Passi indietro sulle politiche green da parte dell’Ue, l’allarme degli ambientalisti

Tempo di lettura: 4 minuti

(Adnkronos) – L’Ue ha fatto passi indietro sulla politica agricola e sul ripristino della natura. Questo sostengono diverse organizzazioni ambientaliste e rappresentanti politici le deroghe introdotte nel nuovo regolamento della Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027 sulla protezione degli spazi naturali. Il 26 marzo, il Consiglio AgriFish ha approvato un pacchetto di modifiche proposte dalla Commissione Europea che, secondo gli ambientalisti, comportano un indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli. Sullo sfondo, le proteste degli agricoltori che hanno riguardato il territorio europeo negli scorsi mesi.

Questi i punti fondamentali della revisione della Pac: – Nuove deroghe in caso di condizioni climatiche eccezionali, tali da compromettere la produzione agricola; – Modifiche agli standard delle buone condizioni agricole e ambientali (Bcaa); – Esenzione dai controlli e dalle sanzioni per le aziende agricole con meno di dieci ettari, al fine di alleviare il carico amministrativo su piccole realtà; – Possibilità per i singoli Paesi di modificare i propri piani strategici agricoli due volte all’anno, creando uno spazio per adattamenti in corso d’opera. Queste decisioni sollevano preoccupazioni sul futuro della sostenibilità ambientale e della biodiversità in Europa, richiedendo una valutazione accurata degli impatti e una riflessione approfondita sul bilanciamento tra esigenze agricole ed ecologiche. La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, che riunisce 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane, mette nel mirino la procedura d’urgenza utilizzata per revisionare la Pac.

Si tratta, dice l’organizzazione, di nuove regole “giustificate dalla ‘semplificazione’ dei regolamenti europei” che indeboliscono l’impegno dell’Unione verso l’ambiente.  CambiamoAgricoltura fa notare che è “Una procedura del tutto straordinaria che non prevede una valutazione di impatto, né un confronto con la società civile. Decisione ancora più incomprensibile considerata la consultazione proprio sul tema della semplificazione attivata dalla stessa Commissione nelle ultime settimane, i cui risultati sono attesi dopo l’estate, nonché il Dialogo strategico aperto proprio sui temi del futuro dell’agricoltura in Europa”. Per il collettivo, le pressioni degli agricoltori sulle istituzioni comunitarie hanno generato un effetto normativo che graverà sulle spalle non solo dell’ambiente, ma anche di quegli agricoltori che hanno investito in ottica green. “Questo pacchetto di riforme – aggiunge #CambiamoAgricoltura – non solo riporterà la Pac indietro di oltre 25 anni ma danneggerà in particolare tutte quelle aziende agricole che hanno convintamente intrapreso la strada dell’agrogeologia, e renderanno tutto il sistema agricolo ancora più vulnerabile agli effetti della perdita di biodiversità e della crisi climatica”.

Sull’altro fronte, il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski ha esortato gli europarlamentari ad adottare rapidamente il pacchetto di modifiche alla Politica Agricola Comune (Pac) presentato il 15 marzo dalla Commissione Europea in modo da alleggerire gli oneri amministrativi degli agricoltori: “È essenziale approvare rapidamente, così che gli agricoltori avvertano l’effetto dei cambiamenti già nel 2024, altrimenti succederà solo nel 2025”, ha detto Wojciechowski. Lo stesso commissario ha delineato i punti cardine della riforma della Pac: oneri amministrativi, turbative del mercato e mancanza di equità nella filiera. Le modifiche alla Pac non sono l’unico campanello d’allarme per gli ambientalisti. Infatti, a soli dieci giorni dalla proposta della Commissione Ue sulla Politica agricola comune, il Belgio, detentore della presidenza del Consiglio dell’Ue, ha rinviato il voto sul
Nature Restoration Law perché il sostegno degli Stati membri era diventato insufficiente. La brusca frenata è stata provocata dall’astensione dell’Ungheria, che si è aggiunta a quelle di Austria, Finlandia, Polonia, Belgio e al parere contrario di Italia, Svezia e Paesi Bassi. Se a febbraio l’ok del Parlamento Ue sul Nature Restoration Law aveva fatto esultare gli ambientalisti e il provvedimento sembrava ormai cosa fatta, lo stop del mese scorso ha provocato una rimozione del punto dall’agenda Ue. Si è quindi arenato il percorso che portava i ministri dell’ambiente a consolidare la proposta al Consiglio.

