati scientifici”.  A tal fine, gli europarlamentari hanno stabilito di aumentare i punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città. Per una analisi e un confronto più chiaro, inoltre, si prevede che gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati nei 27 Paesi, diventino omologati e quindi comparabili, chiari e disponibili al pubblico.
 Il testo emendato dal Parlamento Ue prevede che i risultati della valutazione della qualità dell’aria per le zone in cui sono utilizzate applicazioni di modellizzazione della qualità dell’aria o una stima obiettiva sono indicate le seguenti informazioni: – descrizione delle attività di valutazione svolte; – metodi specifici utilizzati e loro descrizione; – fonti dei dati e delle informazioni; – descrizione dei risultati, comprese l’incertezza e, in particolare, l’estensione di qualsiasi area o, se del caso, la lunghezza della strada all’interno di una zona in cui le concentrazioni superano uno dei valori limite, dei valori-obiettivo o degli obiettivi a lungo termine, e di ogni area in cui le concentrazioni superano la soglia di valutazione; – popolazione potenzialmente esposta a livelli superiori rispetto ai valori limite per la protezione della salute umana. Una delle novità più grandi proposta dalla Commissione e accolta dall’Europarlamento riguarda il principio del “chi inquina paga”. In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, sia essa “commessa intenzionalmente o per negligenza delle autorità competenti”, si prevede che i cittadini possano intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata. Non solo: la direttiva obbliga gli Stati membri a trovare un modo affinché le norme e le procedure nazionali relative alle richieste di risarcimento siano concepite e applicate “in modo da non rendere impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio del diritto al risarcimento dei danni”.  Nel determinare l’ammontare della sanzione, gli Stati dovranno considerare, a seconda dei casi: – la natura, la gravità, la portata e la durata della violazione; – l’impatto della violazione sulla popolazione, compresi i gruppi sensibili e le categorie vulnerabili, o sull’ambiente, tenendo presente l’obiettivo di conseguire un elevato livello di tutela della salute umana e dell’ambiente; – il fatto che la violazione sia stata commessa una sola volta o ripetutamente, compreso l’eventuale previo ricevimento di un ammonimento o di una sanzione amministrativa o penale; – i vantaggi economici derivanti dalla violazione da parte della persona fisica o giuridica ritenuta responsabile, nella misura in cui possano essere determinati. La stretta sulla qualità dell’aria si è resa necessaria a fronte dei numeri: come riporta lo stesso Parlamento Ue sul proprio sito, l’inquinamento atmosferico continua ad essere la prima causa ambientale di morte prematura nell’Ue, con circa 300.000 morti all’anno. Situazione particolarmente grave nel nostro Paese, anche a causa dell’elevatissima presenza di auto, tanto che a marzo scorso la Commissione europea ha inviato una
lettera formale di messa in mora all’Italia
, evidenziando la persistente mancata conformità del Paese alla sentenza della Corte di Giustizia del 10 novembre 2020, degli standard imposti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria. Dopo la votazione, il relatore Javi López (S&D, ES) ha dichiarato: “Aggiornando gli standard di qualità dell’aria, alcuni dei quali sono stati stabiliti quasi due decenni fa, l’inquinamento sarà dimezzato in tutta l’UE, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile. Grazie al Parlamento, le norme aggiornate migliorano il monitoraggio della qualità dell’aria e proteggono in modo più efficace i gruppi vulnerabili. Quella di oggi è una vittoria significativa nel nostro costante impegno a garantire un ambiente più sicuro e più pulito per tutti i cittadini europei.” La direttiva deve ora essere formalmente adottata dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore 20 giorni dopo. Da allora i Paesi avranno due anni di tempo per applicare le nuove norme. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’ASL di Latina premiata per la parità di genere

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – L'ASL di Latina ha fatto storia diventando la prima azienda sanitaria in Italia ad ottenere la certificazione di parità di genere. Questo riconoscimento, conforme alla UNI/PdR 125:2022, posiziona l'ASL di Latina tra le prime aziende pubbliche nel paese ad adottare politiche concrete per garantire l'uguaglianza di genere. Tale successo non solo conferma l'impegno dell'ASL di Latina verso la parità di genere, ma porta anche con sé notevoli vantaggi sia sul piano economico che reputazionale. Con quattro ospedali e cinque distretti, l'ASL di Latina è un pilastro della sanità locale, con il 66% del suo personale composto da donne. Ancora più significativo è il fatto che il 51% dei dirigenti dell'ASL di Latina sono donne, dimostrando un impegno tangibile nell'incoraggiare la leadership femminile all'interno dell'organizzazione. L'Asl di Latina si è distinta come pioniera nell'adozione di politiche volte a ridurre il divario di genere e a favorire la crescita professionale delle donne all'interno dell'organizzazione. Questo impegno ha trovato concreta manifestazione nel processo di certificazione della parità di genere, avviato come parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tale processo, guidato dal Comitato Unico Garanzia (CUG), ha rappresentato un vero e proprio impegno collettivo per l'azienda, con un team dedicato che ha lavorato instancabilmente per garantire il successo del percorso. Il percorso verso la certificazione di parità di genere è stato caratterizzato da una serie di iniziative mirate a promuovere l'uguaglianza di genere in vari settori aziendali. Tra queste, spiccano la formazione specifica per gli auditor interni, finalizzata a sviluppare competenze e sensibilità necessarie per valutare e migliorare le politiche di genere all'interno dell'azienda. Inoltre, è stato istituito un Comitato Guida per implementare e monitorare nel tempo il Piano Strategico sulle Politiche di genere, garantendo così un'impostazione solida e duratura alle azioni intraprese. Durante il processo di certificazione, l'ASL di Latina è stata sottoposta a un esame dettagliato da parte di un ente certificatore esterno. Questo controllo ha valutato l'organizzazione sotto diversi aspetti, tra cui cultura e strategia, governance, processi legati alle risorse umane, equità retributiva e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Nonostante la complessità e l'attenzione ai dettagli richiesti, l'ASL di Latina ha superato con successo questo esame, ottenendo un punteggio dell'81%, dimostrando così il suo impegno costante nel promuovere la parità di genere e contrastare le discriminazioni. "È motivo di grande soddisfazione per l'azienda sanitaria locale di Latina essere la prima in Italia a raggiungere questo importante traguardo sulla parità di genere", ha affermato con orgoglio Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. "Le donne sono il doppio dei professionisti nel settore sanitario e il loro impegno quotidiano è fondamentale per garantire la qualità della sanità. Questo ennesimo riconoscimento conferma il nostro impegno a promuovere l'inclusione e la pari opportunità aziendale". Il commissario straordinario dell’Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli, ha espresso un sincero orgoglio per il traguardo storico raggiunto dall'azienda nel campo della parità di genere: “Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto, che premia il lavoro di tanti anni sui temi dell’inclusione e valorizzazione di genere, grazie anche al Team aziendale afferente al Dipartimento Staff, che ha saputo indirizzare e valorizzare al meglio le competenze interne”. La certificazione di genere rappresenta solo l'inizio di un percorso di miglioramento continuo per l'ASL di Latina. Nel prossimo triennio, l'azienda si impegna a concentrarsi su aree specifiche dove possono essere apportati ulteriori miglioramenti. La certificazione non solo rafforzerà la competitività dell'azienda attraverso vantaggi economici diretti e indiretti, come previsto dalla legge 5 novembre 2021, n. 162, ma contribuirà anche a migliorare la reputazione dell'azienda, confermando il suo impegno per l'inclusione e la diversità. —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rendicontazione ESG, Consob sostiene le PMI

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Dal Gruppo di lavoro 3 attivato all'interno del Tavolo per la Finanza Sostenibile e coordinato da Consob, è nato un progetto per la creazione di un template per la rendicontazione ESG dedicato alle PMI. Il progetto intende sostenere le PMI non soggette ad attività di reporting ESG, supportandole nella ricerca e raccolta di informazioni sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, da poter fornire a diversi operatori del sistema economico, quali banche e partner finanziari.  Il progetto è focalizzato sulla messa a punto di un template con le informazioni ESG ritenute più rilevanti per le PMI. Il documento sarà sottoposto a consultazione pubblica nel corso del 2024 e in ogni caso non rappresenta uno standard di rendicontazione ESG, né costituisce un'alternativa all'utilizzo di standard riconosciuti, adottati o in corso di adozione a livello nazionale ed internazionale, pur contibuendo ad aumentare la consapevolezza delle imprese circa le questioni di sostenibilità che interessano maggiormente l'esercizio delle loro attività. Il template per le PMI proposto dal Tavolo per la Finanza Sostenibile rappresenta uno schema per la raccolta dei dati nell'ambito dei rapporti tra piccole e medie aziende da una parte e banche dall'altra. Si tratta del primo step di un più ampio progetto che comprenderà anche l'individuazione delle informazioni ESG da fornire ad altri operatori del sistema economico come imprese non finanziarie e partner commerciali. Parallelamente alla proposizione del template alle PMI, sono previste attività di educazione finanziaria e sensibilizzazione verso i temi ESG, anche in considerazione della crescente importanza della rendicontazione delle aziende, anche se su base volontaria come ad oggi avviene per le PMI non quotate.  Alla base del progetto del template PMI, il Gruppo di Lavoro 3 coordinato da Consob ha svolto diverse attività. Prima di tutto, la mappatura degli obblighi normativi di reportistica ESG, attuali e prospettici, delle imprese finanziarie e non, che ha permesso di identificare tutte le possibili esigenze di informazione delle imprese finanziarie e non finanziarie e di mapparle in maniera dettagliata. In secondo luogo, è stata effettuata un'attività di mappatura delle informazioni di sostenibilità relative alle PMI non quotate che le imprese finanziarie e non finanziarie ritengono rilevanti. Un terzo step ha riguardato la preparazione di schemi per la raccolta dei dati delle PMI non quotate, messi a punto anche grazie al confronto con gli stakeholder, necessari per assolvere alle esigenze informative precedentemente citate. In definitiva, il template ha l'obiettivo centrale di facilitare la trasmissione di informazioni di sostenibilità nell'ambito del rapporto bilaterale tra PMI e banche. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Marche, silver economy e digitale ridefiniscono il mercato del lavoro

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Il tessuto economico marchigiano si appresta a un'epoca di trasformazioni epocali, spinte dalla rivoluzione digitale, dalla transizione verde e dall'invecchiamento demografico. Secondo le analisi del Centro Studi Cna Marche, basate sui dati di Excelsior Unioncamere, le professioni più richieste nei prossimi cinque anni rispecchieranno questa evoluzione. Le Marche stanno per intraprendere un viaggio verso una nuova era di sostenibilità, dove le energie rinnovabili e le pratiche eco-sostenibili saranno le pietre miliari dello sviluppo economico regionale. Questo cambiamento non solo rappresenta una risposta alle sfide ambientali attuali, ma offre anche un'opportunità unica per la crescita economica e l'occupazione. Con una crescente consapevolezza ambientale e la necessità di ridurre l'impatto sul pianeta, la domanda di professionisti esperti nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità è destinata a crescere in modo significativo. La richiesta di professionisti specializzati in questi settori è destinata a crescere esponenzialmente, poiché le imprese cercano figure in grado di guidare questa rivoluzione. Investire nell'istruzione e nella formazione specifiche in queste aree diventerà fondamentale per garantire la competitività delle aziende e l'occupabilità dei lavoratori.  Tuttavia, il cambiamento non riguarda solo l'ambiente, ma anche la composizione demografica della regione. Secondo i dati dell'Istat, nei prossimi cinque anni, ci sarà un aumento dell'8% degli over 60 e una diminuzione del 4% dei marchigiani in età lavorativa tra i 18 e i 59 anni. Questo fenomeno, noto come terza transizione demografica, presenta sfide uniche, ma anche opportunità per la creazione di nuovi mercati e posti di lavoro, specialmente nei settori dei servizi culturali, turistici, immobiliari e assicurativi. Il panorama lavorativo delle Marche si prepara a un periodo di significative trasformazioni nei prossimi cinque anni. La chiave per affrontare questa evoluzione è una stretta collaborazione tra istituzioni, scuole e imprese al fine di preparare le competenze necessarie per il mercato del lavoro in rapida evoluzione. Politiche attive del lavoro e misure di welfare rivestono un'importanza cruciale nel superare la carenza di lavoratori qualificati e nel favorire l'occupabilità, specialmente tra le fasce femminili e giovanili. Il fabbisogno occupazionale complessivo delle Marche è stimato in 84.500 unità nei prossimi cinque anni. Particolarmente elevata sarà la richiesta di dirigenti e professionisti altamente specializzati, tecnici e impiegati qualificati nel commercio e nei servizi. Settori in forte crescita come la salute, l'informatica e le costruzioni green offriranno ampie opportunità di lavoro. Tra il 2024 e il 2028, le Marche avranno bisogno di 84.500 mila unità di cui 78.000 lavoratori sostituiranno quelli in uscita e 6.500 nuovi ingressi si uniranno alla forza lavoro regionale. La richiesta sarà diversificata, con 15.900 dirigenti e professionisti ad elevata specializzazione, 14.900 tecnici, 10.000 impiegati, 16.400 addetti qualificati nel commercio e nei servizi, 13.900 operai specializzati e 5.600 conduttori di impianti. Escludendo il settore agricolo, i fabbisogni occupazionali coinvolgeranno 83.200 persone, con 28.800 con formazione terziaria, 23.300 con diploma di scuola secondaria superiore tecnico professionale, 3.600 con diploma liceale, 18.200 con qualifica di formazione o diploma professionale e 9.300 con licenza media. Il futuro del lavoro nelle Marche si presenta promettente, con ampie opportunità per coloro che investono nelle competenze del futuro e si preparano ad abbracciare le sfide di un'economia in continua evoluzione. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Imprese, Pichetto Fratin: “Industria nautica da diporto è modello nazionale da copiare”

0
Tempo di lettura: < 1 minuto

(Adnkronos) – “L’industria nautica da diporto è un modello nazionale da copiare, rappresentanza plastica della realtà che viviamo, dove il mutamento del percorso energetico sta comportando un cambiamento della percezione del consumatore”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al convegno 'Blue economy – Cantieristica navale ed ecosostenibilità' organizzato da Confindustria Nautica con il patrocinio dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo (Pam), presso l’Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Beach Litter 2024, la top five dei rifiuti raccolti