L’obiettivo del Nature Restoration Law, così come approvato dall’Europarlamento a febbraio, è quello di ripristinare il 90% degli habitat europei danneggiati entro il 2050. Una decisione che aveva provocato la reazione contraria della destra e della Coldiretti che preannunciava un “sistema produttivo in ginocchio”.  I trattori in protesta già sfilavano e, pur non riuscendo a bloccare in toto il provvedimento, avevano ottenuto qualche traguardo. La Commissione chiedeva infatti la riduzione del 50% l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e il divieto di tutti i pesticidi nelle aree sensibili (le aree verdi urbane, compresi parchi e giardini pubblici, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici, le zone protette Natura 2000 e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo), ma questa misura era stata cassata prima dell’ok dell’Europarlamento. Avanzata a giugno 2022, la proposta di regolamento era uno dei pilastri della Strategia europea per la biodiversità, nata con lo scopo di allineare l’Unione europea agli impegni internazionali presi con l’accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità. Con lo stop del 25 marzo, l’Unione rischia di presentarsi senza una proposta concreta in materia alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la Cop16, in programma in Colombia per il prossimo ottobre. Un’impasse che contrasta l’ambizione, da anni perseguita dall’Unione, di essere in prima linea nelle politiche green. Il commissario europeo per l’ambiente ha avvertito che accantonare il disegno di legge a tempo indeterminato distruggerebbe la reputazione dell’UE a livello globale, dato che ha aperto la strada al vertice sulla biodiversità Cop15 a Montreal nel 2022.

“Rischiamo di andare alla Cop16 assolutamente a mani vuote”, ha detto Virginijus Sinkevičius prima di rincarare la dose: uno stop definitivo al Nature Restoration Law solleverebbe “serie domande e preoccupazioni sulla coerenza e la stabilità del processo decisionale dell’Ue”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’economia circolare in Europa, bene ma si può fare di più

Tempo di lettura: 3 minuti ֎Valutando i progressi verso le attuali ambizioni circolari, il rapporto dell’Eea afferma che esiste una probabilità bassa o moderata che vengano raggiunte nei prossimi anni. Il successo di un’economia circolare […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Le «case green» non fanno bene solo all’ambiente

Tempo di lettura: 5 minuti ֎«Saranno i cittadini a beneficiare di questa direttiva. L’efficienza energetica può ridurre i costi energetici delle famiglie e contribuire a preservare il valore delle abitazioni. Salire almeno di due classi […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Rinnovabili, la Sardegna resiste a favore del paesaggio

Tempo di lettura: 4 minuti

֎Il Tribunale Amministrativo della Sardegna si oppone ad una sentenza del Consiglio di Stato che ha nuovamente statuito che contro il «favor» di legge alle rinnovabili non c’è difesa del paesaggio che tenga֎

Finanziare la transizione energetica in Africa

Tempo di lettura: 3 minuti ֎Il problema delle emissioni nei paesi Emerging Markets and Developing Economies. Dopo il Covid il livello del debito pubblico in rapporto al Pil è salito di molto, anche in alcuni […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

È diventata complicata la tutela del paesaggio

Tempo di lettura: 3 minuti

֎La realizzazione di un impianto fotovoltaico con potenza di picco pari a 19,64 MW su un’area di circa 31 ettari tra i Comuni di Scampitella e Lacedonia (AV) mette in luce il pasticcio causato dalle modifiche all’articolo 9 della Costituzione֎

Autonomia differenziata, s’intravedono solo rischi

Tempo di lettura: 3 minuti ֎L’illusione di separare i destini dello stesso popolo o di più popoli avvinti nello stesso contesto nazionale ha causato solo conflitti e non ha portato benefici a nessuno. Basti pensare […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Alleanza verde Salento-Stoccarda per difendere un bosco

Tempo di lettura: 3 minuti

֎È l’ultimo residuo di un bosco mediterraneo che si trova all’interno di una proprietà della Porsche engineering e che si vuol tagliare per allargare la pista di collaudo auto. La petizione dei Comitato Custodi del Bosco d’Arneo e di tutti i cittadini e associazioni per la tutela della natura tedesche֎

Eolico, il Tar Puglia impone l’odg al Governo

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Chiede «Nuova valutazione sui progetti nella provincia di Foggia». Sentenza innovativa da parte dei giudici amministrativi che chiedono alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di chiarire il contrasto tra i […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

L’inganno del Ponte sullo Stretto di Messina

Tempo di lettura: 9 minuti ֎Il progetto del ponte sullo Stretto rappresenta un grande inganno a danno dell’intera comunità nazionale e una forma di inganno becero perché le conseguenze di un progetto del genere potrebbero […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Pretendere una casa ecologica è «una gabbia ideologica»

Tempo di lettura: 6 minuti ֎Lo sostiene FdI all'indomani della direttiva approvata a Strasburgo. «Gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra. E la maggiore mortalità che si è avuta in Italia […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

L’astensionismo è anche un nemico dell’ambiente

Tempo di lettura: 9 minuti ֎Nonostante il fenomeno sia noto e analizzato non si corre ai ripari. Con dodici milioni di voti, fino al 2008, si perdevano le elezioni. Con dodici milioni di voti, oggi, […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Il piano italiano da 1,1 mld di euro per la transizione verde

Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – La corsa verso un’economia più sostenibile e a zero emissioni nette ha ricevuto un ulteriore impulso con l’approvazione da parte della Commissione europea del piano italiano da 1,1 miliardi di euro. Questa mossa è in linea con il piano industriale del Green Deal, che mira a guidare l’Europa verso un futuro più sostenibile e a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Il regime approvato fa parte del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione europea nel marzo 2023 e successivamente modificato nel novembre 2023. Questo quadro è stato progettato per sostenere settori chiave che giocano un ruolo cruciale nell’accelerare la transizione verde e ridurre l’impatto ambientale. L’Italia ha presentato un piano ambizioso per sostenere investimenti mirati alla produzione di attrezzature fondamentali per la transizione verde. Con un budget di 1,1 miliardi di euro, il piano prevede sovvenzioni dirette per le imprese coinvolte nella produzione di batterie, pannelli solari, pompe di calore, turbine eoliche e altre tecnologie green cruciali. Le imprese che producono questi dispositivi, così come quelle che forniscono componenti essenziali per la loro fabbricazione, saranno idonee per ricevere aiuti finanziari.  La Commissione ha valutato attentamente il piano italiano e ha concluso che rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. Gli aiuti saranno incentrati sulla produzione di attrezzature che favoriscono la transizione verso un’economia a zero emissioni nette e saranno assegnati entro il 31 dicembre 2025. Le sovvenzioni dirette varieranno da un minimo di 150 milioni di euro a un massimo di 350 milioni a seconda della regione e del tipo di attrezzature prodotte. Inoltre, le imprese situate in regioni ammissibili agli aiuti riceveranno incentivi aggiuntivi, mirati a promuovere lo sviluppo economico in aree meno sviluppate. Il quadro temporaneo di crisi e transizione, modificato nel novembre 2023, offre agli Stati membri diverse opzioni per fornire sostegno finanziario, compresi aiuti di importo limitato, sostegno alla liquidità, aiuti per compensare i prezzi elevati dell’energia e misure per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione dei processi industriali. Con l’approvazione del piano italiano, si aprono nuove opportunità per le imprese che operano nel settore delle tecnologie verdi. L’accesso a finanziamenti e incentivi può favorire l’innovazione e la crescita, contribuendo allo sviluppo di soluzioni sostenibili e alla creazione di posti di lavoro nell’ambito della green economy. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’autonomia differenziata danno per i poveri e l’ambiente

Tempo di lettura: 6 minuti

֎Ma non si vede nessuna azione seria per costruire un’opposizione alla proposta di legge. Va contrastato l’attuale schema culturale che propone come nemici non le disuguaglianze, la povertà, la crisi climatica, il rancore come strumento per costruire ipotesi identitarie, ma i poveri, i migranti, gli «immorali» e gli ecologisti֎

L’impegno di Todde per decarbonizzare la Sardegna

Tempo di lettura: 4 minuti Ecco il suo programma ֎Il contesto è quello di una Regione che, nonostante un enorme potenziale nelle rinnovabili, ha un sistema elettrico a dir poco obsoleto: il settantaquattro per cento […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Tradita la direttiva «Habitat»

Tempo di lettura: 3 minuti

֎Per questo la scelta di ricorrere ad uno strumento vincolante ed immediatamente esecutivo negli Stati membri Ue come il Regolamento «Restoration Law»֎

Zps, la protezione va allargata

Tempo di lettura: 3 minuti

֎Vanno protette non solo le popolazioni di uccelli selvatici, riportate nell’Allegato I della Direttiva 79/409 Cee «Uccelli», ma anche quelle ulteriori meritevoli di protezione. È quanto sostiene l’avvocato generale della Ue Juliane Kokott in un procedimento davanti alla Corte di Giustizia Ue avviato dal Consiglio di Stato della Repubblica di Grecia֎

Piscina in un Parco nazionale? 4 anni per la risposta

Tempo di lettura: 3 minuti

֎È accaduto a Sabaudia ma il Consiglio di Stato è netto nel ritenere illegittimo il provvedimento che ha negato la realizzazione della piscina, riformando la precedente sentenza del Tar Lazio֎

Il passaggio all’auto elettrica in Italia

Tempo di lettura: 4 minuti ֎L’imposizione del vincolo di azzeramento delle vendite di veicoli endotermici e ibridi entro il 2035 e l’ipotesi di una ricomposizione parziale della domanda di nuove autovetture verso l’elettrico comportano la […]

Non puoi leggere tutto l'articolo perché non sei un utente registrato!

Registrati oppure esegui il login.

Tra i due litiganti la… natura gode

Tempo di lettura: 3 minuti

֎La vicenda di un contenzioso per una cava in Lombardia che nel frattempo si è rinaturalizzata… da sola֎