0
Tempo di lettura: 4 minuti

(Adnkronos) – Il marine litter resta una delle principali minacce per mare e spiagge: sono 23.259 i rifiuti raccolti da Legambiente in 33 lidi afferenti a 12 regioni della Penisola per un totale di 179.000 m2 monitorati, con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Il 40,2% di questi è rappresentato da 5 tipologie di oggetti (mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica). E' il quadro della situazione emerso dalla nuova indagine Beach Litter di Legambiente. Significativo il dato specifico sui prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (Sup), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022, e che insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai volontari dell'associazione. Un tema, per Legambiente, "da attenzionare nei prossimi anni intervenendo sia in termini di informazione e sensibilizzazione che di politiche da mettere a sistema per evitare che questa tendenza continui ad aumentare nel giro di pochi anni". 
Dal 10 al 12 maggio una 'marea' di volontari e volontarie invaderà le spiagge della Penisola equipaggiati di pinze raccogli-rifiuti e guanti, per partecipare in tutta Italia alle decine di iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024, la storica campagna organizzata da Legambiente e dai suoi circoli che da 34 anni coinvolge migliaia di persone in una mobilitazione collettiva di pulizia di spiagge e arenili. 'Spiagge Pulite? Pinzaci tu!' è lo slogan scelto per l’edizione 2024, un vero e proprio richiamo alla responsabilità per invitare tutte e tutti a collaborare in prima linea per la rigenerazione dei luoghi marini e costieri. L’invito è anche quello di postare sui social foto di rifiuti particolari o strani rinvenuti sulle spiagge, segnalando il luogo del ritrovamento, utilizzando le stories di Instagram, oltre al tag al profilo Legambiente e l’hashtag #SpiaggeFondaliPuliti. Anche quest’anno a supportare le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024 ci sarà Sammontana (in qualità di partner principale) e Biotherm (in qualità di partner). Obiettivo della tre giorni è anche quello di sensibilizzare le persone sul problema del marine litter e sul corretto smaltimento dei rifiuti.  Novità di quest'anno dell'indagine Beach Litter è l’utilizzo per la prima volta del Clean Coast Index (Cci), uno indicatore utile per determinare il 'grado di pulizia' delle spiagge in modo immediato e oggettivo, basato sulla densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate e utilizzato a livello internazionale. Delle 33 spiagge monitorate, il 6,6% è risultata avere un Cci corrispondente a un giudizio 'spiaggia sporca' o 'molto sporca'. Un dato positivo rispetto al passato, segno che le campagne di sensibilizzazione avviate in questi anni stanno dando i primi risultati. Alla diminuzione percentuale delle spiagge classificate come 'sporche' o 'molto sporche', è corrisposto un aumento significativo nel 2024, rispetto alla media di periodo, per le spiagge giudicate come 'molto pulite' o 'abbastanza pulite'; in linea con i valori medi attesi le spiagge giudicate come 'pulite'.  “Le attività che caratterizzano la campagna Spiagge e Fondali Puliti offrono a tutti un esempio concreto su come anche i piccoli gesti possano generare un messaggio tanto potente quanto spesso disatteso: la natura è casa nostra, bisogna prendersene cura – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – I dati raccolti nella nostra annuale indagine sull’inquinamento di spiagge e arenili dovuto all’abbandono di rifiuti confermano quanto ancora siano necessarie le campagne di pulizia collettiva, visto il tendenziale aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente legato al consumo di cibo. È sulle abitudini dei frequentatori degli spazi naturali, come anche le spiagge e gli argini di fiumi e laghi, che bisogna continuare a intervenire attraverso attività di informazione e sensibilizzazione e con l’implementazione di servizi di raccolta efficaci per questi contesti più delicati e complicati da raggiungere. Quale miglior modo se non quello di una mobilitazione pubblica per liberare i tratti costieri dai rifiuti che rimangono un problema ambientale crescente, un rischio concreto per la fauna marina e costiera e anche un deterrente per il valore turistico dei luoghi”. Più nel dettaglio, nei primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti figurano in testa i mozziconi di sigaretta, 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%). Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Segue il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%. Nel fine settimana dal 10 al 12 maggio si potrà partecipare alle giornate dedicate alla riqualificazione degli ambienti marini e costieri anche oltre i confini italiani. Nell’ambito della campagna internazionale Clean Up the Med, di cui Legambiente è organizzatore, 80 realtà, fra cui associazioni ambientaliste, strutture turistiche, università, scuole e amministrazioni pubbliche, si metteranno all’opera per il ripristino naturale di spiagge e fondali in 12 Paesi del bacino del Mediterraneo: Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Stile di vita green, quasi il 70% degli italiani ha incrementato il riciclo

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Per più di 8 consumatori europei su 10 il costo della vita influisce sulla scelta di acquistare prodotti sostenibili. L’Italia è il Paese in cui questo fenomeno, pur incidendo in maniera significativa, pesa meno rispetto agli altri Paesi e dove l’importanza di mantenere uno stile di vita sostenibile ha registrato il dato più alto 70%, rispetto alla Germania (55%), al Regno Unito (56%), alla Francia (63%) e alla Spagna (64%). La ricerca, condotta da Pro Carton, l'Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell'ambiente e degli imballaggi, in relazione all’andamento dell’economia e alle dinamiche geopolitiche internazionali. Oltre al costo della vita, il cambiamento climatico è tra le preoccupazioni percepite più urgenti dai consumatori europei, insieme all’inflazione e ai conflitti. Per gli italiani sono ugualmente prioritari il costo della vita (84%) e la guerra (83%) seguiti dall’inflazione (75%). Solo dopo, preoccupano la pandemia (45%), il razzismo (22%) e la deforestazione (21%). Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina costituiscono, invece, il tema più sensibile per i tedeschi.  Il 74% degli europei pensa che non si stia facendo abbastanza per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Tutti e cinque i Paesi concordano che si possa fare di più, ma i cittadini dell’Europa meridionale, gli spagnoli e gli italiani, sono i più sensibili e pensano che servano azioni più incisive. In Italia, il riciclo rimane l’azione considerata come più efficace, lo pensa il 74%, seguita al secondo posto dall’uso di materiali più naturali e rinnovabili (il 65%) e al terzo dalla piantumazione di nuovi alberi (il 62%).  Secondo la ricerca, il 69% degli italiani ricicla di più rispetto a 12 mesi fa; mentre più della metà (rispettivamente il 55% e il 51%) dichiara che, nell’ultimo anno, ha prestato più attenzione allo spreco dell’acqua e a ridurre l’acquisto di prodotti confezionati in plastica. Anche per quanto riguarda l’acquisto di un prodotto, il fatto che il packaging sia sostenibile è un fattore determinante per la scelta. Per i consumatori italiani, l’aspetto più importante è che sia facile da riciclare (lo pensa il 71%), seguito dal fatto che sia composto da materiali riciclati (per il 54%) e, infine, che sia richiudibile (per il 41%).  L'impatto ambientale del packaging di un prodotto è, quindi, una determinante importante nelle scelte di acquisto e di consumo e per la quale le persone sono disposte a pagare di più. Il 95% degli europei dichiara che pagherebbe in media anche il 5,4% in più per un prodotto, se il packaging avesse meno impatto sull'ambiente. Gli italiani si mostrano essere i più disposti a spendere, in quanto hanno dichiarato di poter arrivare anche al 6,4% in più.  “Nel riciclo dei rifiuti l’Italia è un’eccellenza in Europa – osserva Winfried Muehling, direttore Marketing e Comunicazione di Pro Carton – Siamo anche rimasti impressionati dal fatto che i consumatori italiani attribuiscono il massimo di credibilità e fiducia al cartone, più di quanto avvenga in altri Paesi europei. È interessante notare che, nonostante le pressioni economiche, i consumatori italiani dimostrano un impegno crescente verso la sostenibilità, con livelli di credibilità e fiducia particolarmente alti per il riciclo del cartone. Questo dimostra una consapevolezza sempre più diffusa della necessità di azioni concrete per preservare l'ambiente”. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

‘Effetto Oasi’, 27mila ettari di territorio protetto

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Ben 27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui: è l''effetto oasi' lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967, da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Sono alcuni dei numeri di 'Effetto Oasi', il report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi per la campagna OurNature.  'Effetto Oasi' sono anche gli habitat mappati nelle aree protette del panda, ben 109 (di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo), 378 le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in corso e 80 le attività di creazione di nuovi habitat come stagni, zone umide o aree per impollinatori. Le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 Cras (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8mila animali feriti o in difficoltà.  Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat e nel recupero ambientale con progetti di ripristino e restauro ecologico, le Oasi sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. Soprattutto, hanno giocato un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), la lontra (Lutra lutra), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus). “La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del Wwf con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, ha detto Marco Galaverni, direttore Oasi Educazione e Attivazione Wwf Italia.  Le Oasi sono anche laboratori a cielo aperto, centri di educazione ambientale e aree indirizzate alla ricerca scientifica. Nel solo 2023, sono state 378 le attività di educazione ambientale condotte nelle Oasi. Le attività svolte con scuole o Università e campi natura sono state ben 72, con circa 45mila studenti coinvolti.  Il Mese oasi, la formula di ‘lungo evento’ che da un paio di anni ha trasformato la tradizionale Festa delle Oasi celebrata da oltre 30 anni in una sola giornata, è una vera e propria Festa della Natura dedicata alla biodiversità italiana ed è parte della campagna Wwf Our Nature per la difesa della biodiversità. Per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, aironi e fenicotteri, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Ben 150 gli eventi in programma nel mese delle Oasi: visite guidate, a piedi o in bicicletta, laboratori e attività per i più piccoli, eventi di citizen science. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il futuro verde e inclusivo di Avezzano

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Avezzano, un piccolo angolo d'Abruzzo in provincia dell’Aquila, si prepara a fare un grande passo verso un futuro più verde e inclusivo grazie al sostegno finanziario dell'Unione Europea. Con quasi 70 mila euro di finanziamenti destinati al progetto "Green & Social HUB", il Comune apre le porte ai giovani in cerca di lavoro, promuovendo al contempo politiche di sostenibilità e inclusione sociale. Il progetto, ideato in collaborazione con ALI (Autonomie Locali Italiane) e la Rete nazionale dei Comuni Sostenibili, mira a combattere le diseguaglianze sociali, specialmente nell'ambito della transizione verde e digitale. Questo obiettivo si traduce in politiche locali mirate a ridurre le disparità economiche, energetiche ed educative, aprendo nuove opportunità per i giovani NEET, coloro che non sono né occupati né inseriti in un percorso formativo. Avezzano si distingue come una delle tre sole municipalità italiane selezionate (insieme a Bassiano, in provincia di Latina, e Crispiano, in provincia di Taranto) per l'implementazione pratica del progetto, finanziato con il Fondo sociale 2021-27 dell'UE. Il cuore del progetto è l'apertura di un "hub" dedicato, sia fisico che virtuale, che offrirà servizi di consulenza per i cittadini in povertà energetica e di informazione per le imprese e le organizzazioni locali. Dodici giovani inoccupati avranno l'opportunità di essere selezionati e preparati per lavorare presso questo hub, guadagnando competenze nel settore energetico e aprendo le porte a una possibile inclusione nel mercato del lavoro. Il coinvolgimento di otto partner, tra cui ALI, Leganet Srl, Studio COME e Federconsumatori Lazio, testimonia l'ampiezza e l'importanza del progetto su scala nazionale. Con la pubblicazione dell'avviso sul sito del Comune, si apre ufficialmente la finestra per la presentazione delle domande, dando ai giovani interessati l'opportunità di unirsi a questa iniziativa. Fino al 7 maggio, i futuri lavoratori dell'hub potranno rispondere all'appello, pronti a diventare attori chiave nella promozione della sostenibilità e dell'inclusione sociale nella loro comunità. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il 22 aprile è la Giornata della Terra, il tema 2024

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Il 22 aprile tutto il mondo celebra la Giornata della Terra, l’Earth Day che da 54 anni mobilita milioni di persone di ogni continente per la tutela del Pianeta.  EarthDay.org, organizzatore globale della Giornata della Terra, ha indicato per il 2024, il tema ‘Planet vs. Plastics’ per chiedere "una riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2040 e l’obiettivo finale di costruire un futuro senza plastica per le generazioni future".  La Giornata della Terra nasce negli Usa sulla scia della pubblicazione nel 1962 del libro di Rachel Carson, ‘Primavera silenziosa’, e di una crescente coscienza dei temi ambientali e del legame tra inquinamento e salute pubblica. Il senatore degli Stati Uniti, Gaylord Nelson, fu promotore del primo Earth Day del 22 aprile del 1970 con la mobilitazione di 20 milioni di americani per chiedere maggiore protezione per il Pianeta, un evento che nel 1990 è diventato globale coinvolgendo 200 milioni di persone in 141 Paesi. Oggi l’Earth Day arriva a mobilitare un miliardo di persone in oltre 192 Paesi con azioni e partner coordinati a livello globale dal network no profit Earthday.org. In Italia anche quest'anno sono in programma centinaia di eventi tra concerti, talk show, laboratori didattici, attività sportive, concerti, street art e decine di attività dedicate all’innovazione, all’ambiente e alla cultura. L’evento italiano è organizzato da Earth Day Italia, sede italiana dell’ong di Washington, e da Movimento dei Focolari. Le celebrazioni ufficiali si svolgono dal 18 al 21 aprile presso il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla Terrazza del Pincio a Roma (circa 600 eventi, organizzati da centinaia di organizzazioni della società civile e delle istituzioni) e dal 18 al 20 aprile con il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma.  Il 22 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, si terrà #OnePeopleOnePlanet, The Multimedia Marathon, 16 ore di contenuti live dalla Nuvola di Fuksas, trasmessi in diretta su RaiPlay e Vaticannews.va. ‘Torna a battere il cuore per la Terra!’, lo slogan della maratona multimediale giunta quest’anno alla quinta edizione. In serata dall’Auditorium della Nuvola ci sarà, inoltre, lo storico Concerto per la Terra di Earth Day Italia.  Non solo. Le celebrazioni di quest’anno precedono il G7 Clima, Energia e Ambiente di Torino. Nel capoluogo piemontese sono in programma due eventi dedicati al dialogo interculturale e intergenerazionale, sostenuti dalla Regione Piemonte e realizzati nell’Environment Park: Pace e Ambiente, dialogo interculturale ed interreligioso con il coinvolgimento di leader religiosi e culturali da diverse aree del Pianeta, e gli Stati Generali dell’ambiente per i Giovani.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Proteggere la fauna ornitologica per rigenerare le foreste

0
Tempo di lettura: < 1 minuto

(Adnkronos) – La protezione della fauna ornitologica deve diventare un tassello fondamentale della strategia conservazionista. È la tesi di un team di esperti dell’Eth di Zurigo, in Svizzera, in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista di settore “Megataxa”. Comprimere la libertà degli uccelli tropicali tramite pesanti interventi di deforestazione può infatti portare a una drastica riduzione del potenziale rigenerativo delle foreste. È anche dalla loro preservazione che dipende il nostro futuro sul Pianeta. —sostenibilita/tendenzewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Le nuove strade della sostenibilità, evento Adnkronos al Palazzo dell’Informazione

0
Tempo di lettura: < 1 minuto

—sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Inquinamento, stop alla plastica monouso

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Ogni anno nel mondo vengono prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 60% è monouso ovvero usa e getta. Se a ciò si aggiunge che a livello globale il riciclo della plastica raggiunge solo il 9% del totale e che la plastica monouso rappresenta oltre il 70% dei rifiuti plastici che inquinano i mari e gli oceani, risulta piuttosto evidente che sia necessario un cambio di rotta netto e rapido. A cominciare dal vietare globalmente la plastica monouso. Sarà questo uno dei temi al centro del quarto negoziato sul Trattato sull'inquinamento da plastica che svolgerà dal 23 al 29 aprile in Canada, a Ottawa. Sullo stop alla plastica monouso è d'accordo anche la grande maggioranza dei cittadini. Infatti, secondo un recente sondaggio realizzato da Ipsos per il WWF, su un campione di 24 mila persone di 32 Paesi tra cui l'Italia, l'85% delle persone nel mondo ritiene che la plastica monouso debba essere vietata. A livello nazionale, gli italiani interpellati dal sondaggio di cui sopra, sostengono in particolare il divieto delle sostanze chimiche nocive utilizzate nella produzione della plastica, indicate dall'87% del campione e sui prodotti in plastica che non possono essere facilmente riciclati (84%). Dai risultati emerge anche la diffusa consapevolezza che i divieti non siano sufficienti ad arrestare l'inquinamento da plastica monouso. Infatti, la maggioranza delle persone intervistate sostiene la necessità di una rifondazione dell'attuale sistema della produzione e del riciclo della plastica in modo che siano garantiti il riciclo e il riuso sicuro. Nello specifico, l'83% degli intervistati italiani ha dichiarato necessario imporre l'obbligo per i produttori di investire in sistemi di riutilizzo della plastica, mentre il 67% è d'accordo sul garantire a tutti i Paesi accesso ai finanziamenti, alle tecnologie e alle risorse necessarie per affrontare e risolvere il tema dell'inquinamento da plastica. In tal senso, l'87% degli intervistati a livello globale (l'83% degli italiani) ritiene necessaria una riduzione dellla produzione complessiva di plastica. I risultati del recente sondaggio Ipsos confermano quanto emerso dai due precedenti report sul tema, specie sul fatto di sostenere l'emanazione di norme che siano vincolanti per poter trasformare in maniera radicale l'universo della plastica.  Come anticipato, dal 23 al 29 aprile a Ottawa si svolgerà il nuovo summit per discutere i contenuti del Trattato globale sull'inquinamento da plastica. Un incontro particolarmente importante in quanto si tratta del penultimo appuntamento del ciclo di negoziati delle Nazioni Unite su tale tema. Se da una parte la maggioranza degli Stati è d'accordo sull'introduzione di norme globali vincolanti per tutta la catena del valore della plastica, dall'altra permane l'opposizione di una minoranza che ritiene di difendere il profitto a discapito del delicato equilibrio ambientale del Pianeta. Norme globali vincolanti, infatti, consentirebbero ai Governi e alle aziende di agire seguendo le stesse regole, incrementando allo stesso tempo la messa a punto di soluzioni innovative e mobilitando gli investimenti lungo l'intera catena del valore della plastica, in modo da distribuire più equamente gli oneri necessari per affrontare il tema dell'inquinamento da plastica. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’Università Lumsa celebra l’impegno per la sostenibilità

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –  Il panorama imprenditoriale italiano si prepara a un momento di riflessione e connessione con il convegno annuale su imprenditoria e sostenibilità "Fare Impresa in Italia", organizzato e promosso dall’Università Lumsa. In un'epoca in cui l'innovazione e la sostenibilità sono diventate pietre angolari per il successo aziendale, l'evento rappresenta un'importante piattaforma per avviare un dialogo costruttivo tra imprenditori, manager, startupper e professionisti del settore. Un momento attesissimo durante il convegno sarà la cerimonia di consegna del Premio IèS – Impresa è Sostenibilità. Questo premio, istituito dall’Università Lumsa in collaborazione con Lumsa Alumni Network, è dedicato alla memoria di Lucia Barnaba, laureata dell'ateneo che ha lasciato un segno tangibile nel territorio di Manduria (Taranto) con il suo impegno. Il Premio IèS – Impresa è Sostenibilità è un riconoscimento significativo per quei giovani imprenditori che abbracciano la sostenibilità come parte integrante del loro modus operandi aziendale, ispirando una trasformazione positiva nel tessuto economico.  Al centro di questa celebrazione di imprenditorialità e sostenibilità si trova Marianna Palella, una figura di spicco nel panorama imprenditoriale italiano e la mente creativa dietro a Citrus – L'Orto Italiano. Questa giovane realtà rappresenta un connubio affascinante di esperienza e innovazione, incarnato nel dialogo generazionale tra mamma e figlia: Paola Pappalardo, con una solida esperienza nel settore commerciale, e Marianna Palella, con una passione contagiosa per la comunicazione. Citrus – Società Benefit – si distingue per il suo impegno etico nei confronti della sostenibilità. La mission dell'azienda è valorizzare la frutta e la verdura fresca, di origine italiana e di stagione, commercializzandola attraverso le principali catene di supermercati nazionali. Tuttavia, l'impegno di Citrus va oltre il mero scopo commerciale: sin dalla sua fondazione, l'azienda si è impegnata a sostenere la ricerca scientifica e ad adottare pratiche aziendali che rispettino l'ambiente e contribuiscano al benessere sociale. L’ottava edizione del convegno "Fare impresa in Italia", in programma il 18 aprile, dalle ore 8.45 alle 18.30 presso l’Aula Giubileo dell’Università Lumsa a Roma, si concentra sull'innovazione, la sostenibilità e gli scenari economici.  Il programma del convegno spazia dalla condivisione di storie di successo imprenditoriale all'esplorazione di tematiche quali la trasformazione digitale, le nuove frontiere della fintech e l'ecosistema internazionale a supporto dell'innovazione. Tra i relatori e i partecipanti figurano personalità di spicco del panorama imprenditoriale italiano e internazionale, che condivideranno le loro esperienze e visioni per il futuro dell'impresa sostenibile. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tornado in Pianura Padana, la dinamica del ‘punto triplo’ come negli Usa

0
Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) – I tornado sul Nord Italia si formano spesso in corrispondenza di un 'punto triplo', cioè alla confluenza di tre masse d’aria provenienti da direzioni diverse e con caratteristiche differenti, come masse d’aria umida, secca e più fredda. È quanto ha messo in luce uno studio condotto dall’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), in collaborazione con le Università di Bologna, Bari e Milano. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica statunitense Monthly Weather Review, si focalizza sui fenomeni legati ai tornado che si verificano con particolare frequenza tra Lombardia ed Emilia-Romagna.  Tra questi, un evento di notevole rilevanza è quello accaduto nel settembre 2021, dove si sono sviluppati sette tornado in poche ore, causando gravi danni in numerose località della Pianura Padana – spiega il Cnr – Ben quattro di questi vortici sono stati classificati di grado F2 secondo la scala Fujita (che classifica i tornado da 0, debole, a 5, danni devastanti), mentre tre sono stati classificati di grado F1. Sebbene la Pianura Padana sia ritenuta un hot-spot per lo sviluppo di tornado in Europa, per via della complessa orografia della regione dove Alpi e Appennini modulano i flussi atmosferici nei bassi strati, la sequenza registrata ha rappresentato un evento inusuale, che ha spinto i ricercatori ad approfondire i meccanismi fisici che hanno portato alla genesi dei vortici.  “Lo studio delle osservazioni al suolo durante l’evento ha evidenziato come i tornado si siano sempre sviluppati a non più di 20-30 km di distanza da una dryline, ossia da un fronte di aria secca che discendeva dagli Appennini, e nei pressi di una discontinuità fredda generata da temporali sulla pedemontana alpina – afferma Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca del Cnr-Isac – Contemporaneamente, correnti da sud-est molto umide soffiavano dal Mar Adriatico verso la Pianura Padana. Significativamente, altri temporali, che si sono sviluppati durante quella giornata in Pianura Padana ma a distanza maggiore dal punto triplo, non hanno generato tornado”.  Particolarità dello studio è stata la realizzazione di simulazioni numeriche ad alta risoluzione con il modello meteorologico Moloch, sviluppato presso l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima di Bologna (Cnr-Isac), allo scopo di simulare le supercelle che hanno generato i tornado. “Il modello è stato in grado di riprodurre correttamente lo sviluppo delle supercelle tornadiche e la complessa interazione dei flussi in superficie emersa dalle osservazioni”, aggiunge Silvio Davolio, professore presso l’Università degli Studi di Milano, associato al Cnr-Isac. “Il modello ha rivelato una marcata rotazione del vento nelle vicinanze della dryline in relazione alla quota: da sud-est nei pressi del suolo, a sud-ovest sopra il primo chilometro. Questo peculiare profilo del vento ha generato la vorticità che porta allo sviluppo dei tornado – osserva Mario Marcello Miglietta, professore presso l’Università degli Studi di Bari e associato di ricerca Cnr-Isac – Inoltre, nei pressi del punto triplo si è accumulata molta umidità, che incrementa l’instabilità potenziale, un altro elemento importante per la genesi di questi fenomeni violenti”.  “Il modello concettuale proposto, ottenuto da un’approfondita analisi di osservazioni e simulazioni numeriche, è ispirato alla dinamica osservata negli Stati Uniti nella cosiddetta 'Tornado Alley', dove i tornado si formano alla confluenza di masse d’aria umida provenienti dal Golfo del Messico, masse d’aria secca dalle Montagne Rocciose e masse d’aria più fredda dal Canada. Nel caso della Pianura Padana si osserva qualcosa di simile, ma a scala molto più ridotta”, conclude Francesco De Martin, dottorando dell’Università di Bologna e primo autore dell’articolo.  Questo studio – conclude il Cnr – grazie alla miglior comprensione delle dinamiche che generano i tornado, potrebbe contribuire a migliorarne le previsioni, anche se rimangono ancora caratterizzate da un certo grado di incertezza. Ancora oggi, infatti, è impossibile conoscere nel dettaglio se, dove e quando si svilupperà un tornado, anche a poche ore da un evento. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Smog, Legambiente lancia la campagna Apnea Against Pollution

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Legambiente lancia Apnea Against Pollution per tornare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento atmosferico in Italia. E lo fa partendo dalla collaborazione con l’ex primatista mondiale di apnea, oggi medico e coach sportivo, Mike Maric che si è immerso all’interno di un cubo trasparente contenente il peggior livello di smog registrato lo scorso febbraio a Milano (118 µg/mc3 di PM2.5), ventiquattro volte oltre il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms). L’obiettivo è lanciare un messaggio preciso: “Per combattere l'inquinamento non bisogna smettere di respirare ma trovare soluzioni per tornare a respirare”.  Il progetto Apnea Against Pollution nasce dai dati raccolti da Legambiente nel report Mal’Aria di Città 2024, e dalla campagna Città2030, che testimoniano come i livelli di inquinamento atmosferico nei principali centri urbani italiani siano ancora lontani dai limiti normativi previsti per il 2030 dai negoziati europei e superiori ai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Salute. Secondo l’ultimo report di Legambiente, infatti, 18 città sulle 98 analizzate hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 nel 2023: Frosinone ha registrato 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. Preoccupa anche il confronto con i nuovi target normativi europei fissati per il 2030, secondo cui il 69% delle città risulta 'fuorilegge' per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 50% per l’NO2, e la Pianura Padana rappresenta una delle aree più vulnerabili del Paese.   “Oggi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – una delle principali sfide è rappresentata dalla lotta all’inquinamento atmosferico, un’emergenza cronica che il nostro Paese deve affrontare con interventi concreti non più rimandabili. Ce lo ricordano l’Europa che ha già ammonito più volte l’Italia, ce lo ricordano i dati del nostro report annuale Mal’Aria di Città ma anche gli obiettivi al 2030 dell’Agenza Onu che parlano dell’importanza di avere città più sostenibili e vivibili. Con l’installazione realizzata a Milano 'Apnea Against Pollution' vogliamo proprio richiamare l’attenzione sulla grande questione dello smog, che trova nell’area padana una delle aree più vulnerabili della Penisola e d’Europa. E proprio da Milano lanciamo un nuovo appello al governo per chiedere un piano di interventi nazionali e territoriali più incisivi che abbiano al centro la mobilità sostenibile a partire dal trasporto pubblico locale e su ferro, riscaldamento e miglioramento dell’efficienza degli edifici, ma anche l’agricoltura e la zootecnica, tra le fonti responsabili della cattiva qualità dell’aria e che dovranno essere più sostenibili”.   —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il clima ‘influenza’ anche il linguaggio, nuove voci nello Zingarelli

0
Tempo di lettura: < 1 minuto

(Adnkronos) –
Per comprendere meglio i cambiamenti legati all’ambiente e per poterli raccontare in modo sempre più preciso e attento alle evoluzioni del linguaggio, Zanichelli ha scelto di inserire nel vocabolario della lingua italiana Zingarelli nuove locuzioni e significati legati anche alle tematiche green.

Cinque Terre, Riomaggiore promuove turismo sostenibile: vietati sexy shop, discoteche e kebab

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – La stagione estiva si avvicina e il turismo inizia già a dare i suoi primi segnali di vitalità. Ecco che le città, soprattutto i piccoli borghi, località marittime e città dall’alto valore
artistico, naturalistico e ambientale, iniziano a prendere le misure di contenimento di un overtourism che ci si aspetta possa essere ingestibile per l’estate 2024. L’obiettivo diventa quello di mettere in sicurezza il patrimonio territoriale e i cittadini. Questo è il caso del comune di Riomaggiore che si sta avviando alla chiusura di sexy shop, discoteche e locali di prodotti di vendita di cibo come il kebab, ad esempio, per gestire al meglio il turismo nelle Cinque Terre. Vediamo insieme in cosa consistono divieti e interdizioni.  Un’intesa tra il comune di Riomaggiore e la Regione Liguria si ripropone lo scopo di contribuire al miglioramento della qualità della vita e alla qualificazione dell’area perimetrata attraverso una serie di misure. Tra queste: l’individuazione di un percorso di contrasto alle situazioni di degrado ambientale per il mantenimento dell’identità e delle tradizioni del territorio; la difesa della vocazione dell’area e la lotta al deterioramento delle condizioni economico-sociali del territorio con l’obiettivo di restituire le condizioni di sviluppo del tessuto commerciale dell’area individuata nonché di vivibilità per i cittadini, i turisti e le altre categorie che la frequentano.  Per realizzare ciò, l’intesa si è prefissa di escludere alcune tipologie merceologiche che contribuiscono “al degrado del territorio o che non rispondono agli obiettivi di sviluppo qualitativo individuati – si legge nella nota. La volontà comune è quella di – persegue la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del territorio del Comune di Riomaggiore ricompreso nell’ambito del Patrimonio Mondiale Unesco delle Cinque Terre, al fine di preservarne ed esaltarne le caratteristiche urbane, la vivibilità, l’ambiente, il paesaggio, il decoro e le peculiarità”.  La notizia ha attirato l’ilarità e le polemiche di cittadini del posto che si sono chiesti di quali discoteche si parli, vista la carenza delle stesse anche prima dell’interdizione, così come il divieto di friggitorie e locali che vendono kebab “che senso ha? Quali problemi arrecano al turismo?”, si legge sui social. C’è chi, invece, ha accolto positivamente la notizia, sostenendo che l’identità territoriale necessita di essere preservata considerato che “un turista che visita le Cinque Terre non vuole sentire puzza di fritto in città”. Ma vediamo quali sono le attività interdette dall’intesa. “Le attività sottoindicate – si legge nella bozza di intesa sul sito del Comune di Riomaggiore – costituiscono elencazione tassativa per cui la ricezione di istanze riferite o riferibili al loro svolgimento sotto qualsiasi forma saranno considerate irricevibili e ne sarà data comunicazione all’interessato per le vie di rito”. In altre parole, saranno vietate: —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Valencia 2024, i piani eco-sostenibili della Capitale Verde Europea

0
Tempo di lettura: 5 minuti

(Adnkronos) – Nel 2024 Valencia brilla sotto i riflettori internazionali come la Capitale Verde Europea, un titolo che non solo onora la città stessa ma si estende ad abbracciare l'intera regione e oltre. Questo riconoscimento non è solo un sigillo di approvazione; è un invito a spingersi più in là, a innovare, a costruire un futuro più sostenibile per tutti. E Valencia sta accettando questa sfida con entusiasmo contagioso. I piani eco-sostenibili di Valencia sono radicati in un approccio olistico, che abbraccia tutti gli aspetti della vita urbana. Dalle iniziative per ridurre l'inquinamento atmosferico alla promozione di uno stile di vita sano e attivo, ogni aspetto della vita quotidiana è stato rivisto e rinnovato per rispettare l'ambiente. L'European Green Capital è un prestigioso riconoscimento conferito annualmente dalla Commissione europea ad una città che si è distinta per il suo impegno e i risultati ottenuti nel campo della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questo titolo rappresenta non solo un'onorificenza per la città selezionata, ma anche un'esortazione a perseguire obiettivi ancora più ambiziosi e a promuovere pratiche eco-sostenibili che possano fungere da esempio per altre comunità urbane. Il processo di selezione dell'European Green Capital è rigoroso e basato su criteri ben definiti. Le città candidate (con più di 10mila abitanti) devono dimostrare una forte volontà e capacità di raggiungere obiettivi significativi in materia di tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Inoltre, devono impegnarsi a mantenere questi risultati nel lungo termine e a fungere da modello ispiratore per altre città che aspirano a migliorare le proprie pratiche ambientali. La valutazione delle città candidature avviene attraverso dodici indicatori ambientali chiave, che spaziano dalla qualità dell'aria e dell'acqua all'efficienza energetica, dalla mobilità sostenibile alla gestione dei rifiuti, dalla biodiversità alla governance ambientale. Le città devono presentare un piano strategico dettagliato che evidenzi il loro impegno su questi indicatori e delinei obiettivi chiari per i prossimi 5-10 anni. Ogni città finalista è sottoposta a un'attenta valutazione da parte di una giuria esperta, che analizza i progressi compiuti, le politiche adottate e le iniziative intraprese per affrontare le sfide ambientali e promuovere la sostenibilità. Solo la città che dimostra un impegno eccezionale e risultati tangibili viene eletta come European Green Capital. Il premio non è solo un riconoscimento simbolico, ma porta anche benefici tangibili alla città vincitrice. Oltre alla visibilità internazionale, la città selezionata riceve un premio in denaro per un valore di 600.000 euro, che può essere utilizzato per implementare ulteriori iniziative sostenibili e coinvolgere attivamente i cittadini nel processo di trasformazione verde. Il premio è stato istituito nel 2009 e nel corso di questi le città europee che hanno ottenuto questo ambito titolo hanno dimostrato che un impegno concreto verso la sostenibilità può portare a risultati significativi per l'ambiente e migliorare la qualità della vita dei cittadini.  Le precedenti città insignite del titolo di Green Capital europea sono Stoccolma (2010), Amburgo (2011), Vitoria-Gasteiz (2012), Nantes (2013), Copenhagen (2014), Bristol (2015), Lubiana (2016), Essen (2017), Nijmegen (2018), Oslo (2019), Lisbona (2020), Lahti (2021), Grenoble (2022) e Tallinn (2023). Durante la competizione, Valencia ha superato Cagliari in finale, basando la sua vittoria su quattro pilastri fondamentali: l’espansione delle infrastrutture verdi, il miglioramento della biodiversità urbana, l’implementazione di politiche per l’efficienza climatica ed energetica, l’incentivazione della mobilità sostenibile e la promozione di una dieta alimentare più sostenibile. La prossima città ad essere riconosciuta per i suoi sforzi ecologici sarà Vilnius, capitale lituana, che è stata scelta come Capitale Verde Europea 2025. Questa decisione è stata presa in riconoscimento del suo impegno significativo verso la sostenibilità, caratterizzato da un approccio pragmatico e realistico. Per il 2026 le iscrizioni sono ancora aperte, con scadenza 30 aprile 2024.   Valencia brilla come esempio di turismo sostenibile e il suo status di Capitale Verde Europea 2024 è una testimonianza tangibile del suo impegno verso la sostenibilità ambientale. Con oltre 400 attività programmate, la città si impegna a coinvolgere e lasciare un'impronta indelebile in tutta la comunità. Valencia ha progettato nuovi percorsi per mostrare i progressi della città in aree chiave come la natura, la mobilità sostenibile e il recupero dello spazio pubblico. Si tratta delle "Rutas verdes de València", quattro percorsi attraverso la città per scoprire la sua storia e la sua trasformazione, nonché l'impegno della cittadinanza verso la sostenibilità. Questi percorsi, “Rio Verde”, “Un centro para compartir” y “La huerta, el mar y L’ albufera, las despensas de la ciudad” e “La Esencial”, incarnano i successi di Valencia in ambiti quali gli spazi verdi, il recupero del pubblico dominio e la promozione di un'alimentazione sostenibile. La città spagnola ha adottato un approccio proattivo verso la sostenibilità ambientale, dimostrando un impegno tangibile verso la riduzione delle emissioni di carbonio, la protezione della biodiversità e la promozione di uno stile di vita più verde per i suoi abitanti. Ma il vero merito va alla sua determinazione nell'utilizzare le risorse a disposizione. Il motto di Valencia, "In missione insieme", evidenzia il forte impegno delle autorità cittadine nel collaborare con i residenti per raggiungere obiettivi di neutralità climatica e ambientale. Uno dei fattori chiave del successo di Valencia nel suo percorso verso la sostenibilità è, infatti, il coinvolgimento attivo della comunità e un'ampia campagna di sensibilizzazione e educazione ambientale. Attraverso programmi educativi nelle scuole, eventi pubblici e collaborazioni con organizzazioni locali, la città sta incoraggiando i suoi cittadini a diventare protagonisti del cambiamento ambientale. La città, con i suoi due milioni di metri quadrati di giardini e il Parco Nazionale dell'Albufera, si distingue come una meta turistica amata in tutta Europa e sta investendo nella rigenerazione urbana e nella creazione di più spazi verdi accessibili a tutti. Parchi, giardini e aree pubbliche alberate non solo contribuiscono a migliorare la qualità dell'aria e a ridurre il calore urbano, ma offrono anche opportunità per il relax e il benessere della comunità. Inoltre, la città ha in programma di dichiarare l'Albufera riserva della biosfera dell'UNESCO, riconoscendo così la sua importanza come luogo di apprendimento per lo sviluppo sostenibile. Valencia si sta spostando sempre più verso fonti energetiche rinnovabili e ha avviato progetti ambiziosi per promuovere l'efficienza energetica negli edifici pubblici e privati. L'obiettivo è ridurre al minimo l'impatto ambientale legato al consumo energetico, riducendo contemporaneamente le bollette per i cittadini, in linea con la missione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Tra le iniziative ecologiche, molte sono concentrate nel quartiere di Cabanyal. Qui, il mercato municipale alimentato da energia solare e il primo "impianto solare socializzato" della città rappresentano solo due esempi di innovazione verde. Altre iniziative includono l'illuminazione intelligente sul lungomare e la trasformazione dei lampioni in punti di ricarica per veicoli elettrici.  Uno dei punti chiave del piano eco-sostenibile di Valencia riguarda la mobilità. La città sta investendo massicciamente in infrastrutture per favorire il trasporto pubblico, la mobilità ciclabile e pedonale. Nuove piste ciclabili, ampliamenti della rete di trasporto pubblico e incentivi per l'uso di veicoli elettrici sono solo alcune delle iniziative introdotte per ridurre l'impatto ambientale legato al trasporto. Infine, attraverso un calendario ricco di eventi che spazia da mostre gastronomiche a conferenze sul clima, Valencia dimostra di essere all'avanguardia nella promozione della sostenibilità ambientale e nell'educazione della comunità. Con il suo futuro orientato alla sostenibilità, Valencia si conferma come una delle città leader nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione di uno stile di vita più verde per tutti i suoi abitanti. Il riconoscimento di Capitale Verde Europea è solo l'inizio del viaggio di Valencia verso un futuro sostenibile. La città continua a lavorare instancabilmente per implementare nuove iniziative, coinvolgere la comunità e mantenere vivo l'impegno verso l'ambiente. Con il suo mix unico di storia, cultura e impegno ambientale, Valencia si sta guadagnando un posto di rilievo tra le città leader nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione della sostenibilità. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Verso il G7 Clima, Energia e Ambiente, presentata la Planet Week

0
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Un palinsesto di oltre sessanta eventi che, dal 20 al 28 aprile, nella città di Torino e in Piemonte coinvolgerà soggetti pubblici, imprese, giovani, artisti e società civile sui temi green: è stato annunciato oggi a Roma, nel corso di un evento al Tempio di Adriano, il calendario della 'Planet Week', organizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con 'Connect4Climate', il programma di comunicazione della Banca Mondiale sui cambiamenti climatici.  La manifestazione precederà il G7 Clima, Energia e Ambiente, dal 28 al 30 aprile alla Reggia di Venaria. Per il ministro Gilberto Pichetto, “il coinvolgimento delle tante espressioni della società italiana costituisce la base imprescindibile di ogni obiettivo ambientale e climatico che ci impegniamo a raggiungere a livello istituzionale col nostro G7”.  “La Planet Week – aggiunge Pichetto – guarda al contributo di idee che i giovani, le imprese, il mondo associativo possono dare, integrate tra loro, in queste cruciali sfide del nostro tempo. Voglio ringraziare quanti, in ambito pubblico e privato, ci accompagneranno nella Planet Week e idealmente avvicineranno Torino e il Piemonte a questo storico vertice istituzionale”.  Da sabato 20 aprile e fino a domenica 28 si alterneranno decine di iniziative tra convegni, workshop, mostre, proiezioni di film ed eventi di diffusione della cultura ambientale: tra queste, le celebrazioni per la Giornata della Terra del 22 aprile e il dialogo interreligioso su Pace e Ambiente dello stesso giorno, il confronto tra giovani di oltre venti Paesi e il settore privato sul cambiamento climatico organizzato da Connect4Climate e la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, presieduta dal Politecnico di Torino. E ancora: i focus sulle nuove tecnologie, le energie del futuro e le politiche di adattamento, l’impegno trasversale dei giovani come attori del cambiamento e l’evento a Biella del 24 aprile promosso dalla Fondazione Pistoletto su arte, moda e sostenibilità.  Una media zone sarà allestita nel Museo di Palazzo Madama per un continuo aggiornamento sulle iniziative, il cui programma completo è disponibile sul sito della Planet Week, www.planetweek.org.  Attraverso una manifestazione di interesse, il Mase e Connect4Climate hanno chiamato a raccolta organizzazioni non governative, fondazioni, associazioni, università, scuole e pubbliche amministrazioni. A queste si aggiunge il settore privato, rappresentato da Enel, Italgas e Iveco Group, insieme al Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai) e alla Camera di Commercio di Torino. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)